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Tag: Perugia

Un 2023 da incorniciare per l’aeroporto dell’Umbria

Lo scalo perugino ha chiuso l’anno appena trascorso con oltre mezzo milione di passeggeri.

E’stato un anno “da record” il 2023 dell’aeroporto internazionale dell’Umbria – Perugia “San Francesco d’Assisi”. Con i 22.003 passeggeri registrati a dicembre (+43% sul 2019 e +27% sul 2022), il dato finale di traffico per i 12 mesi ha raggiunto infatti i 532.474 transiti, pari ad una crescita del +143% sul 2019 e del +44% rispetto al 2022 (quando furono 369.222). “Un risultato atteso, visti i numerosi record registrati nel corso di tutto l’anno, ma assolutamente impensabile fino a pochi anni fa, quando il traffico medio si attestava sui 220 mila passeggeri annui” sottolinea la Sase, la società di gestione dello scalo. “Grazie ad una programmazione che ha visto operative 16 rotte, con fino ad oltre 100 voli di linea settimanali, l’aeroporto dell’Umbria – prosegue la sua nota – ha confermato il suo trend di crescita registrando incrementi di traffico in ogni mese dell’anno e stabilendo i nuovi record mensili ininterrottamente da gennaio a dicembre”.
Il San Francesco sottolinea quindi che agosto ha segnato un “punto culminante”, con il nuovo record storico mensile (71.214 passeggeri transitati, +28% sul precedente di agosto 2022) ed il nuovo giornaliero (3.352).
La chiusura annuale ad oltre 530 mila passeggeri consente al “San Francesco d’Assisi” di scalare nuovamente posizioni nella classifica dei 42 aeroporti italiani, raggiungendo la ventesima posizione grazie al sorpasso su Ancona. A chiusura del terzo trimestre, l’aeroporto dell’Umbria è stato collocato al secondo posto in Europa per crescita – tra gli scali sotto i cinque milioni di passeggeri – con un +194% sul 2019. Per quanto riguarda il dettaglio dei dati, il 66% dei passeggeri è stato registrato su voli internazionali, il 33% su voli nazionali e l’1% su voli di aviazione generale e charter. I movimenti aerei nell’arco dell’intero anno sono stati 6.170 (+12%), di cui 3.554 generati da voli di linea e 2.616 da quelli di aviazione generale. L’aeroporto ha sottolineato, inoltre, come nel biennio 2022-’23 lo scalo – grazie agli oltre 900mila passeggeri transitati – abbia generato un traffico pari a quello registrato nei cinque anni precedenti (periodo 2017-2021). Per quanto riguarda la puntualità dei voli, nel periodo gennaio – dicembre lo scalo ha assistito oltre 1.700 voli partenti, con un “on-time performance” da parte delle compagnie del 54% entro i 15 minuti e del 73% sopra ai 15 minuti. Sase ha ottenuto invece un indice di puntualità del 98,6%. Le rilevazioni riguardanti la qualità dei servizi evidenziano un apprezzamento medio superiore al 90% da parte degli utenti del terminal aeroportuale. “Siamo estremamente orgogliosi di annunciare questi straordinari risultati per il 2023, che ha visto il nostro aeroporto eccellere sia per quanto riguarda l’incremento del traffico sia per ciò che concerne la qualità del servizio erogato a compagnie e passeggeri” ha commentato Umberto Solimeno, direttore generale dell’aeroporto dell’Umbria. “Vogliamo esprimere la nostra profonda gratitudine a soci e finanziatori – aggiunge -, alle maestranze, a tutti gli enti che operano in sinergia con Sase, alle compagnie aeree, ai passeggeri e a tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile questo incredibile successo. Guardiamo con entusiasmo al futuro, impegnandoci a continuare a fornire servizi di alta qualità e a sostenere lo sviluppo economico del territorio”.

