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Lavoro ed equilibrio di genere: indagini e riflessioni

Giovedì 5 giugno alle ore 17, presso la Casa delle Donne a Terni (l’incontro potrà essere seguito anche tramite la diretta online) si terrà l’evento dal titolo “Lavoro ed Equilibrio di Genere in Umbria”, organizzato dalla Regione Umbria, in collaborazione con la consigliera di Parità e l’Agenzia Umbria Ricerche.

Si tratta di un’importante occasione di confronto e approfondimento sul tema delle disuguaglianze di genere nel mondo del lavoro e nella vita quotidiana.

L’iniziativa rientra nell’ambito delle politiche regionali per la promozione della parità di genere e il contrasto alle discriminazioni, con l’obiettivo di produrre conoscenza e stimolare azioni concrete per un’occupazione più equa e inclusiva.

Durante l’evento saranno presentati tre rapporti di ricerca:
“Asimmetrie di genere nella società umbra”
“Indagine sull’occupazione maschile e femminile nelle imprese umbre”
“Focus Group sugli squilibri tra vita-lavoro”

L’olio extravergine umbro con Aprol a Budai e Abu Dhabi

La Camera di Commercio dell’Umbria, in collaborazione con l’Accademia “Maestrod’olio”, ha accompagnato una delegazione di produttori olivicoli di Aprol Umbria a Dubai e Abu Dhabi.

“L’obiettivo – spiega Giulio Mannelli, presidente Aprol Umbria, l’associazione olivicola espressione di Coldiretti – è stato quello di promuovere l’olio umbro come simbolo del Made in Italy autentico, sostenibile e di altissima qualità in un mercato in forte crescita per i prodotti agroalimentari di eccellenza. La nostra presenza in un contesto internazionale così prestigioso ha significato rafforzare il posizionamento della nostra regione all’estero, educando al consumo di olio di qualità. L’olio extravergine di oliva umbro – ricorda Mannelli – è infatti un prodotto identitario che racchiude storia, paesaggio e competenza, ed è sempre più apprezzato per le sue qualità organolettiche e nutrizionali. Con questa missione – conclude Mannelli – abbiamo inteso riaffermare il ruolo centrale della filiera olivicola regionale nella promozione dell’identità agroalimentare italiana e umbra nel mondo”.

Una missione che coincideva anche con la Festa della Repubblica italiana, riferisce Mario Rossi, direttore Coldiretti Umbria. Per questo durante gli eventi celebrativi organizzati dall’Ambasciata italiana ad Abu Dhabi presso l’Emirates Palace Mandarin Oriental, l’olio umbro è stato protagonista non solo di degustazioni guidate, ma anche negli incontri con la comunità italiana, con buyer ed importatori.

“Per tutta la durata della missione, c’è stata l’opportunità, come a Dubai – spiega Rossi – di confrontarsi con importatori selezionati, rappresentanti dell’horeca, chef, ristoratori e albergatori locali, anche con appositi b2b. Un particolare ringraziamento va alla Camera di Commercio dell’Umbria, al presidente Giorgio Mencaroni e al segretario generale Federico Sisti, così come a Fausto Borella, presidente dell’Accademia Maestrod’olio, punto di riferimento per la promozione dell’olio italiano. Ma si è trattato di un’esperienza che ha potuto contare sulla straordinaria collaborazione e supporto dell’ambasciatore italiano negli Emirati Arabi Uniti Lorenzo Fanara, con il quale, tra l’altro, abbiamo ribadito l’importanza della tutela del Made in Italy agroalimentare nel mondo, ricordando gli 80 anni di Coldiretti e il suo impegno in quest’ambito”.

Parlano i produttori

“La missione – sottolinea Francesco Gradassi dell’azienda agriaria Marfuga di Campello sul Clitunno – si è conclusa con ottimi riscontri in termini di visibilità e contatti commerciali, confermando l’olio umbro come espressione di un territorio, il nostro, che custodisce le sue radici ma che sa guardare anche al futuro. Dubai e Abu Dhabi rappresentano un crocevia internazionale per commercio e turismo di lusso; un punto strategico per far conoscere il vero Made in Umbria agroalimentare”.

