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Incentivi all’occupazione domande dal 25 agosto: chi può presentarla

Cinque milioni di euro per migliorare l’accesso all’occupazione. A partire dal 25 agosto e fino al 31 dicembre le imprese potranno presentare domanda sulla base della delibera approvata dalla Giunta regionale dell’Umbria su proposta dell’assessore allo sviluppo economico Francesco De Rebotti.

“Con questa misura – ha dichiarato l’assessore Francesco De Rebotti – mettiamo a disposizione strumenti concreti per rafforzare l’occupazione stabile in Umbria, dando priorità a coloro che si trovano in condizione di svantaggio rispetto all’interazione con il mercato del lavoro. Il provvedimento assunto va sicuramente nel senso del sostegno alle imprese, ed è pensato per garantire maggiore equità ed opportunità di inserimento attraverso politiche attive efficaci e integrate. Il tutto interagendo con i territori e con i soggetti che operano quotidianamente per l’inclusione e la crescita sociale ed economica della nostra regione, dimensione, questa della concertazione, per noi imprescindibile”.

L’obiettivo dell’intervento è sostenere la creazione di nuova occupazione stabile attraverso l’incentivazione dell’assunzione da parte delle imprese umbre, in particolare per lavoratori e lavoratrici disoccupati, inoccupati, in condizione di fragilità o esclusione dal mercato del lavoro. La misura rientra nell’azione “Accesso all’occupazione per le persone in cerca di lavoro e inattivi”, che vede cofinanziamenti sia dal Fondo sociale europeo plus (FSE+) sia dal Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC).

Chi può fare domanda

Complessivamente le risorse destinate all’avviso pubblico ammontano a 5 milioni di euro, di cui 1 milione a valere sul PR Umbria FSE+ 2021–2027. Gli incentivi saranno concessi alle imprese che, tra il 1° agosto 2025 e il 31 dicembre 2025, effettueranno assunzioni a tempo indeterminato o che tra il 1° agosto e il 30 settembre effettueranno stabilizzazioni di rapporti di lavoro a termine, con particolare attenzione ai soggetti iscritti al programma GOL, alle persone con disabilità iscritte alle liste della legge 68/1999 e ai giovani laureati con meno di 35 anni.

Lavoratori disabili

Grande attenzione è stata dedicata alla piena partecipazione delle persone con disabilità: il 15% delle risorse FSE+ è infatti destinato a incentivi per le imprese che assumano lavoratori iscritti alle liste della legge 68/1999, così come il 15% delle risorse destinate alla stabilizzazione è riservato all’inserimento lavorativo a tempo indeterminato delle persone con disabilità. In particolare, per ogni assunzione a tempo indeterminato o la stabilizzazione di un soggetto appartenente a questa categoria, è previsto un contributo fino a 15.000 euro per ciascun lavoratore assunto oltre la quota di obbligo. Lo stesso ammontare è previsto per l’assunzione o la stabilizzazione a tempo indeterminato di giovani laureati per attività per il cui svolgimento è necessario il possesso di una laurea. “Una attenzione necessaria per dare un futuro stabile e trattenere i giovani laureati nella nostra regione” ha aggiunto l’assessore De Rebotti.

Occupazione, export, investimenti, credito: l’economia umbra nel Report Confartigianato

Consegna un quadro dell’economia umbra con luci e ombre il 34° Report Confartigianato su trend economia, congiuntura e MPI, con un focus sull’Umbria.

Il Report, predisposto da Ufficio Studi in collaborazione con Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia,
Osservatorio MPI Confartigianato Emilia-Romagna e Ufficio Studi Confartigianato Vicenza, è disponibile sul sito ufficiale dell’associazione, fornisce una lettura approfondita e accessibile dei principali indicatori economici nazionali e locali, con particolare attenzione alle micro e piccole imprese dell’Umbria, al link

 https://www.confartigianatoterni.it/luci-e-ombre-alle-porte-dellestate-202534-report-su-trend-economia-congiuntura-e-mpifocus-umbria/

