Sarà inaugurato nel pomeriggio di lunedì 29 settembrea Castiglione del Lago, il nuovo Vita Hub di Vitakraft Italia, l’azienda leader nel settore dei prodotti per animali da compagnia.
Un’altra tappa dell’importante percorso di crescita della società nata dalla partnership tra la multinazionale tedesca Vitakraft e l’azienda Pet Company della famiglia Sciurpa.
Si tratta di un moderno edificio di 1.800 metri quadrati, distribuito su tre piani e situato in via Piana 4, nei pressi dello stabilimento Vitakraft. La struttura ospita un ampio loft con area relax, meeting point e bar, numerosi uffici commerciali e direzionali e una grande sala conferenze. “Un hub – spiegano dall’azienda – pensato per unire lavoro, relazioni e futuro. L’inaugurazione, riservata a dipendenti, partner e autorità, consolida il ruolo di Vitakraft Italia come punto di riferimento nel settore”.
Alla cerimonia di inaugurazione, in programma alle 16.30, interverranno le massime autorità locali e regionali, le rappresentanze del mondo economico e produttivo, la proprietà e la dirigenza del Gruppo Vitakraft.
Eco Sanfra chiude la seconda edizione con quasi 3.000 presenze in tre giorni a San Francesco al Prato, registrando il tutto esaurito in tutti gli eventi.
Il festival, ispirato al Cantico delle Creature di San Francesco che celebra gli 800 anni dalla sua nascita, si è dedicato quest’anno al tema “fratello Sole”, promuovendo la sostenibilità economica, sociale e ambientale. Organizzato da Davide Placidi e Maurita Passaquieti con Fattoria Creativa e Regusto, in collaborazione con Rai Umbria e con il sostegno della Camera di Commercio dell’Umbria, Eco Sanfra conferma il suo ruolo di appuntamento culturale di rilievo nel panorama regionale.
La rassegna ha visto la partecipazione di esperti di livello nazionale e internazionale, tra cui il neuroscienziato Stefano Mancuso, il presidente di Earth Day Italia Pierluigi Sassi, il co-fondatore di ASviS Enrico Giovannini e il research professor Antonio Ereditato dell’Università di Chicago. Di particolare successo è stato lo spettacolo dedicato ai bambini con Mario Acampa e gli incontri rivolti alle scuole locali, tutti sold out con la partecipazione di 5 istituti del territorio.
Gli organizzatori evidenziano come la varietà dei linguaggi e l’attenzione alle nuove generazioni siano la chiave del successo, anticipando già il tema per il 2026, “Madre Terra”, che approfondirà ulteriormente il rapporto con la natura e il futuro sostenibile. Giovanni Parapini, direttore di Rai Umbria, sottolinea l’importanza del festival come strumento di sensibilizzazione sul cambiamento climatico, particolarmente rilevante per le giovani generazioni chiamate ad affrontare sfide ambientali sempre più complesse.
EcoSanFra 2025 è un evento ideato e organizzato da Maurita Passaquieti e Davide Placidi insieme a Fattoria Creativa e Regusto, in collaborazione con Rai Umbria e in compartecipazione con Camera di Commercio dell’Umbria. Il festival si avvale del patrocinio di Regione Umbria, Ispra, Comune di Perugia, Auri, Unesco Wwap, Sacro Convento di Assisi, Felcos, Accademia di Belle Arti di Perugia, Fondazione per la Sostenibilità Digitale, Università degli Studi di Perugia, Università per Stranieri di Perugia, ITS Academy. Partner scientifico Sviluppumbria. Si realizza con il supporto di Banca Generali, Nwg Energia, SentNet, Grafiche Antiga, AcquaSì, Tsa, VusCom, 3A-Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria, Umbria Top Wines, Pefc, Hydra – museo multimediale delle Cascate delle Marmore, Sushi Umbro, Ad Motor Offical Car, Ordine degli ingegneri di Perugia, Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Perugia, Ordine dei commercialisti Perugia, Ordine degli architetti di Perugia e Grafox.
Ultimo giorno, oggi, domenica 28 settembre, per la 26ª edizione de “I Primi d’Italia”. Il festival nazionale dei primi piatti chiuderà con un programma ricco di appuntamenti che intrecciano gastronomia, cultura e spettacolo.
Il momento più atteso è previsto alle 19.15 sul palco di Largo Carducci, quando verranno premiati tre grandi protagonisti dello sport umbro: la campionessa di ginnastica ritmica Agnese Duranti, il fiorettista Alessio Foconi, che riceverà il premio de ‘I Primi d’Italia’ dal presidente del CONI Umbria Aurelio Forcignanò, e Luca Innocenzi, cavaliere folignate vincitore dell’ultima edizione della Giostra della Quintana che verrà premiato dal priore del Rione Cassero Fabio Serafini assieme ad Aldo Amoni e Giorgio Recchioni, storiche figure del rione della Torre Merlata. Tra i premiati anche il Dott. Armando Gradone, prefetto di Perugia.
