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Corsi gratuiti per giovani per diventare autisti di Busitalia

Al via in Umbria la “Busitalia Ode Academy”, con i corsi gratuiti per il conseguimento dei titoli abilitanti alla professione di autista previsti dalla selezione Busitalia (Gruppo FS).

I 21 aspiranti operatori di esercizio (Ode) ammessi hanno iniziato il percorso formativo, interamente sostenuto dall’Azienda, per ottenere la patente D e la Carta di Qualificazione del Conducente (CQC persone). Una volta acquisiti i titoli entro i termini previsti, i candidati saranno assunti con contratto a tempo indeterminato e di apprendistato.

Due dei 21 partecipanti sono donne, un segnale importante in un settore tradizionalmente a prevalenza maschile, ma dove la presenza femminile è in crescita. Attualmente, nella Direzione Operativa Umbria di Busitalia operano 835 autisti, di cui 36 donne.

La selezione effettuata è stata aperta a candidati tra i 21 e i 29 anni, in possesso della patente B e/o D1 o D, anche non ancora abilitati con CQC, con l’obiettivo di ampliare la platea dei potenziali candidati e favorire il ricambio generazionale, offrendo un’opportunità concreta di formazione professionale e inserimento nel mondo del lavoro.

Con questa iniziativa, Busitalia continua a puntare su formazione e valorizzazione professionale, riconoscendo nell’autista una figura strategica per la qualità dell’esperienza di viaggio e confermando il proprio impegno per una mobilità sempre più inclusiva, sostenibile, integrata e attenta alle pari opportunità.

“Troppo caldo al lavoro”, Cgil e Uil chiedono alle Poste di intervenire

Troppo caldo negli uffici postali e nei centri di distribuzione dell’Umbria, come nei mezzi spesso utilizzati dai portalettere. E’ quanto denunciano i sindacati Slc Cgil e UilPoste: “Sono inaccettabili le condizioni di lavoro dei dipendenti di Poste Italiane all’interno degli uffici postali e dei centri di distribuzione dell’Umbria. Con l’aumento delle temperature che nelle ultime settimane ha interessato la nostra regione, infatti, sono emerse nuovamente tutte quelle criticità che, tramite i nostri rappresentanti e delegati e tramite i rappresentanti per la sicurezza, avevamo denunciato ben prima dell’inizio della stagione calda”.

E’ lungo l’elenco delle criticità riscontrate: “Dall’inadeguatezza degli impianti di climatizzazione, che all’interno di strutture spesso datate e prive di un adeguato isolamento termico risultano cruciali per mantenere un clima accettabile – rilevano le organizzazioni sindacali – fino alla tardiva e a volte mancata distribuzione dei dispositivi di protezione individuale e delle uniformi estive. I portalettere ma anche gli sportellisti di Poste Italiane si trovano così a lavorare in condizioni climatiche inaccettabili, che determinano un ambiente di lavoro insalubre e rischioso”.

“La situazione appare grave e problematica – aggiungono Slc Cgil e UilPoste – anche sotto il profilo dell’attività lavorativa dei portalettere che, a causa dei gravi problemi organizzativi di Poste Italiane, spesso si trovano a effettuare il giro di consegna nelle fasce orarie centrali della giornata, quelle a maggior rischio per l’esposizione al sole. A questo proposito, oltre a chiedere interventi organizzativi per evitare o quantomeno limitare il periodo di lavoro nelle ore più calde, a livello nazionale chiediamo con forza la modifica della determinazione aziendale che, a seguito di una valutazione del rischio ‘ondate di calore’ richiesta dalle organizzazioni sindacali, considera incredibilmente tutti i portalettere come ‘lavoratori all’ombra’, a prescindere da dove svolgono effettivamente l’attività. Correggere questa valutazione – spiegano i sindacati – farebbe scattare un aumento significativo delle giornate in cui applicare le misure di cautela (pause, interdizione alla ‘gita’ per lavoratori ipersuscettibili allo stress termico). I portalettere infatti, svolgono la propria attività lavorativa nelle strade delle nostre città, non solo con le auto di servizio (spesso comunque carenti dal punto di vista della climatizzazione) ma anche con scooter e quadricicli elettrici (le famose ‘macchine gialle’) del tutto sprovviste di aria condizionata”.