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Gepafin è entrata nel capitale sociale di Destinazione cioccolato srl

L’operazione è stata resa possibile grazie a Umbria Innova, il raggruppamento temporaneo d’impresa costituito da Gepafin e Artigiancassa

“Ho creduto da sempre nel progetto – ha dichiarato la presidente della Regione Donatella Tesei – perché ritengo questo uno degli elementi che contraddistinguono l’Umbria, con un forte potere promozionale e attrattivo.
Sono felice che l’iniziativa sia stata considerata meritevole dell’attenzione e del sostegno regionale, attraverso la nostra partecipata Gepafin, con una operazione di supporto che è in linea con le nostre politiche a favore di start up e concreti progetti di sviluppo”. L’operazione è stata resa possibile grazie a Umbria Innova, il raggruppamento temporaneo d’impresa costituito da Gepafin e Artigiancassa per la gestione degli interventi agevolativi a sostegno della competitività delle piccole e medie imprese operanti nella regionea. “La presenza di Gepafin – ha detto Carmelo Campagna, presidente di Gepafin – a seguito di approfondita istruttoria, conclude le attività di intervento finanziario della Programmazione 2014-2020. Un’iniziativa imprenditoriale significativa che punta a valorizzare alcuni elementi distintivi della nostra regione, che ha meritato pienamente il supporto della finanziaria regionale”. “L’intervento di Gepafin – ha sottolineato Vasco Gargaglia, presidente di Destinazione cioccolato Srl S.B. – valorizza il nostro progetto imprenditoriale rendendolo ancora più credibile e capace di stimolare l’interesse di altri investitori, imprese e singoli cittadini che, come già comunicato fin dall’avvio del nostro percorso, potranno rendersi protagonisti assieme ai soci fondatori non appena verrà firmata la convenzione con il Comune di Perugia”.

Dopo il commissariamento Ajello-Blandini e un anno di gestione targata Giampiero Bergami la Pop di Bari, dal 22 dicembre scorso, è nelle mani dell’amministratore delegato Cristiano Carrus (diplomato in perito del turismo già amministratore delegato e direttore generale di Veneto Banca, istituto in liquidazione coatta amministrativa). Con una perdita nel primo semestre di 101,1 milioni la stima di chiusura dell’anno si aggira sui 180 milioni. La banca ha bisogno subito di invertire la rotta: il rapporto “cost/income” nel primo semestre del 2021 era al 155% (più lavora più perde) e con il blocco degli incentivi all’esodo del personale tale rapporto scenderà a fine anno al 120-125%. C’è molta liquidità (che ha un costo), mentre gli impieghi non rendono quanto dovrebbero. E soprattutto è alquanto problematica la gestione dell’indice Npe (crediti deteriorati e sul totale di quelli erogati) e il “pericolo” di contenziosi con gli azionisti. Quindi il management ha studiato l’avvio di una sorta di bad division che dovrà monitorare il settore grazie anche all’assunzione di specialisti (ne sono stata annunciate 100 in tutto il gruppo Mcc). Saranno internalizzati i servizi di finanza agevolata e si punterà a ottimizzare il settore immobiliare attraverso vendite o fitti 8nel mirino ci sono i palazzi di piazza Massari e via Melo a Bari, ma anche unità a Potenza e Teramo). Un’altra mossa riguarda i servizi di liquidità di tesoreria che passeranno alla capogruppo. Non ci saranno licenziamenti e non saranno chiuse filiali.

 

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Nuovo ridimensionamento della rete scolastica. Senza tagli

Il nuovo assetto delle scuole umbre

La Giunta regionale su proposta dell’assessore all’Istruzione, Paola Agabiti, ha approvato l’atto relativo al dimensionamento della rete scolastica per l’anno 2024-2025. “Abbiamo raggiunto un primo risultato importante – ha detto Agabiti – condividendo il percorso con i territori, i Comuni, le Province, l’Ufficio scolastico regionale per l’Umbria e con un’interlocuzione costante con il Ministero dell’Istruzione, in particolare con il sottosegretario Paola Frassinetti, che ringraziamo per la grande attenzione dimostrata.

