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Tag: Spoleto

Cambio di provincia, Bandecchi incontra i sindaci di Spoleto, Norcia, Todi e degli altri Comuni interessati

Quattro sindaci. Tre (Andrea Sisti, Spoleto; Antonino Ruggiano, Todi; Giuliano Boccanera, Norcia) chiamati a “decidere” in quale Provincia vogliono stare. L’altro, Stefano Bandecchi, è il sindaco di Terni e di quella provincia che chiede venga ampliata, per riequilibrare l’attuale suddivisione istituzionale dell’Umbria.

Si confronteranno lunedì 7 luglio (ore 16) a Spoleto, alla Sala Monterosso (complesso di proprietà della Provincia di Perugia)nel convegno organizzato dall’associazione Prima Spoleto.

E proprio Spoleto è la più allettata dal cambio di Provincia, che la porterebbe ad essere la seconda città più grande dopo Terni, “scavalcando” Orvieto.

Il presidente di Prima Spoleto, Pietro Testaguzza, ha invitato a partecipare anche gli altri sindaci dei Comuni interessati dell’area dello Spoletino, della Valnerina e del Tuderte.

Il titolo dell’incontro è piuttosto esplicito: “Restiamo con Perugia o passiamo con Terni?”.

Un incontro che riaprirà il dibattito su un tema che, periodicamente, da quando è tramontata l’ipotesi della terza Provincia con Foligno capoluogo, torna ad affacciarsi sul palcoscenico politico umbro.

(nella foto il presidente della Provincia di Terni, Stefano Bandecchi)

Sappe: “Violenti scontri nei carceri di Terni e Spoleto”

“Violenti disordini” provocati “per ore” da alcuni detenuti all’interno dei carceri di Terni e Spoleto. A denunciare la situazione è il Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria), con il segretario umbro Fabrizio Bonino.

“In entrambe le carceri umbre – scrive Bonino – sembra che i danni ai Reparti coinvolti – tutti e due destinati alla Media sicurezza – sono stati significativi: si pensi che persino alcuni familiari di detenuti ci hanno contattato per avere notizie sulla situazione. Purtroppo, ancora una volta, il grido d’allarme lanciato dal Sappe rimane inascoltato da un’Amministrazione regionale sempre più distante e assente. Non a caso, buona parte dei gravi eventi critici violenti che accadono vedono protagonisti proprio detenuti assegnati da Firenze. Insomma, l’Umbria e le sue carceri sono diventate la discarica sociale della Toscana: e questo è inaccettabile! Per questo auspichiamo che la riapertura a Perugia del Provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziaria dell’Umbria avvenga in tempi rapidi”.

Il segretario generale del Sappe, Donato Capece, rinnova al DAP la richiesta di potenziamento degli organici della Polizia Penitenziaria dei Reparti regionali, rammentando che “la popolazione carceraria nazionale attuale è composta per un 30% di detenuti in attesa di giudizio; 30% di detenuti extracomunitari e un 20% di tossicodipendenti”. 

Il leader nazionale del sindacato ricorda infine che “il Sappe da decenni chiede l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene ma anche la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinari”.

E torna a chiedere la dotazione, per il personale del Corpo, di strumenti di tutela e garanzia non letali come i flash ball ed i bola wrap: il primo è un fucile che spara proiettili di gomma, già in dotazione alla Polizia Penitenziaria francese, mentre la seconda è un’arma di difesa che spara lacci bloccante le gambe dei riottosi, anch’essa già in uso ad alcune Polizie locali di alcune città italiane.

Cratere sisma, così l’andamento della ricostruzione cambia il mercato del lavoro

La ricostruzione cambia anche l’andamento del lavoro nei comuni nei 15 comuni del cratere umbro del sisma del 2016. Da un lato l’aumento degli addetti subordinati, vero segnale di un’economia che si sta strutturando; dall’altro, il declino inarrestabile degli addetti familiari, simbolo del tessuto micro-imprenditoriale della Valnerina.

Quando si guarda però al “cratere senza Spoleto”, cioè ai 14 comuni montani più piccoli, la fotografia è più nitida e meno distorta dal peso specifico della città: Cascia, Cerreto di Spoleto, Monteleone di Spoleto, Norcia, Poggiodomo, Preci, Sant’Anatolia di Narco, Scheggino, Sellano, Vallo di Nera (provincia di Perugia), più Arrone, Ferentillo, Montefranco e Polino (provincia di Terni).