“Chiediamo all’azienda – concludono Slc Cgil e UilPoste – cui la legge impone, tra le altre cose l’adozione di misure per garantire la salubrità e il benessere termico dei lavoratori, interventi tempestivi e risolutivi per consentire alle lavoratrici e ai lavoratori di Poste di svolgere il proprio lavoro in condizioni dignitose e sicure”.

Da oggi la badante (anche temporanea) si può richiedere in farmacia

Federfarma Umbria ha sottoscritto una convenzione con Umana, nota agenzia italiana per il lavoro, con l’obiettivo di offrire un supporto concreto alle famiglie umbre nella ricerca di assistenti familiari qualificati (badanti) anche per periodi temporanei. Una situazione, quest’ultima, particolarmente frequente nel periodo estivo, per coprire il periodo in cui le badanti sono in ferie.

Umana dispone di un’area specialistica dedicata ai servizi di cura e assistenza alla persona, che si occupa della selezione, assunzione diretta e gestione amministrativa di personale come badanti, destinati a sostenere anziani e persone con disabilità. L’agenzia cura ogni aspetto contrattuale, dalle buste paga alle eventuali sostituzioni, sollevando le famiglie da incombenze burocratiche complesse.

Grazie alla convenzione siglata, sarà possibile attivare il servizio direttamente in farmacia. Le farmacie umbre private fungeranno, infatti, da punto di contatto tra le famiglie e i referenti delle filiali Umana, facilitando l’avvio del percorso di assistenza in modo rapido e sicuro.

Per informare e orientare i cittadini, le farmacie esporranno locandine e opuscoli informativi, fornendo il primo livello di supporto a chi si trova nella necessità di affidare i propri cari a persone competenti e affidabili.

“Sempre più spesso – sottolinea il dr. Monicchi, presidente di Federfarma Umbria – le famiglie si rivolgono alla farmacia di fiducia non solo per i farmaci, ma anche per chiedere un consiglio e un aiuto concreto su temi delicati come l’assistenza domiciliare. Con questa convenzione, le farmacie diventano un ponte verso un servizio qualificato e sicuro”.

Per ulteriori informazioni, è possibile rivolgersi alle farmacie aderenti o visitare il sito di Umana: www.umana.it

Andrea Pitoni eletto segretario generale della Fp Cgil Terni

Andrea Pitoni è il nuovo segretario generale della Fp Cgil Terni. E’ stato eletto all’unanimità dall’assemblea generale della Funzione Pubblica (Fp) Cgil di Terni.

Andrea Pitoni ha 49 anni ed è dipendente della Regione Umbria. Nella sua dichiarazione programmatica ha affermato: “I referendum su lavoro e cittadinanza, pur non avendo ottenuto il quorum, costituiscono una tappa fondamentale, con la partecipazione di 15 milioni di elettori, nella costruzione del sindacato di strada che torni ad ascoltare le persone. Intanto, continueremo a utilizzare gli strumenti che abbiamo a disposizione per tutelare il lavoro. Dobbiamo, probabilmente, prepararci a difendere la democrazia parlamentare rispetto alle proposte, avanzate dalle forze di governo, di rafforzamento del premierato; I maggiori poteri attribuiti al presidente del Consiglio rischierebbero di minare l’assetto della nostra Costituzione”.

“Viviamo una fase di trattative per i rinnovi contrattuali nel pubblico impiego – è poi entrato nello specifico Pitoni – dove la nostra azione mira a innalzare i livelli stipendiali per difendere i lavoratori e le lavoratrici dal vertiginoso aumento dei costi dei generi alimentari e dell’energia. Continueremo, nei diversi settori di lavoro che rappresentiamo, a lavorare per ottenere il miglioramento delle condizioni economiche e di benessere organizzativo per i dipendenti statali e degli enti locali”.

“Il Servizio sanitario nazionale – ha infine commentato il neosegretario della Fp Cgil Terni – va difeso e rilanciato rispetto all’avanzamento della sanità privata; il concetto di cura deve prevalere rispetto a quello di prestazione. Rispetto al nuovo Piano sanitario regionale umbro è positivo il fatto che sia previsto un adeguato numero di assunzioni di medici e infermieri, ma attendiamo di conoscere nel dettaglio i contenuti così da poterli discutere nel merito. Le recenti elezioni per il rinnovo delle Rsu hanno evidenziato il nostro grande impegno per la rappresentanza nei diversi luoghi di lavoro”.

