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Gara stadio Morandi, al Comune la dura nota della ASD Tiberis, pronta a dare anche battaglia legale

Con una lettera di cinque pagine la ASD Tiberis ha inviato al Comune di Umbertide, tramite il proprio legale, Avv. Marzio Vaccari (nella foto), le proprie considerazioni relative all’avviso di gara per il nuovo affidamento della struttura sportiva dello Stadio Morandi.

Una lettera forte, accorata, che fa seguito alla corrispondenza intercorsa nei giorni scorsi, laddove il Comune, dopo aver prorogato – a dire della Tiberis – tutte le altre gestioni degli impianti pubblici alle altre associazioni, decideva di mettere a gara il solo stadio Morandi, separando dalla gestione del campo sportivo quella della pista di atletica.

Nella nota la Tiberis evidenzia tutte le criticità dl bando, soprattutto sottolineando la disparità di trattamento con le altre associazioni ed i disservizi ed i disagi che la separazione della gestione della pista, separata dal campo sportivo, può determinare a discapito dell’utenza.

La Tiberis, nel ricordare tutte le contestazioni pervenute dall’Amministrazione comunale nell’ultimo quinquennio, nonché le criticità succedutesi (una per tutte, la lunga diatriba con l’Associazione del Judo che ha occupato, come lamentato più volte dalla stessa Tiberis, la palestra interna all’impianto senza che il Comune intervenisse, se non dopo tanto tempo) ritiene esistere una evidente volontà di farla scomparire dal panorama umbertidese. In tal caso si dissolverà una storia ultracentenaria, fatta di volontari, di ragazzi e ragazzini che ne hanno fatto parte e che non troveranno più un interlocutore associativo. O meglio, lamenta amaramente la Tiberis, ne troveranno uno, uno solo, che non si sa quale sarà, ma sarà quello che riuscirà a soddisfare le esigenze dell’Amministrazione con questo avviso. E così – sostiene la Tiberis – cesserà la democrazia ed il pluralismo associativo e la possibilità di scelta nel Comune di Umbertide

Ma, si conclude nella nota inviata, se dovrà “morire”, la ASD Tiberis non lo farà senza combattere e porterà le sue istanze in tutte le sedi in cui ciò sarà consentito, penali, civili, amministrative, sportive.

Welcare celebra 10 anni della linea produttiva UCS®: un traguardo industriale nato in Umbria

Dieci anni fa, a Orvieto, prendeva forma una linea produttiva pensata per rivoluzionare la gestione delle lesioni cutanee in ambito sanitario. Oggi Welcare, azienda umbra attiva nel settore dei dispositivi medici, celebra i 10 anni di attività della macchina per la produzione di UCS® Debridement, un dispositivo monouso sterile per la detersione e il debridement meccanico delle ferite.

Un traguardo che non è solo simbolico, ma racconta un’eccellenza ingegneristica tutta italiana, costruita in Umbria e oggi riconosciuta a livello internazionale.

“Nel 2015 abbiamo sviluppato, insieme al costruttore, una macchina progettata su misura per realizzare un prodotto che rispondesse a elevati requisiti clinici e industriali. – spiega Fulvia Lazzarotto, CEO e fondatrice di Welcare –. A distanza di dieci anni, quella stessa macchina continua a funzionare senza modifiche: una prova tangibile della solidità progettuale e della qualità che guida ogni nostra scelta”.

Il dispositivo UCS® Debridement è oggi distribuito in oltre 20 Paesi nel mondo e ha contribuito al consolidamento di Welcare come azienda leader nel wound care, in grado di unire ricerca scientifica, attenzione alla sicurezza e capacità produttiva.

A rendere unico questo percorso è stata anche la scelta di investire localmente, mantenendo in Umbria non solo il sito produttivo, ma anche il know-how tecnologico. Un modello di impresa che punta alla valorizzazione del territorio, creando competenze, occupazione e visibilità internazionale.

Negli anni, il successo della linea UCS® ha portato a nuovi investimenti strutturali:
• nel 2022, l’acquisto di una seconda linea produttiva per UCS®;
• nel 2024, l’integrazione di una nuova sterilizzatrice per aumentare la capacità e ottimizzare i tempi.

