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Sellano, procede spedito il ponte tibetano che si annuncia come un grande successo turistico

Si annuncia come uno straordinario successo turistico e commerciale il grande ponte tibetano di Sellano di cui sono stati completati i primi 120 metri, di 540 complessivi

Si annuncia come uno straordinario successo turistico e commerciale il grande ponte tibetano di Sellano di cui sono stati completati i primi 120 metri, di 540 complessivi. La struttura sarà pronto alla fine di settembre. Molti i curiosi arrivati in questi giorni nel comune della Valnerina per vedere la prima parte del ponte. Intanto crescono gli investimenti e a breve apriranno nuove attività commerciali. I lavori di realizzazione del ponte, dal costo di un milione e mezzo con finanziamenti del Pnrr, vanno avanti secondo la tabella di marcia programmata, con il montaggio di corde, tiranti e passerella. Entro ottobre è prevista la consegna dell’opera, poi il collaudo e l’inaugurazione a novembre.Il ponte sospeso è lungo 540 metri e attraversa, a 140 metri di altezza la valle del fiume Vigi.
Gli utenti pagheranno 25 euro per un solo passaggio da Sellano a Montesanto (o viceversa), oppure 35 euro andata e ritorno. L’accesso sarà consentito dal centro storico e dalla frazione con piazzole ogni 60 metri per sostare ad ammirare il panorama e scattare foto. Il ponte sarà percorribile solo con casco, imbracatura collegata alla corda di sicurezza (due e indipendenti) e guanti. La sicurezza sarà al primo posto con un sistema di monitoraggio e di controllo degli accessi, verifica costante della tensione delle funi, controllo meteo in tempo reale (vento, pioggia, etc.), webcam di controllo e altoparlanti per le comunicazioni agli utenti. Prevista una finestra temporale di apertura di 8 ore e presenza in contemporanea sulla passerella di massimo 100 persone. Si sta intervenendo anche per gestire al meglio l’accesso a Sellano, con area parcheggi e servizi navetta per il raggiungere il ponte.

 

 

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La storia di Lavinia ed Alessio, i giovanissimi allevatori premiati a Città di Castello

Meglio il forcone, il profumo della paglia e del fieno, e il contatto con gli animali, rispetto ai social e a smartphone, tablet e computer

Meglio il forcone, il profumo della paglia e del fieno, e il contatto con gli animali, rispetto ai social e a smartphone, tablet e computer.: le belle storie di Lavinia Bianchini, 15 anni ed Alessio Lucaccioni, 24, sono state premiate a Città di Castello nell’ambito della Fiera di San Bartolomeo, una delle fiere del settore zootecnico più antiche d’Italia. Lavinia e Alessio hanno ricevuto il “Premio Maremma” (in memoria dell’allevatore Antonio Lucaccioni, detto Maremma) istituito dal Comune in collaborazione con il Consorzio tutela vitellone bianco dell’Appennino centrale e l’Associazione allevatori dell’Umbria e Marche.

