Il crollo demografico trascina verso il basso anche il mercato immobiliare di Orvieto, che continua tuttavia a rimanere il più alto di tutta la provincia, di gran lunga superiore allo stesso capoluogo.
La spirale demografica che si è avvitata su stessa sta però facendo sentire una morsa feroce e trascina verso il basso anche il prezzo delle case, come conseguenza immediata della drammatica e costante perdita di abitanti.
Secondo l’osservatorio del mercato del sito immobiliare.it. a maggio per gli immobili residenziali in vendita sono stati richiesti in media 1606 euro al metro quadro, con una diminuzione del 4,91% rispetto a maggio 2024 quando il valore era stato di 1689 euro.
Negli ultimi 2 anni, il prezzo medio all’interno del comune di Orvieto ha raggiunto il suo massimo nel mese di dicembre 2023, con un valore di 1722 euro al metro quadro. Il mese in cui è stato richiesto il prezzo più basso è stato agosto 2024: per un immobile in vendita sono stati richiesti in media 1572 euro al metro quadro.
Certo, per comprare casa ad Orvieto servono mediamente sempre oltre 600 euro al metro quadrato in più rispetto a Terni, dove il valore è di appena 1042 euro. E non è cosa da poco, considerando le dimensioni e l’importanza del capoluogo, ma il calo dell’ultimo anno segna un cambio di passo per il mercato del mattone orvietano; una città in caduta libera dal punto di vista dell’attrattività residenziale.
Le locazioni
La “grande fuga” da Orvieto, principalmente dovuta a motivi economici, si è consumata in maniera allarmante nell’ultimo periodo. Secondo i dati elaborati dall’Istat infatti, la città ha perso ben il 5,2 della sua popolazione complessiva dall’inizio del 2019 fino alla fine del 2024. Oltre 220 persone se ne vanno ogni anno dalla città dove anche le locazioni di lungo periodo sono diventate un grande problema a causa del proliferare enorme dei b&b che hanno drasticamente ridotto le abitazioni disponibili per più mesi. Anche il valore delle locazioni comunque è in calo. A maggio per gli immobili residenziali in affitto sono stati richiesti in media 6,80 euro al mese per metro quadro, con una diminuzione del 2,44% rispetto a maggio 2024 quando era di 6,97 mensili. Negli ultimi due anni, il prezzo medio all’interno del comune di Orvieto ha raggiunto il suo massimo nel mese di settembre 2023, con un valore di 7,73 al metro quadro. Il mese in cui è stato richiesto il prezzo più basso è stato novembre 2024: per un immobile in affitto sono stati richiesti in media € 5,35 al mese per metro quadro.
Soddisfa il prolungamento sino all’1,45 di notte dell’orario del Minimetrò, ma preoccupa il paventato ritorno alla vecchia Ztl. Confcommercio Mandamento Perugia invita l’Amministrazione comunale ad un confronto sulle politiche per l’accesso al centro storico, chiedendo che venga convocato quanto prima un nuovo incontro del gruppo di lavoro “per affrontare queste questioni e delineare strategie concrete, lungimiranti e condivise, essenziali per il benessere di tutti i cittadini e delle attività locali”.
Bus navetta per Umbria Jazz
Poiché Confcommercio ritiene il prolungamento dell’orario del Minimetrò insufficiente “per le esigenze di una città viva”, l’associazione propone nei due week end di Umbria Jazz l’istituzione di un servizio bus navetta dedicato, che colleghi Piazza Italia al Terminal Minimetrò di Pian di Massiano, operativo almeno fino alle 3 o le 4 del mattino, in modo da far convergere più sistemi di mobilità e valorizzare la piastra di piazzale Umbria Jazz.
E questo per garantire un rientro facile e sicuro ai numerosi giovani avventori che vivono il centro storico fino a tarda ora e, contestualmente, favorire pienamente la fruizione notturna del centro, sostenendo le attività commerciali (bar, locali, ristoranti) che rappresentano un indotto economico e sociale importante.