Una crescita reale, ma figlia dei cantieri
Nel cratere umbro esclusa Spoleto, i lavoratori subordinati sono passati da 2.562 nel primo trimestre 2015 a 3.187 nel primo trimestre 2025: +24,4%. Un trend continuo, anno dopo anno, a partire dal 2021. Cresce anche il peso relativo: se nel 2015 i dipendenti erano il 53,5% del totale degli addetti, oggi rappresentano oltre il 62%.

Un cambiamento epocale per territori dominati da piccolissime imprese familiari. Il motivo? La ricostruzione. I cantieri del sisma hanno portato nella Valnerina nuove aziende, soprattutto edili, strutturate e con forza lavoro esterna. Inoltre, alcune imprese locali hanno saputo riorganizzarsi, mantenendo la sede in zona ma lavorando altrove, assumendo nuovo personale.

Un altro aspetto è l’emersione di lavoro formalmente registrato. Diversi addetti che prima risultavano “familiari” o non contrattualizzati, sono ora assunti con forme regolari. In un’area dove il sommerso aveva un certo peso, anche questo contribuisce a far salire i numeri ufficiali dei subordinati.

Il declino delle famiglie imprenditoriali
Nel frattempo, gli addetti familiari calano: da 2.229 nel 2015 a 1.945 nel 2025 (-12,7%). Una caduta figlia di due dinamiche. La prima è generale: in tutta Italia il modello dell’impresa a conduzione familiare regge sempre meno. La seconda è specifica: la botta del sisma, l’esodo forzato, la paura di non tornare. Tante famiglie non hanno ripreso l’attività nei paesi di origine.

Il risultato è che, nei fatti, la forza del lavoro autonomo familiare si svuota. In molti casi gli addetti risultano ancora formalmente tali solo per motivi statistici: in cassa integrazione, o nominalmente legati a un’impresa che ormai opera altrove. C’è poi il tema delle “aziende fantasma”: formalmente attive, ma senza produzione effettiva.

Il saldo complessivo: +7,1% senza Spoleto, -4,4% con Spoleto
Nel cratere umbro senza Spoleto, gli addetti totali (familiari + subordinati) sono saliti da 4.791 a 5.132 (+341), pari a +7,1%. Ma se si include Spoleto nel conteggio, il quadro cambia radicalmente: gli addetti totali nel cratere con Spoleto sono scesi da 16.660 a 15.934 (-726), con una contrazione del 4,4%.

La spiegazione è duplice. Da un lato Spoleto vale oltre il 60% del cratere in termini demografici. Dall’altro, è un centro urbano con problemi economici propri, preesistenti al terremoto: qui l’effetto ricostruzione si sente meno.

Nel cratere con Spoleto i subordinati crescono appena del 2,1% (da 10.860 a 11.092), mentre gli addetti familiari calano del 16,5% (da 5.800 a 4.842). Il dato aggregato è negativo.

Il rischio di un rimbalzo a vuoto
La domanda di fondo resta aperta: questo aumento di addetti subordinati è duraturo o effimero? Finita la ricostruzione, queste aziende resteranno? E soprattutto, è sufficiente per frenare lo spopolamento?

I dati demografici parlano chiaro: Norcia ha perso il 9,7% dei residenti dal 2016, Cascia quasi il 7%. A Poggiodomo gli abitanti sono scesi a 83, con un indice di vecchiaia del 1.150%. L’età media nei comuni del cratere supera spesso i 60 anni. I giovani se ne vanno, e pochi tornano. Il saldo naturale resta ampiamente negativo. Solo in alcuni comuni, come Cascia, si registra un timido rimbalzo di natalità e migrazioni in entrata, ma non basta.

Fenice, la sfida di ricostruire le comunità
In questo scenario si inserisce il progetto Fenice, un’iniziativa strategica per la rigenerazione socio-economica del cratere, promossa dall’Università per Stranieri di Perugia insieme a Comune di Norcia, Camera di Commercio dell’Umbria e Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica.

