La presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, esprime profondo dolore e cordoglio per la tragedia avvenuta a Pò Bandino, a Città della Pieve, dove si è verificato un caso di femminicidio seguito da suicidio.
“La notizia di quanto è accaduto scuote l’Umbria intera” le parole della presidente. Che ha aggiunto: “Siamo vicini alla famiglia colpita da questo dolore improvviso e difficile da comprendere. In questi momenti il nostro primo dovere è il rispetto, la presenza partecipe delle istituzioni accanto a chi sta vivendo un lutto così terribile e profondo”.
La presidente ha richiamato il valore della prossimità e dell’unità: “Il pensiero di tutti va alle persone che oggi portano il peso più grande di questo dramma. La comunità si stringe intorno a loro, perché nessuno debba affrontare da solo un dolore così immenso e assurdo”.
In chiusura, la presidente ha affidato un richiamo al percorso di impegno delle istituzioni: “Continueremo a lavorare, come stiamo facendo, per rafforzare gli strumenti di prevenzione, ascolto e tutela, oggi il cuore dell’Umbria è qui, accanto a una comunità sconvolta e addolorata”.
Si chiama Umbria Hydrogen Day l’evento, in programma il 2 dicembre a Terni, che apre la strada alla filiera dell’idrogeno in Umbria.
Una giornata all’Hotel Valentino di Terni, organizzata da Regione Umbria, insieme a Sviluppumbria e all’Università degli Studi di Perugia, dedicata a delineare il futuro dell’idrogeno nella nostra regione e a costruire le basi di una filiera competitiva, innovativa e sostenibile. L’appuntamento riunirà istituzioni, imprese, università, centri di ricerca e stakeholder nazionali ed europei che stanno contribuendo allo sviluppo dell’idrogeno come vettore strategico della transizione energetica. Sarà un momento di confronto aperto, nel quale l’Umbria metterà al centro la propria volontà di diventare un territorio capace di produrre, utilizzare e integrare l’idrogeno all’interno dei settori industriali, della mobilità, dei servizi pubblici e della pianificazione energetica.
Durante l’evento verranno presentate visioni, opportunità e prospettive di sviluppo, con un’attenzione particolare alla necessità di mappare gli attori regionali, identificare sinergie tra aziende e centri di ricerca e individuare i progetti più rilevanti per la nascita di una Hydrogen Valley umbra.
L’Umbria Hydrogen Day rappresenta un passaggio decisivo in vista dei futuri investimenti europei e nazionali, offrendo a imprese e istituzioni un luogo in cui costruire alleanze, condividere competenze e accelerare l’adozione delle tecnologie a idrogeno. Sarà un’occasione per valorizzare il ruolo dell’Umbria nel panorama nazionale e per confermare la volontà regionale di essere protagonista della transizione energetica.
La presidente della Regione, Stefania Proietti, così presenta l’evento: “Con l’Umbria Hydrogen Day vogliamo compiere un passo concreto verso la creazione di una filiera regionale dell’idrogeno, capace di generare innovazione, lavoro qualificato e nuove opportunità per le nostre imprese. L’idrogeno rappresenta una delle tecnologie più promettenti per la decarbonizzazione e per la competitività dei territori”. “L’Umbria ha le competenze scientifiche, il tessuto imprenditoriale e la visione strategica per giocare un ruolo da protagonista. Questa giornata – conclude Proietti – sarà l’occasione per mettere a sistema idee, progetti e attori che possono guidare la transizione energetica regionale, con l’obiettivo di costruire una Hydrogen Valley umbra riconosciuta a livello nazionale ed europeo”.
Hanno trovato i loro corpi senza vita sul pavimento della loro abitazione, a Po’ Bandino, frazione di Città della Pieve.
Lei, 59 anni, impiegata in un’impresa di pulizie. Lui, 58, sottufficiale in quiescenza dell’Aeronautica Militare.
I militari sono entrati nell’abitazione a seguito della segnalazione di un cittadino, che aveva sentito colpi di arma da fuoco, poco prima delle 12.
La donna era stata colpita al petto, l’uomo ucciso da un colpo in bocca. La dinamica appare abbastanza chiara agli inquirenti, in attesa degli accertamenti balistici che confermino che entrambi i colpi mortali sono partiti dalla stessa pistola. Un caso di femminicidio-suicidio, insomma.
Da una prima ricostruzione l’uomo avrebbe prima sparato alla compagna al petto, con un colpo di arma da fuoco esploso con una pistola, su cui sono in corso accertamenti finalizzati a stabilirne la provenienza, per poi togliersi la vita con un colpo in bocca.
Nell’edificio e sull’area circostante è stato condotto un accurato sopralluogo da parte del personale operante e dei militari della Sezione Investigazioni Scientifiche del Nucleo Investigativo di Perugia, che hanno eseguito i rilievi tecnico-scientifici per ricostruire la dinamica dell’accaduto.