L’occupazione

Gli ultimi dati disponibili sull’occupazione indicano che al I trimestre 2025 il tasso di occupazione in
Umbria si attesta al 68,1% superando di 5,6 punti percentuali quello medio nazionale, pari al 62,5%.
In un anno il tasso cresce di 1,1 punti, lievemente meglio rispetto al +0,9% del tasso nazionale ed in
accelerazione rispetto alla dinamica registrata nell’anno 2024.
Nel trimestre in esame gli occupati aumentano in Umbria del 2,5% superando di 0,7 punti il +1,8%
degli occupati in Italia. A sostenere la crescita è soprattutto la componente femminile che segna un
+4,6%, spinta doppia rispetto al +2,1% rilevato a livello nazionale, mentre la componente maschile
si ferma a +0,8% mostrandosi inoltre meno dinamica rispetto al +1,7% dell’occupazione maschile
nazionale. Per quanto riguarda la posizione lavorativa, fa da traino il 4,6% degli indipendenti, in
controtendenza rispetto al calo nazionale dello 0,4%, ed i dipendenti si fermano a +1,8% andando
peggio rispetto alla media nazionale di +2,4%.
La domanda di lavoro prevista dalle imprese private con dipendenti di industria e servizi per il
trimestre estivo di giugno-agosto 2025 risulta in salita in Umbria del 4,8% rispetto allo stesso
periodo del 2024 (+16.220 entrate di lavoratori) trainato dal +8,1% delle Micro e piccole imprese
fino a 49 dipendenti (meglio del +7,2% delle MPI in Italia): le MPI nel trimestre in esame
rappresentano il 69,5% delle entrate previste in regione superando il 64,5% rilevato in Italia. Nel
mese di giugno 2025 si rileva però una forte criticità sul fronte della difficoltà di reperimento che
interessa in Umbria il 55,8% delle entrate previste: si tratta del valore più alto tra le regioni che supera
di ben 10,4 punti percentuali la media nazionale di 45,4%. In un anno la difficoltà di reperimento in
regione è stabile (-0,1 punti percentuali) mentre migliora in Italia (-2,2 punti percentuali).

L’export

Le turbolenze che caratterizzano l’attuale periodo, tra conflitti e guerre dei dazi, si stanno riverberando anche sulle esportazioni del made in Italy nel suo complesso.

I dati al I trimestre 2025 mostrano però che le esportazioni di prodotti manifatturieri dell’Umbria cresce del 5,9% superando di 2,9 punti il +3,0% del totale made in Italy: si tratta del quinto maggior aumento tra le regioni. La crescita umbra è trainata dalle esportazioni dei settori di MPI – alimentari, legno, mobili, moda, prodotti in metallo e altre manifatture, soprattutto gioielleria ed occhialeria – che segnano un +9,2% in controtendenza rispetto al -1,3% rilevato a livello nazionale: si tratta del quinto maggior aumento tra le regioni e del secondo tra quelle principali regioni (quota di oltre l’1% dell’export nazionale dei settori).

Approfondendo l’analisi a livello di mercati, crescono le vendite di prodotti delle imprese umbre sui mercati critici di Germania e USA. Nel dettaglio, le esportazioni in Germania aumentano del 14,0%
(2° aumento tra principali regioni e 5° tra tutte le regioni), a fronte di una media Italia di +5,3%, e
quelle negli USA toccano il +21,4% (5° aumento tra principali regioni e 5° tra tutte le regioni) quasi doppiando il +11,6% dell’Italia, dato che risente dell’anticipazione di acquisti da parte delle aziende
statunitensi precedenti all’applicazione dei dazi.

Gli investimenti

Nel 2024 in Umbria il 25,4% delle imprese private con dipendenti di industria e servizi ha fatto
investimenti in prodotti e tecnologie a maggior risparmio energetico e/o minor impatto
ambientale, quota leggermente più alta della media del 24,7% e superiore rispetto a quella osservata
l’anno precedente. Per valorizzare gli investimenti in questo campo, il 28,2% delle imprese umbre
che ha effettuato formazione ha scelto di trattare temi dell’ambito della transizione green e della
sostenibilità ambientale (vs 30,6% Italia).
Si attesta a 62,4% la quota di imprese umbre che ha fatto investimenti in almeno un ambito digitale,
cioè adozione delle tecnologie digitali, integrazione delle stesse nell’ambito del proprio modello
organizzativo e sviluppo di nuove soluzioni di business basate sul digitale (vs 66,8% Italia).
Importante anche in questo caso la formazione: il 31,3% delle imprese umbre che ha investito in
digitale ha fatto formazione per il personale già presente in impresa per adeguare le competenze a
nuovi tecnologie e/o modelli organizzativi e di business (vs 32,2% Italia). Entrambe le transizioni per
essere supportate necessitano di competenze che attualmente, complice anche le problematiche
demografiche, le imprese faticano a trovare: le entrate per cui è necessaria l’attitudine al risparmio
energetico sono difficili da reperire nel 57,0% dei casi (il 4° valore più alto tra le regioni), quota
superiore rispetto alla media nazionale di 49,5%, ed è difficile da trovare il 63,6% delle entrate per
cui sono richieste elevate competenze digitali avanzate, cioè applicare tecnologie digitali per innovare
e automatizzare i processi, quota (3° più alta tra le regioni) che anche in questo caso risulta superiore
rispetto alla media nazionale di 53,5%.

