“Prima le case e poi le chiese” era uno degli slogan circolati dopo il terremoto del 2016, persino tra le tifoserie sportive. E dare una sistemazione alle persone sfollate, ricostruire le loro case e renderle più sicure è stata una priorità.
Ma la gioia spontanea, di popolo, per la riapertura della Basilica di San Benedetto a Norcia dimostra come una popolazione che ha visto letteralmente crollare il mondo addosso abbia bisogno anche dei suoi simboli, religiosi, cultural, identitari. Ecco perché la riapertura della Basilica, a 9 anni esatti dalla scossa che la devastò il 30 ottobre del 2016 (in uno sciame sismico iniziato il 24 agosto di quell’anno e terminato a gennaio 2017) ha rappresentato un punto importante nella ricostruzione nel Centro Italia.
Il finanziamento
L’intervento di ricostruzione della Basilica di San Benedetto a Norcia è stato finanziato con Ordinanza Speciale n.8 del 16 maggio 2021 grazie alle risorse messe a disposizione dal Commissario per la Ricostruzione Sisma 2016, dalla Regione Umbria (POR-FESR 201-2020) e da ENI Spa, per un importo totale di circa 15 milioni di euro. L’impegno di Eni è stato definito con un accordo di sponsorizzazione tecnica con l’obiettivo di sostenere la ricostruzione della Basilica attraverso risorse economiche e contributi di alto profilo professionale e organizzativo, accanto al commissario straordinario per la Ricostruzione e al Ministero della Cultura – l’Arcidiocesi di Spoleto e Norcia, la Regione Umbria e il Comune di Norcia, in un’alleanza che ha unito enti pubblici e privati in una visione strategica condivisa
La ricostruzione in Umbria
In Umbria dal 2016, a fronte di un totale di 5261 istanze presentate all’Ufficio Speciale Ricostruzione, ben 3728 risultano concesse per un importo totale richiesto di oltre 1,9 miliardi di euro, di cui 1,4 miliardi di euro già concessi e 831 milioni liquidati. Nove pratiche su dieci presentate all’USR Umbria sono state evase. Questo significa che per quasi ogni richiesta di contributo, c’è stata una risposta concreta e tempestiva, resa possibile anche dalla semplificazione delle procedure avvenuta negli ultimi anni. Ma non basta evadere le pratiche; l’obiettivo è la conclusione dei lavori. E anche qui il dato è incoraggiante: 6 pratiche su 10 hanno visto la fine dei lavori per cui centinaia di famiglie sono potute tornare a casa. Nel solo Comune di Norcia, oltre 730 famiglie sono rientrate nelle loro abitazioni ricostruite mentre diverse attività commerciali storiche hanno riaperto, ricominciando a creare valore e a dare lavoro.
Santa Maria Argenta
A Norcia è in corso anche la ricostruzione della concattedrale di Santa Maria Argentea, che dovrebbe essere consegnata entro un paio di anni. Gli eventi sismici avevano causato il ribaltamento della sommità della facciata e l’espulsione dei conci di rivestimento delle murature e, all’interno, il crollo della copertura ha coinvolto i pilastri e ampi brani del paramento interno delle murature perimetrali. L’importo dell’intervento è di circa 7 milioni e 400 mila euro, che provengono dal fondo sisma 2016.
Il Palazzo Comunale
In corso anche il cantiere del Palazzo Comunale, uno dei cantieri più innovativi della ricostruzione post sisma. Un intervento da poco meno di 6 milioni di euro e unico caso in Italia in cui un edificio storico è stato tagliato alle fondamenta per installare isolatori sismici.
Attesa la riapertura per l’anno prossimo. In ricostruzione anche l’edificio della “Castellina” che ospitava il museo civico e diocesano per il quale è attesa la riapertura nel corso del 2026. In questo caso è stato assegnato l’importo di quasi 154mila euro, a valere sulle risorse del fondo di accantonamento per le ordinanze speciali per i lavori che hanno un costo totale di circa 2,5 milioni di euro. Nel giro di pochi anni quindi l’iconica piazza di San Benedetto ritroverà il suo profilo originario.
Castelli: Norcia merita la capitale europea della Cultura 2033
“Il recupero delle eccellenze storico culturali e religiose è un elemento essenziale del nostro lavoro volto a far rinascere tutta l’Italia Centrale – commenta il commissario alla ricostruzione sisma 2016 Guido Castelli- Norcia e la Civitas appenninica si candidano a Capitale europea della cultura 2033, la patria di San Benedetto, patrono d’Europa, merita questo riconoscimento. Ringrazio il presidente della Regione Stefania Proietti, l’arcivescovo Renato Boccardo, l’Ufficio ricostruzione Umbria e il sindaco Giuliano Boccanera per la sinergia e la collaborazione”.
Da venerdì 31 ottobre a domenica 2 novembre si terrà la XXIV Mostra mercato dello zafferano di Cascia. Un appuntamento sempre più punto di riferimento per la promozione delle eccellenze umbre e per la valorizzazione di un prodotto simbolo del territorio: lo zafferano purissimo di Cascia.
La Mostra mercato dello zafferano di Cascia verrà inaugurata venerdì 31 ottobre, con la presentazione alle 10 e il taglio del nastro alle 12, alla presenza delle autorità civili e militari. Tra gli appuntamenti più attesi figurano le Vie dell’oro, lo show cooking curato dagli studenti dell’Istituto alberghiero, e gli spettacoli di intrattenimento: la serata del 31 ottobre con DJ Wender da Lo Zoo di 105 e il primo novembre con Giovanni Cacioppo di Comedy Central.
Il programma completo e tutti gli aggiornamenti saranno disponibili sulle pagine ufficiali Discover Cascia su Facebook e Instagram.