Dopo gli accertamenti condotti dal medico legale, le salme sono state trasferite nell’Istituto di Medicina Legale di Perugia per i conseguenti approfondimenti del caso.
Le indagini sono coordinate dalla Procura della Repubblica di Perugia e sono finalizzate a definire, oltre che la dinamica, il movente del grave fatto di sangue.
Di fronte ad un’economia umbra che nel prossimo anno si troverà ad un bivio, ANCE Perugia indica un percorso di confronto e collaborazione per arrivare alla redazione di un Piano fondato sull’interazione tra il quadro delle risorse disponibili, anche in vista della prossima conclusione dei cantieri del PNRR, e precise priorità per il territorio. E’ la proposta lanciata dal presidente di ANCE Perugia, Giacomo Calzoni, nel corso della parte pubblica dell’Assemblea dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili della Provincia di Perugia. Il convegno intitolato “Guardiamo al futuro: la consapevolezza – Oltre il PNRR: criticità, sfide e opportunità” ha visto gli imprenditori di ANCE confrontarsi sui temi dello sviluppo sostenibile, delle infrastrutture e degli investimenti con i rappresentanti istituzionali (Gianluca Paggi, Direzione Governo del Territorio, Ambiente, Protezione civile, Riqualificazione urbana, Coordinamento PNRR, che ha letto un contributo dell’assessore Francesco De Rebotti; l’assessore comunale di Perugia Francesco Zuccherini, il presidente della Provincia di Perugia Massimiliano Presciutti).
Lavori aperti dai saluti introduttivi del neo presidente di Confindustria Umbria, Giammarco Urbani, e del presidente di ANCE Umbria, Albano Morelli, e che si sono avvalsi dei contributi di Riccardo Maria Ardizzone, responsabile Relazioni Business PA Cassa Depositi Prestiti, che ha parlato delle opportunità di finanziamento per la crescita del territorio umbro, e dell’analista Alfredo Martini (The Sign Comunicazione) che ha redatto il Report, attraverso l’elaborazione di dati economici e un’indagine condotta tra le imprese associate ad ANCE Perugia.
Il Report ANCE Perugia 2025
L’edizione 2025 del Report fotografa un’Umbria che attraversa una fase di forte incertezza economica e sociale, con segnali di stagnazione strutturale e un rischio concreto di rallentamento, dopo la stagione degli investimenti finanziati dai bonus edilizi e dal PNRR.
“Dal report di quest’anno – ha sottolineato il presidente di ANCE Perugia, Giacomo Calzoni – emerge un’Umbria dall’equilibrio instabile, esposta a rischi sempre più evidenti. Allo stesso tempo appare chiaro il contributo fondamentale che ha fornito e può continuare a fornire l’industria delle costruzioni. Quel che serve è l’individuazione di una strategia condivisa, che metta al centro una forte collaborazione tra pubblico e privato, mettendo maggiormente a sistema le politiche attuali. Da parte di ANCE vi è la più ampia disponibilità a svolgere un ruolo di interlocutore tecnico e operativo, mettendo a disposizione dati, analisi e strumenti di monitoraggio per trovare insieme le soluzioni più rispondenti a garantire sviluppo economico e un maggiore benessere ai cittadini della nostra regione”.
Economia regionale: crescita debole e allarme demografico
L’Umbria continua a crescere meno della media nazionale, con un PIL stagnante e un valore aggiunto tra i più bassi d’Italia. A questo si aggiunge un calo demografico significativo: negli ultimi dieci anni la regione ha perso oltre 41.000 residenti, con un indice di vecchiaia che supera 246 (ben oltre la media italiana). In aumento la fuga dei giovani: nel 2024 si sono trasferiti stabilmente all’estero 722 laureati umbri (+62% rispetto all’anno precedente).
Industria delle costruzioni: un settore più solido, ma in frenata
Negli ultimi anni le costruzioni hanno sostenuto fortemente l’economia umbra, grazie a incentivi e investimenti PNRR. Oggi rappresentano il 12,5% del PIL regionale e il 24% degli addetti dell’industria. Ma il 2025 segna l’inizio di un cambio di ciclo: gli investimenti in costruzioni risultano in calo (-4,9% nel 2024 e -7,7% stimato nel 2025), con una riduzione delle ore lavorate e un rallentamento dell’occupazione. Il tessuto imprenditoriale, però, appare più robusto: crescono le società di capitali e aumenta la capitalizzazione delle imprese.
Resta aperta la sfida sugli obiettivi fissati dal PNRR, che in Umbria vede il 61% dei cantieri già avviati o conclusi e un livello di spesa relativa alle opere pari al 23,41% sul totale dei finanziamenti, a fronte di un valore medio nazionale del 32,63%.