Il credito

Le recenti dinamiche poco vivaci degli investimenti a livello nazionale hanno risentito delle
incertezze correlate alla difficile situazione geopolitica e del mercato del credito poco favorevole a
seguito della crescita del costo del credito innescata dalla stretta monetaria attuata nell’Eurozona per
contrastare l’alta inflazione. La situazione è ora in miglioramento e l’allentamento della stretta
monetaria sta iniziando a farsi sentire positivamente sia livello e costo dello stock di credito concesso
alle imprese, ma la situazione resta critica. I prestiti alle imprese a marzo 2025 restano, infatti, in calo
del 3,5% in Umbria, una flessione più che doppia rispetto alla media di -1,5% nazionale e soffrono
maggiormente le piccole imprese che segnano un calo del 6,3%, in lieve miglioramento rispetto al –
6,8% del IV trimestre 2024, ma più marcato rispetto al -5,8% rilevato per le piccole imprese in Italia
a marzo 2025 (era -6,8% nel trimestre precedente). Per quanto riguarda il costo del credito, a marzo
2025 le imprese in Umbria pagano un tasso effettivo di 5,9% di poco superiore alla media nazionale
di 5,7%, ma per le piccole imprese il tasso sale al 9,8% con un divario di ben 420 punti base rispetto
al 5,6% pagato dalle restanti imprese in regione.

Le ragioni della stretta sul credito alle imprese umbre

Crolla il credito bancario alle imprese umbre. Secondo i dati della Banca d’Italia al 31 marzo 2025, i prestiti a società non finanziarie e famiglie produttrici nella regione sono scesi del 3,5% su base annua, e addirittura del 5,4% se si confronta il primo trimestre 2024 con il primo trimestre 2025.

Una contrazione pesante – evidenzia nella sua analisi la Camera di Commercio dell’Umbria – sesto peggior dato d’Italia, ben superiore alla media nazionale (-1%). Se si considera l’inflazione (+1,7% tra marzo 2024 e marzo 2025), la riduzione in termini reali tocca il -5,1% su base annua e oltre il -7% se si fa il confronto tendenziale tra il primo trimestre 2024 e quello 2025.

In termini assoluti, ammonta a 400 milioni di euro in meno il saldo della stretta delle banche sulle imprese. Il volume complessivo di prestiti in Umbria, al lordo dell’inflazione, è passato da 7,92 miliardi di euro a 7,5 miliardi, in appena dodici mesi.

Piccole imprese sotto assedio
A soffrire maggiormente sono le piccole imprese, che rappresentano la spina dorsale del tessuto produttivo regionale. La banca dati statistica di Bankitalia rileva un crollo del 7,8% dei prestiti alle aziende minori nel confronto tra primo trimestre 2024 e primo trimestre 2025. Il credito è sceso da 1,84 a 1,7 miliardi di euro in valori nominali, contro una flessione nazionale del 5,5%. Le imprese medio-grandi hanno registrato un calo ben più contenuto: -0,9% su base annua.
La stretta sul credito non è uguale per tutti. La struttura produttiva umbra – caratterizzata da una maggiore incidenza di micro e piccole imprese rispetto alla media italiana – è colpita con più durezza. Gli istituti di credito, alle prese con il ritorno dell’incertezza macroeconomica e con la fine del ciclo dei super-profitti da tassi elevati, restringono le maglie per i soggetti considerati più rischiosi.

Le costruzioni crollano: -12% in termini reali
A livello settoriale, le costruzioni subiscono la frenata più brusca: tra il primo trimestre 2024 e lo stesso periodo del 2025, i prestiti sono passati da 707 a 632 milioni di euro, pari a un calo del -10,6% nominale e -12,3% reale. L’industria registra un -5,5% (da 3,73 a 3,52 miliardi), mentre i servizi calano del 4,1%.

