Hanno chiesto “soluzioni rapide per una situazione grave” gli imprenditori agricoli dell’Umbria ascoltati dalla seconda commissione dell’assemblea legislativa regionale.
Il presidente Valerio Mancini, nel ribadire l’importanza delle problematiche al centro dell’incontro e la vicinanza con i protagonisti del variegato mondo agricolo, ha annunciato che l’organismo recepirà le istanze degli agricoltori in un atto di indirizzo da portare all’approvazione dell’assemblea. Andrea Gildoni, in rappresentanza degli imprenditori agricoli, ha detto che “dopo il covid c’è stata la guerra in Ucraina, con rincari speculativi su molti fronti”. “Quindi – ha aggiunto – ci sono costi insostenibili e prezzi di vendita troppo bassi. Grandi gruppi industriali stanno acquistando terreni per produrre energia e c’è il rischio che prendano possesso del territorio, modificando l’assetto geo-politico della regione. Non è chiaro cosa vogliano fare questi colossi, ma temiamo uno stravolgimento del territorio con guadagni che andrebbero altrove. Per proteggere la regione e valorizzare le nostre eccellenze bisogna lavorare tutti insieme. Per aiutare le realtà agricole bisognerebbe sostenere le aziende a produrre reddito e a creare filiere. Bisogna inoltre portare a Roma le istanze relative agli alti costi dei carburanti. Servono interventi per le zone svantaggiate. Vanno riviste le misure che limitano le concimazioni sulle zone vulnerabili. Le assegnazioni delle tabelle del gasolio agricolo prevedono una decurtazione del 23% e questo rende necessario acquistarne altro, non agricolo e a prezzo maggiore. Andrebbero tolte le decurtazioni sulle assegnazioni. Necessitano interventi immediati per le aziende in difficoltà e proroghe per le misure del Psr non ancora rendicontate”.
Nuova manifestazione di protesta in provincia di Perugia degli agricoltori che con i loro trattori sono sfilati da Bastia Umbra a Santa Maria degli Angeli, alle porte di Assisi.
Poco meno un centinaio i partecipanti, secondo una stima degli organizzatori.La manifestazione si è svolta in modo ordinato e senza creare particolari disagi alla circolazione stradale. Il tutto con la vigilanza delle forze di polizia. La protesta è contro le politiche agricole dell’Europa e per chiedere al governo un intervento a loro sostegno.
E’ il 294 Monaco-Vienna notturno che fino al 2020 fermava nella stazione umbra. Adesso è uno dei punti di forza per la ripresa del turismo austriaco in Emilia nel posto alluvione.
Uno smacco di livello internazionale per Orvieto. Il treno internazionale diretto a Monaco e a Vienna che fino al 2020 fermava regolarmente in orario notturno alla stazione di Orvieto, adesso se lo è “accaparrato” l’Emilia Romagna. Si tratta del treno 294 per Vienna e Monaco che alla stazione di Orvieto in realtà continua a passarci, ma ovviamente senza fermarsi contrariamente a quello che avveniva fino al 2020 perché adesso le fermate le fa nelle stazioni di Rimini, Riccione e Cattolica mentre Orvieto e la Regione Umbria restano a guardare senza che nessuno abbia nemmeno detto nulla di questa perdita ormai risalente a tre anni fa. Non solo, ma la Regione Emilia Romagna ha fatto del collegamento con Vienna e Monaco anche un fondamentale punto di forza per rilanciare il turismo nella regione dopo i danni dell’alluvione che aveva determinato una forte flessione del turismo austriaco. Dal bilancio di fine agosto 2023 di Visit Rimini, su dati del report sul turismo pubblicato il 30 agosto dalla Regione Emilia-Romagna, gli arrivi complessivi dall’Austria sono cresciuti del 12,8% rispetto al 2022 e del 60,7% rispetto al 2019.”Orvieto deve avere l’ ambizione di tornare nuovamente ad avere collegamenti ferroviari internazionale come era fino a tre anni fa-dice il segretario regionale della Cgil Trasporti Ciro Zeno- fino al 2020 era così, oggi non più nonostante questo treno che riparte la sera da Monaco con rientro a Roma, passi per la stazione di Orvieto. Chiederlo non è un sogno, semplicemente si tratta di avere la volontà politica”.