No al ritorno alla vecchia Ztl
Confcommercio Perugia esprime invece ferma e decisa contrarietà riguardo l’ipotesi prospettata di riportare la chiusura della ZTL alle condizioni precedenti.
“Se una tale decisione si dovesse concretizzare – sottolinea il presidente di Confcommercio Perugia Michele Biselli – la città farebbe un passo indietro incomprensibile, che annullerebbe i significativi progressi compiuti negli ultimi anni in termini di vitalità, accessibilità e fruizione del centro storico, con effetti indubbiamente negativi sulla sua attrattività per residenti, visitatori e operatori economici. Siamo convinti che la sosta selvaggia non si combatte penalizzando l’intera popolazione con una chiusura generalizzata della ZTL, ma intervenendo in modo mirato e sanzionando chi non rispetta le regole del parcheggio”.
“Ribadiamo l’importanza di implementare soluzioni e controlli più efficaci – prosegue Confcommercio – anziché adottare misure restrittive che creano una percezione di ‘esclusività’ o inaccessibilità, snaturando il ruolo del centro storico come ‘agorà’ cittadina. Un’agorà che favorisce l’interazione spontanea, la creazione di legami comunitari e un senso di appartenenza, dove le diverse generazioni si incrociano, si formano nuove idee e la comunità si riconosce. Abbiamo condiviso in passato il successo dei progetti sui parcheggi con orari e tariffe ridotte: crediamo fermamente che sia questa la strada da continuare a percorrere, con l’aggiunta di una forte comunicazione e un’azione di marketing focalizzata”.
La partecipazione
“La nostra disponibilità a collaborare è sempre stata costante”, afferma il presidente di Confcommercio Perugia Michele Biselli. Che ricorda come all’amministrazione comunale sia stato proposto un Patto della Mercanzia sottoscritto lo scorso marzo. “Per noi – spiega – non si tratta di un atto formale, ma l’impegno preciso di portare in Comune la voce di migliaia di imprenditori e cittadini. Per questo motivo crediamo che questioni e iniziative di vitale importanza per l’acropoli perugina debbano essere affrontate nei gruppi di lavoro, e in particolare in quello cruciale dedicato al centro storico, perché siano realmente luoghi di confronto costruttivo per il futuro della città”.
Carenze di personale e organizzative. Sono pronti a richiedere lo stato di agitazione i delegati Rsu della Usl Umbria2, secondo il mandato ricevuto dall’assemblea, dopo una serie di incontri con i dipendenti a Foligno, Narni, Orvieto.
Le criticità sono state illustrate dalla coordinatrice della Rsu, Carolina Galeazzi, che chiede a Regione e Direzione aziendale di agire in fretta: “Delle quattro aziende sanitarie della Regione – ha fatto sapere Galeazzi – solo la Usl Umbria2 dal 2022 al 2025 ha perso circa 150 unità del comparto. Nonostante le reiterate richieste da parte della Rsu di aprire un tavolo tecnico per effettuare una ricognizione del personale in tutti i servizi dell’azienda, non è pervenuta nessuna risposta da parte dell’azienda. In questa situazione di acclarata difficoltà – ha proseguito Galeazzi – in alcuni territori i coordinatori e le posizioni organizzative si trovano a gestire più servizi, perché non sono state completate le procedure di espletamento dei concorsi interni per i coordinamenti, iniziate nel 2024 e poi sospese subito prima delle elezioni regionali”.
Galeazzi ha quindi richiamato la necessità della “di un dialogo e di un vero confronto tra dipendenti e azienda. Ci sono temi che sono stati assolutamente ignorati come il riconoscimento del diritto alla mensa, il riconoscimento del tempo di vestizione, nonostante le richieste da parte della Rsu. È stato richiesto il piano ferie aziendale per poter permettere ai dipendenti di fruire delle ferie estive senza gravare sui colleghi e sulla qualità dell’assistenza, ma a tutt’oggi non è pervenuta nessuna risposta e siamo già in piene ferie estive”.