Rispetto alla media italiana
Il confronto con l’Italia è impietoso:
• Credito complessivo alle imprese: -5,4% in Umbria vs -1% in Italia
• Industria: -5,5% Umbria vs -1,5% Italia
• Servizi: -4,1% Umbria vs -1,4% Italia
• Costruzioni: -10,5% Umbria vs -7,5% Italia
• Piccole imprese: -7,8% Umbria vs -5,5% Italia

Tutti gli indicatori posizionano l’Umbria sotto la media nazionale. Peggio, in termini nominali, fanno solo cinque regioni: Molise, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Basilicata.

Perché l’Umbria è più penalizzata?
Il Pil umbro nel periodo considerato è cresciuto dello 0,7%, in linea con la media italiana. Perché allora la frenata del credito è più accentuata? Tre le possibili spiegazioni suggerite dalla Camera di commercio dell’Umbria.

La prima riguarda la maggiore liquidità accumulata dalle medie e grandi imprese umbre durante gli anni del denaro facile (2020-2021), grazie alle politiche ultra-espansive della BCE. Oggi quelle aziende, già ben patrimonializzate, non hanno bisogno di nuovo credito, soprattutto con tassi elevati.

C’è poi la contrazione della manifattura regionale, che nel 2023 ha ridotto del 9% gli investimenti programmati. Con meno progetti, cala la richiesta di finanziamento. Una dinamica che riguarda anche altre aree del Paese, ma che in Umbria ha inciso di più, per la specializzazione produttiva e il debole andamento industriale.

Infine, la struttura produttiva sbilanciata sulle micro e piccole imprese, spesso con merito di credito basso. Le banche, che si preparano a un aumento delle sofferenze e hanno prospettive di profitti inferiori a causa della riduzione dei tassi di interesse, evitano esposizioni rischiose. In Umbria questo significa colpire il cuore dell’economia reale.

L’analisi del presidente Mencaroni
Questa l’analisi di Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria: “Per invertire la rotta non basta denunciare la stretta: serve un’azione decisa, mirata e multilivello. La nostra regione non può permettersi di lasciare senza ossigeno le sue imprese più fragili, proprio mentre si gioca la partita cruciale del rilancio economico e della doppia transizione, digitale ed ecologica. Le banche, la Cassa depositi e prestiti, le istituzioni e i territori devono fare la loro parte, ora”.

Tre le direttrici d’intervento indicate da Mencaroni: “Rafforzare i sistemi di garanzia pubblica, a partire dal Fondo centrale per le PMI, estendendo e semplificando le procedure per l’accesso al credito, soprattutto per le microimprese, le startup, le imprese femminili e giovanili. Rilanciare il ruolo della Cassa depositi e prestiti in Umbria non solo come finanziatore aggiunge – ma come partner strategico delle imprese e degli enti locali, attraverso strumenti innovativi come minibond, co-investimenti e piattaforme territoriali dedicate. Costruire nuove reti territoriali – indica ancora Mencaroni – che coinvolgano banche locali, consorzi fidi, Comuni, associazioni di categoria e Università, per rendere il credito più vicino ai bisogni reali delle imprese umbre, anche attraverso l’uso intelligente dei dati per valutare meglio il merito creditizio delle realtà più piccole”.

“Non si tratta di tornare a erogazioni facili o indiscriminate, ma di strutturare un ecosistema del credito più giusto, più reattivo e più inclusivo. Con meno burocrazia e più fiducia. Meno rigidità e più prossimità. Perché senza credito anche la migliore idea resta chiusa in un cassetto. E oggi, in Umbria – conclude il presidente della Camera di commercio – quel cassetto rischia di restare sbarrato a troppi”.

Così l’Enterprise Europe Network (Een) ha aiutato quasi mille imprenditori umbri

Sono oltre 900 i beneficiari, in grande parte aziende, che dal 2022 ad oggi hanno avuto in Umbria assistenza di base e informazioni dall’Enterprise Europe Network (Een). Mentre oltre 160 aziende hanno usufruito dei suoi servizi avanzati, a seguito di need assessment approfonditi e action plan dettagliati e condivisi, raggiungendo risultati concreti e di impatto in termini di accesso al credito, espansione nei mercati internazionali, rafforzamento delle competenze in materia di innovazione, internazionalizzazione, sostenibilità, digitalizzazione e resilienza.

È il bilancio a livello regionale dell’attività della rete europea che si occupa di sostenere l’internazionalizzazione e l’innovazione delle piccole e medie imprese. Rete di cui l’agenzia Sviluppumbria è partner e coordinatrice del consorzio che la rappresenta in Umbria, Marche e Toscana.

