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Accordo di programma Ast, Proietti: “L’Umbria riparte da Terni”

“L’Umbria riparte da Terni”. Una presidente Stefania Proietti visibilmente e comprensibilmente soddisfatta, insieme ai suoi due assessori Francesco De Rebotti e Thomas De Luca, brinda alla firma dell’Accordo di Programma per Ast Arvedi che avverrà nella seduta convocata per l’11 giugno al Ministero delle Im prese e del Made in Italy.

Un risultato per il quale Proietti rivendica il lavoro fatto in questi mesi dalla sua amministrazione, ma riconosce anche il grande lavoro di squadra tra le Istituzioni. E il cavalier Arvedi, che ha seguito in prima persona la complessa trattativa.

Che dopo tre anni porta ad un Accordo che, in cambio di consistenti investimenti dell’azienda legati piano industriale presentato un mese fa ai sindacati, garantisce anche interventi e monitoraggi tesi ad assicurare un abbattimento dell’impatto ambientale. Aspetto, questo, sottolineato in particolare dall’assessore De Luca, che parla di “punti rivoluzionari” per la Conca. Anche rispetto alla discarica, per la quale sono previste misure premianti per ridurre la quantità di scorie da conferire, favorendo il recupero.

In cambio, la Regione assicura una quota dell’energia prodotta da fonti rinnovabili, a prezzi calmierati, a tutte le imprese energivore della provincia di Terni. Premessa fondamentale per garantire nel tempo la competitività e quindi la continuità delle produzioni nell’area ternana.

Dopo la firma dell’Accordo di programma si aprirà un’altra fase, che è quella della verifica e dell’attuazione dei suoi punti. “Non lasceremo da soli lavoratori e sindacati” ha assicurato De Rebotti.

Mega impianto agrivoltaico, scontro tra Bandecchi e la Regione

Il presidente della Provincia e sindaco di Terni Stefano Bandecchi annuncia battaglia all’Umbria degli sterminati impianti fotovoltaici nei terreni. Lo scontro, dopo l’autorizzazione unica per l’impianto agrivoltaico nei Comuni di Montecastrilli, San Gemini e Narni, oggetto della Determinazione Dirigenziale n. 5045 del 19/05/2025.

A Bandecchi la Regione replica tramite l’assessore Thomas De Luca: non è vero che la Regione abbia rilasciato l’autorizzazione “saltando quei passaggi tradizionali di confronto con gli enti locali”.

La Regione precisa che tutti gli enti, a partire dai comuni interessati, sono stati correttamente coinvolti nel procedimento. Ancora più rilevante, la stessa Provincia di Terni ha espresso parere favorevole all’impianto. Tale parere, contenente esclusivamente prescrizioni di mitigazione dell’intervisibilità del progetto nel rispetto del Piano di Coordinamento Territoriale Provinciale (PTCP), è stato inviato tramite nota PEC con prot. n.0209736 del 18/09/2024 ed è agli atti.

L’iter autorizzativo, viene ricordato, ha previsto lo svolgimento di ben quattro sedute della conferenza dei servizi. La Provincia di Terni è stata sempre invitata a tutte queste sedute, ma i suoi rappresentanti non hanno mai partecipato, né tecnici né politici. La partecipazione e il coinvolgimento degli enti locali previsti dalla legge non sono stati quindi in alcun modo saltati.

La Giunta regionale ritiene che l’attuale situazione critica derivi in gran parte da una pregressa mancanza di visione e azione politica, inclusa la mancata definizione, da parte del precedente Governo regionale, delle aree idonee e non idonee all’installazione di questa tipologia di impianti. L’attuale Giunta si è invece immediatamente attivata per definire tali aree e riavviare l’iter del Piano Paesaggistico Regionale, coinvolgendo attivamente Comuni e attori del territorio.

Alla luce del pieno rispetto delle normative vigenti e del parere favorevole espresso dalla stessa Provincia, la Regione ritiene che “revocare un’autorizzazione ottenuta in queste condizioni sia oggi assolutamente illegittimo”.

