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Tag: Spoleto

Report sull’economia dello Spoletino: nodi credito e demografia, il traino della filiera dell’olio

Un’economia che mostra una serie di problemi e ritardi, quella del comprensorio spoletino (Spoleto, Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi e Giano dell’Umbria), ma che ha anche spunti di vivacità, potenzialità interessanti e che presenta vocazioni plurime.

Emerge, in estrema sintesi, dal dettagliato report della Camera di Commercio dell’Umbria, che mette a confronto i dati e gli andamenti del comprensorio con quelli dell’Umbria e della media italiana e che ha fatto da base all’incontro di questa mattina, nella Sala della Spagna del Comune di Spoleto, tra i vertici camerali e le istituzioni e categorie economiche e professionali del comprensorio, avvenuto subito dopo la seduta della Giunta dell’Ente Camerale a Spoleto, nell’ambito dell’iniziativa itinerante “La Camera di Commercio incontra i territori”.

“Il report della Camera di Commercio dell’Umbria – ha detto il sindaco di Spoleto, Andrea Sisti – presenta un quadro di grande interesse, sia sul piano generale che di dettaglio, dell’economia spoletina, riportando dati che non è facile trovare altrove, come quelli sui bilanci delle imprese. Ne esce ribadita la centralità di Spoleto e del suo comprensorio, individuando potenzialità non del tutto espresse che vanno valorizzate con sinergie ancora più forti e strette sul territorio. Tutti temi su cui l’Amministrazione comunale ha lavorato e sta lavorando”.

“L’iniziativa degli amministratori camerali, giunta oggi al quarto appuntamento di Spoleto dopo quelli di Città di Castello, Orvieto e Assisi – ha affermato il presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni – è un segnale di ascolto e attenzione ai territori e, via via, toccherà tutte le aree della regione, per promuovere un confronto specifico e sul campo con le realtà territoriali economiche e sociali, ricevendo stimoli, suggerimenti e proposte, stringendo così collaborazioni che possano rendere le politiche camerali sempre più efficaci e vicine alle esigenze reali delle imprese”.

Il report sull’economia dello Spoletino

I risultati del report sono stati illustrati dal segretario generale della Camera di Commercio dell’Umbria, Federico Sisti.

Dalle forze economiche e professionali, analizzando i dati del report, sono giunte valutazioni e sottolineature importanti, come il fatto che le aziende del comprensorio hanno subito, più che l’Italia e l’Umbria, l’impatto dell’aumento dei tassi di interesse, con un aumento degli esborsi dovuti alle banche, fatto 100 il dato 2019, di 296,2 nel 2023, contro 212,6 della media nazionale e 222,9 dell’Umbria. Solo per quanto riguarda le società di capitali (quindi S.p.A., S.r.l., cooperative, società in accomandita per azioni), nel comprensorio spoletino un’azienda è passata a pagare alle banche, in media, da 18mila 039 euro annui nel 2019 a 53mila 431 euro nel 2023. Il dibattito, su questo punto, si è incentrato sul perché di tutto ciò è la risposta è stata che, in parte, deriva dal fatto che, mediamente, le aziende spoletine di capitali hanno registrato un incremento degli investimenti più forte (pur restando sotto in valori assoluti) rispetto a quelle italiane e umbre, e in parte dal fatto che, probabilmente, le imprese dello Spoletino hanno un rating mediamente peggiore e quindi pagano interessi più elevati.

Altro tema sollevato dalle categorie economiche e professionali è quello della demografia, con lo Spoletino che, in tema di dinamismo demografico (variazione popolazione, struttura per età, movimento migratorio) sconta un gap negativo, con un indice di 50 rispetto a 56 dell’Umbria e 63 della media nazionale che pure, come noto, non brillano. Dal 2011 al 2023 lo Spoletino è sceso da 48mila 054 residenti a 45mila 274 (-5,8%), e così procedendo perderà ulteriori 5mila 107 abitanti al 2042, con -1.275 residenti nella fascia d’età 0-14 anni, -5mila 869 in quella 15-64 anni e un aumento della popolazione over 65 (+2027).

A ciò si aggiunge il fatto dell’emigrazione giovanile, che si è andata bia via accentuando e che completa il quadro di un comprensorio che invecchia e lo fa più rapidamente della media nazionale e di quella umbra.

Tra gli elementi positivi, lo Spoletino mostra un indice di disuguaglianza più basso sia rispetto al dato nazionale che a quello umbro, mentre sul turismo (l’industria turistica nel comprensorio conta 287 attività e 1.139 addetti), le valutazioni degli operatori presenti all’appuntamento di stamattina sono state positive, rilevando una crescita interessante negli ultimi anni e nonostante il fatto che lo Spoletino presenti un indice di presenze turistiche per abitanti pari a 7, inferiore sia al 7,5 dell’Umbria che all’8,2 del dato italiano.