“Questa ricorrenza – conclude Fulvia Lazzarotto – è per noi motivo di orgoglio e conferma che la visione industriale, se guidata da rigore scientifico e attenzione alla qualità, può portare lontano. Festeggiamo questo anniversario guardando al futuro, con lo stesso impegno che ci ha accompagnato fin dall’inizio”.

Nuova apertura McDonald’s, colloqui di lavoro per selezionare 50 dipendenti

Ha fatto tappa a Spoleto il McDonald’s Job Tour, la selezione del personale organizzato per le nuove aperture – tra cui appunto quella della città ducale – e assunzioni McDonald’s in tutta Italia. Presso l’Hotel dei Duchi di Viale Matteotti hanno preso il via i primi colloqui individuali per coloro che vogliono lavorare nel nuovo ristorante della città.

McDonald’s è alla ricerca di 50 persone che abbiano voglia di mettersi in gioco, di lavorare in squadra e a contatto con i clienti, da inserire nel team del nuovo ristorante. Le persone selezionate verranno inserite in un percorso di formazione propedeutico alle mansioni che svolgeranno; saranno inquadrate con contratti part-time o full-time, in base alle esigenze del ristorante, secondo il contratto nazionale del turismo. La retribuzione è quella prevista dallo stesso contratto, chiaramente parametrata al numero di ore lavorative settimanali.

McDonald’s Job Tour a Spoleto
La tappa del Job Tour ha dato il via al percorso di ricerca e selezione del personale per entrare a far parte del team del ristorante McDonald’s di prossima apertura a Spoleto, che si aggiungerà agli altri nove ristoranti già presenti in provincia di Perugia. Durante la giornata, i primi candidati hanno avuto la possibilità di sostenere un colloquio individuale e di incontrare e confrontarsi con i dipendenti di altri ristoranti.

Lavorare in McDonald’s
Queste nuove posizioni rientrano nel piano di crescita nazionale, che anche quest’anno prevede l’assunzione di 5.000 nuove persone in tutta Italia. McDonald’s conta ad oggi oltre 750 ristoranti in tutta la Penisola, dove lavorano 38.000 dipendenti, che ogni giorno servono più di un milione di persone.

Il 62% dei dipendenti – evidenzia l’azienda – è rappresentato da donne che sono il 50% degli store manager, mentre il 55% dei dipendenti ha meno di 29 anni e il 32% è studente. Un’opportunità di lavoro stabile e concreta, dove il 92% delle persone è assunto con contratto stabile.

Grazie ad un programma di formazione da oltre un milione di ore all’anno, McDonald’s garantisce a tutte le sue persone un percorso strutturato, volto a valorizzare i propri talenti e a fornire tutti gli strumenti necessari per permettere a ciascuno di crescere in azienda.

McDonald’s Italia
In Italia da 39 anni, McDonald’s conta oggi oltre 750 ristoranti in tutto il Paese per un totale di 38.000 persone impiegate che servono ogni giorno 1.2 milioni di clienti. I ristoranti McDonald’s italiani sono gestiti per il 90% secondo la formula del franchising grazie agli oltre 160 imprenditori locali che testimoniano il radicamento del marchio al territorio. Anche per quanto riguarda i fornitori, McDonald’s conferma la volontà di essere un marchio “locale”. Ad oggi la maggior parte dei fornitori infatti sono italiani. Nel mondo McDonald’s è presente in oltre 100 Paesi con più di 41.000 ristoranti.

Invecchiamento attivo e sanità pubblica, l’incontro Spi Cgil Altotevere

Su iniziativa dello Spi Cgil Altotevere, a Città di Castello si è tornati a parlare di un tema molto attuale come quello dell’invecchiamento attivo e del ruolo della sanità pubblica in questo ambito.

L’incontro, che si è svolto alla biblioteca comunale Giosuè Carducci, è servito per approfondire alcuni aspetti legati alla prevenzione, alla partecipazione sociale, al benessere psicofisico e al contrasto alla solitudine.

