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Il docufilm sul Trasimeno, un successo l’anteprima al Caporali VIDEO

E’ un omaggio alla comunità, un invito alla scoperta, un racconto da vivere il 22 di 22 minuti per rappresentare l’essenza del Trasimeno.

Il Nuovo Cinema Caporali di Castiglione del Lago ha ospitato la prima del docufilm ‘Racconti del Trasimeno – Cinque storie da una terra di mezzo’, prodotto dall’Unione dei Comuni del Trasimeno (Area Turismo).

Un cortometraggio, realizzato totalmente da professionisti locali, finalizzato alla valorizzazione turistica del territorio degli otto comuni aderenti all’Unione (Castiglione del Lago, Città della Pieve, Magione, Paciano, Panicale, Passignano, Piegaro e Tuoro), delle ricchezze naturali, culturali ed enogastronomiche dell’intero comprensorio.

“Per fare questo – ha spiegato la responsabile dell’Area Turismo dell’Unione, Francesca Corgna – abbiamo scelto di ricorrere al racconto diretto e alle emozioni vissute da chi la nostra terra la conosce a fondo perché in essa conduce la propria esistenza”. Diretto dal regista Gabriele Pampanelli, con la sceneggiatura di Giovanni Dozzini e la presentazione di Stefano Baffetti, il docufilm affida infatti a cinque testimoni il compito di raccontare e descrivere il territorio, che custodisce ancora antiche tradizioni, sapori autentici e un ambiente di pregio. E così il racconto si dipana entrando nelle vite e negli interessi di Anna, appassionata produttrice di vino, di Ettore, giovane custode di questo lago grazie al suo mestiere di pescatore, Margherita, poliedrica operatrice culturale, Filippo, che sfrutta l’energia delle acque del lago attraverso il kite surf, e Silvia, immersa costantemente nella dolcezza di queste colline, essendo guida di mountain bike.

Il docufilm, da oggi on line sul canale YouTube https://www.youtube.com/@TrasimenoTurismo e sul sito www.trasimenoapp.com, vuole essere uno strumento di promozione al servizio dei comuni, degli uffici di informazione e accoglienza turistica, degli operatori economici del settore turistico e culturale e delle strutture ricettive, per offrire ai visitatori un’esperienza più coinvolgente. La sua versatilità lo rende adatto a un uso anche formativo e didattico.

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“Consegniamo oggi un prodotto – ha affermato il sindaco di Castiglione del Lago, Matteo Burico – che fa emergere il grande lavoro fatto con determinazione dall’Area Turismo dell’Unione. Gli otto comuni del Trasimeno hanno fatto tanto per il turismo, stiamo cercando di dare più informazioni possibili, ma abbiamo bisogno di una legge regionale per dare ai territori la possibilità di rivendicare le proprie differenze. Un atto coraggioso, un piccolo mattone di un territorio che vuole stare unito e vuole farsi conoscere”. “Dobbiamo rafforzare l’immagine dell’Umbria – ha dichiarato l’assessore regionale al turismo, Simona Meloni –: l’Umbria dei laghi, dei parchi, delle città d’arte, dei borghi, della spiritualità. Dobbiamo lavorare per una permanenza più lunga in Umbria e questo si ottiene mettendo in rete i territori. Nei prossimi anni lavoreremo inoltre per mettere sempre più in collegamento il turismo con le produzioni enogastronomiche”. Per il presidente dell’Unione dei Comuni e vicepresidente della Provincia di Perugia, Sandro Pasquali, il docufilm ha il merito di far emergere come il “Trasimeno non sia un paesaggio di memoria, ma di vita quotidiana”. “Aver avuto la forza – ha detto – di metterlo su pellicola vuol dire intraprendere un percorso per raccontare quello che noi siamo realmente, attraverso il territorio e i saperi. Bisogna avere il coraggio di raccontare quello che siamo, perché qui c’è uno stile di vita, un modello che in tanti ora stanno scegliendo, diventando essi stessi veicolo di promozione. Quello stesso stile di vita che va messo anche al centro delle scelte politiche”.

Sulla stessa linea il regista del lungometraggio: “Abbiamo raccontato – ha riferito Pampanelli – la verità e da questa ci siamo lasciati stupire. La bellezza è sempre lì a portata di mano, basta avere la capacità di aprire il cuore per poterla notare”.

Servizio Rai sul Cammino dell’intrepido Larth, ma la troupe non viene fatta entrare al museo Faina

Uno spiacevole e sconcertante episodio ha accompagnato giovedì mattina la presenza ad Orvieto di una troupe giornalistica della sede regionale della Rai, in città per realizzare un servizio sull’importante fenomeno turistico collegato al Cammino dell’intrepido Larth.