Quanto ai dati più generali, le imprese attive del comprensorio sono nel 2023 4mila105, il 5,3% del totale regionale (erano 4mila 264 nel 2019) e gli addetti delle imprese attive 13mila 671, pari al 4,7% del totale regionale. Nel 2019 gli addetti delle imprese attive dello Spoletino erano 14mila 849 (il 5,3% del totale regionale).

Il report, oltre ai bilanci delle imprese di tutti i settori, contiene anche un focus specifico su quelli della filiera dell’olio, dal quale lo Spoletino emerge a tutta forza; basti pensare che, in media, il valore della produzione di un’impresa della filiera dell’olio nello Spoletino è 5,4 volte superiore alla media umbra e 7,2 volte più alto della media italiana. Vantaggio ancora più accentuato per quanto riguarda il valore aggiunto per impresa della filiera olio.

Morte sul lavoro, operaio schiacciato da pannelli fotovoltaici

Incidente mortale sul lavoro a Spoleto. Un operaio di 60 anni, foggiano, dipendente di una ditta campana, è deceduto nella zona di Poreta, schiacciato da alcuni pannelli fotovoltaici che dovevano essere scaricati per l’installazione.

L’uomo è morto sul colpo, inutile l’intervento del personale del 118. Il corpo è stato recuperato dai vigili del fuoco.

Sul posto, per i rilievi, sono intervenuti i carabinieri e il personale della Asl. La salma e il cantiere sono stati posti sotto sequestro dalla Procura della Repubblica di Spoleto.

I sindacati lanciano l’allarme per l’ennesimo incidente grave sul lavoro, con la 12esima vittima in Umbria dall’inizio dell’anno.

Il segretario umbro della Uil, Maurizio Molinari, chiama in causa le Istituzioni, che finora non hanno preso nella giusta considerazione gli appelli per lavorare concretamente sul versante della sicurezza.

Il segretario generale della Ugl, Paolo Capone, ricordando i due incidenti gravi che si sono verificati nella giornata di martedì a Spoleto e nel Pavese, chiede di “potenziare i controlli e rafforzare le misure di prevenzione, attraverso una maggiore formazione e la promozione di una cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro”, prevedendo per questo adeguate risorse.

Fiume di cocaina in Umbria, 7 misure cautelari tra Foligno e Spoleto

I carabinieri della Compagnia di Spoleto hanno dato esecuzione ad una ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale di Spoleto, su richiesta della locale Procura della Repubblica, diretta dal procuratore capo Claudio Cicchella, nei confronti di 7 indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di detenzione ai fini di spaccio e spaccio di sostanze stupefacenti continuata e in concorso.

L’operazione è scattata – alle prime luci dell’alba – oltre che nella provincia di Perugia anche in quelle di Fermo, Frosinone e Siena con il supporto di militari dei locali Comandi Provinciali, della componente aerea del 16º Nucleo Elicotteri Carabinieri di Rieti e del Nucleo Cinofili di Pesaro.

Le indagini, avviate nel mese di aprile dello scorso anno e protrattesi sino alla primavera del 2024, hanno consentito di identificare soggetti di origine albanese e italiana, di età compresa tra i 19 e i 44 anni, che alimentavano e gestivano alcune piazze di spaccio tra Spoleto e Foligno.

L’attività ha avuto il suo naturale sviluppo, a seguito del sequestro di 50 gr. di cocaina nei confronti di uno degli indagati nel corso di servizi a contrasto dello spaccio. A riscontro dell’assunto accusatorio nel mese di novembre 2023 è stato arrestato in flagranza di reato un giovane pusher albanese operante nell’hinterland spoletino, da cui scaturiva il sequestro di diverse dosi destinate allo spaccio e successivamente, nel mese di dicembre, è stato arrestato uno degli indagati, attualmente sottoposto al regime cautelare degli arresti domiciliari, per la detenzione di 100 grammi di cocaina destinati alla vendita al dettaglio con il successivo sequestro di circa 3.000 euro, ritenuto provento dell’attività di spaccio.
Tali attività di riscontro consentivano di porre le basi informative per l’avvio di un’indagine maggiormente articolata, direttamente condotta anche con l’ausilio di strumenti tecnici.

