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Tag: Perugia

Inizio d’anno con il vento in poppa per l’aeroporto dell’Umbria

Il primo mese del 2023 si è chiuso con la conferma del trend di crescita dell’aeroporto internazionale dell’Umbria che lo scalo sta registrando da ormai molti mesi a questa parte

Il primo mese del 2023 si è chiuso con la conferma del trend di crescita dell’aeroporto internazionale dell’Umbria che lo scalo sta registrando da ormai molti mesi a questa parte

Altre notizie

Fondi del Pnrr per l’Umbria, si entra nella fase finale

Per la regione si apre una nuova fase. Oltre al miliardo e 347 milioni del Piano nazionale di ripresa, ci sono i soldi per la programmazione europea per un totale di 400 miliardi nei prossimi sette anni. Tesei “Sappiamo farci ascoltare”

Per il Pnrr ormai la fase è “quella più importante e decisiva”, che dovrà portare ad usare i fondi europei «in modo coerente, senza sprecare un centesimo, e in maniera organica e complementare», anche in Umbria: di tutto questo si è parlato a Perugia, al salone d’onore di Palazzo Donini, in un convegno sugli strumenti europei di sostegno allo sviluppo locale, regionale e nazionale come Next Generation Eu, i fondi del bilancio Ue e della Banca europea per gli investimenti (Bei). L’evento, dal titolo «Next Generation EU, Bilancio UE e BEI: opportunità europee per il rilancio dell’Umbria», ha avuto l’obiettivo di illustrare lo scenario ma anche far discutere sugli effetti positivi e sulle potenzialità per il territorio.

Per la programmazione europea 2021-2027 l’Umbria potrà contare su un miliardo 347 milioni .792.853 di euro, suddivisi tra Pr Fesr 2021-2027 (523.662.810), Fse+ 2021-2027 (289.692.900 euro), Csr 2023-2027 (534.437.143). L’incontro è stato voluto dall’Ufficio del Parlamento europeo in Italia, Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Cesar-Europe Direct Umbria e Regione. Con l’intervento della presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, del presidente Cesar e rettore dell’Università degli Studi di Perugia Maurizio Oliviero, del capo dell’Ufficio del Parlamento europeo in Italia Carlo Corazza e al direttore della Rappresentanza della Commissione europea in Italia Antonio Parenti. Tesei ha parlato di risorse «tante e importanti per la regione, tra le missioni del Pnrr e la nuova programmazione europea 21-27».

«La nuova programmazione – ha detto – porta nella disponibilità della Regione, pur nella consapevolezza che sono risorse che vanno cofinanziate, la cifra straordinaria di 1 miliardo e 347 milioni di euro». Per la Governatrice è stata «straordinaria e molto impegnativa» anche l’immediata utilizzazione di quanto la Regione aveva a disposizione della vecchia programmazione 14-20. «Molte risorse – ha sostenuto – sono state riprogrammate, grazie allo slittamento pur legato alla tragedia della pandemia, ed importanti per i bandi messi in campo per sostenere imprese e famiglie». «Abbiamo un’opportunità imperdibile – ha poi spiegato Corazza – visto che i fondi di Next generation che si sommano a quelli della programmazione 2021-2027 possono essere una spinta anche per le eccellenze dell’Umbria ma bisogna utilizzarli al meglio. Nei prossimi sette-otto anni avremmo oltre 400 miliardi di euro tra fondi a fondo perduto e prestiti e la quota dell’Umbria è importante sia dal punto di vista dei fondi Pnrr che di coesione. Si crea una sorta di ingorgo ma questa è anche un’occasione imperdibile». La complessità dei bandi e i tempi, soprattutto per le grandi opere, sono stati indicati come i principali nemici. L’Italia e l’Umbria in particolare è composta da piccoli comuni e quindi è stato ricordato di fare attenzione e di prendere per mano questi comuni nelle procedure. «Bisogna aiutarli soprattutto a livello tecnico e come sta facendo la Regione Umbria molto bene mettere il personale adatto con le competenze giuste per spendere nel migliore dei modi i soldi a beneficio dei cittadini delle imprese» ha aggiunto ancora Corazza. «Siamo piccoli ma nel panorama nazionale ed europeo ci facciamo ascoltare forse perché abbiamo una grandezza che ci viene da una terra d’eccellenza in tutti i settori» ha inoltre commentato la presidente Tesei.