Infrastrutture: le opere prioritarie e una visione unitaria
Le analisi raccolte mostrano come il gap infrastrutturale rappresenti uno dei principali limiti allo sviluppo regionale. Le imprese individuano con chiarezza queste opere strategiche:
Completamento del Quadrilatero Umbria–Marche
Nodo stradale di Perugia
Superstrada E78 “Due Mari”
Direttrice ferroviaria Orte–Falconara
Collegamento con rete Alta Velocità
Secondo il Report, realizzarle significherebbe:
ridurre costi e tempi logistici per le imprese manifatturiere;
rendere l’Umbria più attrattiva per investimenti esterni;
riequilibrare i flussi turistici e commerciali nord/sud e est/ovest;
sostenere le aree interne e limitare lo spopolamento.
Innovazione e digitalizzazione: tra potenzialità e ritardi da colmare
Le imprese umbre mostrano una crescente consapevolezza dei temi legati a digitalizzazione, IA e nuove tecnologie di cantiere (BIM, robotica, manutenzione predittiva).
Tuttavia, i dati del sistema camerale rivelano un paradosso:
il 52% delle imprese industriali non ha investito nel digitale negli ultimi tre anni;
il 65% non prevede di farlo nel prossimo triennio.
Questo ritardo rischia di compromettere competitività, sicurezza e capacità di partecipazione alle gare.
Il messaggio di ANCE: dal PNRR a un Piano regionale condiviso
Con la conclusione dei cantieri PNRR, ANCE Perugia avverte un rischio concreto: una nuova destrutturazione del settore, simile a quella post-crisi 2008.
Per questo, l’Associazione propone una strategia articolata:
Condividere una visione di medio periodo tra imprese, istituzioni e mondo sociale;
Integrare costruzioni, industria, logistica e aree periferiche;
Pianificare in modo congiunto le risorse, a partire dai Piani triennali delle opere pubbliche;
Elaborare un Piano regionale per lo sviluppo sostenibile, basato su:
infrastrutture prioritarie,
capitale umano e formazione,
rigenerazione urbana,
innovazione tecnologica,
tutela del territorio e transizione energetica.
Calzoni: “Costruiamo insieme un modello di sviluppo”
Il presidente di ANCE Perugia, Giacomo Calzoni, alla luce dei contenuti del Report 2025, ha lanciato un appello a tutto il sistema umbro: “Servono scelte coraggiose e tempestive. La politica regionale deve innanzitutto definire una visione chiara, individuando priorità infrastrutturali e rafforzando la capacità amministrativa nella gestione delle risorse. È necessario investire sul capitale umano, trattenendo i giovani più qualificati e favorendo l’incontro tra formazione universitaria e tessuto produttivo. Occorre poi concentrarsi sulla rigenerazione dei territori, migliorando servizi, mobilità e opportunità nelle aree interne, per evitare che intere porzioni della regione restino escluse dai processi di sviluppo. Infine, è indispensabile accelerare la transizione tecnologica e la digitalizzazione, aiutando le imprese a competere in un mercato globale sempre più esigente. L’Umbria, oggi, si trova davanti a un bivio: continuare a scivolare in una traiettoria di declino oppure cogliere l’occasione per ricostruire un modello di sviluppo capace di valorizzarne la storia, il capitale umano e il potenziale ancora inespresso. Il Report ANCE Perugia indica una via possibile. Nel prossimo anno dobbiamo trovare le soluzioni e adottare le politiche adeguate per una sua concreta attuazione.”
I premi fedeltà associativa alle imprese
Nel corso della parte pubblica dell’Assemblea di ANCE Perugia, sono stati consegnati i premi fedeltà associativa.
Per i 25 anni di associazione ad ANCE Perugia sono state premiate le imprese: Edilsystem srl di Perugia (hanno ritirato il premio Roberto ed Elisa Menichetti); Moretti Aldo srl di Foligno (ha ritirato il premio Edo Moretti); Regni & Caponi srl di Perugia (hanno ritirato il premio Michele, Pietro, Giulio e Pietro Junior Regni e Pietro Caponi).
Il premio per i 50 anni di associazione ad ANCE Perugia è stato conferito a Tecnostrade srl di Perugia; sul palco a ritirarlo Francesco, Letizia e Lorenzo Caporali.
Mondo del giornalismo in lutto per la scomparsa del giornalista Fabio Luccioli, a soli 38 anni, a seguito di una grave malattia.
“E’ un giorno triste” ha detto la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, Sarah Bistocchi, chiedendo un minuto di silenzio all’apertura della seduta del Consiglio regionale.
Il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti dell’Umbria lo ha ricordato così: “Giornalista appassionato e competente, doti che lo hanno portato alla direzione di Rgu e della Gazzetta di Foligno, attraverso i quali ha raccontato la cronaca, lo sport, la politica dell’Umbria e della sua amata Foligno, Fabio è stato anche consigliere dell’Ordine dei giornalisti, divenendo in particolare un punto di riferimento per tanti giovani avviati a questa professione. I giornalisti umbri si stringono con affetto intorno alla famiglia di Fabio e in particolare al fratello, il collega Andrea”..