Con la motivazione dello scarso preavviso con cui era stata comunicata e richiesta la visita della troupe al museo, il presidente della fondazione Faina Andrea Solini non ha autorizzato l’ingresso al museo del giornalista e del cameraman. Il risultato è stato che la troupe ha dovuto realizzare un sevizio senza poter filmare la statua del guerriero etrusco Larth, conservata nel museo, intorno alla cui effige è stato costruito il progetto di marketing territoriale collegato al trekking che sta facendo sviluppare un settore che ha generato un indotto di quasi un quarto di milione di euro con migliaia di visitatori nel solo 2024.

“L’atteggiamento formalisticamente burocratico con il quale il presidente della fondazione ha finito per vanificare una importante opportunità promozionale a favore di Orvieto è incomprensibile – dicono i promotori del progetto -. La Fondazione Faina gestisce beni di proprietà comunale, quindi il permesso a realizzare un minuto di riprese avrebbe potuto concederlo lui stesso senza alcun problema. Questo progetto di marketing che sta marcatamente creando una nuova forma di turismo e producendo denaro, è stato realizzato esclusivamente grazie al nostro lavoro e alle nostre risorse. Dalle istituzioni non ci aspettiamo ringraziamenti, ma nemmeno strani comportamenti dagli effetti ostruzionistici.
Per rispetto nostro, del giornalista e dell’operatore Rai, delle tante persone che qui vivono di turismo e della stessa immagine di Orvieto a cui gioverebbe una sana collaborazione tra imprenditori e istituzioni”.

Giubileo, Acutis e San Francesco: 3 milioni all’Umbria per accogliere i pellegrini

Il decreto con le risorse presentato al tavolo istituzionale, previsti anche servizi speciali per garantire la sicurezza

Arrivano 3 milioni di euro per l’Umbria che si appresta ad accogliere i pellegrini per il Giubileo, la cerimonia di canonizzazione del Beato Acutis e le iniziative per l’ottavo centenario della morte di San Francesco.

Il decreto con l’indicazione delle risorse è stato illustrato nel secondo tavolo tecnico Giubileo 2025–Regione Umbria, presieduto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, con la presidente della Regione Umbria Stefania Proietti (collegata da remoto), esponenti di tutte le amministrazioni coinvolte, tra cui Prefetture di Perugia e Terni; Dipartimenti Programmazione e coordinamento politica economica (Cipess) e della Protezione civile; Ministeri per gli Affari europei, il sud e le politiche di coesione e il Pnrr, del Turismo, dell’Interno, delle Infrastrutture e dei trasporti; Roma Capitale, Ragioneria Generale dello Stato, Anas, Ferrovie dello Stato, Società Giubileo 2025, Dicastero per l’evangelizzazione, Comitato Nazionale 8° centenario morte San Francesco d’Assisi.

L’articolazione della spesa sarà prodotta dalla Regione che assumerà anche veste di soggetto attuatore. La presidente ha rappresentato al tavolo le interlocuzioni produttive avute con Ferrovie, Rfi, Trenitalia, Anas, Protezione civile.

Da parte del Ministero dell’Interno e delle Prefetture interessate saranno potenziati e riorganizzati i servizi per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica e assicurata un’accurata gestione. I comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza seguono costantemente l’evolversi dei vari aspetti.

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Si chiude nell’ufficio dell’ospedale con una dottoressa minacciandola, arrestato

Momenti di paura all’ospedale San Giovanni Battista di Foligno, il24enne era ubriaco e aveva addosso sostanze stupefacenti

Momenti di paura all’ospedale di Foligno dove un giovane, già gravato da precedenti di polizia, si è chiuso dentro l’ufficio con una dottoressa che si era offerta di aiutarla, minacciandola.

Il giovane – poi risultato ubriaco e trovato in possesso di droga – si era inizialmente recato al C.U.P. dell’ospedale “San Giovanni Battista”, pretendendo, pur senza averne titolo, l’immediato svolgimento di alcuni esami di laboratorio.

Benché le impiegate addette allo sportello avessero tentato di spiegargli l’impossibilità di accogliere la sua richiesta, il 24enne è andato in escandescenza, minacciandole esplicitamente e prendendo a calci la porta dell’ufficio, danneggiandola.

Per provare a tranquillizzarlo, una dottoressa si è offerta di riceverlo per spiegargli la situazione. Ma il giovane ha minacciato anche lei, avvicinandosi al punto da farle temere un’imminente aggressione fisica. La donna ha chiesto aiuto, urlando, e il 24enne si è chiuso con lei nella stanza.

