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Personale del pronto soccorso ancora aggredito, le richieste dei sindacati alla Asl

Ancora un’aggressione ai danni del personale di Foligno. Stavolta, a subirne le conseguenze è stato il personale del pronto soccorso, vittima di aggressioni verbali e fisiche.

Un nuovo episodio di fronte al quale i sindacati, oltre ad esprimere solidarietà alle vittime, tornano a invocare interventi a difesa del personale sanitario.

“Non è la prima volta che accadono fatti di questo genere e la direzione dell’Azienda Usl Umbria 2, pur dopo le precedenti e numerose segnalazioni da parte delle sigle sindacali, continua ad ignorare questa grave situazione” afferma la Fp Cgil dell’Azienda Usl Umbria 2. Che aggiunge: “Dobbiamo essere tutti consapevoli, come lavoratori della sanità, che le aggressioni che subiamo sono frutto di una gestione della sanità fallimentare, dettata da logiche di mercato che hanno trasformato la salute in merce. Lavoriamo in un servizio sanitario sempre più smantellato, depotenziato, saturo e lontano dai pazienti. La carenza cronica di personale – spiega la Fp Cgil – ha come diretta conseguenza turni massacranti e compromissione della qualità delle cure, che mettono a rischio la salute di noi stessi lavoratori e dei pazienti, i quali sono costretti a subire tempi di attesa lunghissimi prima di ricevere assistenza. Questa situazione è inaccettabile e richiede interventi urgenti”.

Alla luce di tutto ciò, la Fp Cgil dell’Azienda Usl Umbria 2 formula precise richieste: “Aumento del personale al fine di potenziare il pronto soccorso e gli altri reparti in crisi; l’implementazione di misure concrete per migliorare le condizioni di lavoro e per prevenire il burnout; l’implementazione di protocolli di sicurezza efficaci per proteggere gli operatori dalle aggressioni da parte di utenti esasperati dai lunghissimi tempi di attesa; ripristino del posto fisso di polizia h24 in loco per facilitare interventi tempestivi”.

Anche la segreteria della Uil Fpl dell’Umbria e la segreteria aziendale di Uil Fpl della Usl 2 rinnova l’appello alla direzione dell’ospedale, “affinché si intervenga quanto prima a far fronte a tutte le criticità del nosocomio, più volte evidenziate dalle organizzazioni sindacali, sul fronte della sicurezza”.

“Occorre ribadire – spiegano i sindacalisti della Uil – che gli operatori sanitari non possono essere vittima di aggressioni perché agiscono già, purtroppo, al limite delle proprie possibilità, sempre sotto organico e seguendo alla lettera procedure che impongono iter da seguire e burocrazia. Condannando dunque il gesto, non si può negare che l’ospedale di Foligno presenti un problema di sicurezza del luogo di lavoro, direttamente afferente al Decreto ministeriale 81, che norma il settore. Problematica alla quale si aggiungono quelle dei carichi di lavoro e dell’organizzazione. Una concomitanza di fattori che rende la sostenibilità per il personale impossibile”.

“Sul fronte strettamente della sicurezza, l’ospedale di Foligno presenta un problema di costruzione: ha accessi ovunque e i reparti diventano insicuri senza più un controllo all’ingresso. Ricordiamo i problemi di sicurezza negli spogliatoi, per i quali l’azienda si era impegnata. Serve, finalmente e come chiediamo da tempo, la riattivazione della sorveglianza h24 all’ingresso, contingentando gli ingressi liberi, dopo un’ora eccessiva. Le aggressioni al personale sanitario – continuano Uil Fpl Umbria e Uil Fpl aziendale – restano qualcosa di inaccettabile e intollerabile, sulle quali chiediamo un definitivo cambio di passo. La direzione dell’azienda deve prendersi carico di questa emergenza ed intervenire, prima che episodi del genere possano avere esiti infausti”.

Esplosione poi l’incendio in casa, feriti due anziani

Prima l’esplosione, poi le fiamme uscire dalla finestra di un appartamento a Tavernelle di Panicale. All’interno c’erano due anziani, feriti in modo lieve. L’uomo ha riportato in particolare ustioni a un braccio. Entrambi sono stati comunque trasportati all’ospedale di Perugia per essere medicati e per ulteriori accertamenti.

