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Ast, incontro in Regione: anche i sindacati chiedono certezza su investimenti e Accordo di programma

Che il Governo si faccia garante del percorso che dovrà portare in tempi certi a concludere l’Accordo di programma e il piano industriale di Ast “nella sua interezza”, secondo gli impegni assunti da Arvedi ad aprile 2022. 

E’ quanto hanno chiesto le organizzazioni sindacali di categoria Fim – Fiom, Uilm – Fismic -Ugl territoriali durante l’incontro avuto in Regione con la governatrice Tesei, insieme al vicesindaco di Terni Corridore e al presidente della Provincia Pernazza, sulla situazione attuale e nel prossimo futuro della Acciai Speciali Terni, tra nodo dei costi energetici per la produzione siderurgica, le ricadute sul Piano industriale di Ast dopo la chiusura del secondo forno e i tempi dell’Accordo di programma, dopo la sollecitazione fatta da Confartigianato.

L’incontro, fanno sapere le stesse organizzazioni sindacali, è stato interlocutorio. Le istituzioni locali di fatto hanno confermato quanto affermato dal ministro Urso in sede di interrogazione parlamentare, ovvero che il Governo non può intervenire direttamente sui costi energetici. E questo al netto delle interlocuzioni della presidente Tesei con Enel, che ha confermato la possibilità solo di accordi commerciali.

Le organizzazioni sindacali hanno ribadito che “è finito il tempo dei buoni propositi” e richiesto in tempi rapidi un chiarimento con tutti gli stakeholder sul tema, fino ad arrivare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Inoltre hanno espresso “grande preoccupazione” sul futuro del sito, anche a fronte delle fermate impiantistiche che l’azienda ha dichiarato con l’apertura della cassa integrazione ordinaria per 200 persone e la contestuale lavorazione di bramme prodotte al difuori dello stabilimento ternano.

“È indispensabile in questa fase – scrivono i sindacati – chiarire gli impegni di Arvedi su Ast rappresentati il 1° aprile 2022 in termini di assetti, investimenti, produzioni di Inox, Fucinati, Tubi e i relativi livelli occupazionali diretti e dell’indotto. Per questo abbiamo raffigurato alle istituzioni le nostre perplessità sul piano di rilancio del Tubificio che per noi altro non è, invece, che un nuovo ridimensionamento”.

Tali preoccupazioni, affermano i sindacati, sono state condivise da tutto il tavolo istituzionale.

“C’è bisogno di tempi celeri e certi – concludono le segreterie territoriali di Fim – Fiom, Uilm – Fismic -Ugl e le Rsu del Gruppo Ast – per ciò che rappresenta Ast nel territorio in termini sociali ed economici. Per questo è indispensabile un’interlocuzione con il Governo che veda presenti le organizzazioni dei lavoratori che deve portare a conclusione l’accordo di programma e il piano industriale nella sua interezza”.

Fiume di cocaina in Umbria, 7 misure cautelari tra Foligno e Spoleto

I carabinieri della Compagnia di Spoleto hanno dato esecuzione ad una ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale di Spoleto, su richiesta della locale Procura della Repubblica, diretta dal procuratore capo Claudio Cicchella, nei confronti di 7 indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di detenzione ai fini di spaccio e spaccio di sostanze stupefacenti continuata e in concorso.

L’operazione è scattata – alle prime luci dell’alba – oltre che nella provincia di Perugia anche in quelle di Fermo, Frosinone e Siena con il supporto di militari dei locali Comandi Provinciali, della componente aerea del 16º Nucleo Elicotteri Carabinieri di Rieti e del Nucleo Cinofili di Pesaro.

Le indagini, avviate nel mese di aprile dello scorso anno e protrattesi sino alla primavera del 2024, hanno consentito di identificare soggetti di origine albanese e italiana, di età compresa tra i 19 e i 44 anni, che alimentavano e gestivano alcune piazze di spaccio tra Spoleto e Foligno.