L’ipotesi accusatoria, suffragata da captazioni telefoniche ed ambientali, ha trovato degli importanti sviluppi investigativi negli accertamenti condotti dai carabinieri, con riscontri acquisiti durante i servizi preventivi effettuati sul territorio con specifiche attività di osservazione, controllo e pedinamento, nonché controlli su strada con il prezioso impiego degli equipaggi dell’Aliquota Radiomobile in perfetta sinergia con le pattuglie delle Stazioni carabinieri.

L’attività svolta dagli investigatori, che si concludeva nel mese di marzo 2024, ha permesso dunque di smantellare importanti “piazze” di spaccio a Spoleto e a Foligno. Gli indagati gestivano un’importante giro d’affari derivante dalla vendita dello stupefacente.

Chili di droga dalle Marche

In particolare gli albanesi dimoranti in Foligno, ora tutti in carcere, si approvvigionavano di alcuni chilogrammi di cocaina al mese tramite un canale di rifornimento che riconduceva al litorale marchigiano e che faceva riferimento ad un referente del posto, loro connazionale, anch’egli ora in carcere.
Oltre ai sequestri operati, sono stati monitorati numerosi trasporti di partite di cocaina da parte di alcuni degli indagati, ma anche molti episodi di detenzione e successiva cessione della droga, per più kg di sostanza stupefacente che immessa sul territorio avrebbe avuto un considerevole valore di mercato.
La cocaina, appena giunta a destinazione alla periferia del comune di Foligno, veniva interrata tra la boscaglia e da lì, di volta in volta, dagli stessi prelevata per essere sottoposta, in appartamenti adibiti a veri e propri laboratori, al taglio e confezionamento in dosi, che venivano poi distribuite in favore delle piazze di spaccio tra le vie del centro storico dei comuni di Spoleto e Foligno, luoghi alla ribalta della stampa per la movida, proprio mediante l’impiego di pusher, utilizzati anche come vettori, in grado di rifornire rapidamente i clienti al dettaglio.

Il blitz dei carabinieri

Nel corso delle indagini i militari hanno rinvenuto, occultato in agro boschivo, un involucro contenente circa 450 grammi di cocaina, nonché 500 grammi di marijuana sottoposti a sequestro, che venduti al dettaglio avrebbero fruttato circa 60.000 euro, riconducibile all’attività illecita posta in essere dagli indagati.

Il gip di Spoleto, considerata la gravità indiziaria in ordine ai reati ascritti, ricorrendo la sussistenza delle esigenze cautelari – tra le quali il pericolo di reiterazione dei reati – valutata la pericolosità sociale ha emesso per 4 indagati la misura della custodia in carcere, per 2 l’obbligo di dimora nel comune di residenza con obbligo di permanenza in casa durante le ore notturne e per 1 il divieto di dimora nella regione Umbria.

Contestualmente agli arresti, sono state eseguite perquisizioni domiciliari, veicolari e presso n. 2 esercizi commerciali che hanno consentito di rinvenire e sequestrare diverse dosi di stupefacente, bilancini e materiale per il confezionamento, nonché circa 40.000 euro in contanti, somma ritenuta verosimilmente provento dell’attività illecita.

L’attività illecita investigata, sulla base delle riscontrate prassi operative messe in atto e tenuto conto del volume d’affari, era in via di espansione: specificatamente tale entità autonoma, costituita dalla prevalente presenza di soggetti di origine albanese – di sicuro carisma criminale -, si trovava al punto di svolta e assestamento verso la creazione di un’organizzazione strutturata.

Il risultato conseguito costituisce l’esito della costante azione di prevenzione e repressione dei reati in materia di stupefacenti da parte dei militari dell’Arma, sotto la costante direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Spoleto.

Al via la riforma degli ospedali

Si passa alla fase attuativa per il terzo polo ospedaliero dell’Umbria che integrerà le strutture di Foligno e Spoleto.

Con relativi investimenti e cronoprogramma dei lavori. La Giunta regionale infatti ha deliberato oggi l’atto di riorganizzazione della rete ospedaliera regionale a seguito del parere positivo espresso dal ministero della Salute rispetto la proposta trasmessa dalla Direzione sanità umbra. Che riguarda, tra l’altro, la riorganizzazione degli ospedali e i relativi fabbisogni di posti letto, la nascita del terzo polo, gli ospedali di comunità e delle zone disagiate.
Parere ministeriale favorevole, dunque – riferisce Palazzo Donini -, alla nascita del terzo polo, integrando funzionalmente il presidio ospedaliero di Foligno (con anche la struttura di Trevi) e quello di Spoleto (con Norcia e Cascia), mettendo a sistema le strutture presenti e realizzando un Dea di primo livello (come le Aziende ospedaliere di Perugia e Terni) su due strutture fisiche integrate fra loro. Con Foligno maggiormente dedicato all’urgenza-emergenza e Spoleto all’attività programmata.