La Regione accoglie però “con favore” la richiesta di un tavolo di rivalutazione e si dice “pronta a confrontarsi con la Provincia e i Comuni interessati, sia per la specifica questione sollevata sia, soprattutto, per condividere e arricchire il percorso intrapreso per la definizione della nuova legge regionale sulle aree idonee e non idonee”.

“L’obiettivo – si conclude la nota della Regione – è stabilire regole chiare per la localizzazione degli impianti e promuovere uno sviluppo energetico realmente compatibile con le vocazioni del territorio umbro”.

Impianti energia rinnovabile, il calendario degli incontri sulle norme per stabilire le aree idonee e quelle no

Incontri con la cittadinanza in tutta la Regione per approfondire e condividere i contenuti della legge sull’individuazione delle aree e superfici idonee e non idonee all’installazione e promozione di impianti a fonti di energia rinnovabile.

L’assessore regionale all’ambiente e all’energia, Thomas De Luca, ha previsto in sei incontri organizzati nei rispettivi ambiti territoriali per una legge che entra così nella fase di partecipazione, con l’obiettivo di una rapida approvazione.

A metà febbraio, l’assessorato all’Ambiente della Regione Umbria aveva chiesto ai 92 Comuni umbri di inviare osservazioni e proposte su aree idonee e non. Richiesta che riguardava in particolare l’individuazione di beni comunali da tutelare ai sensi dell’articolo 7 del DM 21 giugno 2024 e l’indicazione di potenziali aree idonee aggiuntive rispetto alla normativa nazionale Il termine iniziale per le risposte dei comuni, fissato al 28 febbraio 2025, è stato posticipato a metà marzo. Circa due terzi dei Comuni hanno risposto inviando osservazioni e prescrizioni che sono state recepite nella legge, tendendo ad una sintesi tra le varie eterogenee necessità e richieste territoriali.

“La legge è una necessità improrogabile sia sotto il profilo energetico che paesaggistico e ambientale – spiega l’assessore all’ambiente e all’energia Thomas De Luca – . Sostituire le fonti fossili con impianti alimentati da fonti di energia rinnovabile è fondamentale per imprese e famiglie, perché offre un approvvigionamento istantaneo, costante e stabile che libera dalle incertezze dei mercati internazionali e dalle dinamiche geopolitiche. La legge doveva essere approvata prima della scadenza della precedente legislatura, in attuazione del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199, che recepisce la direttiva UE 2018/2001 sulla promozione dell’energia da fonti rinnovabili. Ma dal nostro insediamento abbiamo trovato letteralmente i cassetti vuoti, nessuno strumento legislativo per procedere, motivo per cui stiamo correndo sin dal primo giorno per recuperare il tempo perduto. Puntiamo a rendere l’Umbria una regione 100% rinnovabile, ma conciliando questo percorso con la tutela del paesaggio e dell’identità umbra. La zonizzazione del prezzo dell’energia in Italia renderà progressivamente ancor più evidente la differenza di competitività tra le regioni che hanno raggiunto gli obiettivi fissati dal PNIEC e chi no. Il nostro paradigma è quello di costruire un sistema integrato di minigrid, piccole reti bilanciate e interconnesse tra loro, favorendo l’implementazione di sistemi di accumulo in grado di compensare la discontinuità delle fonti naturali. Se le superfici sono uno spazio finito la nostra intenzione è quella di dare priorità assoluta di accesso alle necessità di autoconsumo delle nostre aziende e delle nostre famiglie, in primo luogo sotto forma di comunità energetiche. Quello che faremo nelle prossime settimane segue il solco del nostro approccio sin dal primo giorno, ovvero ascolto e reale condivisione”.

Il calendario degli incontri aperti al pubblico

Questi gli incontri, che iniziano giovedì a Perugia.