Due deputati della Lega hanno presentato una proposta di legge per tutelare e valorizzare questo prodotto tipico
Nel corso del convegno “L’Umbria terra di birra” tenutosi lunedì 15 a Perugia, il presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Mirco Carloni, ha annunciato che, insieme al collega e segretario della Lega Umbria, Riccardo Augusto Marchetti, ha depositato una proposta di legge proprio a sostegno della birra agricola e artigianale italiana. “L’Umbria – spiegano in una nota – ha dimostrato di essere un modello ed è per questo che sarà il riferimento a livello nazionale per quanto riguarda la promozione e la valorizzazione della birra agricola e artigianale. Negli ultimi 15 anni la produzione di birra artigianale ha trovato sempre maggiore diffusione in Italia, coinvolgendo imprenditori, in gran parte giovani, c’è però la necessità di fornire una serie di strumenti a questa filiera, che si sta rivelando strategica per il rilancio dei territori attraverso la coltivazione di prodotti fino a pochi anni fa sconosciuti in Italia”. “A sostegno delle aziende birricole – rendono noto – stiamo anche lavorando a un emendamento al Milleproroghe per chiedere la proroga del taglio delle accise sulla birra.
Si tratta di una misura importante volta ad aiutare concretamente la ripresa del comparto italiano della birra, garantendo lo sviluppo della filiera e l’aumento di produzione di materia prima nel nostro Paese. Nella proposta di legge abbiamo previsto l’istituzione di un Tavolo di mediazione tra i ministeri interessati al comparto, le agenzie, le realtà associative e produttive del settore e le Regioni. L’obiettivo è anche quello di redigere un piano comunicativo nazionale di promozione della produzione brassicola a livello di filiera e di prodotto finale. Abbiamo anche stabilito che vengano predisposte risorse per promuovere iniziative adeguate per coordinare l’attività e fornire impulsi economici e sistemici all’intero comparto brassicolo, – spiegano – con incentivi alle produzioni di orzo e di luppolo, che ancora non hanno raggiunto livelli tali da soddisfare completamente la domanda di prodotto nel mercato italiano. Abbiamo preso l’impegno di organizzare un incontro alla Camera dei deputati con produttori, associazioni di categoria e tutti i soggetti portatori d’interesse”.
Fausto Cardella, presidente della Fondazione per la prevenzione dell’usura, ha annunciato che nel 2024 sarà lanciato il piano “Casa” che riguarderà le spese per le abitazioni
“Le somme stanziate finora non dico che sono risultate sufficienti ma congrue sì per venire incontro ad una buona parte di persone che hanno avuto bisogno, visto che in sostanza sono state solo tre le richieste che non siamo riusciti a soddisfare”: lo ha detto Fausto Cardella, presidente della Fondazione per la prevenzione dell’usura, durante la presentazione dell’accordo con la Rai. Ha quindi annunciato che nel 2024 sarà lanciato il piano “Casa” che riguarderà le spese per le abitazioni. Un servizio che arriva quindi dopo il piano “Caro bollette” (sono state soddisfatte con 120 mila euro le esigenze di 140 famiglie pagando debiti per un massimale di 1.200 euro) e quello “Caro vita” (interessate 70 famiglie).
Per allargare la platea, inoltre, non potrà usufruire del Piano “Casa” chi ha già potuto contare sui due precedenti piani. “Per il terzo anno quindi – ha spiegato Cardella – stiamo pensando a riproporre questi servizi iniziando dalla disponibilità della Regione Umbria che, dopo i contributi dati precedentemente, ha già stanziato 50 mila euro. Ora aspettiamo anche altre risorse provenienti dalla Consulta delle fondazioni per arrivare così almeno a 120 mila.