La giornata si aprirà alle 10.00 con l’inaugurazione dei Villaggi del Gusto e dei mercati, per poi proseguire con le esperienze culinarie più attese. Tra le Food Experience all’Auditorium Santa Caterina, spiccano: alle 11.00 “Il sapore autentico della Sicilia: le busiate Altamore” a cura del Pastificio Altamore; “I Primi di Gragnano” firmati dallo chef Marco Cuccaro alle 13.00; “Mille sfumature di verde… l’olio umbro protagonista” con Assoprol alle 16.00; e “Tra i sapori dell’Umbria: tortelli di agnello e tagliatelle d’oca” con lo chef Marco Faiella per APCI alle 18.00. Un viaggio nel gusto che abbraccia tradizione, innovazione e territori diversi.
Nel pomeriggio si alterneranno a Palazzo Candiotti anche i laboratori de I Primi d’Italia Junior, dedicati ai più piccoli, e La Pasta della Nonna, che guiderà gli adulti alla riscoperta della manualità della pasta fatta in casa. Sarà anche l’ultimo giorno per vedere le meravigliose creazioni della mostra Ricette di Ricamo, che ospita le opere d’arte tessile del gruppo di cucito ‘La Gruppa’.
In serata tornerà l’esclusiva rassegna A Tavola con le Stelle, con la cena firmata dallo chef Andrea Impero (Ristorante Elementi Fine Dining, Torgiano, 1 stella Michelin), a confermare il respiro internazionale della manifestazione. Sul palco di Largo Carducci spazio invece all’intrattenimento con il Cabaret Show di Bicio alle 20.30, la rappresentazione del Bolero a cura della scuola di ballo folignate Spazio Danza alle 21.30 e il concerto live dei Giovani Tattici Nucleari alle 22.00
Demografia, economia e geografia. Sono le tre variabili fondamentali e connesse tra di loro da tenere presente per capire se una città cresce, è in stagnazione o declina. Un esercizio che si può applicare ad Orvieto e che ruota intorno alla teoria secondo cui l’isolamento geografico e la mancanza di politiche per lo sviluppo sono destinate ad aggravare nel futuro l’eclissi della città. Il primo tema è quello del costo della vita. Orvieto è una città cara, anzi carissima, ma siccome l’Istat misura il livello di inflazione solo nei capoluoghi di provincia, nessuno ha mai avuto l’esatta misura di quanto i prezzi qui siano alti se non per l’esperienza empirica che ognuno fa come consumatore quando acquista altrove. La causa è sicuramente legata alla geografia, cioè al fatto che nelle immediata vicinanza di Orvieto non c’è commercialmente niente e che le ridotte dimensioni della città non favoriscono alcun fenomeno di concorrenza commerciale, ma al contrario c’è una tendenza più o meno implicita a “fare cartello” tenendo i prezzi alti. L’inflazione di Orvieto ha anche un’altra causa che è quella indotta in maniera potente dalla dimensione turistica. La carenza di offerta commerciale è collegata anche all’esodo dei consumi che è una grande voce di impoverimento finanziario del territorio. E’ un dato difficile da calcolare, ma immaginate che numeri verrebbero fuori se solo fosse possibile sapere quanti milioni di euro dei redditi delle famiglie orvietane sono stati spesi negli ultimi dieci anni solo nei negozi dell’Ipercoop di Viterbo.
