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Agguato a colpi di pistola di fronte al bar, due feriti gravi: caccia all’uomo

Non erano ancora le 20 quando la quiete delle frazioni di Verna e di Trestina, al confine tra i comuni di Umbertide e Città di Castello, è stata rotta dal rumore di colpi di pistola e di un’auto in fuga.

A terra, feriti, vicino ad un bar, sono rimaste due persone, di origini albanese. Per una di loro è stato chiamato l’elisoccorso, per il trasporto immediato all’ospedale di Perugia. E’ in prognosi riservata. Così come l’altro, operato all’ospedale di Città di Castello, dove è arrivato in autoambulanza.

Alla sparatoria hanno assistito alcuni testimoni. Dal loro racconto è emerso che la persona alla guida dell’auto – si tratterebbe di un albanese già noto alle forze dell’ordine – ha sparato colpi di pistola contro un gruppo di connazionali, che hanno provato a fuggire.

I carabinieri si sono messi sulle tracce del fuggitivo. I militari del nucleo investigativo del Comando di Perugia hanno effettuato i rilievi. Le indagini sono coordinate dalla Procura della Repubblica di Perugia. L’ipotesi è che possa essersi trattato di un regolamento di conti legato al traffico di droga.

Un episodio sconcertante, considerando che l’agguato è avvenuto poco prima dell’ora di cena, davanti ad un esercizio pubblico e vicino ad un supermercato, all’interno di un centro abitato.

(notizia in aggiornamento)

Dazi, guerre, export: a Foligno i big dell’economia, della diplomazia e dell’impresa

Un confronto ad alto livello, quello promosso dallo Studio Legale Spacchetti con esperti internazionali, docenti, imprenditori e rappresentanti ICE, in programma venerdì 20 giugno, alle ore 17:00 presso il Delfina Palace Hotel di Foligno.

Focus sulla tenuta delle imprese umbre di fronte a dazi, rincari e instabilità geopolitica.
Atteso l’intervento in collegamento da New York della direttrice ICE USA, Erica Di Giovancarlo, nella tavola rotonda dal titolo: “Il futuro del commercio internazionale: rischi e opportunità in un mercato instabile”.

A ideare e organizzare l’evento è proprio lo Studio Legale Spacchetti, punto di riferimento per il diritto commerciale internazionale. L’avv. Paolo Spacchetti, fondatore dello Studio, aprirà i lavori e modererà il confronto. Con alle spalle anni di attività accademica e consulenza a clienti italiani e stranieri, Spacchetti conosce a fondo le difficoltà di chi esporta tra sanzioni, rincari dei trasporti e rapporti contrattuali sempre più fragili: “Le imprese hanno bisogno di strumenti chiari per muoversi in contesti incerti. Le soluzioni esistono: vanno trovate con competenza, visione e concretezza”.

Accanto a lui, un parterre d’eccezione:

· Amb. Stefano Stefanini, già consigliere diplomatico del Presidente della Repubblica e rappresentante italiano alla NATO;

· Gen. Leonardo Tricarico, già capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica e presidente della Fondazione ICSA;

· Prof. Andrea Cardoni, docente di Economia Aziendale all’Università di Perugia, esperto nella gestione delle crisi aziendali;

· Giuseppe Castellini, giornalista economico.

A offrire una visione internazionale sarà Erica Di Giovancarlo, direttrice dell’Ufficio ICE di New York, in collegamento dagli Stati Uniti. Il suo intervento sarà particolarmente atteso per fare il punto sulla situazione dei settori più penalizzati – dal food alla moda, dalla meccanica all’aerospazio – e sulle strategie per restare competitivi.

Chiuderà l’incontro la testimonianza diretta di Valentino Valentini, titolare della Cantina Bocale di Montefalco, che racconterà le sfide quotidiane di chi continua a esportare qualità nonostante tutto.

Lo Studio Legale Spacchetti ha già raccolto ampie adesioni da parte di imprenditori, professionisti e rappresentanti istituzionali, segno del forte interesse verso un’iniziativa che punta a trasformare le preoccupazioni in proposte operative.

