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Sisma, rafforzate le attività ispettive e di controllo

L’Ufficio Speciale Ricostruzione Umbria (USR Umbria), su indicazione della presidente Stefania Proietti, ha rafforzato le attività ispettive e di controllo nelle zone del sisma. L’obiettivo è quello di semplificare le procedure burocratiche.

Dopo un incontro svoltosi nei giorni scorsi a Norcia e incentrato sul monitoraggio della ricostruzione privata, monitorata la situazione nei territori di Preci e di Cascia.

L’ingegner Stefano Nodessi Proietti, coordinatore dell’USR Umbria, insieme al sindaco di Preci, Massimo Messi, hanno condotto un’attenta analisi di ogni singola pratica relativa alla ricostruzione pubblica. L’obiettivo di questo esame congiunto è stato quello di individuare e risolvere in tempo reale qualsiasi intoppo burocratico che potesse rallentare l’avvio dei cantieri previsti dall’ordinanza speciale n. 39/2022 come, ad esempio, la caserma dei Carabinieri, l’Hotel Scacchi, il palazzo comunale con la sala consiliare, il corpo spogliatoi della palestra comunale, palazzo Finocchioli.

La delegazione ha anche effettuato sopralluoghi diretti nei molti cantieri pubblici e privati già attivi nel centro storico di Preci, verificando lo stato di avanzamento dei lavori nonché presso la centrale idroelettrica del Comune di Preci, in località Piedivalle – che costituiva un introito strutturale per il bilancio comunale – e il cui ripristino è stato recentemente finanziato con un finanziamento commissariale di 1.1850.000 euro.

Il tour di monitoraggio dell’USR Umbria ha toccato anche il comune di Cascia. Qui, l’ingegner Stefano Nodessi Proietti, in compagnia del sindaco Mario De Carolis, ha potuto constatare con soddisfazione il buon avanzamento dei lavori presso l’ospedale Santa Rita da Cascia, un progetto chiave della ricostruzione la cui attuazione è affidata alla Regione Umbria. Un segnale importante per la comunità locale e il comprensorio della Valnerina che vede avvicinarsi il ripristino di un servizio essenziale.

Cratere sisma, così l’andamento della ricostruzione cambia il mercato del lavoro

La ricostruzione cambia anche l’andamento del lavoro nei comuni nei 15 comuni del cratere umbro del sisma del 2016. Da un lato l’aumento degli addetti subordinati, vero segnale di un’economia che si sta strutturando; dall’altro, il declino inarrestabile degli addetti familiari, simbolo del tessuto micro-imprenditoriale della Valnerina.

Quando si guarda però al “cratere senza Spoleto”, cioè ai 14 comuni montani più piccoli, la fotografia è più nitida e meno distorta dal peso specifico della città: Cascia, Cerreto di Spoleto, Monteleone di Spoleto, Norcia, Poggiodomo, Preci, Sant’Anatolia di Narco, Scheggino, Sellano, Vallo di Nera (provincia di Perugia), più Arrone, Ferentillo, Montefranco e Polino (provincia di Terni).

Una crescita reale, ma figlia dei cantieri
Nel cratere umbro esclusa Spoleto, i lavoratori subordinati sono passati da 2.562 nel primo trimestre 2015 a 3.187 nel primo trimestre 2025: +24,4%. Un trend continuo, anno dopo anno, a partire dal 2021. Cresce anche il peso relativo: se nel 2015 i dipendenti erano il 53,5% del totale degli addetti, oggi rappresentano oltre il 62%.

Un cambiamento epocale per territori dominati da piccolissime imprese familiari. Il motivo? La ricostruzione. I cantieri del sisma hanno portato nella Valnerina nuove aziende, soprattutto edili, strutturate e con forza lavoro esterna. Inoltre, alcune imprese locali hanno saputo riorganizzarsi, mantenendo la sede in zona ma lavorando altrove, assumendo nuovo personale.

Un altro aspetto è l’emersione di lavoro formalmente registrato. Diversi addetti che prima risultavano “familiari” o non contrattualizzati, sono ora assunti con forme regolari. In un’area dove il sommerso aveva un certo peso, anche questo contribuisce a far salire i numeri ufficiali dei subordinati.

Il declino delle famiglie imprenditoriali
Nel frattempo, gli addetti familiari calano: da 2.229 nel 2015 a 1.945 nel 2025 (-12,7%). Una caduta figlia di due dinamiche. La prima è generale: in tutta Italia il modello dell’impresa a conduzione familiare regge sempre meno. La seconda è specifica: la botta del sisma, l’esodo forzato, la paura di non tornare. Tante famiglie non hanno ripreso l’attività nei paesi di origine.

Il risultato è che, nei fatti, la forza del lavoro autonomo familiare si svuota. In molti casi gli addetti risultano ancora formalmente tali solo per motivi statistici: in cassa integrazione, o nominalmente legati a un’impresa che ormai opera altrove. C’è poi il tema delle “aziende fantasma”: formalmente attive, ma senza produzione effettiva.

