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Boom del turismo umbro: nuove strategie per sfruttare il potenziale

Boom del turismo umbro: nuove strategie per sfruttare il potenziale

In dieci anni il turismo umbro è cresciuto a doppia cifra, superando i livelli pre-Covid

Secondo una ricerca presentata a Perugia, l’Umbria ha registrato un notevole incremento di arrivi e presenze tra il 2013 e il 2023, soprattutto negli ultimi tre anni. Il presidente regionale di CNA Turismo e Cultura, Michele Benemio attribuisce questo successo alle azioni di promozione del marchio Umbria e agli sforzi sull’aeroporto San Francesco di Assisi.

La responsabile regionale CNA Turismo e Cultura, Marina Gasparri, ha presentato i dati dell’indagine, evidenziando un turismo in crescita costante, con un aumento del 21% degli arrivi e del 19% delle presenze nell’ultimo decennio, superando la media nazionale. Tuttavia, il 65% delle presenze turistiche è ancora italiano, con il Lazio come principale fonte, mentre la Lombardia registra il maggior tasso di crescita.

L’analisi mostra anche un aumento del turismo internazionale, con gli Stati Uniti, la Germania e i Paesi Bassi come principali contributori, ma con una significativa crescita del turismo polacco. Gasparri sottolinea l’importanza di concentrare gli sforzi promozionali su questi mercati.

Sebbene Assisi e Perugia rimangano le città più visitate, i dati mostrano una crescita nei comprensori ternani, eccetto la Valnerina, ancora in ripresa dopo il sisma del 2016. L’aeroporto San Francesco di Assisi vanta una crescita straordinaria, con oltre 532mila passeggeri nel 2023, ma rimane un’ombra sulla permanenza media dei turisti, ferma a 2,3 giorni per gli italiani e 3,3 giorni per gli stranieri.

Nonostante i successi, il turismo umbro deve affrontare sfide come la destagionalizzazione e l’aumento della permanenza media dei visitatori. Il progetto “Umbria Artigianato Unico” potrebbe essere una chiave per mantenere e potenziare questa crescita.

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La Cassa di Risparmio di Orvieto segna un netto miglioramento nei risultati finanziari

La Cassa di Risparmio di Orvieto segna un netto miglioramento nei risultati finanziari

Crescita dell’utile netto nel primo trimestre del 2024 testimonia la solidità e l’efficienza gestionale

La Cassa di Risparmio di Orvieto ha annunciato i risultati del primo trimestre del 2024, confermando una solida performance finanziaria. L’istituto ha registrato un utile netto di 2,97 milioni di euro, in crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando aveva raggiunto i 2,71 milioni di euro.

Questo risultato è stato guidato da un aumento del margine di interesse, che ha raggiunto i 10,19 milioni di euro, rispetto agli 8,21 milioni di euro del primo trimestre del 2023. Tale incremento è stato principalmente attribuito al positivo andamento dei tassi di interesse e alla crescita degli impieghi.

Nello stesso periodo, si è osservata una riduzione dell’NPL ratio lordo e dell’NPL ratio netto, ora rispettivamente al 5,9% e al 2,3%, indicando un miglioramento nella gestione dei crediti deteriorati, ulteriormente supportato da un aumento del grado di copertura dei crediti deteriorati al 63,2%.

Gli impieghi netti a clientela sono cresciuti dello 0,5%, raggiungendo i 1.204,37 milioni di euro, mentre i crediti verso clientela in bonis netti sono aumentati dello 0,6%, arrivando a 1.177,08 milioni di euro. La raccolta totale da clientela è rimasta stabile a 1,65 miliardi di euro al 31 marzo 2024.

I coefficienti di solidità patrimoniale hanno mostrato un miglioramento significativo, con il CET1, il Tier1 e il Total capital ratio che hanno raggiunto il 14,66%, rispetto al 13,21% registrato alla fine del 2023, riflettendo una gestione prudente e efficace dei capitali.

Un risultato che ha lasciato entusiasta anche il direttore generale Maurizio Bernabé, che ha commentato positivamente i dati. Una trasformazione in banca pubblica che porta risultati tangibili e che implica il continuo impegno per mantenere la fiducia dei clienti da parte dell’istituto. 