RISPARMIO PRIVATO E WELFARE PRIVATO
C’è poi la tendenza al risparmio record. Orvieto è tra le primissime città umbre per depositi bancari pro capite (quasi 27 mila euro, il doppio della media umbra che si ferma a 14 mila euro), ma quale è il significato economico e sociale di questo primato? Intanto questa ricchezza privata è la vera base di un sistema di welfare territoriale che è sempre di più un welfare familiare e sempre di meno un sistema di protezione sociale garantito dal pubblico. Il 70 % delle prestazioni sanitarie ad Orvieto vengono ormai erogate dai privati (fonte Prometeo) a prezzi elevati senza che nessuno se ne scandalizzi affatto, ma i risparmi familiari sono anche l’elemento grazie al quale viene garantita la maggior parte dei servizi di assistenza agli anziani che nel comune rappresentano ormai il 29 % della popolazione totale. Come dimostra l’analisi effettuata anni fa sui bilanci della Cassa di risparmio di Orvieto in uno degli ultimi numeri del prezioso “Bollettino economico dell’area orvietana”, l’ingente mole dei risparmi orvietani si trasforma inoltre in impieghi per l’attività creditizia che la Cro eroga nei territori in cui aziende e famiglie ricorrono ai prestiti bancari per espandere le proprie attività e investire, il che avviene soprattutto con le filiali nel Lazio. Il risparmio orvietano come propellente per lo sviluppo altrui insomma. Amaro paradosso. Un’altra gigantesca voce di impoverimento finanziario dell’area orvietana riguarda l’assistenza agli anziani. Moltiplicando il numero delle persone, soprattutto dell’est Europa, che lavorano come badanti private nei comuni dell’area sociale per lo stipendio medio che percepiscono, ne deriva una somma oscillante tra i 720 e i 760 mila euro al mese. Soldi che, detratte poche spese, si trasformano in larga parte in rimesse estere a favore delle famiglie delle badanti che vivono in patria. Anche la generalizzata fuga di giovani deve essere vista come una fonte di impoverimento della comunità considerando che portare un figlio alla laurea costa mediamente ad una famiglia 140 mila euro. Un investimento destinato produrre frutti altrove. Discorso a parte è quello della svalutazione delle azioni della Banca popolare di Bari che hanno prodotto un danno al risparmio locale stimato in oltre sessanta milioni di euro.
MERCATO IMMOBILIARE
Inflazione e costi sociali devono poi essere accostate al valore troppo elevato del mercato immobiliare locale. Se devo pagare ogni mese una rata del mutuo molto alta avrò meno soldi da spendere qui, sia come consumo che come investimento. In questo contesto, la tendenza al forte risparmio a cui corrisponde la bassissima propensione ad investire assume anche una dimensione psicologica collegata al timore del futuro per chi ha la percezione di vivere in un posto che non offre opportunità e nel quale è indispensabile disporre di tanti soldi per vivere sicuri. Il risultato sarà comunque sempre quello di far girare poco denaro mentre la mancata gestione politica dell’urbanistica e l’assenza di iniziative di housing sociale che prescindano dai modesti interventi dell’Ater contribuiscono a far scappare i residenti. Se questa descrizione della realtà corrisponde al vero, l’unica prospettiva per uscire da un corto circuito disastroso e senza orizzonte può essere solo quello di puntare con ogni energia alla crescita economica e al rafforzamento dei servizi socio sanitari pubblici. E’ necessario incrementare popolazione e attività economiche, favorendo la concorrenza per far calare i prezzi, sostenere l’edilizia pubblica e sostenere le famiglie nel modo più ampio possibile per ricreare fiducia nel futuro.
I FLUSSI DA RECUPERARE
Il rilancio di Orvieto deve essere visto anche come metodo per potenziare e ricreare i flussi finanziari che entrano nell’economia locale e che sono collegati ai servizi. Rispondeva del resto a questa logica la nascita del Centro studi ormai 25 anni, pensato in accordo con l’università di Perugia (la cui facoltà di Ingegneria vi aveva decentrato il corso di laurea in Ingegneria delle comunicazioni strettamente collegato all’Itelco) come elemento per attrarre dentro il sistema formativo umbro studenti in competizione con le università di Siena e della Tuscia. Il ruolo del Centro studi deve essere ripreso con vigore con l’obiettivo di incrementare il numero delle università che qui svolgono programmi residenziali. Oggi sono in vigore convenzioni solamente con l’università del Kansas e dell’Arizona oltre che un rapporto con il Sant Anselm College, ma il mondo è grande e gli atenei che tengono altrove e all’estero le proprie summer school sono decine e decine. Quale politica abbiamo elaborato in tutti questi anni per moltiplicare il numero delle convenzioni con le università di mezzo mondo? Nessuna. Il Centro studi deve essere poi ripensato anche come competitore nazionale. Abbiamo tutti presente il caso clamoroso di Narni di “Scienze dell’investigazione” e della sicurezza, ma Orvieto abbiamo anche uno dei primi cinque cantieri archeologici attualmente in scavo d’Italia ed un insediamento come quello di Campo della Fiera che si sviluppa in realtà su una superficie totale di oltre trenta ettari, dal Tamburino fino alla necropoli di Cannicella lungo il piano della Bagnorese. Sotto terra c’è un petrolio culturale che si presta anche a diventare una straordinaria opportunità didattica ed accademica cosi come una risorsa per un ambizioso progetto di turismo culturale. Servono idee e capacità di pensare in grande.