“In un momento importante per l’internazionalizzazione delle eccellenze agroalimentari italiane – commenta Gianfranco Ciarletti dell’azienda agricola Ciarletti di Trevi – serve puntare a nuovi mercati come quello degli Emirati, attento alla tracciabilità e alla qualità dei prodotti importati. Abbiamo cercato di far conoscere e valorizzare le caratteristiche uniche e i sapori del nostro olio, frutto di tradizione, sostenibilità e innovazione, con l’export sempre più leva fondamentale per garantire futuro e redditività alle nostre aziende olivicole”.

Olivo e olio, i numeri dell’Umbria

In Umbria, secondo elaborazioni Aprol-Coldiretti, si trovano quasi 7,5 milioni di piante di olivo che coprono circa 30.000 ettari e permettono di produrre mediamente circa 65.000 quintali di olio l’anno. La DOP dell’olio extravergine di oliva Umbria, è estesa all’intero territorio regionale, che è stato suddiviso in cinque sottozone. Snodo essenziale della qualità dell’olio umbro, è il numero dei frantoi: circa 200, che, con una presenza così capillare sul territorio, permettono la frangitura immediata delle olive, senza che queste si deteriorino per una presenza troppo lunga in magazzino prima della lavorazione.

Nuova apertura McDonald’s, colloqui di lavoro per selezionare 50 dipendenti

Ha fatto tappa a Spoleto il McDonald’s Job Tour, la selezione del personale organizzato per le nuove aperture – tra cui appunto quella della città ducale – e assunzioni McDonald’s in tutta Italia. Presso l’Hotel dei Duchi di Viale Matteotti hanno preso il via i primi colloqui individuali per coloro che vogliono lavorare nel nuovo ristorante della città.

McDonald’s è alla ricerca di 50 persone che abbiano voglia di mettersi in gioco, di lavorare in squadra e a contatto con i clienti, da inserire nel team del nuovo ristorante. Le persone selezionate verranno inserite in un percorso di formazione propedeutico alle mansioni che svolgeranno; saranno inquadrate con contratti part-time o full-time, in base alle esigenze del ristorante, secondo il contratto nazionale del turismo. La retribuzione è quella prevista dallo stesso contratto, chiaramente parametrata al numero di ore lavorative settimanali.

McDonald’s Job Tour a Spoleto
La tappa del Job Tour ha dato il via al percorso di ricerca e selezione del personale per entrare a far parte del team del ristorante McDonald’s di prossima apertura a Spoleto, che si aggiungerà agli altri nove ristoranti già presenti in provincia di Perugia. Durante la giornata, i primi candidati hanno avuto la possibilità di sostenere un colloquio individuale e di incontrare e confrontarsi con i dipendenti di altri ristoranti.

Lavorare in McDonald’s
Queste nuove posizioni rientrano nel piano di crescita nazionale, che anche quest’anno prevede l’assunzione di 5.000 nuove persone in tutta Italia. McDonald’s conta ad oggi oltre 750 ristoranti in tutta la Penisola, dove lavorano 38.000 dipendenti, che ogni giorno servono più di un milione di persone.

Il 62% dei dipendenti – evidenzia l’azienda – è rappresentato da donne che sono il 50% degli store manager, mentre il 55% dei dipendenti ha meno di 29 anni e il 32% è studente. Un’opportunità di lavoro stabile e concreta, dove il 92% delle persone è assunto con contratto stabile.

Grazie ad un programma di formazione da oltre un milione di ore all’anno, McDonald’s garantisce a tutte le sue persone un percorso strutturato, volto a valorizzare i propri talenti e a fornire tutti gli strumenti necessari per permettere a ciascuno di crescere in azienda.