L’attività ha avuto il suo naturale sviluppo, a seguito del sequestro di 50 gr. di cocaina nei confronti di uno degli indagati nel corso di servizi a contrasto dello spaccio. A riscontro dell’assunto accusatorio nel mese di novembre 2023 è stato arrestato in flagranza di reato un giovane pusher albanese operante nell’hinterland spoletino, da cui scaturiva il sequestro di diverse dosi destinate allo spaccio e successivamente, nel mese di dicembre, è stato arrestato uno degli indagati, attualmente sottoposto al regime cautelare degli arresti domiciliari, per la detenzione di 100 grammi di cocaina destinati alla vendita al dettaglio con il successivo sequestro di circa 3.000 euro, ritenuto provento dell’attività di spaccio.
Tali attività di riscontro consentivano di porre le basi informative per l’avvio di un’indagine maggiormente articolata, direttamente condotta anche con l’ausilio di strumenti tecnici.

L’ipotesi accusatoria, suffragata da captazioni telefoniche ed ambientali, ha trovato degli importanti sviluppi investigativi negli accertamenti condotti dai carabinieri, con riscontri acquisiti durante i servizi preventivi effettuati sul territorio con specifiche attività di osservazione, controllo e pedinamento, nonché controlli su strada con il prezioso impiego degli equipaggi dell’Aliquota Radiomobile in perfetta sinergia con le pattuglie delle Stazioni carabinieri.

L’attività svolta dagli investigatori, che si concludeva nel mese di marzo 2024, ha permesso dunque di smantellare importanti “piazze” di spaccio a Spoleto e a Foligno. Gli indagati gestivano un’importante giro d’affari derivante dalla vendita dello stupefacente.

Chili di droga dalle Marche

In particolare gli albanesi dimoranti in Foligno, ora tutti in carcere, si approvvigionavano di alcuni chilogrammi di cocaina al mese tramite un canale di rifornimento che riconduceva al litorale marchigiano e che faceva riferimento ad un referente del posto, loro connazionale, anch’egli ora in carcere.
Oltre ai sequestri operati, sono stati monitorati numerosi trasporti di partite di cocaina da parte di alcuni degli indagati, ma anche molti episodi di detenzione e successiva cessione della droga, per più kg di sostanza stupefacente che immessa sul territorio avrebbe avuto un considerevole valore di mercato.
La cocaina, appena giunta a destinazione alla periferia del comune di Foligno, veniva interrata tra la boscaglia e da lì, di volta in volta, dagli stessi prelevata per essere sottoposta, in appartamenti adibiti a veri e propri laboratori, al taglio e confezionamento in dosi, che venivano poi distribuite in favore delle piazze di spaccio tra le vie del centro storico dei comuni di Spoleto e Foligno, luoghi alla ribalta della stampa per la movida, proprio mediante l’impiego di pusher, utilizzati anche come vettori, in grado di rifornire rapidamente i clienti al dettaglio.

Il blitz dei carabinieri

Nel corso delle indagini i militari hanno rinvenuto, occultato in agro boschivo, un involucro contenente circa 450 grammi di cocaina, nonché 500 grammi di marijuana sottoposti a sequestro, che venduti al dettaglio avrebbero fruttato circa 60.000 euro, riconducibile all’attività illecita posta in essere dagli indagati.

Il gip di Spoleto, considerata la gravità indiziaria in ordine ai reati ascritti, ricorrendo la sussistenza delle esigenze cautelari – tra le quali il pericolo di reiterazione dei reati – valutata la pericolosità sociale ha emesso per 4 indagati la misura della custodia in carcere, per 2 l’obbligo di dimora nel comune di residenza con obbligo di permanenza in casa durante le ore notturne e per 1 il divieto di dimora nella regione Umbria.

Contestualmente agli arresti, sono state eseguite perquisizioni domiciliari, veicolari e presso n. 2 esercizi commerciali che hanno consentito di rinvenire e sequestrare diverse dosi di stupefacente, bilancini e materiale per il confezionamento, nonché circa 40.000 euro in contanti, somma ritenuta verosimilmente provento dell’attività illecita.

L’attività illecita investigata, sulla base delle riscontrate prassi operative messe in atto e tenuto conto del volume d’affari, era in via di espansione: specificatamente tale entità autonoma, costituita dalla prevalente presenza di soggetti di origine albanese – di sicuro carisma criminale -, si trovava al punto di svolta e assestamento verso la creazione di un’organizzazione strutturata.