Il vicesindaco e assessore al turismo del Comune di Cascia, Marco Emili, in occasione della presentazione del programma, ha ricordato l’importanza dello zafferano: “Oggi a Cascia lo zafferano non è solo una spezia, ma un simbolo identitario della nostra comunità. Il centro della città si trasforma in una vetrina per promuovere questo prodotto d’eccellenza e tutti gli altri che la nostra terra può offrire, creando al contempo momenti di confronto e crescita tra i vari attori del territorio. È un piacere per me presentare questa edizione accanto a due giovani aziende locali, radicate e fortemente legate alla nostra terra: persone che hanno creduto nelle potenzialità di Cascia e dimostrano come ancora oggi i nostri luoghi possano offrire spezie, materie prime preziose per l’economia e futuro alle nuove generazioni. La capacità di ricerca e innovazione anche nello zafferano apre la strada a nuovi orizzonti, approfondendo e introducendo il suo utilizzo in ambiti diversi da quello culinario”.
Una delle novità in calendario per l’edizione 2025 è infatti lo zafferano in ambito cosmetico, una sfida che testimonia la voglia di evolversi nel segno della qualità.
Parallelamente, grazie al lavoro condiviso con la DMO Discover Cascia, costruiti percorsi esperienziali per i visitatori. Nasce così il progetto ‘Le Vie dell’Oro’ che unisce sapori, cultura e natura in un unico itinerario.
Il vicepresidente dell’associazione ‘Zafferano di Cascia – Zafferano Purissimo dell’Umbria’, Stefano De Carolis, ha sottolineato l’importanza della manifestazione per i produttori. “Per noi produttori – ha dichiarato De Carolis – la Mostra Mercato è il momento più importante dell’anno. È qui che possiamo mostrare il frutto del nostro lavoro, un prodotto che racchiude mesi di impegno, dedizione e amore per la nostra terra. Ogni fiore di zafferano racconta una storia di tradizione, di fatica e di orgoglio: la storia di un territorio che continua a credere nella qualità, nella sostenibilità e nella propria identità agricola. Negli anni Cascia ha saputo costruire attorno allo zafferano un simbolo riconosciuto in tutta Italia. Oggi, però, la sfida è guardare oltre, ampliando gli orizzonti di utilizzo di questa spezia straordinaria, anche in settori come la cosmetica e il benessere naturale”.
Camillo Pietrolucci, presidente della DMO Discover Cascia, ha illustrato il ruolo della DMO e le iniziative legate alla promozione del territorio. “La Mostra mercato dello zafferano – ha commentato Pietrolucci – è un momento centrale per la promozione di Cascia e della Valnerina. Per la DMO rappresenta un’occasione concreta per valorizzare il lavoro fatto insieme agli operatori locali e per creare una rete che unisca eventi, tradizioni, turismo e cultura in un’unica strategia di sviluppo. In questo contesto nasce il progetto ‘Le Vie dell’Oro’, un percorso enogastronomico e culturale pensato per raccontare lo zafferano in tutte le sue forme, come esperienza autentica che trasmette l’essenza del nostro territorio. Durante la Mostra sarà presente anche uno stand DMO Discover Cascia, concepito come punto informativo per conoscere itinerari, esperienze e iniziative che valorizzano Cascia tutto l’anno. Come DMO stiamo potenziando la presenza alle fiere di settore e le attività divulgative, per ampliare la visibilità della città e renderla un punto di riferimento nel turismo esperienziale. L’obiettivo è far conoscere Cascia a un pubblico sempre più vasto, creando un modello di turismo sostenibile e duraturo”.
Simone Vagni, giovane produttore e membro dell’associazione: “Coltivare lo zafferano significa dare nuova vita ai campi in un periodo dell’anno in cui la terra, normalmente, riposa. È una coltura che si inserisce perfettamente nei cicli agricoli e rappresenta un’opportunità concreta per diversificare e valorizzare la produzione. Lo zafferano contiene carotenoidi e antiossidanti naturali con straordinarie proprietà benefiche, non solo per la salute ma anche per la pelle. Vogliamo staccarci dall’idea che lo zafferano serva solo per il risotto: è un ingrediente capace di valorizzare dolci, formaggi, liquori e piatti creativi, unendo tradizione, innovazione e amore per questa terra”.
Segnali di reazione della Valnerina. Agricoltura, turismo sostenibile e innovazione digitale stanno rilanciando il territorio, ancora impegnato nella ricostruzione post sisma 2016. E’ quanto emerge dal Rapporto Isnart 2025, con il focus group dedicato all’area interna della Valnerina, nell’ambito della Strategia promossa dal Ministero dell’Agricoltura e realizzata da Isnart in collaborazione con Unioncamere e la Camera di Commercio dell’Umbria. Dai dati del Rapporto Isnart 2025 emerge un territorio che resiste allo spopolamento, con un turismo in crescita ma ancora fragile e la necessità di infrastrutture materiali e digitali per una ripartenza duratura.
Spiega Paolo Bulleri, dirigente Isnart responsabile delle analisi sull’economia del turismo: “Il focus group sulla Valnerina si inserisce nel percorso di ascolto che stiamo portando avanti in tutta Italia per dare voce alle aree interne. Isnart, società del Sistema camerale, nasce proprio per accompagnare il turismo italiano nella comprensione dei nuovi fenomeni e nella costruzione di strategie sostenibili. Nella Valnerina emergono con forza i temi dell’accessibilità, dei servizi essenziali e della valorizzazione dei prodotti tipici come leva di sviluppo. Queste comunità chiedono infrastrutture, reti digitali e continuità progettuale: condizioni indispensabili per far sì che il turismo diventi motore stabile di crescita e non solo stagionale. Il Rapporto Isnart 2025 raccoglie e rilancia queste istanze, offrendo una base di lavoro concreta e condivisa”.
L’area del sisma 2016
I 14 comuni del cratere del 2016 – da Norcia, Cascia e Preci a Cerreto di Spoleto, Poggiodomo, Monteleone di Spoleto e Vallo di Nera, fino a Scheggino, Sant’Anatolia di Narco, Ferentillo, Montefranco, Arrone, Sellano e Polino – rappresentano la parte viva di un territorio ferito ma tenace. Spoleto, pur condividendo la storia del sisma, non rientra tra le aree interne riconosciute dalla Strategia nazionale (SNAI).