Il saldo complessivo: +7,1% senza Spoleto, -4,4% con Spoleto
Nel cratere umbro senza Spoleto, gli addetti totali (familiari + subordinati) sono saliti da 4.791 a 5.132 (+341), pari a +7,1%. Ma se si include Spoleto nel conteggio, il quadro cambia radicalmente: gli addetti totali nel cratere con Spoleto sono scesi da 16.660 a 15.934 (-726), con una contrazione del 4,4%.

La spiegazione è duplice. Da un lato Spoleto vale oltre il 60% del cratere in termini demografici. Dall’altro, è un centro urbano con problemi economici propri, preesistenti al terremoto: qui l’effetto ricostruzione si sente meno.

Nel cratere con Spoleto i subordinati crescono appena del 2,1% (da 10.860 a 11.092), mentre gli addetti familiari calano del 16,5% (da 5.800 a 4.842). Il dato aggregato è negativo.

Il rischio di un rimbalzo a vuoto
La domanda di fondo resta aperta: questo aumento di addetti subordinati è duraturo o effimero? Finita la ricostruzione, queste aziende resteranno? E soprattutto, è sufficiente per frenare lo spopolamento?

I dati demografici parlano chiaro: Norcia ha perso il 9,7% dei residenti dal 2016, Cascia quasi il 7%. A Poggiodomo gli abitanti sono scesi a 83, con un indice di vecchiaia del 1.150%. L’età media nei comuni del cratere supera spesso i 60 anni. I giovani se ne vanno, e pochi tornano. Il saldo naturale resta ampiamente negativo. Solo in alcuni comuni, come Cascia, si registra un timido rimbalzo di natalità e migrazioni in entrata, ma non basta.

Fenice, la sfida di ricostruire le comunità
In questo scenario si inserisce il progetto Fenice, un’iniziativa strategica per la rigenerazione socio-economica del cratere, promossa dall’Università per Stranieri di Perugia insieme a Comune di Norcia, Camera di Commercio dell’Umbria e Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica.

L’obiettivo è ambizioso: non solo ricostruire case e strade, ma anche economie locali, competenze, identità. Norcia e la Valnerina sono il cuore pulsante di questo programma, che mira a invertire la traiettoria del declino con formazione, impresa, cultura. Si lavora per attrarre giovani, consolidare filiere agricole e turistiche, sperimentare nuove forme di residenza, puntare su digitale e comunità energetiche.

I numeri dell’occupazione dicono che qualcosa si muove. Ma da solo, il mercato non basta. Serve visione, continuità e capacità di trattenere le persone. Fenice nasce per questo. Resta da vedere se saprà davvero riaccendere il futuro.

“La ricostruzione ha innescato un cambiamento nel mercato del lavoro”
“I numeri – il commento dal progetto Fenice – confermano che la ricostruzione ha innescato un cambiamento strutturale del lavoro nel cratere umbro, ma da sola non basta. Stiamo assistendo a una crescita degli occupati subordinati, segnale incoraggiante, ma resta il rischio di un rimbalzo a vuoto se non ricostruiamo anche comunità e prospettive. Il Progetto Fenice nasce proprio per questo: per trattenere chi vuole restare e attrarre chi può tornare. Investiamo in impresa, formazione e identità, perché senza persone nessun territorio può avere futuro. È il momento di accelerare, con visione e continuità.”

Fioritura a Castelluccio, ecco le regole per accedere con auto, moto, camper e bus

I provvedimenti dell’Ente Parco concordati con i Comuni per i fine settimana 21-22 e 28-29 giugno e 5-6 e 12-13 luglio

Nei fine settimana della Fioritura si potranno raggiungere i Piani di Castelluccio soltanto con le navette, lasciando l’auto privata nei parcheggi di prossimità, oppure con i bus turistici che potranno lasciare i passeggeri al Deltaplano o in Piazzetta, per poi allontanarsi.

E’ quanto prevede il decreto del presidente del Parco nazionale dei Monti Sibillini, Andrea Spaterna, per gli “interventi di mobilità sostenibile per la Fioritura 2025 dei Piani di Castelluccio”.

Piano di mobilità che l’Ente Parco ha concordato con i Comuni dei tre ingressi a Castelluccio (Arquata del Tronto, Castelsantangelo sul Nera e Norcia).

Nei quattro fine settimana della Fioritura (21-22 e 28-29 giugno e 5-6 e 12-13 luglio) sarà vietato il passaggio di autovetture e camper, che potranno sostare nei parcheggi di prossimità, consentendo poi ai visitatori di raggiungere Castelluccio, appunto, con le navette.

Permesso invece l’accesso dei mezzi a due ruote e delle auto di residenti, dimoranti, esercenti e comunque di quanti sono in possesso di autorizzazione rilasciata dal Comune competente.

Durante i quattro fine settimana sarà consentito il transito dai varchi per chi abbia necessità, ma senza la possibilità di sosta, e comunque non per i camper. I trasgressori saranno multati, anche con eventuale rimozione dei mezzi in sosta.

In caso di eccessiva presenza, le autorità potranno comunque prevedere la chiusura dei varchi anche per il solo transito.

I parcheggi si possono prenotare tramite i siti marcheroma.contram.it o startspa.it, pagando la sosta e la navetta. Oppure sul posto, senza prenotazione, ma ovviamente finché ci sono stalli disponibili.