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Imprese umbre secolari: oltre 40 iscritte al registro delle imprese storiche

Imprese umbre secolari: oltre 40 iscritte al registro delle imprese storiche

Imprese umbre secolari: oltre 40 iscritte al Registro delle imprese storiche

Entro il 30 settembre 2024, le imprese umbre che hanno celebrato il loro centenario nel 2023 avranno l’opportunità di iscriversi al Registro delle imprese storiche. L’iniziativa, istituita da Unioncamere nel 2011 in collaborazione con le Camere di commercio, mira a riconoscere e valorizzare la longevità delle aziende come testimonianza della loro resilienza nel fare impresa.

Le domande possono essere presentate tramite il sito ufficiale delle Camere di commercio entro le date indicate, mentre le imprese che compiranno 100 anni entro il 31 dicembre 2024 avranno tempo fino al 31 luglio 2025 per candidarsi.

Attualmente, sono 44 le imprese umbre iscritte al Registro, di cui 23 nel Ternano e 21 nel Perugino. Questo registro coinvolge aziende di qualsiasi forma giuridica e settore economico che dimostrano una continuità di attività nello stesso settore per almeno un secolo.

Tra le imprese centenarie, ci sono diverse eccellenze che hanno attraversato generazioni e cambiamenti storici, economici e tecnologici. Tra queste spiccano l’acciaio prodotto a Terni dal 1884, le calzature di qualità realizzate ad Ellera dal 1907 e il forno attivo dal 1851. Anche la farmacia di Gualdo Tadino ha superato il secolo di attività ed è attualmente l’unica iscritta al Registro nella sua categoria.

Altre imprese incluse nel Registro producono materassi, cotto fatto a mano a Castel Viscardo sin dal 1685 e la più antica di tutte, l’Azienda Agricola Conti Possenti, che produce olio extra vergine di oliva a Terni dal 1301.

Il presidente della Camera di commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni, sottolinea l’importanza di queste imprese storiche, che hanno saputo adattarsi costantemente alle esigenze del mercato attraverso investimenti coraggiosi e flessibilità. Le generazioni successive hanno ereditato un patrimonio di competenze e conoscenze inestimabile, che oggi è essenziale valorizzare.

Le imprese iscritte al Registro nazionale delle imprese storiche ricevono un attestato di iscrizione e possono fregiarsi dello speciale marchio “Impresa storica d’Italia”. Ad oggi, sono oltre 2.600 le imprese italiane documentate nel Registro, che vantano un’attività secolare.

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Prada rilancia il suo polo produttivo a Torgiano

Prada rilancia il suo polo produttivo a Torgiano

Dopo un importante intervento di ampliamento e riqualificazione, il gruppo apre le porte del centro dedicato alla maglieria

Prada ha inaugurato il suo ampliato e rinnovato polo dedicato alla progettazione e produzione di capi e semilavorati di maglieria a Torgiano, in provincia di Perugia. Questo intervento di ampliamento e riqualificazione, completato nel corso del 2023, segna una tappa significativa per il gruppo.

Il gruppo Prada si è insediato a Torgiano nei primi anni 2000, e da allora ha costantemente investito nella sua struttura nella zona. La riapertura delle porte del polo rappresenta un ulteriore impegno nell’espansione delle attività produttive e nel potenziamento delle infrastrutture della compagnia.

L’intervento di ampliamento non solo aumenta la capacità produttiva, ma anche migliora le condizioni di lavoro e l’efficienza complessiva del sito. Con questa iniziativa, Prada conferma il suo impegno nel territorio e l’importanza strategica di Torgiano per le sue operazioni nel settore della moda.

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Nuovi fondi per le imprese che puntano all’internazionalizzazione

Nuovi fondi per le imprese che puntano all’internazionalizzazione

Bando annunciato dall’assessore Fioroni per le fiere in Italia e all’estero: fino a 30.000 euro di contributo per gli stand.

L’assessore regionale Michele Fioroni ha annunciato su Instagram una novità importante per le imprese che puntano all’internazionalizzazione: la pubblicazione del bando della Regione per le fiere che si terranno sia in Italia che all’estero, dal primo maggio 2024 al 31 marzo 2025.

Secondo quanto dichiarato da Fioroni nel video, il bando prevede contributi economici significativi. Per le fiere in Italia, gli stand fino a 20 metri quadrati riceveranno un contributo di 20.000 euro, mentre quelli oltre i 20 metri quadrati otterranno 25.000 euro. Per le fiere internazionali, i contributi saranno più consistenti: 25.000 euro per gli stand fino a 20 metri quadrati e 30.000 euro per quelli superiori ai 20 metri quadrati.

