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Turismo estivo, previsti flussi importanti grazie agli eventi

L’assessore regionale Paola Agabiti parla di uno scenario da grande numeri per il ritorno degli stranieri, con gli americani in testa

“Per l’Umbria sarà un’estate da grandi numeri sotto il profilo delle presenze turistiche”: a dirlo è Paola Agabiti, assessore regionale al Turismo. Che sottolinea: “I primi 4 mesi dell’anno abbiamo registrato presenze superiori all’analogo periodo del 2019, quindi pre pandemia”. “Questo 2023 è un anno molto significativo per la nostra regione perché stiamo toccando con mano il ritorno importante dei viaggiatori stranieri e in particolare americani” spiega l’assessore. “Questo significa – aggiunge – che la campagna promozionale che abbiamo impostato anche a livello internazionale, oltre che nazionale, sta avendo un ritorno significativo”. “Ci attendiamo un altro anno da record, e quindi ricco di soddisfazioni per tutti gli operatori economici dell’Umbria, sapendo che il turismo è uno dei principali asset della nostra economia regionale, oltre che di grande importanza sotto il profilo occupazionale e quindi sociale”, dice ancora Agabiti. “L’Umbria – ricorda l’assessore – è una delle destinazioni più apprezzate anche per i suoi eventi, grandi e piccoli. Già nel novembre scorso presentammo le iniziative per i 500 anni dalla scomparsa di due grandi artisti, quali sono il Perugino e il Signorelli. Nel segno dei loro capolavori che ritroviamo nelle nostre città abbiamo imbastito la comunicazione per l’anno in corso. A questi eventi si aggiungono, poi, quelli storici di sempre, come Umbria jazz e Festival dei due Mondi a Spoleto. Ma terrei a sottolineare che l’Umbria, in particolare nella stagione estiva, è caratterizzata da tanti altri eventi, anche sportivi, che danno un’atmosfera unica alla nostra terra e sono di grande richiamo”. L’assessore ricorda anche gli “importanti investimenti fatti sull’aeroporto che ci ha aperto al mondo con tante nuove tratte. “Investimenti – dice ancora – che sono stati fortemente voluti dalla presidente Donatella Tesei e dall’intera giunta regionale e che oggi stanno dando dei risultati eccezionali”. Infine, l’Umbria del turismo che verrà: “Vedrete – conclude Agabiti – che tra questo e il prossimo anno, raggiunteremo dei risultati inimmaginabili fino a qualche tempo fa”.

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Bandecchi invoca l’intervento del governo contro il caro prezzi

Il sindaco di Terni comincia ad agire ormai come un leader politico nazionale e si appella alla Meloni per iniziative contro l’inflazione

“Apprezzabile che il Governo Meloni suggerisca alla Bce come affrontare il tema dell’inflazione legata al prezzo delle materie prime. Finora l’inflazione non fa che alternarsi, passando da quella energetica a quella alimentare. Sono mesi che vediamo il prezzo di riso, grano, frutta e verdura salire vertiginosamente. Il fatto che i cittadini debbano fronteggiare costi esorbitanti per beni primari, come quelli alimentari, è inaccettabile. Il caro prezzi sta impattando fortemente infatti sulle tasche degli italiani, privandoli della possibilità di mettere sulla tavola frutta e verdura e, allo stesso tempo, rendendo impossibile anche la pianificazione di altre attività, come le ferie estive. Il caro voli, ad esempio, è un vero e proprio paradosso: un cittadino che vuole trascorrere le vacanze in Italia e intende ricorrere all’aereo si trova ad affrontare costi equiparabili a quelli delle tratte extra continentali. Come promuovere allora il nostro turismo se, per gli stessi italiani, è diventato impossibile viaggiare nel proprio Paese? Il Governo deve essere più incisivo sulle politiche di sviluppo che riguarderanno i prossimi 30 anni, è questo il vero nodo”. Così il sindaco di Terni e coordinatore nazionale di Alternativa Popolare, Stefano Bandecchi. “Tutti gli italiani hanno il diritto di lavorare e, soprattutto, di poter godere del frutto del proprio lavoro. Per questo occorre calmierare i prezzi e rendere sostenibile e dignitoso il quotidiano di ciascun individuo in termini economici. Bisogna mettersi a lavorare seriamente e trovare soluzioni che supportino le famiglie in maniera ampia. Se non insistiamo con determinazione su queste importanti tematiche e non troviamo soluzioni, i danni che conteremo tra qualche anno saranno drammatici e senza facile ritorno. Vivere bene è un diritto dei cittadini e il compito del Governo è fare in modo che ciò avvenga” conclude Bandecchi.