Per godersi appieno e con più tranquillità questo grande spettacolo naturale, come invitare a fare il Comune di Norcia, chi ne ha possibilità può raggiungere più tranquillamente Castelluccio nei giorni feriali.

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Riorganizzazione Ufficio ricostruzione, le ragioni di Proietti e i dubbi di Melasecche

Dibattito a Palazzo Cesaroni sulla riorganizzazione dell’Ufficio speciale ricostruzione Umbria, con ampliamento delle posizioni dirigenziali tramite ‘comando’ dal comune di Assisi. Tema posto con un’interrogazione dal consigliere Enrico Melasecche, che ha lamentato possibili profili di illegittimità e
di danno erariale.

Illustrando l’atto in Aula, Melasecche ha chiesto alla Giunta quali siano le reali e specifiche motivazioni tecniche e funzionali che hanno portato all’articolazione dell’Ufficio speciale ricostruzione su tre distinte posizioni dirigenziali, evidenziando gli indicatori di performance e di risultato che la nuova organizzazione
dell’Usr dovrebbe raggiungere. E quali sono le motivazioni che hanno portato la Giunta a non mantenere in capo al direttore della Direzione Governo del Territorio, come avvenuto nella precedente Legislatura, le funzioni di gestione e coordinamento dell’Ufficio regionale per la Ricostruzione post sisma, “tenuto conto che importanti operazioni erano di fatto già in capo a questa direzione, Servizio Opere Pubbliche, e di fatto al corrispondente Assessorato, come ad esempio la ricostruzione dei due ospedali di Norcia e
Cascia, il recupero dell’ex Mattatoio di Spoleto, la realizzazione dell’ampliamento della struttura del deposito Beni Culturali di Santo Chiodo, e altre”.

“Per quale ragione – ha poi chiesto Melasecche – avendo creato un nuovo servizio all’interno dell’Usr, non si è attivata una procedura di evidenza pubblica che avrebbe permesso, come prescrive la legislazione vigente, una selezione del candidato più idoneo alle svolgimento delle funzioni previste dal servizio, preferendo l’istituto del comando dal Comune di Assisi”. E naturalmente i costi complessivi, e quelli futuri, della nuova struttura.

La presidente della Regione Stefania Proietti, nella risposta, ha detto che la riorganizzazione dell’Usr “risponde ad esigenze di ricostruzione post sisma. La Legge finanziaria ha stanziato 90 milioni per il 2025-25. Esistono alcune criticità per la ricostruzione pubblica e nei centri storici”.

Quanto alla gestione, ha detto che non sono previsti compensi aggiuntivi per la funzione correlata di coordinamento: “C’è invarianza del personale già assegnato e degli incarichi di elevata qualificazione, garantendo continuità di azione e rispetto delle professionalità. Dal primo settembre 2025 uno dei due dirigenti andrà in pensione. Il rafforzamento dell’Ufficio – ha sottolineato – è legato anche alla riduzione
delle direzioni regionali. Il comando, istituto previsto dalla legge speciale sisma, è stato disposto attraverso atti gestionali adottati in accordo tra le amministrazioni interessate. Il trattamento economico determina una maggiore spesa per il 2025 stimata in 40mila euro; l’ammissibilità dell’intervento è già stata verificata, con l’assegnazione di risorse integrative relative anche al personale stabilizzato”.

“La riorganizzazione – ha aggiunto Proietti – ha messo ordine nelle competenze previste dalla legge e dalla convenzione istitutiva sottoscritta dalla Regione e dai Comuni associati nel 2016”.

Infine, Proietti ha chiarito: “Ordinanze e delibere di Giunta hanno previsto tre figure dirigenziali, di cui una con funzioni di coordinamento. È stata ritenuta ridondante la figura del direttore. Il personale dell’Usr è composto da 29 unità comandate, 20 distaccate dalla Regione, 7 a tempo determinato. Oltre a 3 dirigenti
comandati”.

    Una risposta ritenuta non soddisfacente dal consigliere Melasecche: “Si tratta di una risposta non convincente. La struttura funzionava molto bene. La decisione è palesemente ridondante. L’accordo tra il Comune di Assisi, di cui lei era sindaco, si presta a delle riflessioni. Sarebbe stato più ragionevole affidare il coordinamento ad una figura già esistente. Se davvero il dirigente va in pensione a settembre, allora non andava tenuto tre mesi in ferie per poi portarlo. Si tratta di un aggravio di spesa di cui non si capisce la ragione. Monitoreremo i grandi ulteriori risultati che farà la struttura – ha concluso – visto che prima aveva già fatto miracoli”.

    Festa di Santa Rita, la Supplica alla “donna del perdono” per invocare la pace | Immagini

    Le rose rosse in cielo. La Supplica a Santa Rita, la donna del perdono, per invocare la pace. “Proviamo a vincere il male con il bene – le parole del cardinale Baldassare Reina – come Santa Rita che ha perdonato chi ha ucciso suo marito. Il male produce male e atrofizza il nostro cuore. Come si fa a perdonare? Gesù dice rimanete in me, rimanete nel mio amore. Serve un cristianesimo un po’ più profondo. Santa Rita ha vissuto una fede forte è stata una donna piena di gioia pur nelle difficoltà”.