L’obiettivo è ambizioso: non solo ricostruire case e strade, ma anche economie locali, competenze, identità. Norcia e la Valnerina sono il cuore pulsante di questo programma, che mira a invertire la traiettoria del declino con formazione, impresa, cultura. Si lavora per attrarre giovani, consolidare filiere agricole e turistiche, sperimentare nuove forme di residenza, puntare su digitale e comunità energetiche.

I numeri dell’occupazione dicono che qualcosa si muove. Ma da solo, il mercato non basta. Serve visione, continuità e capacità di trattenere le persone. Fenice nasce per questo. Resta da vedere se saprà davvero riaccendere il futuro.

“La ricostruzione ha innescato un cambiamento nel mercato del lavoro”
“I numeri – il commento dal progetto Fenice – confermano che la ricostruzione ha innescato un cambiamento strutturale del lavoro nel cratere umbro, ma da sola non basta. Stiamo assistendo a una crescita degli occupati subordinati, segnale incoraggiante, ma resta il rischio di un rimbalzo a vuoto se non ricostruiamo anche comunità e prospettive. Il Progetto Fenice nasce proprio per questo: per trattenere chi vuole restare e attrarre chi può tornare. Investiamo in impresa, formazione e identità, perché senza persone nessun territorio può avere futuro. È il momento di accelerare, con visione e continuità.”

Nuova apertura McDonald’s, colloqui di lavoro per selezionare 50 dipendenti

Ha fatto tappa a Spoleto il McDonald’s Job Tour, la selezione del personale organizzato per le nuove aperture – tra cui appunto quella della città ducale – e assunzioni McDonald’s in tutta Italia. Presso l’Hotel dei Duchi di Viale Matteotti hanno preso il via i primi colloqui individuali per coloro che vogliono lavorare nel nuovo ristorante della città.

McDonald’s è alla ricerca di 50 persone che abbiano voglia di mettersi in gioco, di lavorare in squadra e a contatto con i clienti, da inserire nel team del nuovo ristorante. Le persone selezionate verranno inserite in un percorso di formazione propedeutico alle mansioni che svolgeranno; saranno inquadrate con contratti part-time o full-time, in base alle esigenze del ristorante, secondo il contratto nazionale del turismo. La retribuzione è quella prevista dallo stesso contratto, chiaramente parametrata al numero di ore lavorative settimanali.

McDonald’s Job Tour a Spoleto
La tappa del Job Tour ha dato il via al percorso di ricerca e selezione del personale per entrare a far parte del team del ristorante McDonald’s di prossima apertura a Spoleto, che si aggiungerà agli altri nove ristoranti già presenti in provincia di Perugia. Durante la giornata, i primi candidati hanno avuto la possibilità di sostenere un colloquio individuale e di incontrare e confrontarsi con i dipendenti di altri ristoranti.

Lavorare in McDonald’s
Queste nuove posizioni rientrano nel piano di crescita nazionale, che anche quest’anno prevede l’assunzione di 5.000 nuove persone in tutta Italia. McDonald’s conta ad oggi oltre 750 ristoranti in tutta la Penisola, dove lavorano 38.000 dipendenti, che ogni giorno servono più di un milione di persone.

Il 62% dei dipendenti – evidenzia l’azienda – è rappresentato da donne che sono il 50% degli store manager, mentre il 55% dei dipendenti ha meno di 29 anni e il 32% è studente. Un’opportunità di lavoro stabile e concreta, dove il 92% delle persone è assunto con contratto stabile.

Grazie ad un programma di formazione da oltre un milione di ore all’anno, McDonald’s garantisce a tutte le sue persone un percorso strutturato, volto a valorizzare i propri talenti e a fornire tutti gli strumenti necessari per permettere a ciascuno di crescere in azienda.

McDonald’s Italia
In Italia da 39 anni, McDonald’s conta oggi oltre 750 ristoranti in tutto il Paese per un totale di 38.000 persone impiegate che servono ogni giorno 1.2 milioni di clienti. I ristoranti McDonald’s italiani sono gestiti per il 90% secondo la formula del franchising grazie agli oltre 160 imprenditori locali che testimoniano il radicamento del marchio al territorio. Anche per quanto riguarda i fornitori, McDonald’s conferma la volontà di essere un marchio “locale”. Ad oggi la maggior parte dei fornitori infatti sono italiani. Nel mondo McDonald’s è presente in oltre 100 Paesi con più di 41.000 ristoranti.