Per poi evidenziare anche quelli che ritiene il punto debole e l’aspetto più critico. «È emersa una cosa che purtroppo conoscevo da tempo – ha detto – e su cui sto lavorando dall’inizio del mio mandato ed è il tema della carenza infrastrutturale di questa regione. Aiutiamoci e aiutateci a superare questo gap perché per questa regione è stato il peso negativo che l’ha vista nel 2019 avere un Pil tra i più bassi d’Italia». L’iniziativa ha visto anche gli interventi, con video-messaggi e collegamenti, di ospiti come la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, il Ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto e la vicepresidente della Bei Gelsomina Vigliotti. Dopo un focus sulla Regione e i Fondi europei, con l’intervento – tra gli altri – dell’assessore regionale allo sviluppo economico Michele Fioroni, si è tenuta una tavola rotonda di confronto alla presenza del sottosegretario all’Interno con delega al Pnrr Emanuele Prisco, degli assessori regionali Roberto Morroni, Enrico Melasecche, Luca Coletto, degli europarlamentari Luisa Regimenti (Ppe, FI), Camilla Laureti (S&D, Pd), Antonio Maria Rinaldi (Id, Lega), Nicola Procaccini (Ecr, FdI) e rappresentanti locali ed europei coinvolti nello sviluppo imprenditoriale, commerciale e agricolo dell’Umbria. «In questi giorni – ha ricordato Prisco – il ministero degli interni ha messo a disposizione un nucleo specialistico nelle Prefetture di tutta Italia, quindi anche in Umbria, per supportare gli enti locali nella progettazione e rendicontazione».

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I veri conti della sanità umbra

Un buco da 250 milioni, un deficit annuo da 50 milioni causato dal covid, spesa farmaceutica fuori controllo e Terni con l’ospedale più vecchio dell’Italia centrale

“Vanno sfatati molti falsi miti sulla solidità del sistema sanitario umbro e bisogna ricordare da dove siamo partiti”: lo ha detto la presidente della Regione, Donatella Tesei, durante un’audizione, con Coletto e D’Angelo, in terza commissione dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, presieduta da Eleonora Pace, sulla “situazione della sanità nell’Umbria”. Un incontro scaturito da una lettera del 9 gennaio, a firma dei consiglieri di minoranza, che chiedeva un confronto con l’Esecutivo di palazzo Donini per fare chiarezza sui conti della sanità regionale e sui livelli dei servizi forniti ai cittadini.

Illustrando la richiesta, Tommaso Bori (Pd) – riferisce un comunicato della Regione – ha spiegato, a nome dei firmatari, che “durante l’emergenza c’è stato un forte aumento dei fondi nazionali stanziati. Nonostante questa enorme mole di risorse l’Umbria si trova in una posizione non paragonabile alle altre Regioni, con 250 milioni di buco di bilancio stimati. Si registra un continuo turn-over della dirigenza sanitaria, con cadenza annuale o semestrale. C’è una mobilità passiva passata da un 2012 con una forte attrattività ad un 2021 che ha fatto registrare un debito milionario legato ai pazienti che si spostano fuori regione. La spesa farmaceutica è fuori controllo a causa del continuo cambio della dirigenza, che ha fatto mancare un vero controllo della spesa. In Umbria non sono state fatte assunzioni e non è stato potenziato l’organico: si è fatto ricorso a professionisti esterni, questo ha creato una spesa enorme per i medici a gettone. Ci sono professionisti che sono stati pagati 80 euro l’ora senza limite di orario, arrivando a guadagnare 25 mila euro in un mese. La Corte dei conti ha sempre parificato i bilanci della sanità, il suo primo richiamo è arrivato con questa amministrazione. Il depotenziamento della sanità pubblica sembra voler favorire sanità privata e assicurazioni”.

La presidente della Regione Donatella Tesei ha osservato che “bisogna ricordare da dove siamo partiti, con molti problemi ereditati dalle Giunte precedenti. Ho ereditato una sanità annichilita da Sanitopoli, dalla quale i migliori professionisti fuggivano. Abbiamo ereditato, prima del covid, infinite liste di attesa. Terni ha l’ospedale più vecchio del centro Italia. Dei 17 ospedali, alcuni erano inutilizzabili ed altri non utilizzati. C’erano certificati di sicurezza scaduti. Un disavanzo strutturale pauroso. Una mobilità con un pesante saldo passivo e una spesa farmaceutica fuori controllo. Non ho voluto iniziare il lavoro elencando problemi e scandali della sanità.