“Il pensiero – ha scritto in una nota l’Associazione Stampa Umbra – va prima di tutto alla famiglia, al fratello e nostro collega Andrea”. Ricordando che Fabio era “un professionista preparato e umanamente apprezzato lascia un vuoto profondo nella categoria dei giornalisti nella quale è stato una figura autorevole e umanamente apprezzata”.
Tante le attestazioni di cordoglio e di vicinanza alla famiglia da parte dei colleghi giornalisti e delle istituzioni. Sincero cordoglio e vicinanza alla famiglia, in particolare al collega Andrea, al quale si unisce anche Umbriaeconomia.
L’economia perugina non è ferma, ma non riesce a decollare. Le imprese lavorano, producono, assumono, sembrano reagire. Ma il quadro complessivo restituisce l’immagine di una città che fa molta strada senza riuscire davvero ad avanzare.
È quanto emerge con nettezza dai dati elaborati dalla Camera di Commercio dell’Umbria. Numeri che, presi singolarmente, offrono perfino segnali confortanti, ma che messi insieme raccontano una storia diversa, fatta di energia che non diventa valore.
I numeri dell’economia perugina
Il tessuto imprenditoriale, a prima vista, tiene bene. Nel terzo trimestre 2025 le imprese attive sono 13.964, con una dimensione media di 4,5 addetti, superiore alla media regionale (3,7) e in linea con quella italiana. Anche la dinamica dell’ultimo decennio è coerente: Perugia passa da 4,1 a 4,5 addetti medi per impresa, in linea con l’andamento di Italia e Umbria. Gli addetti crescono: 63.064, pari a un +8,5% rispetto al 2015, un ritmo più veloce sia del dato nazionale (+5,1%) sia di quello umbro (+4,5%). Un tessuto vivo, che si espande e si adatta, almeno in termini quantitativi.
Il dato sulle imprese di capitali è ancora più significativo. Nel 2024 il valore della produzione medio supera i 6,261 milioni di euro, quasi il doppio della media italiana e molto oltre il dato regionale. Anche la crescita del valore della produzione è robusta: +47,2% rispetto all’ultimo anno pre-Covid, una performance superiore ai valori nazionale e umbro. Un risultato che dimostra la capacità di molte aziende di leggere il mercato e riposizionarsi, pur dentro un contesto cittadino che mostra segnali di fatica.
Eppure, dietro questi segnali incoraggianti, si nasconde la zavorra che da anni rallenta Perugia: la redditività troppo bassa. Se il fatturato corre, ciò che resta alle imprese dopo aver coperto i costi corre molto meno. L’Ebitda margin – il margine operativo lordo in rapporto al valore della produzione – si ferma nel 2024 al 6,5%, contro il 9,3% della media italiana e il 9% del Centro (calcolato su Umbria, Marche e Toscana). È inferiore anche all’8,3% della media umbra.
Non si tratta di un episodio, ma di una condizione strutturale. Dal 2019 al 2024 l’Ebitda delle imprese di capitali perugine è rimasto costantemente più basso rispetto a quello di Italia e Umbria, pur mostrando una crescita graduale. Il divario resta però ampio, e quel divario ha conseguenze concrete: riduce lo spazio per gli investimenti, limita la capacità di innovare e impedisce quel salto competitivo che la città attende da tempo. Le imprese fatturano, ma guadagnano troppo poco rispetto allo sforzo sostenuto. Si aumenta il volume, ma non la capacità di trasformarlo in risorse per il futuro.
Come sta cambiando il sistema imprenditoriale
Il secondo elemento chiave è la trasformazione della composizione delle imprese tra 2015 e 2025. Qui i dati rivelano un cambiamento profondo, che riflette sia l’evoluzione demografica sia i nuovi bisogni della città.
La manifattura registra un arretramento del 12,1% nel numero delle attività e del 5,4% negli addetti. Le costruzioni perdono il 7,2% delle imprese, ma aumentano gli occupati (+7,9%), segno di una concentrazione delle attività e di una domanda più orientata alla riqualificazione edilizia. Il commercio segna un calo netto: -18,5% di attività e -4,5% di addetti, una riduzione che riflette le trasformazioni delle abitudini dei consumatori e il peso crescente del digitale. I trasporti e magazzinaggio crollano del 25,6% in termini di imprese, mentre gli addetti calano solo del 2,3%, segnale di una maggiore concentrazione del settore.
Al contrario, emergono con grande forza i settori in crescita. Le attività artistiche, sportive e di intrattenimento crescono del 44,5%, fotografando una domanda crescente di servizi legati al tempo libero e al benessere. Le attività sanitarie e di assistenza sociale aumentano del 37,2%, passando da 1.468 a 2.473 imprese: un dato che riflette l’invecchiamento della popolazione e la crescente richiesta di servizi socio-sanitari. Il settore turistico registra una crescita lieve nel numero delle attività (+1,5%), ma significativa negli addetti (+15%), a conferma di un orientamento verso servizi più strutturati. Le attività immobiliari segnano un aumento del 20% delle imprese e del 14% degli addetti, mostrando un mercato vivace e in continua trasformazione.