 

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Perugia tra le 40 città italiane in cui si lavora meglio

Il capoluogo umbro è citato nella classifica dell’Associazione italiana per la direzione del personale

La fondazione Aidp, promossa dall’Associazione italiana per la direzione del personale, ha stilato la prima classifica italiana sulle migliori Città del Lavoro 2023, con la collaborazione scientifica di Isfort e la supervisione di Nadio Delai, Presidente Comitato Scientifico Fondazione Aidp. La classifica è stilata sui 110 capoluoghi di provincia italiani ed è suddivisa in tre fasce cromatiche – verde, gialla e rossa – che corrispondono rispettivamente: la prima alla fascia dei promossi della classifica (e che riceveranno il bollino della Fondazione quale riconoscimento del punteggio ottenuto), la seconda fascia che riguarda le città che si attestano su valori intermedi tali da non raggiungere, tuttavia, il riconoscimento; la terza fascia, infine, è quella a cui appartengono le città con i punteggi più bassi. Ecco la classifica suddivisa nelle tre fasce: – Le 40 città della fascia verde che otterranno il riconoscimento “Le città in cui si lavora meglio in Italia 2023” della Fondazione AIDP: Milano, Trieste, Udine, Bergamo, Pordenone, Cagliari, Gorizia, Padova, Siena, Cremona, Bolzano, Verbania, Trento, Treviso, Sondrio, Modena, Monza, Brescia, Pavia, Pisa, Firenze, Bologna, Belluno, Lodi, Parma, Prato, Macerata, Lecco, Torino, Ancona, Vicenza, Genova, Forlì, Mantova, Venezia, Ravenna, Piacenza, Novara, Roma, Lucca. – Le 40 città della fascia gialla. Cesena, Cuneo, Reggio Emilia, La Spezia, Verona, Sassari, Ascoli Piceno, Ferrara, Livorno, Aosta, Oristano, Biella, Savona, Varese, Perugia, Pesaro, Rovigo, L’Aquila, Vercelli, Nuoro, Lecce, Arezzo, Bari, Viterbo, Fermo, Grosseto, Potenza, Matera, Rimini, Como, Massa, Rieti, Pescara, Imperia, Terni,ina, Alessandria, Carbonia, Teramo, Asti. – Le 30 città della fascia rossa: Brindisi, Pistoia, Frosinone, Taranto, Palermo, Ragusa, Caserta, Campobasso, Chieti, Vibo Valentia, Catanzaro, Trani, Cosenza, Benevento, Siracusa, Agrigento, Reggio Calabria, Isernia, Salerno, Catania, Caltanissetta, Avellino, Messina, Barletta, Trapani, Foggia, Napoli, Enna, Crotone, Andria.

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Umbria jazz genera ricchezza per quasi sedici milioni di euro

Lo studio condotto dall’Agenzia Umbria ricerche dimostra che l’evento musicale genera nel territorio regionale 15,8 milioni di euro di produzione, 5,7 milioni di euro di valore aggiunto, 6,9 milioni di euro di prodotto interno lordo e 108 posti di lavoro

Umbria Jazz genera nel territorio regionale 15,8 milioni di euro di produzione, 5,7 milioni di euro di valore aggiunto, 6,9 milioni di euro di prodotto interno lordo e 108 unità di lavoro.
Numeri che emergono dalla ricerca “Grandi eventi, trasformazioni territoriali e sviluppo economico: il caso di Umbria Jazz” curata dall’Agenzia Umbria ricerche. Secondo la quale la strategia di investimento sui grandi eventi è quella che può essere vincente per una regione come l’Umbria, anche per le sue caratteristiche. Dopo una riflessione generale sui grandi eventi, lo studio entra nel caso specifico di Umbria Jazz e proprio in occasione dei suoi 50 anni, dimostrando, con l’adozione di un modello previsionale sulla ormai prossima edizione 2023 del festival, “come le considerevoli ricadute economiche e sociali giustificano l’intervento del finanziamento pubblico” ha commentato l’amministratore unico dell’Aur, Alessandro Campi.
Se si considerano anche gli effetti prodotti in tutta Italia, nel complesso Umbria Jazz – è emerso dallo studio – arriva a generare 25 milioni di euro di produzione, 9,8 milioni di euro di valore aggiunto, 11 milioni di euro di Pil, 173 unità di lavoro.