McDonald’s Italia
In Italia da 39 anni, McDonald’s conta oggi oltre 750 ristoranti in tutto il Paese per un totale di 38.000 persone impiegate che servono ogni giorno 1.2 milioni di clienti. I ristoranti McDonald’s italiani sono gestiti per il 90% secondo la formula del franchising grazie agli oltre 160 imprenditori locali che testimoniano il radicamento del marchio al territorio. Anche per quanto riguarda i fornitori, McDonald’s conferma la volontà di essere un marchio “locale”. Ad oggi la maggior parte dei fornitori infatti sono italiani. Nel mondo McDonald’s è presente in oltre 100 Paesi con più di 41.000 ristoranti.

Redditi reali, Umbria maglia nera negli ultimi 5 anni. Eppure qui si vive meglio della media italiana

In Umbria la variazione reale del reddito Irpef medio pro capite nel quinquennio 2019-2023 è la peggiore tra quelle registrate in Italia. Eppure, qui si continua a vivere meglio della media nazionale, grazie a servizi pubblici, scuola, cultura e coesione sociale. E’ quanto emerge analizzando i dati Istat e il rapporto BesT 2024, per confrontare gli indicatori economici e sociali tra le regioni italiane.

Redditi in picchiata: il peggiore saldo d’Italia

Secondo i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, il reddito complessivo Irpef per contribuente in Umbria è cresciuto in valori nominali del 10,8%, contro il +13,9% della media nazionale. Ma è quando si considera l’inflazione che emerge la vera caduta: in termini reali, il calo è del 3,7%, oltre tre volte la media italiana (-1%). Una perdita secca di 865,5 euro pro capite in potere d’acquisto. Si tratta della variazione peggiore tra tutte le regioni italiane.

In confronto, la Basilicata ha guadagnato il 2,3% reale, seguita da Molise (+1,8%), Calabria (+1,6%) e Abruzzo (+1,5%). Altre sette regioni hanno almeno recuperato i livelli pre-Covid, ma l’Umbria resta in coda alla classifica.

Dipendenti al tappeto, pensionati in controtendenza

Il quadro peggiora quando si guarda al reddito dei lavoratori dipendenti. In Umbria, tra il 2019 e il 2023, il calo reale è stato del 10,7%, a fronte di una media nazionale del -4,5%. Nessuna regione ha fatto peggio. A fronte di un reddito medio di 25.734 euro nel 2019, i lavoratori umbri nel 2023 si sono ritrovati con 25.454 euro, considerando il potere d’acquisto attuale.

Va meglio, invece, ai pensionati: in Umbria i redditi da pensione sono cresciuti in termini reali dello 0,9%, sopra la media nazionale (+0,5%). Una piccola boccata d’ossigeno che rende meno negativo il quadro complessivo, ma non basta a invertire la tendenza.

Perugia e Terni, due fatiche parallele

A livello provinciale, la situazione resta critica su entrambi i fronti. La provincia di Perugia ha registrato una crescita nominale dell’11,1% del reddito medio Irpef, mentre Terni si ferma al +10,1%. Entrambe sotto la media italiana, entrambe in perdita se si considera l’inflazione. In numeri assoluti, il reddito medio Irpef in Umbria nel 2023 si attesta a 20.600 euro, contro i 21.800 della media nazionale. Meglio delle Marche (20.500 euro) e di tutte le regioni del Mezzogiorno, ma resta un dato deludente per una regione del Centro.

Il riscatto del BesT

A bilanciare il pessimismo economico arrivano i dati del BesT (Benessere equo e sostenibile dei territori) pubblicati da Istat. In questo campo l’Umbria mostra una resilienza sorprendente: il 46,1% degli indicatori delle due province si colloca nelle classi di benessere “alta” e “medio-alta”, contro una media italiana del 41,8%. Solo il 17,2% rientra nelle classi più basse, molto meno del 35,6% nazionale.

Il dominio dove l’Umbria eccelle è quello dell’Istruzione e formazione: ben il 44,4% degli indicatori è in fascia alta, e il passaggio diretto dei diplomati all’università (59,8%) supera di 8 punti la media italiana. Anche nella partecipazione civica e istituzionale, la regione si distingue: alle elezioni europee 2024 ha votato il 60,8% degli umbri, 11 punti sopra la media nazionale.