I dati, di cui hanno portato testimonianza tante imprese umbre, sono stati presentati a Perugia, nella giornata conclusiva del meeting nazionale dell’Enterprise Europe Network che si è svolto tra l’Accademia delle belle arti e l’auditorium San Francesco al Prato, organizzato dalla stessa Sviluppumbria.

Un’occasione per fare il punto sull’operatività della rete, scambiarsi buone pratiche a sostegno della competitività delle pmi sui mercati internazionali e confrontarsi sulle principali sfide future per le imprese, a cui hanno preso parte anche rappresentanti della Commissione europea e dell’Eismea (Agenzia esecutiva del Consiglio europeo per l’innovazione e delle Pmi) e oltre cento delegati e relatori provenienti da tutta Italia.

Durante i numerosi tavoli di lavoro che si sono succeduti si è parlato di resilienza, sostenibilità, digitalizzazione, comunicazione, start up e scale up.

All’evento pubblico che ha chiuso la due giorni, sono invece intervenuti, tra gli altri, Francesco de Rebotti, assessore allo sviluppo economico della Regione Umbria, Andrea Stafisso, assessore allo sviluppo economico del Comune di Perugia, Luca Ferrucci, amministratore unico di Sviluppumbria, Federico Sisti, segretario generale della Camera di commercio dell’Umbria, Paola Picone della Direzione generale per la politica industriale, innovazione e pmi del Ministero delle imprese e del made in Italy, Alberto Valenzano della Direzione generale per il mercato interno, l’industria, l’imprenditoria e le pmi della Commisione europea, Muriel de Grande, responsabile dell’Een e dei Partenariati Een dell’Eismea, e Michele Chiappini, project adviser dell’Eismea.

“Il nostro ecosistema regionale e le nostre imprese – ha dichiarato l’assessore De Rebotti – trovano nell’Een un punto di riferimento fondamentale per confrontarsi e orientarsi rispetto alle opportunità che l’Europa offre, soprattutto adesso che siamo all’inizio della nuova programmazione. È un rapporto strategico, interpretato al meglio dalla nostra agenzia Sviluppumbria che lavora su questo tipo di sostegno. La regione darà tutto il supporto possibile nella stagione della programmazione europea”.

“Troppo spesso – ha commentato l’amministratore di Sviluppumbria Ferrucci – prevale un’idea di Europa costruita dall’alto, dei burocrati e della spending review. Invece c’è un’altra Europa, quella dei cittadini e delle comunità, quella delle istituzioni e delle municipalità che costrutiscono gemellaggi e unioni, quella delle imprese, soprattutto delle pmi, che hanno imparato a cooperare, collaborare e camminare insieme per attraversare qui confini che una volta erano dogane e oggi invece rappresentano un mercato importante. La progettualità e la guida di Sviluppumbria su questo network europeo rappresentano il modo migliore per essere al servizio delle istituzioni e delle imprese umbre, per andare insieme oltre i confini, anche quelli dell’Europa stessa”.

Proroga Zona Franca Urbana Sisma 2016, Confartigianato: “Bene, ora una strategia più ampia per ripartenza economica e sociale”

“Un piccolo ma significativo passo avanti nel percorso di rilancio dei territori colpiti dal sisma del 2016”. Così Confartigianato Imprese Terni accoglie la notizia della proroga della Zona Franca Urbana, che assicura sgravi economici alle imprese nelle zone del cratere del sisma 2016.

Un intervento agevolativo, evidenzia Confartigianato, che, seppur limitato nel tempo, continua a offrire un sostegno concreto alle imprese locali, aiutandole a far fronte alle difficoltà ancora presenti.

“È fondamentale che misure come questa – si legge nella nota dell’associazione – si inseriscano in una strategia più ampia e duratura per garantire una vera ripartenza economica e sociale delle aree terremotate. La piccola economia nelle zone montane del cratere sismico del 2016 rappresenta un pilastro essenziale non solo per la ricostruzione fisica dei territori, ma soprattutto per la rinascita delle comunità locali. Artigiani, agricoltori, esercenti e piccole imprese custodiscono saperi, relazioni e identità che danno vita ai borghi e ne garantiscono la stessa esistenza. Sostenere queste realtà significa ricostruire un tessuto sociale vivo, generare lavoro, fermare lo spopolamento e restituire futuro a territori fragili ma ricchi di risorse umane e culturali”.