Neppure l’immediato intervento dei poliziotti ha indotto l’uomo a ritrovare la calma. Il giovane ha aggredito anche gli agenti, minacciandoli. Con non poche difficoltà, i poliziotti sono riusciti ad arrestare il giovane, che deve rispondere delle accuse di violenza privata, danneggiamento, resistenza e violenza o minaccia a pubblico ufficiale.

Su disposizione del pubblico ministero della Procura di Spoleto di turno, il 24enne si trova agli arresti domiciliari, in attesa di essere giudicato per direttissima.

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Morte di Ilaria, l’ex fidanzato ha confessato: l’alibi col cellulare lo ha incastrato

Ha ucciso Ilaria Sula con due coltellate alla gola. Poi, ne ha messo il corpo in una valigia, abbandonata in un dirupo in zona Poli, alla periferia di Roma. Di fronte alle domande degli inquirenti, che lo hanno fermato sulla base dei riscontri sul cellulare della studentessa ternana, il 23enne filippino Mark Antony Samson, ex fidanzato della giovane, ha confessato. Questo il racconto reso agli inquirenti, che ora stanno cercando riscontri oggettivi.

Tra gli elementi che lo hanno incastrato, appunto, il fatto che dopo il femminicidio abbia utilizzato il cellulare della giovane per crearsi un’alibi, interagendo per suo conto sui social e rispondendo ad alcuni messaggi in chat.

In realtà, di Ilaria Sula, 22enne iscritta al terzo anno di Statistica all’Università La Sapienza a Roma, dove viveva condividendo l’appartamento con altre studentesse, non si avevano notizie dal 25 marzo.

L’ex fidanzato filippino aveva addirittura accompagnato i genitori della giovane al Commissariato Sant’Ippolito per denunciarne la scomparsa.

Gli inquirenti hanno seguito le celle agganciate dal cellulare della giovane, dopo la sua scomparsa. Fino al dirupo dove è stata trovata la valigia con il corpo senza vita di Ilaria. A quel punto, i sospetti sono caduti sull’ex fidanzato, ipotizzando che avesse usato i social ed inviato messaggi fingendo che fosse la studentessa a farlo.

Dopo il fermo, interrogato, il 23enne è crollato.

Il corpo di Ilaria è stato portato all’Istituto di medicina legale, dove sarà sottoposto ad autopsia. L’appartamento nel quartiere Africano Homs a Roma dove il giovane vive con i genitori è stato posto sotto sequestro.

L’Umbria piange un’altra vittima. In pochi giorni tre i delitti. In due casi si tratta di femminicidi, nell’altro, di una figlia accusata di aver assassinato l’anziano padre.

Il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, parla di una notizia che “getta nello sconforto e nel dolore una intera città. Si tratta di un atto di grande crudeltà nei confronti di una giovane donna, di una ragazza fortemente impegnata negli studi e nella vita sociale”.

La presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, ribadisce l’importanza di intervenire tempestivamente intensificando le azioni nelle scuole e nelle università, partendo dai giovani, per promuovere una cultura di rispetto e di consapevolezza. Ma parla anche di rafforzare i servizi di supporto alle vittime di violenza, perché è urgente che la cultura del silenzio venga spezzata, e che ogni segnale di abuso venga ascoltato e affrontato. “La discriminazione di genere, l’oggettivazione delle donne e la cultura della violenza – dice – non devono più trovare spazio nella nostra quotidianità”.

Ordigno trovato nella facoltà dell’Investigazione a Narni, le indagini

Si segue la pista anarchica, dopo la rivendicazione sul web a nome del gruppo Kyriakos Xymitiris

E’ la pista anarchica quella che gli inquirenti stanno seguendo per l’ordigno incendiario trovato lunedì all’interno della facoltà di Scienze dell’investigazione e della sicurezza, a Palazzo Sacripanti, a Narni.

Un ordigno per il quale sul web è comparsa la rivendicazione del gruppo anarchico Kyriakos Xymitiris. Questo il testo del messaggio: “Domenica 30 Marzo ci siamo introdotti nella facoltà di “Scienze dell’Investigazione e della Sicurezza” a Narni, in Umbria, ed abbiamo collocato un ordigno incendiario nella stanza “Laboratorio scena del crimine”. Con quest’azione abbiamo voluto colpire un centro di formazione della futura intelligence dello stato italiano. Stato genocida come ci dimostra la sua cooperazione con lo stato sionista d’ Israele nel massacro del popolo palestinese. Stato torturatore come ci dimostra l’esistenza del regime carcerario di 41bis in cui è recluso, anche, il compagno anarchico Alfredo Cospito. Stato stragista come ci dimostrano l’eccidio di migranti nel mar Mediterraneo e gli assassinii di detenuti/e nelle carceri”.