Un’Italia che si svuota, ma non si arrende
Il Rapporto Isnart 2025 restituisce l’immagine di un Paese attraversato da profonde disuguaglianze territoriali. Le 124 aree progetto individuate dalla Strategia nazionale comprendono 1.904 comuni e circa 4,5 milioni di abitanti, l’8% della popolazione italiana. Ma è in questi territori che si concentra la parte più fragile del tessuto demografico ed economico.
Tra il 2002 e il 2023 le nascite sono crollate, e l’indice di vecchiaia mostra un aumento costante: in alcune zone del Sud, come la Valle del Cedrino in Sardegna, si prevede un raddoppio (+100,4%) entro il 2043. Il fenomeno dello spopolamento è diffuso: in oltre 100 delle 124 aree analizzate il saldo naturale e migratorio resta negativo, con proiezioni Istat che indicano un calo medio del 20-30% della popolazione entro vent’anni.
A fronte di questa tendenza, la Valnerina si distingue per capacità di adattamento: pur registrando un progressivo calo dei residenti, mantiene una tenuta imprenditoriale e turistica che la colloca tra i casi virtuosi del Centro Italia.
Imprese, agricoltura e nuove energie
Nelle aree interne italiane operano 440mila imprese attive (9% del totale nazionale), con una forte incidenza agricola: 140mila aziende, pari al 20% dell’intero comparto agricolo del Paese. La dimensione media è ridotta, ma il contributo al valore aggiunto agricolo è tra i più elevati d’Italia.
La Valnerina riflette questa struttura produttiva, con un tessuto diffuso di imprese a conduzione familiare, femminile e giovanile, spesso integrate nella filiera del turismo e dell’agroalimentare. Il territorio si distingue per una vocazione biologica marcata e una Superficie Agricola Utilizzata (SAU) superiore alla media, con un’elevata presenza di boschi e pascoli.
Dove altrove prevale l’abbandono, qui cresce la specializzazione: 7,2 agriturismi ogni 100 imprese agricole (contro 4,5 della media nazionale), 4,9 prodotti certificati per comune e un patrimonio culturale fatto di borghi storici, musei e paesaggi riconosciuti a livello ambientale. Il Rapporto Isnart ne quantifica il potenziale con un indice di capitale territoriale superiore alla media italiana, che tuttavia resta ancora solo parzialmente tradotto in valore economico.
Turismo in crescita, ma con margini di miglioramento
Sul fronte turistico, la Valnerina registra una pressione turistica di 19,2 presenze per abitante, più che doppia rispetto alla media delle aree interne (8,9) e molto superiore a quella del resto del Paese (7,4). È un dato che la colloca al 28° posto nazionale su 130 aree considerate, e testimonia un forte appeal, in particolare per il turismo esperienziale e naturalistico.
La densità ricettiva – 4,7 posti letto per chilometro quadrato, contro i 21,8 della media nazionale – indica però una capacità di accoglienza ancora limitata. Eppure, il tasso di occupazione dei posti letto, pari al 18,7%, è tra i più alti del Paese (16° posto assoluto), superiore alla media nazionale delle aree interne (16,4%) e vicino ai valori di molte regioni turistiche consolidate.
Il gap tra potenzialità e turisticità risulta positivo: la Valnerina si colloca quattro posizioni sopra la media, segno che il turismo sfrutta più di quanto non sia ancora espresso dal capitale territoriale. Ma la dotazione infrastrutturale resta incompleta: nessuna stazione ferroviaria, accessibilità stradale da migliorare, connessione digitale ancora discontinua.
Un’Umbria a cinque anime interne
Accanto alla Valnerina, l’Umbria conta altre quattro aree classificate come interne: la Media Valle del Tevere e Umbria meridionale, il Nord Est Umbria, il Sud Ovest Orvietano e l’Unione dei Comuni del Trasimeno. In tutto 59 comuni, pari a oltre un quarto del territorio regionale.
Ognuna di queste aree condivide sfide comuni: calo demografico, carenza di servizi e infrastrutture, bisogno di innovazione. Tuttavia, l’Umbria mostra una capacità di reazione superiore alla media nazionale, grazie al radicamento delle filiere agricole e agroalimentari e a una crescente attenzione per il turismo lento, culturale e ambientale.
Dalla resilienza alla rinascita
Nel focus group Isnart sono emersi con chiarezza i temi cruciali per lo sviluppo della Valnerina: rafforzare la cooperazione istituzionale, migliorare i servizi essenziali di prossimità (bancomat, scuole, sanità, poste), promuovere la digitalizzazione, e creare reti tra imprese e comunità locali. Tra le proposte, anche quella di un “Marchio Valnerina” per unire prodotti, esperienze e ospitalità sotto un’unica identità territoriale.
La sfida è coniugare innovazione e autenticità: rendere la montagna un luogo dove vivere, lavorare e restare. Per farlo servono infrastrutture, competenze e politiche che sostengano chi sceglie di restare.
Il Rapporto Isnart 2025 mostra che la direzione è tracciata: la Valnerina non vuole arretrare, anzi. Con il suo patrimonio naturale e umano, può diventare il simbolo di una nuova stagione per le aree interne, dove la resilienza si trasforma in crescita, e la bellezza in futuro.
Sarà nel segno della pace la cerimonia di riapertura al culto della Basilica di san Benedetto a Norcia, che avverrà simbolicamente nelle giornate del 30 e 31 ottobre. Norcia si prepara a questo atteso e sentito momento con un calendario di appuntamenti. Tra gli eventi in programma questa settimana ci sono il 24 ottobre la presentazione del Premio San Benedetto da Norcia, riconoscimento annuale ispirato al patrono d’Europa, e il 25 una Marcia della pace.