L’allarme è scattato intorno alle17,15 e la scena è stata anche ripresa col telefonino da una persona che si trovava in strada.

Per spegnere l’incendio sono intervenuti i vigili del fuoco con una squadra della sede centrale di Perugia con autopompa serbatoio, autoscala e autobotte.

Sono in corso accertamenti per comprendere l’origine dell’esplosione, dovuta probabilmente ad un incidente in cucina.

L’edificio è oggetto di una ricognizione da parte dei vigili del fuoco, che hanno precauzionalmente fatto evacuare due appartamenti adiacenti a quello dove si è verificata l’esplosione.

L’Ue a Foligno per sostenere i Cluster umbri

Seconda tappa italiana, a Foligno, dell’evento internazionale Clusters meet Regions con cui la Commissione Europea, attraverso il confronto tra attori istituzionali, imprese, centri di ricerca e stakeholder locali ed europei, punta a implementare il ruolo dei cluster come motori strategici di transizione verde e digitale negli ecosistemi di innovazione regionali.

In Umbria sono presenti tre importanti e affermati cluster che operano in ambiti strategici come l’aerospaziale, l’e-mobility e la nautica. La tappa umbra dell’evento, organizzata tramite l’European cluster collaboration platform e in collaborazione con Regione Umbria e Sviluppumbria, è una delle due sole iniziative del Clusters meet Regions previste in Italia, oltre a quella di Milano che già si è svolta nel mese di marzo.

La due giorni umbra è ospitata a Palazzo Trinci. All’incontro inaugurale sono intervenuti Stefania Proietti, presidente della Regione Umbria, Luca Ferrucci, amministratore unico di Sviluppumbria, Alberto Valenzano della Direzione generale per il mercato interno, l’industria, l’imprenditoria e le pmi (Dg Grow) della Commisione europea, e Stefano Zuccarini, sindaco di Foligno. Presente anche l’assessore regionale allo sviluppo economico Francesco De Rebotti, il quale terrà le conclusioni nell’evento conclusivo del Clusters meet Regions.

“I cluster – ha dichiarato la presidente Proietti – sono lo strumento con cui il nostro Paese si sta approcciando alla nuova rivoluzione industriale, verde e hi-tech, che come Umbria dobbiamo saper cogliere per garantire lo sviluppo della regione e il futuro dei nostri giovani. Oggi a Foligno, a confrontarsi con le nostre imprese e istituzioni, c’è l’Europa che crede nei cluster. Anche con iniziative simili l’Unione Europea incentiva e sostiene le clusterizzazioni come strumento utile di sviluppo economico nel nuovo piano industriale italiano. Noi siamo al suo fianco”.

“I tre cluster umbri – ha commentato l’assessore De Rebotti – sono la dimostrazione di una grande capacità di fare squadra, rete e filiera. Con questo evento puntiamo a incentivare tale patrimonio e a rafforzare il legame tra imprese che insieme possono così affrontare con maggiore efficacia ed efficenza la transizione nel campo della sostenibilità ambientale e dell’innovazione tecnologica, attraverso prodotti di filiera. Questo è il nostro obiettivo, ovviamente facendo riferimento alle risorse europee della programmazione che sono indispensabili per sostenere le imprese umbre”.

“L’Umbria vanta una lunga tradizione di esperienze di cooperazione tra imprese – ha ricordato il presidente di Sviluppumbria, Luca Ferrucci – e, prima di altre regioni, anche a livello europeo, ha capito che la forza delle imprese non risiede nell’individualismo, ma nella capacità di mettersi insieme, in un gioco collettivo volto a rafforzare la competitività di ciascuno. La Regione Umbria e Sviluppumbria credono a tale modello e per quanto possibile continuanno a investirvi e a cercare di estenderlo”.