Alla luce di tutte queste criticità, l’assemblea Rsu si dice “pronta a proclamare lo stato di agitazione del personale del comparto della Usl Umbria2. Non si può aspettare ancora, c’è bisogno di risposte e di un’assunzione di responsabilità da parte della Regione e dell’Azienda”.
Saranno celebrati mercoledì mattina alle ore 10,30, nella chiesa di San Pietro a Perugia, i funerali di Dario Bavicchi, l’agronomo che aveva contribuito ad innovare, portandola ad operare anche in altri settori legati al green e all’agricoltura, la storia azienda di famiglia fondata nel 1896. Si è spento all’età di 63 anni.
Dario Bavicchi aveva dato impulso alla Bavicchi Pro e nel 2011 aveva fondato con altri soci la linea NoiBio.
Tra i tanti che hanno espresso cordoglio l’assessore Fabrizio Croce, che insieme a Dario Bavicchi aveva fondato il gruppo musicale Militia. La musica era infatti l’altra grande passione di Bavicchi.
“Con lui se ne va non solo un imprenditore stimato, ma anche un uomo profondamente legato alla tradizione e allo sviluppo del territorio, che ha saputo coniugare innovazione e memoria storica, contribuendo a portare avanti una realtà che da oltre un secolo rappresenta un punto di riferimento per generazioni di perugini” il messaggio di cordoglio dell’amministrazione comunale.
La mattina, intorno alle 11, l’allarme per un incendio di bosco e sterpaglia tra Fontanelle di Bardano e Castelviscardo. Sul posto, oltre a due squadre dei vigili del fuoco provenienti dalla centrale e dal distaccamento di Orvieto, anche un elicottero dei caschi rossi.
Poco dopo le 20 nuovo allarme per un vasto incendio nelle campagne tra Terni e Narni. Interessato un campo di orzo in strada di Marrano. Sul posto le squadre dei vigili del fuoco dalla centrale con due mezzi.
“Io sono la prova evidente che i defibrillatori sono fondamentali per salvare la vita alle persone. Se sono vivo lo devo al defibrillatore che venne attivato nel vecchio ospedale di Orvieto dove arrivai ormai 29 anni dopo aver avuto un malore cardiaco. Mi hanno salvato cosi. L’associazione ‘Amici del cuore’ è stata una grande esperienza. Grazie alla generosità di molte persone, eravamo riusciti a raccogliere moltissimi fondi e fare tante donazioni di defibrillatori anche ai vari reparti ospedalieri. Solo al Comune di Orvieto abbiamo regalato macchinari per 150 mila euro di valore”. La testimonianza di Sandro Salucci, componente dell’associazione “Amici del Cuore”, ha rappresentato il punto più significativo nell’incontro organizzato al museo Greco dal club Amici della Stampa, a cui hanno aderito molte associazioni e gruppi politici di fronte ad un pubblico che ha riempito la sala nonostante il periodo estivo.
Daniele Di Loreto, vice presidente dell’associazione “Amici del Cuore” fondata da Giampiero Giordano ed oggi consigliere comunale, ha ricostruito i primi passi del sodalizio, descrivendo la grande mobilitazione che aveva portato anche alla formazione di oltre 600 rianimatori tra i semplici cittadini. “Con una recente mozione che abbiamo presentato in Consiglio comunale – ha spiegato – chiediamo non solo che la cardioprotezione venga ripresa e finalmente realizzata, ma che sia anche estesa anche alle altre zone del vasto territorio orvietano come le frazioni che sono distanti dall’ospedale”.