Speravo che questo fosse capito da tutte le forze politiche. Avremmo potuto costruire insieme un cambiamento nella sanità regionale”. “Abbiamo reagito al covid – ha sottolineato Tesei – tra mille difficoltà, con continue polemiche da parte delle opposizioni. I report nazionali ci dicono che siamo stati tra i migliori a gestire covid e vaccini. Il covid è sparito per decreto ma abbiamo ancora 200 ricoverati negli ospedali. Con le spese annesse. Il necessario processo di riforma è potuto iniziare da soli otto mesi”. “Sul bilancio della sanità regionale – ha sottolineato ancora Tesei – ha pesato l’inflazione quasi al 10% e l’aumento delle spese per l’energia. Ospedali, strutture sanitarie e uffici hanno subito questi rincari. Per mantenere una sanità pubblica e universale servono fondi nazionali, altrimenti chi ha più sanità pubblica ha più disavanzo. Cinque miliardi è la somma che manca alle sanità regionali per chiudere in equilibrio i bilanci. E questa è la somma richiesta dalla Conferenza delle Regioni.
Questa la somma che il presidente Bonaccini ha richiesto per le Regioni”.

Per la presidente, “vanno sfatati molti falsi miti sulla solidità del sistema sanitario umbro. La spesa è cresciuta quattro volte più dei fondi disponibili. Una spesa fuori controllo che cresce più della media nazionale. Nel 2017 il disallineamento era di 32 milioni, compreso il payback. Nel 2018 è arrivato a 60. Nel 2019 a 65 milioni. Oggi, il Ministero ci chiede di scorporare il payback. Questi disavanzi strutturali vengono sempre chiusi per portare a pareggio il bilancio. Questo indebolisce i conti e non crea riserve. Dal 2015 al 2019 la spesa farmaceutica per acquisti diretti è aumentata di 50 milioni, senza alcun tentativo di razionalizzarla. Il saldo di mobilità crolla da +25 milioni nel 2017 a – 4 milioni nel 2019. L’inversione di tendenza è avvenuta nel 2017, anche se si manifesta nel 2018-19”.

“Sul personale – ha spiegato Tesei – Agenas ci dice che abbiamo 2,35 medici ogni mille abitanti e 5,66 infermieri ogni mille abitanti: dati massimi a livello nazionale. Visto che però sembrano pochi, si rende necessaria una loro nuova redistribuzione per coprire le esigenze. Il costo degli amministrativi è del 20% della spesa totale: si tratta di un sovrannumero che toglie risorse per il resto del personale. Il covid ha impedito la riforma strutturale del sistema. Restano 50 milioni di euro all’anno da recuperare. Serve un percorso di efficientamento e ricostruzione. Per fare tutto questo ci vuole tempo. Per più di due anni abbiamo gestito esclusivamente il covid, pur andando avanti con vari progetti. L’aumento dei costi energia e dei costi Covid hanno gravato per 100 milioni sul bilancio regionale, che i fondi nazionali non coprono. Lo ho segnalato ad agosto 2022 ai ministri del periodo. Ed ora lo ho segnalato ai nuovi ministri in carica. Tutte le Regioni hanno segnalato questi problemi e una situazione esplosiva. I bilanci consuntivi sul 2022 non sono ancora stati ultimati, come da prassi lo saranno tra qualche mese. Gli incrementi di spesa si sommano ai disavanzi strutturali e peseranno anche sul 2023.
Queste situazioni e la loro genesi non possono essere negate ma devono essere affrontate”.