Il risultato conseguito costituisce l’esito della costante azione di prevenzione e repressione dei reati in materia di stupefacenti da parte dei militari dell’Arma, sotto la costante direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Spoleto.

Picchia il padre e lo minaccia col coltello, fermato dai familiari

Prima dell’arrivo della polizia sono stati i familiari a fermare la furia del 23enne che aveva minacciato di morte il padre brandendo un coltello e poi picchiandolo violentemente.

A quel punto il padre ha chiamato il Numero Unico di Emergenza Europeo, e il personale della polizia di Stato del Commissariato di P.S. di Foligno è intervenuto nell’abitazione, a Foligno, dove era avvenuta la violenta lite in famiglia, poi degenerata.

Dopo aver acquisito la querela della persona offesa ed essersi sincerati del suo stato di salute, i poliziotti hanno denunciato all’autorità giudiziaria il giovane per il reato di minacce gravi ed aggravate.

Residenze artistiche, nuove opportunità per il settore dello spettacolo dal vivo

Residenze intese anche come modo di “abitare” e vedere il mondo. Residenze pure come spazi di coabitazione responsabile. Per la realtà emergente delle Residenze Artistiche, nate dal basso per volontà grazie alla sinergia tra operatori, professionisti e artisti e poi riconosciute dal Ministero dieci anni fa, c’è ancora tutto un presente e soprattutto un futuro da costruire, con gli operatori culturali visti come agenti di cambiamento in grado di sperimentare modelli alternativi di pratiche artistiche per scenari desiderati e per dare sempre più senso ad un impegno che è soprattutto collettivo.

“Le Residenze del futuro / Il futuro delle residenze” è stato il titolo della due giorni di rilevanza nazionale che si è tenuta all’Auditorium di San Francesco al Prato di Perugia. Il capoluogo umbro ha fatto quindi da scenario per una ampia riflessione sulle residenze artistiche, considerate elemento di novità e innovazione nel sistema italiano dello spettacolo dal vivo. Ora, dopo anni di lavoro con l’avvio di processi culturali anche attraverso laboratori ed attività, le residenze artistiche nazionali hanno fatto il punto su ciò che è stato fatto per proiettarsi verso il futuro.

L’evento è stato organizzato dal Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo, dalla Regione Umbria, con il patrocinio del Comune di Perugia, in collaborazione con le residenze artistiche umbre C.U.R.A. (Centro Umbro di Residenze Artistiche) e Home/Dance Gallery.

Dal 2018 C.U.R.A. – Centro Umbro Residenze Artistiche (composto da La Mama Umbria, International di Spoleto, Gestioni Cinematografiche e Teatrali/ZUT! di Foligno, Indisciplinarte srl di Terni, Centro Teatrale Umbro di Gubbio e Micro Teatro Terra Marique di Perugia) insieme a HOME – Residenza di Danza per Artisti nei Territori (realizzato da Dance Gallery di Perugia) sono i due progetti di residenza artistica riconosciuti da MiC e Regione Umbria nell’ambito del progetto di residenza per lo spettacolo dal vivo e realizzano residenze multidisciplinari e di danza, workshop intensivi, promuovono percorsi di incubazione e di accompagnamento drammaturgico e coreografico, lo sviluppo di azioni di scouting, dedicate ad artisti giovani e progetti emergenti, e processi creativi nello spazio pubblico e site specific.

L’iniziativa è stata l’occasione per avviare un confronto tra tutte le residenze artistiche italiane (43 quelle riconosciute) che si è aperto anche ai contributi di altri interlocutori del sistema spettacolo, agli artisti, alle istituzioni, agli studiosi, ai critici e ai cittadini, col supporto di Fondazione Fitzcarraldo e per discutere del presente e del futuro dei luoghi di creazione artistica.