Giuseppe Germani, ex sindaco nel biennio 2017-2018 quando il progetto si è arrestato perché non è stata sottoscritta la convenzione per la gestione dei defibrillatori che avrebbe dovuto garantire la protezione civile, ha spiegato come era stato impostato il lavoro. “Preparammo il documento per la gestione, c’era il problema della formazione del personale perché la tecnologia dell’epoca prevedeva la necessità di usare i defibrillatori con una adeguata preparazione, maggiore di oggi. Individuammo nella protezione civile il soggetto che avrebbero potuto prendersi in carico la manutenzione degli impianti che erano stati installati. I tempi tecnici legati alla predisposizione della relativa convenzione non consentirono però di arrivare alla conclusione di questo percorso prima che terminasse il mandato elettorale. L’abitudine di scaricare sugli altri le responsabilità è particolarmente diffusa ad Orvieto. Quando la nostra amministrazione completò il suo ciclo, erano perfettamente funzionanti quasi tutti e 13 di defibrillatori. La successiva amministrazione avrebbe dovuto trovare una cifra modesta di poche decine di migliaia di euro che erano indispensabili per poterne garantire la manutenzione nel tempo. Avendo comunque noi individuato il gestore nella protezione civile la cui attività viene già finanziata normalmente dal Comune, non si sarebbero dovute reperire risorse aggiuntive particolarmente elevate. Per riprendere il progetto, credo che l’ipotesi della protezione civile possa essere rilanciata, ma allo stesso modo di altri soggetti pubblici e privati la cui attività di manutenzione non comporta comunque costi proibitivi. Non conosco il motivo per cui l’amministrazione che è venuta dopo la nostra non abbia portato avanti il progetto. Da oggi dovremmo prenderci l’impegno di riprendere questo progetto. Con o senza l’amministrazione comunale, è necessario dotare il nostro territorio della cardioprotezione”.
Roberta Palazzetti ha parlato di esempi virtuosi diffusi in varie parti del mondo. “Arrivare tardi su questa iniziativa, anche se in origine eravamo all’avanguardia, comporta il vantaggio di poter imparare dagli altri. Per Orvieto possiamo oggi pensare al meglio del meglio. La città modello nel mondo è Seattle dove sono partiti nel 1971 ed oggi hanno portato il 70 % dei cittadini ad essere in grado di fare il primo soccorso. Ci sono 5 mila defibrillatori attivi. Hanno un tasso di sopravvivenza del 56% dei casi contro il 10 % dell’Italia. A Monza, in Brianza dal 95 hanno creato una associazione “Brianza per il cuore” che ha installato ad oggi 500 defibrillatori mappati digitalmente e formato 26 mila persone, ci sono anche i condomini cardioprotetti. Poi c’è il caso di Ancona dove è partito tutto da una iniziativa del sindaco. Bisogna coinvolgere la popolazione e questa riunione di oggi serve anche a questo”. Palazzetti si è poi soffermata sulle varie opzioni operative che possono essere adottate.
Da parte del responsabile della Croce Rossa, il volontario Alessandro Lidonni è venuta la notizia che la Cri è disponibile a mettersi a disposizione per la ripartenza del progetto. “La Croce rossa può mettere a disposizione gli esperti per effettuare al meglio i corsi di formazione” Ha poi parlato della iniziativa di Narni nella cui amministrazione c’è un assessore delegato al progetto ed esiste una associazione che dona sistematicamente i defibrillatori grazie alla raccolta di fondi che promuovono regolarmente. Adesso stanno lavorando per dotare di defibrillatori l’auto della polizia locale. Peccato che Orvieto adesso debba copiare gli altri dopo essere stata la prima in Italia a partire”.
A nome del neo costituito comitato “Orvieto civica, il commerciante Giorgio Campanari, ha presentato alcuni progetti a cui si è lavorato nell’ultimo periodo insieme a rappresentanti dell’associazione Nova e Cosp. “Abbiamo elaborato tre ipotesi diverse – ha spiegato – tenendo conto di quanto si era fatto ad Orvieto e dell’esperienza di altri centri. Un primo progetto che ha un costo inferiore ai 60 mila euro prevede di garantire la presenza di una postazione di primo soccorso mobile con ambulanza con personale sanitario nel centro storico ogni sabato e domenica dell’anno, per assicurare assistenza immediata durante l’afflusso turistico regolare e straordinario. Poi un secondo progetto per fornire una presenza sanitaria mobile ridotta ma strategica, attiva solo la domenica nei mesi di maggiore affluenza turistica, da aprile–ottobre e dicembre, con medico solo nei giorni critici, per un costo di meno di 15 mila euro”.