Così è cambiato il reddito nei comuni terremotati dal 2015 ad oggi

Reddito medio Irpef in aumento nei comuni del cratere del sisma del 2016, ma complessivamente in diminuzione, come il numero dei contribuenti.

E’ quanto emerge dal report realizzato dalla Camera di Commercio dell’Umbria nell’ambito del Progetto Fenice, secondo cui il reddito Irpef medio nei 14 comuni del cratere è salito del 5,1% in termini reali rispetto al 2015, ma nello stesso periodo il reddito complessivo si è ridotto di 21 milioni di euro (-7,7%) e i contribuenti sono calati di quasi il 15%. Situazione opposta a Spoleto, dove crescono i numeri ma cala il reddito medio.

L’andamento nei comuni del cratere

Nei 14 comuni del cratere (Arrone, Cascia, Cerreto di Spoleto, Ferentillo, Montefranco, Monteleone di Spoleto, Norcia, Poggiodomo, Preci, Polino, Sant’Anatolia di Narco, Scheggino, Sellano, Vallo di Nera), esclusa Spoleto, i redditi complessivi dichiarati si sono ridotti del 7,7% in termini reali tra il 2015 (anno pre-sisma) e il 2023, passando da 278,6 a 257,2 milioni di euro.

Un crollo netto che riflette la fragilità ancora irrisolta di questi territori. Ma se si guarda al reddito medio Irpef per contribuente, emerge un dato sorprendente: +5,1%. Ogni contribuente, nel 2023, ha dichiarato mediamente 20.855 euro, contro i 19.012 del 2015 (valori attualizzati).

A metterlo nero su bianco è la Camera di commercio dell’Umbria, che con il Progetto Fenice – condotto insieme all’Università per Stranieri di Perugia, al Comune di Norcia e alla Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica – ha prodotto un report sulla dinamica dei redditi nel cratere. Obiettivo: ricostruire sviluppo e fiducia. Non solo ricostruzione fisica, dunque, ma rigenerazione economica e sociale.

Il nodo dell’esodo

A pesare sui redditi complessivi è soprattutto la fuga di residenti. Nei 14 comuni, i contribuenti sono passati da 14.655 nel 2015 a 12.482 nel 2023: una contrazione del 14,8%. Con Spoleto inclusa, il calo si attenua a -2,4%, ma resta.

Nel frattempo, in Umbria i contribuenti sono aumentati da 606.924 a 639.745. Il cratere rappresentava il 2,41% della platea regionale, oggi solo l’1,95%. Più che ricostruzione, si è assistito a un ridimensionamento demografico strutturale. Un problema che si riflette anche sull’accesso ai servizi, sulla tenuta delle imprese e sulla capacità attrattiva del territorio.

Quando Spoleto fa eccezione

Il caso di Spoleto è l’opposto. Qui il numero di contribuenti è cresciuto (da 26.513 a 27.705), ma il reddito medio è calato del 2,2%, scendendo da 21.328 a 20.855 euro. E se si aggregano i dati di Spoleto agli altri comuni, la crescita del reddito medio si riduce allo 0,3% appena.

Questa dinamica è rivelatrice: anche in contesti meno colpiti fisicamente dal sisma, il benessere economico individuale può contrarsi, segnalando fragilità più ampie, legate ai cambiamenti occupazionali, ai costi della vita e alla qualità dell’offerta lavorativa.

Dipendenti in difficoltà, autonomi resilienti

Guardando alle tipologie di contribuenti, la frattura è netta. I lavoratori dipendenti nei 15 comuni del cratere hanno perso terreno: il loro reddito medio Irpef è calato del 15,2%, da 21.031 a 17.107 euro. Peggio che nel resto dell’Umbria, dove il calo si ferma a -13%.

I pensionati hanno invece visto un lieve incremento, probabilmente legato alla stabilità delle prestazioni previdenziali e all’indicizzazione. Ma sono soprattutto autonomi e imprenditori a sorprendere: nonostante il forte calo numerico dei contribuenti (autonomi da 641 a 400; imprenditori in contabilità ordinaria da 245 a 187; semplificata da 1.405 a 1.124), chi è rimasto ha aumentato in modo sensibile il proprio reddito medio. Una dinamica che suggerisce selezione naturale: restano i più competitivi, con attività consolidate o capaci di adattarsi.