“Grazie ad Umbria Jazz – ha sottolineato la presidente della Regione Donatella Tesei – il brand Umbria ha cominciato ad essere riconoscibile all’estero a partire dagli anni ’70, lo dobbiamo alla felice intuizione di Carlo Pagnotta. L’opera, che come Giunta regionale stiamo portando avanti, è di legare i grandi eventi di cui la regione è ricca, così come le produzioni locali di eccellenza, anche quelle rappresentate dal settore industriale e manifatturiero, al logo ‘Umbria cuore verde d’Italia’, affinché tutte le realtà regionali diventino sempre più conosciute e riconoscibili a livello nazionale ed internazionale”.
“Lo studio condotto dall’Aur – ha detto l’assessore regionale al Turismo, Paola Agabiti – ha il grande merito di rendere conto e comunicare ai cittadini quali siano le somme investite in un evento come Umbria Jazz e di stimare, su basi scientifiche, quali siano gli effetti in termini di incremento del pil regionale e di ricaduta sul territorio”.

 

 

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Le esportazioni fanno sorridere l’Umbria

Il 2022 si chiuso con un export a 934 milioni, ovvero il 24 % in più rispetto all’anno precedente. Stati Uniti fanno la parte del leone

Le esportazioni distrettuali umbre hanno raggiunto il valore di 934 milioni di euro nel 2022, nuovo punto di massimo dal 2008, con una crescita di oltre 180 milioni di euro rispetto all’anno precedente (+24,1%). Dopo il ritmo sostenuto nei primi tre trimestri, anche nell’ultima parte dell’anno l’export ha continuato a crescere a doppia cifra (+13,3% nel quarto trimestre), con un pieno recupero dei valori pre-Covid, che sono stati abbondantemente superati (+168 milioni di euro; +21,9%). Questi risultati sono spiegati in parte dall’aumento dei prezzi alla produzione che si è intensificato nel corso del 2022, ma una stima del dato al netto dell’effetto prezzo conferma crescite consistenti sia nel confronto con il 2021 (+14,2%), sia rispetto al 2019 (+7,4%) a dimostrazione dell’elevata reattività e competitività delle specializzazioni distrettuali. Come emerge dal Monitor dei distretti dell’Umbria, elaborato dalla direzione Studi e ricerche Intesa Sanpaolo, tutti e tre i distretti monitorati mostrano una crescita importante rispetto all’anno precedente.
Tra questi, il distretto che registra la crescita percentuale più marcata è quello della Maglieria e abbigliamento di Perugia (+25,6%), seguito dall’Olio umbro (+22,9%) e dal Mobile dell’Alta Valle del Tevere (+18,9%).
Per quanto riguarda i mercati di destinazione gli Stati Uniti rafforzano il proprio ruolo di primo mercato di sbocco, e con circa 180 milioni di euro rappresentano il 19% delle vendite estere dei distretti (era il 16,4% nel 2021). Questo incremento è stato trainato principalmente dal distretto della Maglieria e abbigliamento di Perugia (+59,7%), che ha superato i 145 milioni di vendite verso gli Stati Uniti.
Positiva, inoltre, la dinamica verso i mercati asiatici come Cina (+63,6%) e Repubblica di Corea (+49,6%); in questo caso il distretto più dinamico è stato quello dell’Olio umbro che ha più che raddoppiato le vendite verso questi mercati (+103,5%). Tra i mercati europei, si segnala in particolare la buona evoluzione verso la Francia (+21,9%) e la Spagna (+50,4%). A causa delle tensioni geopolitiche il mercato che mostra il ritardo maggiore è la Federazione Russa, con un calo delle vendite del 48,4%

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Saranno sistemati i Fori di Baschi

Un investimento di 12,5 milioni di euro consentirà di eliminare il grave problema di viabilità lungo la strada Amerina tra Baschi ed Orvieto. Tempo previsto: due anni

Anas, società del Polo Infrastrutture del Gruppo FS Italiane, ha consegnato presa esecutrice i lavori di miglioramento del tracciato della Strada Statale 205 “Amerina” nei pressi di Baschi Scalo, all’altezza del chilometro 47,5 circa, per un investimento complessivo di 12,5 milioni di euro.
Alla consegna dei lavori ha preso parte l’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti, Enrico Melasecche. Presenti, inoltre, l’ingegner Lamberto Nicola Nibbi, responsabile della Struttura territoriale Anas Umbria; i sindaci di Orvieto, Roberta Tardani, e di Baschi, Damiano Bernardini; Patrizia Ceprini, della Ceprini Costruzioni che realizzerà l’opera.