In platea, per partecipare anche agli incontri tecnici, ai workshop, ai panel e alle iniziative, presenti rappresentanti delle istituzioni, delle agenzie regionali e, soprattutto, delle imprese che fanno parte dei tre cluster umbri: l’Umbria Aerospace Cluster, che rappresenta l’industria regionale umbra operante nei settori dell’aeronautica, dello spazio e della difesa, composto da quarantasette imprese, con un fatturato aggregato di 800 milioni di euro e 4.600 lavoratori impiegati; l’Umbria Nautical Cluster, composto da nove imprese umbre operanti nell’industria cantieristica; l’Umbria e-mobility network, composto da diciassette aziende umbre operanti nel settore della mobilità sostenibile, con un fatturato consolidato di quasi 600 milioni di euro e 2.300 dipendenti.

“La Commissione Europea – ha sottolineato Alberto Valenzano – ha come obiettivo quello di rafforzare la politica dei cluster in tutta Europa e in particolare in Italia. Siamo qui per promuovere la politica dei cluster della Regione Umbria e i cluster locali, mettere in evidenza le best practice in questo ambito e motivare altre Regioni a seguire questa linea. Ma siamo qui a Foligno anche per fare incontrare i cluster umbri con quelli europei così da creare e rafforzare le partnership a livello continentale”.

Nella prima mattinata, intanto, si sono tenuti i primi panel di approfondimento moderati da Cillian Fani, segretario generale dell’Umbria Aerospace Cluster, (Regional Ecosystems – The role of clusters in Umbria in shaping industrial transformation of the region) e Marina Cecilia Sereni, responsabile attività e cluster internazionali di Sviluppumbria e coordinatore della rete Enterprise Europe Network, (Regional and national strategies and good practices – Addressing challenges for the future of the industrial transition).

Traffico di droga, maxi-operazione a Terni

Maxi-operazione a Terni contro il traffico di droga, scattata quando non era ancora l’alba, condotta dalla Squadra Mobile, coordinata dal Servizio Centrale Operativo, con il supporto di unità cinofile antidroga e antiesplosivi e di personale di rinforzo.

Per dare esecuzione alle 21 misure cautelari – nei confronti di cittadini italiani e nordafricani – emesse dal gip del Tribunale di Terni, Mastracchio, su richiesta del pm Panucci. Altre 10 persone, indagate a piede libero, sono state sottoposte a perquisizioni.

Ben 21 persone oggetto di una ordinanza di misure cautelari, altre 10 indagate a piede libero e oggetto di perquisizioni per traffico di droga. Dalle prime ore di questa mattina è in corso a Terni una articolata operazione di polizia giudiziaria, , per dare esecuzione appunto a 21 misure cautelari emesse dal GIP del Tribunale di Terni Mastracchio, su richiesta del pm Panucci.

In particolare, la Squadra Mobile, diretta dal Commissario Capo Lucattoni, ha dato esecuzione a 9 ordini di custodia cautelare in carcere, 8 sottoposizioni ad arresti domiciliari e 4 divieti di dimora con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Secondo le indagini, le persone indagate, da Terni gestivano un consistente spaccio di eroina, cocaina e hashish.

Proroga Zona Franca Urbana Sisma 2016, Confartigianato: “Bene, ora una strategia più ampia per ripartenza economica e sociale”

“Un piccolo ma significativo passo avanti nel percorso di rilancio dei territori colpiti dal sisma del 2016”. Così Confartigianato Imprese Terni accoglie la notizia della proroga della Zona Franca Urbana, che assicura sgravi economici alle imprese nelle zone del cratere del sisma 2016.

Un intervento agevolativo, evidenzia Confartigianato, che, seppur limitato nel tempo, continua a offrire un sostegno concreto alle imprese locali, aiutandole a far fronte alle difficoltà ancora presenti.

“È fondamentale che misure come questa – si legge nella nota dell’associazione – si inseriscano in una strategia più ampia e duratura per garantire una vera ripartenza economica e sociale delle aree terremotate. La piccola economia nelle zone montane del cratere sismico del 2016 rappresenta un pilastro essenziale non solo per la ricostruzione fisica dei territori, ma soprattutto per la rinascita delle comunità locali. Artigiani, agricoltori, esercenti e piccole imprese custodiscono saperi, relazioni e identità che danno vita ai borghi e ne garantiscono la stessa esistenza. Sostenere queste realtà significa ricostruire un tessuto sociale vivo, generare lavoro, fermare lo spopolamento e restituire futuro a territori fragili ma ricchi di risorse umane e culturali”.