Venerdì 24 ottobre alle 16.30 nella sala Digipass si terrà la presentazione della prima edizione del Premio istituito dal Comune di Norcia, alla presenza del sindaco Giuliano Boccanera. Un premio che nasce dalla volontà di ricordare la figura di san Benedetto e di valorizzare la ricchezza della tradizione benedettina ribadendo l’attualità dei suoi principi. Partendo dai valori della Regola benedettina ‘Ora et labora’, il premio intende valorizzare personalità che si siano distinte in vari campi del sapere e dell’impegno umano. Ogni edizione sarà infatti dedicata a una disciplina o ambito specifico, tra quelli che la figura di san Benedetto simbolicamente abbraccia (religione e spiritualità; lavoro ed economia; letteratura e cultura; arte e architettura; educazione e società; pace). Il Premio verrà consegnato ogni anno.
“L’istituzione del Premio San Benedetto – spiegano dall’amministrazione comunale di Norcia – non è soltanto un atto celebrativo, ma una proposta culturale per l’Europa di oggi. In un tempo segnato da divisioni e crisi, la Regola di san Benedetto offre un modello di equilibrio e comunità: una vita ordinata, basata sul rispetto reciproco, sul lavoro come servizio, sulla dignità della persona, e si propone di rendere attuale l’insegnamento del santo mostrando come i suoi valori possano illuminare le sfide contemporanee; collegare fede e cultura, facendo dialogare religione, arte, scienze sociali, economia e impegno civile; creare una rete di eccellenze europee, valorizzando figure che incarnano un impegno a beneficio della collettività”.
Sabato 25 ottobre alle 10 ci sarà poi la Marcia della pace, organizzata dal Comune di Norcia in onore di uno dei valori fondanti della regola benedettina, che vedrà la presenza di padre Ibrahim Faltas, frate francescano egiziano, direttore delle diciotto scuole della Custodia di Terra Santa, che arriverà dalla Palestina per dare testimonianza di quanto sta accadendo. Sono stati invitati inoltre a partecipare i venticinque Comuni della Diocesi Spoleto-Norcia, le associazioni del territorio, le pro loco, le scuole, e le consulte giovanili della Valnerina. Il corteo partirà dal parcheggio di Porta Meggiana, costeggerà le mura cittadine e attraverserà il centro storico arrivando in Piazza san Benedetto con il suo forte messaggio di pace e di fratellanza.
Due giornata di confronto – giovedì 18 e venerdì 19 settembre, a Norcia – sul tema “Dalle emergenze passate azioni e prospettive efficaci e sicure nelle ricostruzioni post-sisma: esperienze a confronto”. L’occasione di confronto tra i rappresentanti di Istituzioni, Enti, Imprese e Parti sociali e alcune Regioni italiane che hanno vissuto esperienze analoghe di ripartenza lavorativa, economica e sociale per il superamento delle catastrofi edilizie e ambientali derivanti dai fenomeni sismici.
L’iniziativa è organizzata da Inail Umbria, Regione Umbria, Comune di Norcia e dagli enti bilaterali territoriali del settore edilizia.
I modelli procedurali e le buone pratiche adottate in tali contesti emergenziali, comprese quelle in materia sicurezza nel lavoro e di restauro del patrimonio artistico e culturale dei piccoli borghi caratterizzanti spesso i territori più colpiti, costituiscono oggi elementi e riferimenti utili per orientare e predisporre un approccio maturo, tempestivo ed efficace nell’affrontare le eventuali future situazioni di ricostruzione. Ciò nel pieno rispetto dei principi e dei parametri di responsabilità e di sicurezza nei confronti delle persone, dei lavoratori, delle committenze, del patrimonio storico artistico e della comunità.
L’iniziativa ospiterà alcuni soggetti promotori di positivi interventi e di buone pratiche nella ricostruzione e nel restauro in sicurezza.
Partendo dall’esperienza realizzata nelle zone del centro Italia coinvolte nel sisma 2016, sarà rappresentato quanto realizzato, i modelli adottati e i risultati raggiunti, compresi quelli sull’andamento infortunistico nei cantieri a fronte delle misure incrementali di prevenzione adottate.
Nel corso della giornata del 18 settembre p.v. è prevista altresì una visita guidata al cantiere della Basilica di S.Benedetto da Norcia e al cantiere della Cattedrale Santa Maria Argentea di Norcia.
Seguirà l’avvio dei lavori con gli interventi di alcuni rappresentati delle principali Istituzioni pubbliche coinvolte e una tavola rotonda condotta e coordinata dal Direttore Generale dell’Inail dott. Marcello Fiori.
I modelli procedurali nati dalle esperienze di ricostruzione post-sisma che hanno interessato il territorio nazionale nel corso degli ultimi decenni saranno presentati e messi a confronto da una rappresentanza plurale di soggetti che hanno gestito le ricostruzioni post-sisma nelle Regioni Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Marche, Lazio e Campania.
L’iniziativa prevede la partecipazione di una platea qualificata di oltre 200 persone, tra istituzioni, tecnici, imprese, parti sociali, reti delle professioni, cittadinanza civile e studenti e rappresentanti del mondo della scuola.
Nove anni fa, la notte del 24 agosto 2016, alle ore 3.36, la terra ha tremato con violenza tra Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo. Avviando una una sequenza sismica tra le più disastrose che abbiano mai colpito il Centro Italia: 299 morti, crolli e danni agli edifici per 28 miliardi di euro, decine di migliaia di persone senza casa, centinaia di imprese bloccate nella loro attività. Quattro terremoti in poco più di cinque mesi dal 24 agosto 2016 al 18 gennaio 2017: la sequenza sismica Amatrice-Norcia-Visso, come è stata rubricata dall’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia). Innumerevoli repliche nel corso dei mesi successivi, 7 delle quali di magnitudo superiore a 5, tra cui la più forte fu quella del 30 ottobre 2016 con epicentro Norcia. Un evento catastrofico che ha determinato la creazione di un cratere di ottomila chilometri quadrati: una vasta area compresa in quattro regioni (Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria) che include 138 Comuni.