La Regione – ha sottolineato a proposito la presidente Donatella Tesei – ha messo quindi risorse ulteriori dopo quelle stanziate per sostenere il pagamento di bollette di luce e gas in piena crisi energetica e sostenere le famiglie provate dai rincari delle materie prime e dall’inflazione crescente. Tutto questo è il frutto di una visione e di uno sforzo per aiutare i più fragili e gli ultimi e per evitare quindi anche il ricorso agli usurai. Si parla sempre di lotta alle disuguaglianze ma solo se c’è volontà si trovano poi gli strumenti giusti per affrontare i problemi. Non tutti lo fanno perché ci vogliono anche delle capacità.
Prima la Fondazione aveva solo la caratteristica del contrasto all’usura, ma poi si è guardato anche alla prevenzione e alla diffusione della cultura della legalità, con i tempi cambiati che ci hanno portato ad affrontare emergenze varie, tra pandemia, caro energia e inflazione, che hanno comportato l’aumento dei costi a carico delle famiglie”.
Lo scalo perugino ha chiuso l’anno appena trascorso con oltre mezzo milione di passeggeri.
E’stato un anno “da record” il 2023 dell’aeroporto internazionale dell’Umbria – Perugia “San Francesco d’Assisi”. Con i 22.003 passeggeri registrati a dicembre (+43% sul 2019 e +27% sul 2022), il dato finale di traffico per i 12 mesi ha raggiunto infatti i 532.474 transiti, pari ad una crescita del +143% sul 2019 e del +44% rispetto al 2022 (quando furono 369.222). “Un risultato atteso, visti i numerosi record registrati nel corso di tutto l’anno, ma assolutamente impensabile fino a pochi anni fa, quando il traffico medio si attestava sui 220 mila passeggeri annui” sottolinea la Sase, la società di gestione dello scalo. “Grazie ad una programmazione che ha visto operative 16 rotte, con fino ad oltre 100 voli di linea settimanali, l’aeroporto dell’Umbria – prosegue la sua nota – ha confermato il suo trend di crescita registrando incrementi di traffico in ogni mese dell’anno e stabilendo i nuovi record mensili ininterrottamente da gennaio a dicembre”. Il San Francesco sottolinea quindi che agosto ha segnato un “punto culminante”, con il nuovo record storico mensile (71.214 passeggeri transitati, +28% sul precedente di agosto 2022) ed il nuovo giornaliero (3.352). La chiusura annuale ad oltre 530 mila passeggeri consente al “San Francesco d’Assisi” di scalare nuovamente posizioni nella classifica dei 42 aeroporti italiani, raggiungendo la ventesima posizione grazie al sorpasso su Ancona. A chiusura del terzo trimestre, l’aeroporto dell’Umbria è stato collocato al secondo posto in Europa per crescita – tra gli scali sotto i cinque milioni di passeggeri – con un +194% sul 2019. Per quanto riguarda il dettaglio dei dati, il 66% dei passeggeri è stato registrato su voli internazionali, il 33% su voli nazionali e l’1% su voli di aviazione generale e charter. I movimenti aerei nell’arco dell’intero anno sono stati 6.170 (+12%), di cui 3.554 generati da voli di linea e 2.616 da quelli di aviazione generale. L’aeroporto ha sottolineato, inoltre, come nel biennio 2022-’23 lo scalo – grazie agli oltre 900mila passeggeri transitati – abbia generato un traffico pari a quello registrato nei cinque anni precedenti (periodo 2017-2021). Per quanto riguarda la puntualità dei voli, nel periodo gennaio – dicembre lo scalo ha assistito oltre 1.700 voli partenti, con un “on-time performance” da parte delle compagnie del 54% entro i 15 minuti e del 73% sopra ai 15 minuti. Sase ha ottenuto invece un indice di puntualità del 98,6%. Le rilevazioni riguardanti la qualità dei servizi evidenziano un apprezzamento medio superiore al 90% da parte degli utenti del terminal aeroportuale. “Siamo estremamente orgogliosi di annunciare questi straordinari risultati per il 2023, che ha visto il nostro aeroporto eccellere sia per quanto riguarda l’incremento del traffico sia per ciò che concerne la qualità del servizio erogato a compagnie e passeggeri” ha commentato Umberto Solimeno, direttore generale dell’aeroporto dell’Umbria. “Vogliamo esprimere la nostra profonda gratitudine a soci e finanziatori – aggiunge -, alle maestranze, a tutti gli enti che operano in sinergia con Sase, alle compagnie aeree, ai passeggeri e a tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile questo incredibile successo. Guardiamo con entusiasmo al futuro, impegnandoci a continuare a fornire servizi di alta qualità e a sostenere lo sviluppo economico del territorio”.