· Perugia giovedì 8 maggio ore 17 alla Sala digipass di Ponte San Giovanni, Via Pietro Cestellini

· Terni martedì 13 maggio ore 17 allo Spazio digipass presso la Bct in Piazza della Repubblica

· Orvieto giovedì 15 maggio ore 16 Sala digipass presso la Nuova Biblioteca Pubblica L.Fumi, Piazza Febei 1

· Norcia venerdì 16 maggio ore 17 alla Sala digipass presso ex centro di valorizzazione, Via Solferino snc

· Città di Castello lunedì 19 maggio ore 17 alla Sala digipass presso Sala Rossi-Monti biblioteca comunale Carducci, Via XI Settembre 18

· Foligno (data e luogo da stabilire)

La Commissione regionale a Prisciano, i provvedimenti per polveri e vibrazioni

E’ stato un sopralluogo sul campo, il primo da questo è stato sollevato il problema delle polveri e delle vibrazioni a Prisciano, quello della Seconda commissione regionale, che ha tenuto la sua audizione al circolo Arci del quartiere ternano, su richiesta del Comitato dei resident.

Presenti il Comitato di Prisciano-Terni Est, l’amministratore delegato di Arvedi AST e i rappresentanti di Tapojarvi, le associazioni sindacali e il sindaco di Terni Bandecchi, oltre ai servizi regionali che seguono le procedure autorizzative e Arpa Umbria.

“Tutto questo – spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Thomas De Luca – è stato possibile solo grazie alla presidente della commissione, Letizia Michelini, e ai membri della Seconda commissione che hanno voluto accogliere la richiesta dando spazio a questo importante momento di confronto. L’obiettivo primario è garantire che le soluzioni volte a risolvere definitivamente il problema vengano messe in campo nel rispetto delle tempistiche previste un punto cruciale su cui stiamo concentrando i nostri sforzi è la messa a regime della nuova rampa scorie nei tempi previsti. Parallelamente, riteniamo imprescindibile portare avanti con determinazione la pratica di riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) in relazione ai valori del nichel”.

Le richieste al Ministero

“È importante sottolineare – prosegue l’assessore – che gli attuali valori obiettivo diventeranno limiti di legge a partire dal 2030, rendendo necessario un intervento tempestivo e risolutivo. In quest’ottica, abbiamo già avanzato e risollecitato una richiesta al Ministero competente per poter rimodulare le risorse dell’Accordo di Programma sulla qualità dell’aria, senza ricevere ancora alcuna risposta. L’intenzione è di rendere queste risorse disponibili anche per sostenere gli investimenti dell’azienda nella riduzione delle emissioni industriali. Comprendiamo le preoccupazioni dei residenti e siamo consapevoli del problema. L’audizione odierna rappresenta un momento cruciale di ascolto diretto delle loro istanze, rendendo tangibile la situazione anche a coloro che non ne avevano mai avuto contezza”.

Il problema scorie

Passando al problema delle scorie, l’assessore evidenzia come sia necessario rendere meno conveniente lo smaltimento in discarica rispetto al recupero, chiedendo un impegno al governo per dare uno spazio di mercato vantaggioso alle materie prime seconde rispetto a quelle derivanti da attività estrattiva.

Parallelamente, la Regione intende rendere progressivamente più oneroso lo smaltimento in discarica. “Ringraziamo l’azienda e l’amministratore delegato Dimitri Menecali per aver garantito un impegno concreto sul percorso di riduzione dei fattori di pressione ambientale sulla città, impegni che come regione non ci sottrarremo dal sostenere anche nell’ambito della discussione sull’accordo di programma AST e allo stesso tempo di esigere e verificare puntualmente. Ringrazio le forze sindacali e per la sensibilità e l’impegno dimostrati – conclude l’assessore – la nostra amministrazione regionale è determinata a mettere al primo punto la salute e intende farlo proprio ascoltando chi ogni giorno è in prima linea nei luoghi di lavoro”.