Fioroni ha anche specificato che il periodo di rendicontazione è stato esteso da 30 a 60 giorni e che sono stati considerati i costi più elevati per le fiere all’estero, rispondendo così alle esigenze delle imprese.

La gestione della misura sarà affidata a Sviluppumbria per conto della Regione.

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Orvieto, la città che sta lentamente scomparendo

Il progressivo tracollo demografico porterà la città ad avere tra nove anni gli stessi abitanti di Umbertide. Persi 3626 abitanti dall’82 al 2024. L’analisi implacabile della ricercatrice dell’Aur Meri Ripalvella

Un lento e progressivo spegnimento. Una consunzione implacabile che avviene mese dopo mese  in una città incapace di elaborare un nuovo modello economico a distanza di ormai ventidue anni dalla fine dell’economia legata alla presenza dei miliari grazie al Car, il centro di incorporamento leva della ex caserma Piave.Un’emorragia di abitanti che porterà Orvieto ad avere solo 16 mila abitanti in poco meno di dieci anni.   Continua inarrestabile la discesa della città sul crinale sempre più inclinato e pericoloso della contrazione demografica. Un disastro a cui tutti assistono passivamente senza che nessuno, politici in primis, siano mai stati in grado di mettere in campo soluzioni in grado di invertire la tendenza. Secondo gli ultimi studi elaborati dalla ricercatrice Meri Ripalvella, dal 1982 al 2024, Orvieto ha perso la bellezza di 3626 residenti, ovvero l’intera popolazione di Fabro e Montegabbione messa insieme. Un catastrofe sociale che rappresenta la vera spada di Damocle che pende sulla testa della città e rappresenta una grande ipoteca sul suo futuro. Attualmente gli abitanti sono 19367, ma continuando con questa tendenza da qui al 2042 si perderanno altri 2837 residenti, pari ad un meno 14,6%.  Al cuore del problema non ci sono certamente le sole politiche urbanistiche, ma un problema legato alla mancanza di un modello economico che sia alternativo a quello attuale che non produce incrementi di posti di lavoro e quindi di residenti.   Intervenendo su questo scottante argomento nel corso di un incontro sui temi della residenzialità organizzato sabato pomeriggio dall’associazione Abitare Orvieto il sindaco Tardani ha aggiunto elementi statistici aggiornati.  “Dal 2019 al 2024, secondo i numeri dell’ufficio anagrafe del Comune, il saldo tra gli immigrati e gli emigrati è infatti positivo per più di 300 unità. La diminuzione della popolazione residente è dettata dalla differenza tra le nascite e le morti: negli ultimi cinque anni il saldo è stato negativo per 970 unità. Orvieto ha una popolazione tra le più anziane dell’Umbria, la denatalità è la principale causa dell’inverno demografico. E’ un problema che interessa l’intero Paese e non può essere che affrontato in maniera globale da precise politiche di governo che riguardano vari ambiti.” Orvieto in realtà rappresenta una anomalia particolare per quanto riguarda essenziali indicatori sociali e demografici. Il tasso di mortalità è del 13,9 % contro il 12,5% dell’Umbria e l’11% del dato nazionale.  Il tasso di natalità è invece del 4,8% contro il 5,6 dell’Umbria ed il 6,4 del dato nazionale.

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Liste di attesa: stanziati 11,5 Milioni per ridurle

Liste di attesa: 11,5 milioni per ridurle

Nuovo Piano regionale per ridurre liste di attesa: investimento di 11,5 milioni di euro

La Giunta regionale ha deciso di investire oltre 11,5 milioni di euro per un nuovo Piano ordinario di recupero e contenimento delle liste di attesa sanitarie. Questo piano segue il successo dell’iniziativa straordinaria dello scorso anno, che ha permesso di azzerare completamente le circa 80.000 prestazioni accumulate entro maggio 2023.

Attualmente, il numero di prestazioni in attesa si attesta intorno alle 55.000 unità, e la Giunta mira a ridurle ulteriormente e in modo strutturale attraverso il nuovo Piano.

In attesa di eventuali provvedimenti del governo nazionale sul tema, la Regione ha annunciato uno stanziamento di 7,3 milioni di euro per il recupero delle prestazioni. Di questi, 1,5 milioni andranno all’azienda ospedaliera di Perugia, altrettanti a quella di Terni, mentre le Usl 1 e 2 riceveranno ciascuna 2,151 milioni di euro.