Non lasciateci soli è l’appello di Sergio Carfagna, 68 anni, allevatore di cavalli di Assisi.
Nella sua attività sono nati prima Via lattea, puledra albina, e nella notte di San Silvestro un altro esemplare con il cuore bianco in fronte. Per l’allevatore un simbolo di amore e pace. Carfagna intende “porre ancora l’attenzione su un settore quello dell’allevamento di cavalli da corsa trotto e galoppo che rischia di scomparire fra mille spese impossibili da sostenere, pagamenti dei premi che non arrivano e crisi di uno sport bellissimo che con Ribot e Varenne e tanti altri campioni ha consentito all’Italia di essere ai primi posti negli ippodromi di tutto il mondo”. “Così non si può più andare avanti” aggiunge, facendo appello al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida e al sottosegretario con delega all’ippica, Patrizio Giacomo La Pietra. “Non lasciateci soli – chiede Carfagna – l’ippica e il mondo allevatoriale meritano attenzione, rispetto e risposte concrete come tutte le altre attività produttive: le nostre famiglie si mantengono onestamente con il duro lavoro e tanti sacrifici, tutti i 365 giorni dell’anno”.
L’operazione è stata resa possibile grazie a Umbria Innova, il raggruppamento temporaneo d’impresa costituito da Gepafin e Artigiancassa
“Ho creduto da sempre nel progetto – ha dichiarato la presidente della Regione Donatella Tesei – perché ritengo questo uno degli elementi che contraddistinguono l’Umbria, con un forte potere promozionale e attrattivo. Sono felice che l’iniziativa sia stata considerata meritevole dell’attenzione e del sostegno regionale, attraverso la nostra partecipata Gepafin, con una operazione di supporto che è in linea con le nostre politiche a favore di start up e concreti progetti di sviluppo”. L’operazione è stata resa possibile grazie a Umbria Innova, il raggruppamento temporaneo d’impresa costituito da Gepafin e Artigiancassa per la gestione degli interventi agevolativi a sostegno della competitività delle piccole e medie imprese operanti nella regionea. “La presenza di Gepafin – ha detto Carmelo Campagna, presidente di Gepafin – a seguito di approfondita istruttoria, conclude le attività di intervento finanziario della Programmazione 2014-2020. Un’iniziativa imprenditoriale significativa che punta a valorizzare alcuni elementi distintivi della nostra regione, che ha meritato pienamente il supporto della finanziaria regionale”. “L’intervento di Gepafin – ha sottolineato Vasco Gargaglia, presidente di Destinazione cioccolato Srl S.B. – valorizza il nostro progetto imprenditoriale rendendolo ancora più credibile e capace di stimolare l’interesse di altri investitori, imprese e singoli cittadini che, come già comunicato fin dall’avvio del nostro percorso, potranno rendersi protagonisti assieme ai soci fondatori non appena verrà firmata la convenzione con il Comune di Perugia”.