A Valentina Porfidi, segretaria generale uscente, è andato il saluto e il ringraziamento di tutta l’assemblea per il lavoro svolto. All’assemblea erano presenti la segretaria nazionale della Fp Cgil, Barbara Francavilla, la segreteria generale della Cgil Umbria, Maria Rita Paggio, e il segretario generale della Camera del lavoro di Terni, Claudio Cipolla.

Personale del pronto soccorso ancora aggredito, le richieste dei sindacati alla Asl

Ancora un’aggressione ai danni del personale di Foligno. Stavolta, a subirne le conseguenze è stato il personale del pronto soccorso, vittima di aggressioni verbali e fisiche.

Un nuovo episodio di fronte al quale i sindacati, oltre ad esprimere solidarietà alle vittime, tornano a invocare interventi a difesa del personale sanitario.

“Non è la prima volta che accadono fatti di questo genere e la direzione dell’Azienda Usl Umbria 2, pur dopo le precedenti e numerose segnalazioni da parte delle sigle sindacali, continua ad ignorare questa grave situazione” afferma la Fp Cgil dell’Azienda Usl Umbria 2. Che aggiunge: “Dobbiamo essere tutti consapevoli, come lavoratori della sanità, che le aggressioni che subiamo sono frutto di una gestione della sanità fallimentare, dettata da logiche di mercato che hanno trasformato la salute in merce. Lavoriamo in un servizio sanitario sempre più smantellato, depotenziato, saturo e lontano dai pazienti. La carenza cronica di personale – spiega la Fp Cgil – ha come diretta conseguenza turni massacranti e compromissione della qualità delle cure, che mettono a rischio la salute di noi stessi lavoratori e dei pazienti, i quali sono costretti a subire tempi di attesa lunghissimi prima di ricevere assistenza. Questa situazione è inaccettabile e richiede interventi urgenti”.

Alla luce di tutto ciò, la Fp Cgil dell’Azienda Usl Umbria 2 formula precise richieste: “Aumento del personale al fine di potenziare il pronto soccorso e gli altri reparti in crisi; l’implementazione di misure concrete per migliorare le condizioni di lavoro e per prevenire il burnout; l’implementazione di protocolli di sicurezza efficaci per proteggere gli operatori dalle aggressioni da parte di utenti esasperati dai lunghissimi tempi di attesa; ripristino del posto fisso di polizia h24 in loco per facilitare interventi tempestivi”.

Anche la segreteria della Uil Fpl dell’Umbria e la segreteria aziendale di Uil Fpl della Usl 2 rinnova l’appello alla direzione dell’ospedale, “affinché si intervenga quanto prima a far fronte a tutte le criticità del nosocomio, più volte evidenziate dalle organizzazioni sindacali, sul fronte della sicurezza”.

“Occorre ribadire – spiegano i sindacalisti della Uil – che gli operatori sanitari non possono essere vittima di aggressioni perché agiscono già, purtroppo, al limite delle proprie possibilità, sempre sotto organico e seguendo alla lettera procedure che impongono iter da seguire e burocrazia. Condannando dunque il gesto, non si può negare che l’ospedale di Foligno presenti un problema di sicurezza del luogo di lavoro, direttamente afferente al Decreto ministeriale 81, che norma il settore. Problematica alla quale si aggiungono quelle dei carichi di lavoro e dell’organizzazione. Una concomitanza di fattori che rende la sostenibilità per il personale impossibile”.

“Sul fronte strettamente della sicurezza, l’ospedale di Foligno presenta un problema di costruzione: ha accessi ovunque e i reparti diventano insicuri senza più un controllo all’ingresso. Ricordiamo i problemi di sicurezza negli spogliatoi, per i quali l’azienda si era impegnata. Serve, finalmente e come chiediamo da tempo, la riattivazione della sorveglianza h24 all’ingresso, contingentando gli ingressi liberi, dopo un’ora eccessiva. Le aggressioni al personale sanitario – continuano Uil Fpl Umbria e Uil Fpl aziendale – restano qualcosa di inaccettabile e intollerabile, sulle quali chiediamo un definitivo cambio di passo. La direzione dell’azienda deve prendersi carico di questa emergenza ed intervenire, prima che episodi del genere possano avere esiti infausti”.