L’intervento deriva da una norma nazionale di riforma del sistema scolastico che fa capo ad una stringente indicazione europea nell’ambito delle misure del Pnrr.
Si tratta di una riorganizzazione amministrativa che non prevede la chiusura di istituti e plessi, ma solo la ridefinizione del numero dei dirigenti scolastici, superando l’istituto della reggenza e gli effetti che produce in termini di mancanza di adeguata pianificazione dell’offerta scolastica. Questo, per conformare le singole autonomie all’andamento anagrafico decrescente della popolazione studentesca che interessa anche l’Umbria, con un calo della popolazione studentesca (da 3 a 18 anni) che passerà, come emerge dai dati Istat, dagli attuali 115.024 alunni ai 107.929 del 2026. La soppressione della reggenza e il dimensionamento adeguato delle direzioni consentono così una programmazione qualificata ed efficace dell’offerta formativa all’interno delle singole istituzioni scolastiche, garantendo stabilità per il futuro, nonostante la progressiva diminuzione degli iscritti”.
“I processi vanno governati e non subiti – sottolinea l’assessore in una nota diffusa dalla Regione – e per questo occorre una costruttiva collaborazione istituzionale e una visione di prospettiva per rendere più efficace e efficiente il sistema nel suo complesso. I quattro accorpamenti operati sono proprio frutto di questi imprescindibili principi, richiamati pure dalla Corte costituzionale nell’ultima sentenza sulla legittimità della riforma, che ci hanno consentito di intervenire in linea con il D.L. approvato dal Governo, in una logica di condivisione con i territori nel raggiungimento graduale degli obiettivi triennali”.
Secondo Agabiti “le sterili e scomposte polemiche messe in campo strumentalmente da chi non ha mai dimostrato capacità di programmazione e attenzione al territorio erano rivolte invece solo ad alimentare tensioni e timori nelle comunità per accaparrare consenso, giungendo a paventare il rischio di chiusure di scuole che addirittura è in contrasto con le finalità della riforma e dell’intervento operato”. “Il lavoro svolto in questi mesi, infatti – aggiunge -, garantisce nelle quattro aree interessate continuità nella conservazione, rilancio e valorizzazione di tutte le scuole che raggiungono così in termini di iscritti una dimensione ottimale, rispetto agli andamenti della popolazione studentesca”.
Le scuole interessate sono il nuovo istituto comprensivo Todi-Massa Martana, derivante dall’Istituto comprensivo Massa Martana A. Ciuffelli, in reggenza, e dalla direzione didattica di Todi, proposta avanzata dalla Provincia di Perugia, a conclusione del percorso di partecipazione territoriale; l’istituto omnicomprensivo Orsini di Amelia, in reggenza – direzione didattica Orsini di Amelia, proposta avanzata dalla Provincia di Terni; l’istituto comprensivo Da Vinci di San Giustino in reggenza – sirezione didattica Bufalini di San Giustino, proposta ampiamente condivisa al Tavolo 112; il nuovo istituto comprensivo Assisi 1 e per ciechi, derivante dall’istituto comprensivo Assisi 1 e dall’istituto comprensivo per ciechi, in reggenza, proposta ampiamente condivisa al Tavolo 112. “Relativamente a questo istituto – ha spiegato Agabiti – abbiamo previsto di supportare il percorso anche attraverso un finanziamento regionale. La scelta attuale è stata supportata da varie considerazioni: prima tra tutte è che l’art. 1 del Decreto Ministeriale 22 agosto 1983 stabilisce il riconoscimento dell’istituto per ciechi pluriminorati di Assisi come istituto speciale sperimentale e che è necessario il mantenimento dell’autonomia funzionale di tale istituto, in considerazione delle specificità richieste al fine di garantire il diritto allo studio degli alunni con disabilità. Inoltre, l’Istituto è stato gestito negli ultimi anni in situazione di reggenza, situazione tuttora vigente, con le notevoli implicazioni di natura organizzativa che ciò comporta, e si ritiene fondamentale, al fine di assicurare una risposta corrispondente alle aspettative degli iscritti e delle rispettive famiglie, la garanzia della stabilità e della continuità dell’attività programmatica e gestionale della scuola. Era quindi necessario promuovere una maggiore strategia finalizzata alla partecipazione e al coinvolgimento di tutti gli studenti per garantire specifiche esigenze formative e didattiche, con l’obiettivo di valorizzare al meglio il potenziale di apprendimento degli interi gruppi classe, che riprenda in maniera sempre più convinta i quattro pilastri della didattica inclusiva con progettazione, collaborazione, efficacia e sviluppo di relazioni ed emozioni attraverso la costituzioni di classi non superiori alle quattro unità”.

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Al via la riforma degli ospedali

Si passa alla fase attuativa per il terzo polo ospedaliero dell’Umbria che integrerà le strutture di Foligno e Spoleto.