Direttiva nitrati, chiudere il pre-contenzioso per evitare l’impatto sull’agricoltura umbra

Evitare la procedura d’infrazione, che avrebbe un pesante impatto sul settore agricolo umbro, chiudendo definitivamente il pre-contenzioso dovuto al mancato rispetto della Direttiva nitrati 91/676/CEE. Questo l’obiettivo ribadito nel tavolo tecnico coordinato dagli assessori Thomas De Luca e Simona Meloni, per risolvere la procedura aperta dal 2018, che oggi la Giunta regionale dell’Umbria è chiamata a risolvere con un radicale cambio di approccio per evitare che questo sia esclusivamente posto in carico sulle spalle del settore agricolo.

Hanno preso parte alla riunione i Comuni dell’area interessata, i rappresentanti di Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Arpa Umbria e gli uffici tecnici regionali.

In tema di risorse idriche ed in particolare per l’Umbria, le Autorità italiane sono state sollecitate a trasmettere entro il 31 marzo le conclusioni dello studio menzionato nella risposta del giugno 2023 e realizzato in collaborazione con l’Università di Perugia in merito al punto di monitoraggio IT_IT10CRB1_5 (Lago di Corbara) e a spiegare se per questo punto è stata designata una Zona di Vulnerabilità ai Nitrati di origine agricola (ZVN).

L’azione della Giunta regionale, quindi, intende evitare la procedura d’infrazione a tutela delle attività, pur nella necessità di agire tramite prescrizioni. Una questione rinviata per anni che rischia di impattare seriamente sulle aziende agricole. Il pre-contenzioso aperto nel 2018 dalla Commissione Europea per mancato rispetto della Direttiva nitrati 91/676/CE ha come obiettivo la tutela delle acque superficiali e sotterranee dall’inquinamento da nitrati proveniente da fonti agricole. La richiesta della CE prevede, entro il 31 marzo, l’ampliamento della perimetrazione delle Zone di Vulnerabilità da Nitrati.

“La Giunta regionale intende invertire il paradigma coinvolgendo le associazioni agricole prima e non dopo i provvedimenti – spiega l’assessore all’ambiente Thomas De Luca – lo stiamo facendo in costante contatto con l’assessora Meloni partecipando per la prima volta alle scelte e basandole su un rigoroso approccio scientifico, senza fuggire dal dovere di assumerci le nostre responsabilità. Massima decisione e celerità per una questione da troppo tempo rimandata. Con questo spirito abbiamo coordinato la riunione con amministrazioni comunali e associazioni di categoria dell’agricoltura. Le osservazioni e proposte raccolte saranno inserite all’interno della DGR che porteremo in approvazione la prossima giunta regionale. Non è pensabile affrontare questo tema in maniera unidirezionale. Dobbiamo cambiare approccio integrando una visione globale del fenomeno che coinvolga non solo misure restrittive sull’agricoltura ma anche tutte le altre fonti, comprese quelli civili”.

“Pur tenendo in debita considerazione la questione nitrati – dichiara l’assessora all’agricoltura Simona Meloni – dobbiamo mantenere un approccio scientifico perché non possono pagare per l’ennesima volta le imprese agricole e zootecniche che negli anni hanno subito una forte riduzione e, soprattutto in Umbria, vivono una fase assolutamente complicata e delicata. Queste attività sono presidio dei nostri territori anche nelle zone collinari e montane, dobbiamo perciò fare in modo che l’impatto sia meno influente possibile. Dobbiamo rivedere il Piano di tutela delle acque e il regolamento del 2019 che va modificato in chiave più moderna. Metteremo in atto un monitoraggio che ci consentirà di portare numeri reali e tutelare le acque e il nostro ambiente causando il minor impatto possibile per allevatori e agricoltori. Chi subirà una sottrazione per la nuova riperimetrazione verrà sostenuto e supportato con nuove misure”.

Bioter Terni, la Regione resta in pressing sull’inceneritore

La Giunta regionale continua a monitorare la situazione relativa alle attività di soffiatura presso l’inceneritore Bioter di Terni. E’ quanto assicura l’assessore regionale all’ambiente, Thomas De Luca.

