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L’Umbria, meta preferita per il ponte del 25 aprile

L’Umbria, meta preferita per il ponte del 25 aprile

L’Umbria, meta preferita per il ponte del 25 aprile: occupazione alberghiera al top nonostante il maltempo

L’Umbria si conferma tra le mete più gettonate per il lungo ponte del 25 aprile, con una media di occupazione del 79%, e punte fino all’85% ad Assisi. È quanto conferma il presidente regionale di Federalberghi, Simone Fittuccia. Gli stranieri, soprattutto nordamericani, costituiscono circa la metà dei visitatori.

Nonostante il maltempo, le strutture alberghiere, gli agriturismi e le case vacanza hanno registrato un’affluenza notevole. “Sono più i clienti che abbiamo dovuto rimandare indietro, che quelli che abbiamo servito”, afferma Enrico Guidi, titolare del Cantinone.

Secondo i dati ufficiali relativi al trimestre gennaio-marzo 2024, l’Umbria ha segnato un nuovo record di arrivi, con 387.359 visite, il 22,4% in più rispetto al periodo pre Covid del 2019 e il 19,4% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Il presidente della Fipe-Confcommercio, Romano Cardinali, commenta che il ponte ha portato serenità al comparto, nonostante il budget ancora ridotto. Anche Alberto Guarducci, proprietario dell’Etruscan Chocohotel e dell’Hotel Giò, esprime soddisfazione per il bilancio positivo.

“Sembrerà un ossimoro, ma il tempo incerto ha favorito le città d’arte, allontanando i turisti dalle mete marine”, dichiara Guarducci.

Le politiche di promozione regionale ricevono apprezzamenti anche dal comprensorio del Trasimeno. L’assessore comunale Eugenio Rondini sottolinea su Facebook: “Primato nazionale per la Regione Umbria. Superate le previsioni, con oltre l’80% delle strutture ricettive occupate da turisti italiani e stranieri per queste festività”.

Promozione su larga scala ed eventi hanno fatto centro, confermando il turismo come motore del PIL regionale, capace di generare ricchezza in molti settori dell’economia.

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Passignano sul Trasimeno: no patrocinio per presenza Vannacci alla Isola del libro

Passignano sul Trasimeno: no patrocinio per presenza Vannacci alla Isola del libro

Comune di Passignano sul Trasimeno: no al patrocinio per la presenza di Vannacci alla Isola del libro

Il Comune di Passignano sul Trasimeno ha deciso di non concedere il patrocinio alla manifestazione Isola del libro a causa della presenza del generale Roberto Vannacci alle iniziative della rassegna letteraria. Il sindaco Sandro Pasquali, del Partito Democratico, ha annunciato la decisione attraverso un post su Facebook, spiegando che la presenza di Vannacci nel programma ha reso necessaria una profonda riflessione.

Pasquali ha dichiarato di aver chiesto agli organizzatori di non includere questo evento, e aveva ricevuto l’assicurazione che ciò non sarebbe avvenuto sul territorio. Tuttavia, la scoperta della presenza di Vannacci nel programma ha causato dimissioni ed uscite di importanti esponenti culturali locali all’interno della manifestazione. Il sindaco ha espresso rammarico per questa situazione, sottolineando che la manifestazione aveva sempre ricevuto il sostegno del Comune di Passignano.

Il sindaco ha precisato che non si tratta di censura, ma di una questione di accordi precedentemente stabiliti. Vannacci è libero di presentare il suo libro, ma senza il patrocinio del Comune. Pasquali ha anche criticato il timing della manifestazione, avvenuta durante una campagna elettorale importante come quella delle Europee, in cui Vannacci è candidato per la Lega nella circoscrizione dell’Italia centrale.

Intanto, martedì 30 aprile, il vicepremier e segretario della Lega, Matteo Salvini, presenterà il suo libro “Controvento” alle 15 presso il Tempio di Adriano a Roma. La Lega ha annunciato che sarà presente anche Roberto Vannacci, il quale sarà capolista per il partito nelle elezioni europee nella circoscrizione dell’Italia centrale, la sua residenza.