In sintesi: Perugia si sposta dai settori tradizionali a quelli legati ai servizi alla persona, al tempo libero, alla cura, al turismo e al mercato immobiliare. Una vera metamorfosi che racconta una città sempre più orientata ai servizi e meno alla produzione, più dipendente dalla domanda interna che dalle catene del valore globali.
Un sistema che vive, ma non si rafforza
Cresce il fatturato, aumentano gli addetti, cambia la composizione del tessuto produttivo. Eppure, la debolezza della redditività rimane il punto dolente. Le imprese perugine portano a casa margini troppo esigui per investire e innovare, e l’intero sistema economico ne risente. Perugia si muove, ma non decolla. Lavora molto, ma rende troppo poco.
La sfida dei prossimi anni è chiara: trasformare quantità in qualità, spostare il baricentro dalla semplice crescita del volume d’affari alla crescita della produttività. Perché solo un sistema che riesce a trattenere valore può generare sviluppo stabile, duraturo e capace di dare a Perugia lo slancio che merita.
Il commento del presidente Mencaroni
Dati che Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, commenta così: “Questi numeri confermano che Perugia ha energie, competenze e una vitalità imprenditoriale che non si è mai spenta, ma mostrano anche quanto sia urgente trasformare questa vivacità in valore stabile. Non basta crescere in quantità: dobbiamo mettere le imprese nelle condizioni di far crescere qualità, produttività e redditività. Le aziende stanno dimostrando una capacità di adattamento notevole, ma serve un contesto che renda gli investimenti più sostenibili e gli sforzi più remunerativi. Come Camera di Commercio continuiamo a lavorare su dati, servizi e strumenti che aiutino le imprese a orientarsi, innovare e rafforzarsi. È su questo terreno che si misura la competitività di un territorio e la sua capacità di trattenere talenti, lavoro e opportunità. Perugia può fare di più e meglio: i dati lo indicano con chiarezza, e ora occorre agire con lucidità, continuità e visione, perché il futuro economico della città si costruisce adesso, non domani”.
“Gli alveari in Umbria stanno morendo”. A lanciare l’allarme il presidente di Naturalmiele durante il Forum degli Apicoltori del Mediterraneo, a Foligno, in occasione di Mielinumbria, la manifestazione che si concluderà domenica 23, a Palazzo Trinci, tra mostra mercato, show cooking e laboratori.
Un appuntamento che per due giorni trasforma Foligno in un hub internazionale dedicato al mondo delle api, alla sostenibilità e alla cooperazione tra i Paesi del bacino mediterraneo. Organizzato dal Comune di Foligno, FedApimed, APAU, Felcos Umbria, in collaborazione con Naturalmiele e con il patrocinio della Regione Umbria, il Forum rappresenta uno dei momenti più qualificanti dell’intera manifestazione, con l’obiettivo di affrontare temi cruciali legati alla produzione apistica, ai cambiamenti climatici e alle nuove strategie di sostenibilità. Un confronto andato in scena nella sala conferenze di Palazzo Trinci, mentre nel chiostro sono proseguite la mostra mercato, le degustazioni guidate e gli show cooking (a cura di Gigì Passera) e i laboratori organizzati da Naturalmiele, tutti ad ingresso gratuito.
Il quadro umbro
A fotografare lo stato dell’arte dell’apicoltura del Cuore Verde è Beniamino Romildo, presidente di Naturalmiele: “Un allarme riguarda il calo dei nostri alveari, un fenomeno su cui incidono sia gli eventi climatici sia gli effetti delle attività umane sull’ambiente. Per la nostra regione il forte decremento evidenziato nel 2024 – un calo del 9% rispetto al 2023, contro la media nazionale dell’1,5% – non si era mai registrato. Considerando che gli apicoltori umbri, sempre per lo stesso periodo, sono aumentati del 3% circa, contro il dato nazionale dell’1,25%, determinando quindi un allargamento della forbice della perdita degli alveari. Si tratta quindi di un dato che stiamo monitorando con grande attenzione. Le associazioni stanno seguendo l’andamento per capire se si tratta di un calo occasionale o di una tendenza stabile. Attualmente – sottolinea ancora Romildo – siamo nella fase di rilevamento dei dati 2025, i cui risultati definitivi saranno disponibili a gennaio. Solo allora sarà possibile effettuare valutazioni ponderate sulle azioni da intraprendere. Dai primi rilievi, però, possiamo già affermare che la situazione non sembra essere migliorata rispetto allo scorso anno. È stata registrata una moria significativa dovuta alla varroa (un acaro particolarmente aggressivo), ma permangono anche alcuni casi di mortalità delle colonie per i quali, al momento, non esiste ancora una spiegazione chiara”.