“A seguito delle preoccupazioni espresse riguardo le già comunicate attività di soffiatura all’impianto produttivo Bioter di Terni – spiega De Luca – la Giunta regionale segue con attenzione la vicenda. A tale proposito – ricorda – Arpa Umbria ha effettuato dei sopralluoghi di controllo il 26 febbraio e il 3 marzo che hanno riguardato le cosiddette attività di soffiatura, consistenti nel portare a pressione la caldaia, produrre vapore e farlo passare all’interno dei tubi in modo veloce così da trascinare eventuali residui presenti. Durante tali sopralluoghi, è stata accertata l’assenza di rifiuti in impianto, ed è stata verificata l’esecuzione delle suddette soffiature. In particolare durante l’accertamento del 3 marzo non erano visibili fuoriuscite di fumi dal camino E1, tuttavia il Sistema di Monitoraggio in continuo delle Emissioni (SME) ha misurato una portata al camino E1 dovuta alla combustione del metano da parte dei bruciatori per portare in pressione il vapore in caldaia. Continueremo a monitorare la situazione, nell’interesse dell’ambiente e dei cittadini”.

Inceneritore, la Regione ricorre al Consiglio di Stato

In merito all’annunciata ripresa delle attività dell’inceneritore, lo scorso 21 febbraio la Regione Umbria ha annunciato di aver depositato ricorso di appello in Consiglio di Stato in merito alla sentenza del TAR sulla applicabilità delle Best Available Techniques (BAT) all’impianto Bioter di Terni. Ricorso che si fonda sulla convinzione che la richiesta di riavvio/esercizio dell’impianto vada subordinata alla conclusione del procedimento di riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per l’adeguamento alle migliori tecnologie disponibili. Nel frattempo la Giunta regionale attraverso l’Arpa Umbria continua a monitorare attentamente la situazione, al fine di garantire la massima trasparenza e tutela dell’ambiente e della salute pubblica.

Comunità Energetiche Rinnovabili, ok in Commissione all’avvio per i contributi

La Seconda Commissione consiliare regionale, presieduta da Letizia Michelini, ha espresso parere favorevole (astenuti i consiglieri della minoranza) sulla deliberazione della Giunta regionale in merito ai
‘criteri per l’attivazione di un avviso pubblico per la concessione di contributi a sostegno della costituzione delle Comunità Energetiche Rinnovabili (C.E.R.).

Alla riunione ha partecipato l’assessore all’Ambiente, Thomas De Luca che ha illustrato il documento.

I beneficiari

I soggetti beneficiari delle risorse, quantificate per il 2025 in 110mila euro, saranno: Amministrazioni comunali; Amministrazioni provinciali; Agenzia per il Diritto allo Studio Universitario dell’Umbria (A.Di.S.U.); Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale della Regione Umbria (A.T.E.R.); Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (A.R.P.A.). Aziende ospedaliere; Aziende sanitarie.

I soggetti pubblici elencati devono risultare formalmente membri di una C.E.R. regolarmente costituita, a decorrere dal 1 gennaio 2025 e non oltre il 31 dicembre 2025; per ciascuna C.E.R. può presentare istanza di partecipazione uno solo tra i soggetti beneficiari (soggetto proponente); ciascun soggetto proponente può presentare più istanze di partecipazione, riferite a differenti C.E.R. di cui risulti membro.

Le spese ammissibili

Le categorie di spese ammissibili riguardano: spese per l’analisi preliminare: studi di pre-fattibilità, consulenze specialistiche (tecnica, economica, finanziaria e giuridico-amministrative); spese legali per la
formazione giuridica della comunità, per lo statuto e per il regolamento: spese amministrative e legali (notaio, avvocato e fiscalista); spese tecniche (relative agli impianti a fonti rinnovabili): progettazioni, indagini geologiche e geotecniche, direzioni lavori, sicurezza, collaudi tecnici e/o tecnico-amministrativi.

Le spese devono essere sostenute dal soggetto proponente e/o dagli altri soggetti pubblici membri della medesima C.E.R. ed essere comprese tra il 01 gennaio 2025 e il 31 dicembre 2025.