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“Prima la salute”: dieci proposte per cambiare la sanità pubblica in Umbria

Prima la salute”: dieci proposte per cambiare la sanità pubblica in Umbria

Manifesto per una sanità equa e accessibile: le proposte del ‘Patto avanti’ per il cambiamento in Umbria

La coalizione di centrosinistra “Patto avanti” ha presentato “Prima la salute”, il Manifesto per la sanità pubblica elaborato dopo mesi di mobilitazione sanitaria sul territorio regionale.

Al Barton Park di Perugia sono intervenuti esponenti regionali e nazionali di tutte le forze politiche di coalizione come ulteriore tappa del percorso voluto da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi Sinistra, Democrazia Solidale-Demos, Partito Socialista Italiano e movimenti civici umbri di area, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.

A concludere gli interventi, con la presenza in sala anche di esponenti di Azione, è stato il senatore e tesoriere del Pd Michele Fina, per unire la battaglia nazionale con quella regionale: “Sono grato a chi ci aiuta ad affermare che al centro della nostra Costituzione ci sono i diritti delle persone a partire da quello alla salute per una sanità giusta ed equa. Nel nostro paese c’è un problema serio, c’è chi deve rinunciare alle cure o andare lontano a curarsi e chi deve rivolgersi alla sanità privata. Anche la Fondazione Gimbe ha detto che siamo al collasso come sistema sanitario nazionale e per questo la legge Schlein, al centro della nostra proposta politica, punta a rimettere in piedi il sistema”.

Il manifesto per “mobilitazione sanitaria regionale”, come è stato spiegato, arriva dopo un sopralluogo delle strutture sanitarie umbre e il coinvolgimento degli operatori sanitari e dei cittadini.

“Questi – è stato affermato – ogni giorno si misurano con lo stato di salute del Servizio sanitario regionale durante la Giunta Tesei. Ma per la Giunta regionale, e il Governo Meloni, queste da noi indicate non sono priorità. Per noi invece il diritto alla salute e il rilancio della Sanità pubblica sono priorità assolute”.

Tra le criticità evidenziate, c’è “la rinuncia di un paziente su dieci alle cure per i costi insostenibili o gli spostamenti impraticabili”, ci sono le liste d’attesa “lunghissime”, le agende di prenotazioni “chiuse” e le prestazioni sanitarie “inaccessibili”. C’è poi un sistema sanitario “sotto-stress e sotto-organico”, un Piano sanitario proposto dalla Giunta Tesei “arenato in commissione”, con i fondi per la sanità “che vengono tagliati e vengono ridotte le risorse per il finanziamento complessivo della sanità pubblica”.

Ma ancora, ci sono “disuguaglianze territoriali nella distribuzione dei servizi sanitari”, c’è il “depotenziamento della rete dell’emergenza urgenza”, ci sono “mancati investimenti nel rinnovo delle strumentazioni e nella riqualificazione delle strutture sanitarie”.

Per la coalizione, le aziende ospedaliere e le aziende sanitarie “sono passate dall’essere attrattive e di qualità ad un crollo verticale registrato in maniera ufficiale e oggettiva nelle recenti classifiche”. In merito alla “Riforma Calderoli” sull’autonomia differenziata, la proposta del governo “mina alla base l’eguaglianza nell’accesso alle cure e la tutela della salute”.

Da queste criticità il manifesto contiene quindi le dieci proposte “per cambiare le cose”. “Per questi obiettivi ci stiamo battendo nelle istituzioni e mobilitando nella società”, è stato ricordato.

Il primo obiettivo è quello di “fermare la privatizzazione e invertire il processo in atto con la revisione strategica del ruolo di tutti i privati in sanità nel segno della complementarità con il servizio sanitario”.

E poi “tornare ad investire sulla prevenzione e sulla promozione della salute come cura, a partire da quella primaria e dagli stili di vita”, puntando anche “al rafforzamento dei dipartimenti di prevenzione, e a programmare gli screening oncologici, efficaci e gratuiti”.

Per la coalizione, inoltre, la sanità “non è un costo, ma un investimento”. “Abbiamo depositato in Consiglio regionale la proposta di legge per richiedere a Governo e Parlamento di destinare almeno il 7,5% del Pil al Fondo sanitario nazionale” è stato evidenziato.