Castelli: chiedere scusa per le troppe false partenze
“Nove anni dopo, il primo pensiero va alle vittime e ai loro familiari e a tutti coloro che hanno perso i loro cari e i loro beni. Il dovere delle Istituzioni è di assicurare ogni forma di aiuto, chiedendo scusa per i ritardi accumulati in troppe false partenze” ha commentato Guido Castelli, commissario straordinario alla ricostruzione e alla riparazione. “Un dovere – ha sottolineato – che prescinde dal lavoro fatto e dai lavori in corso, e dai segnali di ripresa e di ripartenza che in questi ultimi due anni sono stati registrati e documentati”.
In Umbria: evitare lo spopolamento
In Umbria si guarda con fiducia alla ricostruzione, che sta compiendo la svolta con la chiusura di cantieri e la restituzione all’utilizzo di beni simbolo per la regione, oltre alle abitazioni e alle sedi produttive.
Di fronte alle devastazioni causate dagli eventi sismici iniziati proprio quel 24 agosto di nove anni fa, con sono state compiute, dall’amministrazione regionale di allora, scelte precise per evitare lo spopolamento dei territori colpito e si è intervenuti fin da subito per cercare di far ripartire le imprese danneggiate e le attività legate all’agricoltura e alla zootecnia, con azioni di sostegno e di rilancio delle attività produttive, turistiche, commerciali, artigianali e agricole.
Proietti: guardare con fiducia al domani
La scossa del 24 agosto distrusse i comuni di Amatrice (RI), Accumoli (RI) e Arquata del Tronto (AP) e provocò oltre 300 vittime, nessuna delle quali in Umbria ma “a loro e alle comunità ferite dalla perdita di vite umane va oggi il nostro primo pensiero” – ha dichiarato la presidente della regione Stefania Proietti – .Quella di oggi è una giornata dedicata al ricordo di quanto accaduto nove anni fa, alla tragedia che ha segnato la vita di tante persone e alla sofferenza di chi ha perso la casa, l’impresa, il lavoro. Ma è anche il momento opportuno per guardare con sempre maggiore fiducia al domani, alla rinascita che è già in corso di questi splendidi territori. Una rinascita possibile perché hanno resistito le comunità, quelle comunità che, con i sindaci, le amministrazioni, il mondo della scuola, le associazioni di volontariato e i cittadini, sono le fondamenta essenziali per una ricostruzione che non è fatta solo di edifici. Fin dal momento dell’insediamento di questa nuova Giunta ci siamo spesi, operando in stretta sinergia con il commissario straordinario Guido Castelli e le amministrazioni locali per accelerare al massimo la ricostruzione, mio impegno costante e prioritario in qualità di vice commissario: mi sento responsabile di queste nostre comunità che hanno resistito a una calamità così grave e che oggi, nei loro splendido territori, sono una chiave di rilancio per l’Umbria tutta”.
“Grazie anche al supporto e alla presenza costante del commissario Castelli, stiamo ottenendo risultati che sono sotto gli occhi di tutti e che avranno un tangibile impatto, non solo dal punto di vista simbolico, quando il 30 ottobre prossimo potremo riconsegnare a Norcia e a tutto il mondo la Basilica di San Benedetto finalmente terminata. Continueremo a lavorare affinché, di pari passo con la ricostruzione materiale vi sia una rigenerazione della comunità, ricreando socialità, facendo tornare i giovani nelle zone del cratere, e continuando così ad accompagnare in modo fattivo ripartenza dell’economia. Lo faremo in un’ottica di Italia mediana, cercando di trasformare quello che oggi è il cratere sismico in un legame tra le regioni del centro Italia (Umbria Marche Abruzzo Lazio) che possa diventare strutturale e potenziare così infrastrutture e servizi. Tutti i nostri sforzi sono rivolti alla prevenzione: stiamo adottando tecniche innovative e le soluzioni tecnologiche più avanzate ed ecosostenibili, da Castelluccio alla Basilica di San Benedetto, dalle scuole agli ospedali, per diventare apripista della prevenzione più spinta, perché le nostre terre possano convivere con la fragilità e la sismicità garantendo la maggiore sicurezza e i minori rischi per le persone e per la vita. Guardiamo con fiducia ai prossimi anni, nella certezza che stiamo impiegando ogni nostra energia e tutte le risorse necessarie”.
La ricostruzione in Umbria
Dal 2016, l’Ufficio Speciale Ricostruzione Umbria ha avviato 3.694 cantieri per la ricostruzione privata, di cui 2.235 già conclusi, permettendo il ritorno delle famiglie nelle proprie abitazioni e delle attività economiche nei loro luoghi di lavoro. A fronte di 5.248 istanze presentate, 3.699 sono state concesse, mentre 988 sono state rigettate o archiviate. La ricostruzione leggera è quasi completata, con una percentuale di evasione pari al 93%, mentre quella pesante prosegue con un ritmo sostenuto, raggiungendo l’84%.
Complessivamente, lo stato di attuazione della ricostruzione privata si attesta all’89%. Quanto agli importi richiesti con le istanze di contributo, in Umbria, al 14 agosto 2025, sono pari ad € 1.924.666.058,27 di cui € 1.328.469.212,04 concessi e € 807.105.267,85 liquidati.
Per i comuni maggiormente colpiti, i risultati sono significativi:
● Cascia: 388 cantieri avviati, di cui 288 conclusi; 467 istanze presentate, con una percentuale di evasione del 97% per la ricostruzione leggera e dell’85% per quella pesante.
● Norcia: 1.202 cantieri avviati, di cui 730 conclusi; 1.675 istanze presentate, con una percentuale di evasione del 96% per la ricostruzione leggera e dell’86% per quella pesante.
● Preci: 171 cantieri avviati, di cui 94 conclusi; 223 istanze presentate, con una percentuale di evasione del 97% per la ricostruzione leggera e dell’84% per quella pesante.
Ricostruzione pubblica: un modello di efficienza
Nel settore pubblico, l’USR Umbria ha finanziato 436 interventi per un totale di € 733.750.760,92. Tra questi, spiccano:
● Edilizia scolastica: 94 interventi per € 361.030.874,78.