A introdurre i lavori è stata Barbara Mischianti, segretaria della Camera del lavoro di Perugia. Il sindaco Luca Secondi ha portato i suoi saluti e sono poi intervenuti Gaetano Zucchini, direttore della Caritas diocesana di Città di Castello, che ha dialogato con il senatore Andrea Crisanti.

Ha concluso la giornata l’intervento del segretario generale dello Spi Cgil Umbria, Andrea Farinelli.

Moplefan, attivata la cassa integrazione a pochi mesi dalla rinascita

A pochi mesi dalla rinascita sotto le insegne polacche della Moplefan, la storia azienda chimica per la produzione di film di polipropilene, arriva la cassa integrazione per gran parte (circa 80) dei quasi 100 dipendenti dello stabilimento nato dalle ceneri della Treofan.

In autunno le notizie di una piena ripresa della produzione che facevano ben sperare, poi a fine anno già le prime difficoltà, aumentate a marzo. Fino alla comunicazione ai dipendenti ed ai rappresentanti sindacali, della richiesta della procedura di cassa integrazione. Per un mese, al momento. Sempre che si riescano a superare le difficoltà ed a riprendere veramente la produzione.

Il rilancio dell’azienda aveva portato ottimismo circa il rilancio del polo chimico ternano. Ora questa doccia gelata, che riporta nere nubi su uno dei principali settori dell’industria umbra.

Unipg stabile in Italia, ma perde posizioni nella classifica mondiale

L’Università degli Studi di Perugia resta al 17esimo posto tra gli Atenei italiani, ma perde posti nella classifica del Global 2000 del Center for World University Rankings (CWUR).

L’ateneo umbro, pur migliorando le proprie performance di ricerca, perde dieci posizioni rispetto al 2024 e scivola dal 423° al 434° posto mondiale. Peggio ancora se si guarda al medio periodo: -47 posizioni dal 2021 e -90 negli ultimi dieci anni. Una tendenza che rispecchia quella nazionale: l’80% delle 66 università italiane incluse nel ranking 2025 ha perso terreno.

Nel dettaglio, Perugia resta stabile al 17° posto tra gli atenei italiani, dietro realtà come La Sapienza, Padova, Milano Statale e Politecnico, Bologna, Torino e Napoli Federico II. La sua flessione, quindi, non è sintomo di un crollo interno, ma della crescente difficoltà del sistema accademico italiano nel mantenere la posizione nel confronto internazionale.

La ricerca sale, il ranking scende
Paradossalmente, il 2025 è un anno in cui l’Ateneo perugino migliora nel punteggio legato alla ricerca, passando da 305 a 405 punti. Ma questo non basta. Il ranking CWUR si basa su quattro parametri: qualità dell’istruzione (25%), occupabilità dei laureati (25%), qualità del corpo docente (10%) e produttività nella ricerca (40%).

Perugia migliora nel settore dove pesa di più, ma il miglioramento è inferiore a quello di molte altre università nel mondo. Questo comporta una retrocessione automatica. L’indicatore globale è infatti relativo: se cresci meno degli altri, retrocedi anche se migliori.

I numeri del decennio: 344° nel 2015, 434° nel 2025
Nel 2015 l’Università di Perugia era 344ª a livello mondiale. In dieci anni ha perso 90 posizioni. E non solo: tra gli atenei italiani era al 14° posto, oggi è al 17°. Sul fronte della ricerca il dato è ancora più eloquente: nel 2015 il punteggio CWUR era di 642 punti, oggi è sceso a 405.

Si tratta di una perdita di 237 punti in un decennio, che non può essere letta come semplice conseguenza di dinamiche internazionali. Se è vero che molti Paesi hanno investito in modo massiccio nelle proprie università, è altrettanto evidente che la capacità attrattiva e competitiva dell’Ateneo perugino si è indebolita.

Il confronto con il 2021-2022: -47 posizioni
Nel 2021-22 Perugia era al 387° posto. Da allora ha perso 47 posizioni, pur aumentando nel contempo il punteggio nella ricerca da 353 a 405. Ma non è bastato: nel frattempo, molti atenei internazionali hanno fatto balzi in avanti grazie a strategie chiare, finanziamenti pubblici e privati, programmi di attrazione dei talenti e sinergie forti tra università e sistema produttivo.