Metalmeccanici in sciopero, a Perugia il corteo della manifestazione regionale

sfileranno in corte a Perugia, venerdì 20 giugno, le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici dell’Umbria, per la manifestazione regionale in occasione dello sciopero nazionale di 8 ore proclamato da Fim, Fiom e Uilm.

Il si concentrerà a piazza Matteotti alle 9.30 e arriverà in piazza Italia dove si svolgerà un comizio che sarà aperto da Simone Liti, segretario generale Fim-Cisl Umbria, proseguirà con un intervento di Fabrizio Balsiper della Uilm-Uil Umbria e sarà concluso da Silvia Simoncini della segreteria nazionale della Fiom-Cgil.

Fim, Fiom e Uilm dell’Umbria vogliono ribadire “con forza la richiesta di un rinnovo giusto e dignitoso del Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl), scaduto da oltre un anno. Dopo oltre 40 ore di sciopero già proclamate, denunciamo il perdurante atteggiamento di chiusura di Federmeccanica-Assistal e Unionmeccanica-Confapi che si rifiutano di riaprire le trattative, lasciando senza risposte migliaia di lavoratrici e lavoratori”.

Fim, Fiom e Uilm dell’Umbria, nei giorni scorsi, hanno inviato due lettere ufficiali – rispettivamente alla Giunta regionale dell’Umbria e ai gruppi consiliari del Consiglio regionale – per chiedere un impegno concreto e pubblico da parte delle istituzioni a sostegno della mobilitazione. Nel testo si sottolinea come il rinnovo del contratto rappresenti una priorità non solo sindacale, ma sociale ed economica per tutta la comunità: significa salari più equi, maggiori diritti, sicurezza sul lavoro e prospettive per il futuro, in un settore, quello metalmeccanico, strategico per il rilancio del sistema industriale regionale e nazionale”.

Le segreterie territoriali di Fim, Fiom e Uilm di Perugia e Terni sollecitano “la Giunta regionale a farsi portavoce presso il Governo e le parti datoriali”, e chiedono “al Consiglio regionale di esprimere il proprio sostegno con atti formali o prese di posizione pubbliche”.

Università, il rettore eletto Marianelli: “Con l’AI meno specialisti e più pensiero critico”

In un mondo sempre più segnato dall’intelligenza artificiale “serviranno sempre meno competenze specialistiche e più persone in grado di dirigere processi”. Il magnifico rettore eletto dell’Università degli Studi di Perugia (il passaggio di consegne con il prof Maurizio Oliviero avverrà il 3 novembre) nella sua prima conferenza stampa dopo le elezioni, ha parlato anche del rapporto tra Università e imprese.

Un maggior legame, ha ricordato, con il territorio, ma anche al di fuori di esso, vista ormai la grande disponibilità a spostarsi per motivi di lavoro.

Ha parlato degli esempi positivi di corsi che risultano molto attrattivi “le vere esigenze di formazione”. Invitando in questo senso a non aver paura di aprire anche ad alternative nell’offerta formativa.

Chiarendo però: “La nostra Università è pubblica. Non deve essere una fucina di lavoro, ma uno spazio in cui si crea pensiero critico”. Quel pensiero critico che, appunto, sarà sempre più richiesto nell’assumere decisioni di fronte a processi che invece, operativamente, saranno sempre più affidati all’intelligenza artificiale e all’automazione.

Innovazione senza rinunciare all’identità dell’Ateneo perugino è la missione principale indicata da Marianelli per i prossimi sei anni. Un’identità che si fonda sulle due peculiarità dello Studium perugino: accoglienza e attenzione all’ambiente.

Valori ai quali l’Università di Perugia, nei sei anni con Marianelli rettore, non rinuncerà, pur con le istanze innovatrici che, è l’auspicio e l’invito espresso, arriveranno dai dipartimenti. Per dare nuova linfa, pur mantenendo ferme le sue radici, che affondano in una lunga storia e tradizione: nel 2028 l’Università festeggerà i 720 anni di vita.

Spazio Modu, a Foligno il nuovo polo di coworking e innovazione

Inaugurato Spazio Modu Foligno, il nuovo coworking che vuole diventare un cuore pulsante di innovazione e collaborazione nel centro storico. Oltre 200 persone presenti nei locali di via Oberdan 55/57, dimostrando l’urgenza e il desiderio di luoghi capaci di generare nuove visioni e opportunità.