Innovazione e creatività: tallone d’Achille

Non mancano, tuttavia, le zone d’ombra. Il dominio più critico del BesT è quello legato a innovazione, ricerca e creatività. Solo il 37,5% degli indicatori è nelle fasce alte, e la regione presenta dati deludenti sulle domande di brevetto: 53,6 per milione di abitanti, contro una media nazionale di 102,9. Terni sprofonda a 21, mentre Perugia fa meglio con 64,8, ma resta lontana dagli standard nazionali.

Cultura, biblioteche, servizi: il capitale invisibile

Non si vive solo di reddito. In Umbria sono attive 156 strutture culturali tra musei, monumenti e aree archeologiche, il 3,5% del totale italiano. Le biblioteche pubbliche e private sono 119, presenti nel 67,4% dei comuni. I servizi online comunali per le famiglie sono tra i più avanzati d’Italia: il 61% dei comuni gestisce digitalmente almeno un servizio, contro il 53,6% nazionale.

Mencaroni: “Serve uno shock positivo per l’Umbria”

“Serve uno shock positivo per l’Umbria, non possiamo accontentarci del benessere statico” dice il presidente della Camera di commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni. “Quello che emerge dal rapporto – prosegue – è un allarme che non possiamo ignorare. I dati sui redditi certificano una dinamica regressiva dell’Umbria che rischia di cristallizzarsi. Non possiamo accontentarci di una qualità della vita che resiste mentre l’economia arretra. Il benessere sociale è un patrimonio prezioso, ma da solo non basta: occorre rilanciare l’Umbria come territorio attrattivo, competitivo e capace di trattenere i giovani”.

Mencaroni indica le priorità: “Bisogna agire con decisione su tre fronti: innovazione, formazione e imprese. Servono investimenti mirati e strategie condivise tra istituzioni, università e sistema produttivo per dare impulso a un’economia in grado di generare valore aggiunto e occupazione qualificata. I dati sulle domande di brevetto ci dicono che siamo in ritardo, ma anche che c’è margine di crescita se si scommette sul capitale umano. Serve uno shock positivo: infrastrutture materiali e immateriali, digitalizzazione e filiere innovative. Servono – conclude – scelte coraggiose”.

Tenacia e solidarietà imprenditoriale, così Novaplast è rinata dall’incendio

Una piena ripartenza, dopo l’incendio di un anno fa, per un’azienda che non ha mai smesso di lavorare, grazie alla tenacia imprenditoriale e dei dipendenti e della solidarietà di un territorio e di un intero settore. La Novaplast di Ferriera di Torgiano ha inaugurato il rinnovato reparto produttivo, distrutto nell’incendio che il 2 febbraio 2024 aveva colpito buona parte dello stabilimento.

Nonostante quell’evento, l’azienda specializzata nella produzione di allestimenti isotermici per furgoni, destinati al trasporto di alimenti, merci deperibili e farmaci, non si è mai fermata. Ha continuato la produzione, con la collaborazione delle aziende locali e dei concorrenti di altre regioni.

I nuovi macchinari, installati nei 700 mq del nuovo reparto produttivo, hanno fatto della Novaplast una realtà più competitiva ed efficiente. Dopo l’incendio, l’azienda non ha licenziato nessun dipendente, ma ha assunto nuovo personale. I programmi per il 2025 sono quelli di un anno di rinascita, con un aumento del fatturato e un impegno sia sul mercato italiano che su quello estero.

Grazie al rinnovamento del reparto produttivo, la Novaplast è anche diventata meno energivora e più rispettosa dell’ambiente. Ora, infatti, l’azienda impiega meno energia elettrica e di conseguenza evita l’emissione in atmosfera di oltre 6 quintali di Co2 l’anno.