Le storie di Lavinia e Alessio – raccontate dall’ufficio stampa del Comune – sono legate alle loro famiglie, che si tramandano da generazioni la passione per attività agricole ed allevamenti con capi di razza chianina, pecore ed altri animali di qualità, oltre 100 nell’allevamento Francesco Fedeli, nonno di Lavinia, e 30 capi dell’azienda agricola “Gigante” di Alessio Lucaccioni, collegata con la macelleria del padre Cesare. Lavinia frequenta l’Istituto Leonardo Da Vinci di Umbertide. “Per mia figlia – dice il padre Daniele – la passione e l’amore per gli animali nasce fin da piccola. Con il trascorrere degli anni la passione è aumentata, soprattutto da quando per la prima volta entrò da sola nel ring ad ‘Agriumbria’ sfilando con il suo amato Italo, il toro pluricampione che per lei è come un cagnolino”. E lei, la “baby allevatrice” spiega: “Sì forse questa sarà la vita che vorrò fare dopo aver studiato”. “Ho conseguito il diploma di perito meccanico presso l’Itis di Città di Castello – racconta invece Alessio – e dopo essermi diplomato ho ripreso in mano la vecchia azienda agricola che avevano creato mio zio Antonio (“Maremma”) e mio nonno Aldo, ripartendo completamente da zero. Il mio non è un lavoro ma una passione che mi è stata tramandata e che tramanderò a mio figlio. Una passione che dovrebbe tornare più in voga tra i giovani d’oggi”. Il sindaco, Luca Secondi e l’assessore al Commercio e al Turismo, Letizia Guerri, nel sottolineare il bellissimo esempio di vita dei due giovani premiati, hanno evidenziato l’importanza di “un appuntamento immancabile dell’estate a Città di Castello, che rievoca una tradizione della nostra terra che fa parte del vissuto e dell’identità della comunità tifernate”.Fra le star della fiera c’è ancora il toro Italo, con i suoi 16 quintali di peso e un’altezza di 1 metro e 90 al garrese di proprietà dell’azienda Francesco Fedeli, nonno di Lavinia.

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Obiettivo degli allevatori umbri: esportare la carne di maiale in Usa

La filiera suinicola umbra ha ottenuto il riconoscimento della sicurezza delle carni dall’Aphis, l’ente governativo statunitense di sorveglianza sanitaria

È un bel traguardo per la Regione e per la filiera suinicola umbra l’aver ottenuto il riconoscimento della sicurezza delle carni di suini allevati in Umbria dall’Aphis, l’ente governativo statunitense di sorveglianza sanitaria. Si aprono ora nuove prospettive di sviluppo per un settore di punta della nostra zootecnia”: lo sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura, Roberto Morroni, commentando l’atto con cui è stato valutato sicuro il sistema dei controlli regionale, proponendo l’inserimento delle Regioni Umbria e Toscana nell’elenco delle aree riconosciute indenni da malattia vescicolare del suino, che potrà consentire le esportazioni di carni fresche suine e carni suine a breve stagionatura ottenute dai suini provenienti da queste aree, lavorate in impianti specificamente autorizzati. Fino ad oggi potevano essere esportati dall’Umbria – ricorda la Regione in una nota – solo prodotti a base di carne suina dopo un processo di trasformazione o stagionatura superiore ai 400 giorni. “Un passo importante – afferma Morroni in una nota – che è frutto di un impegno rigoroso, che ha visto anche il coinvolgimento attivo del ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, e che conferma la validità del lavoro svolto sinergicamente dagli Assessorati e dalle strutture regionali competenti, in collaborazione con ministeri, ambasciate, associazioni che a vario titolo si sono adoperate per giungere a questo risultato. A tutti va il mio apprezzamento e ringraziamento. Questo riconoscimento è un’ulteriore attestazione della qualità delle produzioni ‘made in Umbria’ – conclude Morroni -, perseguita con grande capacità e rilevanti investimenti dai nostri allevatori, che sosteniamo e continueremo a sostenere con determinazione, per rendere sempre più competitivo un settore per noi strategico”.

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Mencaroni: nessun record turistico nell’agosto umbro

Il presidente della Camera di Commercio dell’Umbria analizza i dati di una stagione buona, ma al di sotto delle attese

“L’agosto dei record del turismo di cui si era parlato, e su cui avevamo ovviamente sperato, non c’è stato né in Italia, né in Umbria.
Questo non significa che il bilancio del turismo estivo nella regione sia negativo. Tutt’altro, i numeri sono positivi, solo che non si è materializzato quell’agosto che, stando a vari segnali che erano arrivati e al trend di crescita del turismo fino alla prima metà di luglio, doveva essere il mese che avrebbe stracciato ogni record precedente”: lo afferma il presidente della Camera di commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni, nel nuovo video dell’appuntamento “ll Punto del Presidente”, curato dall’Ufficio stampa e comunicazione dell’ente camerale. “Dopo un primo semestre dell’anno eccezionale, con il trend che era proseguito anche nella prima parte di luglio – spiega – dalla seconda metà di luglio sono apparsi dei segnali di rallentamento di questa tendenza eccellente che, appunto, aveva fatto presagire un agosto senza precedenti.