Con l’idea di “spazi che aprono per visioni che rigenerano”, l’iniziativa ha sottolineato fin da subito l’ambizione di Spazio Modu di essere più di un semplice spazio di lavoro condiviso. È un luogo generativo, concepito per mettere in relazione politiche, pratiche e desideri, immaginando una città capace di crescere intorno a spazi aperti, condivisi e culturali.

“Il 2025 ci porta uno spazio migliore, dopo l’esperienza finita del coworking Multiverso e sempre nel centro di Foligno, e ci porta un nome nuovo che è frutto di una collaborazione nata due anni fa e di rapporti che hanno fatto presto a consolidarsi e sedimentare con la bella realtà dello Spazio Modu di Perugia. Resistere e ripartire, queste sono state le priorità che ci siamo dati, questo stiamo provando a fare”, ha dichiarato Filippo Salvucci, amministratore di Spazio Modu Foligno, introducendo la visione e la rete con Perugia. Salvucci ha inoltre rimarcato l’importanza vitale del fare rete per le piccole imprese, condividendo una visione comune e servizi essenziali.

Gli interventi che si sono susseguiti hanno approfondito diverse sfaccettature del ruolo del coworking e della cultura come motori di sviluppo. Olivia Marie Lamberini di Spazio Modu Perugia ha illustrato il coworking come attivatore di prossimità, impresa creativa e rigenerazione urbana, esprimendo grande soddisfazione per la creazione di un “ponte culturale tra Perugia e Foligno”.

Emiliano Pergolari (direzione artistica Factory Fest) ha toccato il tema degli spazi e luoghi di cultura, evidenziando come le pratiche e i presidi artistici e culturali debbano superare la concezione di mero “intrattenimento” per parlare direttamente alle persone. A seguire, Chiara Corica (progettista culturale, Cooperativa Densa) ha parlato di come rigenerare attraverso la cura, con esperienze tra infanzia, adolescenza, prossimità e città, portando testimonianze di pratiche che connettono coworking, centri estivi e quartieri in trasformazione.

Un momento saliente è stato l’intervento di Linda Di Pietro, direttrice artistica BASE Milano e collaboratrice esperta della vicepresidenza della Regione Umbria. Nel suo discorso su “Rigenerare: cultura come infrastruttura del possibile”, ha sottolineato il potere trasformativo della cultura nei territori: “La cultura è anche sviluppo economico e la presenza dell’Assessore De Rebotti è indicativa. Dobbiamo spostare il senso della rigenerazione urbana dalla città di pietra alla città di carne, per rigenerazioni culturali”.

Le conclusioni sono state affidate all’assessore allo Sviluppo Economico della Regione Umbria, Francesco De Rebotti, che ha evidenziato come cultura e creatività debbano essere leve dello sviluppo territoriale. De Rebotti ha riconosciuto il ruolo cruciale dei tessuti culturali e creativi come motori di cambiamento e rigenerazione economica: “Spazi e messaggi come questo sono ciò di cui ha bisogno quell’Umbria che vuole essere sé stessa. È giusto far respirare anche a Foligno la presenza di una Regione che ha cambiato direzione nelle sue politiche, e ora bisogna incalzare chi governa la città su molti temi”.

“L’Umbria è base logistica per molti giovani e Foligno snodo fondamentale”, ha concluso l’assessore, evidenziando il supporto regionale al progetto.

Laureati Unipg, più facile trovare un buon lavoro rispetto alla media degli Atenei italiani

L’Università degli Studi di Perugia si colloca al di sopra del dato medio del Paese sia nella percentuale di occupazione a 5 anni dalla laurea (93.0% contro l’89,8%) che nell’efficacia del titolo nel lavoro (71,2% contro il 68.2% del Paese a 1 anno dalla laurea e 75.9% contro 74,8% a 5 anni).

E’ quanto emerge dal rapporto 2025 del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, che fotografa le performance formative di circa 305mila laureati del 2024 e la condizione occupazionale di 690mila laureati di 81 Atenei italiani, contattati rispettivamente a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo.

