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Personale del pronto soccorso ancora aggredito, le richieste dei sindacati alla Asl

Ancora un’aggressione ai danni del personale di Foligno. Stavolta, a subirne le conseguenze è stato il personale del pronto soccorso, vittima di aggressioni verbali e fisiche.

Un nuovo episodio di fronte al quale i sindacati, oltre ad esprimere solidarietà alle vittime, tornano a invocare interventi a difesa del personale sanitario.

“Non è la prima volta che accadono fatti di questo genere e la direzione dell’Azienda Usl Umbria 2, pur dopo le precedenti e numerose segnalazioni da parte delle sigle sindacali, continua ad ignorare questa grave situazione” afferma la Fp Cgil dell’Azienda Usl Umbria 2. Che aggiunge: “Dobbiamo essere tutti consapevoli, come lavoratori della sanità, che le aggressioni che subiamo sono frutto di una gestione della sanità fallimentare, dettata da logiche di mercato che hanno trasformato la salute in merce. Lavoriamo in un servizio sanitario sempre più smantellato, depotenziato, saturo e lontano dai pazienti. La carenza cronica di personale – spiega la Fp Cgil – ha come diretta conseguenza turni massacranti e compromissione della qualità delle cure, che mettono a rischio la salute di noi stessi lavoratori e dei pazienti, i quali sono costretti a subire tempi di attesa lunghissimi prima di ricevere assistenza. Questa situazione è inaccettabile e richiede interventi urgenti”.

Alla luce di tutto ciò, la Fp Cgil dell’Azienda Usl Umbria 2 formula precise richieste: “Aumento del personale al fine di potenziare il pronto soccorso e gli altri reparti in crisi; l’implementazione di misure concrete per migliorare le condizioni di lavoro e per prevenire il burnout; l’implementazione di protocolli di sicurezza efficaci per proteggere gli operatori dalle aggressioni da parte di utenti esasperati dai lunghissimi tempi di attesa; ripristino del posto fisso di polizia h24 in loco per facilitare interventi tempestivi”.

Anche la segreteria della Uil Fpl dell’Umbria e la segreteria aziendale di Uil Fpl della Usl 2 rinnova l’appello alla direzione dell’ospedale, “affinché si intervenga quanto prima a far fronte a tutte le criticità del nosocomio, più volte evidenziate dalle organizzazioni sindacali, sul fronte della sicurezza”.

“Occorre ribadire – spiegano i sindacalisti della Uil – che gli operatori sanitari non possono essere vittima di aggressioni perché agiscono già, purtroppo, al limite delle proprie possibilità, sempre sotto organico e seguendo alla lettera procedure che impongono iter da seguire e burocrazia. Condannando dunque il gesto, non si può negare che l’ospedale di Foligno presenti un problema di sicurezza del luogo di lavoro, direttamente afferente al Decreto ministeriale 81, che norma il settore. Problematica alla quale si aggiungono quelle dei carichi di lavoro e dell’organizzazione. Una concomitanza di fattori che rende la sostenibilità per il personale impossibile”.

“Sul fronte strettamente della sicurezza, l’ospedale di Foligno presenta un problema di costruzione: ha accessi ovunque e i reparti diventano insicuri senza più un controllo all’ingresso. Ricordiamo i problemi di sicurezza negli spogliatoi, per i quali l’azienda si era impegnata. Serve, finalmente e come chiediamo da tempo, la riattivazione della sorveglianza h24 all’ingresso, contingentando gli ingressi liberi, dopo un’ora eccessiva. Le aggressioni al personale sanitario – continuano Uil Fpl Umbria e Uil Fpl aziendale – restano qualcosa di inaccettabile e intollerabile, sulle quali chiediamo un definitivo cambio di passo. La direzione dell’azienda deve prendersi carico di questa emergenza ed intervenire, prima che episodi del genere possano avere esiti infausti”.

Ordinanza anti-caldo, i sindacati: controlli e proseguire con la Piattaforma sulla sicurezza

Apprezzano l’ordinanza emessa dalla presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, a tutela dei lavoratori del settore agricolo e florovivaistico e nei cantieri edili all’aperto in condizioni di esposizione prolungata al sole.

Le organizzazioni sindacali confederali regionali Cgil, Cisl e Uil Umbria chiedono controlli affinché la norma venga rispettata ed auspicano che prosegua l’interlocuzione con la Regione.