La due giorni, iniziata con i saluti e i primi interventi da parte delle istituzioni, dopo MiC, Regione Umbria anche l’amministrazione comunale di Perugia guarda con interesse all’evento perché, ha sottolineato l’assessore allo spettacolo dal vivo e alla creatività urbana Fabrizio Croce, “vuole essere parte in causa e propositiva per tracciare le linee guida di quelle che saranno le residenze artistiche del futuro”. “Pensiamo infatti che queste – ha proseguito – possano essere una risorsa molto importante per la città, prima di tutto per farla crescere culturalmente ospitando un segmento dell’attività performativa che avviene attraverso uno scambio di conoscenze ed esperienze, e poi perché pensiamo possano essere una risorsa interessante per il turismo e la valorizzazione di alcuni ambiti cittadini che a volte sono poco considerati. Come amministrazione abbiamo tanti spazi dedicati alle arti performative che molto spesso non dialogano tra loro o comunque non sono messi in una rete dove invece ognuno può andare a rappresentare un piccolo pezzo finalizzato a produrre un lavoro di residenza diffuso sul territorio”.

Prima di proiettarsi in avanti, verso il futuro, l’iniziativa nazionale di Perugia è partita da quello che ad oggi le residenze italiane, in quanto elemento di novità e di innovazione, rappresentano nel sistema dello spettacolo dal vivo. La consapevolezza di tutto ciò che è stato prodotto in questi anni può costituire – è stato sottolineato – un tassello utile per rinnovare il sistema dello spettacolo insieme agli attori della filiera e agli altri stakeholders.

Nel corso delle due giornate sono intervenuti anche rappresentanti di categoria con alcune riflessioni sul presente e il futuro delle residenze, tra cui Marco Parri di Federvivo che ha auspicato passaggi fondamentali a livello governativo per il futuro delle residenze perché “ci sono situazioni sospese da anni per lo spettacolo dal vivo” e prosegue: “Va intrapresa la strada del futuro che nel breve periodo porti al riconoscimento definitivo del settore per sviluppare con tutti gli enti lavoro e attività”. Anche Davide D’antonio di C.Re.S.Co: “Il lavoro della residenza si è dissoluto in un sistema di pensiero condiviso. Gli artisti sono interconnessi con la popolazione che frequenta gli spettacoli in maniera fluida ed organica. La qualità artistica della produzione italiana è indiscutibilmente elevata. La comunità anche artistica si nutre dei processi dell’altrove terracqueo – è così che adesso chiamano lo scenario internazionale. Il sapere culturale è condiviso con tutti ed è ritenuto necessario per il benessere della comunità intera. Come sia arrivati qui?”.

Una delle domande che ha animato i pensieri e le discussioni all’interno dei laboratori e dei tavoli di lavoro a cui hanno partecipato attivamente, oltre ai titolari di residenza e curatori, anche i rappresentanti delle istituzioni presenti, Ministero della Cultura, referente Conferenza Stato-Regioni, Regione Umbria, e il Teatro Stabile dell’Umbria, insieme a artisti, esperti, studiosi e cittadini, per creare nuove pratiche, nuove alleanze, nuovi format, nuovi scenari.

Anche Paola Macchi, direttrice amministrativa e dell’organizzazione generale del Festival dei Due Mondi, è intervenuta durante l’incontro per evidenziare l’importanza di fare sistema in ambito culturale, condividendo risorse, esperienze e competenze e favorire maggiori opportunità di creazione artistica. “Il bando BOTTOM UP – ha detto Macchi – riveste un ruolo importante perché mette in relazione diversi promotori e istituzioni culturali del territorio, dai centri di residenza e di produzione, ai festival e ai teatri. Lavorare in rete è essenziale per promuovere i processi artistici e produttivi, fornendo un supporto concreto agli artisti emergenti, ciascuno secondo la propria specificità. Il prossimo passo sarà quello di organizzare un tavolo più ampio per portare all’attenzione anche di altri operatori le migliori esperienze artistiche, dare maggiore visibilità e supporto ai giovani talenti e far sì che le loro creazioni entrino nel sistema dello spettacolo dal vivo”.

A partire dal lavoro dei tavoli della prima giornata, durante la seconda il tema è stato quello dei futuri possibili: nuovi scenari delle residenze in Italia con uno sguardo all’internazionale. E poi il ruolo e le funzioni delle residenze nel sistema dello spettacolo dal vivo. Nello stesso tempo però è stata posta l’attenzione e lo sguardo su alcuni punti specifici e su alcune criticità del presente così da prendere la rincorsa per il futuro.

I casi di Toscana e Friuli Venezia Giulia

Durante gli incontri si sono accesi focus, oltre che sulla realtà umbra, anche per i casi dei centri di residenza della Toscana e del Friuli-Venezia Giulia.