L’autopsia sul corpo del piccolo Riccardo, ci sono tre indagati

In vista dell’autopsia che sarà eseguita venerdì mattina sul corpo di Riccardo Tascini, il 13enne morto annegato in un laghetto a Marsciano, la Procura della Repubblica di Spoleto ha iscritto tre persone nel registro degli indagati. Si tratta della mamma di un compagno di classe di Riccardo, a cui i genitori avevano affidato il figlio per recarsi alla festicciola di fine anno scolastico, e due persone dell’azienda agricola di Pieve Caina che comprende il laghetto dove si è consumata la tragedia.

Un’iscrizione che consente ai tre indagati di nominare consulenti di fiducia per assistere all’autopsia.

I carabinieri di Todi, che indagano sulla morte di Riccardo, hanno già ascoltato i proprietari della struttura e le persone presenti alla festa di fine anno, che si è trasformata in tragedia. Il corpo di Riccardo, infatti, è stato recuperato dai sommozzatori dei vigili del fuoco in fondo al laghetto realizzato come invaso per irrigare le campagne circostanti e quindi non balneabile.

Accordo di programma Ast firmato al Mase, Gava: “Unisce ambiente, lavoro e sviluppo”

Altro passo verso l’operatività dell’Accordo di programma con il quale si vuole garantire uno sviluppo duraturo e sostenibile del polo siderurgico ternano.

Dopo l’intesa al Mimit, firmato anche al Mase l’Accordo di programma. “Con la firma dell’Accordo di Programma per il sito di Acciai Speciali Terni – commenta il viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Vannia Gava – compiamo un passo decisivo verso una transizione industriale sostenibile”.

L’intesa prevede interventi per la bonifica ambientale e la decarbonizzazione del sito, puntando su idrogeno verde, efficienza energetica ed economia circolare, assicurando la continuità delle attività produttive e la tutela dell’occupazione.

“È un accordo che unisce ambiente, lavoro e sviluppo e rilancia l’industria nazionale strategica in chiave moderna e a basso impatto ambientale”, conclude Gava.

L’intesa, già sottoscritta da Mimit e Mase, passa ora alla firma di Ministero del Lavoro, Regione Umbria, Comune di Terni, Invitalia e Gruppo Arvedi.

“Terrorista islamico pronto a colpire”, scatta il blitz dei carabinieri del Ros (video)

Il blitz dei carabinieri del Ros, supportati dai militari del Comando provinciale di Perugia, è scattato all’alba a Perugia, dove in un appartamento è stato fermato un 20enne, di origine marocchina. Per gli inquirenti, un terrorista islamico che era pronto a colpire.

Da qui il provvedimento del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Perugia, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura perugina, d’intesa con la Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo.

Associazione con finalità di terrorismo internazionale., sono le accuse nei suoi confronti. Dopo un’ampia attività di indagine del Ros, che ha monitorato il web in cerca di segnali di radicalizzazione islamista.

In una piattaforma di messaggistica utilizzata da altri giovani, postava materiale “propagandistico e istigatorio” esplicitamente riconducibile al sedicente Stato Islamico.

L’indagato, dotato “di elevate competenze tecnologiche”, è stato quindi attenzionato dai militari del Ros, che hanno raccolto pesanti indizi nei suoi confronti. Una situazione preoccupante, tale appunto da richiede una misura cautelare.

In particolare, scrive la Procura perugina, “avrebbe fornito la propria disponibilità a unirsi alle fila della pericolosa articolazione dello Stato Islamico (indicata come ISKP), operante in Khorasan (porzione di territorio ricompreso fra Afghanistan, Kazakistan, Kirghistan, Uzbekistan e Cina) nonché la disponibilità a colpire in Occidente”.

Inoltre sarebbe stato anche in contatto diretto con un membro dell’ISKP (presente all’interno di alcuni campi di addestramento gestiti da quella articolazione terroristica) col quale avrebbe condiviso un “piano” terroristico. Addestrandosi a questo scopo attraverso specifiche istruzioni reperite sui canali ufficiali dello Stato Islamico, a confezionare ordigni esplosivi artigianali, avendone anche le capacità tecnico-teoriche.

Il giovane si trova nel carcere di Perugia Capanne. Il materiale sequestrato è sottoposto ad ulteriori indagini.

Omcl, i lavoratori di Gardenia attendono risposte dopo la protesta

Attendono che Trenitalia si faccia carico degli stipendi arretrati non pagati – sei, sette mensilità – i quindici lavoratori della Gardenia srl, che opera in subappalto per le ferrovie.