L’indagine ha coinvolto 8.196 che si sono laureati all’UniPg. Per i laureati triennali a un anno dalla laurea che hanno scelto di non proseguire il percorso universitario (32,2% del totale) aumenta il valore degli occupati al 77.8% (76,9% nel 2024, +0.9), confermando il trend in forte crescita registrato a partire dal 2022. Pari al 31,5% la percentuale dei laureati UniPg di questa categoria che possono contare su un contratto a tempo indeterminato. Il 38,6% può contare su un contratto alle dipendenze a tempo determinato e il 7,1% svolge attività in proprio (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.). Il lavoro part-time coinvolge invece il 26,4% degli occupati. In forte aumento (+3.3) la percentuale di chi considera il titolo acquisito efficace o molto efficace per il lavoro svolto, che si attesta al 66,3% contro il 63,0% del 2024.

Tra i 1922 laureati di secondo livello contattati a un anno dalla laurea, si registra una netta crescita occupazionale al 78,0% (+3.1). Si conferma in forte crescita anche la percentuale di laureati magistrali che può contare su un lavoro a tempo indeterminato (da 15,7% del 2023 a 19,6% nel 2024 a 23,4% nel 2025) con un aumento di +3.8. In calo dopo l’aumento registrato lo scorso anno (+2.6%) il valore di chi può contare su un contratto alle dipendenze a tempo determinato (26.1% del 2025 contro 27,8 del 2024%, -1.7), mentre l’11,1% lavora in proprio e il 16.0% ha un’occupazione part time.

Si conferma in crescita la percentuale di chi, a un anno dalla laurea, considera il titolo acquisito presso l’Università degli Studi di Perugia efficace o molto efficace per il lavoro che sta svolgendo, pari al 75.9% degli occupati contro il 72,4% registrato nel 2024, (+3.5). Un dato superiore del 2,9% rispetto alla media nazionale, che si attesta al 68,2%.

Il balzo a cinque anni dalla laurea

A cinque anni dalla laurea, in forte crescita (93.0%, +4.2) l’occupazione rispetto ai valori registrati nel 2024, pari all’89,8%. Di questi, in particolare crescita la percentuale di chi può contare su un contratto a tempo indeterminato, che si attesta al 48.7% contro il 43,2% registrato nel 2024 (+5.5). Al 15.6% quelli a tempo determinato, 12,6% in proprio e 7,3% part time.

Le retribuzioni

Per quanto riguarda le retribuzioni mensili nette, si mantengono stabili (da 1346 euro a 1350 euro) per i laureati triennali che non proseguono gli studi universitari e si registra un aumento di quelle relative ai laureati magistrali a 1 e a 5 anni dal conseguimento del titolo, che passano, rispettivamente, da 1367 a 1457 euro mensili e da 1701 euro a 1736 euro mensili (dato, quest’ultimo, che nonostante l’incremento continua a rimanere lievemente sotto la media nazionale, essendo influenzato in maniera particolare dalle condizioni di sviluppo economico del territorio).

Il livello di soddisfazione

Complessivamente, si legge nel rapporto, il 75,9% dei laureati magistrali dello Studium perugino a 5 anni dalla laurea considera il titolo acquisito molto efficace o efficace per trovare lavoro, un dato superiore alla soddisfazione italiana media, che si attesta al 74.8%.
Allo stesso modo, il 65,9% degli intervistati dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’Università degli Studi di Perugia.

Referendum lavoro e cittadinanza, flop in Umbria come nel resto d’Italia

Un flop i quattro referendum in materia di lavoro e quello sulla cittadinanza italiana, in Italia (l’affluenza è stata del 30,58%) e in Umbria (leggermente superiore il dato, al 31,21%). Dati ben lontani, dunque, dal quorum del 50% più uno richiesto per la validità dei risultati.

Che hanno visto nei quattro quesiti sul lavoro prevalere il Sì con un dato tra l’87 e l’88%, mentre quello sulle modalità per acquisire la cittadinanza italiana ha visto i Sì intorno al 65%. Questi i dati nazionali.

Il voto in Umbria

In Umbria, queste le percentuali tra quel terzo di aventi diritto che si è recato alle urne:

  1. Reintegro licenziamenti illegittimi Sì 90%
  2. Licenziamenti e limite indennità Sì 88,3%
  3. Tutela contratti a termine Sì 89,6%
  4. Responsabilità infortuni sul lavoro Sì 88%
  5. Cittadinanza italiana Sì 63%