Comuni: chi sale e chi scende

A livello di reddito complessivo prodotto, a Cerreto di Spoleto si registra il tonfo maggiore: -60,9%. Male anche Polino (-28,8%). In controtendenza Cascia (+14,6%) e Norcia (+7%).

Quanto al reddito medio per contribuente, sei comuni segnano il segno meno: Monteleone di Spoleto (-27,6%), Arrone (-8%), Sellano (-7,1%), Preci (-7%), Spoleto (-2,2%) e Vallo di Nera (-1,7%). Ma ci sono anche balzi impressionanti: Norcia +30,8%, Polino +23,1%, Cascia +11,7%, Poggiodomo +11,1%, Sant’Anatolia di Narco +9,3%.

Un dato su cui riflettere: a Norcia e Polino, dove il reddito medio cresce più del 20%, la popolazione è diminuita drasticamente. Si crea così un paradosso contabile: meno persone, ma con redditi più alti. Non sempre per reale benessere diffuso, ma perché i più deboli sono scomparsi dal radar statistico.

Una ricostruzione a doppia velocità

Il quadro che emerge è quello di una ricostruzione selettiva: pochi contribuenti, spesso più forti e strutturati, che resistono e si arricchiscono. Ma un territorio che si impoverisce e si svuota. Il Progetto Fenice prova a invertire la rotta, puntando sulla rigenerazione economica e sociale, sulla formazione e sul rafforzamento dell’identità locale.

La domanda cruciale resta: è sufficiente il dato positivo sul reddito medio per dire che il cratere stia rinascendo? Probabilmente no. Occorre un investimento stabile e duraturo per riportare giovani, famiglie e imprese, incentivare il reinsediamento e trasformare la resilienza individuale in coesione strutturale. Senza questa base, l’aumento del reddito medio rischia di fotografare più l’abbandono che la ripartenza.

Mencaroni: Progetto Fenice per sostenere il rilancio

Commenta Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria: “Questi dati raccontano una realtà complessa, fatta di difficoltà ma anche di capacità di reazione. La riduzione del reddito complessivo e del numero dei contribuenti è un segnale allarmante, che ci obbliga a rimettere al centro le aree interne e i comuni colpiti dal sisma. Ma l’aumento del reddito medio per contribuente dimostra che chi è rimasto ha saputo reggere l’urto e reinventarsi. Con il Progetto Fenice vogliamo sostenere proprio questo spirito, costruendo strumenti concreti di rilancio economico e sociale. Non ci può essere ricostruzione senza persone, lavoro e fiducia”.

Notte di terremoto in Umbria: prima 3.6 a Spoleto (scuole ed edifici pubblici chiusi), poi altre 13 scosse

E’ stata una notte di terremoto in Umbria, caratterizzata da una serie di scosse di varia intensità lungo tutta la fascia appenninica orientale, da Spoleto sino a Pietralunga.

L’evento più forte, avvertito dalla popolazione in molte parti della Regione, alle 23.31,quando la terra ha tremato con un’intensità calcolata dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia con magnitudo 3.6. Epicentro a Spoleto, nella zona di Colleferretto, vicino alla zona industriale di Madonna di Lugo, ad una profondità di 7 km.

A questa sono seguite altre 13 scosse in tutta la regione. La più forte, di intensità 1.7 sempre, nella stessa zona, appena tre minuti dopo. Come quella avvenuta a Spello alle 8.21. Oltre alle scosse a Spoleto, la terra nella notte ha tremato nella provincia di Perugia a Campello sul Clitunno, Pietralunga e Valfabbrica. Altre scosse sismiche, poi, si sono registrate con epicentri nelle province di Ascoli Piceno e di Macerata.

“La scossa è stata avvertita distintamente, ma al momento non si registrano segnalazioni di danni.
La protezione civile e le istituzioni regionali e comunali si sono immediatamente attivate e sono tuttora in contatto” ha scritto la Regione Umbria sui social, dopo la prima scossa a Spoleto, quella di maggiore intensità.