Un esempio è la rapida ascesa di atenei mediorientali e asiatici, come quelli di Singapore, Emirati Arabi Uniti e Corea del Sud. Paesi che hanno deciso di puntare sull’alta formazione per diversificare i propri modelli di sviluppo e diventare hub scientifici globali. In Italia, invece, si continua a ragionare in termini difensivi, senza una vera politica industriale della conoscenza.

Le parole del CWUR: “Italia in affanno per mancanza di fondi”
“Con 66 università italiane in classifica, l’Italia è ben rappresentata tra le migliori al mondo. Ma il declino è preoccupante”, ha dichiarato oggi Nadim Mahassen, presidente del CWUR. “La debolezza delle performance nella ricerca e lo scarso sostegno finanziario da parte del governo sono fattori chiave. Senza investimenti più consistenti e una pianificazione strategica, l’Italia rischia di restare indietro”.

Il CWUR ha valutato oltre 21.000 atenei e inserito nella classifica finale solo i migliori 2.000. I criteri usati rendono il confronto internazionale particolarmente severo, e ogni piccolo scarto può portare a salti anche di decine di posizioni.

Il commento di Castellini
Commenta il giornalista Giuseppe Castellini, che ha analizzato i dati: “L’Ateneo umbro non parte da zero. Ha strutture solide, un corpo docente qualificato, una reputazione storica. Ma oggi questi elementi non bastano più. Servono nuove forme di finanziamento, collaborazioni strategiche con aziende, enti locali e realtà internazionali. Bisogna attrarre talenti da tutto il mondo, sostenere i giovani ricercatori, investire in infrastrutture digitali e potenziare l’offerta didattica anche in lingua inglese”.

“Anche la capacità di promuoversi all’estero – ricorda Castellini – ha un peso crescente: i ranking sono strumenti anche di diplomazia scientifica. In questo contesto, Perugia deve rafforzare la propria presenza nei network internazionali e diventare più riconoscibile sul piano globale.

“Perugia – conclude – può ancora recuperare terreno, ma servono una visione strategica, investimenti mirati e una nuova narrazione del ruolo che l’università può avere per il futuro del territorio. Il tempo per invertire la rotta non è finito. Ma non è più molto”.

Incidente a Pieve Torina, perde la vita un motociclista folignate

E’ un folignate 60enne il motociclista che ha perso la vita domenica mattina a Pieve Torina, nel Maceratese, dopo lo scontro con un’auto.

L’incidente, la cui dinamica è al vaglio dei carabinieri, si è verificato nei pressi di un incrocio, al bivio per la frazione di Appennino.

Sul posto, insieme ai carabinieri, sono giunti anche i vigili del fuoco e il personale del 118, che però ha potuto soltanto constatare il decesso del motociclista.

Escursionista ferita sul Monte Cucco, il video del salvataggio

Una escursionista infortunata sul Monte Cucco è stata soccorsa e portata in salvo grazie all’intervento congiunto del Soccorso Alpino Speleologico e dell’elisoccorso 118 “Nibbio 01”

Poco prima delle ore 10 di domenica mattina, le squadre del Soccorso Alpino e Speleologico Umbria (SASU) sono state attivate in collaborazione con l’elisoccorso 118 “Nibbio 01” per prestare soccorso a un’escursionista infortunatasi lungo il sentiero 229, che da Val di Ranco conduce a Passo Porraia, nel comprensorio del Monte Cucco.

L’elisoccorso è prontamente giunto sul posto con a bordo un medico, un infermiere e un tecnico di elisoccorso del SASU. Dopo aver raggiunto la paziente, il team le ha prestato le prime cure. Poco dopo, un secondo tecnico del Soccorso Alpino è stato elitrasportato in loco per supportare le operazioni e contribuire al completamento dell’intervento.

Una volta stabilizzata e immobilizzata sulla barella aeronautica in dotazione all’elisoccorso, la paziente è stata recuperata tramite verricello e trasferita all’Ospedale di Perugia per ulteriori accertamenti e cure.