L’ex responsabile della protezione civile Giuliano Santelli ha detto: “La protezione civile in questa fase viene occupata per altro, ma partecipare ai bandi è possibile a patto di lavorarci in maniera sistematica. All’epoca facevamo la formazione per il pronto soccorso con la Croce rossa e le forze dell’ordine per i bambini a villa Paolina. Facemmo una mappatura, a fine legislatura però essendo il Comune in fase di dissesto non si diede corso al progetto. Nel 2029, con la nuova amministrazione, eseguimmo studiato anche il modello di Pavia la cui protezione civile si occupa dei defibrillatori, cosa che in versione ridotta fa anche il gruppo della prociv di Monteleone di Orvieto. Valutammo anche di coinvolgere la polizia locale, ma c’erano problemi di fondi. Oggi comunque le attività legate alla formazione sono meno impegnative di allora. E’ possibile ripartire con un nuovo progetto che faccia tesoro di tutte queste esperienze anche del passato”.
L’ex responsabile del tribunale del Malato, Gianni Mencarelli ha infine ricordato che “L’interlocutore principale da prendere in considerazione in questa vicenda credo sia principalmente la Asl e si dovrebbe presentare a Regione ed Asl anche una richiesta specifica per sostenere questa iniziativa che immagino possa svilupparsi nel prossimo futuro nella casa di comunità in fase di realizzazione a piazza duomo”.
Al termine dell’incontro, Rebecca Burla, figlia di Massimo, il commerciante deceduto lo scorso mese di maggio in seguito ad un malore cardiaco, ha sollevato forti interrogativi sul fatto che, anche successivamente al drammatico episodio, fossero ancora in circolazione in città cartine informative che recavano le indicazioni dei defibrillatori presenti nel centro storico, ma nella realtà disattivati ormai da anni. Una questione che è attualmente oggetto della relativa inchiesta giudiziaria e alla quale non è stata fornita alcuna risposta a causa dell’assenza all’incontro sia del sindaco che degli assessori comunali.
Incendio nel pomeriggio di sabato nei boschi intorno all’abitato di Scheggino, in Valnerina. L’allarme è scattato intorno alle 16,30.
L’intervento è stato immediatamente potenziato con l’impiego dell’elicottero Drago del reparto volo dei vigili del fuoco di Arezzo e con il supporto delle squadre di terra dei distaccamenti di Spoleto e Norcia.
Sul posto sono stati impiegati APS (Autopompa Serbatoio) da Spoleto e Norcia; ABP (Autobotte Pompa) da Norcia; due moduli antincendio boschivo; un mezzo fuoristrada Unimog 4×4 del distaccamento di Spoleto.
Le operazioni sono state coordinate dal DOS (Direttore delle Operazioni di Spegnimento) inviato dal comando di Terni.
Presenti anche rappresentanti delle autorità comunali e le forze dell’ordine locali.
In serata l’incendio era sotto controllo, ma le squadre hanno continuato ad operare per la bonifica dell’area.
Andrea Pitoni è il nuovo segretario generale della Fp Cgil Terni. E’ stato eletto all’unanimità dall’assemblea generale della Funzione Pubblica (Fp) Cgil di Terni.