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I grandi numeri del Festival di Spoleto, oltre 26mila biglietti venduti

Organizzatori soddisfatti per la 66 esima edizione del Festival dei Due Mondi che si chiude con oltre 26 mila biglietti emessi e circa 675 mila euro di incasso.

La manifestazione si conclude questa sera con il tutto esaurito e 2.500 spettatori per il tradizionale concerto finale in piazza Duomo affidato all’Orchestra nazionale di Santa Cecilia e Antonio Pappano. Dei 58 titoli in cartellone per 203 rappresentazioni, più di due terzi hanno segnato il tutto esaurito e un grande successo – sottolineano gli organizzatori – hanno ottenuto anche gli spettacoli infrasettimanali: Max Cooper di mercoledì, e Alessandro Baricco, andato in scena di giovedì con piazza Duomo gremita, o il concerto di Cameron Carpenter alla Basilica di Santa Maria degli Angeli ad Assisi. Sold out anche le 110 sessioni di Le Bal de Paris che ha replicato il successo dell’anno scorso.

Dal Teatro Nuovo al Caio Melisso, da San Simone a Sant’Agata il Festival ha aperto le porte di 23 sedi ospitando spettacoli di danza, musica, teatro, opera e arte con una percentuale media di occupazione di oltre 90% dei posti disponibili e una media di oltre cinque spettacoli al giorno per 17 giorni di programmazione.
Sono 140.500 i pedoni che hanno utilizzato il servizio di mobilità alternativa dal 23 giugno al 9 luglio.
La 66/a edizione ha ospitato oltre 700 artisti di 32 compagnie (15 straniere e 17 italiane) e impiegato uno staff di 245 persone. Il calendario dei progetti collaterali ha presentato 15 fra tavole rotonde, convegni e talk di approfondimento a carattere scientifico e divulgativo, promossi dal Festival o dai partner, a cui hanno preso parte oltre 80 relatori e ospiti, e 14 fra mostre, istallazioni e open studios con gli artisti, tra questi quelli di Lonnie Holley, Silvia Costa, Mary Manning. Particolarmente apprezzati anche gli incontri del mattino con gli artisti, ospitati nell’esclusivo Giardino del Festival diventato luogo di incontro di pubblico e artisti a colazione o per un drink serale.

 

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La grande danza. Benjamin Millepied al Festival di Spoleto

Ha scelto il Festival di Spoleto Benjamin Millepied per il suo ritorno alla danza

Dopo il suo poetico ‘Romeo e Giulietta’ come coreografo, Millepied, stella del New York City Ballet, torna a ballare su un programma musicale eseguito al pianoforte dall’amico Alexandre Tharaud in uno spettacolo leggero, divertente e pieno di charme. La nuova creazione ‘Unstill Life’, in programma al Teatro Romano sabato 25 giugno 2023 alle 21.30, è il racconto di una amicizia d’arte fatta di gesti, di sorrisi, di contatto fisico e spirituale, tra ricongiungimenti e separazione, tra condivisione e individualità. Un solo diventa un duetto che scorre fluido tra le note di Rameau a Beethoven passando da Bach e Schubert, immagini in bianco e nero, dialoghi in sottofondo in cui i due artisti sembrano invertire i loro ruoli. Benjamin Millepied, sposato alla diva di Hollywood Nathalie Portman, ha la leggerezza e la fluidità dei più grandi ballerini, da Gene Kelly a Michael Baryshnikov, al quale dice di dovere la sua vocazione di ballerino, nata dopo aver visto ‘Le notti bianche’ di Luchino Visconti. Una riflessione sul tempo e sul ruolo dell’interprete, attraverso il corpo e attraverso le note, in cui tornano chiari gli elementi dei maestri, da Jerome Robbins a George Balanchine, in una atmosfera suggestiva intrisa di romantica ironia. Alexander Tharaud fa danzare le sue mani, ripreso in video da Millepied, che a sua volta sembra volteggiare nella musica in un continuo dialogo con il pianoforte, a cui torna ogni volta per ripartire. La coreografia esalta le sue qualità. Musicalità, velocità, dinamica e purezza di linee, con un pizzico di ironia, come quando segnala a Tharaud che non riesce più a tenere il passo. Le immagini in bianco e nero, a raccontare il loro incontro in stile Chaplin, le riprese video dal vivo, la genuina sincerità dei due protagonisti che tocca momenti di profonda tenerezza, fanno di questo spettacolo una sintesi della musicalità assoluta, in cui lo spettatore – citando proprio Balanchine – può vedere la musica e ascoltare la danza.