Altra proposta del manifesto è poi quella di “promuovere un piano straordinario di assunzioni, abolire il tetto per la spesa del personale e azzerare le liste d’attesa superando la logica dei piani straordinari”.

Rilanciare quindi il Sistema sanitario regionale è la priorità, “riorganizzandolo con l’integrazione tra Aziende ospedaliere e Aziende sanitarie territoriali, non smantellando i distretti e disciplinando il convenzionamento con l’Università”.

Inoltre, “riattivare la Rete oncologica regionale e garantire la piena operatività del Registro Tumori” ma anche “rimotivare e valorizzare al meglio gli operatori sanitari che sono la risorsa primaria e non rimpiazzabile della sanità pubblica”.

Altro aspetto di “Prima la salute” è quello che guarda “all’attuazione della riforma della medicina di prossimità con assistenza 24 ore al giorno e sette giorni su sette, creando una rete di case della comunità, ospedali di comunità e centrali operative territoriali, funzionali e funzionanti, non solo sulla carta”.

Infine, per il manifesto “è necessario considerare la salute mentale come una priorità sanitaria e sociale, non accessoria e secondaria, ampliando quindi i servizi pubblici di salute mentale”, così come “accelerare la definizione dei decreti attuativi e stanziare risorse adeguate a dare concretezza alla legge sulla non autosufficiente, oltre che approvare urgentemente una buona norma sui caregiver”.

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1° maggio in Umbria: mobilitazione per il lavoro e la giustizia sociale

1° maggio in Umbria: mobilitazione per il lavoro e la giustizia sociale

Celebrazioni e iniziative sindacali in tutta la regione per difendere i diritti dei lavoratori e promuovere la pace e la solidarietà

I sindacati umbri hanno organizzato una serie di eventi in occasione della Festa dei Lavoratori, ribadendo l’importanza del lavoro, della pace e della giustizia sociale.

La manifestazione regionale di CGIL, CISL e UIL si terrà a Foligno, in piazza Matteotti, a partire dalle 10. Con il tema “Costruiamo insieme un’Europa di pace, lavoro e giustizia sociale”, interverranno i segretari generali Maria Rita Paggio, Angelo Manzotti e Maurizio Molinari.

A Perugia, presso il Percorso verde ‘Leonardo Cenci’, la giornata inizierà alle 10 con il Mercato artigianale e lo stand delle associazioni. Ci saranno dimostrazioni sportive, giochi, una pedalata, laboratori di disegno, e food truck dalle 11.30. Alle 12 ci sarà uno spettacolo di canto e alle 14 sarà inaugurata la panchina rossa a cura di Fitel Umbria. La musica dal vivo sarà presente dalle 13 alle 20.

A Terni, al ‘Rifugio di Sant’Erasmo’, si terrà il 1° maggio alle 17 con il saluto dei segretari territoriali di CGIL, CISL e UIL e alle 18.30 “Apericena per un lavoro sicuro e dignitoso”. Iniziative simili sono previste in altri centri dell’Umbria.

I segretari generali dei sindacati sottolineano che il Primo maggio è la Festa di tutto il Paese, sancendo la necessità della difesa del diritto al lavoro, alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, ma anche alla volontà di costruire un mondo di pace, libertà e democrazia.

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Reddito medio in Umbria: seconda regione del Centro Italia con 21.660 euro

Reddito medio in Umbria: seconda regione del Centro Italia con 21.660 euro

Analisi dei redditi regionali e comunali nel rapporto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 2023

Il reddito medio imponibile in Umbria è di 21.660 euro, secondo il report del Ministero dell’Economia e delle Finanze basato sulle dichiarazioni dei redditi del 2023. Questo rende l’Umbria la seconda regione del Centro Italia con il reddito medio più basso, superata solo dall’Abruzzo, dove il reddito medio è di 20.390 euro.

Le regioni del Lazio, Toscana e Marche hanno redditi medi più alti, che vanno dagli oltre 22.000 agli oltre 25.000 euro. Tuttavia, l’Umbria rimane distante dalle regioni con le performance migliori, come la Lombardia, che ha una media di 27.890 euro.

Anche se l’Umbria ha redditi più alti rispetto alla Calabria, la regione con i redditi medi più bassi (17.160 euro), si trova comunque al di sotto della media nazionale.