“Abbiamo raggiunto un importante risultato e ne siamo molto soddisfatti – ha detto l’assessore Enrico Melasecche – Diamo oggi il via ai lavori ai ‘Fori di Baschi’ che, per la complessità dell’opera, hanno richiesto alla Regione in tre anni un grande impegno, in cui ho dovuto sbloccare pratiche, risolvere problemi infiniti e che si trascinavano da tempo, in un contesto reso ancora più complicato dalla pandemia”.
“Se si considera il fatto – ha rilevato – che alcuni abitanti del luogo conservano articoli di stampa in cui l’assessore regionale di allora, nel 2006, dichiarava che il progetto era pronto ed il cantiere sarebbe partito immediatamente… Dopo 17 anni finalmente siamo riusciti a realizzare un obiettivo in cui non credeva più nessuno. Ed è motivo di soddisfazione – ha aggiunto – anche il fatto che ad eseguire i lavori sarà un’impresa estremamente qualificata, di Orvieto: siamo fiduciosi che opererà bene e nel rispetto dei tempi di esecuzione previsti, circa due anni”.

“Allo stesso tempo ho sollecitato l’Anas a completare il ripristino del Ponte sul Lago di Corbara – ha comunicato l’assessore – per restituire la fluidità della circolazione sull’intero itinerario fra Orvieto e Todi, utilizzato non solo da cittadini e imprese, ma anche da un notevole numero di turisti, e dare così un’adeguata risposta alle esigenze di collegamento del territorio”. L’intervento sul tracciato della Statale 205 Amerina nei pressi di Baschi Scalo prevede, in particolare, il prolungamento di una galleria ferroviaria della linea lenta Firenze-Roma, la realizzazione di un’opera a sbalzo e di diverse opere di sostegno, consentendo l’allargamento della sede stradale e la rettifica di due doppie curve della Statale 205, al fine di modificare l’attuale configurazione del tracciato, determinato dalla particolare conformazione orografica, dalla presenza del fiume e della ferrovia.

I lavori consentiranno di aumentare il raggio di curvatura, la visibilità e soprattutto permetteranno il transito in contemporanea di più mezzi pesanti nelle due direzioni senza creare rallentamenti o interruzioni al traffico. L’impresa costruttrice è Ceprini Costruzioni S.r.l. con sede a Orvieto. La durata dei lavori è di 815 giorni.

“Un’opera strategica sia in termini di sicurezza stradale che di miglioramento della viabilità“, ha commentato il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani. “Si tratta di un intervento di cui si parla da almeno venti anni – ha aggiunto – più volte sollecitato dai cittadini per la pericolosità di quel tratto di strada e dalle associazioni delle imprese del nostro territorio che in quella doppia ‘strozzatura” della viabilità vedevano un ostacolo ai collegamenti con un pezzo importante dell’Umbria e con la E45. Dopo la pandemia, abbiamo ripreso con determinazione i contatti con tutti i soggetti coinvolti per riprendere le fila di un discorso che sembrava finito in una situazione di impasse e il risultato di oggi è il frutto della concretezza della Regione Umbria, dell’assessore Melasecche, di Anas e Ferrovie dello Stato che hanno trovato la soluzione progettuale migliore per risolvere un problema che si trascinava da tempo. Il Comune di Orvieto ha partecipato e seguito dall’inizio questo percorso che darà finalmente la risposta ad una esigenza da troppo tempo rimandata”.