 

 

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Olivocoltura a rischio sugli Appennini

L’Accademia nazionale dell’olio impegnata a tutelare questa coltivazione tradizionale

Quale futuro per l’olivicoltura tradizionale delle colline appenniniche? È questo il tema al centro della tornata organizzata dall’Accademia nazionale dell’olivo e dell’olio che si terrà venerdì 9 giugno a Casoli, in provincia di Chieti. Con il patrocinio della Regione Abruzzo e del Comune di Casoli, gli esperti del settore si confronteranno per individuare un possibile percorso di rilancio e ammodernamento dell’olivicoltura tradizionale collinare della dorsale appenninica. Con 207mila ettari tra Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo e Molise che rappresentano il 21% del totale olivicolo nazionale in base ai dati del Censimento 2020, rischia infatti di divenire marginale dal punto di vista economico. Una giornata di studio e approfondimento grazie ad illustri ricercatori del Crea, l’ente di ricerca del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, e delle università di Teramo, Perugia, Molise e Gabriele d’Annunzio (Chieti-Pescara) e con la partecipazione del vicepresidente della giunta regionale e Assessore all’Agricoltura della Regione Abruzzo, Emanuele Imprudente. La sfida è quella di creare le condizioni per la diffusione sul territorio di modelli aziendali di successo, sfruttando le opportunità della presenza di abbondanti superfici olivicole e di un patrimonio di varietà tradizionali ad alto valore commerciale. L’olivicoltura delle colline appenniniche sconta, infatti, una forte frammentazione fondiaria e una rilevante assenza di irrigazione ma anche un elevato valore paesaggistico e ambientale nonché varietà autoctone che, con le giuste scelte, possono far sì di aumentare l’attuale bassa produttività affinché si scongiuri il rischio abbandono. Segnali incoraggianti vengono dalla riforma della Politica agricola Comune, con gli eco-schemi e l’architettura verde, dalla strategia ‘Farm to Fork’ con la spinta verso sistemi produttivi sostenibili e il Pnrr con misure di sostegno specifiche come quella per il rinnovamento dei frantoi oleari. Uno scenario su cui innescare un percorso virtuoso per una nuova e moderna imprenditorialità olivicolo-olearia che sappia cogliere le dinamiche di mercato, tra interesse per la qualità e la distintività delle produzioni, per garantire una maggiore redditività nella filiera e un futuro roseo per il comparto.

Dopo il commissariamento Ajello-Blandini e un anno di gestione targata Giampiero Bergami la Pop di Bari, dal 22 dicembre scorso, è nelle mani dell’amministratore delegato Cristiano Carrus (diplomato in perito del turismo già amministratore delegato e direttore generale di Veneto Banca, istituto in liquidazione coatta amministrativa). Con una perdita nel primo semestre di 101,1 milioni la stima di chiusura dell’anno si aggira sui 180 milioni. La banca ha bisogno subito di invertire la rotta: il rapporto “cost/income” nel primo semestre del 2021 era al 155% (più lavora più perde) e con il blocco degli incentivi all’esodo del personale tale rapporto scenderà a fine anno al 120-125%. C’è molta liquidità (che ha un costo), mentre gli impieghi non rendono quanto dovrebbero. E soprattutto è alquanto problematica la gestione dell’indice Npe (crediti deteriorati e sul totale di quelli erogati) e il “pericolo” di contenziosi con gli azionisti. Quindi il management ha studiato l’avvio di una sorta di bad division che dovrà monitorare il settore grazie anche all’assunzione di specialisti (ne sono stata annunciate 100 in tutto il gruppo Mcc). Saranno internalizzati i servizi di finanza agevolata e si punterà a ottimizzare il settore immobiliare attraverso vendite o fitti 8nel mirino ci sono i palazzi di piazza Massari e via Melo a Bari, ma anche unità a Potenza e Teramo). Un’altra mossa riguarda i servizi di liquidità di tesoreria che passeranno alla capogruppo. Non ci saranno licenziamenti e non saranno chiuse filiali.