Le riflessioni di chiusura sono state riservate agli “osservatori”, un gruppo eterogeneo di studiosi, critici, curatori, artisti e spettatori, appositamente convocato per partecipare attivamente a tutti i momenti di approfondimento dei tavoli di lavoro, osservare e ascoltare l’evolversi del confronto, in dialogo aperto con i protagonisti delle residenze, e restituire una visione, ognuno dalla propria prospettiva di campo (culturale, sociale, estetica, etica) con uno sguardo trasversale e di traiettoria rispetto ai futuri possibili.

La due giorni ricca di riflessioni e spunti è stata coordinata da Antonella Pinna (dirigente regionale del Servizio valorizzazione risorse culturali) che, portando i saluti dell’assessore alla Cultura della Regione Umbria Paola Agabiti, ha ricordato come le due residenze umbre abbiano “spinto” per fare questo incontro a Perugia.

Per Carmelina Miranda della direzione generale Spettacolo del Ministero, “le residenze non sono più a margine dello spettacolo dal vivo ma sono una componente sempre più importante, sono una struttura ormai acquisita che sta accanto al settore dello spettacolo dal vivo e non più a latere”. “Quello che mi piace segnalare – ha poi aggiunto – è l’orgoglio da parte delle residenze di essere state riconosciute perché esistevano, nate dal basso quindi e non per una categorizzazione normativa. Registriamo anche la loro richiesta di avere rapporti diretti, intese e scambi di modelli tra regioni per assorbire le esperienze che funzionano già bene”.

Anche per la referente della Conferenza Stato Regioni, Graziella Gattulli, il modello delle residenze in questi primi 10 anni ha funzionato bene: “La concertazione tra Ministero, Regioni e Comuni e stato proficuo e questo non avviene in altri settori, con il codice dello spettacolo che quindi dovrà prendere spunto da qua. Il futuro è già domani, visto il prossimo triennio in arrivo. Il nodo fondamentale sarà quello di schiodare il rapporto con gli altri attori del settore dello spettacolo. La residenza è un momento di ricerca ma poi lo spettacolo deve andare in scena e per farlo ci vuole un pubblico e quindi c’è bisogno di qualcuno del settore che supporti il tutto”.

I referenti delle residenze umbre CURA e HOME chiudono questi due giorni di lavoro, intensi ma anche molto proficui, soddisfatti di quanto emerso dai tavoli e dalle riflessioni comuni, con il pensiero che “le residenze sono forse una realtà fragile ma anche molto resiliente, che va rafforzata e sostenuta perché sempre più fondante nello sviluppo dei processi creativi ed elemento di rinnovamento ormai irrinunciabile nel sistema spettacolo italiano”.

Resta incastrato sotto al trattore ribaltato, salvato dai vigili del fuoco

E’ rimasto incastrato sotto il suo trattore cingolato, che si è ribaltato mentre stava eseguendo lavori su un terreno impervio, a Pianello (Perugia).

Per liberare l’uomo da sotto il mezzo è stato necessario l’intervento di due squadre dei vigili del fuoco di Perugia. Poi, in collaborazione con il 118 e il Soccorso Alpino, l’uomo è stato trasportato con l’elisoccorso Nibbio all’ospedale di Perugia.

L’incidente si è verificato nella tarda mattinata di giovedì. Durante le operazioni l’uomo è rimasto sempre cosciente. Un incidente che ripropone il tema della pericolosità del lavoro in campagna legato all’utilizzo dei mezzi cingolati, in particolare su determinati terreni.

Incidente sulla Marscianese, perde la vita vigile del fuoco da poco in pensione

I vigili del fuoco intervenuti sulla Marscianese, per un incidente tra un auto e un furgone, hanno verificato che la vittima, alla guida della vettura, era un loro collega, Mario Cotogni, andato in pensione solo da poco tempo.

Il tragico incidente si è verificato intorno alle 18 di mercoledì a Sant’Angelo di Celle (Derura), sulla provinciale 375. L’auto su cui viaggiava Cotogni si è scontrata frontalmente con un furgone con a bordo tre persone, rimaste ferite, in maniera non grave.Due di loro sono stati trasportati in codice verde all’ospedale di Pantalla, il terzo in codice giallo al Santa Maria della Misericordia di Perugia.