Con relativi investimenti e cronoprogramma dei lavori. La Giunta regionale infatti ha deliberato oggi l’atto di riorganizzazione della rete ospedaliera regionale a seguito del parere positivo espresso dal ministero della Salute rispetto la proposta trasmessa dalla Direzione sanità umbra. Che riguarda, tra l’altro, la riorganizzazione degli ospedali e i relativi fabbisogni di posti letto, la nascita del terzo polo, gli ospedali di comunità e delle zone disagiate.
Parere ministeriale favorevole, dunque – riferisce Palazzo Donini -, alla nascita del terzo polo, integrando funzionalmente il presidio ospedaliero di Foligno (con anche la struttura di Trevi) e quello di Spoleto (con Norcia e Cascia), mettendo a sistema le strutture presenti e realizzando un Dea di primo livello (come le Aziende ospedaliere di Perugia e Terni) su due strutture fisiche integrate fra loro. Con Foligno maggiormente dedicato all’urgenza-emergenza e Spoleto all’attività programmata.

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Melasecche:”Abbiamo rotto l’isolamento dell’Umbria”

L’assessore regionale ai trasporti illustra il lavoro fatto per avvicinare la regione all’Italia.

“Abbiamo rotto l’isolamento dell’Umbria”: lo ha affermato l’assessore ai trasporti e alle infrastrutture, Enrico Melasecche, intervenendo alla conferenza stampa di fine anno della Giunta regionale per tracciare un bilancio delle attività svolte e dare uno sguardo alle prospettive future.
Melasecche ha parlato prima di tutto dell’azione svolta con la “riorganizzazione dei servizi” visto che, ha detto, “abbiamo dato forza e fiducia a chi lavora e questo ha portato risultati notevoli”.
L’assessore ha ricordato, come “notevole traguardo ottenuto”, la stazione per l’alta velocità con la soluzione, ha commentato, “che noi in qualche modo proponevamo”. “Non possiamo certo dire che Davide ha vinto contro Golia – ha aggiunto – perché il presidente della Regione Toscana Giani è persona splendida e simpatica e proprio recentemente ha dichiarato che l’importante è che si faccia la stazione Medio Etruria. Abbiamo iniziato che c’era un trenino che da Perugia andava timidamente ad Arezzo. Quindi ora avanti tutta per Creti Valdichiana che consentirà 14 coppie di Frecciarossa che si fermano a mezz’ora da Perugia”.
Per la Ferrovia centrale umbra poi, l’assessore ha annunciato che la Regione ha ottenuto altri 100 milioni di euro chiesti al governo per completare la tratta Ponte San Giovanni-Terni entro il 2026: “Avremo treni elettrici con livrea bellissima e che attrarranno turisti”. Entro la fine dell’anno, inoltre, e “non è cosa di poco conto” per Melasecche, in dirittura arrivo c’è anche il progetto di raddoppio della Orte-Falconara, per la tratta da Soleto a Terni. Nei primi di febbraio in vista pure l’avvio del progetto della stazione per il collegamento tra Collestrada e l’aeroporto con metropolitana di superficie. Non poteva mancare l’aeroporto nel bilancio dell’assessore ai trasporti: “Partiamo dai 500 mila passeggeri raggiunti per arrivare al milione che è la prossima vetta che vogliamo toccare. L’ultimo collegamento con Orio al Serio è cosa importantissima e non banale”. Sull’aeroporto è intervenuta anche la presidente della Regione, Donatella Tesei: “Lo scalo di Perugia è stato per il turismo, ma non solo, una infrastruttura strategica e noi quindi crediamo ancora nel suo sviluppo. Noi stiamo guardando al suo futuro per rendere possibile ancora un incremento dei numeri. Messo a regime e a sistema, anche con la stazione di collegamento con Collestrada, il numero di un milione di passeggeri è alla nostra portata”. Tesei che ha inoltre evidenziato gli investimenti “importanti” effettuati più in generale in termini infrastrutturali: “Le infrastrutture non si inventano dall’oggi al domani. Prima non c’erano nemmeno i progetti mentre oggi, oltre a questi che sono strategici per far uscire la regione dall’isolamento, ci sono anche visione e finanziamenti”.