● Municipi: 18 interventi per € 23.675.094,96.
● Edilizia sanitaria e socio-sanitaria: 7 interventi per € 28.470.300,00.
● Caserme: 2 interventi per € 8.367.506,74.
● Dissesti: 22 interventi per € 20.958.994,34.
● Cimiteri: 55 interventi per € 24.585.764,96.
● Chiese ed edifici di culto di proprietà comunale: 13 interventi per € 9.336.198,08
● Edilizia residenziale pubblica: 34 interventi per € 47.098.777,61.
● Opere di urbanizzazione e infrastrutture: 56 interventi per € 74.145.583,00.
Tra i progetti più rilevanti, si segnalano:
● Il Polo Scolastico di Norcia, con un investimento di oltre € 22 milioni per nuovi edifici scolastici e un polo sportivo. Prevista la costruzione dei nuovi edifici scolastici mentre un secondo lotto riguarderà la realizzazione del polo sportivo a servizio anche delle istituzioni scolastiche. Soggetto attuatore è la Provincia di Perugia
● Sono in fase di completamento i lavori degli ospedali di Norcia (ordinanza speciale n. 11/2021) e di Cascia (ordinanza speciale n. 12/2021). Soggetto attuatore è la Regione Umbria e la loro prossima riapertura sarà un traguardo significativo per la salute e il benessere delle comunità oltre a costituire un segno tangibile del progresso nella ricostruzione e nel miglioramento delle infrastrutture essenziali del territorio
● La ricostruzione integrata di Castelluccio di Norcia, con un investimento di € 68 milioni per 144 unità immobiliari e opere pubbliche primarie.
● Sono in corso i lavori per la ricostruzione del complesso monumentale dell’antica abbazia di S. Eutizio nel comune di Preci. Soggetto attuatore è la Curia arcivescovile di Spoleto-Norcia. I lavori nella chiesa proseguono celermente e sono stati avviati anche quelli per il monastero per un importo di euro 10.000.255,04. È prevista anche la ricostruzione della torre campanaria sulla cosiddetta ‘Rupe di Sant’Eutizio’
● La riapertura della Basilica di San Benedetto a Norcia, fissata per il 30 ottobre 2025, in occasione del nono anniversario del sisma.
Sempre nell’ambito della ricostruzione pubblica vanno aggiunti anche 205 interventi sui beni culturali per un importo di € 150.855.088,86. Di questi, sono 34 i lavori ultimati e 49 i lavori in corso.
L’USR Umbria – ricorda la Regione – ha adottato misure rigorose per garantire la legalità e la trasparenza, prevenendo infiltrazioni mafiose e episodi di malcostume. Grazie alla piattaforma digitale Ge.Di.Si., è possibile monitorare in tempo reale i cantieri, rafforzando i controlli su sicurezza, lavoro nero e concorrenza sleale.
La Presidenza del Consiglio dei Ministri informa che la Struttura per la Prevenzione Antimafia del Ministero dell’Interno ha adottato 7 provvedimenti interdittivi antimafia nei riguardi di altrettante imprese che hanno fatto richiesta di iscrizione nell’Anagrafe Antimafia degli Esecutori gestita dalla stessa Struttura per partecipare ai lavori di ricostruzione post sima centro Italia 2016 e due di queste anche per la realizzazione delle opere per le Olimpiadi e Paraolimpiadi Milano-Cortina 2026.
“Tale interdittive – si spiega nella nota – consentono di estromettere preventivamente le imprese interessate prima di essere affidatarie di commesse pubbliche e, nel caso della ricostruzione, anche di commesse private con contribuzione pubblica”.
Si tratta di imprese individuali o società a responsabilità limitata semplificata, la cui attività principale dichiarata è quella edile. Le imprese sono state interdette per l’emersione di collegamenti con le maggiori organizzazioni criminali nazionali: cinque con la camorra, due con la ‘ndrangheta ed una con un sodalizio di matrice mafiosa riconducibile a personaggi criminali di etnia rom.
In particolare sono state evidenziate connivenze, alleanze e accordi di mutua convenienza attraverso i quali le organizzazioni criminali perfezionano sempre di più da un lato la pressione sul tessuto socio-economico e dall’altro la capacità di infiltrare la rete produttiva del territorio alterandone gravemente i meccanismi della libera concorrenza a scapito delle aziende “sane”.
Con questi 7 provvedimenti salgono a 30 le interdittive adottate nei primi sette mesi del 2025 dal direttore della Struttura, prefetto Paolo Canaparo, con un incremento del 15% rispetto all’intero anno 2024 (erano state 26) e del 40% rispetto all’intero anno 2023 (erano state 18).
Tale incremento dei provvedimenti interdittivi – viene spiegato ancora – costituisce l’esito di una intensificazione della attività di analisi info-investigativa da parte della Struttura, su indicazione del ministro Piantedosi, e del contestuale sviluppo di ulteriori forme di collaborazione con la Direzione Investigativa Antimafia, con il Gruppo Investigativo Centrale, istituito presso la Direzione centrale della polizia criminale, e con i Gruppi Interforze Antimafia delle Prefetture competenti.
Il direttore della Struttura ha inoltre adottato misure di prevenzione collaborativa ex art. 94-bis del Codice delle leggi antimafia, applicata a una società con sede nella provincia di Milano che ha fatto richiesta di iscrizione per partecipare ai lavori di ricostruzione post sisma centro Italia e per la quale sono stati accertati tentativi di infiltrazione riconducibili a situazioni di agevolazione occasionale. Tale provvedimento – di una durata di 12 mesi – prevede l’adozione di adeguate misure ai sensi del d.lgs. n. 231/2001, atte a rimuovere e prevenire le cause di agevolazione occasionale, nonché l’obbligo di comunicazione di taluni atti al Gruppo interforze antimafia di Milano.
Alla scadenza delle misure di prevenzione, il direttore della Struttura del Viminale, sentito il predetto GIA, rilascerà un’informazione antimafia liberatoria, disponendo la conseguente iscrizione in Anagrafe, nel caso in cui accerti il venir meno dell’agevolazione occasionale e verifichi l’assenza di altri tentativi di infiltrazione mafiosa.