“La ricostruzione del cratere sismico non può limitarsi al cemento e alle infrastrutture: serve una visione che rimetta al centro le persone, il lavoro e le imprese locali. La piccola economia è il vero motore delle aree montane, perché produce valore, coesione sociale e presidio del territorio. Confartigianato Imprese Terni è accanto agli artigiani e alle micro e piccole imprese al fine di garantire che possano essere protagonisti di un futuro possibile e sostenibile per questi luoghi” dichiara Mauro Franceschini, presidente Confartigianato Imprese Terni

“Nei borghi del cratere ogni bottega, ogni stalla, ogni laboratorio rappresenta una speranza di rinascita -aggiunge Michele Medori, segretario Confartigianato Imprese Terni -. Come Confartigianato crediamo che senza il rilancio delle attività artigiane e produttive, nessuna ricostruzione sarà davvero compiuta. Le comunità si ricostruiscono con il lavoro, la dignità e la continuità delle tradizioni: è questa la sfida che vogliamo vincere insieme”.

(nella foto Mauro Franceschini e Michele Medori)

Fondazione CR Città di Castello, il dottor Leveque è il nuovo presidente

Alessandro Leveque è il nuovo presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Città di Castello. Sarà coadiuvato dal vice-presidente Angelo Benedetti il vice-presidente.

Un cambio di guardia avvenuto nel segno della continuità e dell’attenzione al territorio.

Il Consiglio di amministrazione composto da, Maria Rita Bracchini, Luigi Schettino, Giovanni Cangi, Gianfranco Godioli, Angelo Benedetti, Tommaso Vannocchi e Alessandro Leveque, si è riunito e ha provveduto alla nomina del Presidente e di Vice Presidente, nelle persone di Alessandro Leveque e Angelo Benedetti.

“A nome del Consiglio di Amministrazione e di tutto l’ente – si legge nella nota della Fondazione – esprimiamo la più profonda gratitudine ai Presidenti e a tutti i C.d.A che si sono succeduti nel tempo, figure di altissimo profilo umano e professionale, che con visione, dedizione e spirito di servizio hanno contribuito in modo determinante alla crescita e al prestigio della Fondazione. I loro mandati sono stati caratterizzati da uno straordinario senso istituzionale e dalla capacità di coniugare valori fondanti con azioni concrete e durature.”

Con il nuovo CdA, la Fondazione intende proseguire con determinazione il cammino tracciato, rinnovando il proprio impegno a favore del territorio, dei cittadini e delle nuove generazioni. Il nuovo consiglio di amministrazione porta con sé un profilo autorevole, radicato nei principi di responsabilità sociale, innovazione e apertura al dialogo, elementi centrali per affrontare con fiducia le sfide future. Il cambio al vertice rappresenta non solo un passaggio formale, ma l’occasione per ribadire con forza il ruolo della Fondazione come istituzione viva, capace di ascoltare, costruire e generare valore in maniera inclusiva e trasparente.

“La comunità rimane al centro della nostra missione – ha dichiarato il neo presidente Leveque – e continueremo, con spirito rinnovato, a mettere in campo idee, risorse e progettualità in grado di contribuire in modo tangibile al benessere collettivo”.

Chi è Alessandro Leveque

Leveque ha iniziato la sua attività professionale nel 1987 come Ufficiale Medico presso la Legione Carabinieri di Perugia, per poi ricoprire, dal 1990 al 1994, il ruolo di Medico fiduciario della Polizia di Stato. In parallelo, tra il 1989 e il 2012 ha esercitato la libera professione in regime convenzionato, dedicandosi in particolare all’endocrinologia, alle malattie metaboliche e alla scienza dell’alimentazione, anche con incarichi di direzione sanitaria in strutture private. Dal 1992 al 1993 è stato Medico di Medicina Generale convenzionato con il SSN nell’ambito territoriale di Spoleto. Nel marzo 1993 ha intrapreso la sua lunga esperienza nel campo della nefrologia, diventando Dirigente Medico e poi responsabile di una Struttura Semplice di Dialisi presso l’U.O. di Nefrologia dell’Ospedale di Città di Castello, incarico mantenuto fino a dicembre 2006. Nel 2007 è stato nominato responsabile aziendale della U.O. Nefrologia e Dialisi della ASL 1, proseguendo dal 2013 come responsabile della Struttura Semplice Dipartimentale di Nefrologia e Dialisi degli Ospedali dell’Emergenza-Urgenza.