Giovedì mattina il sindaco di Spoleto Andrea Sisti ha comunicato (come anticipato già in serata dalla presidente Proietti) per la giornata di oggi (giovedì) la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, degli edifici pubblici, compresi musei e teatri e dei centri diurni socio-riabilitativi per disabili minori e adulti e per anziani non autosufficienti. Chiusi anche i centri sportivi comunali.

Il Comune di Spoleto ha provveduto ad aprire la sede della Protezione Civile a Santo Chiodo. Per qualsiasi richiesta di informazione o per segnalazioni è possibile chiamare il numero 0743 222450 o scrivere all’email protezione.civile@comune.spoleto.pg.it.

Si stanno effettuando le verifiche tecniche sugli edifici pubblici, al momento non si registrano segnalazioni di danni o situazioni di rischio nel territorio comunale.

Feste di Pasqua e Ponti, riaprono i camminamenti della Rocca di Spoleto

In occasione delle festività pasquali e dei Ponti di primavera, la Rocca Albornoz di Spoleto ripropone le visite guidate ai camminamenti sulle torri e alla celebre Camera Pinta, autentico scrigno di affreschi del
Quattrocento.

I visitatori potranno accedere ai nuovi percorsi panoramici che attraversano antichi camminamenti
militari fino a raggiungere la sommità delle torri della fortezza. Dopo i video introduttivi che
raccontano la storia della Rocca Albornoz e il suo ruolo strategico nei secoli, il pubblico sarà
accompagnato in un suggestivo percorso che passa per cunicoli e antiche carceri, dove si alternano
numerosi e affascinanti graffiti lasciati dai prigionieri sulle pareti. Raggiunte le terrazze panoramiche,
dall’alto si potrà godere di una vista unica sul territorio spoletino: dal Monteluco al Ponte delle Torri
con il Fortilizio dei Mulini, dalla Cattedrale al celebre Teodelapio.

“Dallo scorso anno la Rocca di Spoleto si è arricchita di percorsi meravigliosi, tra arte, storia e
paesaggio – dichiara il Direttore Costantino D’Orazio – L’enorme successo che ha accolto questa
iniziativa, ci spinge a ripetere l’offerta con ancora più slancio, grazie anche alla collaborazione con il
nuovo concessionario Maggioli Cultura e Turismo”.

COME VISITARE I PERCORSI PANORAMICI

Dal fine settimana di Pasqua le visite ai camminamenti si tengono ogni sabato

COME VISITARE I PERCORSI PANORAMICI

Dal fine settimana di Pasqua le visite ai camminamenti si tengono ogni sabato, domenica e festivi ad
orari fissi: ore 11.30, 15.30, 17. La visita ha la durata di circa un’ora.

VISITA ALLA CAMERA PINTA

Venerdì 25 aprile, alle ore 12.30, giornata ad ingresso gratuito, si terrà una visita guidata esclusiva alla
Camera Pinta, la più affascinante stanza della Rocca Albornoz, già camera da letto del governatore,
decorata con due rari cicli di affreschi profani databili tra XIV e XV secolo e ispirati alla letteratura
cavalleresca. Il focus immergerà i partecipanti nella cultura del Quattrocento e in storie d’amor
cortese, tra scene di vita nobiliare e narrazioni di cavalieri e dame, in una stanza che rappresenta una
vera eccezione artistica nel panorama umbro. La visita ha la durata di 30 minuti.

Le visite sono a cura di Maggioli Cultura e Turismo. È necessario presentarsi un quarto d’ora prima
della partenza presso la biglietteria del museo.
La prenotazione è consigliata: tel. 0743 224952 – e-mail spoletorocca@gmail.com.
Ingresso Rocca + percorso panoramico: euro 15,00 intero – euro 10,00 ridotto

ROCCA ALBORNOZ – MUSEO NAZIONALE DEL DUCATO DI SPOLETO

Piazza Campello, 1 – 06049 Spoleto (PG)
Giorni e orari di apertura validi fino al 30 aprile
Lunedì e dal mercoledì alla domenica: dalle 9:30 alle 18:30
Chiuso il martedì.
Orario dal 1° maggio al 30 settembre 2025
Tutti i giorni dalle 9:30 alle 19:30
Ultimo ingresso consentito 45 minuti prima della chiusura.
Apertura festiva Pasqua, Pasquetta, 25 aprile e 1 maggio con orario ordinario.
Ingresso gratuito 25 aprile.