Dopo il commissariamento Ajello-Blandini e un anno di gestione targata Giampiero Bergami la Pop di Bari, dal 22 dicembre scorso, è nelle mani dell’amministratore delegato Cristiano Carrus (diplomato in perito del turismo già amministratore delegato e direttore generale di Veneto Banca, istituto in liquidazione coatta amministrativa). Con una perdita nel primo semestre di 101,1 milioni la stima di chiusura dell’anno si aggira sui 180 milioni. La banca ha bisogno subito di invertire la rotta: il rapporto “cost/income” nel primo semestre del 2021 era al 155% (più lavora più perde) e con il blocco degli incentivi all’esodo del personale tale rapporto scenderà a fine anno al 120-125%. C’è molta liquidità (che ha un costo), mentre gli impieghi non rendono quanto dovrebbero. E soprattutto è alquanto problematica la gestione dell’indice Npe (crediti deteriorati e sul totale di quelli erogati) e il “pericolo” di contenziosi con gli azionisti. Quindi il management ha studiato l’avvio di una sorta di bad division che dovrà monitorare il settore grazie anche all’assunzione di specialisti (ne sono stata annunciate 100 in tutto il gruppo Mcc). Saranno internalizzati i servizi di finanza agevolata e si punterà a ottimizzare il settore immobiliare attraverso vendite o fitti 8nel mirino ci sono i palazzi di piazza Massari e via Melo a Bari, ma anche unità a Potenza e Teramo). Un’altra mossa riguarda i servizi di liquidità di tesoreria che passeranno alla capogruppo. Non ci saranno licenziamenti e non saranno chiuse filiali.
La Giunta regionale su proposta dell’assessore all’Istruzione, Paola Agabiti, ha approvato l’atto relativo al dimensionamento della rete scolastica per l’anno 2024-2025. “Abbiamo raggiunto un primo risultato importante – ha detto Agabiti – condividendo il percorso con i territori, i Comuni, le Province, l’Ufficio scolastico regionale per l’Umbria e con un’interlocuzione costante con il Ministero dell’Istruzione, in particolare con il sottosegretario Paola Frassinetti, che ringraziamo per la grande attenzione dimostrata.
L’intervento deriva da una norma nazionale di riforma del sistema scolastico che fa capo ad una stringente indicazione europea nell’ambito delle misure del Pnrr. Si tratta di una riorganizzazione amministrativa che non prevede la chiusura di istituti e plessi, ma solo la ridefinizione del numero dei dirigenti scolastici, superando l’istituto della reggenza e gli effetti che produce in termini di mancanza di adeguata pianificazione dell’offerta scolastica. Questo, per conformare le singole autonomie all’andamento anagrafico decrescente della popolazione studentesca che interessa anche l’Umbria, con un calo della popolazione studentesca (da 3 a 18 anni) che passerà, come emerge dai dati Istat, dagli attuali 115.024 alunni ai 107.929 del 2026. La soppressione della reggenza e il dimensionamento adeguato delle direzioni consentono così una programmazione qualificata ed efficace dell’offerta formativa all’interno delle singole istituzioni scolastiche, garantendo stabilità per il futuro, nonostante la progressiva diminuzione degli iscritti”. “I processi vanno governati e non subiti – sottolinea l’assessore in una nota diffusa dalla Regione – e per questo occorre una costruttiva collaborazione istituzionale e una visione di prospettiva per rendere più efficace e efficiente il sistema nel suo complesso. I quattro accorpamenti operati sono proprio frutto di questi imprescindibili principi, richiamati pure dalla Corte costituzionale nell’ultima sentenza sulla legittimità della riforma, che ci hanno consentito di intervenire in linea con il D.L. approvato dal Governo, in una logica di condivisione con i territori nel raggiungimento graduale degli obiettivi triennali”. Secondo Agabiti “le sterili e scomposte polemiche messe in campo strumentalmente da chi non ha mai dimostrato capacità di programmazione e attenzione al territorio erano rivolte invece solo ad alimentare tensioni e timori nelle comunità per accaparrare consenso, giungendo a paventare il rischio di chiusure di scuole che addirittura è in contrasto con le finalità della riforma e dell’intervento operato”. “Il lavoro