Luca Coletto (Assessore alla sanità), ha affermato che “lo sforamento per la spesa farmaceutica c’era già nel 2017 ed è andato aumentando negli anni successivi. Abbiamo fatto una delibera per ricondurre le prescrizioni all’appropriatezza, che prima non c’è stata. Grazie a quella delibera stiamo rientrando. I pazienti hanno la necessità di essere curati nella maniera più corretta possibile. Siamo stati giudicati una delle migliori Regioni per la gestione del Covid, pur in assenza di un piano per la gestione della pandemia. I fondi integrativi che esulano dal fondo sanitario vanno definiti e controllati. Altrimenti la sanità torna nelle mani delle mutue, che hanno creato un enorme debito legato a prestazioni non appropriate. E che creavano differenze sociali nelle cure. Tutte le Regioni hanno dovuto sopportare costi aggiuntivi per la gestione del Covid, che non è finita con il decreto del ministro il 31 marzo 2022. La mobilità ha avuto una inversione di tendenza nel 2015, che è stata registrata nel 2017. La programmazione manca da più di 10 anni. Un altro problema c’è stato con il payback, un ulteriore aggravio per le Regioni che hanno sfondato i tetti di spesa. Molte Regioni hanno subito gli sbilanci. In passato i bilanci sono stati chiusi in attivo ma la spesa è sempre stata maggiore del fondo disponibile. Stiamo dando una identità chiara ai piccoli ospedali, cercando professionisti che facciano mobilità attiva e che se ne sono andati a causa di mancanza di visione e di prospettiva. Da oltre un anno stiamo trattando con il ministero circa i 5 miliardi che mancano alla sanità. È necessario un intervento nazionale. I dati Agenas dicono che abbiamo il maggior numero di medici ogni mille abitanti in Italia. Mancano medici perché è mancata la programmazione e in passato non sono stati fatti i necessari concorsi”. Massimo D’Angelo (direttore regionale Salute e Welfare) – conclude la nota – ha sottolineato che “il disavanzo è legato al mancato finanziamento del fondo nazionale mentre aumentava il costo delle prestazioni. Durante il Covid abbiamo sospeso prestazioni sanitarie e questo ha impattato su molte patologie croniche che si sono riacutizzate. Ci sono molti pazienti anziani ricoverati per Covid, che si somma ad altre patologie, con una spesa per strutture e personale molto importante. Sulla spesa farmaceutica si registra un trend in miglioramento, legato all’appropriatezza”.

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Commercio, ecco come cambieranno le regole

Il Testo unico in fase di elaborazione punta su una visione del commercio come elemento di rilancio dei centri storici

Si è tenuta nel palazzo Broletto, a Perugia, la riunione tra l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Michele Fioroni, e tutte le principali associazioni di categoria territoriali in merito alla revisione del Testo unico del commercio (Tuc). L’obiettivo dell’incontro è stato quello di avviare un percorso partecipativo per la revisione della Legge regionale n. 10 del 14 giugno 2014 «Testo unico in materia di commercio», puntando alla creazione di uno strumento semplice ed efficace, che tenga conto dei profondi cambiamenti che ha subito il commercio degli ultimi anni e supporti le sfide del prossimo decennio. «Mai come in questo momento – ha detto l’assessore Fioroni – è fondamentale una legge che abbia un approccio trasversale e strategico. Il commercio come driver di rigenerazione urbana, di riqualificazione dei centri storici, di attrazione di borghi sempre più destinati a diventare non solo meta turistica, ma anche luogo di trasferimento di quella comunità di digital nomad che sempre più ricerca un’elevata qualità della vita da affiancare a un lavoro svolto quasi esclusivamente online. Queste – ha rilevato – sono solo alcune delle tematiche al centro della revisione del Testo unico, che si porrà anche l’obiettivo di introdurre nella norma concetti ad oggi fondamentali come quelli di multicanalità, omnicanalità, digitalizzazione, innovazione di formato». Durante l’incontro, in cui tutte le associazioni di categoria hanno manifestato il loro apprezzamento per l’iniziativa e la volontà di supportare il processo di revisione della normativa. È è stato inoltre condiviso il percorso che la Regione intende intraprendere nei prossimi mesi – riferisce ancora una nota dell’ente – che prevedrà, oltre alla realizzazione di uno studio strategico per identificare le più promettenti prospettive di sviluppo del commercio regionale, l’organizzazione di una serie di tavoli tematici di confronto con i vari stakeholder, per arrivare alla modifica del Testo entro l’estate 2023. L’assessore regionale Fioroni ha sottolineato quanto fondamentale sia arrivare alla stesura di una norma chiara e fortemente volta alla semplificazione, che traduca in maniera semplice una visione strategica ben definita e che diventi così uno strumento veramente efficace per Comuni e imprese.