    Quell’appello alla pace che è oggi di Papa Leone, che da cardinale, un anno fa, celebrò a Cascia il Pontificale per Santa Rita, a cui è particolarmente devoto.

    Una invocazione alla pace iniziata in serata con l’arrivo della Fiaccola, portata dagli sportivi sino alla Basilica di Santa Rita. E proseguita nel giorno della celebrazione della Santa degli Impossibili. Una grande partecipazione di fede e tradizione (suggestivo il corteo storico raffigurante momenti della vita della Santa) che ha accompagnato ogni momento del programma religioso e civile, che ha visto giungere, come ogni anno, fedeli e pellegrini da tutta Italia e dall’estero.

    Numerose le figure istituzionali presenti. L’amministrazione comunale, capeggiata dal sindaco Mario De Carolis. La Regione, con la presidente Stefania Proietti, l’assessore Simona Meloni, la presidente dell’Assemblea Sarah Bistocchi e la consigliera Paola Agabiti. La Provincia di Perugia, con il presidente Massimiliano Presciutti. E le delegazioni di numerosi Enti e Istituzioni, anche al di fuori dell’Umbria.

    “Rendere omaggio a Santa Rita – ha dichiarato la presidente Proietti – è un impegno concreto a vivere i suoi insegnamenti. La sua vita è un richiamo forte alla pace, alla riconciliazione e alla forza della preghiera, valori che oggi sono più che mai necessari. Il suo messaggio è attuale e universale e Santa Rita ci invita a essere costruttori di pace nel quotidiano. È questo il messaggio che l’Umbria vuole portare con sé ogni giorno dell’anno”.

    La figura di Santa Rita da Cascia continua a rappresentare, per l’Umbria e per il mondo intero, un esempio straordinario di fede vissuta. I simboli della sua vita – il flagello, il Vangelo e le rose – evocano ancora oggi la sua esperienza spirituale e l’esempio di dedizione silenziosa ma potente. Questa simbologia è ancora viva e presente nelle celebrazioni che ogni anno si rinnovano: in particolare, la Giornata delle Rose, con la sua benedizione collettiva, rappresenta un gesto semplice ma profondamente partecipato, attraverso cui i fedeli esprimono il desiderio di condividere, anche nella vita quotidiana, quella grazia di cui Santa Rita è considerata il simbolo. Il suo esempio, segnato da perdono, dedizione, capacità di superare ogni conflitto, continua a ispirare generazioni.

    Cascia, è tempo della Festa di Santa Rita: il programma

    Dal 20 al 24 maggio (con un primo momento introduttivo previsto già per la sera del 18 per la processione dello stendardo), Cascia si appresta a vivere il momento più atteso dell’anno, la Festa di Santa Rita. In cui la città si trasforma in un luogo di accoglienza, riflessione e festa, pronta a ricevere migliaia di persone – pellegrini, visitatori, devoti e autorità – provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo.

    Come ogni anno, la celebrazione ruota intorno a un messaggio potente e sempre attuale: quello della pace, del perdono e della riconciliazione, incarnato dalla figura della Santa degli Impossibili. A testimoniarlo è un programma che intreccia spiritualità e cultura, storia e spettacolo, momenti solenni e condivisione popolare.

    Tra gli eventi più significativi, martedì 20 maggio, alle 10, la Sala della Pace ospiterà la cerimonia del Riconoscimento internazionale Santa Rita 2025, dedicato alle ‘Donne di Rita’ che si sono distinte per il loro impegno nel costruire ponti di speranza. Alle 12, l’omaggio floreale nel Roseto di Cascia e, in serata, l’arrivo della Fiaccola della pace e del Pprdono da Piacenza, con la suggestiva ascesa allo Scoglio della preghiera a Roccaporena.

    Mercoledì 21 maggio sarà il giorno dell’accoglienza istituzionale della città di Piacenza. La santa messa, celebrata dal priore generale degli Agostiniani, padre Alejandro Anton Moral, vedrà la partecipazione della Famiglia Agostiniana e sarà seguita dalla consegna del Riconoscimento internazionale Santa Rita 2025. In serata, due appuntamenti simbolici: l’incendio di fede e il corteo dei gonfaloni, che rievocano la notte della morte di Rita; e la motofiaccolata da Roccaporena, con l’arrivo della fiaccola al sagrato della basilica insieme allo sportivo di piacenza accompagnato dai giovani sportivi casciani, e l’accensione del tripode votivo, segno di unità tra popoli e territori.

    Il giorno centrale sarà giovedì 22 maggio, festa liturgica di Santa Rita. La giornata si aprirà con il suono delle campane all’alba e proseguirà con la processione storica a piedi da Roccaporena (ore 8.15), seguita dal corteo storico cittadino (ore 10). Alle 11, il solenne pontificale sarà presieduto dal cardinale Baldassare Reina, con la supplica e la benedizione delle rose, cuore spirituale della celebrazione. In serata, grande concerto in piazza San Francesco con i New Trolls (ore 21.30) e spettacolo pirotecnico ‘Visioni d’incanto’ (ore 23.30), un tributo alla luce come simbolo di speranza.

    Venerdì 23 maggio si aprirà con la trasmissione in streaming del Rosario e proseguirà con il concerto del gruppo Il Giardino dei Semplici.