Dopo un breve incarico di direzione ad interim nel 2016, nello stesso anno ha vinto il concorso pubblico per la Direzione dell’Unità Operativa, ruolo che ricopre tuttora con continuità. Leveque si è sempre distinto per una visione umanistica della medicina, con un impegno concreto nel porre il paziente al centro del percorso di cura. Sotto la sua guida, l’Unità Operativa ha promosso modelli assistenziali orientati all’ascolto, alla personalizzazione delle terapie e alla qualità della vita dei pazienti nefropatici. Questo approccio, fondato sull’integrazione tra competenza clinica, innovazione e attenzione alla persona, rappresenta il cardine della sua attività professionale.

La Fondazione

La «Fondazione Cassa di Risparmio di Città di Castello» è la continuazione ideale della Cassa di Risparmio di Città di Castello fondata da un’associazione di privati cittadini e riconosciuta dal Governo Pontificio col rescritto del 10/2/1855 e dal Governo italiano con regio decreto del 13/4/1862. La Fondazione è una persona giuridica privata a base associativa ed è dotata di piena autonomia statutaria e gestionale. La Fondazione svolge la sua attività prevalentemente nel territorio di tradizionale radicamento e precisamente nei comuni di Città di Castello, San Giustino, Montone, Citerna, Umbertide, Lisciano Niccone, Pietralunga, Monte Santa Maria Tiberina, con particolare attenzione al territorio tifernate. La Fondazione non ha fini di lucro e persegue esclusivamente scopi di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico. Nel perseguire gli scopi di utilità sociale la Fondazione indirizza la propria attività nei settori dell’arte, della conservazione e valorizzazione dei beni e delle attività culturali e dei beni ambientali, dell’istruzione, della ricerca scientifica, della sanità e dell’assistenza alle categorie sociali deboli.

Trasporto scorie Ast, polemiche tra Italia Nostra e Fiom Cgil

Botta e risposta sul trasporto scorie delle lavorazioni Ast tra Italia Nostra e le organizzazioni sindacali. La sezione ternana dell’associazioni ambientalista aveva accusato: “Nonostante la tragica morte di Sanderson e i milioni dell’accordo di programma, il trasporto scorie fuse a mille e più gradi proseguirà allo stesso modo. Su gomma”

Accusando lil Gruppo Arvedi, ma anche politici, istituzioni e sindacati, di non aver affrontato il tema, nonostante la recente firma dell’Accordo di programma. Preferendo continuare sul “medioevo trasportistico – camion con paiola carica di scorie infuocate”.

Accuse a cui replica la Fiom Cgil di Terni “per onore della verità e per rispetto di una giovane vita caduta sul lavoro”.

“In primo luogo – osserva il segretario generale dell’organizzazione sindacale, Alessandro Rampiconi – la sede deputata per risolvere queste questioni specifiche non era l’accordo di programma, che pure è criticabile per alcune occasioni perse, nonostante il deciso passo in avanti. Subito dopo l’incidente mortale, grazie alla determinazione dei colleghi di Sanderson – ricorda Rampiconi –, si è protratto uno sciopero durato sei giorni e che ha tenuto ferma l’intera area a caldo di Ast. Quella lotta ha determinato un accordo che ha portato, tanto per citare gli elementi essenziali, un aumento delle pause e degli organici per gli operatori, una squadra di pronto intervento per il manto stradale e l’utilizzo del kirow solo per le paiole vuote, riservando il trasporto della scoria liquida al Kress, ritenuto dai lavoratori più sicuro in questa fase”.