“L’ordinanza – spiegano le organizzazioni sindacali – segue le Indicazioni per la prevenzione e protezione dai rischi correlati con le condizioni climatiche di caldo estremo negli ambienti di lavoro. Questa ordinanza è un tassello in più nel riconoscimento della nostra Piattaforma da parte della Regione, che ha già accolto gran parte delle nostre richieste, sulle quali siamo pronti a lavorare attivando i quattro gruppi di lavoro su formazione, promozione della salute nei luoghi di lavoro, appalti e subappalti, comunicazione. Ora, però, chiediamo che si vada avanti fino alla concretizzazione di tutta la nostra piattaforma”.

“Riteniamo inoltre fondamentale – concludono Cgil, Cisl e Uil Umbria – monitorare congiuntamente l’effettiva applicazione dell’ordinanza da parte delle imprese, anche attraverso il coinvolgimento degli organismi bilaterali e degli enti di controllo, affinché le tutele previste non restino solo sulla carta. Ribadiamo anche la necessità di assumere misure anche su altri settori a rischio, come logistica, raccolta rifiuti, trasporti, impianti fissi e altri ambiti lavorativi in cui si opera in condizioni climatiche critiche. Occorre sconfiggere presto la piaga degli infortuni e promuovere un nuovo modello di sviluppo basato su qualità del lavoro, partecipazione, salute, sicurezza e salvaguardia dell’ambiente. Queste rimangono le priorità del sindacato, sulle quali ci impegniamo a lavorare unitariamente con determinazione”.

Progetto di inclusione della comunità marocchina in Umbria, la console Souleimani ha fatto visita alla Uil

La Uil dell’Umbria, nei giorni scorsi, ha ricevuto la console generale del Marocco, Soad Souleimani, in una visita istituzionale nella sede principale a Perugia.

“E’ stato un proficuo incontro – commenta il segretario generale della Uil Umbria, Maurizio Molinari – durante il quale abbiamo ribadito alla console la nostra volontà di essere a disposizione in un progetto di inclusione, sostegno e assistenza nei confronti della comunità marocchina, molto numerosa e radicata in Umbria”.

“La comunità marocchina – spiega Molinari – è particolarmente significativa in Umbria e abbiamo voluto evidenziare alla Console che il nostro sindacato è a disposizione quanto in tutto quello che sarà necessario per supportare questa comunità, così presente e operosa in Umbria in generale, e a Perugia in particolare. Riteniamo che questo possa essere un contributo che, come Uil, portiamo nei confronti di un’inclusione sempre più sostanziale e concreta. D’altronde la società cambia – continua Molinari – e un sindacato moderno e al passo con i tempi non può girarsi dall’altra parte e deve adeguarsi, con l’obiettivo di rappresentare al meglio lavoratrici e lavoratori. Fondamentale dunque essere al passo con i tempi e fornire risposte e servizi anche ai lavoratori e ai cittadini provenienti da altri Paesi e in Umbria per lavoro”.

L’incontro di Perugia ha fatto seguito ad un primo incontro, svoltosi a Roma alla presenza anche del segretario nazionale Santo Biondo, durante il quale ci si è confrontati sui temi dell’immigrazione, dell’integrazione, della promozione del lavoro dignitoso, della tutela dei diritti e dello sviluppo di nuove prospettive di cooperazione tra Europa e Africa. Durante il colloquio si era parlato anche del meccanismo dei flussi d’ingresso per il lavoro in Italia, ribadendo la necessità di gestire la mobilità internazionale attraverso canali sicuri, legali e trasparenti, in linea con quanto regolamentato dal T.U. Immigrazione. La Uil e l’Ital confermano l’impegno per la costruzione di un sistema di governance delle migrazioni fondato su programmazione, accoglienza e integrazione, formazione, inclusione e reciprocità.

Contestato il Piano di riorganizzazione di Poste, il 3 giugno sarà sciopero

Il 3 giugno sarà sciopero delle prestazioni ordinarie di Poste Italiane anche in Umbria, dove le sigle di categoria Slc Cgil e Uilposte contestano la riorganizzazione territoriale.

Al centro della protesta, a livello nazionale, c’è il Piano di riorganizzazione che prevede tagli degli organici che renderanno sempre più difficile garantire servizi agli utenti e lavoro di qualità.