Come da protocollo, è scattata la procedura di sicurezza, con gli artificieri dei carabinieri che hanno effettivamente trovato l’ordigno.

Ora si indaga per risalire agli autori del gesto, che ha una forte valenza simbolica, dato che proprio in quell’edificio saranno formati gli inquirenti.

Sulla vicenda è intervenuto anche il sottosegretario agli Interni, Emanuele Prisco: “Un fatto gravissimo quello rivendicato oggi da un gruppo anarchico a Narni: collocare un ordigno all’interno di un’aula universitaria rappresenta un atto terroristico inaccettabile. Ringrazio le forze dell’ordine per la rapida reazione e confido nel lavoro della Procura di Terni, che in sinergia con gli investigatori dell’Antiterrorismo di Perugia si occupano della vicenda. Auspico intanto la condanna unanime di tale violenza estremista. In particolare per quanto accaduto a Narni, dove è stata messa nel mirino l’Università, simbolo della conoscenza e della libera diffusione delle idee: un attentato rivendicato con minacce alle fondamenta delle istituzioni messe a protezione della nostra Repubblica. Certi atti vanno isolati e repressi senza sconti, così come vanno isolati i violenti e gli estremisti”.

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“Suo figlio ha investito un ciclista”, truffatori arrestati dai veri carabinieri

La truffa all’anziana donna sventata grazie all’arrivo dei militari, allertati dalla segnalazione di un’auto sospetta

Si sono spacciati per carabinieri, prelevando ad una 80enne i gioielli e il denaro contante che aveva in casa. Valori che dovevano servire per evitare il carcere al figlio dell’anziana, che avrebbe “investito un ciclista” con la sua auto.
I veri carabinieri, allertati dalla segnalazione di un’auto sospetta, sono giunti in tempo per fermare i due truffatori (un 40enne e un 47enne) ed arrestarli, restituendo i gioielli e il denaro contante all’anziana. Che in quel momento era sola in casa perché i truffatori, con una scusa, avevano fatto in modo che il marito uscisse per recarsi in ospedale.
Il modus operandi utilizzato dai malfattori è quello tristemente noto della “finta appartenenza alle forze dell’ordine”. Uno dei complici ha telefonato alla vittima, informandola falsamente che il figlio aveva investito un ciclista e che, per evitare gravi conseguenze giudiziarie, era necessario il pagamento immediato di una somma di denaro.

Approfittando della momentanea solitudine della vittima, i truffatori si sono presentati presso l’abitazione e, fingendosi appartenenti alle forze dell’ordine, si sono fatti consegnare tutto l’oro in possesso della donna, oltre a una somma di denaro in contanti.
Grazie alla segnalazione di un’auto sospetta giunta alla Centrale Operativa del Comando Provinciale di via Giovanni Ruggia, i carabinieri della Sezione Operativa sono immediatamente intervenuti, riuscendo a intercettare i due uomini mentre tentavano di darsi alla fuga. Con il supporto dei militari del Nucleo Radiomobile, i due sono stati bloccati e condotti in caserma, dove sono stati tratti in arresto.
Tutti i monili in oro sottratti all’anziana sono stati recuperati e restituiti alla vittima che, visibilmente commossa e rincuorata, ha ringraziato i carabinieri per il tempestivo intervento.
L’arresto è stato successivamente convalidato dal giudice del Tribunale di Perugia, che ha disposto per i due indagati la misura cautelare degli arresti domiciliari.
Il Comando Provinciale dei carabinieri di Perugia rinnova l’invito ai cittadini, in particolare agli anziani, a prestare la massima attenzione a questo tipo di truffe e a segnalare immediatamente situazioni sospette contattando il Numero Unico di Emergenza – NUE – 112.

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Rider investito a Terni, la denuncia di Nidil Cgil per il nuovo incidente sul lavoro

Il sindacato: si alimenta una malsana competizione fra ultimi sottoposti a continue pressioni per massimizzare i guadagni

Ancora un grave infortunio sul lavoro a Terni, in via Eroi dell’Aria, dove un rider è stato portato in ospedale dopo essere stato investito da un’auto mentre effettuava consegne in sella alla sua bicicletta.