Perugia è il comune umbro con il reddito medio più alto, registrando 22.429 euro all’anno, ma si posiziona agli ultimi posti nella classifica delle città con più di 120.000 contribuenti. Altri comuni umbri con redditi medio-alti includono Corciano, con 22.121 euro, e San Gemini, con 21.751 euro.

Terni, capoluogo di provincia, ha un reddito medio di 20.670 euro, mentre Monteleone di Spoleto registra il reddito medio annuo più basso, poco superiore ai 14.000 euro.

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Orvieto, la città che sta lentamente scomparendo

Il progressivo tracollo demografico porterà la città ad avere tra nove anni gli stessi abitanti di Umbertide. Persi 3626 abitanti dall’82 al 2024. L’analisi implacabile della ricercatrice dell’Aur Meri Ripalvella

Un lento e progressivo spegnimento. Una consunzione implacabile che avviene mese dopo mese  in una città incapace di elaborare un nuovo modello economico a distanza di ormai ventidue anni dalla fine dell’economia legata alla presenza dei miliari grazie al Car, il centro di incorporamento leva della ex caserma Piave.Un’emorragia di abitanti che porterà Orvieto ad avere solo 16 mila abitanti in poco meno di dieci anni.   Continua inarrestabile la discesa della città sul crinale sempre più inclinato e pericoloso della contrazione demografica. Un disastro a cui tutti assistono passivamente senza che nessuno, politici in primis, siano mai stati in grado di mettere in campo soluzioni in grado di invertire la tendenza. Secondo gli ultimi studi elaborati dalla ricercatrice Meri Ripalvella, dal 1982 al 2024, Orvieto ha perso la bellezza di 3626 residenti, ovvero l’intera popolazione di Fabro e Montegabbione messa insieme. Un catastrofe sociale che rappresenta la vera spada di Damocle che pende sulla testa della città e rappresenta una grande ipoteca sul suo futuro. Attualmente gli abitanti sono 19367, ma continuando con questa tendenza da qui al 2042 si perderanno altri 2837 residenti, pari ad un meno 14,6%.  Al cuore del problema non ci sono certamente le sole politiche urbanistiche, ma un problema legato alla mancanza di un modello economico che sia alternativo a quello attuale che non produce incrementi di posti di lavoro e quindi di residenti.   Intervenendo su questo scottante argomento nel corso di un incontro sui temi della residenzialità organizzato sabato pomeriggio dall’associazione Abitare Orvieto il sindaco Tardani ha aggiunto elementi statistici aggiornati.  “Dal 2019 al 2024, secondo i numeri dell’ufficio anagrafe del Comune, il saldo tra gli immigrati e gli emigrati è infatti positivo per più di 300 unità. La diminuzione della popolazione residente è dettata dalla differenza tra le nascite e le morti: negli ultimi cinque anni il saldo è stato negativo per 970 unità. Orvieto ha una popolazione tra le più anziane dell’Umbria, la denatalità è la principale causa dell’inverno demografico. E’ un problema che interessa l’intero Paese e non può essere che affrontato in maniera globale da precise politiche di governo che riguardano vari ambiti.” Orvieto in realtà rappresenta una anomalia particolare per quanto riguarda essenziali indicatori sociali e demografici. Il tasso di mortalità è del 13,9 % contro il 12,5% dell’Umbria e l’11% del dato nazionale.  Il tasso di natalità è invece del 4,8% contro il 5,6 dell’Umbria ed il 6,4 del dato nazionale.

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Liste di attesa: stanziati 11,5 Milioni per ridurle

Liste di attesa: 11,5 milioni per ridurle

Nuovo Piano regionale per ridurre liste di attesa: investimento di 11,5 milioni di euro

La Giunta regionale ha deciso di investire oltre 11,5 milioni di euro per un nuovo Piano ordinario di recupero e contenimento delle liste di attesa sanitarie. Questo piano segue il successo dell’iniziativa straordinaria dello scorso anno, che ha permesso di azzerare completamente le circa 80.000 prestazioni accumulate entro maggio 2023.

Attualmente, il numero di prestazioni in attesa si attesta intorno alle 55.000 unità, e la Giunta mira a ridurle ulteriormente e in modo strutturale attraverso il nuovo Piano.