Invece è un agosto buono, ma che non segna alcun record e tantomeno lo segna verso l’agosto 2021, quando la voglia degli italiani di tornare a muoversi dopo il Covid era forte, la situazione incerta sul fronte della pandemia nei vari Paesi sconsigliava viaggi all’estero e l’Umbria si presentò sul mercato con una campagna azzeccatissima, ‘Umbria bella e sicura’. Un quadro che determinò un boom del turismo nella regione che difficilmente verrà battuto”. Mencaroni individua i motivi del rallentamento: “Certamente il tempo, che in certi momenti è stato inclemente e che ha penalizzato il turismo verso mare e laghi, tra cui appunto il lago Trasimeno”; poi “la riduzione del reddito disponibile delle famiglie intaccato in maniera importante dall’inflazione, a cui va sommato il maggior esborso”, da parte di molti, per il pagamento delle rate dei mutui a tasso variabile. “Teniamo poi presente – continua Mencaroni – che l’aumento medio dei costi subito dalle strutture ricettive è stato di circa il 9 per cento e questo ha determinato un conseguente rincaro dei servizi offerti”. Il presidente della Camera di commercio è ottimista per il futuro, sia nel breve sia nel medio-lungo periodo.

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Case popolare, importanti modifiche al regolamento regionale

Tra le misure introdotte, c’è l’ampliamento del numero di famiglie con difficoltà economiche a cui si applicano i canoni di locazione più bassi

Si è conclusa con un accordo fra Regione, Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica e sindacati degli inquilini l’ultima riunione di una serie del tavolo tecnico istituito dall’assessore regionale alle Politiche della casa, Enrico Melasecche per concordare una ipotesi di modifica del Regolamento regionale numero7 del 27 maggio 2019 «Criteri, parametri e modalità per la determinazione dei canoni di locazione degli alloggi di Edilizia Residenziale Sociale pubblica».

Vi hanno preso parte – riferisce un comunicato della Regione – l’assessore Melasecche, i dirigenti degli uffici regionali competenti, i rappresentanti dei sindacati Uniat Aps, Sunia, Sicet Cisl, Unione degli inquilini e CGIL Umbria, il direttore di Ater, Marco Larini. L’incontro di oggi è stato preceduto da numerose precedenti riunioni in cui sono state affrontate le problematicità per gli affittuari derivanti dall’introduzione dell’Isee per la determinazione dei canoni stabilita dalla normativa del 2019 ed è stata messa a punto la proposta di modifica approvata oggi, che sarà la base sulla quale verrà riformulata la disciplina relativa alla definizione dei canoni di locazione con una riforma strutturale «con la finalità di garantire una casa con canoni di affitto equi ai nuclei familiari più bisognosi – ha sottolineato l’assessore Melasecche – superando la fase sperimentale transitoria nella quale, per evitare le distorsioni dovute all’applicazione dell’Isee prevista dalla Giunta regionale precedente, avevamo stabilito il contenimento nella misura del 10% della variazione del canone, confermato per tutto il 2023».

Equità per le fasce più deboli e sostenibilità di bilancio dell’Ater sono i principi ai quali è ispirata la proposta di modifica su cui è stato oggi raggiunto l’accordo propedeutico alla riforma del Regolamento regionale 7/2019. Sono state prese in considerazione le richieste dei sindacati degli inquilini, approfondite poi in riunioni con l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica, sulla base della analisi approfondita delle situazioni Isee attuali degli assegnatari.