“La Fiom Cgil di Terni, nel rispetto del lavoro della magistratura – aggiunge Rampiconi – si è messa sin da subito a disposizione degli organi inquirenti e ha prodotto documenti, comunicati e atti relativi a richieste di incontro a Tapojarvi, addirittura risalenti al 2020. Al riguardo, la nostra organizzazione sindacale valuterà ogni ipotesi procedurale possibile al fine di costituirsi parte civile quando sarà avviato il processo. Ricordiamo di essere l’unica organizzazione sindacale ad avere agito in questa direzione. Per tutti questi motivi – conclude il sindacalista – riteniamo inutili e dannose certe prese di posizione generiche e strumentali che sono irrispettose di chi si sta battendo con tutti i mezzi a disposizione per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, ma soprattutto per Sanderson e la sua famiglia che meritano giustizia e non gogna mediatica”.

Cammini di trekking, leva per realizzare una nuova politica di crescita territoriale nell’orvietano

Considerare i cammini di trekking come il punto di forza intorno al quale costruire un’azione di rilancio che parte dal turismo per arrivare all’incremento della residenzialità. Si tratta di una strategia che Orvieto può perseguire con successo avendo come punto di partenza i numeri straordinari che continua a macinare il progetto del cammino dell’intrepido Larth, ma a patto di essere tutti consapevoli che abbiamo a che fare non solo con una nuova offerta turistica, ma con il punto di innesco di una nuova strategia di marketing territoriale a cui devono fornire il loro essenziale contributo molti attori sociali. Intanto qualche numero. Nel corso del 2024, i pernottamenti lungo i cammini italiani hanno superato quota un milione e 435 mila, con un aumento del 6% rispetto all’anno precedente. Il ministero del Turismo ha registrato 71 milioni di presenze e oltre 11 milioni di arrivi nel settore open air nel 2024, con un impatto economico complessivo di oltre 8 miliardi di euro . Il cammino dell’intrepido Larth ha prodotto lo scorso anno un indotto stimato al ribasso in 240 mila euro, ma i numeri di metà 2025 ufficializzeranno una crescita ulteriore che dovrebbe consentire di chiudere l’anno in corso con cifre record. Solo tra aprile e maggio si sono contate ben oltre le 900 presenze. Si è di fronte ad un fenomeno turistico, di marketing ed economico di straordinario livello, ma adesso la vera sfida è allargare lo sguardo attraverso una strategia realisticamente ambiziosa e condivisa.

L’ALTERNATIVA ALLA POLITICA DEGLI EVENTI

Per sostenere il progetto che verrà implementato con il nuovo cammino del miracolo del Corpus domini e poi altri analoghi, sta sorgendo l’associazione “Idee in cammino” a cui daranno il proprio contributo numerose persone che condividono questa visione di alto profilo. I cammini di trekking servono essenzialmente a garantire un flusso economico in un certo territorio e rappresentano un’alternativa o una integrazione alla politica degli eventi. A differenza di questi ultimi però comportano un impegno organizzativo e uno sforzo finanziario ridotto. Non si deve ricominciare ogni volta da capo, fronteggiando imprevisti e contingenze varie. Un cammino che funziona richiede di essere promosso e implementato, ma è meno rischioso e meno costoso di un evento. L’esperienza di Larth si sta inoltre dimostrando estremamente interessante e proficua anche per aggredire e ridimensionare una carenza strutturale della nostra offerta turistica che è quella della stagionalità. Lo dimostrano i numeri di inizio dicembre e di tutti gli altri mesi invernali. La sfida da gestire adesso è legata all’incremento della permanenza e la strategia non può che essere quella di “chiudere il cerchio” proponendo e vendendo direttamente pacchetti turistici focalizzati sull’orvietano, in cui anche la scontistica sui pernottamenti deve giocare un ruolo non secondario. L’obiettivo è trattenere i turisti quanto più possibile e molto di quello che esiste oggi non riesce a raggiungere lo scopo. E’ necessario entrare in una logica di nuova programazione della permanenza, ben consapevoli che ad oggi questo lavoro non lo svolge davvero nessuna agenzia turistica mentre ci sono invece quà e là significative esperienze di singoli operatori di cui fare tesoro.