In attesa di eventuali provvedimenti del governo nazionale sul tema, la Regione ha annunciato uno stanziamento di 7,3 milioni di euro per il recupero delle prestazioni. Di questi, 1,5 milioni andranno all’azienda ospedaliera di Perugia, altrettanti a quella di Terni, mentre le Usl 1 e 2 riceveranno ciascuna 2,151 milioni di euro.

A queste somme si aggiungono finanziamenti per prestazioni aggiuntive del personale medico e non medico del comparto sanitario pubblico, per un totale di oltre 11,5 milioni di euro.

Il cronoprogramma prevede un’ulteriore ricognizione delle prestazioni entro il 6 maggio, con l’obiettivo di pianificare il loro smaltimento entro il 13 maggio. Successivamente, il 14 maggio è prevista una riunione per la verifica del piano e per definire le tempistiche per il recupero delle prestazioni arretrate e la gestione delle nuove.

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Imprese in attesa: il nuovo modello del credito d’imposta per la Transizione 4.0

Imprese in attesa: il nuovo modello del credito d’imposta per la Transizione 4.0

Confartigianato chiede al Ministro Urso di intervenire per evitare ritardi nei finanziamenti alle imprese green e digitali

Il Decreto-legge 39/2024 ha introdotto specifiche misure per il monitoraggio degli incentivi volti a sostenere gli investimenti nelle transizioni green e digitali. Secondo tali disposizioni, per poter beneficiare del credito d’imposta, le imprese devono comunicare preventivamente, tramite via telematica, l’ammontare complessivo degli investimenti che intendono effettuare a partire dal 30 marzo 2024, la presunta ripartizione del credito negli anni e le modalità di fruizione.

Tali informazioni dovranno essere trasmesse utilizzando un modello ad hoc, che sarà definito con un apposito decreto direttoriale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Confartigianato ha chiesto l’intervento del Ministro Urso per risolvere l’impasse che potrebbe crearsi a causa dei nuovi adempimenti richiesti alle imprese che usufruiscono del credito d’imposta Transizione 4.0, una misura cruciale per sostenere gli investimenti nelle transizioni green e digitali.

Mauro Franceschini, Presidente di Confartigianato Imprese Umbria, ha evidenziato che fino all’emanazione del nuovo modello, le nuove norme potrebbero impedire alle imprese di compensare i crediti già a partire dalla prossima scadenza utile del 16 aprile, con pesanti conseguenze sulla programmazione dei flussi di cassa delle imprese che contavano su questa possibilità.

“È necessario rassicurare gli imprenditori”, ha dichiarato Franceschini, “confermando la possibilità di continuare a compensare i crediti maturati fino all’emanazione del nuovo modello, secondo le norme attuali. Questo vale anche per gli investimenti in beni strumentali nuovi relativi al 2023, per i quali la comunicazione è condizione di compensabilità dei crediti maturati e non ancora fruiti.”

Franceschini ha anche chiesto al Ministro Urso di procedere rapidamente con i decreti attuativi del Piano Transizione 5.0 e con la condivisione della piattaforma, al fine di permettere alle imprese di avere il tempo necessario per effettuare gli investimenti. Inoltre, ha sottolineato l’importanza che non ci siano intoppi nell’attività di certificazione dei consumi energetici e ha condiviso con il Ministro l’attenzione riservata dal piano alla formazione, sottolineando che senza le adeguate competenze le nuove tecnologie non potranno essere valorizzate per consentire alle imprese di migliorare l’efficienza e la competitività.

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Confartigianato apre sede a Spoleto: nuovo sostegno per le imprese locali

Confartigianato apre sede a Spoleto: nuovo sostegno per le imprese locali

Confartigianato inaugura sede nel centro commerciale “Il Ducato”: nuova spinta per le imprese di Spoleto-Valnerina

L’area Spoleto-Valnerina ha accolto con entusiasmo l’inaugurazione della nuova sede di Confartigianato nel prestigioso contesto del centro commerciale “Il Ducato”. L’evento, che si è svolto il 19 aprile alle 17:00, ha rappresentato un momento di grande rilevanza per il territorio, arricchito da un convegno incentrato sulla crescita delle micro e piccole imprese nell’area.