“La ricostruzione del cratere sismico non può limitarsi al cemento e alle infrastrutture: serve una visione che rimetta al centro le persone, il lavoro e le imprese locali. La piccola economia è il vero motore delle aree montane, perché produce valore, coesione sociale e presidio del territorio. Confartigianato Imprese Terni è accanto agli artigiani e alle micro e piccole imprese al fine di garantire che possano essere protagonisti di un futuro possibile e sostenibile per questi luoghi” dichiara Mauro Franceschini, presidente Confartigianato Imprese Terni

“Nei borghi del cratere ogni bottega, ogni stalla, ogni laboratorio rappresenta una speranza di rinascita -aggiunge Michele Medori, segretario Confartigianato Imprese Terni -. Come Confartigianato crediamo che senza il rilancio delle attività artigiane e produttive, nessuna ricostruzione sarà davvero compiuta. Le comunità si ricostruiscono con il lavoro, la dignità e la continuità delle tradizioni: è questa la sfida che vogliamo vincere insieme”.

(nella foto Mauro Franceschini e Michele Medori)

Ristrutturazioni, ecobonus, sismabonus 2025: i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate

Dall’Agenzia delle Entrate, con circolare numero 8/E, importanti chiarimenti circa l’estensione al 2025 degli sconti per ristrutturazioni, sismabonus ed ecobonus. Spese che si potranno portare in detrazione al 50% anche per quest’anno (nel 2026 e 2027 con il regime ordinario lo sconto scenderà al 36%).

Si può usufruire della detrazione – ed è questa la novità più interessante – anche se si comunica di risiedere nell’edificio successivamente all’effettuazione dei lavori o se la casa diventa dimora abituale di un familiare del contribuente (coniuge, parenti entro il terzo grado, affini entro il secondo).

Lo sconto, inoltre, include i lavori eseguiti nelle pertinenze, come box auto, cantine e soffitte.

L’Agenzia delle Entrate ha chiarito poi che i lavori del superbonus sono detraibili al 65% se eseguiti entro il 15 ottobre 2024.

E per l’ecobonus, anche se i lavori sono ancora in corso. Rientrano nei beneficiari gli impianti con pompe di calore a gas ad assorbimento, microcogeneratori, generatori a biomassa e sistemi ibridi che combinano pompa di calore e caldaia a condensazione, l’acquisto e l’installazione di climatizzatori.

Stop, invece, agli incentivi per le caldaie a condensazione alimentate a combustibili fossili installate dal 2025 in poi, in linea con la Direttiva Ue 2024/1275. Le spese sostenute entro il 31 dicembre 2024 per questi ultimi interventi saranno appunto comunque detraibili anche se i lavori verranno ultimati nel 2025.

Confermato per il 2025 anche il bonus mobili, con una spesa massima detraibile di 5.000 euro, legata a lavori di ristrutturazione edilizia. Infine, la circolare dedica ampio spazio ai chiarimenti sul Superbonus 65% per condomìni, edifici plurifamiliari (2-4 unità) e enti del Terzo Settore. Per accedere al beneficio nel 2025 sarà necessario aver presentato entro il 15 ottobre 2024 la CILA (o titolo abilitativo), oltre alla delibera assembleare per gli interventi condominiali. I contribuenti che hanno sostenuto spese agevolate nel 2023 potranno inoltre optare per la ripartizione in 10 quote annuali, tramite dichiarazione integrativa da presentare entro il 31 ottobre 2025.

Tassi Bce al 2%, così la dinamica dei mutui in Umbria

Nel giorno in cui la Bce taglia il tasso di riferimento portandolo al 2% (ma con il Taeg fermo ad oltre il 3,5%), la FABI (Federazione Autonoma Bancari Italiani) disegna la geografia dei mutui in Italia, con il dettaglio regione per regione.

Quanto all’Umbria, nel biennio 2022-2024 i mutui concessi alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono cresciuti leggermente, con un incremento dello 0,3%, pari a circa 12,3 milioni di euro. Il totale è passato da 4,02 a 4,03 miliardi, un dato inferiore alla media nazionale, che nello stesso periodo ha segnato una crescita dell’1%.

L’andamento regionale, rileva Fabi, è il risultato di due dinamiche opposte: Perugia segna un aumento dello 0,6% (+17,5 milioni), mentre Terni registra una flessione dello 0,5% (-5,2 milioni).

Nel complesso, il mercato del credito umbro mostra una sostanziale stabilità, con una domanda che
tiene nei centri maggiori ma risente ancora degli effetti del caro-tassi nelle aree meno dinamiche.

In Italia

Nel biennio 2022–2024 i mutui accesi dalle famiglie italiane per l’acquisto di abitazioni sono cresciuti
moderatamente, con un incremento complessivo di circa 3,7 miliardi di euro. Il totale nazionale ha
superato i 380 miliardi, in leggera crescita rispetto ai 376 registrati due anni prima.