Per il vigile del fuoco in pensione, precedentemente in servizio presso il distaccamento di Todi, non c’è stato nulla da fare da parte del personale sanitario del 118, accorso sul luogo dell’incidente insieme ai vigili del fuoco, alla polizia locale e ai carabinieri della compagnia di Todi, a cui sono state affidate le indagini per accertare, sulla base dei rilievi effettuati, l’esatta dinamica dell’incidente.

La strada Marscianese, più volte teatro di gravi incidenti, è rimasta temporaneamente chiusa al traffico.

Sconcerto e dolore tra i vigili del fuoco, che esprimono il più sentito cordoglio alla famiglia del loro collega stimato e benvoluto, Mario Cotogni, colpita da questa improvvisa e tragica perdita. “Il comando dei vigili del fuoco di Perugia – si legge in una nota – si stringe al dolore dei familiari in questo difficile momento”.

Famiglia sterminata a colpi di fucile, si indaga

A trovarli senza vita, nella loro villetta di Fratticiola Selvatica – frazione del comune di Perugia – è stato il fidanzato della 39enne senza vita. Uccisi da colpi di arma da fuoco anche la madre di lei, di 66 anni, e il padre (69 anni).

Accanto al corpo dell’uomo, secondo quanto emerso, è stato trovato un fucile da caccia (l’uomo aveva regolare licenza) forse l’arma utilizzata per la strage. Elemento che fa pensare all’ipotesi di un dramma familiare, un doppio femminicidio – suicidio. Anche se al momento non ci sono conferme ufficiali da parte delle autorità.

Nella villetta dove sono state trovare morte padre, moglie e figlia, insieme al medico legale e al magistrato di turno, sono giunti gli esperti della polizia scientifica per i rilievi.

Ast annuncia: costi energetici insostenibili, fermiamo uno dei forni per una settimana

Arvedi Acciai Speciali Terni fermerà uno dei due forni elettrici dell’acciaieria per una settimana a fine settembre. “Al momento”, è scritto nella nota con cui l’azienda ha comunicato la decisione. Maturata, viene spiegato, “a causa del perdurare degli alti costi energetici che non consentono all’azienda di essere competitiva nei confronti delle crescenti importazioni dall’Asia a prezzi stracciati”.

Costi energetici che secondo quanto lamentato dall’azienda creano uno squilibrio insostenibile. “Il livello del costo dell’energia elettrica in Italia, tre volte superiore a quello di altri paesi europei dove sono basati i concorrenti di Ast – si legge ancora nella nota – sta condizionando il piano di rilancio dello stabilimento umbro”.

La nota di Arvedi Ast

“Il tema dell’energia – scrive la proprietà – è una delle questioni più dibattute tra le aziende italiane e lo è in particolare per Arvedi AST, sito produttivo altamente energivoro che vede compromessa la propria competitività sul mercato a causa di un costo energetico due/tre volte superiore rispetto a quello di altri competitor europei”.

“Per condividere con tutti i lavoratori un fattore discriminante e distorsivo della concorrenza, ragione per cui l’azienda si batte sui tavoli istituzionali, nazionali ed europei, con il supporto di Regione Umbria, per ottenere un equo costo dell’energia, questa mattina è stato posizionato in AST un cartellone che dettaglia il grave disagio che gli elevati costi energetici stanno causando alla competitività dell’azienda. La maxi affissione, che ricopre uno degli edifici affacciati sul principale piazzale interno del sito di Viale Brin, da un lato ripercorre la storia dell’esproprio del ramo d’azienda elettrico della Terni e del mancato indennizzo per cui negli anni numerose istituzioni, a livello nazionale e locale, hanno assunto l’impegno di addivenire ad una soluzione compensativa per Terni e per Acciai Speciali Terni S.p.A., senza però giungere – sino ad oggi – ad una soluzione condivisa e definitiva; dall’altro mette in evidenza i “numeri” della sperequazione in termini di costi che Ast deve subire rispetto agli altri suoi concorrenti europei, evidenziando come in qualche caso il costo della bolletta energetica sia quasi triplicato”.