A queste somme si aggiungono finanziamenti per prestazioni aggiuntive del personale medico e non medico del comparto sanitario pubblico, per un totale di oltre 11,5 milioni di euro.

Il cronoprogramma prevede un’ulteriore ricognizione delle prestazioni entro il 6 maggio, con l’obiettivo di pianificare il loro smaltimento entro il 13 maggio. Successivamente, il 14 maggio è prevista una riunione per la verifica del piano e per definire le tempistiche per il recupero delle prestazioni arretrate e la gestione delle nuove.

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Confartigianato apre sede a Spoleto: nuovo sostegno per le imprese locali

Confartigianato apre sede a Spoleto: nuovo sostegno per le imprese locali

Confartigianato inaugura sede nel centro commerciale “Il Ducato”: nuova spinta per le imprese di Spoleto-Valnerina

L’area Spoleto-Valnerina ha accolto con entusiasmo l’inaugurazione della nuova sede di Confartigianato nel prestigioso contesto del centro commerciale “Il Ducato”. L’evento, che si è svolto il 19 aprile alle 17:00, ha rappresentato un momento di grande rilevanza per il territorio, arricchito da un convegno incentrato sulla crescita delle micro e piccole imprese nell’area.

Tra i partecipanti di spicco e relatori dell’evento figuravano figure istituzionali di rilievo come l’assessore alla programmazione europea, bilancio e risorse umane e patrimoniali, Paola Agabiti, l’assessore alle infrastrutture, trasporti, opere pubbliche e politiche della casa Protezione Civile Umbria, Enrico Melasecche, oltre al sindaco del Comune di Spoleto, Andrea Sisti. Presenti anche il Presidente di Confartigianato Imprese Umbria, Mauro Franceschini, e il Segretario di Confartigianato Imprese Terni, Michele Medori. Il convegno è stato ulteriormente arricchito da esperti del settore come Bruno Panieri, direttore delle politiche economiche di Confartigianato Imprese, Giorgio Menichelli, segretario generale di Confartigianato Imprese per le province di Macerata, Ascoli Piceno e Fermo, ed il coordinatore di Confartigianato Imprese Terni Area Spoleto-Valnerina, Fabio Mattioli.

Confartigianato svolge un ruolo fondamentale nell’offrire supporto e servizi alle imprese, e la presenza di questa sede nel cuore di Spoleto offre un’opportunità concreta per la crescita economica e l’occupazione.

Il convegno ha affrontato tematiche cruciali per lo sviluppo imprenditoriale locale, tra cui l’accesso ai finanziamenti, la digitalizzazione e l’innovazione, e le politiche di sostegno all’imprenditoria e alla formazione professionale.

“Confartigianato è da sempre vicina alle imprese, soprattutto a quelle più piccole e artigiane, offrendo servizi e supporto per far fronte alle sfide del mercato”, ha sottolineato Mauro Franceschini, Presidente di Confartigianato Imprese Umbria. “La nuova sede qui a Spoleto è un punto di riferimento importante per tutti gli imprenditori del territorio, e siamo pronti a lavorare insieme per favorire la crescita e lo sviluppo delle nostre aziende”.

Si tratta di un passo concreto verso un futuro più prospero e sostenibile per l’intera comunità imprenditoriale dell’area Spoleto-Valnerina, in un momento in cui le piccole imprese sono alla ricerca di strumenti e opportunità per crescere e competere sul mercato.

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Nuovo contratto di servizio per il trasporto ferroviario umbro

Con un valore economico complessivo di 899,3 milioni di euro è stato rinnovato il contratto di servizio 2023-2032 fra Trenitalia e Regione Umbria, rappresentata dall’Agenzia Umbria Tpl e Mobilità.

Con un valore economico complessivo di 899,3 milioni di euro è stato rinnovato il contratto di servizio 2023-2032 fra Trenitalia (società capofila del polo passeggeri del Gruppo Fs) e Regione Umbria, rappresentata dall’Agenzia Umbria Tpl e Mobilità. Viene così ridisegnato, è stato spiegato nel corso dell’annuncio a Perugia, il futuro del trasporto ferroviario regionale. Ma non solo, visto che il contratto punta ad incrementare la qualità dei servizi destinati ai pendolari anche nell’ottica di una sempre maggiore integrazione dei servizi tra ferro e gomma. Una “tappa storica” che definisce per i prossimi dieci anni l’intera gestione del sistema ferroviario dell’Umbria, con investimenti rilevanti, rinnovo di gran parte del materiale rotabile, il rilancio dell’attrattività turistica e il miglioramento dei collegamenti di area vasta.