“Un investimento importante – ha detto l’assessore ai Lavori Pubblici, Piergiorgio Pizzo – che va incontro alle esigenze della comunità e del tessuto imprenditoriale ed economico territoriale. Sarà un cantiere molto complesso perché interessa anche la linea ferroviaria – ha aggiunto – ma da Anas abbiamo avuto rassicurazioni che nella fase iniziale non ci saranno interruzioni della viabilità mentre nella fase successiva in cui si interverrà sulla sede stradale ci si attiverà per limitare al minimo i possibili disagi. Nel frattempo Anas sta anche definendo la progettazione per l’intervento sul ponte sul lago di Corbara, per i lavori di manutenzione stradale all’uscita del casello autostradale di Orvieto e del tratto della Statale 71 dalla rotatoria di Orvieto Scalo al Ponte dell’Adunata“.

 

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La Ternana è stata venduta ad un gruppo farmacologico

La decisione è stata assunta dall’ex presidente ed ora sindaco Stefano Bandecchi

E’ ufficiale la cessione della Ternana, con il trasferimento delle quote del club che si era reso necessario dopo l’elezione a sindaco di Terni dell’ormai ex presidente Stefano Bandecchi. Il club ha pubblicato in mattinata una nota ufficiale nella quale si annuncia che la società è stata ceduta a “un imprenditore a capo di una casa farmaceutica Italiana”. “Nella scorsa notte si è positivamente conclusa la trattativa per la cessione della totalità della quote della Ternana Calcio dall’Università Niccolò Cusano ad un imprenditore a capo di una casa farmaceutica Italiana – si legge nel comunicato ufficiale-. Tra le varie proposte giunte la scelta è ricaduta su chi ha fornito all’ateneo maggiori garanzie non solo economiche ma anche gestionali. La chiusura dell’accordo è previsto per il 15 luglio ed in questo periodo Unicusano sarà a disposizione per garantire la massima collaborazione e rendere il passaggio più naturale possibile. Unicusano sarà sempre legata alla Ternana ed ai propri tifosi, non soltanto per la presenza di Stefano Bandecchi quale sindaco della città ma per l’affetto sincero che negli anni si è consolidato in ogni suo aspetto”.

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La Commissione europea boccia l’economia perugina

Secondo la Ue, Perugia sta subendo lunghi periodi di bassa crescita e scarsa creazione di posti di lavoro

La maggior parte delle province italiane è caduta nella trappola dello sviluppo, cioè lunghi periodi di crescita bassa o negativa, deboli aumenti di produttività e scarsa creazione di posti di lavoro.
E’ quanto emerge da uno studio della Commissione europea sulla geografia del malcontento nell’Ue e la correlazione con la mappa delle regioni vittime della cosiddetta trappole dello sviluppo.
In ambito Ue la provincia di Perugia, si legge nel documento, si segnala per avere uno dei valori più alti dell’indice che misura la trappola dello sviluppo. Lo studio evidenzia che però si tratta di un problema “diffuso in tutta l’Italia” e che rientrano nella stessa categoria anche “molte province che circondano i centri economici di Milano e Torino”. Dalla ricerca emerge inoltre che alcune aree dell’Italia centrale, ma anche della Lombardia, della Calabria e della Sicilia, sono state in una trappola per lo sviluppo per almeno 16 anni. Solo una minoranza delle province italiane sono riuscite a non cadere in questa condizione. Tra queste, Milano, Bolzano, Belluno, Sondrio, per il Nord e Palermo, Cagliari, Cosenza, Potenza, Avellino, Foggia, Lecce, Taranto, per il sud.

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Banca Lazio Nord Credito Cooperativo, nuova filiale in via Angelo Costanzi ad Orvieto

Banca Lazio Nord Credito Cooperativo, nuova filiale in via Angelo Costanzi ad Orvieto

La Banca Lazio Nord Credito Cooperativo comunica la prossima apertura di una sua nuova filiale nel comune di Orvieto. La volontà di procedere all’apertura di uno sportello in un nuovo territorio, contiguo a quello in cui la Banca opera, è stata determinata da uno studio approfondito delle caratteristiche socioeconomiche della nuova area prescelta, fondata su una triplice analisi di considerazioni strategiche, economiche e finanziarie. L’apertura della nuova filiale di Orvieto è strategicamente orientata ad uno sviluppo verso un territorio in cui la Banca è già presente con le filiali di Castiglione in Teverina e Bagnoregio, territorio che la Banca ritiene più affine alla sua cultura aziendale e idoneo per il raggiungimento degli obiettivi programmati. In concomitanza con l’apertura della filiale di Orvieto, nell’ambito di un più ampio progetto di razionalizzazione territoriale intrapreso negli ultimi anni, cesserà di operare la filiale di Castiglione in Teverina. Grazie ai vantaggi competitivi detenuti, la Banca Lazio Nord Credito Cooperativo potrà sfruttare le caratteristiche finanziare locali per proseguire nella propria strategia di espansione territoriale a nord della regione Lazio e verso l’Umbria.