La storia della Novaplast è quella di una piccola impresa locale, che festeggia un nuovo inizio. L’azienda a conduzione familiare, con 18 dipendenti, è attiva dagli anni ’70 e i furgoni allestiti con i suoi kit trasportano alimenti e medicinali in Italia e in diversi Paesi all’estero: dalla Germania alla Svezia, dagli Stati Uniti a Guadalupa, in uso sia ad aziende private che ad enti pubblici.

Una solida realtà imprenditoriale e umana, come dimostra anche la risposta del territorio nel momento di difficoltà, come sottolineato anche dal sindaco Eridano Liberti e dal presidente della Provincia di Perugia, Massimiliano Presciutti, che con i fratelli Biagini hanno partecipato al taglio del nastro.

“Possiamo dire che la storia di un dramma si è trasformata in una storia di tenacia, collaborazione e solidarietà”, ha commentato Claudia Biagini, amministratrice e comproprietaria della Novaplast, prima del taglio del nastro. “Non abbiamo mai smesso di lavorare per poterci rialzare, nemmeno nei momenti di sconforto, e persino i concorrenti ci hanno teso la mano. Una manifestazione di stima e solidarietà, – ha continuato Biagini – che ci ricorda come i rapporti umani abbiano un valore e una forza superiore a quella delle logiche economiche. Adesso ci ritroviamo più produttivi, competitivi e più rispettosi dell’ambiente”.

Ordigno trovato nella facoltà dell’Investigazione a Narni, le indagini

Si segue la pista anarchica, dopo la rivendicazione sul web a nome del gruppo Kyriakos Xymitiris

E’ la pista anarchica quella che gli inquirenti stanno seguendo per l’ordigno incendiario trovato lunedì all’interno della facoltà di Scienze dell’investigazione e della sicurezza, a Palazzo Sacripanti, a Narni.

Un ordigno per il quale sul web è comparsa la rivendicazione del gruppo anarchico Kyriakos Xymitiris. Questo il testo del messaggio: “Domenica 30 Marzo ci siamo introdotti nella facoltà di “Scienze dell’Investigazione e della Sicurezza” a Narni, in Umbria, ed abbiamo collocato un ordigno incendiario nella stanza “Laboratorio scena del crimine”. Con quest’azione abbiamo voluto colpire un centro di formazione della futura intelligence dello stato italiano. Stato genocida come ci dimostra la sua cooperazione con lo stato sionista d’ Israele nel massacro del popolo palestinese. Stato torturatore come ci dimostra l’esistenza del regime carcerario di 41bis in cui è recluso, anche, il compagno anarchico Alfredo Cospito. Stato stragista come ci dimostrano l’eccidio di migranti nel mar Mediterraneo e gli assassinii di detenuti/e nelle carceri”.

Come da protocollo, è scattata la procedura di sicurezza, con gli artificieri dei carabinieri che hanno effettivamente trovato l’ordigno.

Ora si indaga per risalire agli autori del gesto, che ha una forte valenza simbolica, dato che proprio in quell’edificio saranno formati gli inquirenti.

Sulla vicenda è intervenuto anche il sottosegretario agli Interni, Emanuele Prisco: “Un fatto gravissimo quello rivendicato oggi da un gruppo anarchico a Narni: collocare un ordigno all’interno di un’aula universitaria rappresenta un atto terroristico inaccettabile. Ringrazio le forze dell’ordine per la rapida reazione e confido nel lavoro della Procura di Terni, che in sinergia con gli investigatori dell’Antiterrorismo di Perugia si occupano della vicenda. Auspico intanto la condanna unanime di tale violenza estremista. In particolare per quanto accaduto a Narni, dove è stata messa nel mirino l’Università, simbolo della conoscenza e della libera diffusione delle idee: un attentato rivendicato con minacce alle fondamenta delle istituzioni messe a protezione della nostra Repubblica. Certi atti vanno isolati e repressi senza sconti, così come vanno isolati i violenti e gli estremisti”.