Terremoto a Spoleto, qualche spavento ma nessun danno

Magnitudo 2.5 ad una profondità di circa 10 km

Scossa di terremoto nella prima mattina di oggi, domenica, con epicentro a Spoleto. La terra ha tremato poco prima delle 8, con epicentro in località Mustaiole, verso il confine ternano.

Secondo quanto rivelato dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, il sisma ha avuto una magnitudo di 2.5, con ipocentro ad una profondità di circa 10 km.

La scossa è stata avvertita distintamente dalla popolazione, ma non si registrano danni.

Negli ultimi giorni scosse sismiche, di non particolare intensità, sono state registrate nell’area dell’Adriatico. Oltre a quelle che continuano a riguardare la zona dei Campi Flegrei, in Campania.

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Conferme e flop, ecco i comuni umbri dove c’è più voglia di fare impresa

E’ ancora Todi il territorio dove c’è più voglia di fare impresa. Si contano infatti 14,1 imprese ogni 100 residenti. Seguono Castiglione del Lago e Bastia Umbra (11,9 imprese ciascuno), poi Orvieto (11,8) e Assisi (11,7), restando ai comuni sopra i 10mila abitanti.

E’ quanto emerge dal report della Camera di Commercio dell’Umbria, che analizza la densità di aziende rispetto alla popolazione residente nel 2024.

Todi leader da tre anni, San Giustino ultimo tra i grandi comuni

Per Todi si tratta di una conferma dopo aver primeggiato anche nel 2022 e nel 2023. Dopo la Top Five, la graduatoria prosegue con Città di Castello (11,2), Gualdo Tadino e Gubbio (11), Marsciano (10,8). Più distanti Perugia (10,5), Spoleto e Umbertide (10,4), Terni e Foligno (9,9), Corciano (9,7). Chiudono Narni (9,6), Magione (9,4), Amelia (8,7) e, fanalino di coda, San Giustino con appena 7,8 imprese ogni 100 residenti.

Municipi tra 5 mila e 10 mila abitanti: testa a testa tra Gualdo Cattaneo e Montefalco

Tra i comuni medi (da 5 mila a 10 mila abitanti), Gualdo Cattaneo mantiene il primato per il terzo anno consecutivo con 14,3 imprese ogni 100 abitanti. A un’incollatura segue Montefalco con 14,2. Completano la graduatoria Torgiano (12,4), Tuoro sul Trasimeno (10,7), Spello (9,5), Nocera Umbra (9,3), Deruta (9,2), Trevi (8,5), Panicale (8,4). Città della Pieve è ultima.

Nei piccoli comuni Cascia in coda, Monteleone di Spoleto in vetta

Nei comuni umbri sotto i 5 mila abitanti, dove piccole variazioni numeriche influenzano fortemente il tasso imprenditoriale, spiccano Monteleone di Spoleto (18,1 imprese ogni 100 residenti), Norcia (15,6), Sant’Anatolia di Narco (15,2), Massa Martana (13,6) e Lisciano Niccone (6,6). Al fondo della classifica Cascia, con solo 6,3 imprese ogni 100 abitanti, preceduta da Porano (6,4), San Gemini (7,0), Allerona (7,3) e Giove (7,7).

Umbria, imprenditorialità ancora alta ma in calo nel 2024

A livello regionale, l’Umbria registra nel 2024 un calo del tasso di imprenditorialità, scendendo da 11 a 10,1 imprese ogni 100 residenti. La diminuzione, ossia il calo generale del numero di aziende superiore rispetto alla contrazione della popolazione, riguarda anche i comuni più imprenditoriali. Todi scende da 14,5 a 14,1, Castiglione del Lago da 12,4 a 11,9, Bastia Umbra da 12,3 a 11,9 e Orvieto da 12,1 a 11,8. Assisi registra una lieve diminuzione, da 11,8 a 11,7.

Nonostante questa flessione, l’Umbria mantiene una propensione all’imprenditorialità tra le più alte d’Italia, posizionandosi quinta per densità imprenditoriale rispetto alla popolazione e terza per densità di società di capitale.

L’Umbria del vino e dell’olio: il triangolo d’oro

L’area compresa tra Montefalco (14,2 imprese ogni cento abitanti), Todi (14.1) e Spoleto (10.4) continua a dominare la classifica, formando quello che si può chiamare “il triangolo d’oro” dell’imprenditorialità umbra.