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Nuove regole per le case popolari

Il presidente dell’Ater Emiliano Napoletti illustra le nuove regole per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale. Punteggi più alti per anziani e disabili

Si è tenuto un primo incontro tra l’assessore Enrico Melasecche, quale delegato alle Politiche della casa, coadiuvato dal Servizio regionale competente, i rappresentanti dell’Ater Umbria e dei Comuni umbri per la presentazione del nuovo Rìregolamento regionale recante disposizioni in materia di edilizia residenziale sociale in attuazione della legge regionale n.23 del 2003 in materia, modificata ed integrata recentemente dalla legge regionale n.15 del 2021. Obiettivo dell’incontro, uno scambio di informazioni tra la Regione ed i singoli Comuni in vista della predisposizione dei relativi bandi, previa rivisitazione dei regolamenti di ogni Comune, che porteranno ad un’ampia riforma e rilancio del settore.
L’assessore Melasecche, coadiuvato dai dirigenti e funzionari, dal presidente dell’Ater Emiliano Napoletti con i suoi tecnici, ha illustrato le principali novità contenute nel regolamento evidenziando, innanzitutto, le disposizioni relative alle cosiddette “categorie speciali”, cioè le persone fragili in quanto anziane e/o disabili, alle quali viene riconosciuto maggior punteggio utile per il collocamento in graduatoria. Ai fini della valutazione della “impossidenza”, vale a dire la condizione di non essere proprietario in assoluto di altri appartamenti idonei, il nuovo regolamento – ha spiegato – introduce un criterio che consente di procedere ad una stima concreta delle eventuali proprietà o quote parti di essa, superando così le annose criticità sorte in passato sul tema. Altra importante novità, sotto il profilo della valutazione dell’adeguatezza dell’alloggio, è costituita dal superamento del vecchio sistema dei “vani convenzionali” sostituito dai nuovi parametri basati sulla superficie utile minima, il numero delle camere, in funzione dei componenti il nucleo familiare. L’assessore Melasecche ha poi evidenziato l’attenzione voluta dal legislatore regionale per particolari categorie di beneficiari attraverso l’introduzione dello strumento della riserva di alloggi, che consente di facilitare il trasferimento e la permanenza nella regione degli appartenenti alle forze di polizia e al Corpo dei Vigili del Fuoco, ai giovani nuclei familiari, alle famiglie monoparentali, alle donne con figli minori a carico, vittime di violenza di famiglia o di crimini domestici.
In attuazione delle direttive UE in tema di permessi di soggiorno e di status di rifugiati, il Regolamento è stato aggiornato con riguardo ai requisiti generali dei beneficiari. Al contempo, sono state introdotte disposizioni più rigorose rispetto a quei soggetti condannati per reati riguardanti tossicodipendenza e prostituzione, che sono stati esclusi dalla nuova legge regionale dalla platea dei possibili beneficiari.
Un’altra rilevante novità, introdotta – è stato rilevato – con la finalità di evitare che il lasso di tempo intercorrente tra le varie date, quella di pubblicazione del bando, quella di presentazione della domanda di assegnazione e quella del provvedimento di assegnazione, determini un pregiudizio al richiedente, prevede l’applicazione del principio della “cristallizzazione” al momento della presentazione della domanda ai fini dell’assegnazione dei punteggi di alcuni requisiti, legati all’età anagrafica o a situazioni riferibili al decorso del tempo, e per Isee.

Il regolamento dà piena attuazione all’obiettivo di combattere le frodi, come subaffitti a terzi, un uso improprio degli appartamenti, prevedendo un sistema di controlli più capillare ed efficace, da realizzare anche con la stipula di intese con la Guardia di Finanza, l’Agenzia delle Entrate, l’Inps e/o altri organismi competenti.
Alla presentazione del regolamento regionale è seguita una serie di quesiti posti dai funzionari dei Comuni cui è stata data risposta, mentre per quelli più complessi verrà data successivamente dopo gli opportuni approfondimenti. Osservazioni sono state poste da alcuni Comuni e verranno valutate con attenzione in merito ad alcune criticità segnale.

Nel corso della riunione, sulla scorta delle proiezioni dei dati forniti da Ater, l’assessore Melasecche ha illustrato altresì le disponibilità degli alloggi assegnabili nell’anno in corso e nei due successivi.
È stato deciso di organizzare periodicamente, nel corso dell’anno, tali confronti concordando sulla loro importanza per il raccordo fra gli addetti dei vari Comuni, i funzionari regionali e dell’Ater, e facilitare lo scambio delle informazioni ai fini della migliore efficacia degli interventi in materia di edilizia residenziale sociale.