In particolare – prosegue il comunicato – è stata innalzata la fascia Isee di «protezione sociale» a 6.500 euro (rispetto al precedente valore di 6mila euro), così da ampliare il numero dei nuclei familiari maggiormente disagiati cui viene applicato il canone di affitto più basso. Per evitare sperequazioni e penalizzazioni, attenzione particolare è riservata alle famiglie con un solo componente ed è prevista inoltre una divisione in sottofasce sia nell’area di «protezione sociale» (Isee da 6.500 a 12.000 euro) sia in quella «amministrata» (Isee fra 6.500 e 30mila euro). I rappresentanti dei sindacati degli inquilini – sempre secondo quanto riferisce la Regione – hanno espresso «un parere più che favorevole, per l’ottimo lavoro svolto e per il coinvolgimento» definendo «l’accordo come un buon calmieratore rispetto a quelli che avrebbero potuto essere gli effetti negativi se non avessimo rivisto il Regolamento regionale n. 7 del maggio 2019». Soddisfazione è stata espressa anche dall’assessore regionale Melasecche che ha messo in evidenza «l’armonia che ha caratterizzato i proficui incontri svolti per giungere alla condivisione del giusto algoritmo di calcolo che garantisca maggior equità e tenga allo stesso tempo conto della sostenibilità dei bilanci dell’Ater così da garantire le necessarie manutenzioni agli immobili e il loro miglioramento qualitativo anche dal punto di vista energetico, con vantaggi economici anche per gli assegnatari degli alloggi e consentire alla Regione e all’Ater di continuare a svolgere politiche per la casa strategicamente lungimiranti». L’assessore ha anche ricordato «il grande lavoro e sforzo dell’Assessorato e di Ater che ha portato già al conseguimento di molti obiettivi in materia di edilizia residenziale pubblica. Con l’accordo di oggi – ha aggiunto – siamo pronti anche per riformulare la disciplina relativa ai canoni di locazione, che intendiamo fare entro l’anno così da poter applicare già dal 2024 la nuova normativa. Un ringraziamento sincero a tutti gli intervenuti al tavolo: dai Sindacati, che hanno dimostrato grande senso di responsabilità, all’Ater, ai dirigenti e funzionari regionali che si sono impegnati a fondo nel conseguire un risultato importante». Al termine della riunione si è stabilito di continuare il lavoro già avviato per effettuare monitoraggi periodici per valutare eventuali azioni correttive, anche legate alla riduzione dell’andamento della morosità, e verificare lo stato degli interventi messi in campo da Ater sulla riqualificazione degli alloggi.

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Infrastrutture, Tesei ha fatto il punto con il ministro Salvini

Si è parlato del nodo stradale di Perugia, dell’alta velocità Mediaetruria, della Tre Valli ed altro ancora

Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha incontrato la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei e l’assessore regionale alle infrastrutture Enrico Melasecche. Sul tavolo il sistema infrastrutturale Umbro e in particolare il nodo stradale di Perugia, la fermata dell’Alta Velocità Medioetruria, il completamento della galleria Tre Valli, la nuova stazione per l’aeroporto di Perugia, la variante Sud-Ovest di Terni e i lavori di ripristino dell’ex ferrovia centrale Terni – San Sepolcro, i cui lavori sono in fase di avvio. Si è inoltre fatto il punto sullo stato dei lavori relativo alla superstrada dei due mari, Fano-Grosseto.