Lavoratori che, come hanno detto venerdì scorso davanti ai cancelli delle Officine manutenzione ciclica (Omcl) di Foligno, non ricevono più neanche i buoni pasto, né vedono versato il Tfr al fondo.

Diritti che hanno reclamato a gran voce le organizzazioni sindacali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti durante il presidio che si è svolto di fronte allo stabilimento folignate, a sostegno dei dipendenti dell’azienda Gardenia srl, che opera in subappalto per la società Trenitalia.

Dopo vari scioperi, agitazioni e iniziative, i lavoratori della Gardenia srl (l’azienda molisana in subappalto con Trenitalia) sono quindi tornati in assemblea e hanno indetto un presidio con le organizzazioni sindacali di settore per chiedere nuovamente che venga dato loro quanto di diritto. Erano presenti Sandro Gentili, segretario regionale di Filt Cgil Umbria, Fabio Ciancabilla, segretario generale di Fit Cisl Umbria, e Michele Coccia, segretario regionale di Uiltrasporti Umbria.

“Gli operatori sono demoralizzati ed esasperati – hanno spiegato i segretari – perché non riescono più a far fronte alle loro spese quotidiane e ai loro fabbisogni familiari, a partire dal pagamento di bollette, scadenze e tariffe a cui non possono derogare. Abbiamo chiesto più volte all’azienda Gardenia srl in subappalto di ottemperare ai suoi obblighi contrattuali, ma per problemi interni non riesce a pagare puntualmente i lavoratori. A questo punto chiediamo di applicare il nuovo codice degli appalti, introdotto nel 2023, che in casi di questo genere prevede che sia il committente, quindi Trenitalia, a pagare direttamente gli stipendi dei lavoratori della ditta in subappalto. È una misura legalmente prevista, che noi pretendiamo a tutela dei lavoratori e della loro dignità”.

A margine del presidio, le organizzazioni sindacali hanno anche denunciato una “situazione gravissima – secondo quanto riportano Gentili, Ciancabilla e Coccia – per cui personale del gruppo Fs avrebbe preso il posto dei lavoratori di Gardenia, che erano in assemblea, per svolgere il lavoro al posto loro. Se così fosse si configurerebbe una condotta antisindacale. Chiederemo spiegazioni al capo officina. Ci auguriamo che la situazione torni presto alla normalità e l’azienda versi finalmente gli stipendi”.

Tsa, a Magione e Castiglione il bilancio condiviso con i dipendenti

Tsa Trasimeno servizi ambientali, per il secondo anno, ha condiviso con il personale il bilancio consuntivo. È stata questa l’occasione, negli incontri avvenuti nelle sedi di Magione e di Pineta di Castiglione del Lago, per tirare le somme di quanto fatto e degli obiettivi da raggiungere nel prossimo futuro. Non solo numeri, quelli dei conti dell’azienda, ma anche progettualità e traguardi che l’azienda vuole e può raggiungere con il contributo di tutti.

“Abbiamo rinnovato questa consuetudine nella convinzione che l’azienda debba essere una famiglia, una squadra che si impegna, quotidianamente, per un risultato comune, che è quello di offrire un servizio sempre puntuale e rispondente alle necessità del territorio” commentano il presidente Federico Malizia e il consigliere delegato Alessio Lutazi.

“Siamo fermamente convinti che gran parte di quanto Tsa riesce a fare, dell’efficienza che le viene riconosciuta dal giudizio dei cittadini, ma anche da valutazione oggettive, come i premi per i Comuni ricicloni di Legambiente, sia merito del personale. Da qui la volontà di un confronto che vuole essere sempre più costante per garantire la continua crescita dell’azienda” aggiungono ancora Malizia e Lutazi.

Assisi, il racconto della prima seduta del nuovo Consiglio comunale

Primo Consiglio comunale ad Assisi nell’era di Valter Stoppini sindaco. Per la presidenza dell’Assemblea è stata votata, con i voti della maggioranza, Annalisa Rossi (Valter Stoppini per Assisi).

“Affronterò questo impegno – le prime parole di Rossi – con serietà, rispetto, collaborazione e dialogo, a servizio della città e nella massima collaborazione con tutti i consiglieri”. Come vicepresidenti sono stati eletti Sonia Gaudenzi (Assisi Domani) e Daniele Martellini (Fratelli d’Italia).