Dietro questo dato medio si nascondono però dinamiche molto diverse tra le regioni. Alcune aree del Paese – in particolare il Nord Est e alcune regioni del Sud – hanno mostrato segnali di vivacità, mentre altre hanno visto una contrazione, segno di un mercato immobiliare a due velocità. In cima alla classifica si colloca la Sardegna, con la crescita più marcata su base percentuale, seguita da Puglia, Emilia Romagna, Veneto e Abruzzo.

In queste regioni, la domanda di mutui si è rafforzata, complice un mercato immobiliare dinamico e, in alcuni casi, un maggiore accesso al credito da parte delle famiglie. La Lombardia si conferma invece la regione con il contributo più rilevante in termini assoluti, grazie a un incremento di oltre un miliardo di euro, spinto soprattutto dal traino di Milano e delle altre aree urbane.

Sul fronte opposto, si segnala una flessione più o meno marcata in diverse regioni, soprattutto al Nord Ovest e nel Mezzogiorno. Liguria registra il calo più consistente in valore percentuale, seguita da Calabria, Molise e Trentino Alto Adige.

Anche in regioni come le Marche e il Piemonte l’andamento è stato debole o sostanzialmente stabile.

Creazione d’impresa e autoimpiego, rifinanziato il bando MySelf Plus

La Giunta regionale dell’Umbria, su proposta dell’assessore allo Sviluppo economico Francesco De Rebotti, ha approvato il rifinanziamento dell’avviso a sportello MySelf Plus 2024, un bando dedicato alla creazione di impresa e all’autoimpiego che passerà dall’attuale milione di euro a 1 milione e 500mila euro.

L’avviso, a sostegno delle nuove iniziative imprenditoriali in attuazione della legge regionale 14 febbraio 2018 n.1 Capo VI “Autoimpiego e creazione d’impresa”, che aveva una dotazione finanziaria che ammontava 1 milione di euro, è andato esaurito con le domande fino ad ora ritenute ammissibili e, visto che risultano ancora da valutare altre 40 domande, si è ritenuto di integrare lo stanziamento con ulteriori 500mila euro.

“L’intervento agevolativo – spiega l’assessore regionale Francesco De Rebotti – rientra nella strategia di sostegno alle microimprese del territorio avviata a partire dal 2019 con il primo avviso MySelf e proseguita con successo negli anni. Consiste nell’erogazione di un finanziamento a tasso zero e senza garanzie destinato all’avvio di nuove iniziative imprenditoriali da parte di soggetti con difficile accesso al credito bancario. Viene inoltre mantenuta la riserva del 25% delle risorse disponibili per il sostegno all’autoimpiego e alla creazione di impresa da parte di coloro che non abbiano ancora compiuto 35 anni e accordata una corsia preferenziale all’imprenditoria femminile”.

All’interno delle 40 domande ancora da valutare e che potranno ora essere finanziate, se ritenute ammissibili, la carenza di fondi è stato effettivamente riscontrata nella categoria riservata alle “Donne adulte”, per la quale si è registrato un fabbisogno pari al doppio delle risorse stanziate, e rispetto alla categoria “Giovani”, mentre sono risultate in esubero le risorse destinate alla categoria residuale dei “Soggetti over 35”. “Proprio sulle misure che riguardano donne e giovani – conclude De Rebotti – abbiamo intenzione di continuare ad intervenire per dare il via ad ulteriori e necessari percorsi di sviluppo”.

Gepafin, sostegno alle imprese per costi energia e digitalizzazione

Tempo di bilanci per Gepafin, la società finanziaria partecipata a maggioranza dalla Regione Umbria e guidata dal presidente Carmelo Campagna,

Approvato dai soci di Gepafin – Regione Umbria, Sviluppumbria e dieci banche che operano nel territorio – il bilancio d’esercizio 2024, alla presenza della presidente della Regione Stefania Proietti e dell’assessore al Bilancio Tommaso Bori.

La relazione del presidente Campagna

Nella sua relazione, il presidente di Gepafin, Carmelo Campagna (attualmente anche vicepresidente nazionale di Anfir (Associazione nazionale delle finanziarie regionali) ha illustrato ai presenti la situazione dalla società e i risultati ottenuti: “Il 2024 – ha ricordato – ha rappresentato un anno di transizione, tra la chiusura della programmazione comunitaria 2014-2020 e l’avvio operativo del Pr Fesr 2021-2027, in cui la società ha cercato di intercettare le esigenze delle imprese”.