Sul territorio umbro, in particolare, secondo i sindacati queste politiche aziendali rischiano di compromettere il servizio universale di recapito – in particolare sul territorio di Terni, con il taglio del 30% delle zone di recapito che è stato implementato nel mese di maggio – e la rete degli uffici postali che a causa della strutturale carenza di personale, spesso possono essere tenuti aperti solo a forza di prestazioni straordinarie e piani ferie continuamente rivisti.

“Di fronte a queste problematiche, chiare tanto all’utenza quanto ai lavoratori – scrivono Cgil e Uil – Poste Italiane tuttavia nega l’evidenza, nascondendosi dietro ai fabbisogni di personale stabiliti negli accordi del 27 novembre, numeri che non hanno niente a che fare con la realtà. Il motivo di questa condotta è chiaro: l’Azienda intende comprimere al massimo il costo del lavoro e massimizzare i profitti a breve termine, ma a farne le spese sono gli utenti e i lavoratori”.

“Basta promesse vane. Salario e diritti in Poste Italiane”, sarà questo lo slogan dello sciopero, proclamato dalle categorie di Cgil e Uil che lo scorso novembre sono state estromesse dai tavoli di trattativa dalla dirigenza dell’azienda.

“Basta – proseguono le Confederazioni e le Categorie – alla politica dei dividendi agli azionisti e delle briciole ai lavoratori: i risultati aziendali devono portare ad aumenti anche per chi permette di ottenerli con il proprio lavoro quotidiano, e occorrono interventi risolutivi su stabilizzazioni, trasformazioni e mobilità”. “Bisogna aumentare poi gli investimenti per la sicurezza dei lavoratori diretti e degli appalti”, proseguono Cgil, Uil, Slc e Uilposte, Spi Cgil e Ulipensionati: “il 3 giugno ribadiremo il nostro no alla vendita delle quote azionarie di Poste da parte del Ministero delle Finanze. Poste – concludono – deve rimanere saldamente in mano pubblica”.

Parcheggio ancora inagibile ad Assisi, consentita la sosta anche lungo la strada

Con il parcheggio “Matteotti” ancora inagibile dopo il rovinoso incendio del 2 maggio, il Comune di Assisi ha disposto modifiche per consentire, in sicurezza, la sosta delle auto lungo la strada.

Modificata dunque la viabilità in via Eremo delle Carceri, nel tratto che va da piazza Matteotti a via Giovanni XXIII, per agevolare la sosta delle auto lungo la strada e tutelare l’incolumità di persone e cose.

Si tratta di provvedimenti a titolo sperimentale, adottati con ordinanza della Polizia locale n. 126 del 5 maggio 2025, che consentono di parcheggiare sul lato sinistro della carreggiata, in senso ascendente, dal civico n. 6 di piazza Matteotti, eccetto in corrispondenza dei passi carrabili presenti.

Le verifiche al parcheggio Matteotti

Nel frattempo, proseguono gli accertamenti tecnici sullo stato del parcheggio e saranno avviate, nelle prossime ore, le verifiche strumentali necessarie a capire, in particolare, se sarà possibile rendere fruibile il piano esterno scoperto. Dalle prime verifiche, non sembra che le colonne e le altre strutture in cemento armato abbiano subito particolari danni a seguito dell’incendio, ma si vogliono fare, ovviamente, tutti gli accertamenti tecnici, per evitare ogni rischio.

Soluzioni tampone, la protesta di Uil Trasporti

Il Comune ha anche predisposto l’attivazione di altri due parcheggi, intensificando i collegamenti con le navette. Una soluzione che però fa storcere la bocca alla UilT, che parla di situazione “indolore sia per le casse comunali che per quelle private sopra citate, ovviamente a discapito sia dei lavoratori che dei cittadini paganti il regolare biglietto, fruitori del servizio pubblico”.

In concreto si è deviata la linea C, collegamento principale tra Santa Maria degli Angeli ed Assisi, “temporaneamente” e per “solo due ore” in salita verso il centro fino ai nuovi parcheggi adiacenti il teatro comunale Lyrik, operazione che allunga ulteriormente, evidenzia il sindacato, un orario già oberato da cronici ritardi.