SANITA’ E ASSISTENZA, LA CONCORRENZA DEL LAZIO
Anche l’ospedale, terzo datore di lavoro di Orvieto, è un attrattore di flussi finanziari ed il potenziamento del suo ruolo deve essere perseguito anche in un logica economica. Lo vediamo con la funzione da sempre svolta dal punto nascite che è rimasto finora attivo per il ruolo interregionale del servizio, ma che sta pericolosamente declinando in termini numerici. La visione dell’ospedale come catalizzatore di economia e posti di lavoro deve essere concepita come punto focale, nella consapevolezza che il forte rafforzamento della medicina territoriale in atto nella vicina provincia di Viterbo potrebbe presto privarci di flussi importanti, a partire dall’importanza che sarà destinata a ricoprire presto il futuro ospedale di Acquapendente, già finanziato da Regione Lazio con trenta milioni di euro.
LE SFIDE DEL PROSSIMO DECENNIO
Fare di Orvieto uno degli habitat più accoglienti per gli investimenti privati, rilanciare la capacità dell’ente comunale di intercettare fondi pubblici attraverso una riorganizzazione profonda della burocrazia locale, trasformare il tema degli anziani da gravissima criticità a settore qualificante anche in termini occupazionali. Sono queste alcune tra le sfide fondamentali per i prossimi dieci anni. Si tratta di una visione del futuro che segna una frattura profonda con il passato, ma per essere sostenute con successo necessita di una grande energia politica, oltre alla capacità di intessere e gestire anche rapporti con tanti soggetti esterni, istituzionali, imprenditoriali, associativi, politici. Lo slogan “Tanti nemici, tanto onore” ha sempre portato male a tutti quelli che lo hanno fatto proprio.
A fuoco un deposito isolato di gomma tritata all’incendio di un’area per lo stoccaggio dei rifiuti a Nera Montoro.
L’allarme alla centrale di Terni dei vigili del fuoco è scattato poco prima delle 7 di domenica mattina. I caschi rossi sono intervenuti con due mezzi.
Data la natura del prodotto, per la completa estinzione si dovrà procedere al suo smassamento con mezzi meccanici.
Sul posto anche i carabinieri di Amelia e Narni, per verificare la natura dell’incendio.
Un laboratorio per la produzione e la vendita di yogurt senza lattosio, prodotti senza lattosio e senza glutine, e, insieme, un progetto che vuole offrire un’opportunità di lavoro e di crescita, di autonomia e inclusione sociale a persone con disturbi dello spettro autistico, altre neurodivergenze e fragilità.
È stato inaugurato a Perugia, in via della Pescara 44, il laboratorio ‘Il Gusto che Unisce’, nato da un progetto lavorativo della cooperativa sociale La Brigata indipendente e supportato da diversi soggetti, il Gruppo Grifo agroalimentare con il brand Grifo Latte, Enel Cuore, la Onlus del Gruppo Enel, Fondazione Perugia, Confcooperative Umbria e Fondosviluppo.
Al taglio del nastro, insieme ai soci della cooperativa guidata dalla presidente Valentina Cimbali e dalla vicepresidente Valentina Iacucci Ostini, hanno partecipato Costanza Spera, assessora alle politiche sociali del Comune di Perugia; Sarah Bistocchi e Bianca Maria Tagliaferri, presidente e vicepresidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria; Massimo Rolla, garante regionale dei diritti delle persone con disabilità; e Francesca Pasquino, consigliera della Provincia di Perugia. Presenti inoltre Carlo Catanossi, presidente del Gruppo Grifo Agroalimentare, Andrea Valcalda, consigliere delegato Enel Cuore, Franco Moriconi, vicepresidente della Fondazione Perugia, Carlo Di Somma, presidente di Confcooperative Umbria.
“L’apertura di questo laboratorio e punto vendita – hanno spiegato la presidente Cimbali e la vicepresidente Iacucci Orsini – fa parte del progetto ‘L’Impresa della Brigata Indipendente’ con il quale nel 2023 abbiamo partecipato al concorso ‘InvestiAmosociale’ di Fondazione Perugia, conquistando il primo posto in graduatoria come migliore startup. Nel corso del 2024, la nostra cooperativa si è dedicata alla ristrutturazione di questo locale in via della Pescara, in un quartiere a due passi dal centro città, facilmente accessibile ai nostri ragazzi, anche grazie alla vicina rete di trasporti pubblici. A novembre 2024 è arrivato il contributo di Enel Cuore con il quale abbiamo potuto procedere con la seconda fase del progetto cioè creare il laboratorio dei prodotti senza glutine”.