L’assemblea si è riunita per la prima volta oggi pomeriggio, nella sala consiliare del Palazzo dei Priori. Considerando le surroghe dei consiglieri nominati assessori, ne fanno parte: Paolo Mirti, Renzo Totori (Partito Democratico); Cristina Susta, Annalisa Rossi, Andrea Bertolini (Valter Stoppini per Assisi); Sonia Gaudenzi, Nico Perini (Assisi Domani); Luigi Bastianini (Assisi Civica); Adil Zaoin (Progressisti per Assisi); Paolo Lupattelli (non presente oggi in Consiglio); Eolo Cicogna (Eolo Cicogna Sindaco); Serena Morosi, Daniele Martellini (Fratelli d’Italia); Francesco Fasulo (Forza Italia); Ivano Bocchini (Assisi al centro); Giancarlo Cavallucci (Eolo Cicogna Sindaco).

Il sindaco Valter Stoppini, dopo aver giurato sulla Costituzione italiana, ha rivolto un saluto al Consiglio comunale. “Noi tutti – ha detto – siamo stati chiamati a dare risposte ai bisogni essenziali della città e delle frazioni, in cammino verso orizzonti sempre nuovi. La storia ha assegnato ad Assisi un ruolo unico e chi, come noi, percorre un tratto di questo cammino ottiene un privilegio prezioso e ha il dovere di portarlo avanti con impegno. Sia il tempo del dialogo, della responsabilità condivisa e del lavoro serio, in cui ognuno, nel proprio ruolo, contribuisca al bene comune con dedizione e impegno, competenza e cuore: solo così potremo lasciare un segno positivo e duraturo. Ce lo chiedono i cittadini e i grandi eventi che stiamo per vivere, come la canonizzazione di Carlo Acutis il 7 settembre e l’ottavo Centenario della morte di San Francesco nel 2026. Cento anni fa, Assisi da borgo divenne città, lanciata nel mondo con un modello mai tramontato. Oggi siamo chiamati a compiere gesti e azioni in continuità con quei simboli, al cospetto dei nostri concittadini Francesco e Chiara, che ci indicano la strada maestra insieme ai grandi che si sono seduti, nei secoli, su questi banchi”.

Il primo cittadino ha quindi presentato i componenti della Giunta comunale, composta insieme a lui, dal vicesindaco Veronica Cavallucci e dagli assessori Donatella Casciarri, Scilla Cavanna, Francesca Corazzi, Fabrizio Leggio.

Eletti anche i membri della Commissione elettorale comunale, di cui fanno parte i consiglieri Andrea Bertolini, Adil Zaoin e Serena Morosi, come supplenti Luigi Bastianini, Renzo Totori e Ivano Bocchini.

Sappe: “Violenti scontri nei carceri di Terni e Spoleto”

“Violenti disordini” provocati “per ore” da alcuni detenuti all’interno dei carceri di Terni e Spoleto. A denunciare la situazione è il Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria), con il segretario umbro Fabrizio Bonino.

“In entrambe le carceri umbre – scrive Bonino – sembra che i danni ai Reparti coinvolti – tutti e due destinati alla Media sicurezza – sono stati significativi: si pensi che persino alcuni familiari di detenuti ci hanno contattato per avere notizie sulla situazione. Purtroppo, ancora una volta, il grido d’allarme lanciato dal Sappe rimane inascoltato da un’Amministrazione regionale sempre più distante e assente. Non a caso, buona parte dei gravi eventi critici violenti che accadono vedono protagonisti proprio detenuti assegnati da Firenze. Insomma, l’Umbria e le sue carceri sono diventate la discarica sociale della Toscana: e questo è inaccettabile! Per questo auspichiamo che la riapertura a Perugia del Provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziaria dell’Umbria avvenga in tempi rapidi”.

Il segretario generale del Sappe, Donato Capece, rinnova al DAP la richiesta di potenziamento degli organici della Polizia Penitenziaria dei Reparti regionali, rammentando che “la popolazione carceraria nazionale attuale è composta per un 30% di detenuti in attesa di giudizio; 30% di detenuti extracomunitari e un 20% di tossicodipendenti”. 

Il leader nazionale del sindacato ricorda infine che “il Sappe da decenni chiede l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene ma anche la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinari”.