Ponte San Giovanni pronta a cambiare volto con la riqualificazione dell’area ex Palazzetti

Il progetto prevede una riduzione sensibile della cubatura del complesso, con la creazione di un mix di alloggi di edilizia residenziale sociale, a canone concordato

Parte il percorso di riqualificazione dell’area ex Palazzetti di via Adriatica, a Ponte San Giovanni, che “da ecomostro diventerà eco-quartiere”. Il complesso edilizio, in abbandono da anni, cambierà grazie a un progetto sviluppato con il Pinqua, programma innovativo della qualità dell’abitare e finanziato con il Pnrr. Per la presidente della Regione Donatella Tesei “la riqualificazione darà respiro alla comunità”. La governatrice è intervenuta a un incontro all’interno del complesso acquisito da Ater, che eseguirà i lavori. Con lei l’assessore alle Politiche abitative Enrico Melasecche e il sottosegretario all’Interno Emanuele Prisco. “Ponte San Giovanni ci guadagnerà in bellezza, sicurezza e utilità”, ha detto il sindaco Andrea Romizi. Il progetto prevede una riduzione sensibile della cubatura del complesso, con la creazione di un mix di alloggi di edilizia residenziale sociale, a canone concordato, alloggi di edilizia libera, uffici, servizi di quartiere come un asilo nido che sarà preso in carico dal Comune, e di spazi di relazione. “Ora sta a noi fare sì che le risorse diventino valore pubblico a tutti gli effetti”, ha detto il presidente di Ater Emiliano Napoletti. Il progetto di riqualificazione dei palazzi di via Adriatica, una partita da oltre 20 milioni di euro, dovrà essere concluso entro i primi mesi del 2026.
“Mettere mano a questa ferita significa avviare una rinascita”, ha detto l’assessore comunale all’Urbanistica Margherita Scoccia.
Il progetto sarà strettamente connesso ad un altro Pinqua pensato per Ponte San Giovanni, quartiere su cui si punta, tra l’altro, ad alleggerire il traffico viario con la partita del nodo di Perugia.

In arrivo quasi 17 milioni per l’edilizia scolastica umbra

I fondi sono quelli previsti dal Pnrr e serviranno anche per aumentare la sicurezza degli edifici. Il piano realizzato dall’assessore Agabiti

  Ulteriori risorse a disposizione per l’edilizia scolastica dell’Umbria: il via libera dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore Paola Agabiti. Ammonta a 16.715.485 milioni di euro lo stanziamento approvato per l’Umbria nell’ambito del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, su proposta della Regione.Le risorse sono rivolte ai Comuni e alle Province dell’Umbria per le scuole dell’infanzia, della primaria e della secondaria di primo e secondo grado. Aumento della sicurezza degli edifici, miglioramenti antisismici delle strutture e riduzione dei consumi energetici, queste le principali finalità che saranno tenute in considerazione per assegnare le risorse tramite un Bando che sarà pubblicato l’11 gennaio 2023 sul Bur – Bollettino ufficiale regionale dell’Umbria. I Comuni e le Province che vorranno partecipare avranno tempo fino alle ore 12 del 2 febbraio per inviare i loro progetti. “Con questo ulteriore stanziamento – afferma l’assessore Paola Agabiti – la Regione prosegue la sua azione di sostegno e collaborazione con gli Enti locali per l’ammodernamento delle strutture scolastiche. Quello deliberato oggi rappresenta un secondo importante stanziamento di risorse per l’Umbria nell’ambito del Pnrr, risultato di una costante attenzione che la Regione pone al tema dell’edilizia scolastica”. 

Brunello Cucinelli tra i 30 uomini più ricchi d’Italia

Ad incoronare il re del cachemire nell’empireo dei super ricchi è la rivista Forbes

Nella nuova classifica annuale pubblicata dalla rivista Forbes, il patrimonio personale dell’imprenditore di Solomeo viene valutato in 2 miliardi di dollari, cifra che lo piazza al 27/o posto tra gli italiani e al 1.513/o nel mondo. Guadagnando qualche posizione rispetto alla classifica 2021, quando con un patrimonio netto di 1,7 miliardi era al 28/o posto in Italia e al 1.833/o nel mondo. Giovanni Ferrero, il re della Nutella, è il più ricco d’Italia con una fortuna stimata in 36,2 miliardi di dollari, e si posiziona è al 36 esimo posto nel mondo. Leonardo del Vecchio è il secondo più ricco del paese, e 52 esimo nella classifica generale, con 27,3 miliardi. Lo seguono a distanza Giorgio Armani con 7,8 miliardi e Silvio Berlusconi con 7,1 miliardi.