svolto in questi mesi, infatti – aggiunge -, garantisce nelle quattro aree interessate continuità nella conservazione, rilancio e valorizzazione di tutte le scuole che raggiungono così in termini di iscritti una dimensione ottimale, rispetto agli andamenti della popolazione studentesca”. Le scuole interessate sono il nuovo istituto comprensivo Todi-Massa Martana, derivante dall’Istituto comprensivo Massa Martana A. Ciuffelli, in reggenza, e dalla direzione didattica di Todi, proposta avanzata dalla Provincia di Perugia, a conclusione del percorso di partecipazione territoriale; l’istituto omnicomprensivo Orsini di Amelia, in reggenza – direzione didattica Orsini di Amelia, proposta avanzata dalla Provincia di Terni; l’istituto comprensivo Da Vinci di San Giustino in reggenza – sirezione didattica Bufalini di San Giustino, proposta ampiamente condivisa al Tavolo 112; il nuovo istituto comprensivo Assisi 1 e per ciechi, derivante dall’istituto comprensivo Assisi 1 e dall’istituto comprensivo per ciechi, in reggenza, proposta ampiamente condivisa al Tavolo 112. “Relativamente a questo istituto – ha spiegato Agabiti – abbiamo previsto di supportare il percorso anche attraverso un finanziamento regionale. La scelta attuale è stata supportata da varie considerazioni: prima tra tutte è che l’art. 1 del Decreto Ministeriale 22 agosto 1983 stabilisce il riconoscimento dell’istituto per ciechi pluriminorati di Assisi come istituto speciale sperimentale e che è necessario il mantenimento dell’autonomia funzionale di tale istituto, in considerazione delle specificità richieste al fine di garantire il diritto allo studio degli alunni con disabilità. Inoltre, l’Istituto è stato gestito negli ultimi anni in situazione di reggenza, situazione tuttora vigente, con le notevoli implicazioni di natura organizzativa che ciò comporta, e si ritiene fondamentale, al fine di assicurare una risposta corrispondente alle aspettative degli iscritti e delle rispettive famiglie, la garanzia della stabilità e della continuità dell’attività programmatica e gestionale della scuola. Era quindi necessario promuovere una maggiore strategia finalizzata alla partecipazione e al coinvolgimento di tutti gli studenti per garantire specifiche esigenze formative e didattiche, con l’obiettivo di valorizzare al meglio il potenziale di apprendimento degli interi gruppi classe, che riprenda in maniera sempre più convinta i quattro pilastri della didattica inclusiva con progettazione, collaborazione, efficacia e sviluppo di relazioni ed emozioni attraverso la costituzioni di classi non superiori alle quattro unità”.
Si passa alla fase attuativa per il terzo polo ospedaliero dell’Umbria che integrerà le strutture di Foligno e Spoleto.
Con relativi investimenti e cronoprogramma dei lavori. La Giunta regionale infatti ha deliberato oggi l’atto di riorganizzazione della rete ospedaliera regionale a seguito del parere positivo espresso dal ministero della Salute rispetto la proposta trasmessa dalla Direzione sanità umbra. Che riguarda, tra l’altro, la riorganizzazione degli ospedali e i relativi fabbisogni di posti letto, la nascita del terzo polo, gli ospedali di comunità e delle zone disagiate. Parere ministeriale favorevole, dunque – riferisce Palazzo Donini -, alla nascita del terzo polo, integrando funzionalmente il presidio ospedaliero di Foligno (con anche la struttura di Trevi) e quello di Spoleto (con Norcia e Cascia), mettendo a sistema le strutture presenti e realizzando un Dea di primo livello (come le Aziende ospedaliere di Perugia e Terni) su due strutture fisiche integrate fra loro. Con Foligno maggiormente dedicato all’urgenza-emergenza e Spoleto all’attività programmata.
Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per funzionalità quali la condivisione sui social network e/o visualizzazione di media. Per vedere quali cookie utilizziamo leggi l'informativa estesa. Nel sito c'è sempre un link all'informativa estesa e alla privacy policy. Cliccando sugli appositi pulsanti acconsenti o neghi l'uso dei cookies. Questo avviso ti verrà riproposto tra 12 mesi.
Funzionale
Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.