‘Il Gusto che Unisce’ nasce in un locale di 270 metri quadrati e ospita un laboratorio di produzione di yogurt artigianale senza lattosio, buono per tutti, Briyò, in collaborazione con il Gruppo Grifo Agroalimentare; una cucina in cui lo chef Luca Fabbri affianca nella produzione di prodotti senza glutine e senza lattosio; il punto vendita in cui saranno commercializzati, oltre le produzioni proprie, prodotti freschi in co-branding con il Gruppo Grifo Agroalimentare e prodotti di altre cooperative sociali del territorio. Uno spazio che sarà anche luogo d’incontro e di attività sociali e ricreative. Il laboratorio in questa fase vede impiegati 2 ragazzi con disabilità, Federica di 26 anni, Matteo di 24 anni, e due persone adulte con disabilità, che rientreranno così nel mondo del lavoro, affiancati da Valentina Iacucci Ostini, che si occupa della parte amministrativa e Valentina Cimbali, responsabile dei laboratori alimentari.
“Sono molto contento di essere qui – ha dichiarato il presidente Catanossi – e ancor più del raggiungimento di questo traguardo. Ci abbiamo creduto fin dall’inizio mettendo a disposizione competenze, strutture, attrezzature da laboratorio, prodotti per integrare le loro produzioni. Cercheremo di collocare i loro prodotti per quello che ci sarà possibile ma soprattutto vogliamo essere partner di questi ragazzi, che sono degli eroi, e delle loro famiglie”.
“Penso che la mission della Fondazione Perugia – ha commentato Moriconi – sia assistere questi progetti. Questo in particolare è un progetto unico a cui auguro grande successo, come Fondazione saremo vicini e continueremo ad accompagnarli nel loro iter”. Enel Cuore ha sostenuto il progetto con un contributo finalizzato all’acquisto delle attrezzature per le attività di produzione e confezionamento degli yogurt e dei prodotti senza glutine.
“L’‘Impresa della Brigata Indipendente’ è molto più di un laboratorio di produzione: è una possibilità di cambiamento, una porta aperta verso il futuro per chi spesso le trova chiuse – ha detto Andrea Valcalda, consigliere delegato di Enel Cuore –. Lo sviluppo personale dei ragazzi e la loro integrazione sociale rispondono alla missione che Enel Cuore porta avanti da più di 20 anni, a sostegno delle iniziative promosse dalle realtà del terzo settore impegnate quotidianamente sul territorio per migliorare la qualità della vita delle persone più fragili. Dare un’opportunità, insieme, è il risultato più bello per rendere una comunità più coesa e solidale e quindi più accogliente”.
“Questa mattina – ha sottolineato l’assessora Spera – c’è grande emozione e felicità perché quello che parte ufficialmente oggi. È un percorso che viene da lontano con un’enorme collaborazione tra Terzo settore, associazionismo, imprese ed enti pubblici. Siamo felici di aver dato il nostro contributo pubblico a valere sul fondo autismo perché siamo fortemente convinti di dover sostenere le realtà che favoriscono la socializzazione e in questo caso anche l’occupazione che ha un valore incredibile per ragazzi che hanno forme di disabilità”. “Questa realtà – ha aggiunto la consigliera Pasquino – si inserisce perfettamente in un quartiere che ha deciso di includere. Da qui le fragilità diventano un elemento di forza per la costruzione del futuro”.
“Grazie alla cooperativa La Brigata Indipendente – ha concluso la presidente Bistocchi –, ai ragazzi e alle ragazze che hanno lavorato per l’inaugurazione di oggi e per il lavoro che fanno tutti i giorni per l’inclusione sociale propria e altrui. La disabilità non si sceglie però si può scegliere come viverla e si possono scegliere i luoghi. Abbiamo bisogno di luoghi non disabilitanti e questo laboratorio è uno di quelli, un luogo in cui viene annullata la disabilità. L’inclusione viene fatta anche attraverso il cibo, perché è un elemento che unisce. L’inclusione sociale per le istituzione locali è importante saremo al fianco di queste ragazze e di questi ragazzi”.
Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, accompagnato dal sottosegretario di Stato all’Interno Emanuele Prisco, ospite a Foligno della seconda giornata de “I Primi d’Italia”.
Ad accoglierlo, il presidente di Epta Confcommercio Umbria Aldo Amoni e le autorità locali guidate dal sindaco di Foligno Stefano Zuccarini, che lo ha accolto presso le sale del Comune. Il Ministro ha poi visitato alcuni Villaggi del Gusto, incontrando gestori e artigiani, mostrando particolare interesse per gli spazi dedicati alle eccellenze agroalimentari umbre. Successivamente, alla presenza della presidente della Regione Umbria Stefania Proietti, ha raggiunto il Palazzo del GAL Valle Umbra e Sibillini presso l’ex Teatro Piermarini, soffermandosi sulle attività di promozione territoriale e sul valore che il festival porta in termini di identità culturale e visibilità internazionale.