“Abbiamo concluso velocemente, cosa non scontata per una amministrazione pubblica, un contratto importante” ha affermato la presidente della Regione Donatella Tesei che poi ha aggiunto: “Grandi investimenti stanno interessando l’Umbria per migliorare i servizi e in questi anni ci siamo caratterizzati per essere molto pressanti, per accelerare su un settore in cui la nostra regione doveva recuperare terreno, e quindi ringrazio per l’ascolto Trenitalia con cui abbiamo lavorato insieme per arrivare a questo risultato”.

Anche per l’amministratore delegato e direttore generale di Trenitalia Luigi Corradi il contratto “è stato chiuso in tempi record” ma soprattutto “permette stabilità e di arrivare al 2032 cambiando la qualità del servizio”.
Tra i pilastri del contratto – è stato annunciato – ci sono il rinnovo dell’85% della flotta e l’ampliamento dell’affidamento ai servizi sulla rete regionale Terni – Sansepolcro (ex Ferrovia centrale umbra).
I miglioramenti attesi dalla gestione diretta da Trenitalia, su questa tratta, sono molteplici: maggior comfort di viaggio e sostenibilità ambientale con i Minuetto elettrici (quattro della Regione e cinque di Trenitalia) che saranno oggetto di restyling e revamping tecnologico, in sostituzione degli attuali mezzi diesel che hanno una vetustà di oltre 30 anni.

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L’Umbria spinge forte sul turismo lento

È interamente dedicato al turismo lento il progetto Cammini aperti ideato dalla Regione, capofila in Italia del turismo lento

L’ iniziativa, presentata a Milano nello stand della Regione, alla presenza della ministra del Turismo Daniela Santanchè, con Sviluppumbria in veste di soggetto attuatore, rientra nel grande progetto “Scopri l’Italia che non Sapevi” la strategia di promozione comune delle Regioni Italiane frutto di un accordo di programma tra il Ministero del Turismo e la Commissione Politiche per il Turismo della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, in collaborazione con Enit.