 

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Trenitalia subentrerà nella gestione di Fcu

A partire dal primo gennaio Trenitalia si occuperà dei servizi ferroviari di Ferrovia centrale umbra

La Giunta regionale dell’Umbria, su proposta dell’assessore alle Infrastrutture e Trasporti Enrico Melasecche, ha deciso di affidare a Trenitalia, dal 1 gennaio 2024 fino al 2032, la gestione dei servizi ferroviari sulla Fcu, finora affidata a Busitalia Sita nord. “Abbiamo lavorato e ci stiamo impegnando per costruire il futuro dell’Umbria attraverso il potenziamento e il rilancio complessivo dei suoi collegamenti su ferro e l’atto approvato oggi ne è una ulteriore tappa” ha sottolineato lo stesso Melasecche.

“A Trenitalia, che gestirà così la totalità dei servizi ferroviari nella nostra regione poiché già gestisce le linee nazionali, tramite contratto decennale che verrà sottoscritto dall’Agenzia unica regionale per la mobilità e il trasporto pubblico locale – ha aggiunto -, vengono affidati i servizi sulla dorsale Terni-Sansepolcro che sta per vivere finalmente una stagione d’oro: sarà completamente riaperta entro il 2026, velocizzata e modernizzata e vi circoleranno nove treni Minuetto ad alimentazione elettrica completamente rinnovati anche nella loro livrea, con impresse sulle fiancate le bellezze e il brand dell’Umbria, cuore verde d’Italia”. Con questa operazione, la Giunta regionale – è detti un suo comunicato – ha inoltre revisionato il piano economico finanziario del contratto con Trenitalia nel periodo 2023-2032. “Di grande importanza gli obiettivi che ci prefiggiamo nell’ambito del decennio – dice l’assessore -, a partire dall’introduzione del servizio tutto in modalità elettrica sulla Fcu, con l’impiego dei quattro Minuetto di proprietà della Regione dopo il revamping effettuato nelle Omcl di Foligno e di altri cinque acquisiti da altre Direzioni regionali.

 

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La Trafomec è passata ufficialmente nel controllo degli ex dipendenti

Si è finalmente conclusa la procedura di cessione della ex-Trafomec azienda metalmeccanica di Tavernelle, nel comune di Panicale, ora Trafocoop, ai 31 soci-dipendenti

Si è finalmente conclusa la procedura di cessione della ex-Trafomec azienda metalmeccanica di Tavernelle, nel comune di Panicale, ora Trafocoop, ai 31 soci-dipendenti: lo ha comunicato l’assessore allo Sviluppo economico della Regione, Michele Fioroni.
“Un traguardo – ha sottolineato Fioroni – che testimonia la bontà di alcune strumentazioni a disposizione per la risoluzione delle crisi d’impresa, l’importanza di un dialogo serio e costante con le parti sociali, ma anche e soprattutto la forza e il coraggio di tutti coloro che hanno creduto nel futuro di quella stessa azienda per cui hanno lavorato per tanti anni, facendola propria conferendo in essa la propria Naspi”. “Abbiamo cercato, come assessorato – ha spiegato – di accompagnare lo sforzo dei lavoratori con tutta la strumentazione a nostra disposizione, dando prova di come la collaborazione delle istituzioni possa contribuire, con un dialogo costruttivo, a superare momenti di crisi e al rilancio economico della nostra regione. La firma dell’atto di proprietà da parte dei 31 soci – ha commentato l’assessore Fioroni – è un momento di gioia e successo che sottolinea la resilienza e l’impegno di cui è capace il nostro territorio. Permettetemi infine, di esprimere una certa emozione al pensiero che, finalmente, i lavoratori e le loro famiglie intere, potranno passare serenamente le prossime festività, orgogliosi del risultato raggiunto grazie alla loro tenacia”.

 