Nidil Cgil Terni parla di “una mattanza continua che deve interrogarci tutti e che conferma la nostra regione e la nostra provincia maglia nera in relazione alla sicurezza sul lavoro”.

“I rider – sottolineano dal sindacato – rappresentano la punta dell’iceberg di un modello di sviluppo basato sullo sfruttamento, che scarica sui lavoratori ogni responsabilità e che alimenta una malsana competizione fra ultimi sottoposti a continue pressioni per massimizzare i guadagni, percorrendo in media 20 chilometri al giorno per paghe che si attestano tra i 50 e i 200 euro lordi a settimana. Lavoratori che, per il 90 per cento, hanno contratti che non garantiscono tutele fondamentali, che lavorano sette giorni su sette, fino a dieci ore al giorno. Secondo l’osservatorio permanente del Nidil, il 60 per cento degli infortuni occorsi ai rider non viene dichiarato e denunciato all’Inail”.

“Basti pensare – prosegue la Nidil Cgil di Terni – a quanto avvenuto in diversi territori durante le ultime alluvioni: rider in mezzo all’allerta meteo, a rischio della propria vita, perché alcune piattaforme non hanno sospeso le consegne. Davvero un panino vale più di una vita? Le attuali condizioni del mercato del lavoro vanno assolutamente cambiate per riconsegnare al lavoro il giusto valore sociale. In relazione alla sicurezza dei rider, è appena uscito un vademecum a cura di Nidil Cgil e Inca nazionale sugli infortuni e le malattie professionali dei ciclofattorini. Rilanciamo la necessità di una normativa regionale che coinvolga le rappresentanze sindacali. Come Nidil Terni esprimiamo vicinanza al lavoratore vittima del grave infortunio, augurando una pronta guarigione”.

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“Ha strangolato il padre tenendolo morto in casa per giorni”, le accuse alla 43enne di Foligno

I dubbi del medico di famiglia e l’intervento dei carabinieri nell’appartamento di Prato Smeraldo, poi la decisione della Procura

E’ stata arrestata con un’accusa terribile: avrebbe ucciso il padre 75enne, strangolandolo, e denunciandone la morte per cause naturali molti giorni dopo.

La 43enne di Foligno si trova nel carcere di Perugia, per disposizione della Procura della Repubblica di Spoleto, che l’accusa di omicidio aggravato.

La donna, Scilla Bertini, aveva chiesto l’intervento del medico di famiglia per denunciare la morte del padre Claudio, di 75 anni, con cui conviveva. Era il 14 marzo. Il medico aveva constatato che il corpo dell’uomo presentava segni di decomposizione avanzata. Per questo aveva allertato i carabinieri, che erano giunti nell’abitazione di Prato Smeraldo. Dove hanno trovato disordine, come se qualcuno avesse rovistato tra i mobili.

L’abitazione era stata posta sotto sequestro, per consentire ulteriori accertamenti. Non c’erano segni di effrazione che potessero giustificare l’eventuale ingresso di estranei in casa. La Procura ha disposto l’autopsia sul corpo dell’uomo, dalla quale si evidenzia la morte per strangolamento. Decesso che si fa risalire addirittura a metà febbraio.

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Fusione Coop, il 14 aprile incontro su Castiglione sede e logistica: revocato lo sciopero

Per la Filcams Cgil si tratta di un passo avanti, ma resta lo stato di agitazione in attesa degli esiti del confronto sul personale

La Filcams Cgil di Perugia ha revocato lo sciopero precedentemente indetto per lunedì 31 marzo nelle sedi Coop Centro Italia di Castiglione del Lago.

Questo perché il sindacato ha ritenuto “positiva la recente firma del verbale di accordo ex art. 47 relativo alla fusione, che include impegni concreti e la costituzione di tavoli tematici sulla sede e la logistica di cui il primo fissato per il 14 aprile”.

“Questi tavoli – spiega il sindacato – rappresentano un passo importante per affrontare le questioni relative alla fusione, agli effetti e agli strumenti necessari al fine di evitare eventuali ricadute occupazionali che avrebbero conseguenze drammatiche oltre che per le lavoratrici e i lavoratori coinvolti, anche per il tessuto economico e sociale del Trasimeno e di tutta l’Umbria”.

Proprio la mancata calendarizzazione dei tavoli aveva portato la Filcams Cgil ad indire uno sciopero. Tuttavia, nonostante questo sviluppo definito “incoraggiante”, il sindacato ha deciso di mantenere lo stato di agitazione fino a quando “non avremo un esito chiaro e soddisfacente dai tavoli di confronto”.

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