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Dopo Terni, la Provincia: Bandecchi infila ancora le divisioni del centrodestra

Era accaduto già nelle elezioni comunali a Terni, si è ripetuto per la scelta del presidente della Provincia. Bandecchi infila le spaccature del centrodestra e, diventando la sponda di parte del centrosinistra per mettere in difficoltà l’altro campo, taglia per primo il traguardo. Infilando, dopo la fascia tricolore della seconda città dell’Umbria, quella azzurra di presidente della Provincia. Contro tutti i pronostici. Almeno quelli ufficiali. Ma la sua vittoria non è una sorpresa per chi sa come vanno queste elezioni, nel segreto dell’urna, tra veti incrociati, sgambetti e, appunto, giochi di sponda.

Bandecchi, forte dei voti della sua città e del conseguente peso specifico, doveva ridurre il potenziale svantaggio nelle altre tre fasce dei Comuni al voto, quelle appunto in cui gli ordini di scuderia a favore del centrodestra (che ufficialmente sosteneva la sindaca di Orvieto Roberta Tardani) lo avrebbero penalizzato. E così è stato in effetti nella Fascia D, con il sindaco di Terni che ha preso solo 1.470 voti ponderati, con Tardani a quota 12.250 e Lucarelli che ne ha raccolti 10.290.

La partita, il sindaco di Terni l’ha vinta limitando il gap nei comuni più piccoli: Fascia A – Lucarelli 6.930, Bandecchi 4.235, Tardani 5.315; Fascia B – Lucarelli 3.186, Bandecchi 2.832, Tardani 3009. Quelli più in difficoltà, si dirà, e quindi allettati dalla prospettiva di avere un “amico” con le spalle larghe. Anche. Ma soprattutto, Bandecchi ha vinto ancora una volta la sua personalissima partita politica.

Conferme e flop, ecco i comuni umbri dove c’è più voglia di fare impresa

E’ ancora Todi il territorio dove c’è più voglia di fare impresa. Si contano infatti 14,1 imprese ogni 100 residenti. Seguono Castiglione del Lago e Bastia Umbra (11,9 imprese ciascuno), poi Orvieto (11,8) e Assisi (11,7), restando ai comuni sopra i 10mila abitanti.

E’ quanto emerge dal report della Camera di Commercio dell’Umbria, che analizza la densità di aziende rispetto alla popolazione residente nel 2024.

Todi leader da tre anni, San Giustino ultimo tra i grandi comuni

Per Todi si tratta di una conferma dopo aver primeggiato anche nel 2022 e nel 2023. Dopo la Top Five, la graduatoria prosegue con Città di Castello (11,2), Gualdo Tadino e Gubbio (11), Marsciano (10,8). Più distanti Perugia (10,5), Spoleto e Umbertide (10,4), Terni e Foligno (9,9), Corciano (9,7). Chiudono Narni (9,6), Magione (9,4), Amelia (8,7) e, fanalino di coda, San Giustino con appena 7,8 imprese ogni 100 residenti.

Municipi tra 5 mila e 10 mila abitanti: testa a testa tra Gualdo Cattaneo e Montefalco

Tra i comuni medi (da 5 mila a 10 mila abitanti), Gualdo Cattaneo mantiene il primato per il terzo anno consecutivo con 14,3 imprese ogni 100 abitanti. A un’incollatura segue Montefalco con 14,2. Completano la graduatoria Torgiano (12,4), Tuoro sul Trasimeno (10,7), Spello (9,5), Nocera Umbra (9,3), Deruta (9,2), Trevi (8,5), Panicale (8,4). Città della Pieve è ultima.

Nei piccoli comuni Cascia in coda, Monteleone di Spoleto in vetta

Nei comuni umbri sotto i 5 mila abitanti, dove piccole variazioni numeriche influenzano fortemente il tasso imprenditoriale, spiccano Monteleone di Spoleto (18,1 imprese ogni 100 residenti), Norcia (15,6), Sant’Anatolia di Narco (15,2), Massa Martana (13,6) e Lisciano Niccone (6,6). Al fondo della classifica Cascia, con solo 6,3 imprese ogni 100 abitanti, preceduta da Porano (6,4), San Gemini (7,0), Allerona (7,3) e Giove (7,7).