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In Umbria la cultura crea lavoro e fa girare soldi, ma meno rispetto alla media nazionale e delle altre regioni del centro Italia

Secondo il rapporto annuale di Fondazione Symbola e Unioncamere, la regione è fanalino di coda nel centro

Sono considerati numeri “importanti” quelli del sistema produttivo culturale e creativo dell’Umbria, ma inferiori alla media nazionale sia per quanto concerne il peso sul totale dell’economia (con un ritardo del 16,1% sul dato medio italiano e del 27,7% su quello del centro) che per quanto riguarda (un pò meno) il peso dell’occupazione (sulle unità di lavoro impegnate la regione è indietro dell’8% nei confronti della media italiana e del 18,6% verso quella del centro). Sia per quanto concerne il peso sull’economia che per l’occupazione, l’Umbria è fanalino di coda tra le quattro regioni del centro. Lo riferisce la Camera di commercio in base al quadro che emerge da “Io sono cultura”, il rapporto annuale di Fondazione Symbola e Unioncamere, intitolato quest’anno “L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi”. E, se nel 2022 il valore aggiunto del Spcc in Italia è aumentato del 6,8% rispetto al 2021, in Umbria è cresciuto del 4,1%, definito peggior risultato tra tutte le regioni italiane. Stesso per l’occupazione del sistema produttivo culturale e creativo, aumentata (sempre nel 2022 sul 2021) del 3% in Italia e scesa dello 0,4% in Umbria, anche in questo caso – prosegue la nota – “peggior risultato tra le regioni italiane (solo la Basilicata marca il segno meno, anche se leggerissimo -0,1%). Il ritardo dell’Umbria sul fronte Spcc è comunque verso il centro-nord (dove, peraltro, ci sono anche regioni che stanno dietro l’Umbria), non verso le regioni del Mezzogiorno d’Italia, che il ‘cuore verde’ supera tutte.

Il presidente della Camera di commercio parla dell’Umbria nel rapporto

Per Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di commercio dell’Umbria “c’è innanzitutto un elemento che emerge dal tredicesimo Rapporto ‘Io sono Cultura’, curato da Fondazione Symbola e Unioncamere in collaborazione con Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, Istituto per il Credito Sportivo, Fondazione Fitzcarraldo e Fornasetti, con il patrocinio del Ministero della Cultura. Si tratta del fatto che il sistema produttivo culturale e creativo si configura sempre più come un conglomerato di attività capace di attivare in misura consistente il resto dell’economia”. “Oggi, a tre anni dallo scoppio della pandemia e in piena fase di ricostruzione e ripartenza, le industrie culturali e creative sono tra i settori più strategici per facilitare la ripresa economica e sociale italiana” aggiunge in una nota. “Non solo perché – afferma Mencaroni – i numeri dell’ultimo decennio dimostrano che parliamo di una fonte significativa di posti di lavoro e ricchezza. Ma anche perché sono un motore di innovazione per l’intera economia e agiscono come un attivatore della crescita di altri settori, dal turismo alla manifattura creative-driven. Ossia quella manifattura che ha saputo incorporare professionisti e competenze culturali e creative nei processi produttivi spesso orientati alla sostenibilità, traducendo la bellezza in oggetti e portando il made in Italy nel mondo. Questo sistema costituisce un elemento cardine di attrattività per i visitatori in arrivo nel nostro Paese: la spesa complessiva sostenuta da turisti con consumi culturali, ovvero che hanno speso in spettacoli teatrali, concerti, folklore, visite guidate, musei, mostre, e così via, ha sfiorato i 35 miliardi di euro nel 2022, pari al 44,9% della spesa turistica complessiva. Cultura e creatività, oltre ad arricchire la nostra identità e alimentare la domanda di Italia e di Umbria nel mondo, possono aiutarci ad affrontare insieme le difficili sfide che abbiamo davanti. Per quanto riguarda l’Umbria, gli 1,017 miliardi di euro di valore aggiunto realizzati da sistema produttivo culturale e creativo della regione, e le 19mila 600 unità di lavoro impegnate nel 2022 sono numeri importanti, ma non siamo ancora riusciti a recuperare il gap con la media nazionale e con quella del Centro Italia. Si tratta, attraverso un aumento della produttività delle imprese del Sistema Produttivo Culturale e Creativo, di accrescere la capacità competitiva del Sistema Produttivo Culturale e Creativo dell’Umbria, che diventa aumento della capacità competitiva dell’intero sistema economico regionale. E su questo la Camera di commercio è fortemente impegnata sia sul fronte delle numerose iniziative di valorizzazione del territorio, sia su quello della transizione digitale ed ecologica delle nostre imprese, collaborando a larghissimo raggio con tutte le Istituzioni e le forze economiche e sociali della nostra regione e non solo”.