Andrea Pitoni ha 49 anni ed è dipendente della Regione Umbria. Nella sua dichiarazione programmatica ha affermato: “I referendum su lavoro e cittadinanza, pur non avendo ottenuto il quorum, costituiscono una tappa fondamentale, con la partecipazione di 15 milioni di elettori, nella costruzione del sindacato di strada che torni ad ascoltare le persone. Intanto, continueremo a utilizzare gli strumenti che abbiamo a disposizione per tutelare il lavoro. Dobbiamo, probabilmente, prepararci a difendere la democrazia parlamentare rispetto alle proposte, avanzate dalle forze di governo, di rafforzamento del premierato; I maggiori poteri attribuiti al presidente del Consiglio rischierebbero di minare l’assetto della nostra Costituzione”.
“Viviamo una fase di trattative per i rinnovi contrattuali nel pubblico impiego – è poi entrato nello specifico Pitoni – dove la nostra azione mira a innalzare i livelli stipendiali per difendere i lavoratori e le lavoratrici dal vertiginoso aumento dei costi dei generi alimentari e dell’energia. Continueremo, nei diversi settori di lavoro che rappresentiamo, a lavorare per ottenere il miglioramento delle condizioni economiche e di benessere organizzativo per i dipendenti statali e degli enti locali”.
“Il Servizio sanitario nazionale – ha infine commentato il neosegretario della Fp Cgil Terni – va difeso e rilanciato rispetto all’avanzamento della sanità privata; il concetto di cura deve prevalere rispetto a quello di prestazione. Rispetto al nuovo Piano sanitario regionale umbro è positivo il fatto che sia previsto un adeguato numero di assunzioni di medici e infermieri, ma attendiamo di conoscere nel dettaglio i contenuti così da poterli discutere nel merito. Le recenti elezioni per il rinnovo delle Rsu hanno evidenziato il nostro grande impegno per la rappresentanza nei diversi luoghi di lavoro”.
A Valentina Porfidi, segretaria generale uscente, è andato il saluto e il ringraziamento di tutta l’assemblea per il lavoro svolto. All’assemblea erano presenti la segretaria nazionale della Fp Cgil, Barbara Francavilla, la segreteria generale della Cgil Umbria, Maria Rita Paggio, e il segretario generale della Camera del lavoro di Terni, Claudio Cipolla.
Maxi-multe e sospensione di attività per due esercizi della provincia di Terni che impiegavano lavoratori in nero.
I carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Terni, unitamente a personale del Comando Provinciale dell’Arma, hanno eseguito una mirata attività ispettiva nei confronti di alcuni esercizi di Terni e dell’Amerino.
In particolare, nella zona di Amelia in un ristorante, gestito da un cittadino italiano, sono stati trovati due dipendenti irregolari su quattro presenti all’atto del controllo. Al titolare sono state contestate sanzioni amministrative per un importo pari ad euro 9.500,00 circa.
A Terni, in una rivendita di frutta ed ortaggi gestita da un cittadino straniero, è stato trovato un lavoratore irregolare su due dipendenti presenti. Sono state comminate al trasgressore sanzioni amministrative per circa euro 4.500,00;
Prosegue la campagna di controlli straordinari su esercizi commerciali di diversa tipologia, da parte dei carabinieri nella provincia di Terni, finalizzata al contrasto dell’intermediazione illecita e dello sfruttamento lavorativo.
La Rsu della Usl Umbria 2 denuncia “criticità ormai intollerabili”. “Varie e gravi criticità”, che interessano l’azienda sanitaria, che saranno rese note in una conferenza stampa organizzata per lunedì 30 giugno alle 12 nella sede Uil di Terni.
Una situazione emersa nel corso delle assemblee tenute con i dipendenti della Usl Umbria 2 nei vari territori di competenza.
“Tra le tante criticità emerse dal confronto con i lavoratori – anticipano dalla Rsu della Usl Umbria 2 – illustreremo la quattro principali problematiche, di cui la più grave, non più tollerabile, è la carenza cronica di risorse umane che provoca il più grande disagio in tutto il personale del comparto”.
.All’incontro di lunedì interverranno i membri dell’Ufficio di coordinamento della Rsu della Usl Umbria 2.
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