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Dopo il commissariamento Ajello-Blandini e un anno di gestione targata Giampiero Bergami la Pop di Bari, dal 22 dicembre scorso, è nelle mani dell’amministratore delegato Cristiano Carrus (diplomato in perito del turismo già amministratore delegato e direttore generale di Veneto Banca, istituto in liquidazione coatta amministrativa). Con una perdita nel primo semestre di 101,1 milioni la stima di chiusura dell’anno si aggira sui 180 milioni. La banca ha bisogno subito di invertire la rotta: il rapporto “cost/income” nel primo semestre del 2021 era al 155% (più lavora più perde) e con il blocco degli incentivi all’esodo del personale tale rapporto scenderà a fine anno al 120-125%. C’è molta liquidità (che ha un costo), mentre gli impieghi non rendono quanto dovrebbero. E soprattutto è alquanto problematica la gestione dell’indice Npe (crediti deteriorati e sul totale di quelli erogati) e il “pericolo” di contenziosi con gli azionisti. Quindi il management ha studiato l’avvio di una sorta di bad division che dovrà monitorare il settore grazie anche all’assunzione di specialisti (ne sono stata annunciate 100 in tutto il gruppo Mcc). Saranno internalizzati i servizi di finanza agevolata e si punterà a ottimizzare il settore immobiliare attraverso vendite o fitti 8nel mirino ci sono i palazzi di piazza Massari e via Melo a Bari, ma anche unità a Potenza e Teramo). Un’altra mossa riguarda i servizi di liquidità di tesoreria che passeranno alla capogruppo. Non ci saranno licenziamenti e non saranno chiuse filiali.

 

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Confartigianato e Cna: “Senza proroga del Superbonus per i condomini a rischio chiusura per 25.000 cantieri”

Posti di lavoro e fatturati a rischio

Confartigianato Imprese Umbria e Cna Umbria esprimono forte preoccupazione per il fatto che la richiesta proroga della scadenza del Superbonus edilizio per i condomini fissata per domenica 31 dicembre non sia stata ancora disposta dal Governo. La travagliatissima vicenda del superbonus ha reso particolarmente difficile per le imprese condurre nei ristrettissimi tempi previsti il completamento dei cantieri, in un quadro di continua variazione delle norme, stretta creditizia, inflazione e scarsità di forniture.

Dei circa 25.000 cantieri a rischio a livello nazionale molte centinaia sono in Umbria. Il mancato buon fine di una parte rilevante di questi cantieri determinerebbe un impatto economico devastante sui condomini, sulle imprese, con la possibile chiusura di molte di esse, e sull’intera economia regionale umbra; le imprese e i privati non potrebbero sopportare per evidenti ragioni tecnico-economiche la riduzione del beneficio pubblico in caso di non rispetto del termine del 31/12.

Inoltre, senza un intervento governativo di proroga la pretesa di chiudere una misura nazionale di promozione del risparmio energetico di enormi dimensioni in tempi operativi non congrui potrebbe comportare il rischio di abbassare le condizioni di sicurezza del lavoro in edilizia. Occorre un intervento legislativo, di ridotto impatto sulle finanze pubbliche, ma assolutamente indispensabile per evitare forti contenziosi fra cittadini e imprese e pericolose ‘corse’ per terminare i lavori.

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Confartigianato e CNA hanno già proposto al Governo una proroga di almeno tre mesi, per i cantieri presso i condomini, condizionata alla realizzazione al 31 dicembre 2023 di almeno il 60% dell’intervento globale. “Auspichiamo – dicono – che il Governo al più presto intervenga con la proroga rispondendo positivamente a queste diffuse richieste delle imprese e dei privati cittadini”.

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Dopo il commissariamento Ajello-Blandini e un anno di gestione targata Giampiero Bergami la Pop di Bari, dal 22 dicembre scorso, è nelle mani dell’amministratore delegato Cristiano Carrus (diplomato in perito del turismo già amministratore delegato e direttore generale di Veneto Banca, istituto in liquidazione coatta amministrativa). Con una perdita nel primo semestre di 101,1 milioni la stima di chiusura dell’anno si aggira sui 180 milioni. La banca ha bisogno subito di invertire la rotta: il rapporto “cost/income” nel primo semestre del 2021 era al 155% (più lavora più perde) e con il blocco degli incentivi all’esodo del personale tale rapporto scenderà a fine anno al 120-125%. C’è molta liquidità (che ha un costo), mentre gli impieghi non rendono quanto dovrebbero. E soprattutto è alquanto problematica la gestione dell’indice Npe (crediti deteriorati e sul totale di quelli erogati) e il “pericolo” di contenziosi con gli azionisti. Quindi il management ha studiato l’avvio di una sorta di bad division che dovrà monitorare il settore grazie anche all’assunzione di specialisti (ne sono stata annunciate 100 in tutto il gruppo Mcc). Saranno internalizzati i servizi di finanza agevolata e si punterà a ottimizzare il settore immobiliare attraverso vendite o fitti 8nel mirino ci sono i palazzi di piazza Massari e via Melo a Bari, ma anche unità a Potenza e Teramo). Un’altra mossa riguarda i servizi di liquidità di tesoreria che passeranno alla capogruppo. Non ci saranno licenziamenti e non saranno chiuse filiali.