    A chiudere la settimana, sabato 24 maggio, si celebrerà il 125esimo anniversario della canonizzazione di Santa Rita. Nell’Auditorium Santa Chiara si terrà una tavola rotonda condotta da Lorena Bianchetti, mentre a Palazzo Santi verrà inaugurata una mostra storica temporanea visitabile fino a fine anno. La serata si concluderà nella Sala della Pace con l’intenso spettacolo teatrale ‘Rita, santa della speranza’.

    Una festa che è molto più di una ricorrenza religiosa: è un’esperienza collettiva di fede viva, cultura condivisa e bellezza che attraversa i secoli, con Santa Rita come luce guida per chi cerca speranza e riconciliazione nel mondo di oggi.

    Così è cambiato il reddito nei comuni terremotati dal 2015 ad oggi

    Reddito medio Irpef in aumento nei comuni del cratere del sisma del 2016, ma complessivamente in diminuzione, come il numero dei contribuenti.

    E’ quanto emerge dal report realizzato dalla Camera di Commercio dell’Umbria nell’ambito del Progetto Fenice, secondo cui il reddito Irpef medio nei 14 comuni del cratere è salito del 5,1% in termini reali rispetto al 2015, ma nello stesso periodo il reddito complessivo si è ridotto di 21 milioni di euro (-7,7%) e i contribuenti sono calati di quasi il 15%. Situazione opposta a Spoleto, dove crescono i numeri ma cala il reddito medio.

    L’andamento nei comuni del cratere

    Nei 14 comuni del cratere (Arrone, Cascia, Cerreto di Spoleto, Ferentillo, Montefranco, Monteleone di Spoleto, Norcia, Poggiodomo, Preci, Polino, Sant’Anatolia di Narco, Scheggino, Sellano, Vallo di Nera), esclusa Spoleto, i redditi complessivi dichiarati si sono ridotti del 7,7% in termini reali tra il 2015 (anno pre-sisma) e il 2023, passando da 278,6 a 257,2 milioni di euro.

    Un crollo netto che riflette la fragilità ancora irrisolta di questi territori. Ma se si guarda al reddito medio Irpef per contribuente, emerge un dato sorprendente: +5,1%. Ogni contribuente, nel 2023, ha dichiarato mediamente 20.855 euro, contro i 19.012 del 2015 (valori attualizzati).

    A metterlo nero su bianco è la Camera di commercio dell’Umbria, che con il Progetto Fenice – condotto insieme all’Università per Stranieri di Perugia, al Comune di Norcia e alla Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica – ha prodotto un report sulla dinamica dei redditi nel cratere. Obiettivo: ricostruire sviluppo e fiducia. Non solo ricostruzione fisica, dunque, ma rigenerazione economica e sociale.

    Il nodo dell’esodo

    A pesare sui redditi complessivi è soprattutto la fuga di residenti. Nei 14 comuni, i contribuenti sono passati da 14.655 nel 2015 a 12.482 nel 2023: una contrazione del 14,8%. Con Spoleto inclusa, il calo si attenua a -2,4%, ma resta.

    Nel frattempo, in Umbria i contribuenti sono aumentati da 606.924 a 639.745. Il cratere rappresentava il 2,41% della platea regionale, oggi solo l’1,95%. Più che ricostruzione, si è assistito a un ridimensionamento demografico strutturale. Un problema che si riflette anche sull’accesso ai servizi, sulla tenuta delle imprese e sulla capacità attrattiva del territorio.

    Quando Spoleto fa eccezione

    Il caso di Spoleto è l’opposto. Qui il numero di contribuenti è cresciuto (da 26.513 a 27.705), ma il reddito medio è calato del 2,2%, scendendo da 21.328 a 20.855 euro. E se si aggregano i dati di Spoleto agli altri comuni, la crescita del reddito medio si riduce allo 0,3% appena.

    Questa dinamica è rivelatrice: anche in contesti meno colpiti fisicamente dal sisma, il benessere economico individuale può contrarsi, segnalando fragilità più ampie, legate ai cambiamenti occupazionali, ai costi della vita e alla qualità dell’offerta lavorativa.

    Dipendenti in difficoltà, autonomi resilienti

    Guardando alle tipologie di contribuenti, la frattura è netta. I lavoratori dipendenti nei 15 comuni del cratere hanno perso terreno: il loro reddito medio Irpef è calato del 15,2%, da 21.031 a 17.107 euro. Peggio che nel resto dell’Umbria, dove il calo si ferma a -13%.

    I pensionati hanno invece visto un lieve incremento, probabilmente legato alla stabilità delle prestazioni previdenziali e all’indicizzazione. Ma sono soprattutto autonomi e imprenditori a sorprendere: nonostante il forte calo numerico dei contribuenti (autonomi da 641 a 400; imprenditori in contabilità ordinaria da 245 a 187; semplificata da 1.405 a 1.124), chi è rimasto ha aumentato in modo sensibile il proprio reddito medio. Una dinamica che suggerisce selezione naturale: restano i più competitivi, con attività consolidate o capaci di adattarsi.