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L’olivicoltura umbra verso produzioni record

La produzione olivicola umbra nella campagna 2022/2023 ha fatto registrare un incremento del 27%, passando da 3.178 a 4mila tonnellate

Si tratta di un dato importante, ma comunque ancora inferiore di un quarto rispetto alla media 2018/2021 di 5.096 tonnellate. Emerge da un focus sulla regione di un’indagine nazionale della Camera di commercio dell’Umbria.
Va ricordato che in Umbria – spiega l’ente camerale, secondo elaborazioni Coldiretti, si trovano quasi 7,5 milioni di piante di olivo che coprono circa 30mila ettari. La Dop dell’olio extravergine di oliva Umbria, istituita nel 1997, è estesa all’intero territorio regionale, che è stato suddiviso in cinque sottozone (Colli Assisi-Spoleto, Colli Martani, Colli del Trasimeno, Colli Amerini e Colli Orvietani). Altro snodo essenziale della qualità dell’olio umbro, è il numero dei frantoi: circa 200, che, con una presenza così capillare sul territorio, permettono la frangitura immediata delle olive, senza che queste si deteriorino per una presenza troppo lunga in magazzino prima della lavorazione.
Ottima la qualità della campagna olivaria umbra 2022/2023, basti dire che nonostante la stagione caratterizzata da siccità e caldo, grazie alle provvidenziali piogge di fine agosto la produzione Dop in Umbria ha fatto registrare un incremento sul 2021. La campagna olearia 2022 della Dop Umbria è stata infatti caratterizzata da un forte consolidamento e miglioramento rispetto alla precedente.
Per quanto riguarda le caratteristiche chimico-fisiche e organolettiche si riscontra un miglioramento rispetto all’anno precedente per la parte chimica, oltre ad uno splendido equilibrio delle caratteristiche organolettiche in termini di fruttato, amaro e piccante. In definitiva è ragionevole affermare che queste peculiarità rappresentano un elemento di grande attrattiva per il mercato, mercato che sottolinea un grande interesse per “l’oro verde” rappresentato dalla Dop Umbria.

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Nasce Spoleto Link, servizio treno e bus

Si potrà arrivare in treno a Spoleto e raggiungere in autobus le porte del centro storico per poi, attraverso il percorso meccanizzato sotterraneo approdare ai principali punti di interesse

È stato presentato a Spoleto il nuovo servizio combinato treno+bus Spoleto Link, che subito sarà operativo, grazie al quale si potrà arrivare in treno a Spoleto e raggiungere in autobus le porte del centro storico per poi, attraverso il percorso meccanizzato sotterraneo approdare ai principali punti di interesse, come il Duomo e il Teatro Romano, la Rocca albornoziana e il Ponte alle Torri. Alla presentazione hanno preso parte l`assessore alle Infrastrutture e Trasporti della Regione Umbria, Enrico Melasecche, il direttore Business regionale di Trenitalia Sabrina De Filippis, il direttore operativo di Busitalia Alessio Cinfrignini, il sindaco di Spoleto Andrea Sisti. Presente anche Amelia Italiano, direttore regionale Umbria di Trenitalia. “È con grande piacere che saluto l`attivazione di questo nuovo servizio, che si inserisce in un ampio quadro di progetti importanti per la città, frutto dello sforzo enorme e del lavoro continuo che stiamo facendo per potenziare e migliorare la qualità dei servizi offerti agli umbri e ai visitatori”, ha detto Melasecche. “Spoleto è uno dei gangli essenziali del nuovo Piano regionale dei Trasporti ormai prossimo alla sua definizione. Insieme al sindaco, a Trenitalia, Busitalia e Rfi stiamo discutendo di numerosi progetti che stavano stagnando e che vogliamo velocizzare e portare a termine. Tra questi la tratta Spoleto-Campello sulla linea ferroviaria Roma-Ancona, una linea fondamentale per tutto il Paese, così come il raddoppio dell`intera tratta fra Terni e Spoleto, poiché è inaccettabile che ancora si viaggi a binario unico, e per la quale abbiamo ottenuto la revisione progettuale”, ha aggiunto. Sul fronte dei collegamenti viari, l`assessore ha ricordato che “entro pochi mesi partiranno i lavori della Tre Valli nel tratto Baiano-Firenzuola e si sta completando la progettazione definitiva dell`ultimo tratto, fra Firenzuola ed Acquasparta”. L`assessore Melasecche ha tenuto a ringraziare sentitamente Trenitalia “per la fondamentale collaborazione”, ricordando inoltre che assumerà a breve la denominazione di Umbria Airlink, invece di Perugia Airlink, il servizio di collegamento dell`aeroporto internazionale dell`Umbria “San Francesco d`Assisi” con la rete dei servizi ferroviari di interesse regionale e nazionale, tramite bus navetta dedicati. “Un servizio – ha rilevato – per migliorare ulteriormente i collegamenti con il nostro aeroporto, che sta ottenendo risultati straordinari e si appresta a vivere una stagione contrassegnata da un notevole incremento di voli, con una maggiore capacità attrattiva per i turisti verso la nostra regione e tutte le sue città. E quale grande attrattore fungerà sicuramente ancora di più anche il percorso ciclopedonale della ex Spoleto-Norcia, per il cui completamento abbiamo fatto notevoli investimenti”.