 

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Il centrodestra candida Margherita Scoccia a sindaco di Perugia

Totale unità della coalizione intorno al nome dell’assessore comunale

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Dopo il commissariamento Ajello-Blandini e un anno di gestione targata Giampiero Bergami la Pop di Bari, dal 22 dicembre scorso, è nelle mani dell’amministratore delegato Cristiano Carrus (diplomato in perito del turismo già amministratore delegato e direttore generale di Veneto Banca, istituto in liquidazione coatta amministrativa). Con una perdita nel primo semestre di 101,1 milioni la stima di chiusura dell’anno si aggira sui 180 milioni. La banca ha bisogno subito di invertire la rotta: il rapporto “cost/income” nel primo semestre del 2021 era al 155% (più lavora più perde) e con il blocco degli incentivi all’esodo del personale tale rapporto scenderà a fine anno al 120-125%. C’è molta liquidità (che ha un costo), mentre gli impieghi non rendono quanto dovrebbero. E soprattutto è alquanto problematica la gestione dell’indice Npe (crediti deteriorati e sul totale di quelli erogati) e il “pericolo” di contenziosi con gli azionisti. Quindi il management ha studiato l’avvio di una sorta di bad division che dovrà monitorare il settore grazie anche all’assunzione di specialisti (ne sono stata annunciate 100 in tutto il gruppo Mcc). Saranno internalizzati i servizi di finanza agevolata e si punterà a ottimizzare il settore immobiliare attraverso vendite o fitti 8nel mirino ci sono i palazzi di piazza Massari e via Melo a Bari, ma anche unità a Potenza e Teramo). Un’altra mossa riguarda i servizi di liquidità di tesoreria che passeranno alla capogruppo. Non ci saranno licenziamenti e non saranno chiuse filiali.

 

Margherita Scoccia è la candidata a Sindaco di Perugia indicata dalla coalizione di centrodestra e civici. “Una scelta condivisa da una ampia e larga coalizione composta da tutte le forze politiche di Centrodestra, Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, dai movimenti Civici di area, Perugia Civica e Civitas, oltre che da un ampio fronte civico che si sta costituendo, anche con l`inserimento di altre esperienze e realtà del territorio”, si legge in una nota conclusiva dell`incontro tenutosi oggi a Perugia dalla coalizione di centrodestra e civici. “La scelta di Margherita Scoccia è espressione di una politica in grado di parlare con concretezza a tutta la città, di andare oltre i confini di una coalizione già forte e strutturata ma per sua natura proiettata al confronto con chi vuole contribuire al bene della città, nello spirito che ha contraddistinto l`esperienza delle Amministrazioni Romizi”, aggiunge. “Donna seria e competente, dalle grandi qualità umane e professionali, attuale assessore all’urbanistica, Margherita ha saputo in questi anni dare continuità alla progettualità della prima consiliatura Romizi, consolidandone l’azione e l’incisività. La coalizione, al contempo, accanto alla scelta del candidato Sindaco, continua il lavoro sul programma elettorale per rinnovare l`azione amministrativa per i prossimi 10 anni, alla luce dei nuovi scenari sociali ed economici, nella continuità delle progettualità già messe in campo” prosegue. “Sapremo ancora dar voce alle necessità dei cittadini, i quali continueranno ad essere protagonisti anche di questa nuova stagione perugina. Nessun dubbio nell’individuazione di Margherita Scoccia quale anello di congiunzione e sintesi di un ‘centro destra aperto’ che ha saputo ridare vigore, energia ed ottimismo ad una città sepolta da inefficienze e dannose ruggini, e che dieci anni fa stentava a ripartire”, sottolinea. “Oggi è il momento di far tesoro di quella entusiasmante esperienza che ha saputo ricostruire i legami sociali e creato un nuovo rapporto di interlocuzione e fiducia tra Amministrazione comunale e cittadini. Ovviamente, nello spirito della coalizione del ‘buon senso’ che ha guidato Perugia in questi anni, la coalizione resta aperta alle migliori energie della città, che insieme a noi vogliano condividere un`altro pezzo di strada, per continuare a ridare a Perugia il posto che merita, all`altezza della sua prestigiosa e straordinaria storia”, conclude la nota.