Tra i partecipanti di spicco e relatori dell’evento figuravano figure istituzionali di rilievo come l’assessore alla programmazione europea, bilancio e risorse umane e patrimoniali, Paola Agabiti, l’assessore alle infrastrutture, trasporti, opere pubbliche e politiche della casa Protezione Civile Umbria, Enrico Melasecche, oltre al sindaco del Comune di Spoleto, Andrea Sisti. Presenti anche il Presidente di Confartigianato Imprese Umbria, Mauro Franceschini, e il Segretario di Confartigianato Imprese Terni, Michele Medori. Il convegno è stato ulteriormente arricchito da esperti del settore come Bruno Panieri, direttore delle politiche economiche di Confartigianato Imprese, Giorgio Menichelli, segretario generale di Confartigianato Imprese per le province di Macerata, Ascoli Piceno e Fermo, ed il coordinatore di Confartigianato Imprese Terni Area Spoleto-Valnerina, Fabio Mattioli.

Confartigianato svolge un ruolo fondamentale nell’offrire supporto e servizi alle imprese, e la presenza di questa sede nel cuore di Spoleto offre un’opportunità concreta per la crescita economica e l’occupazione.

Il convegno ha affrontato tematiche cruciali per lo sviluppo imprenditoriale locale, tra cui l’accesso ai finanziamenti, la digitalizzazione e l’innovazione, e le politiche di sostegno all’imprenditoria e alla formazione professionale.

“Confartigianato è da sempre vicina alle imprese, soprattutto a quelle più piccole e artigiane, offrendo servizi e supporto per far fronte alle sfide del mercato”, ha sottolineato Mauro Franceschini, Presidente di Confartigianato Imprese Umbria. “La nuova sede qui a Spoleto è un punto di riferimento importante per tutti gli imprenditori del territorio, e siamo pronti a lavorare insieme per favorire la crescita e lo sviluppo delle nostre aziende”.

Si tratta di un passo concreto verso un futuro più prospero e sostenibile per l’intera comunità imprenditoriale dell’area Spoleto-Valnerina, in un momento in cui le piccole imprese sono alla ricerca di strumenti e opportunità per crescere e competere sul mercato.

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Confartigianato inaugura la nuova sede a Spoleto: una svolta per le imprese locali

Confartigianato inaugura la nuova sede a Spoleto: una svolta per le imprese locali

L’intervista al presidente di Confartigianato Umbria svela le motivazioni dietro l’apertura della
sede a Spoleto e il suo impatto sul futuro delle imprese.

Un’opportunità senza precedenti si materializza per le micro e piccole imprese dell’area Spoleto-
Valnerina con l’apertura della sede di Confartigianato nel rinomato contesto del centro commerciale “Il Ducato”. L’evento inaugurale, fissato per le 17:00 del 19 aprile, sarà arricchito
da un convegno incentrato sul tema “Opportunità per la crescita delle micro e piccole imprese
nell’area Spoleto-Valnerina”.

Tra i partecipanti di spicco e relatori dell’evento figurano l’assessore alla programmazione
europea, bilancio e risorse umane e patrimoniali, Paola Agabiti, l’assessore alle infrastrutture,
trasporti, opere pubbliche e politiche della casa Protezione civile Umbria, Enrico Melasecche
oltre al sindaco del Comune di Spoleto, Andrea Sisti, il Presidente di Confartigianato Imprese
Umbria, Mauro Franceschini e il Segretario di Confartigianato Imprese Terni, Michele Medori. Il
convegno sarà ulteriormente valorizzato dalle voci autorevoli di esperti del settore, tra cui Bruno
Panieri, direttore delle politiche economiche di Confartigianato Imprese, Giorgio Menichelli,
segretario generale di Confartigianato Imprese per le province di Macerata, Ascoli Piceno e
Fermo, ed il coordinatore di Confartigianato Imprese Terni Area Spoleto-Valnerina, Fabio
Mattioli.
Nel quadro di una scelta strategica di grande importanza, si inserisce la parola di Mauro
Franceschini, Presidente di Confartigianato Imprese Umbria, al fine di esplorare le motivazioni
di questa decisione significativa.