Umbria, imprenditorialità ancora alta ma in calo nel 2024

A livello regionale, l’Umbria registra nel 2024 un calo del tasso di imprenditorialità, scendendo da 11 a 10,1 imprese ogni 100 residenti. La diminuzione, ossia il calo generale del numero di aziende superiore rispetto alla contrazione della popolazione, riguarda anche i comuni più imprenditoriali. Todi scende da 14,5 a 14,1, Castiglione del Lago da 12,4 a 11,9, Bastia Umbra da 12,3 a 11,9 e Orvieto da 12,1 a 11,8. Assisi registra una lieve diminuzione, da 11,8 a 11,7.

Nonostante questa flessione, l’Umbria mantiene una propensione all’imprenditorialità tra le più alte d’Italia, posizionandosi quinta per densità imprenditoriale rispetto alla popolazione e terza per densità di società di capitale.

L’Umbria del vino e dell’olio: il triangolo d’oro

L’area compresa tra Montefalco (14,2 imprese ogni cento abitanti), Todi (14.1) e Spoleto (10.4) continua a dominare la classifica, formando quello che si può chiamare “il triangolo d’oro” dell’imprenditorialità umbra.

Tra i fattori di successo, la Camera di commercio evidenzia la presenza di DOCG (Sagrantino di Montefalco), turismo enogastronomico di qualità e una eete consolidata di agriturismi

La crisi della Valnerina: tra resilienza e spopolamento

La Valnerina – Norcia (15.6), Cascia (6.3) e Preci (11.6) – presenta il divario più marcato tra comuni vicini.

Norcia beneficia ancora del brand del tartufo e della norcineria, ma il colpo assestato dal terremoto di fa sentire. Cascia soffre l’isolamento post-terremoto

L’asse del Trasimeno: turismo vs crisi del lago

I comuni del comprensorio del Trasimeno mostrano performance contrastanti: Castiglione del Lago (11.9) e Passignano (9.3) sono in calo, Tuoro (10.7) in ripresa, mentre Magione delude.

Le terre di confine: la sfida delle aree periferiche

Le zone al confine con Lazio e Marche rivelano criticità sistemiche. Città della Pieve (7.2) e Allerona (7.3) soffrono la doppia dipendenza da Orvieto e Chiusi.

Gualdo Cattaneo (14.3) fa eccezione, grazie alla strategica posizione sulla Flaminia

Le città murate: un modello in affanno?

I borghi storici mostrano dati preoccupanti. · Bevagna (11.6) e Trevi (11.8) tengono grazie agli eventi; · Spello (10.5) e Deruta (10.8) pagano la crisi dell’artigianato.

Le aree industriali: le ex eccellenze non brillano

Il corridoio tra Terni (9.9) Narni (9.9) e Foligno (9.9) evidenzia dinamiche diverse, evidenziate dalla Camera di commercio.

Resilienza di Terni grazie alla riconversione green. Narni è addirittura un caso studio di transizione. Delude invece Foligno, il cui risultato è al di sotto delle aspettative.

Mencaroni: il calo del 2024 è una sfida per l’Umbria

Questo il commento di Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria: “Il calo registrato nel 2024 rappresenta una sfida per l’Umbria, una regione da sempre sinonimo di imprenditorialità e dinamismo economico, due leve per affrontare con decisione sul fronte della digitalizzazione e dell’innovazione, incentivando l’ingresso dei giovani nel mondo delle imprese. Sono necessarie politiche coraggiose e interventi mirati, sostenendo concretamente gli imprenditori. Un concerto di iniziative e di misure che richiedono una stretta collaborazione tra le Istituzioni e un dialogo costante con le associazioni di categoria, elementi fondamentali per l’animazione e l’articolazione territoriale delle politiche”.