“La linea C è di competenza del comune di Assisi – scrive Piero Iannini, coordinatore regionale Salute e Sicurezza Uiltrasporti – ma rumors dicono che non ci metta un euro visto l’enorme mole di biglietti che si vendono sulla stessa e già in passato è stata oggetto di ‘allungamenti gratuiti temporanei di percorso (fino a Rivotorto)’ tuttora esistenti. Ma il punto è un altro: quindi si devia una linea pubblica in orari scolastici e di inizio lavoro praticamente per favorire delle persone abbonate si, ma ad una struttura privata che, tra l’altro, dovrebbero pagare il regolare biglietto e questo in tempi dove, da vent’anni a questa parte, l’unica parola che si sente in ambito di trasporto pubblico locale è quella di tagliare il servizio, con zone dove lo stesso è ridotto ad un mero esercizio a favore delle scuole. Quindi esistono cittadini di serie A che, pagando, hanno di tutto e di più mentre i poveri diavoli, come sempre, pagano dazio”.

Iannini conclude spezzando una lancia per la categoria degli autisti di Assisi: “Di questa situazione saremo, come sempre, i parafulmini di mancanze altrui con in meno, rispetto a prima, anche di un servizio igienico pubblico dove poter andare a fare i normali bisogni fisiologici dato che l’unico presente era dentro il parcheggio di piazza Matteotti; quindi, anche noi siamo come i cittadini di serie B sopra citati”.

Bori convoca i dipendenti della Regione, la posizione dei sindacati

“Ribadiamo la disponibilità al dialogo e al confronto, ma anche la determinazione a garantire che ogni cambiamento organizzativo avvenga nel rispetto delle regole, dei ruoli e della trasparenza”. Così le organizzazioni sindacali Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, rappresentanti la funzione pubblica dell’Umbria, intervengono in merito all’assemblea generale del personale della Regione Umbria, convocata per il 28 aprile dall’assessore al personale della Regione Umbria, Tommaso Bori.

Un’assemblea anomala rispetto alle consuete relazioni sindacali. I sindacati, però, hanno scelto “di non alimentare polemiche premature”, ma di valutare alla luce di quanto emergerà effettivamente il 28. “Il nostro giudizio – spiegano – sarà fondato su ciò che emergerà concretamente, sia sotto il profilo del rispetto delle relazioni sindacali, sia sotto quello della chiarezza organizzativa”.

“Pur riconoscendo all’assessore la possibilità di avviare momenti di confronto e ascolto con il personale – chiariscono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl – rileviamo la necessità di definire sin da ora le modalità operative relative allo svolgimento e, in particolare: come verrà garantita la presenza o l’uscita del personale dalle sedi (senza informazioni certe su timbrature, missioni o coperture assicurative); chi autorizza il personale delle sedi decentrate (come Foligno, Terni, piazza Partigiani, palazzo Donini e altre sedi decentrate) a recarsi a Perugia; se e come saranno coinvolti i dirigenti, titolari effettivi della direzione del personale. Ricordiamo che materie come l’organizzazione del lavoro, i criteri di mobilità, i sistemi di valutazione, il welfare aziendale e, più in generale, la valorizzazione del personale rientrano espressamente tra quelle oggetto di informazione, confronto o contrattazione integrativa, sia con le organizzazioni sindacali che con le Rsu (Rappresentanze sindacali unitarie), come prevede il Ccnl (Contratto collettivo nazionale di lavoro) Funzioni locali”.

Rispetto alle rappresentanze dei lavoratori, i sindacati sottolineano: “Oltretutto, a oggi le Rsu elette il 14-16 aprile non si sono ancora insediate. Rsu elette con una partecipazione al voto di circa l’85% degli aventi diritto, dato che conferma la piena rappresentatività dei dipendenti”.

“Il rischio concreto – concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl – è quello di generare confusione tra i lavoratori, indebolire il ruolo dei dirigenti e sovrapporre piani di comunicazione a processi regolati da norme contrattuali e regole di relazioni sindacali”. Da qui il richiamo al rispetto dei ruoli e della trasparenza.

Elezioni Rsu: Uil in sanità ed Enti locali, Cgil nella scuola

La Uil Fpl primo sindacato nella sanità e nelle funzioni locali, la Cgil nelle funzioni nelle articolazioni umbre delle funzioni centrali e nella scuola e università.

Sono i due sindacati che fanno la voce grossa dopo l’ultima tornata elettorale per il rinnovo della Rsu nel pubblico impiego, che ha visto un’affluenza superiore all’80% dei dipendenti.