Il contributo

Il sostegno concedibile, per ciascuna istanza di partecipazione, nella forma di contributo in conto capitale, sarà quantificato nella misura del 100 per cento delle spese ammissibili e comunque fino ad un limite massimo di 10mila euro per ciascuna C.E.R. Il contributo, comunque, sarà concedibile fino ad
esaurimento della dotazione finanziaria prevista; qualora la dotazione disponibile non fosse sufficiente a coprire interamente l’ultima istanza ricevibile, l’importo suddetto (euro 10mila) potrà essere quantificato in misura inferiore fino a concorrenza della dotazione complessiva di 110mila euro.

La procedura prevede l’avviso a sportello, ovvero le istanze ritenute ricevibili accedono ai contributi secondo l’ordine di priorità determinato dall’ordine cronologico di presentazione e, comunque, fino ad esaurimento delle risorse disponibili.

Il nodo dotazione

Su specifica richiesta di alcuni commissari della minoranza, che hanno definito ‘esigue’ le risorse destinate e la procedura a sportello, De Luca ha precisato che “la dotazione economica è stata definita nella precedente legislatura, comunque i 110mila euro servono intanto per iniziare il progetto. Ho già chiesto – ha assicurato l’assessore – di ampliare la dotazione finanziaria per la seconda fase, come pure l’ampliamento della platea dei beneficiari. In questa fase è imprescindibile andare avanti per
mettere in condizione i Comuni di procedere. C’è un positivo fermento in questo settore. La modalità dello sportello è ad oggi la più veloce”.

Maggioranza soddisfatta

Soddisfazione per il lavoro svolto è stata espressa dalla presidente Michelini e dai consiglieri di maggioranza perché – è stato tra l’altro sottolineato – “le C.E.R. potranno diventare un volano importantissimo soprattutto per chi vive in aree complesse, a rischio di spopolamento e,
grazie ai benefici che possono produrre, potranno creare attrazione per le persone, ma anche per nuove aziende produttive. Le C.E.R. vanno nella giusta direzione della transizione energetica”.

Un milione di euro per il Trasimeno, ecco gli interventi

Si è aperta con un confronto presso il Museo della Pesca a San Feliciano, cui hanno partecipato gli amministratori locali, le associazioni, i tecnici e i cittadini dei Comuni del Lago Trasimeno e con la presenza degli assessori regionali Simona Meloni e Thomas De Luca e del consigliere regionale Christian Betti, la ricognizione al Lago Trasimeno del commissario straordinario nazionale per l’adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica, Nicola Dell’Acqua.

Gli interventi per il Trasimeno

Un sopralluogo che arriva a seguito dello sblocco di risorse finanziarie per circa un milione di euro da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e all’esito positivo delle analisi sulle acque di Montedoglio, che possono rappresentare un pezzo importante degli interventi urgenti allo studio per tutelare l’ecosistema del lago.

Dragaggi, pulizia delle sponde, sistemazione della rete di scolo, pesca e acqua da Montedoglio: sono questi gli elementi essenziali di una strategia più ampia che di cui si è parlato a San Feliciano e che ora sarà al centro di una Conferenza dei servizi che il commissario Dell’Acqua intende convocare quanto prima e che, come è stato detto durante l’incontro al Museo della Pesca, avrà tempi stretti e un carattere immediatamente operativo.

Le parole del commissario

“Ci sono delle attività da svolgere subito per dare un segnale a tutto il Trasimeno e far capire che si possono avviare attività non impattanti per sistemare l’attuale situazione e le sue criticità – ha detto il commissario Dell’Acqua -. Poi ci sono anche azioni a lungo termine da avviare, a cominciare da una gestione integrata dell’ecosistema. Prima di tutto, comunque, occorre chiudere l’accordo sull’acqua di Montedoglio. Ne abbiamo parlato con la presidente della Regione Stefania Proietti e abbiamo concordato che questo passaggio è necessario per dare la certezza al Trasimeno di avere una disponibilità idrica che consenta al lago di essere resiliente anche di fronte al cambiamento climatico e l’andamento delle piogge. Per farlo serve l’acqua di Montedoglio che va adattata perché viene da un altro bacino idraulico e occorre poi la pulizia dei fondali dai sedimenti”.