I lavori della prima giornata
Tanti gli interventi che si sono susseguiti nelle sessioni della prima giornata focalizzata su impatti ambientali e gestione produttiva. Ad aprire i lavori sono stati i rappresentanti delle istituzioni e delle principali associazioni apistiche italiane e straniere, alla presenza delle delegazioni provenienti da una decina di Paesi dell’area del Mediterraneo, come Marocco, Algeria, Egitto, Palestina, Giordania, Siria, Libano e Iraq, insieme ai produttori, ricercatori ed esperti del settore. La prima giornata si è focalizzata su impatti ambientali e gestione produttiva. Dopo i saluti istituzionali dell’assessore regionale alla cooperazione internazionale, Fabio Barcaioli, del vicesindaco di Foligno Riccardo Meloni (presente anche l’assessore comunale al Turismo, Michela Giuliani), dell’assessore David Grohmann del Comune di Perugia, si sono alternati, tra gli altri, gli interventi dell’Ambasciatore della Slovenia in Italia, Matjaz Longar, del presidente FedApimed, Vincenzo Panettieri. La mattinata ha visto gli interventi tecnici dedicati agli impatti ambientali sull’apicoltura mediterranea, con analisi sulle criticità del settore e testimonianze delle delegazioni estere, che hanno condiviso scenari e problemi comuni: variazioni climatiche, perdita di biodiversità, nuovi parassiti, difficoltà nella gestione delle colonie. Mentre nel pomeriggio i lavori sono proseguiti con la sessione dedicata a gestione apistica e produttività, con contributi scientifici e casi studio provenienti da diversi Paesi. Un’occasione preziosa per confrontarsi su tecniche, innovazioni e modelli produttivi sostenibili. Le attività del Forum sono state trasmesse in diretta streaming sulla pagina Facebook di Felcos Umbria, permettendo la partecipazione anche a distanza. Proseguiranno domani, domenica 23 novembre, dalle ore 9.30, con la tavola rotonda “Per una politica apistica mediterranea”, momento di sintesi e visione strategica che coinvolgerà rappresentanti del mondo della politica nazionale e di quello accademico, enti locali e organizzazioni professionali. Seguiranno poi la sessione “Apicoltura e territori: i Comuni amici delle api” e le conclusioni dedicate alle prospettive future di collaborazione tra i Paesi mediterranei.
Programma di domenica
Ore 9, saluti istituzionali: Michela Giuliani, assessore Turismo del Comune di Foligno; Simona Meloni, assessore Agricoltura Regione Umbria; Lorenzo Mariani, segretario regionale Confcooperative Umbria; Sabah Alhissnawi, vice presidente FEDAPIMED.
Ore 9.50, tavola rotonda “Per una politica apistica mediterranea” con: Vincenzo Panettieri, presidente FEDAPIMED -Federazione apicoltori Mediterraneo, Abdal Sabbat Khali, FAO; Riccardo Terriaca, Miele in Cooperativa; Marco Moretti, UNAAPI – Unione nazionale associazioni apicoltori italiani; Giancarlo Quaglia, Lifeanalytics; Monica Vercelli, IHC – International Honey Commission; Fathy Beaihry Abu, Arab Beekeepers Union; Riccardo Babini, Honey Working Group – COPA COGECA (Committee of Professional Agricultural Organisations-General Confederations of Agricultural Cooperatives).
Ore 12, quinta sessione, conclusione dei lavori con Luca Ciampelli, presidente APAU; Vincenzo Panettier, presidente FEDAPIMED e Marco Pellegrini, Ministero Politiche Agricole – Università della Tuscia.
Ore 16.30, I fiori del miele, degustazione guidata di mieli del Mediterraneo.
Il glorioso passato ed il promettente futuro di un monumento iconico di Orvieto: la Badia. E l’episodio, mai rivelato, della luna di miele blindata di Roberto Saviano. C’è tutto questo e molto altro nel libro della docente e storia dell’arte Sara Bracciantini “L’abbazia dei Santi Severo e Martirio. Storia e vicende artistiche di un monastero medievale orvietano“, in distribuzione nazionale dal 20 novembre, presentato nell’incontro organizzato dall’associazione degli Ex studenti del liceo classico Gualterio e dalla casa editrice Intermedia Edizioni, nella saletta delle conferenze del complesso di san Lodovico.
Due ore dedicate all’abbazia dei santi Severo e Martirio, meglio nota come la Badia. Un excursus delle vicende che hanno accompagnato la storia plurisecolare di questo monastero benedettino, premostratense e olivetano, con un’accurata descrizione, anche fotografica, del notevole patrimonio architettonico ed artistico della prestigiosa struttura.
Alla presenza della vice presidente dell’associazione professoressa Rosalba Salani, dell’architetto Raffaele Davanzo per molti anni impegnato anche nelle opere di conservazione del monumento e del professor Donato Catamo, Braccianti ha illustrato gli aspetti salienti della Badia, ripercorrendo le lunghe vicende ed illustrando al pubblico il significato delle figure ritratte negli affreschi.