La Uil domina in sanità e nei Comuni

Il segretario generale della Uil dell’Umbria, Maurizio Molinari, affiancato dal segretario regionale della Uil Fpl Jacky Mariucci, rivendica il cambiamento della Uil, che “ha scelto la concretezza rispetto all’ideologia”, come nel caso del contrasto alla manovra della Regione.

uil

Un risultato che ha consentito di confermare ed anzi rafforzare il sindacato nel settore pubblico, in particolare in Sanità (con il 36,3% complessivo dei voti e la maggioranza assoluta conquistata nell’Azienda ospedaliera di Perugia e oltre un terzo dei seggi in quella di Terni) e nelle funzioni locali: maggioranza assoluta nei Comuni di Orvieto, Marsciano, Città di Castello, Norcia, Magione e Corciano, primo sindacato nei Comuni di Perugia, Assisi, Foligno e Gubbio.

Risultati che portano la Uil a rilanciare il “Cantiere Umbria”, per un vero “cambiamento” nella regione.

Cgil forte della scuola e università

La Flc Cgil brinda con il settore della scuola e della formazione, dove è risultata prima con il 35,05% dei voti. Nella provincia di Perugia ha raggiunto un traguardo storico con quasi il 30% dei consensi, tornando così a essere il primo sindacato con 7 punti percentuale in più della Cisl Scuola, da anni primo sindacato in questo territorio. Nella provincia di Terni, la Flc Cgil è andata ben oltre il 50% dei consensi, con più di 27 punti percentuale di differenza dalla Uil Scuola, secondo sindacato della provincia.

Nel settore Università, la Flc Cgil conferma e rafforza il consenso conquistando sette seggi su dodici all’Università degli studi di Perugia e, per la prima volta, anche un seggio su tre all’Università per stranieri di Perugia.

scuola

“In termini percentuali – spiega la segretaria generale della Flc Cgil Umbria, Moira Rosi – arriviamo quasi al 55% dei voti, rispetto a Cisl che rimane al 23%. Nel settore Ricerca eleggiamo su tutte le sedi della regione, Infn, Cnr e Istat, passando dal 22,30% al 48%. Nell’Afam (Alta formazione artistica, musicale e coreutica) abbiamo eletti all’Accademia delle belle arti di Perugia e al Conservatorio ‘Briccialdi’ di Terni, con il 28% dei consensi nella regione. Un risultato che premia un lavoro di squadra e soprattutto l’impegno di tutti i candidati che si sono messi a disposizione e hanno contribuito in prima persona al raggiungimento di questo straordinario risultato”.

“Conti in rosso per l’aeroporto”, la denuncia di Filt Cgil e Uilt Umbria

I segretari generali Ciro Zeno e Cecchetti Stefano attaccano il Cda dopo quanto appreso nell’incontro in Prefettura

“Conti in rosso” per Sase, società che gestisce l’aeroporto internazionale dell’Umbria. E’ quanto denunciano le organizzazioni sindacali Filt Cgil e Uilt Umbria, secondo quanto appreso dai due segretari generali Ciro Zeno e Cecchetti Stefano nel corso di un incontro che si è tenuto in Prefettura a Perugia.
“Dopo una gara sulla sicurezza interna da noi rigettata fin dal primo momento – proseguono i sindacati –, poiché guidati dalla forte prerogativa di tutelare tutte le maestranze, sia quelle a tempo indeterminato che quelle stagionali, in modo del tutto inusuale e in anteprima abbiamo appreso dei conti in rosso”.
“Siamo stati colti dall’incredulità più totale – aggiungono da Filt Cgil e Uilt – e siamo fortemente preoccupati per le sorti del San Francesco d’Assisi e per tutti i lavoratori poiché è molto probabile, a questo punto, che Sase continui a far cassa sulla pelle dei lavoratori. Un consiglio di amministrazione quasi dimissionario che sta producendo danni a non finire”.
“Come è stato possibile – chiedono i sindacati – passare da importanti utili a un disavanzo in così pochi mesi? C’è stata incapacità gestionale? E soprattutto, chi pagherà i conti in rosso, i debiti? Ancora una volta i lavoratori?”.
“Un disastro che noi abbiamo annunciato già da alcuni mesi – concludono i due sindacati – e che ci auguriamo oggi vedrà accesi e puntati i riflettori anche su questo delicato asset umbro anch’esso in crisi”.