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Welcare, eccellenza nella produzione di dispositivi medici in un ambiente produttivo a contaminazione controllata

I dispositivi medici sviluppati da Welcare vengono registrati presso il Ministero della Salute. Essendo prodotti dedicati alla salute e all’igiene della cute, soprattutto per persone non autosufficienti, sono soggetti a rigidi controlli che vanno oltre gli standard di altri prodotti presenti sul mercato.

Welcare è un’azienda italiana con sede a Orvieto, specializzata nella produzione di un ampio portafoglio di Dispositivi Medici destinati alla pulizia della cute e alla prevenzione delle infezioni. La normativa che regola e controlla la produzione di tali dispositivi, sia nell’ambito ospedaliero che home-care, è sempre più stringente, mirando a tutelare i consumatori e garantire la massima qualità dei prodotti. Abbiamo avuto l’opportunità di parlare con Silvia Tortolini, responsabile Qualità aziendale e Mantenimento delle certificazioni di Welcare, e Martina Agostini, responsabile del controllo di conformità alle normative nell’azienda.

Ambiente a contaminazione controllata e rigide procedure

La produzione dei Dispositivi Medici di Welcare avviene all’interno delle cosiddette camere bianche, ambienti tecnici con un’atmosfera a contaminazione controllata al fine di garantire una qualità dell’aria di molto superiore rispetto all’esterno. Periodicamente, sia il personale aziendale che laboratori esterni monitorano attentamente i parametri ambientali di queste aree per assicurare i più alti standard di qualità.

Il personale che opera all’interno delle camere bianche segue rigorose procedure comportamentali, dalla vestizione degli operatori alla gestione delle materie prime che vengono introdotte al loro interno. Solo quando i prodotti sono confezionati nel loro packaging primario possono uscire dall’ambiente a contaminazione controllata per passare agli step successivi.

Il processo produttivo inizia con la preparazione di soluzioni liquide da parte del team di Ricerca e Sviluppo. Queste soluzioni vengono poi utilizzate per imbibire i panni e i guanti, che, una volta confezionati nel packaging primario, sono pronti per le fasi successive al di fuori delle camere bianche: dal confezionamento nel packaging secondario, alla sterilizzazione fino alla spedizione per la vendita.

Sterilizzazione e sanificazione termica per la sicurezza dei prodotti

I Dispositivi Medici Welcare, a seconda della destinazione d’uso, sono sottoposti a due tipologie di trattamenti. Per i Dispositivi Medici utilizzati su cute lesa, viene effettuata la sterilizzazione a vapore saturo attraverso un macchinario brevettato dall’azienda in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, mentre per quelli applicati su cute integra o fragile si adotta la sanificazione termica.

Norme, regolamenti e alti livelli di controllo

I Dispositivi Medici sviluppati da Welcare vengono registrati presso il Ministero della Salute. Essendo prodotti dedicati alla salute e all’igiene della cute, soprattutto per persone non autosufficienti, sono soggetti a rigidi controlli che vanno oltre gli standard di altri prodotti presenti sul mercato.

Da oltre vent’anni, Welcare è impegnata nella produzione di panni e guanti imbibiti, studiati per garantire un’igiene quotidiana ottimale e la prevenzione delle infezioni, sia in ambito ospedaliero che domiciliare. La dedizione di Welcare alla qualità dei prodotti, alla conformità alle normative e alla sicurezza dei consumatori continua a posizionarla come un’eccellenza nel settore, fornendo soluzioni affidabili per la salute della pelle e il benessere delle persone.

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