“Il contrasto alle infiltrazioni malavitose è sempre stata una priorità della struttura commissariale” aggiunge il commissario di Governo alla ricostruzione post sisma 2016 il sen. Guido Castelli (nella foto). “Abbiamo lavorato a lungo in questi mesi con l’unità di missione antimafia diretta dal prefetto Canaparo presso il Ministero degli Interni per rafforzare le difese del sistema. I risultati che il ministro Piantedosi ha ricordato ieri attraverso i suoi canali social confermano la bontà di questo lavoro. Come ricordava il Prefetto Canaparo, nel solo mese di luglio 2025, sono stati adottati un totale di 5 provvedimenti interdittivi antimafia riferiti ad imprese che hanno richiesto l’iscrizione all’Anagrafe Antimafia degli Esecutori, in quanto interessati a partecipare alla ricostruzione post sisma 2016 nel Centro Italia; queste si aggiungono alle 23 adottate nei primi sei mesi di quest’anno, per un totale, ad oggi, di 28 provvedimenti. Nel 2024 ne erano stati adottati 26 e altri 18 nel 2023. Difendiamo i nostri meravigliosi territori anche garantendo tutti i giorni la legalità” conclude il commissario Castelli.
Inaugurata a Monteleone di Spoleto la Fiera di San Felice, mostra-mercato del bestiame, cereali e prodotti tipici umbri, in programma sabato 19 e domenica 20 luglio.
Insieme alla sindaca di Monteleone di Spoleto Marisa Angelini, al taglio del nastro della manifestazione erano presenti Massimiliano Presciutti, presidente della Provincia di Perugia, il prefetto di Perugia Francesco Zito, il questore di Perugia Dario Sallustio, i consiglieri regionali Paola Agabiti e Stefano Lisci, e molti sindaci della Valnerina, oltre a rappresentanti di Anci Umbria, Cedrav e Fai.
“È la tredicesima edizione – ha dichiarato la sindaca Angelini – abbiamo voluto anche quest’anno mettere in vetrina tutto quello che è la produzione agricola e zootecnica di Monteleone di Spoleto, una grande occasione per dare visibilità e luce all’imprenditoria locale. È un giorno di festa che affonda le radici nel 1600 quando padre Felice Carosi portò le reliquie di san Felice a Monteleone di Spoleto oggi conservate nel Complesso monumentale della Chiesa di san Francesco e volle istituire una festa. È un momento molto importante, in cui la nostra mission è quella di stare vicino agli impreditori e allevatori e a tutti coloro che rimangono e producono in questo territorio, sempre con grande qualità”.
“Questa è una zona di confine – ha commentato il presidente Presciutti –, un’area interna e quella di oggi non è solo una bella e importante manifestazione per il Comune di Monteleone, ma è la dimostrazione che le aree interne solo un valore per l’Umbria e l’Italia. Questo modo di approcciare alle cose è quello che ci piace perché crea comunità e rilancia il messaggio che le aree interne non sono da ‘lenta eutanasia’ ma sono un valore. Quello che si trova in termini di ambiente, enogastronomia, qualità della vita, non si trova da altre parti ed è un valore inestimabile che va rilanciato in tutto il Centro Italia”.
Nella sua veste moderna la fiera è organizzata da Comune e Pro loco di Monteleone e dall’associazione Borghi più belli d’Italia, con il sostegno di consorzio Bacino imbrifero montano (Bim) del Nera e Velino della provincia di Perugia, Assemblea legislativa dell’Umbria, Cedrav, Camera di commercio dell’Umbria, Produttori locali agricoli e zootecnici, e la collaborazione di Fai, Gruppo locale tradizioni popolari, Archeoambiente e Filitalia International Chapter Monteleone di Spoleto.
Inaugurata, dunque, sulle note del corpo bandistico ‘Carlo Innocenzi’ di Monteleone di Spoleto, la Fiera, allestita da porta Spoletina alle Vallatte, e aperta anche domenica 20 luglio fino alle 19. A seguire sono stati consegnati il premio San Felice – Etica, qualità e gusto italiano nel mondo all’Azienda Colle del Capitano per la sezione agroalimentare e alla signora Giuseppina Ceccarelli per la sezione volontariato.
Il programma
Tante le attività, tra cui nei due giorni, fino alle 20, la possibilità di fare giri turistici in carrozza per le vie del paese, a cura dell’associazione attacchi Umbria asd. Cavalli ancora protagonisti, sabato sera in località Le Vallatte, area verde a pochi metri dal centro storico, per lo spettacolo equestre che emoziona sempre grandi e piccini per le straordinarie performace degli artisti. Stessa location, nella giornata di apertura, anche per l’arrivo dei partecipanti al trekking su cavallo ‘Sulla via dei due santi’, partiti il venerdì da Montereale, in provincia dell’Aquila, e per una dimostrazione di educazione cinofila a cura dell’educatrice cinofila Veronica Angelini. Al Giardino della Biga, invece, arte con un laboratorio dell’associazione Filitalia international chapter Monteleone e il progetto ‘Dipingi il tuo borgo’, alla prima edizione, promosso da ‘I borghi più belli d’Italia in Umbria’ di cui è protagonista l’artista Domenico Bordacchini. Spazio poi a Fabio Matteucci, artista che realizza le sue opere utilizzando una semplice penna bic in mostra anche al Museo della Biga con la personale ‘Fiabe d’inchiostro e creature selvagge’. Nella giornata anche una mostra di moto d’epoca in centro storico e, a chiudere, dopo il galà equestre, a Le Vallatte, gli Alta Quota, con balli e musica. Domenica si apre con la Colazione del contadino, offerta dai produttori locali alle 10 e si prosegue con un incontro divulgativo sul cavallo agricolo italiano da tiro pesante rapido (Caitpr) e sulla valorizzazione degli allevamenti selezionati del borgo di Monteleone di Spoleto, organizzato dall’associazione nazionale allevatori Caitpr, con la presentazione di esemplari del territorio. Il pomeriggio, e fino alle 20.30, spettacolo itinerante Paesi danzanti, progetto del Fai e Cedrav con gruppi folcloristici locali che daranno spazio alle tradizioni, tra saltarello, quadriglia, organetto e rime baciate, con la partecipazione del gruppo folk Interamna, e della Sala d’arme ‘Achille Marozzo’, con il gruppo di gioco di Ruolo dal vivo, che darà vita a uno spettacolo di scherma storica rinascimentale (dallle 16.30 alle 18.30 alle Vallatte). Il gran finale ‘a suon di organetto’ sarà in piazza Regina Margherita, alle 20, con la degustazione ‘Le cose di una volta – l’acquacotta’, a cura dell’associazione Filitalia international chapter Monteleone di Spoleto, l’estrazione della lotteria di san Felice, e la consegna del premio a tutti i ‘Felici’ d’Italia presenti, riservato a chi porta il nome di Felice, Felicita o Feliciano.