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I veri conti della sanità umbra

Un buco da 250 milioni, un deficit annuo da 50 milioni causato dal covid, spesa farmaceutica fuori controllo e Terni con l’ospedale più vecchio dell’Italia centrale

“Vanno sfatati molti falsi miti sulla solidità del sistema sanitario umbro e bisogna ricordare da dove siamo partiti”: lo ha detto la presidente della Regione, Donatella Tesei, durante un’audizione, con Coletto e D’Angelo, in terza commissione dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, presieduta da Eleonora Pace, sulla “situazione della sanità nell’Umbria”. Un incontro scaturito da una lettera del 9 gennaio, a firma dei consiglieri di minoranza, che chiedeva un confronto con l’Esecutivo di palazzo Donini per fare chiarezza sui conti della sanità regionale e sui livelli dei servizi forniti ai cittadini.

Illustrando la richiesta, Tommaso Bori (Pd) – riferisce un comunicato della Regione – ha spiegato, a nome dei firmatari, che “durante l’emergenza c’è stato un forte aumento dei fondi nazionali stanziati. Nonostante questa enorme mole di risorse l’Umbria si trova in una posizione non paragonabile alle altre Regioni, con 250 milioni di buco di bilancio stimati. Si registra un continuo turn-over della dirigenza sanitaria, con cadenza annuale o semestrale. C’è una mobilità passiva passata da un 2012 con una forte attrattività ad un 2021 che ha fatto registrare un debito milionario legato ai pazienti che si spostano fuori regione. La spesa farmaceutica è fuori controllo a causa del continuo cambio della dirigenza, che ha fatto mancare un vero controllo della spesa. In Umbria non sono state fatte assunzioni e non è stato potenziato l’organico: si è fatto ricorso a professionisti esterni, questo ha creato una spesa enorme per i medici a gettone. Ci sono professionisti che sono stati pagati 80 euro l’ora senza limite di orario, arrivando a guadagnare 25 mila euro in un mese. La Corte dei conti ha sempre parificato i bilanci della sanità, il suo primo richiamo è arrivato con questa amministrazione. Il depotenziamento della sanità pubblica sembra voler favorire sanità privata e assicurazioni”.

La presidente della Regione Donatella Tesei ha osservato che “bisogna ricordare da dove siamo partiti, con molti problemi ereditati dalle Giunte precedenti. Ho ereditato una sanità annichilita da Sanitopoli, dalla quale i migliori professionisti fuggivano. Abbiamo ereditato, prima del covid, infinite liste di attesa. Terni ha l’ospedale più vecchio del centro Italia. Dei 17 ospedali, alcuni erano inutilizzabili ed altri non utilizzati. C’erano certificati di sicurezza scaduti. Un disavanzo strutturale pauroso. Una mobilità con un pesante saldo passivo e una spesa farmaceutica fuori controllo. Non ho voluto iniziare il lavoro elencando problemi e scandali della sanità.

Speravo che questo fosse capito da tutte le forze politiche. Avremmo potuto costruire insieme un cambiamento nella sanità regionale”. “Abbiamo reagito al covid – ha sottolineato Tesei – tra mille difficoltà, con continue polemiche da parte delle opposizioni. I report nazionali ci dicono che siamo stati tra i migliori a gestire covid e vaccini. Il covid è sparito per decreto ma abbiamo ancora 200 ricoverati negli ospedali. Con le spese annesse. Il necessario processo di riforma è potuto iniziare da soli otto mesi”. “Sul bilancio della sanità regionale – ha sottolineato ancora Tesei – ha pesato l’inflazione quasi al 10% e l’aumento delle spese per l’energia. Ospedali, strutture sanitarie e uffici hanno subito questi rincari. Per mantenere una sanità pubblica e universale servono fondi nazionali, altrimenti chi ha più sanità pubblica ha più disavanzo. Cinque miliardi è la somma che manca alle sanità regionali per chiudere in equilibrio i bilanci. E questa è la somma richiesta dalla Conferenza delle Regioni.
Questa la somma che il presidente Bonaccini ha richiesto per le Regioni”.