NUOVE OFFERTE E SERVIZI

Dobbiamo mettere in rete ciò che esiste, ma anche creare nuove offerte. Rientra in questa stategia il “Progetto Sugano”, ovvero una azione combinata in cui l”investimento” a favore della comunità del borgo (biblioteca di uso pubblico) si somma alla creazione di nuove attrattive come la trasformazione del paese in un museo a cielo aperto per arrivare alla valorizzazione di un percorso ad hoc costituito dal trittico: laghetto-impianto idroeolettrico Netti-area delle fonti del Tione. Coinvolgimento della popolazione, delle istituzioni locali e del mondo economico sono requisiti essenziali. Il progetto è già avviato e tutti possono svolgervi un ruolo importante. L’imprenditoria sociale che vede impegnato il sottoscritto insieme ad altri compagni di avventura dall’ammirevole entusiasmo, energia e generosità come Emanuele Rossi e Luca Sbarra può fare molto e lo sta dimostrando. Ad un certo punto però deve battere un colpo anche la politica. Il nostro lavoro serve per portare qui migliaia di persone che altrimenti non ci sarebbero venute. Dobbiamo indurle nella tentazione di considerare Orvieto non solo un luogo da visitare, ma un posto in cui poter valutare di venire a vivere. Per ottenere questo risultato è necessario fare tante cose sul fronte dei servizi, dello sviluppo economico e dei trasporti, ma iniziando dal chiarirci le idee sul cosa fare per il mercato immobiliare. Per nostra fortuna non siamo nelle condizioni disperate di vendere le case ad un euro come hanno iniziato a fare per primi i luoghi spopolati nella provincia di Catania e i paesini sperduti delle valli alpine e degli Appennini, ma dobbiamo decidere quali vogliamo che siano i futuri abitanti di Orvieto. Esclusivamente gente facoltosa che può muoversi agevolmente in un mercato immobiliare alto come l’attuale o vogliamo attrare anche ceto medio? Se la riposta è la seconda, è arrivato il momento di cominciare a lavorare su una serie di iniziative che riguardino la gestione ai fini abitativi del patrimonio comunale, nuovi rapporti con il mondo delle aziende (edilizia contrattata), incentivi fiscali e aiuti per chi ristruttura in certe zone come le frazioni, probabile revisione dei regolamenti comunali, ruolo delle banche, maggiore coinvolgimento dell’Ater. E’ arrivato il momento di rimettersi in cammino.

Focolaio del virus Lingua Blu in Valnerina e nello Spoletino

Focolaio del virus della Lingua Blu (Blue Tongue) in alcuni allevamenti della Valnerina e dello Spoletino. Virus che colpisce ovini e bovini e non è trasmissibile all’uomo, ma rischia di creare gravi danni economici al settore.

“Ci siamo attivati immediatamente – spiega l’assessore regionale Simona Meloni – per monitorare la situazione e garantire supporto agli allevatori. Al momento, il focolaio è circoscritto, ma non per questo possiamo abbassare la guardia. Il dolore per la perdita degli animali è grande, sia sul piano personale che economico. E la malattia, soprattutto per gli ovini, comporta conseguenze anche nei mesi successivi all’infezione”.

Pur non essendo attualmente previsti indennizzi da parte del Ministero della Salute, la Regione Umbria si sta attivando per reperire risorse regionali con l’obiettivo di introdurre forme di ristoro almeno a copertura delle spese di smaltimento degli animali deceduti.

“È nostro dovere – prosegue Meloni – assicurare vicinanza concreta a chi lavora in prima linea nelle nostre zone rurali. Siamo in contatto costante con i Servizi veterinari e le associazioni di categoria per valutare in tempo reale l’evoluzione del quadro sanitario. È in corso un’attività coordinata di sorveglianza e aggiornamento, così da orientare con precisione ogni decisione.”

L’Amministrazione regionale invita gli allevatori umbri a mantenere attivi i contatti con i servizi veterinari delle ASL e le proprie associazioni di riferimento, segnalando tempestivamente ogni eventuale sintomo sospetto.

Coldiretti

Coldiretti, che si è subito attivata con le istituzioni a sostegno degli allevatori, ricorda che la Blue Tongue è una malattia trasmessa ai ruminanti da un insetto – ricorda Coldiretti. Non colpisce l’uomo e non infetta il latte e la carne ma può comunque causare la morte dell’animale.

È dunque indispensabile – sostiene Coldiretti – che vengano messe in campo tutte le azioni necessarie per arginare l’epidemia e sostenere con i possibili indennizzi le imprese agricole colpite, al fine di evitare ulteriori danni economici e salvaguardare il futuro della pastorizia.