Presidente Franceschini, l’apertura di una sede a Spoleto rappresenta una sfida
importante per Confartigianato, quali sono i motivi di questa scelta?

L’apertura della nuova sede di Spoleto rientra in un più ampio progetto di sviluppo che
Confartigianato Umbria ha intrapreso ormai due anni fa, con l’apertura di altre sedi zonali (come
quella di Todi), ristabilire una presenza strategica e mantenere il contatto con le imprese del
territorio promuovendone lo sviluppo. L’apertura della sede non rappresenta semplicemente
un’estensione territoriale, ma un’iniziativa volta a favorire il dialogo con gli associati e stimolare
la crescita economica della regione. Spoleto, insieme alla Valnerina, assume un’importanza
cruciale per l’Umbria, specialmente considerando che su questa area insiste la porzione umbra
del cratere degli eventi sismici recenti.

Come valuta, in generale, lo stato di salute del sistema Spoleto?

Spoleto è un territorio con una forte vocazione turistica, che sta beneficiando e beneficierà del
nuovo approccio che l’Amministrazione regionale ha messo in campo negli ultimi anni, ma non è certo
da meno la sua vocazione produttiva e manifatturiera. Per quest’ultimo comparto le difficoltà che
si registrano sono essenzialmente legate all’isolamento e alla mancanza di infrastrutture
adeguate, in particolare nella connessione a sud (verso Terni in direzione della Capitale), sia
sull’asse viario che ferroviario e, non di meno, una difficoltà nei collegamenti alla banda larga: il
tema delle infrastrutture immateriali in tempi di spiccata digitalizzazione è altrettanto
fondamentale. Sebbene ci siano segni di sviluppo, un esempio sono i bandi Next Appennino
dedicati alle aree interne, Spoleto deve affrontare il problema del calo demografico, una sfida
comune anche ad altre parti della regione.

Confartigianato sostiene con forza gli interventi di miglioramento sulle infrastrutture a
partire dal tratto Terni-Spoleto della Flaminia. La considerate la priorità per Spoleto?

La consideriamo priorità per tutta l’Umbria, non solo per Spoleto. E’ vero che sta partendo il
cantiere della “Tre Valli”, che sicuramente agevola il collegamento decongestionando sia il valico della Somma che parte anche della E45, ma dobbiamo tener conto del fatto che interventi
di miglioramento delle infrastrutture mancano da troppi anni ed abbiamo perso fin troppo tempo,
posizionandoci con un gap notevole rispetto ad altri territori. Questo tipo di collegamenti, sia
stradali che ferroviari, in una Regione come la nostra, rappresentano il collegamento tra Tirreno
e Adriatico: sono dunque strategici per il Paese non solo per l’Umbria.

Per sostenere il mondo produttivo dell’area spoletina avete in programma progetti
specifici come quelli che state attuando in altre zone della regione?

L’attività di Confartigianato rimane la stessa: rappresentare e supportare le imprese, fornendo
consulenza per la nascita e lo sviluppo delle stesse. Con l’apertura della nuova sede,
l’associazione sarà più presente nella zona di Spoleto-Valnerina, affiancando le aziende in
un’area difficile perchè ha subito grandi danni a causa del terremoto.

In occasione dell’inaugurazione si parlerà anche di politiche turistiche, pensa che a
Spoleto si possa fare di più e meglio su questo fronte?

Durante l’inaugurazione, è previsto l’intervento dell’assessore Agabiti, che ci ha promesso
anche un flash sul turismo. La Regione, come dicevo prima, ha già compiuto progressi
significativi nel settore turistico, migliorando la promozione e aumentando la visibilità della
regione, ma di fatto facendo cambiare passo a tutto il Sistema regionale nell’approccio ai temi
turistici. Tuttavia, c’è spazio per ulteriori miglioramenti, e Confartigianato intende contribuire a
questo dibattito, fornendo idee e proposte a sostegno, per potenziare un comparto che sta
acquisendo sempre maggiore importanza.

L’inaugurazione della nuova sede Confartigianato a Spoleto si prospetta dunque come un
momento cruciale per il rilancio economico e sociale dell’area, con l’obiettivo di promuovere lo
sviluppo delle imprese locali e migliorare la qualità della vita dei cittadini.

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