“L’Italia è una straordinaria nazione che ha nella sua cucina un biglietto da visita prezioso – ha dichiarato il ministro Lollobrigida – i nostri piatti rappresentano le produzioni degli agricoltori e il legame forte del nostro cibo con il territorio e la cultura che questo rappresenta. Iniziative come questa creano il luogo nel quale piccole e grandi produzioni si incontrano, si valorizzano e diventano valore economico, permettendo di mantenere inalterata la qualità, che è l’elemento cardine del nostro modello produttivo“.
Visibilmente emozionato, il presidente di Epta Aldo Amoni ha sottolineato l’importanza di questa presenza: “Ringrazio il ministro Lollobrigida per aver dimostrato, con la sua visita e con le sue parole, una vicinanza concreta a questo festival.È un segnale che ci onora e che ci spinge a fare ancora meglio. Auspico che I Primi d’Italia – ha continuato Amoni – possano contribuire a dare ulteriore forza alla candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’UNESCO. Ringrazio per questa iniziativa il Sottosegretario all’InternoEmanuele Prisco, che non solo ci ha permesso di presentare il Festival a Roma lo scorso 5 settembre ma ha reso possibile anche la giornata di oggi“.
Dopo una giornata intensa tra convegni e laboratori, il festival guarda ora agli appuntamenti di sabato 27 settembre, che promettono di richiamare migliaia di visitatori. Tra i più attesi, la Food Experience “Vegano che passione!” firmata da VeganOk Academy assieme dallo chef Boris Scafati (ore 11.00, Auditorium Santa Caterina) e, nel pomeriggio, “Se senti il mare…” con lo chef Fabrizio Rivaroli e i suoi maltagliati al grano arso (ore 16.00). Sempre a Palazzo Candiotti proseguiranno i laboratori de I Primi d’Italia Junior, con protagonisti gli strangozzi rossi e la pasta colorata dedicata ai bambini.
Alle 21.00 l’Auditorium Santa Caterina ospiterà il secondo appuntamento della rassegna A tavola con le stelle, con lo chef Domenico Stile, due stelle Michelin dell’Enoteca La Torre di Roma, mentre Largo Carducci sarà il palcoscenico di uno degli spettacoli più attesi: alle 22.00 salirà sul palco Carmen Russo, protagonista di una serata di musica, danza e intrattenimento.
Inaugurato il nuovo stabilimento produttivo di Welcare Industries, azienda parte del Gruppo Labomar e realtà leader nella produzione e distribuzione di dispositivi medici, biocidi e soluzioni personalizzate per il paziente e per il caregiver.
Il piano
L’intervento, avviato ad agosto 2023 e concluso in due anni, ha richiesto un investimento complessivo di 4,5 milioni di euro e rientra in un più ampio piano industriale quinquennale (2024–2028), volto a sostenere la crescita dell’azienda.
Il piano mira a consolidare il posizionamento di Welcare quale eccellenza nel settore dei dispositivi medici per il trattamento di patologie cutanee complesse e di diversa eziologia e per la prevenzione e la gestione delle infezioni correlate all’assistenza. La società ha chiuso il 2024 in crescita, una performance frutto dell’ampliamento produttivo, dell’innovazione tecnologica, dell’effi cienza energetica e della sostenibilità e ha l’obiettivo di incrementare la quota di mercato.
Il nuovo stabilimento rappresenta un’espansione della sede già esistente di Welcare e si inserisce in un percorso di crescita costante che aveva già visto, nel 2015 e nel 2017, significativi ampliamenti delle aree produttive, logistiche e della Ricerca & Sviluppo. L’operazione rientra in un più ampio progetto di investimento del Gruppo, volto ad accelerare il percorso di crescita, rispondere alle esigenze di un mercato globale in continua evoluzione, migliorare l’efficienza operativa e garantire standard qualitativi sempre più elevati.
Lazzarotto: tappa strategica nel percorso di crescita
Spiega Fulvia Lazzarotto, CEO di Welcare Industries: “La realizzazione del nuovo stabilimento produttivo rappresenta una tappa strategica nel percorso di crescita di Welcare e un investimento mirato a rafforzare la nostra capacità industriale e la competitività sui mercati internazionali. Sin dall’inizio ci siamo distinti per curiosità, spirito internazionale e una forte vocazione all’innovazione tecnologica, elementi che ci hanno permesso di sviluppare soluzioni ad alto valore aggiunto per la salute e il benessere della collettività. La realtà che abbiamo costruito è il risultato di un confronto costante e costruttivo con una rete eterogenea di interlocutori: dalle istituzioni locali e regionali, ai rappresentanti del sistema sanitario, ai nostri partner distributivi, fi no ai professionisti e ai talenti che, con competenza e visione, hanno contribuito a consolidare la nostra presenza nel panorama internazionale. Guardando al futuro, vogliamo capitalizzare i risultati raggiunti per accelerare lo sviluppo industriale del Gruppo, ampliare la nostra presenza nei mercati globali e rafforzare la posizione di Welcare come player di riferimento per innovazione, affidabilità e crescita sostenibile, generando valore tangibile e duraturo per tutti i nostri stakeholder”.