Sicurezza, controlli dal cielo: a Terni 10 droni di ultima generazione

Dieci droni di ultima generazione, in grado di monitorare dal cielo vie, piazze, strade, aree industriali. Questo il progetto a cui sta lavorando l’amministrazione comunale di Terni, dopo gli ultimi casi di vandalismo che si sono verificati in piazza Solferino e in altre zone del centro storico.

Ma anche con l’allarme suscitato dai furti in azienda nell’area artigianale e industriale, oggetto nei giorni scorsi di un incontro in Prefettura con le forze dell’ordine e le associazioni di categoria.

I droni di ultima generazione sono dotati di telecamere ad alta definizione, in grado di inviare immagini alla centrale operativa e di registrarle. Un grande ausilio per le forze dell’ordine, dunque, sia per intervenire tempestivamente, sia in fase di indagine.

Droni che hanno anche una elevata autonomia. Attivarne una rete composta da 10 droni consentirebbe il monitoraggio anche h24 in casa di neessità.

Geometri, incontro per approfondire il “Decreto Salva Casa”

Si sono ritrovati a Todi, nell’incontro organizzato all’Istituto d’istruzione superiore ‘Ciuffelli Einaudi’ dal Collegio dei geometri di Perugia e dall’Associazione geometri Media Valle del Tevere, i professionisti per approfondire le tematiche legate al cosiddetto ‘Decreto Salva Casa’, oggi  legge 105/2024.

L’incontro era inserito nel programma itinerante di eventi di formazione su questa tematica, che il collegio perugino sta promuovendo nei territori per tenere aggiornati i professionisti. Il primo incontro è stato a Città di Castello e se ne svolgeranno altri nel Folignate e nello Spoletino. Ultimo appuntamento del ciclo sarà a Perugia.

“È un’abitudine – ha commentato il presidente del Collegio dei geometri di Perugia Enzo Tonzani – che in questi dieci anni di consiliatura abbiamo sempre più sviluppato per non costringere i colleghi a venire a Perugia a fare formazione, ma organizzando gli eventi nei territori, un modo anche per stare vicini tra colleghi, ascoltare le diverse esigenze e confrontarsi. Questi momenti di confronto ci consentono di crescere tutti insieme”.

L’evento, come è nella consuetudine del Collegio dei geometri di Perugia, è stato organizzato in una scuola, scelta dovuta all’attenzione che da sempre questa categoria rivolge ai giovani per sensibilizzarli rispetto alla professione del geometra di cui c’è carenza nel territorio.

“Ai ragazzi e ai loro genitori – ha sottolineato il presidente Tonzani – cerchiamo di far capire quanto sia importante questa attività professionale e quanto sia ancora estremamente utile nella società. Non conto più le tante richieste che riceviamo dalle imprese e dagli studi professionali che cercano tecnici da inserire in organico. Richieste che però non riusciamo quasi mai a soddisfare vista la carenza di geometri nel territorio. Qualche volta anche i concorsi pubblici non riescono a soddisfare il numero dei posti che mettono a bando perché manca questa figura. Chi frequenta oggi l’istituto Cat può anche proseguire il suo percorso di studi all’università. Nell’ateneo perugino, ad esempio, è attivo un corso di laurea triennale in Tecniche digitali per la gestione sostenibile delle costruzioni, dell’ambiente e del territorio, al termine del quale si è abilitati direttamente alla professione di geometra. Una professione piena di stimoli, sempre nuova e interessante, e che da anche buone soddisfazioni economiche”.

“Il geometra – ha detto il sindaco Antonino Ruggiano – è una di quelle figure di cui sembra si possa fare a meno e di cui invece se ne ha bisogno sempre più spesso. In particolare oggi che questa professione si è ancora più qualificata dal punto di vista dell’istruzione e della formazione, con l’istituzione di uno specifico corso universitario. Siamo molto contenti di poter ospitare eventi come quello di oggi insieme all’associazione locale dei geometri, con cui collaboriamo e che sta lavorando bene anche a livello regionale e provinciale”.