    Comuni: chi sale e chi scende

    A livello di reddito complessivo prodotto, a Cerreto di Spoleto si registra il tonfo maggiore: -60,9%. Male anche Polino (-28,8%). In controtendenza Cascia (+14,6%) e Norcia (+7%).

    Quanto al reddito medio per contribuente, sei comuni segnano il segno meno: Monteleone di Spoleto (-27,6%), Arrone (-8%), Sellano (-7,1%), Preci (-7%), Spoleto (-2,2%) e Vallo di Nera (-1,7%). Ma ci sono anche balzi impressionanti: Norcia +30,8%, Polino +23,1%, Cascia +11,7%, Poggiodomo +11,1%, Sant’Anatolia di Narco +9,3%.

    Un dato su cui riflettere: a Norcia e Polino, dove il reddito medio cresce più del 20%, la popolazione è diminuita drasticamente. Si crea così un paradosso contabile: meno persone, ma con redditi più alti. Non sempre per reale benessere diffuso, ma perché i più deboli sono scomparsi dal radar statistico.

    Una ricostruzione a doppia velocità

    Il quadro che emerge è quello di una ricostruzione selettiva: pochi contribuenti, spesso più forti e strutturati, che resistono e si arricchiscono. Ma un territorio che si impoverisce e si svuota. Il Progetto Fenice prova a invertire la rotta, puntando sulla rigenerazione economica e sociale, sulla formazione e sul rafforzamento dell’identità locale.

    La domanda cruciale resta: è sufficiente il dato positivo sul reddito medio per dire che il cratere stia rinascendo? Probabilmente no. Occorre un investimento stabile e duraturo per riportare giovani, famiglie e imprese, incentivare il reinsediamento e trasformare la resilienza individuale in coesione strutturale. Senza questa base, l’aumento del reddito medio rischia di fotografare più l’abbandono che la ripartenza.

    Mencaroni: Progetto Fenice per sostenere il rilancio

    Commenta Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria: “Questi dati raccontano una realtà complessa, fatta di difficoltà ma anche di capacità di reazione. La riduzione del reddito complessivo e del numero dei contribuenti è un segnale allarmante, che ci obbliga a rimettere al centro le aree interne e i comuni colpiti dal sisma. Ma l’aumento del reddito medio per contribuente dimostra che chi è rimasto ha saputo reggere l’urto e reinventarsi. Con il Progetto Fenice vogliamo sostenere proprio questo spirito, costruendo strumenti concreti di rilancio economico e sociale. Non ci può essere ricostruzione senza persone, lavoro e fiducia”.

    Boccardo: “Inviterò Papa Leone XIV a farsi pellegrino a Cascia e Montefalco”

    “Inviterò Papa Leone XIV a farsi pellegrino a Cascia e a Montefalco per affidare il suo ministero petrino all’intercessione di Santa Rita e di Santa Chiara, delle quali è molto devoto”. L’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra, Renato Boccardo, parla così del cardinale Francis Robert Prevost, primo americano e primo agostiniano ad essere eletto Papa.

    A Papa Leone XIV, Boccardo intende affidare il ministero petrino a Santa Rita e Santa Chiara della Croce, delle quali è molto devoto.

    Leone XIV quando era priore generale degli agostiniani e poi cardinale ha visitato tante volte Cascia e Montefalco, comunità legate alle Sante agostiniane Rita e Chiara della Croce.

    E mons. Renato Boccardo invita il Pontefice a tornare: “Ancora una volta rendiamo grazie Dio per il dono di Papa Leone XIV”.

    “Il diamante nero”, a Scheggino gran finale con il frittatone record

    Entra nel vino “Il diamante nero”, manifestazione giunta alla XVIII edizione, che a Scheggino rende omaggio al tartufo, con il sostegno del Consorzio del Bacino imbrifero montano (Bim) del Nera e Velino della Provincia di Perugia.

    Fino a domenica 6 aprile il borgo alle porte della Valnerina ospita espositori, anche da fuori regione, con prodotti tipici ed eccellenze enogastronomiche, ma anche convegni, musica, arte e spettacoli.

    Al taglio del nastro, accompagnato dalle note del Canto degli Italiani eseguito dalla banda musicale nazionale dell’Esercito italiano ‘Granatieri di Sardegna’, hanno preso parte il primo cittadino di Scheggino Fabio Dottori e, per la Regione Umbria l’assessore al Turismo e alle Politiche agricole e agroalimentari Simona Meloni, oltre alla vicepresidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria Paola Agabiti e al consigliere Stefano Lisci. Presenti inoltre Domenico Benedetti Valentini, già deputato e senatore, Massimo Zamponi, direttore artistico di Diamante Nero, Antonella Brancadoro, direttore dell’Associazione nazionale Città del tartufo di cui Scheggino fa parte, insieme ad amministratori e sindaci dei Comuni vicini che hanno poi partecipato alla presentazione di ‘Nero’, scultura in pietra lavica e bronzo di Bruno Tavani e Roberta Passantino, alla benedizione del Milite ignoto e al Galà istituzionale.