E torna a chiedere la dotazione, per il personale del Corpo, di strumenti di tutela e garanzia non letali come i flash ball ed i bola wrap: il primo è un fucile che spara proiettili di gomma, già in dotazione alla Polizia Penitenziaria francese, mentre la seconda è un’arma di difesa che spara lacci bloccante le gambe dei riottosi, anch’essa già in uso ad alcune Polizie locali di alcune città italiane.

Posto teleconduzione, i sindacati puntano l’indice contro le scelte di Enel

All’indomani della firma dell’Accordo di programma per Ast Arvedi, che prevede anche una misura per l’utilizzo di una componente dell’elettricità prodotta da fonti rinnovabili a favore delle imprese energivore umbre, prosegue la battaglia delle organizzazioni sindacali Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil con Enel relativamente al Posto di teleconduzione.

I sindacati nei giorni scorsi hanno incontrato il capo gabinetto della Prefettura e i rappresentanti dell’azienda Enel in un tavolo convocato per la procedura di conciliazione. In precedenza era stato proclamato lo stato di agitazione del personale Enel Produzione ed Enel Green Power Italia Srl per la decisione aziendale della chiusura del Posto di teleconduzione (Pt) di Terni.

Filctem, Flaei e Uiltec, attraverso i rispettivi segretari Stefano Ribelli, Ciro Di Noia e Doriana Gramaccioni, hanno ribadito che “il depauperamento messo in atto da Enel sul territorio negli anni si è tradotto in una riduzione di funzioni strategiche e di lavoratori impiegati negli impianti idroelettrici ternani.

Inoltre il Pt di Terni monitora costantemente anche le opere idrauliche costituite da sette grandi dighe, oltre a una moltitudine (circa 50) di siti composti da opere idrauliche minori (traverse e sbarramenti)”.

“L’operatività standard del Posto di teleconduzione – rimarcano i sindacati – è descrivibile come l’attuazione dei piani di produzione elaborati da Energy Management, ma nel caso di criticità quali, il blocco di uno o più gruppi di generazione, gli operatori devono agire anche manualmente sui sistemi, al fine di apportare i necessari correttivi all’imprevisto e l’attivazione del personale che interviene in loco al fine di valutare l’accaduto. Gli impianti gestiti dal Posto di teleconduzione di Terni, e in modo particolare quelli afferenti all’unità produttiva Nera Velino, sono idraulicamente complessi e interconnessi tra loro in maniera assai variegata (bacini e canali) e la loro gestione va fatta con particolare attenzione sia sotto il profilo dell’ordinarietà di regime idraulico, sia soprattutto in quello di straordinarietà, come può essere un evento di piena sui corsi d’acqua. Proprio in riferimento agli eventi di piena dei corsi d’acqua, il Posto di teleconduzione riveste un ruolo fondamentale di gestione soprattutto nelle fasi iniziali dell’evento, in quanto è proprio questa fase che deve essere gestita con professionalità e tempestività al fine di evitare congestioni e complicazioni, che potrebbero essere fatali dal punto di vista della sicurezza idraulica del territorio”.

“Oltre alle perplessità – proseguono Filctem, Flaei e Uiltec – restiamo sconcertati del come l’azienda descrive questa riorganizzazione, senza minimamente conoscere il reale funzionamento dell’impianto e le difficoltà oggettive a cui devono far fronte i lavoratori del Posto di teleconduzione di Terni, sia nelle fasi ordinarie di gestione degli impianti che in quelle emergenziali in cui la conoscenza degli impianti stessi da parte dei colleghi del Pt è determinante. Oramai Enel e la sua dirigenza confermano la volontà di procedere solo a una esasperata razionalizzazione dei costi, che ha solo un fine: quello finanziario”.

“A nostro avviso – concludono Ribelli, Di Noia e Gramaccioni –, l’Umbria da tempo sconta da parte di Enel la perdita di funzioni importanti in tutte le società del gruppo, non ultima la chiusura della centrale termoelettrica Pietro Vannucci ed il Centro di formazione Enel a Gualdo Cattaneo”.

Una situazione di fronte alla quale i sindacati si appellano a tutte le Istituzioni, a cominciare dal Consiglio e dalla Giunta regionale.

“Proseguiremo nelle azioni di lotta contro queste scelte scellerate – concludono i sindacati – e metteremo in campo tutte le azioni volte alla tutela degli asset, della sicurezza idraulica del territorio e della sicurezza dei lavoratori Enel di Terni”.