“Eppure – prospetta Arvedi Ast – una soluzione ci sarebbe, se si consentisse finalmente ad Acciai Speciali Terni S.p.A., semplicemente ripristinando le condizioni originali di autoproduzione con il collegamento diretto esistente con la centrale Enel di Galleto, l’approvvigionamento di energia elettrica per i suoi fabbisogni a costi comparabili a quelli di analoghe forniture nei Paesi europei e in linea con le società auto-produttrici di energia elettrica. AST vedrebbe in questo modo ristabilite le condizioni che hanno permesso la nascita di un sito produttivo capace di superare i più gravi periodi di crisi. Eloquente in proposito il titolo che accompagna l’affissione: ‘Abbiamo il diritto morale di avere le nostre centrali o di essere pagati da chi le ha espropriate'”.

Le reazioni

Una soluzione, quella di Galleto, sollecitata anche dal segretario umbro del Pd Tommaso Bori: “Ritengo, per questo, quasi paradossale che non sia stata ancora verificata l’ipotesi di ripristino del collegamento tra Ast e la centrale idroelettrica di Galleto, che sarebbe in grado alimentare l’impianto attraverso energia pulita e a chilometro zero. Serve dunque che la destra che governa a livello regionale e nazionale si faccia carico delle sue responsabilità, di questo immobilismo che, a distanza di anni, non ha portato ancora alla firma del nuovo accordo di programma né ad affrontare in maniera costruttiva e responsabile il nodo energia, nonostante gli impegni assunti con Arvedi”.

I parlamentari umbri del Pd Anna Ascani e Walter Verini puntano l’indice contro “l’inerzia del Governo”, si appellano al ministro Urso e chiamano in causa la Regione, ma anche il Comune di Terni, giudicato “latitante” nella funzione “di stimolo” che invece dovrebbe svolgere insieme a lavoratori, sindacati, rete dell’indotto.

Da lunedì nuovo cantiere sul Raccordo con chiusura notturna

Da lunedì 9 settembre nuovo cantiere, con chiusura notturna, sul Raccordo autostradale Perugia – Bettolle. Anas dovrà infatti eseguire i lavori per la sostituzione dello spartitraffico centrale tra gli svincoli di Olmo e Corciano. Si tratta di una in prosecuzione dei lavori recentemente ultimati, per circa 3 km, tra Madonna Alta e Olmo, nell’ambito del programma di riqualificazione della rete stradale umbra.

La vecchia barriera in calcestruzzo sarà sostituita con una di nuova concezione, alta 1,2 metri, che innalza notevolmente gli standard di sicurezza stradale ed è in grado di contenere eventuali urti con uno spostamento molto ridotto, anche in caso di sbandamento di mezzi pesanti.

Per contenere al minimo i disagi al traffico, fa sapere Anas, gli interventi si svolgeranno in orario notturno. Nel dettaglio, dalle 20:30 alle 6:30 tra gli svincoli di Olmo e Corciano sarà chiusa la carreggiata in direzione Bettolle e la corsia di sorpasso in direzione Ponte San Giovanni.

Il traffico in direzione Bettolle/A1 sarà deviato sulla viabilità secondaria parallela al Raccordo (strada Trasimeno Ovest-via Antonio Gramsci) con uscita obbligatoria allo svincolo di Olmo e rientro allo svincolo di Corciano. Il traffico in direzione Ponte San Giovanni potrà transitare in corsia di marcia con divieto di sorpasso tra gli svincoli di Corciano e Olmo.

Ancora un’auto contromano, anziano grave dopo uno scontro frontale

Ancora un grave incidente stradale provocato da un automobilista che ha imboccato contromano la strada. Questa il frontale tra due auto è avvenuto nella prima mattinata di venerdì, lungo la statale 318 tra Branca e Gualdo Tadino.

Un 82enne, alla guida di una Fiat 600, ha sbagliato l’ingresso allo svincolo, ritrovandosi contromano. Un camion che sopraggiungeva in direzione opposta è riuscito ad evitarlo, ma non un 72enne del posto che transitava con una Merceded.

Nell’impatto l’82enne ha riportato ferite molto gravi ed è stato trasportato in ospedale con l’elisoccorso. Ferite lievi per il conducente dell’altra auto.

Sul posto sono giunti i carabinieri. La dinamica dello scontro è però evidente.