    “Questa è la diciottesima edizione del Diamante Nero – ha commentato il sindaco Dottori – evento dedicato al nostro prodotto principale, il tartufo che cerchiamo di promuovere perché ha un grandissimo valore per il nostro territorio. Accanto al tartufo ci sono tanti prodotti tipici a cui dedichiamo iniziative durante tutto l’anno. Vogliamo attrarre turisti e la speranza è anche che qualche famiglia torni in questo territorio montano che soffre lo spopolamento. Scheggino ha molto da offrire accanto al suo paniere gastronomico, una natura incontaminata, attraversata dal fiume Nera, antichi sentieri, oggi in parte ripristinati, che collegano il centro del paese alle sue frazioni e che i turisti amano percorrere a piedi o in bicicletta”.

    “Il Diamante nero – ha aggiunto l’assessore Meloni – ci parla di tartufo ma anche di questa meravigliosa Scheggino, scrigno della Valnerina con il suo paniere di prodotti e la natura. Oggi celebriamo anche la missione per i prossimi anni di questo assessorato che è coniugare l’agricoltura con il turismo e quale territorio migliore di quello della Valnerina, con un paesaggio bellissimo con prodotti di eccellenza che dobbiamo continuare a promuovere”.

    “Scheggino – ha commentato Paola Agabiti – è patria del tartufo nero come tutta la Valnerina. Attraverso il tartufo si promuove il territorio, questa è una manifestazione consolidata, che riesce a veicolare quel messaggio non solo di apprezzare le eccellenze enogastronomiche, ma anche la cultura, le tradizioni, la storia e l’autenticità di un territorio. C’è molto da scoprire in questo weekend ricco di iniziative”.

    L’arte è una costante durante le tre giorni di Diamante nero con le installazioni ecosostenibili di Truffleland, mostre di arte in itinere, Arte da inciampo e Arte aerea curate dal Liceo artistico di Spoleto, associazione ‘Borghi, castelli e mulini della Valnerina’ e vari artisti umbri (al Museo Urbani, Diamond park, Teatro comunale, Spazio arte Val Casana, piazza Carlo Urbani, Spazio arte Barcollo, spazio Arte HappyBar).

    La giornata di sabato

    Sabato si è svolto il convegno, alle 9.30, ‘La voce degli alberi’, alla presenza, tra gli altri, dello scienziato Antonio Brunori e degli chef Michele Pidone e Giuseppe Sinisi; nel talk si discuterà di Natura, Sostenibilità e sviluppo ecosostenibile, Giovane imprenditoria e Indotto turistico economico, con uno spazio dedicato anche alla musica (esibizione degli 88 folli) e alla cucina (showcooking curato da Urbani Tartufi e Istituto alberghiero ‘De Carolis’ di Spoleto); alle 11 il raduno sul fiume Nera per una dimostrazione e addestramento con i propri cani, prova di lavoro e cerca del tartufo a cura della dog trainer Veronica Angelini.

    Alle 15 tutti in piazza Urbani per la Frittata al tartufo baby preceduta dall’esibizione del complesso bandistico santa Cecilia di Cittaducale e le majorettes Shining stars; e ancora, dalle 16 alle 21, uno degli appuntamenti più attesi, il Live Music Contest, sempre in piazza Urbani, con Francesco Bussotti (Cantautorato Italiano), Crooel Monroe (Alternative Rock), gli 88 Folli (cantautorato folk) e l’esperimento musicale, unico in Italia, che vedrà esibirsi insieme due talenti internazionali, il dj Manuel Ribeca e il tenore Roberto Cresca, oltre ad artisti emergenti. Al Teatro comunale alle 21 l’evento di solidarietà e sostegno a favore di Teatro patologico e Anffas per loro, con la proiezione del film ‘Io sono un po’matto e tu?’, alla presenza del regista Dario D’ambrosi, direttore artistico del Teatro patologico, presente insieme a parte del cast. Seguirà la consegna dei premi Diamante nero e la donazione del ricavato degli ingressi ad ‘Anffas per loro’ e Teatro patologico. Quindi allo spazio Val Casana il Diamond party di Dj Mirtillo (dalle 23.30 alle 2.30, ingresso libero).

    Il programma di domenica

    Domenica 6 aprile si apre con ‘Scudare il castello’, cerimonia di apposizione dello Scudo Blu sul castello di Scheggino, alle 9.30, nell’ambito del progetto nazionale portato avanti da Croce Rossa Italiana e Anci (come previsto dalla Convenzione dell’AIA del 1954, lo Scudo Blu viene apposto simbolicamente su beni, mobili o immobili, di grande importanza per il patrimonio culturale dei popoli, a protezione dai rischi di una guerra). Da segnalare anche il pensiero che la comunità schegginese ha deciso di rivolgere al Pontefice: durante la messa cantata dedicata a Papa Francesco, alle 11.30 nella Chiesa di san Nicola, verrà letta la missiva che sarà consegnata, poi, al Santo Padre.

    Verso il gran finale, poi, alle 15.30 sulla riva del fiume Nera per il ‘Frittatona show & degustazione’, alla presenza del testimonial dell’evento, l’attore Giulio Berruti: ben 2025 uova e 80 chilogrammi di tartufo saranno impiegati per realizzare la frittata ‘da guinness’ sotto gli occhi del pubblico, che poi assaggerà la deliziosa e profumata preparazione. Seguirà, alle 17.30, il concerto della cover band Alterego (cantautorato italiano) e alle 18.30 in piazza Urbani, la presentazione del libro ‘Un paese non è come lo vedi. Un Paese è come lo vivi’, di Giuseppe Caruso, seguita dall’esibizione musicale di Francesco Bussotti.