Rossella Fiumi, esponente della famiglia che è stata proprietaria della Badia dalla metà dell’ottocento fino a pochi mesi fa, ne ha invece ripercorso in breve la storia imprenditoriale. Una vicenda che vide protagonista prima sua nonna, la scrittrice Maria Luisa Fiumi e successivamente, i suoi genitori Giuseppe Fiumi e Graziella Petrangeli che, negli anni sessanta, ne fecero un hotel ed un ristorante di lusso, precorrendo i tempi e recuperando l’originaria destinazione della Badia che era stata per secoli un luogo di ristoro e di riposo per pellegrini e viandanti.
Rossella Fiumi ha anche svelato alcuni particolari inediti relativi alla presenza di alcuni personaggi importanti a La Badia. E’ il caso di Roberto Saviano, lo scrittore che vive da anni sotto tutela e che alla Badia trascorse un periodo di luna di miele blindatissima per la presenza costante della scorta. “Dopo la vendita del complesso alla famiglia Sciò, proprietaria della catena di hotellerie Il Pellicano che ha realizzato questa operazione con il sostegno di un fondo di investimento inglese-ha detto Fiumi-credo che nel giro di due anni sarà completato l’importante intervento di restauro per la trasformazione della Badia in un hotel cinque stelle. Una svolta che segna una linea di continuità con quanto fatto nel corso dei decenni dalla mia famiglia e che, sono sicura, potrà rappresentare anche un valore ed un’opportunità per Orvieto”.
Tra gli interventi previsti dal gruppo Il Pellicano c’è anche la realizzazione di un giardino medievale.
“Energia, Ambiente, Territorio – Quali prospettive per l’Umbria” è il tema sul quale si sono confrontate imprese, esperti accademici e istituzioni per definire strategie congiunte su sostenibilità, transizione energetica e sviluppo del territorio umbro.
L’iniziativa, promossa congiuntamente da Confartigianato Imprese Umbria, Confindustria Umbria e Legacoop Umbria, ha fornito una panoramica aggiornata sulle sfide che attendono il tessuto produttivo regionale in tema di competitività e sostenibilità. Moderato dal direttore del Corriere dell’Umbria, Sergio Casagrande, l’evento ha registrato una vasta partecipazione di imprenditori, tecnici ed esperti.
I lavori sono stati introdotti dai saluti istituzionali delle realtà promotrici e delle istituzioni locali. Giovanni Maria Angelini Paroli, assessore del Comune di Spoleto, ha aperto la sessione sottolineando l’impegno della città nel sostenere la transizione energetica e la necessità di una forte collaborazione tra enti pubblici e sistema produttivo per individuare soluzioni efficaci e condivise.
È seguito il saluto di Mauro Franceschini, presidente di Confartigianato Imprese Umbria, che ha evidenziato come le imprese umbre stiano affrontando un momento decisivo: “La transizione energetica non è più rimandabile. È necessario garantire certezze e strumenti realmente utilizzabili dalle nostre piccole e medie imprese”.
Laura Caparvi, presidente della Sezione Energia di Confindustria Umbria. La Dott.ssa Caparvi ha sottolineato l’esigenza di rendere autonome regioni e imprese da una configurazione geopolitica difficile, specificando: “La nostra dipendenza dal gas ci rende vulnerabili. L’uscita dai fossili e la gestione del prezzo impongono concretezza, meno burocrazia e un forte accordo pubblico-privato per definire tempistiche certe”. La Caparvi ha auspicato che la nuova legge regionale abbia pienamente recepito queste priorità.
Danilo Valenti, presidente di Legacoop Umbria, ha rimarcato l’importanza delle comunità energetiche e della cooperazione come strumenti fondamentali per rendere la transizione accessibile a cittadini e imprese.
ENERGIA: Gli scenari futuri dell’Italia
A seguire, Bruno Panieri direttore Politiche Economiche di Confartigianato Imprese, ha presentato un’analisi approfondita sui futuri scenari energetici italiani, mettendo in luce il ruolo cruciale dell’efficienza energetica e delle Comunità Energetiche Rinnovabili nel contenimento dei costi e nel rafforzamento dell’indipendenza energetica del Paese. Panieri ha sostenuto un approccio “laico verso la tecnologia”: “Non bisogna frenare l’avanzamento tecnologico per valorizzare le rinnovabili. Ogni opzione va valutata, compresi generazione distribuita, nuove tecnologie e l’eventuale contributo del nucleare. L’Intelligenza Artificiale potrà supportare la gestione dei flussi energetici”.