Gli allevatori sono costretti infatti a subire non solo la morte dei capi, ma anche i costi per lo smaltimento delle carcasse, riduzione della natalità e della produzione di latte.

Alle aziende colpite – ribadisce Coldiretti – in questa fase servono soprattutto indennizzi e un piano per evitare la sua diffusione, insistendo sulla prevenzione.

La lingua blu, che è causa anche dei cambiamenti climatici ed in particolare dell’aumento delle temperature, rischia di aggravare la situazione di un comparto già in sofferenza, con conseguenze pesanti su tutta la filiera della carne e lattiero-casearia – afferma il presidente di Coldiretti Umbria Albano Agabiti. È importante agire in fretta per mettere in sicurezza gli allevamenti e garantire compensi alle aziende zootecniche che non devono essere lasciate sole.

Metalmeccanici, sciopero al 75%: le immagini della manifestazione di protesta

Nel giorno dello sciopero nazionale dei metalmeccanici indetto da Fim, Fiom e Uilm – protesta che nelle industrie umbre, informano i sindacati, ha fatto registrare un’adesione media del 75%, con picchi molto più alti in alcuni stabilimenti della regione – centinaia di operai metalmeccanici provenienti da tutte le città dell’Umbria hanno raggiunto il centro storico di Perugia per la manifestazione regionale per chiedere a gran voce il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro.

Tra cori, striscioni, fumogeni e decine di bandiere verdi, rosse e blu di Fim, Fiom e Uilm, i lavoratori si sono concentrati in piazza Matteotti per poi raggiungere in corteo piazza Italia dove dal palco sono intervenuti Simone Liti, segretario generale della Fim-Cisl Umbria, Fabrizio Blasi della Uilm-Uil Umbria e Silvia Simoncini, segretaria nazionale della Fiom-Cgil. Non mancavano bandiere della pace e appelli a fermare i conflitti in corso.

“Siamo arrivati a 40 ore di sciopero – hanno sottolineato Marco Bizzarri e Alessandro Rampiconi, segretari generali di Fiom Cgil rispettivamente Perugia e Terni – e questo è un grande sacrificio per tutti i lavoratori. Ma abbiamo nuovamente incrociato le braccia e siamo ancora qui in piazza perché vogliamo assolutamente riconquistare il tavolo della trattativa. È intollerabile il perdurante atteggiamento di chiusura di Federmeccanica-Assistal e Unionmeccanica-Confapi che si rifiutano di riaprire le trattative, lasciando senza risposte migliaia di lavoratrici e lavoratori. Il contratto è scaduto da troppo tempo e la nostra piattaforma, approvata a larghissima maggioranza da tutti i lavoratori, è stata presentata ormai un anno fa. D’altronde, dal contratto nazionale passa anche il futuro del settore metalmeccanico e dell’industria del nostro Paese. Vogliamo salari che siano veramente in grado di restituire il potere d’acquisto ai lavoratori e c’è bisogno di intervenire anche su tutta la parte normativa per contrastare l’attuale modello di appalti e subappalti e del diffuso precariato che c’è nel settore. Siamo qui nella speranza che questo ulteriore sciopero possa convincere Federmeccanica-Assistal e Unionmeccanica-Confapi a riaprire il tavolo di confronto a partire dalla piattaforma presentata da Fim Fiom e Uilm”.

Le richieste dei metalmeccanici

“Le nostre richieste – hanno ricordato Bizzarri e Rampiconi – prevedono innanzitutto un aumento salariale di 280 euro per riconquistare il potere d’acquisto, ma non basta. C’è tutta una parte della nostra piattaforma che riguarda il mercato del lavoro per limitare l’utilizzo delle forme più precarie e rendere più stabile il mondo del lavoro nel settore metalmeccanico. Abbiamo, inoltre, una parte legata a salute e sicurezza, temi quanto mai emergenziali in questo Paese visto quello che le cronache purtroppo ci restituiscono ogni giorno. La nostra è una piattaforma all’avanguardia, il problema è che è stata scalzata da una contropiattaforma che ci è stata presentata con l’idea formale di depotenziare l’effetto del Ccnl”.