La presenza dell’istituto nella nuova area si fonderà sulle politiche che hanno reso forte l’azienda fino ad ora: profonda attenzione verso lo sviluppo del contesto sociale ed economico del comune in cui opera con le proprie filiali, partecipando, attivamente, a tutti i progetti che hanno finalità di crescita e di miglioramento del territorio.
Il lato umano, infatti, è uno dei motivi di successo della Banca: la consapevolezza che nella specificità di ciascun socio e cliente vi sono elementi individuali di ricchezza umana inestimabili, la costruzione di rapporti con le persone, basati su sensazioni di scambievole e gradita relazionalità, consentono una crescita continua ed estremamente robusta. Con la nuova filiale di Orvieto, pertanto, i clienti avranno a disposizione un nuovo e completo centro operativo della Banca, dove le richieste saranno valutate con grande attenzione e sollecitudine.

La Banca Lazio Nord è parte del Gruppo Bancario Cooperativo Cassa Centrale Banca – Credito Cooperativo Italiano che annovera 77 banche e 1500 sportelli in tutta Italia, oltre 11.000 collaboratori e circa 450.000 Soci Cooperatori, e presenta requisiti economici e patrimoniali di Gruppo di assoluta eccellenza. La nuova filiale di Orvieto sarà operativa da lunedì 3 luglio 2023. Il personale della nuova filiale ti aspetta ad Orvieto, in Via Angelo Costanzi 61. Riscoprirai il piacere di “andare in banca” e troverai chiare e semplici soluzioni per tutte le tue esigenze di risparmio, investimento e finanziamento.

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Ast Terni, investimenti confermati

Sul tavolo c’è un miliardo, tra fondi della famiglia Arvedi e del governo

Sono stati “confermati gli investimenti” ma ci sono “nodi ancora critici su energia e infrastrutture” per questo “il Ministero delle imprese e le istituzioni locali” devono fare adesso “la propria parte”. A sottolinearlo in una nota congiunta sono Roberto D’Andrea, coordinatore siderurgia per la Fiom-Cgil nazionale, e Alessandro Rampiconi, segretario generale Fiom-Cgil Terni. “Acciai Speciali Terni – sottolineano – nella riunione di ieri con le organizzazioni sindacali territoriali e nazionali ha confermato gli investimenti nel sito, sia nella misura che nelle tempistiche”. “Investimenti – osservano i due sindacalisti – che poggiano sulla sostenibilità ambientale e puntano alla decarbonizzazione del ciclo produttivo, con l’obiettivo di ridurre i costi di trasformazione e una rimodulazione e ampliamento dei mix produttivi e dei mercati a partire dall’acciaio per il motore elettrico. Un piano industriale di espansione produttiva con il consolidamento dei livelli occupazionali cominciato con la stabilizzazione dei lavoratori somministrati in staff leasing. L’azienda ad oggi esclude l’utilizzo strutturale di ammortizzatori sociali straordinari per la messa in opera delle nuove linee”. D’Andrea e Rampiconi evidenziano che “rimangono come criticità i costi dell’energia e le infrastrutture che se non risolte rischiano di danneggiare la competitività dell’azienda che opera in un mercato di nicchia e con competitors a livello europeo e mondiale”. “Su questo versante – proseguono – è fondamentale il ruolo del Governo a partire dal Mimit e delle istituzioni locali che devono assumere all’interno dell’accordo di programma impegni precisi e certi per risolvere le problematiche sollevate”. “Al Governo chiediamo anche di fare la propria parte affinché finalmente prenda forma il piano nazionale della siderurgia che dentro il quadro complessivo colga le peculiarità degli acciai speciali” e “ci attendiamo- come emerso nella riunione al Mimit del 26 maggio 2023-, una convocazione nei primi giorni di luglio per proseguire il confronto anche alla presenza delle istituzioni e giungere il prima possibile, a livello aziendale, ai dettagli del piano industriale che ha già registrato troppi ritardi” concludono il coordinatore siderurgia per la Fiom-Cgil nazionale, ed il segretario generale Fiom-Cgil Terni.

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