Panel: Transizione energetica, Paesaggio e il Disegno di Legge Regionale
Una parte centrale dell’incontro è stata dedicata all’analisi degli impatti del disegno di legge regionale ‘Misure urgenti per la transizione energetica e la tutela del paesaggio umbro’, con il confronto fra rappresentanti istituzionali, tecnici e imprese. L’assessore regionale all’energia, all’ambiente, all’adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici, alle politiche del paesaggio e alla programmazione urbanistica, Thomas De Luca, ha sottolineato che la decarbonizzazione passa da un mix equilibrato di fonti, puntando sulle rinnovabili disponibili e non dipendenti da scenari geopolitici incerti. Ha citato il ruolo strategico dell’idroelettrico in Umbria e la scelta di sviluppare l’eolico nelle aree idonee, garantendo criteri di sostenibilità e bassa visibilità paesaggistica.
Alfonso Morelli, direttore generale di ARPA Umbria, ha confermato il ruolo dell’Agenzia nel supporto tecnico alla Regione e nella valutazione degli impatti. Morelli ha evidenziato l’importanza di strumenti innovativi: “Dovremo confrontarci sempre più con l’Intelligenza Artificiale per gestione dei consumi e valutazioni ambientali”.
Il focus sulle Comunità Energetiche Rinnovabili è stato approfondito dagli interventi di PaoloGarofoli (CER Insieme Sostenibili) e Nicola Stabile (CER Cooperativa Perugia Green Energy). Entrambi hanno sottolineato la necessità di superare resistenze culturali e interpretare la CER non come un semplice progetto sociale, ma come una vera organizzazione dotata di impianti, investimenti e responsabilità operative.
Conclusioni: le prospettive del settore elettrico
A chiusura del convegno, la prof.ssa Linda Barelli (Dipartimento di Ingegneria – Sistemi elettrici per l’energia, UNIPG) ha analizzato i principali trend della transizione energetica, supportata dai dati Terna e dalle più recenti pubblicazioni internazionali.
Le direttrici fondamentali saranno due: 1. la sostituzione dei combustibili fossili con energia rinnovabile; 2. la diffusione di infrastrutture elettriche più capillari, intelligenti e integrate. Il convegno si è concluso con un forte segnale di unità fra istituzioni, imprese e mondo accademico. Le analisi presentate e il confronto fra i relatori hanno delineato una roadmap chiara: costruire un’Umbria più sostenibile, innovativa e competitiva, capace di coniugare la tutela del paesaggio con le esigenze della transizione energetica.
Il segretario generale della Cgil di Terni, Claudio Cipolla, commenta in modo critico l’incontro che si è svolto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, relativo all’annosa vertenza del sito Moplefan di Terni, per verificare la situazione attuale e il rispetto degli impegni finalizzati al rilancio delle produzioni dell’azienda stessa. Incontro a cui erano presenti l’azienda, le organizzazioni sindacali (Rsu, categorie e confederazioni), istituzioni locali e regionali. “Incontro insoddisfacente – afferma – da cui è emerso lo stato di indeterminatezza rispetto agli impegni da tempo assunti, e molto preoccupante per il prossimo futuro produttivo e lavorativo del sito”.
“A oggi – prosegue Cipolla – le criticità economiche emerse sono aggravate dal fatto che non si produce e quindi non si genera liquidità per poter adempiere a impegni pregressi e rispettare impegni futuri. Tale situazione è preoccupante anche in ragione dell’ufficialità, avuta ieri (mercoledì 19 ndr), che istituti di credito e bancari non hanno dato disponibilità a finanziare il progetto industriale tanto enfatizzato in questi anni e purtroppo mai partito. Evidenziata la criticità principale, che è quella della liquidità e di strumenti finanziari a supporto, il ministero ha riconvocato un incontro entro un mese per verificare un’altra ipotesi che è quella dell’impegno, sempre a sostegno del progetto, da parte di Invitalia”.
Intanto, nelle ore successive, le organizzazioni sindacali di categoria hanno subito programmato incontri con l’azienda per riaprire la Cassa integrazioni guadagni e per verificare come poter rispondere ad aspetti contrattuali a tutela dei lavoratori.
“Non è più il tempo di falsi trionfalismi e rassicurazioni – prosegue la Cgil Terni – come sono state date in questi anni, sopratutto da parte istituzionale e politica, ma serve un impegno concreto nel trovare soluzioni capaci di far ripartire le produzioni, rispondere agli impegni economici e sopratutto riattivare il lavoro non lasciando in balia di ammortizzatori sociali le persone. L’importanza di Moplefan all’interno del polo chimico, come più volte detto, è fondamentale per la tenuta complessiva di tutte le altre attività che in quell’area si svolgono”. “Auspichiamo – conclude Cipolla – che questo mese di verifica sia proficuo e porti a una prospettiva capace di intravedere un reale rilancio perché, mentre in queste ore assistiamo a tanti proclami e tante belle parole su fantomatiche nuove ipotesi d’opportunità di sviluppo, stiamo registrando un progressivo e silenzioso smantellamento del sistema manifatturiero che ha caratterizzato e ancora caratterizza un pezzo fondamentale dell’economia e del lavoro in questo territorio”.
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