    Ricostruzione, le 8 proposte Confartigianato consegnate al commissario Castelli

    Otto proposte per migliorare e accelerare il lavoro delle imprese impegnate nella ricostruzione dell’area del sisma, dando una risposta alle popolazioni del Centro Italia. Sono quelle che Confartigianato ha elaborato e consegnato al commissario straordinario per la ricostruzione, Guido Castelli, nell’incontro pubblico che si è tenuto a Norcia, promosso da Confartigianato Imprese Umbria. Per cercare di rimuovere ostacoli e criticità, legate alla burocrazia, ai ritardi nei pagamenti, ai prezzi dei materiali e alla specifica problematica delle seconde case fuori dal Cratere.

    L’incontro, sul tema “Sisma Centro Italia: aggiornamenti tecnico-normativi e prospettive per la ricostruzione”, ha riunito istituzioni, tecnici e rappresentanti del mondo produttivo, per fare il punto sulla ricostruzione post-sisma e affrontare le nuove criticità emerse.

    Dopo i saluti istituzionali del presidente regionale di Confartigianato Imprese Umbria, Mauro Franceschini, del sindaco di Norcia Giuliano Boccanera e di Massimiliano Galli, rappresentante della Rete delle Professioni Tecniche Umbria, il presidente di Anaepa Confartigianato Edilizia Umbria, Pierangelo Lanini ha introdotto i lavori, evidenziato i progressi della ricostruzione, ma anche le nuove difficoltà normative e procedurali che rischiano di rallentare i cantieri.


    L’incontro moderato dal coordinatore della Categoria Edilizia di Confartigianato Imprese Umbria, Fabrizio Ferroni, ha affrontato i temi dei ritardi nei pagamenti, quali appunto la complessità burocratica, l’insostenibilità economica per interventi su seconde case fuori cratere e l’anomalo aumento dei prezzi dei materiali.

    Aspetti analizzati con una serie di interventi tecnici che hanno approfondito specifici aspetti della ricostruzione.

    Gianluca Fagotti, dirigente dell’Ufficio Speciale Ricostruzione Umbria, ha illustrato le principali novità normative introdotte dall’Ordinanza Commissariale n. 222/2025, soffermandosi in particolare sui recenti aggiornamenti tecnico-procedurali e sugli adeguamenti dei criteri contributivi per la ricostruzione privata.

    Franco Lodovici, presidente di Confartigianato Edilizia Rieti, ha denunciato le difficoltà burocratiche ancora presenti – procedure complesse, iter farraginosi – che frenano l’avanzamento dei lavori, evidenziando inoltre i gravi ritardi nei pagamenti alle imprese esecutrici che mettono a rischio la tenuta finanziaria delle aziende impegnate nei cantieri.

    Augusto Tomassini, presidente di Confartigianato Edilizia Perugia, si è concentrato sul tema delle seconde case situate fuori dal “cratere” sismico: per questi immobili la copertura pubblica dei costi di riparazione è parziale e la quota di accollo a carico dei proprietari può arrivare al 50% dell’importo dei lavori; Tomassini ha evidenziato, inoltre, che la soppressione dal 2025 delle opzioni fiscali, come lo sconto in fattura sui lavori a carico dei privati, rischia di rendere proibitivo l’avvio degli interventi sulle seconde case, chiedendo quindi misure per evitare che tali edifici rimangano danneggiati.

    Stefano Foresi, responsabile del settore Edilizia di Confartigianato Imprese Macerata–Ascoli Piceno–Fermo, ha invece posto l’accento sull’andamento anomalo dei prezzi dei materiali e delle lavorazioni nelle zone colpite: in alcune aree si registrano incrementi di costo ancor più marcati che altrove, anche a causa delle difficoltà logistiche e differenze di prezzo significative per gli stessi prodotti rispetto ad altri contesti. Foresi ha proposto l’istituzione di un tavolo permanente di monitoraggio dei prezzi nell’area del cratere, così da tenere sotto controllo le oscillazioni e prevenire fenomeni speculativi che possano ulteriormente gravare sulla ricostruzione.

    Problematiche che Confartigianato vuole contribuire a risolvere attraverso il documento con le otto proposte consegnare al commissario Guido Castelli.

    Il senatore Castelli ha partecipato attivamente ai lavori, raccogliendo le sollecitazioni delle imprese. Ha ringraziato Confartigianato Umbria per l’occasione di confronto costruttivo e ha assicurato il proprio impegno a mantenere un dialogo costante con gli attori della ricostruzione, al fine di individuare soluzioni condivise che permettano di superare gli ostacoli segnalati e di accelerare i cantieri nel rispetto della legalità e della trasparenza.

    Infine il commissario, con riferimento alle mancata proroga della ZFU (Zona Franca Urbana) ha prospettato una possibile soluzione della problematica nel breve tempo.

    Confartigianato Umbria ha confermato il proprio impegno a favorire una ricostruzione più rapida, trasparente ed efficace, al fianco delle imprese e delle comunità colpite dal sisma.