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Riduzioni Irpef e niente aumento del bollo auto, ma restano le tasse in più per le impese

Dai 90 milioni inizialmente deliberati dalla Giunta regionale scende a 52 milioni per quest’anno la manovra che la maggioranza porterà in Aula giovedì per l’approvazione entro il 15 aprile, termine entro il quale devono essere indicati gli aumenti delle addizionali in via ordinaria.

Una data che consentirebbe alla Giunta di utilizzare l’extragettito assicurato dall’aumento delle tasse anche per altre misure, oltre ai conti della sanità. Sui quali continua lo scontro con l’opposizione, che lunedì mattina anche alle associazioni di categoria (incontrate dopo aver manifestato in piazza insieme ai sindacati) ha ribadito: il credito di 48 milioni derivante dal pay-back dispositivi medici è esigibile e porta addirittura ad un avanzo rispetto ai 34 milioni del deficit per il 2024 a cui si aggiunge una quota per la ricostituzione del Fondo di dotazione, per complessivi 39 milioni, con le rateizzazioni da concordare con il Mef.

Ipotizzando una ricostituzione del Fondo in tre anni con tre rate da 13 milioni di euro ed aggiungendo i 5 milioni di euro di tagli di trasferimenti statali, la Giunta vuole assicurarsi un introito aggiuntivo di 52 milioni di euro, appunto. Arrivassero i 48 milioni del pay-back dispositivi medici, gran parte dell’extragettito, se approvato entro il 15 aprile, potrebbe finanziare altre politiche.

Le nuove aliquote Irpef

La Giunta intende creare una no tax area azzerando l’addizionale Irpef per i redditi fino a 28mila euro, mentre per la fascia 28-50mila euro si prevedono sgravi, in particolare per gli scaglioni più bassi (intorno a 30mila euro con una riduzione di circa 100 euro).

Resta l’Irap

Il dimezzamento della Manovra arriva da un’aliquota invariata per la fascia di reddito tra 15-mila e 28mila euro e una riduzione dell’incremento per quelle superiori. Da gennaio 2026 non scatta l’aumento del bollo auto del 10%. La Giunta sta valutando di attenuare l’aumento dell’Irap, che scatterà dal2026: dello 0,40% e non più dello 0,50%. Il prelievo per le imprese interessate salirebbe dunque dal 3,90% al 4,30%.

La mossa dell’opposizione

Questo l’emendamento illustrato ai sindacati, incontrati in mattinata, ed alle associazioni di categoria, ricevute nel pomeriggio. Parti sociali che, alla luce dei numeri emersi e soprattutto della non immediatezza di un rischio di commissariamento della sanità come inizialmente prospettato, chiedono, pur con alcune distinzioni e comunque con diversa enfasi, di ritirare la manovra. Che però la maggioranza intende votare in Aula giovedì.

Ma l’opposizione, nel frattempo, ha depositato una mozione di sfiducia nei confronti della presidente Stefania Proietti. Questione che “congela” l’attività dell’Assemblea per 5 giorni. Facendo slittare ogni altro argomento, compresa l’approvazione della Manovra. A meno che per quest’ultimo la maggioranza non si appelli ad uno stato di necessità, che potrebbe essere giustificato dai conti a rischio. Da dimostrare, questa volta, carte alla mano.

La posizione dei sindacati

Queste le valutazioni dei tre segretari generali regionali al termine dell’incontro.

“La rimodulazione della manovra da 90 milioni a 52 milioni di euro – ha dichiarato Paggio (Cgil) – è già un risultato importante, così come l’azzeramento dell’aliquota addizionale regionale tra i 15mila e 28mila euro, perché tutela le fasce più esposte e più a basso reddito. In pratica chi appartiene a questa fascia non paga più nemmeno l’addizionale che pagava in precedenza. Parliamo del 72% dei contribuenti umbri, cioè chi ha un reddito inferiore ai 28mila euro. Sulla fascia tra i 28mila e 50mila euro restano invece ancora forti criticità, che come Cgil avevamo già denunciato nel precedente incontro, ma i correttivi introdotti dalla giunta, pur non risolvendo definitivamente il problema, sono comunque un passo in avanti”. Oltre a quello già detto, è prevista anche la creazione di un fondo taglia tasse, da alimentare attraverso una revisione e razionalizzazione della spesa e riforme strutturali, per il quale la Regione si è detta disponibile ad aprire un confronto con i sindacati per la sua destinazione. “Come Cgil – ha reso noto Paggio – vorremmo che tale fondo fosse destinato alle fasce di reddito più basse, che hanno avuto comunque aumenti per via della manovra: parliamo quindi delle fasce di reddito poco superiori ai 28 mila euro”.