Gli assessori regionali

Uscire da una logica emergenziale e dall’inerzia che ha contraddistinto il passato è quello che ha sottolineato l’assessore regionale Thomas De Luca: “È evidente che nessuna delle risposte che intendiamo adottare, presa singolarmente, è risolutiva ma deve essere portata avanti nel suo complesso. Ogni azione è fondamentale. E soprattutto quello che è necessario è cambiare il paradigma: da una gestione emergenziale a una gestione ordinaria – ha spiegato De Luca -. Lo sappiamo che è difficile, ma in questo momento è fondamentale costruire una nuova normalità in cui la manutenzione ordinaria dei fossi, le nuove opere adduttive, la gestione e la governance dei fenomeni, siano qualcosa che anticipi le crisi idriche e le emergenze. È evidente che i vincoli ambientali previsti dalla Direttiva Habitat sussistono se l’habitat c’è: quindi tutelare la biodiversità vuol dire agire. Non fare nulla significa trasformare il Trasimeno in una palude. Dobbiamo agire presto con la prospettiva che non si ritorni all’inerzia degli anni passati”.

Parla di una forte azione di sistema per la tutela e lo sviluppo del Trasimeno anche l’assessore regionale Simona Meloni: “Occorre una terapia d’urto per iniziare al meglio la stagione estiva del Lago. Questo è quello che abbiamo già previsto con una delibera della Giunta regionale che ci consente di avviare un’azione per l’ecosistema e la vivibilità del Trasimeno. Un lago che è fatto di turismo, economia, pesca e sviluppo – ha spiegato Meloni -. La visita del Commissario Dell’Acqua ci consente anche di pianificare il futuro affinché non si ripetano più situazioni di emergenza. Occorre un intervento normativo quadro con risorse annuali stabili e che diano ogni anno certezza sulle attività che si possono svolgere per mantenere il lago vivo, attivo e pulito. Dalla manutenzione delle sponde fino ai dragaggi, il Trasimeno deve poter essere navigabile con collegamenti verso le isole e valorizzare le sue attività economiche consentendo anche quel ricambio generazionale di chi, in questa terra, vive e investe da generazioni”.

La ricognizione del commissario Dell’Acqua è poi proseguita fino a concludersi con un meeting presso uffici Unione dei Comuni a Passignano sul Trasimeno.

Trasimeno, sopralluogo con il commissario straordinario

Sopralluogo del commissario straordinario Nicola Dell’Acqua al Lago Trasimeno, insieme ai rappresentanti della Regione e dei sindaci del comprensorio.

Una visita iniziata al Museo della Pesca di San Feliciano, alla presenza dei sindaci dell’Unione dei Comuni del Trasimeno, della presidente della Regione Stefania Proietti e di una piccola rappresentanza delle cooperative dei pescatori e dell’associazione Lago al Centro.

Poi la visita al centro ittiogenico di Sant’Arcangelo, prima del confronto nella sede dell’Unione dei Comuni a Passignano sul Trasimeno.

Lunedì sera a Palazzo Donini si è svolto un incontro tecnico, alla presenza anche degli assessori Simona Meloni e Thomas De Luca e del presidente dell’Unione dei sindaci del Trasimeno e sindaco di Passignano sul Trasimeno, Sandro Pasquali.

“Il lago Trasimeno – ha ricordato la presidente Proietti dando il via all’incontro – sta attraversando una crisi che non è solo idrica ma anche sociale, il lago Trasimeno è un ecosistema anche sociale, anche umano, oltre a essere uno dei nostri parchi più preziosi. La presenza del commissario Nicola Dell’Acqua e l’emendamento pochi giorni fa finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica sono un segnale incoraggiante, unito all’esito positivo degli studi e delle analisi sulle acque di Montedoglio. La soluzione per il lago Trasimeno passerà proprio da queste iniziative, dai dragaggi, dalla bonifica dei canali: un insieme di soluzioni che saranno tutte messe in campo nel tempo più rapido possibile, perché bisogna fare presto”.