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Parte a marzo la nuova rotta aerea Perugia-Bergamo.

Prenderà il via dal prossimo 25 marzo la nuova rotta aerea Perugia-Bergamo Orio al Serio: lo riferiscono Aeroitalia e Sase

Prenderà il via dal prossimo 25 marzo la nuova rotta aerea Perugia-Bergamo Orio al Serio: lo riferiscono, in una nota congiunta, Aeroitalia e Sase, la società di gestione dell’aeroporto internazionale dell’Umbria, dopo l’annuncio del nuovo collegamento aereo fatto dalla presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei.

I voli, operati con Boeing 737-800 da 189 posti, sono programmati ogni giorno con i seguenti orari: partenza da Perugia (Aeroporto internazionale dell’Umbria San Francesco d’Assisi) alle 07.15, arrivo a Milano Bergamo alle 08.05. Partenza da Perugia 08.30, arrivo a Milano Bergamo alle 09.20 (solo domenica).
Ritorno da Milano Bergamo 19.10, arrivo a Perugia alle 20.00. Ritorno da Milano Bergamo 20.30, arrivo a Perugia alle 21.20 (solo domenica). “Siamo entusiasti e fieri – ha commentato Gaetano Intrieri, amministratore delegato di Aeroitalia – di annunciare l’apertura di questa nuova rotta tra queste due affascinanti città del nostro paese. Con l’introduzione di questa destinazione, Aeroitalia si impegna a rafforzare le relazioni tra le due città e a contribuire allo sviluppo dell’industria del trasporto aereo in Italia. Siamo determinati a migliorare e ampliare costantemente il nostro network, al fine di soddisfare le esigenze dei nostri passeggeri e di offrire loro le migliori opportunità di viaggio”.
Per Umberto Solimeno, direttore generale dell’aeroporto dell’Umbria, “con Aeroitalia si apre un nuovo corso ed una nuova strategia per lo scalo umbro: di fatto per la prima volta un aereo della compagnia farà base nel nostro aeroporto, facendolo diventare scalo di partenza e non solo di corrispondenza. Questa operazione rappresenta un collegamento strategico con un’area che è cuore e fulcro economico dell’Italia. I nuovi voli permetteranno al nostro bacino di utenza di avere ottimi orari in partenza ed arrivo, agevolando una connessione diretta e veloce tra Umbria e Lombardia. Accogliamo questa importante novità con l’obiettivo di consolidare la relazione con Aeroitalia per un duraturo e profittevole rapporto con il nostro territorio ed aeroporto”. I biglietti già disponibili su www.aeroitalia.com

Dopo il commissariamento Ajello-Blandini e un anno di gestione targata Giampiero Bergami la Pop di Bari, dal 22 dicembre scorso, è nelle mani dell’amministratore delegato Cristiano Carrus (diplomato in perito del turismo già amministratore delegato e direttore generale di Veneto Banca, istituto in liquidazione coatta amministrativa). Con una perdita nel primo semestre di 101,1 milioni la stima di chiusura dell’anno si aggira sui 180 milioni. La banca ha bisogno subito di invertire la rotta: il rapporto “cost/income” nel primo semestre del 2021 era al 155% (più lavora più perde) e con il blocco degli incentivi all’esodo del personale tale rapporto scenderà a fine anno al 120-125%. C’è molta liquidità (che ha un costo), mentre gli impieghi non rendono quanto dovrebbero. E soprattutto è alquanto problematica la gestione dell’indice Npe (crediti deteriorati e sul totale di quelli erogati) e il “pericolo” di contenziosi con gli azionisti. Quindi il management ha studiato l’avvio di una sorta di bad division che dovrà monitorare il settore grazie anche all’assunzione di specialisti (ne sono stata annunciate 100 in tutto il gruppo Mcc). Saranno internalizzati i servizi di finanza agevolata e si punterà a ottimizzare il settore immobiliare attraverso vendite o fitti 8nel mirino ci sono i palazzi di piazza Massari e via Melo a Bari, ma anche unità a Potenza e Teramo). Un’altra mossa riguarda i servizi di liquidità di tesoreria che passeranno alla capogruppo. Non ci saranno licenziamenti e non saranno chiuse filiali.

 

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