Tra i fattori di successo, la Camera di commercio evidenzia la presenza di DOCG (Sagrantino di Montefalco), turismo enogastronomico di qualità e una eete consolidata di agriturismi

La crisi della Valnerina: tra resilienza e spopolamento

La Valnerina – Norcia (15.6), Cascia (6.3) e Preci (11.6) – presenta il divario più marcato tra comuni vicini.

Norcia beneficia ancora del brand del tartufo e della norcineria, ma il colpo assestato dal terremoto di fa sentire. Cascia soffre l’isolamento post-terremoto

L’asse del Trasimeno: turismo vs crisi del lago

I comuni del comprensorio del Trasimeno mostrano performance contrastanti: Castiglione del Lago (11.9) e Passignano (9.3) sono in calo, Tuoro (10.7) in ripresa, mentre Magione delude.

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I borghi storici mostrano dati preoccupanti. · Bevagna (11.6) e Trevi (11.8) tengono grazie agli eventi; · Spello (10.5) e Deruta (10.8) pagano la crisi dell’artigianato.

Le aree industriali: le ex eccellenze non brillano

Il corridoio tra Terni (9.9) Narni (9.9) e Foligno (9.9) evidenzia dinamiche diverse, evidenziate dalla Camera di commercio.

Resilienza di Terni grazie alla riconversione green. Narni è addirittura un caso studio di transizione. Delude invece Foligno, il cui risultato è al di sotto delle aspettative.

Mencaroni: il calo del 2024 è una sfida per l’Umbria

Questo il commento di Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria: “Il calo registrato nel 2024 rappresenta una sfida per l’Umbria, una regione da sempre sinonimo di imprenditorialità e dinamismo economico, due leve per affrontare con decisione sul fronte della digitalizzazione e dell’innovazione, incentivando l’ingresso dei giovani nel mondo delle imprese. Sono necessarie politiche coraggiose e interventi mirati, sostenendo concretamente gli imprenditori. Un concerto di iniziative e di misure che richiedono una stretta collaborazione tra le Istituzioni e un dialogo costante con le associazioni di categoria, elementi fondamentali per l’animazione e l’articolazione territoriale delle politiche”.

Femminicidio a Spoleto, così Gianluca ha ucciso la moglie Laura Papadia tentando poi il suicidio

La donna di 37 anni vicedirettrice di un supermercato, il 48enne Gianluca Romita è un rappresentante di vini: fermato al Ponte delle Torri

Femminicidio a Spoleto, dove Gianluca Romita, 47enne, è stato arrestato con l’accusa di aver ucciso la moglie Laura Papadia, di 36 anni.
La tragedia si è consumata alla Rocca dei Perugini, complesso nella parte bassa del centro storico di Spoleto, alla fine di corso Garibaldi. Qui da poco più di un anno viveva la coppia. Lei, originaria di Palermo, si era trasferita nella città ducale perché assunta come vice direttrice di una supermercato.
Lui, di Senigallia, da tempo lavorava in zona come rappresentante di vini. I poliziotti, che lui stesso aveva chiamato confessando l’uccisione della moglie, lo hanno arrestato nei pressi del Ponte delle Torri, dove voleva togliersi la vita. Gli agenti lo hanno trovato in evidente stato di agitazione, riuscendo a farlo desistere dal compiere un altro gesto estremo dopo una lunga trattativa, al termine della quale si è consegnato loro.
Nell’abitazione dove presumibilmente è stato compiuto il delitto la polizia scientifica sta effettuando i rilievi. Da una prima ricognizione cadaverica, Laura è stata strangolata, forse nel sonno. Gli agenti sono entrati all’interno da una finestra, con l’aiuto dei vigili del fuoco. Trovando il corpo senza vita della donna.
Gianluca Romita è stato condotto in Commissariato a Spoleto, dove è a disposizione dell’autorità giudiziaria. Non sono ancora chiari, come ha detto sul momento il procuratore capo di Spoleto Claudio Chicchella, i motivi che lo avrebbero condotto a compiere il femminicidio. Sono in corso indagini circa tracce di precedenti liti o comunque episodi che potrebbero poi essere degenerati, sino al tragico epilogo.

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