Bertin: rafforzare ulteriormente l’ecosistema industriale del nostro Gruppo
“Con questo nuovo stabilimento produttivo andiamo a rafforzare ulteriormente l’ecosistema industriale del nostro Gruppo, dando concretezza ad una visione chiara di lungo periodo. È, inoltre, la dimostrazione che innovazione, sostenibilità e integrazione tra le realtà possono generare valore condiviso, incidendo positivamente sul mercato, sull’ambiente e sulle comunità in cui operiamo,” afferma Walter Bertin, fondatore e CEO di Labomar. “Il percorso che ha svolto Welcare, sotto la sapiente guida di Fulvia Lazzarotto, è significativo e costituisce un esempio concreto di come visione strategica e investimenti mirati possano tradursi in sviluppo e valore condiviso”.
L’intervento
Il recente intervento si traduce in una superficie produttiva complessiva di 600 mq, che ospita due camere bianche certificate secondo gli standard ISO, destinate alla produzione di dispositivi medici e presidi medico-chirurgici in ambienti a contaminazione controllata. Sono stati inoltre potenziati gli spazi dedicati al confezionamento, che oggi raggiungono 500m mq, e un immobile adiacente di 800 mq è stato riconvertito in area logistica. Anche gli uffici, per un totale di 650 mq, sono stati oggetto di un importante intervento di riqualificazione architettonica e funzionale.
Dal punto di vista tecnologico, lo stabilimento ha integrato nuove linee automatizzate per la produzione di panni e guanti preimbibiti, e una seconda autoclave per la sterilizzazione a vapore, che consente di raddoppiare la capacità di trattamento termico e di assicurare maggiore flessibilità produttiva. Nel complesso, l’attivazione del sito porterà a un incremento stimato della capacità produttiva di oltre il 50%, grazie alla maggiore automazione, all’ottimizzazione dei flussi interni e all’aumento della superficie operativa, in risposta alla crescente domanda nazionale e internazionale.
I lavori di ampliamento del sito produttivo hanno portato anche all’adozione di soluzioni di efficienza energetica: il nuovo impianto fotovoltaico garantirà una copertura media del 60% del fabbisogno energetico nei mesi primaverili ed estivi, mentre il sistema di recupero e riutilizzo – per usi tecnici interni – delle acque reflue contribuirà a ridurre l’impatto ambientale. Tutte azioni coerenti con l’identità di Welcare come Società Benefi t e B Corp™ certificata, impegnata nell’integrazione dei criteri ESG e nel monitoraggio delle proprie performance ambientali, anche tramite rating Ecovadis.
L’impatto occupazionale
L’investimento avrà un impatto significativo anche sul fronte occupazionale: l’attuale organico di 47 risorse, suddivise tra produzione e uffici, è destinato ad aumentare di circa il 20% nel medio periodo. Il piano di assunzioni, già avviato, si articolerà nei prossimi 24 mesi, con l’apertura di nuove posizioni in ambito produttivo, tecnico e nel middle e senior management, a conferma dell’impegno di Welcare a sostenere la crescita industriale e occupazionale nel territorio umbro.
L’edizione 2026 del WTE – World Tourism Event si terrà ad Assisi, il 24 e 25 settembre, in occasione delle celebrazioni degli 800 anni della morte di San Francesco.
L’annuncio è stato dato in occasione della cerimonia inaugurale dell’evento, che si chiude oggi a Roma (26 settembre 2025), dalla presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, in collegamento, insieme all’assessore al turismo della Regione, Simona Meloni, presente a Roma e a Marco Citerbo, organizzatore del WTE.
“Il WTE in questi 15 anni ha svolto in pieno un ruolo fondamentale per valorizzare i siti del patrimonio Unesco e quindi attrarre turisti da tutto il mondo. Il fatto che il WTE tornerà l’anno prossimo ad Assisi, nella città dove è nato in occasione dell’ottavo centenario francescano, riempie tutti di orgoglio – spiega la presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti. Come presidente della Regione non posso che esprimere grande soddisfazione perché sarà l’occasione per mettere al centro l’Umbria con la sua straordinaria bellezza fatta di storia, arte, cultura, paesaggi e, considerato il ritorno a casa di un appuntamento così prestigioso come il WTE, anche di valori francescani universali come la pace e la fraternità. Inoltre la Regione continuerà a sostenere la mission del WTE che ormai custodisce e diffonde il marchio Unesco nell’esaltazione e sviluppo di un turismo sostenibile e consapevole”.