Molto più critica la posizione della Uil. “Da una giunta di sinistra – ha affermato Molinari (Uil) – ci saremmo aspettati una serie di misure diverse. La mole di debito, infatti, non è tale da giustificare un aumento della tassazione. A livello nazionale siamo in prima linea per chiedere la detassazione degli aumenti contrattuali e non possiamo dunque accettare innalzamenti dell’Irpef regionale, fermo restando che stamattina ci è stato illustrato uno sforzo importante per rimodulare quanto previsto. Serviva un tavolo tecnico, convocato in maniera permanente, per iniziare a riformare il sistema Umbria. A questo punto diventa sempre più urgente parlare di riforme, con il Piano sanitario in primis. Occorre aprire il ‘Cantiere Umbria’, per rendere il sistema regionale più competitivo e lavorare su una crescita del Pil che sia sostenuta da lavoro sicuro e ben retribuito”.

“Dall’incontro in Regione – è il commento che arriva dal segretario Cisl, Manzotti – si ravvisano alcuni passi avanti, ma non siamo soddisfatti. Prima di aumentare le tasse per i cittadini umbri dobbiamo discutere del nuovo piano sanitario regionale per efficientare i servizi sanitari che devono essere rispondenti alle esigenze dei cittadini e dei territori. È necessaria quindi un’opera di razionalizzazione della spesa sanitaria. Qualora la riforma sanitaria non dovesse portare ai risultati sperati si potrà discutere della manovra fiscale regionale.

“L’altro dato importante – hanno spiegato Paggio, Manzotti e Molinari – è che non è più previsto l’aumento del bollo auto, così come noi avevamo chiesto. Per noi è un risultato molto importante perché gli umbri, vista le caratteristiche della regione, sono in gran parte costretti ad avere l’auto per andare a lavorare e studiare. Infine, c’è l’impegno della giunta a confrontarsi sul nuovo piano sanitario regionale e mettere mano alle difficoltà strutturali che hanno portato a questo disavanzo e che hanno determinato le condizioni per cui i cittadini sono costretti a pagare per farsi curare”.

Sanitari aggrediti negli ospedali di Foligno e Terni, i sindacati chiedono misure urgenti

Cgil Fp e Uil Fpl si appellano alle istituzioni affinché adeguino le strutture per consentire agli operatori di lavorare in sicurezza

Indignazione, ma anche determinazione ad assumere misure concrete di tutela degli operatori sanitari dopo le ultime aggressioni subite negli ospedali di Foligno e di Terni.

“Non è tollerabile che il personale sanitario, che già opera in una condizione di carenza, con turni faticosi e stressanti, con un sempre crescente sovraffollamento di pazienti, debba essere soggetto ad aggressioni da parte degli utenti” commenta la Fp Cgil Terni.

“La solidarietà non basta – proseguono da Fp Cgil Terni –. È necessario, trovare soluzioni, sono anni che denunciamo le difficili condizioni di lavoro del personale dell’azienda Ospedaliera in generale e in particolare del pronto soccorso. Ora è il tempo delle soluzioni, prima che succeda l’irreparabile. Se l’aggressore fosse stato armato? Ora ci troveremo a piangere l’ennesimo morto sul lavoro”.

“Una giovane infermiera – sottolineano da Fp Cgil – durante il turno, è stata colpita con un pugno, un’azione violenta che ferisce e sconvolge non solo nel fisico. Chi sta lavorando, facendo il proprio dovere, non può diventare lo sfogo violento di chi non vede soddisfatte le proprie aspettative di salute da un sistema sanitario sempre più distante dai bisogni delle persone”.

“Anche grazie all’azione del sindacato, a breve – annuncia Fp Cgil Terni – partiranno i lavori di ampliamento e ristrutturazione del Pronto soccorso. È l’occasione per prevedere misure strutturali per garantire la sicurezza del personale, pertanto, da subito, chiediamo: che il posto di Polizia sia spostato da dove è al momento ubicato e sia in una posizione ben visibile all’interno dei locali del Pronto soccorso; l’aumento del personale sanitario e la formazione del personale”.