Una giornata importante per la comunità di Cascia, che ha visto la riapertura di due luoghi simbolo colpiti dal sisma, tornati a vivere nello stesso giorno: Palazzo Frenfanelli, sede storica del Comune, e la Chiesa di San Francesco, cuore spirituale e culturale della città.
Ma è stata una giornata carica di significato e di speranza per tutta l’area del sisma, impegnata nella ricostruzione e nella piena ripresa economica e sociale della propria comunità.
La riapertura del municipio un intervento di recupero da 1,6 milioni di euro, è avvenuta alla presenza del ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci, del commissario alla ricostruzione Guido Castelli, dell’arcivescovo di Spoleto–Norcia Renato Boccardo e della presidente della Regione Umbria Stefania Proietti.
“Dopo il dolore festeggiamo la casa comunale e la casa spirituale, una doppia ricostruzione in favore di una comunità che, come raramente mi è capitato di osservare, è legata da un grande e profondo senso di appartenenza” ha dichiarato il ministro Musumeci.
“Due case, quella civica e quella religiosa, tornano alla comunità casciana colpita dall’ultimo terremoto del 2016 – ha affermato la presidente della Regione Stefania Proietti -. Terremoto che provocò ferite profonde, danneggiando abitazioni, scuole, chiese e ospedale. Ma la gente di Cascia nonostante il dolore si è fatta forza ed è ripartita. Oggi in un contesto di rinascita celebriamo un modello di speranza. Qui a Cascia c’è l’Umbria e l’Umbria e’ Cascia”. Il sindaco Mario de Carolis ha sottolineato come la riapertura di Palazzo Frenfanelli abbia permesso di riportare in un’unica sede tutti gli uffici dell’ente, i servizi e il personale, fino a ieri dislocati in sedi provvisorie. “Una giornata importantissima per Cascia – ha aggiunto – che rappresenta però solo un traguardo, lavoro da fare è tanto, ma lo stato della ricostruzione è confortante”.
A pochi passi dal municipio, nella stessa giornata, è stato presentato il progetto “Sibillia AI” all’interno della tavola rotonda istituzionale “L’intelligenza artificiale racconta la Chiesa di San Francesco”. Un momento di grande intensità che ha celebrato non solo la riapertura della chiesa, ma anche l’inizio di una nuova fase di fruizione del patrimonio artistico e spirituale, grazie a una guida vocale e conversazionale basata su intelligenza artificiale.
“Sibillia AI” ideata dalla dottoranda Sara Ferretti dell’Università di Perugia e sviluppata con Agnese Beatrici e Leonardo Angelini per il Comune di Cascia, è la prima esperienza italiana in cui il visitatore può “dialogare” direttamente con il luogo sacro, ascoltandone la storia, le opere e le emozioni, inclusa la più antica raffigurazione di Santa Rita.
“La tecnologia non sostituisce la memoria, ma la rende viva, accessibile e condivisa. Con Sibillia AI l’Umbria – ha detto la presidente Proietti – dimostra che la ricostruzione è anche culturale, identitaria e partecipata. Diamo voce a una chiesa segnata dal sisma e restituiamo dignità istituzionale a un Comune che torna a essere punto di riferimento per cittadini e amministratori. È così che la nostra Regione costruisce futuro: unendo tradizione e innovazione, cura dei luoghi e centralità delle persone. L’Umbria conferma così il proprio ruolo guida nella gestione della ricostruzione post-sisma e nell’adozione di modelli innovativi di valorizzazione culturale, capaci di generare appartenenza, bellezza e nuove economie. A Cascia il futuro ha ripreso forma e voce”.
Incendio nel pomeriggio di sabato nei boschi intorno all’abitato di Scheggino, in Valnerina. L’allarme è scattato intorno alle 16,30.
L’intervento è stato immediatamente potenziato con l’impiego dell’elicottero Drago del reparto volo dei vigili del fuoco di Arezzo e con il supporto delle squadre di terra dei distaccamenti di Spoleto e Norcia.
Sul posto sono stati impiegati APS (Autopompa Serbatoio) da Spoleto e Norcia; ABP (Autobotte Pompa) da Norcia; due moduli antincendio boschivo; un mezzo fuoristrada Unimog 4×4 del distaccamento di Spoleto.
Le operazioni sono state coordinate dal DOS (Direttore delle Operazioni di Spegnimento) inviato dal comando di Terni.
Presenti anche rappresentanti delle autorità comunali e le forze dell’ordine locali.
In serata l’incendio era sotto controllo, ma le squadre hanno continuato ad operare per la bonifica dell’area.
Gestisci Consenso
Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per funzionalità quali la condivisione sui social network e/o visualizzazione di media. Per vedere quali cookie utilizziamo leggi l'informativa estesa. Nel sito c'è sempre un link all'informativa estesa e alla privacy policy. Cliccando sugli appositi pulsanti acconsenti o neghi l'uso dei cookies. Questo avviso ti verrà riproposto tra 12 mesi.
Funzionale
Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.