Per l’edizione 2026, dunque, il World Tourism Event torna nella città dove è nato nel 2010 e dove si sono svolte le prime quattro edizioni, prima che l’unico evento dedicato alla valorizzazione turistica dei siti patrimonio mondiale UNESCO diventasse itinerante nelle principali città italiane, da Padova a Siena, da Torino a Verona, Genova e Roma.
Ad ospitarlo, nel cuore della città serafica, sarà lo storico Palazzo del Monte Frumentario, uno dei primi ospedali d’Italia, risalente al 1267, oggi adibito a esposizioni ed eventi.
Il World Tourism Event 2026 sarà un’importante vetrina per tutta la regione, a partire dai suoi beni UNESCO. In occasione dell’evento, infatti, buyers internazionali e giornalisti di settore avranno l’opportunità di scoprire le tante ricchezze del territorio regionale, per poi farsene ambasciatori. All’interno di palazzo del Monte Frumentario sarà allestita l’area espositiva a ingresso gratuito in cui il pubblico potrà conoscere i diversi beni materiali e immateriali patrimonio dell’umanità e le offerte turistiche disponibili.
Non mancheranno i momenti di approfondimento sui temi di attualità legati al turismo nei siti UNESCO, con la presenza di rappresentanti istituzioni, operatori ed esperti, per i quali il WTE, ha rappresentato, da sempre, un’importante occasione di confronto e scambio di buone pratiche.
“Portare il World Tourism Event 2026 ad Assisi, negli 800 anni dalla morte di San Francesco, rappresenta un’opportunità storica per l’Umbria. In quei giorni la nostra regione diventerà il cuore del dialogo internazionale sul turismo culturale e sostenibile, offrendo al mondo un messaggio di pace, spiritualità e qualità della vita che affonda le radici nella nostra identità – afferma l’assessore regionale al Turismo, Simona Meloni. Il turismo, se guidato da una visione di lungo periodo, non è solo motore economico, ma anche strumento di coesione sociale e di rigenerazione territoriale. Assisi e l’Umbria sapranno essere all’altezza di questa sfida, trasformando il WTE in un laboratorio di futuro per le comunità locali e per l’intero settore”.
Istituzioni e operatori, sempre più spesso, si trovano a dover rispondere alla sfida di indirizzare il turismo verso un approccio responsabile e sostenibile per garantire la tutela di beni di particolare valore culturale e naturale, come sono quelli Patrimonio mondiale; dall’altro lato, è sempre più necessario attuare strategie di lungo periodo per la pianificazione e gestione dei flussi, in grado di equilibrare il turismo stesso, la salvaguardia del bene e la sussistenza delle comunità locali. In tale contesto, il “brand” UNESCO ha assunto, negli ultimi anni, un ruolo crescente nell’attrattività di una destinazione turistica, conferendole un significativo vantaggio competitivo, che si traduce spesso in un incremento delle presenze già dopo qualche anno dal riconoscimento. Da anni, l’iscrizione nella WHL UNESCO ha un’influenza crescente sulla motivazione di viaggio di turisti sempre più consapevoli e sempre più alla ricerca di esperienze.
E’ stato arrestato dai carabinieri e portato nel carcere di Spoleto l’ucraino Dmytro Shuryn, detto Dimitri, accusato di aver ucciso e fatto a pezzi, nascondendo parti del cadavere non ancora trovate, il 21enne del Bangladesh Bala Sagor, per tutti Obi.
La svolta nelle indagini dalla immagini delle telecamere di sorveglianza del rione Casette, dove è stato trovato il sacco contenenti parti del corpo del 21enne.
Il 33enne ucraino aveva conosciuto Obi in un ristorante del centro di Spoleto dove entrambi hanno lavorato.
Importanti per le indagini anche le testimonianze di persone che conoscevano entrambi, i quali hanno raccontato ai carabinieri che la mattina della scomparsa Obi aveva un appuntamento con l’amico ucraino. L’ipotesi è che, per motivi ancora ignoti, l’ucraino abbia aggredito il 21enne, per poi farlo a pezzi al fine di potersi liberare del corpo senza dare nell’occhio.
In particolare nella cantina dello stabile dove Dimitri risiede sarebbe avvenuto il delitto o almeno il macabro smembramento del corpo del 21enne del Bangladesh che risiedeva in una comunità.
L’ipotesi di reato nei confronti del 33enne ucraino è omicidio, distruzione e occultamento di cadavere.
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