Per la presidente, “vanno sfatati molti falsi miti sulla solidità del sistema sanitario umbro. La spesa è cresciuta quattro volte più dei fondi disponibili. Una spesa fuori controllo che cresce più della media nazionale. Nel 2017 il disallineamento era di 32 milioni, compreso il payback. Nel 2018 è arrivato a 60. Nel 2019 a 65 milioni. Oggi, il Ministero ci chiede di scorporare il payback. Questi disavanzi strutturali vengono sempre chiusi per portare a pareggio il bilancio. Questo indebolisce i conti e non crea riserve. Dal 2015 al 2019 la spesa farmaceutica per acquisti diretti è aumentata di 50 milioni, senza alcun tentativo di razionalizzarla. Il saldo di mobilità crolla da +25 milioni nel 2017 a – 4 milioni nel 2019. L’inversione di tendenza è avvenuta nel 2017, anche se si manifesta nel 2018-19”.

“Sul personale – ha spiegato Tesei – Agenas ci dice che abbiamo 2,35 medici ogni mille abitanti e 5,66 infermieri ogni mille abitanti: dati massimi a livello nazionale. Visto che però sembrano pochi, si rende necessaria una loro nuova redistribuzione per coprire le esigenze. Il costo degli amministrativi è del 20% della spesa totale: si tratta di un sovrannumero che toglie risorse per il resto del personale. Il covid ha impedito la riforma strutturale del sistema. Restano 50 milioni di euro all’anno da recuperare. Serve un percorso di efficientamento e ricostruzione. Per fare tutto questo ci vuole tempo. Per più di due anni abbiamo gestito esclusivamente il covid, pur andando avanti con vari progetti. L’aumento dei costi energia e dei costi Covid hanno gravato per 100 milioni sul bilancio regionale, che i fondi nazionali non coprono. Lo ho segnalato ad agosto 2022 ai ministri del periodo. Ed ora lo ho segnalato ai nuovi ministri in carica. Tutte le Regioni hanno segnalato questi problemi e una situazione esplosiva. I bilanci consuntivi sul 2022 non sono ancora stati ultimati, come da prassi lo saranno tra qualche mese. Gli incrementi di spesa si sommano ai disavanzi strutturali e peseranno anche sul 2023.
Queste situazioni e la loro genesi non possono essere negate ma devono essere affrontate”.

Luca Coletto (Assessore alla sanità), ha affermato che “lo sforamento per la spesa farmaceutica c’era già nel 2017 ed è andato aumentando negli anni successivi. Abbiamo fatto una delibera per ricondurre le prescrizioni all’appropriatezza, che prima non c’è stata. Grazie a quella delibera stiamo rientrando. I pazienti hanno la necessità di essere curati nella maniera più corretta possibile. Siamo stati giudicati una delle migliori Regioni per la gestione del Covid, pur in assenza di un piano per la gestione della pandemia. I fondi integrativi che esulano dal fondo sanitario vanno definiti e controllati. Altrimenti la sanità torna nelle mani delle mutue, che hanno creato un enorme debito legato a prestazioni non appropriate. E che creavano differenze sociali nelle cure. Tutte le Regioni hanno dovuto sopportare costi aggiuntivi per la gestione del Covid, che non è finita con il decreto del ministro il 31 marzo 2022. La mobilità ha avuto una inversione di tendenza nel 2015, che è stata registrata nel 2017. La programmazione manca da più di 10 anni. Un altro problema c’è stato con il payback, un ulteriore aggravio per le Regioni che hanno sfondato i tetti di spesa. Molte Regioni hanno subito gli sbilanci. In passato i bilanci sono stati chiusi in attivo ma la spesa è sempre stata maggiore del fondo disponibile. Stiamo dando una identità chiara ai piccoli ospedali, cercando professionisti che facciano mobilità attiva e che se ne sono andati a causa di mancanza di visione e di prospettiva. Da oltre un anno stiamo trattando con il ministero circa i 5 miliardi che mancano alla sanità. È necessario un intervento nazionale. I dati Agenas dicono che abbiamo il maggior numero di medici ogni mille abitanti in Italia. Mancano medici perché è mancata la programmazione e in passato non sono stati fatti i necessari concorsi”. Massimo D’Angelo (direttore regionale Salute e Welfare) – conclude la nota – ha sottolineato che “il disavanzo è legato al mancato finanziamento del fondo nazionale mentre aumentava il costo delle prestazioni. Durante il Covid abbiamo sospeso prestazioni sanitarie e questo ha impattato su molte patologie croniche che si sono riacutizzate. Ci sono molti pazienti anziani ricoverati per Covid, che si somma ad altre patologie, con una spesa per strutture e personale molto importante. Sulla spesa farmaceutica si registra un trend in miglioramento, legato all’appropriatezza”.

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