Un progetto quello di “Scopri l’Italia che non sapevi – si legge i una nota diffusa dall’ufficio stampa della Giunta regionale -, che vede il coinvolgimento in qualità di capofila delle Regioni Emilia-Romagna, Umbria, Marche e Abruzzo, ognuna per la valorizzazione di una tematica specifica (borghi, turismo lento, turismo attivo, natura e parchi). A queste si sono unite le Regioni partner ai quali sono stati affidati alcuni tematismi verticali. Regione Toscana, Friuli-Venezia Giulia e Campania si occupano così rispettivamente di enogastronomia, golf e percorsi e itinerari di turismo archeologico subacqueo. “Il turismo lento rappresenta un segmento in forte ascesa che favorisce anche la sostenibilità soprattutto in termini di destagionalizzazione, decongestione dei flussi e creazione di nuove opportunità di lavoro” ha detto Santanchè. “In più – ha aggiunto -, è un modo di viaggiare che ben si sposa con l’enogastronomia, fattore identitario noto in tutto il mondo e dal fortissimo potere di attrazione per i turisti italiani e stranieri. Ecco perché questi due progetti formano un connubio vincente e indissolubile nell’ottica di ampliare la strategia di comunicazione delle eccellenze dei nostri territori. Mettere a sistema i cammini come prodotto turistico, con loro specifiche identità e omogeneità, è una delle sfide che il governo si pone in ambito turistico. I cammini religiosi, poi, costituiscono un’occasione preziosa in vista del Giubileo 2025, che vedrà arrivare oltre 30 milioni di turisti nella sola capitale. Un appuntamento, questo, che non deve farci trovare impreparati.
Invece, dobbiamo lavorare insieme – Ministero, Regioni e gestori dei cammini – stabilendo una tabella di marcia di interventi in tema di percorribilità, segnaletica, servizi accessori e campagne di comunicazione mirate”.
All’ incontro che si è tenuto a Milano erano presenti la presidente della Regione Donatella Tesei, il coordinatore della Commissione Politiche per il Turismo della Conferenza delle Regioni, Daniele D’Amario, Francesco Tapinassi direttore di Toscana Promozione, Ivana Jelinic, presidente e Ceo di Enit.
Sono intervenuti la dirigente del Servizio Turismo della Regione Umbria, Antonella Tiranti, Gianluigi Bettin di Sviluppumbria.
“Cammini Aperti” si pone l’obiettivo di creare il più importante evento del turismo lento, promuovendo i valori dell’accessibilità. Le escursioni e le passeggiate saranno condotte da guide ambientali escursionistiche o accompagnatori di media montagna. L’iniziativa si terrà il 13 e 14 aprile con 42 escursioni, 2 per ogni Regione. “L’Umbria, grazie al fascino delle sue bellezze naturali, alla ricchezza culturale dei suoi territori e alle sue pregiate produzioni enogastronomiche, sta diventando sempre di più un forte attrattore turistico per l’intero Paese” ha sottolineato Tesei. “Dobbiamo imparare a promuovere l’Italia nella sua interezza – ha aggiunto – perché non avrebbe senso un progetto come quello dei Cammini se dedicato a un’unica regione. Bisogna fare squadra nell’ambito della quale ogni regione potrà proporre le proprie eccellenze in tutti i mesi dell’anno. In questo contesto l’Umbria può dare molto con le sue bellezze e i suoi borghi. Un progetto quello dei Cammini che andrà narrato in un momento in cui la domanda turistica sta cambiando e si sta destagionalizzando. Gli ottimi risultati raggiunti sul fronte del turismo anche grazie ai tanti passeggeri dell’aeroporto, ci spingono a fare sempre di più e ad investire anche sul versante del potenziamento delle infrastrutture. Il turismo è un’industria per la nostra regione e stiamo lavorando anche per una legge regionale in materia.
Alla Bit abbiamo dato spazio a tutte le eccellenze del territorio in uno stand che vede una promozione in sinergia tra assessorato al Turismo e Cultura e all’Agricoltura”. “Con il progetto dedicato ai Cammini, la Regione Umbria si pone all’avanguardia e capofila per la promozione di un turismo sostenibile, che punta a sviluppare tutta la rete dei cammini religiosi e dei sentieri naturalistici, valorizzando i contesti territoriali e preservandone le identità” ha quindi sottolineato Agabiti a margine dell’iniziativa. “In qualità di ente capofila del progetto – ha aggiunto – abbiamo svolto e continueremo a svolgere con impegno un’attività a favore di tutte le regioni italiane per la diffusione di questa forma di turismo che ha forti ricadute positive sul territorio, non solo in termini economici, ma anche sociali ed ambientai. Dalla prima indagine Enit realizzata da Touring club e Ipsos per analizzare il fenomeno del turismo lento, l’Umbria è risultata una delle tre regioni più apprezzate da italiani e stranieri: un risultato lusinghiero per la nostra regione che ha superato sul versante turistico tutte le aspettative con sette milioni di presenze registrate. Numeri che, se da una parte confermano come la programmazione regionale con lungimiranza abbia saputo coniugare sviluppo economico e tutela del patrimonio culturale e ambientale, dall’altra rappresentano un’ulteriore spinta a mettere in campo nuove idee e progetti per potenziare un’offerta sempre più attrattiva e variegata. Il turismo lento e sostenibile in questo contesto rappresenta un tassello fondamentale per la crescita e un elemento identitario forte della nostra nazione, coniugando storia, religiosità, ambiente e benessere”. Ma turismo lento è anche enogastronomia, tema verticale, che viene curato dalla Toscana, in qualità di regione partner del progetto. “Scoprire un territorio in modo slow vuol dire anche assaporarne i prodotti tradizionali, veri e propri ambasciatori della cultura e della storia del nostro Paese” ha commentato Leonardo Marras, Assessore all’economia e al turismo della Regione Toscana. Così, per promuovere il turismo lento dal punto di vista dell’enogastronomia abbiamo scelto di fare ricorso ai profumi senza tempo della cucina tipica di ogni regione, gli aromi che segnano esperienze di scoperta e riscoperta”. Il progetto prevede tra le molte iniziative anche un tour, che da nord a sud, isole comprese, farà leva sulle degustazioni dei diversi piatti. Tra aprile e maggio “Drive My Tasting” girerà l’Italia. Si tratta di un esclusivo bus, unico, arredato con una cucina professionale e tavoli per 30 coperti, pronto ad accogliere gli ospiti che ceneranno e allo stesso potranno ammirare le bellezze di “quella tappa” da un punto di vista privilegiato.

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