Partecipate ed Enti, i termini per “candidarsi”

Scadono il 31 gennaio prossimo gli avvisi per le manifestazioni di interesse alle nomine delle società partecipate regionali per le quali, con uno dei primi atti della Giunta Proietti, sono stati riaperti i termini per la presentazione delle manifestazioni d’interesse, per quanto riguarda le nomine per le società/enti i cui incarichi erano scaduti nel corso del 2024.

La decisione, ovviamente, pur tenendo conto, a seconda delle partecipate e degli enti, dei curricula di chi si candida ad avere un ruolo, diventa alla fine politica.

Queste le partecipate per le quali è possibile fare domanda:

  • ARPAL
  • ARPA
  • ATC 3 TERNI
  • UMBRAFLOR
  • AFOR
  • ATER
  • AUR
  • ASP Scuola Infanzia Santa Croce
  • COMMISSIONE ESPROPRI
  • ADiSU
  • Opera Pia Dotalizio Sacconcelli di Tuoro sul Trasimeno
  • Fondazione Pietro Piccolomini – Febei

Tutte le informazioni al seguente link https://www.regione.umbria.it/avvisi-dettaglio/-/asset_publisher/PU2zkUL42Nay/content/elenco-avvisi-relativi-alle-nomine-e-designazioni-di-competenza-del-presidente-della-giunta-regionale-e-della-giunta-regionale-anno-2024?read_more=true

Si è insediato il nuovo questore di Perugia, Dario Sallustio

Primo giorno nel suo nuovo incarico per il questore della provincia di Perugia, Dario Sallustio, dirigente generale della Pubblica Sicurezza.

Si è insediato lunedì mattina, dopo aver reso gli onori ai caduti della polizia di Stato con la deposizione di una corona presso il monumento sito all’interno della Questura. Sallustio ha poi incontrato i dirigenti e i funzionari della Questura, dei Commissariati di Pubblica Sicurezza di Assisi, Città di Castello, Foligno e Spoleto, delle Specialità della polizia di Stato e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali di polizia e dell’Amministrazione civile dell’Interno.

Alla stampa. il nuovo questore di Perugia ha assicurato il massimo impegno e responsabilità per la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica nella provincia. Manifestando disponibilità nel mettersi a disposizione degli enti del territorio, delle Istituzioni locali e dei cittadini dell’intera provincia per soddisfare al meglio le esigenze di sicurezza e di pacifica convivenza sociale.

Il questore ha subito iniziato i primi incontri con le autorità istituzionali della provincia, che proseguiranno nei prossimi giorni.

Chi è Sallustio

Dario Sallustio, 59 anni, nato a Torino ma con residenza familiare in Puglia, è stato promosso dirigente generale della Pubblica Sicurezza lo scorso 9 dicembre, dopo aver svolto l’incarico di questore della provincia di Vicenza.

Il suo percorso si è sviluppato prevalentemente in aree territoriali ad alta densità criminale, dove è stato chiamato a svolgere attività operativa, di controllo straordinario del territorio e contrasto alla criminalità comune ed organizzata.

Prima di assumere le funzioni di autorità provinciale di pubblica sicurezza nella provincia di Vicenza è stato vicario del questore di Palermo, questore di Arezzo, questore di Lucca e, ancor prima, dirigente del Compartimento polizia stradale delle Marche.

Già ufficiale della guardia di finanza, nel corso della sua carriera di funzionario della polizia di Stato ha prestato servizio in numerose sedi su tutto il territorio nazionale, operando in particolare in Sicilia, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria e Sardegna.

È stato anche presso la Direzione Centrale Anticrimine del Dipartimento della pubblica sicurezza dove, per cinque anni, ha diretto una delle Divisioni Operative e guidato diverse importanti operazioni anticrimine.

Laureato in Giurisprudenza e in Scienze delle Pubbliche Amministrazioni, è dal 2002 criminologo clinico e, in tale veste, ha pubblicato diversi articoli su riviste specializzate ed insegnato presso Università, Istituti Superiori e la stessa Scuola Superiore di Polizia, deputata alla formazione della classe dirigente della polizia di Stato.