“Le attuali condizioni del Trasimeno – ha ampliato il discorso il commissario Nicola Dell’Acqua – ci dicono che in questo momento l’emergenza, nonostante sia inverno, è già alta: è tempo di intervenire rapidamente. Tutte le attività già svolte anche dalle precedenti amministrazioni regionali di Umbria e Toscana hanno portato ad un passo dalla firma dell’Accordo di Programma che può portare 10 milioni di metri cubi di acqua dalla diga del Montedoglio. Firmare rapidamente quell’accordo è la condizione iniziale essenziale. Occorre poi indire una conferenza di servizi che altrettanto rapidamente individui le azioni necessarie da mettere in campo per quanto riguarda i dragaggi, lo smaltimento dei fanghi e il corretto ripristino e manutenzione di tutti i canali afferenti”.

“In questo momento – ha spiegato l’assessore regionale ai laghi e ai parchi Simona Meloni – abbiamo bisogno di una vera e propria terapia d’urto, alla quale dovrà poi seguire una costante azione di mantenimento e di manutenzione”.

“Come regione – ha aggiunto l’assessore all’Ambiente Thomas De Luca – abbiamo intenzione di mettere in campo tutto quanto sarà possibile per riportare il lago Trasimeno ad un livello delle acque più consono alla sua fisiologia, anche cercando di guardare a soluzioni innovative per quanto riguarda lo smaltimento dei fanghi, argomento per il quale a breve saremo in grado di proporre delle soluzioni diverse da quelle fin qui adottate”.

Cascata delle Marmore gestita in altre sedi, chiesto un passo indietro ad Enel

“È inaccettabile che la gestione dell’apertura e della chiusura della Cascata delle Marmore venga demandata ad altre sedi, anche solo considerando l’importanza della gestione del rischio idraulico e della prevenzione delle emergenze”. Gli assessori regionali all’Energia, Thomas De Luca, e allo Sviluppo economico Francesco De Rebotti annunciano la convocazione di un incontro con Enel, a cui hanno chiesto “il blocco immediato di qualsiasi operazione di delocalizzazione del Centro di Teleconduzione del Polo Idroelettrico di Terni da parte di Enel”.

“Qualsiasi iniziativa che possa comportare lo smantellamento del centro e la riduzione dei relativi livelli occupazionali deve essere immediatamente interrotta” dichiarano gli assessori. Spiegando che, nei fatti, si tratta di un intervento che priverebbe il territorio del controllo diretto sulle proprie concessioni idroelettriche.

“Il rischio di depauperamento di quello che è un patrimonio pubblico è inammissibile – proseguono gli assessori – soprattutto considerando che si tratta di una concessione regionale in scadenza, rispetto alla quale la giunta ha tracciato una direzione chiara verso la costituzione di una società misto pubblico privata. Società che vedrà la selezione di soci, nelle modalità che saranno individuate dal gruppo di lavoro istituito attraverso le procedure di gara previste dalla legge e dalla normativa europea. Gruppo di lavoro che è già stato convocato per la prossima settimana”.

La Regione esprime disappunto anche per la mancanza di comunicazione preventiva da parte di Enel in merito a questa decisione. “Abbiamo atteso invano per settimane che Enel ci inviasse una comunicazione” aggiungono gli stessi assessori.

In risposta a questa situazione, la Regione Umbria ha annunciato l’intenzione di convocare urgentemente Enel per un incontro, coinvolgendo anche i rappresentanti dei lavoratori, al fine di chiarire le motivazioni dietro questa decisione. “In attesa di questo confronto – concludono De Luca e De Rebotti – chiediamo di bloccare qualsiasi azione di smantellamento sia sull’aspetto gestionale che occupazionale. La Regione è in prima linea per garantire la tutela degli interessi del territorio umbro”.