In particolare, come evidenziato nel piano strategico 2025-2027, la Regione Umbria ha affidato a Gepafin la gestione degli strumenti finanziari previsti dal Pr Fesr 2021-2027 per circa 141,6 milioni di euro. Relativamente a queste risorse, sono stati attivati otto bandi per le imprese (per una prima tranche da 40,5 milioni di euro, su vari ambiti: prestiti, garanzie, riassicurazioni, ricerca, turismo, agricoltura) per i quali, nel 2024, sono giunte 472 domande. Inoltre, con risorse proprie, Gepafin ha previsto finanziamenti alle pmi per 600mila euro e ulteriori garanzie per 600mila euro nell’ambito della convenzione con la Fondazione contro l’usura.

Costi energia

Ma le attività di Gepafin non si limitano a questo: come ha spiegato Campagna, la società è stata impegnata su diversi dossier regionali “finalizzati a sostenere le imprese su alcune problematiche particolarmente attuali come l’accesso al credito o il costo dell’energia”. “Recentemente – ha detto il presidente – abbiamo sottoscritto un accordo con il Gruppo Mediocredito Centrale che prevede la possibilità per le aziende di ottenere l’anticipazione dei contributi pubblici a fondo perduto, senza dover attendere i tempi di rendicontazione. Abbiamo anche stretto una collaborazione con Plenitude Energy Service, società operativa del Gruppo Eni, per favorire lo sviluppo e la realizzazione di impianti a energia rinnovabile in Umbria e per la quale è previsto il rilascio di garanzie che consentiranno 60 milioni di euro di investimenti”.

Transizione digitale

Nell’ambito della transizione digitale, Gepafin ha nel 2024 completato la digitalizzazione dei processi interni e dei bandi regionali, anche con l’implementazione dello sportello online dei bandi, rendendolo più semplice, trasparente e accessibile. Ha, inoltre, attivato una piattaforma FinTech per la compensazione multilaterale dei debiti e dei crediti, riconosciuta “best practices” dall’Anfir. “Abbiamo completato la fase di sperimentazione di questa piattaforma che mira a facilitare la circolazione di moneta all’interno delle pmi – ha fatto sapere Campagna – e contiamo di partire a breve con il prodotto definitivo”.

Proietti: Gepafin strategica

“Gepafin ha un’importanza straordinaria per le strategie della Regione – ha commentato la presidente Proietti – e rappresenta una grande alleanza con il mondo bancario. Attraverso di essa, vorremmo dare strumenti accessibili a tutti che contribuiscano ad aumentare le capacità delle aziende umbre di accedere al credito e di innovare. Soprattutto l’innovazione e la ricerca, così come la clusterizzazione, rappresentano le leva per lo sviluppo delle nostre pmi, che sono l’ossatura della regione”.

Superbonus, in Umbria interessato il 4,7% degli edifici residenziali

Il Superbonus ha finanziato interventi sul 4,7% degli edifici residenziali dell’Umbria, pari a 9.483. Una percentuale che è al di sopra della media italiana, che è del 4,1%.

Con oneri a carico dello Stato per 2.363,4  milioni di euro, per una media di 249.225 euro.

Nei primi tre mesi di quest’anno si è speso percentualmente il 2%, per un importo di 46,9 milioni.

L’Ufficio studi della Cgia rileva come in Italia, sebbene da quest’anno l’incentivo sia sceso al 65%, nei primi tre mesi del 2025 gli oneri a carico dello Stato siano aumentati di altri 1,8 miliardi di euro. Pertanto, il valore economico complessivo del vantaggio fiscale riconosciuto a coloro che hanno utilizzato il Superbonus per finanziare i lavori di ristrutturazione/efficientamento energetico delle proprie abitazioni è salito a 126 miliardi. 

Nel primo trimestre di quest’anno le uscite più significative per le casse pubbliche hanno interessato la Campania (+ 3,4% pari a +301,6 milioni di euro), le Marche (+2,5% che corrisponde a +87,6 milioni) e il Molise (+2,5% pari a 19,3 milioni).

Le regioni che, invece, in questo inizio 2025 hanno utilizzato meno il Superbonus sono state la Puglia (+0,6% con una spesa di +38,1 milioni di euro), la Valle d’Aosta (+0,6% pari a +3,4 milioni) e, infine, la Sardegna (+0,4% che corrisponde a +12,7 milioni di euro).