La Cgil chiede all’Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni e alle istituzioni, “prefetto, Regione Umbria e Comune di Terni di farsi carico del problema a tutela dei cittadini, delle lavoratrici e dei lavoratori”.

La Uil Fpl Azienda ospedaliera di Terni stigmatizza quanto accaduto e chiede interventi: “La sicurezza del personale sanitario, in Umbria, è ormai un’emergenza e l’ennesima aggressione, avvenuta giovedì sera al Pronto soccorso dell’ospedale di Terni, testimonia il livello di allarme. La scena è stata, purtroppo, quella che troppo spesso si ripete: un paziente ha iniziato ad inveire verbalmente e in maniera aggressiva, urlando con insulti nei confronti del personale in mezzo ad altri pazienti anche fragili ed anziani, anch’essi in attesa; lui era un codice minore che attendeva un esame di radiografia. Il medico in turno, e parte del personale, sentendo le urla sono prontamente accorsi per placare la situazione e porsi a difesa anche degli altri utenti in attesa. A quel punto però la persona non ha sentito ragioni, diventando sempre più aggressivo. L’epilogo è stato che il paziente ha cercato di colpire con un pugno il medico che è riuscito a schivarlo spostandosi dalla traiettoria; il fendente però è arrivato a colpire in pieno volto un’infermiera che era accanto colpendola ad un occhio con il pugno causando un trauma oculare in fase di valutazione ed un ematoma già visibile dopo pochi minuti”.

“Questa situazione – prosegue il sindacato – mette in evidenza che: i Pronto soccorso godono di un inadeguato servizio di sicurezza, nel nostro caso addirittura il poliziotto si trova in una zona distante dal pronto soccorso e soltanto per alcune ore al giorno. Se questa volta l’aggressore avesse estratto un coltello e fosse successo qualcosa di irreparabile? Serve personale della Polizia presente h 24 nei locali interni del Pronto Soccorso , a stretto contatto con personale e utenza, oltre a un adeguato piano della sicurezza interna (il DVR). Infine, ma non a discolpa degli aggressori, occorre ricondurre coerentemente questi eventi criminosi, sempre più frequenti, alla ormai insopportabile inadeguatezza del servizio sanitario nazionale. Occorrerà rivedere le priorità di questo paese, che non sono e non possono essere le armi o le guerre persino combattute per squallidi interessi che non sono di casa nostra. In tutto ciò il personale sanitario fa letteralmente miracoli, sotto organico, in taluni casi sottopagato, persino preso in giro. Ricordiamo le sviolinate in occasione della pandemia, alle quali non ha fatto seguito un bel nulla di efficace”.

In precedenza, il segretario regionale Uil Fpl Diego Carducci era intervenuto dopo il caso di Foligno, evidenziando “un problema di sicurezza all’interno del San Giovanni Battista, per troppo a lungo sottovalutato dalla Direzione aziendale che invitiamo ad intervenire quanto prima”.

“A nostro parere – le parole di Carducci – fermo restando le problematiche della sanità che ancora oggi è troppo ospedalocentrica e troppo poco concentrata sul territorio, l’ospedale di Foligno presenta delle peculiarità che lo rendono più esposto in tema di sicurezza. Si tratta di una struttura con accessi ovunque e i reparti diventano insicuri senza più un controllo all’ingresso. Serve riattivare la sorveglianza h24 all’ingresso, il contingentamento degli ingressi dopo una certa ora e riattivato il servizio di vigilanza così com’era prima del Covid. Il numero di aggressioni al personale sanitario è diventato impressionante che impone un cambio di passo. Cambio di passo che chiediamo su tutti i fronti, perché gli operatori e i cittadini non possono pagare il dazio di scelte sbagliate”.

“I medici e gli operatori sanitari – ha ricordato il rappresentante sindacale – sono un servizio pubblico, chiamato a lavorare secondo certe regole prestabilite. Non è accettabile che la loro sicurezza sia a rischio sui luoghi di lavoro e non è accettabile neanche che la loro professionalità sia messa a rischio. Chiediamo dunque all’Azienda sanitaria di prendersi carico dell’accaduto e di intervenire, prima che episodi del genere possano avere anche esiti infausti. D’altronde, ricordiamo che il Testo unico sulla sicurezza, il D.lgs 81/2008 specifica come sia in capo al datore la sicurezza del personale, sui luoghi di lavoro”.

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