Melasecche, in arrivo 100 milioni di opere pubbliche

L’assessore regionale elenca i tanti progetti in rampa di lancio.

“Prosegue incessante il lavoro del servizio Opere pubbliche della Regione per realizzare anche nell’area del ‘cratere del sisma gli immobili indispensabili alla ricostruzione pubblica e al ripristino di infrastrutture per la mobilità ‘slow’ danneggiate dal terremoto. Nonostante la forte carenza di personale tecnico, in attesa del reintegro dopo i pensionamenti degli ultimi anni e il trasferimento presso altri enti pubblici dei vincitori di concorso e per mobilità prevista dalla legge, l’impegno è massimo per evitare di perdere i fondi assegnati con i vari provvedimenti”. Lo afferma l’assessore regionale ad Infrastrutture, trasporti, opere pubbliche e politiche della casa, protezione civile, Enrico Melasecche, che illustra risultati e opere programmate e in via di realizzazione. «Innanzitutto – dice l’assessore, in una nota della Regione – giunge positiva la notizia relativa all’ospedale di Norcia: il Tar ha respinto come irricevibile il ricorso della ditta seconda classificata nella gara per il consolidamento e la riqualificazione di quel nosocomio per cui si sta procedendo con la definitiva assegnazione dell’appalto e la relativa apertura del cantiere, per un importo totale dell’opera di 9,4 milioni di euro. E avanzano speditamente le procedure per l’ospedale di Cascia che vede l’aggiudicazione della relativa gara per la sua completa ricostruzione, per un importo di 9,650 milioni di euro».

“Sono stati aggiudicati, inoltre, i lavori per 5 milioni di euro inerenti i cammini religiosi. Si tratta – spiega – del Lotto I, II e III relativi al Cammino di San Francesco, Cammino di San Benedetto, Via Lauretana, percorso Cascia-Roccaporena.

Per quanto riguarda Spoleto – continua l’assessore – per l’ampliamento della struttura di Santo Chiodo, che racchiude tesori inestimabili di valore artistico e storico recuperati dai vari terremoti e in corso di restauro in attesa di tornare nelle sedi proprie, viene di nuovo bandita la gara dopo che la stessa era andata deserta. La nuova struttura, per un investimento di 6,250 milioni di euro, ospiterà anche un centro di ricerca sulle tecniche del restauro in collaborazione con l’università.

Proseguono poi le operazioni propedeutiche all’avvio del cantiere per l’ex Mattatoio di Spoleto, per un importo di 5,750 milioni di euro, con l’apertura dell’unica offerta pervenuta”.

Altro capitolo, quello della variante Sud-Ovest di Terni “con 50 milioni di euro deliberati dal Cipess, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile: proseguono gli incontri con il Comune di Terni per definire tutti gli aspetti urbanistici relativi alla definizione del percorso preciso della nuova arteria ai fini della predisposizione del Piano di fattibilità tecnico economica per il quale è stata assegnata la progettazione. Altri due interventi – rileva l’assessore Melasecche – riguardano la nuova sede di proprietà della Regione a Terni in Via Saffi, consolidamento e riqualificazione, il cui appalto è stato consegnato alla Impresa Calzoni di Fontignano, con il cantiere di imminente attivazione, e la sede dell’Assessorato Infrastrutture, trasporti, opere pubbliche e politiche della casa, protezione civile di Piazza Partigiani, a Perugia, che, giudicato strategico per le funzioni pubbliche che svolge, sta per vedere l’appalto per il consolidamento sismico, con dissipatori alle fondazioni e una indispensabile riqualificazione impiantistica. Tutte le procedure indicate, ed altre che è difficile elencare, sommano complessivamente opere per circa 100 milioni. Si invitano le stesse imprese – sottolinea – a monitorare attentamente la pubblicazione dei bandi. Questi vengono predisposti sulla base del più recente Prezzario, su cui c’è stata convergenza in sede di analisi decisoria da parte delle varie associazioni di categoria, con il riconoscimento sostanziale delle richieste che correttamente sono pervenute dal mondo degli operatori. Il servizio Opere pubbliche, che ringrazio per il forte impegno – conclude l’assessore Melasecche – gestisce anche lo stesso Prezzario regionale, ed è fortemente impegnato anche questi giorni in confronti serrati con le associazioni dei professionisti e di categoria per valutare le variazioni dei costi dei materiali avvenuti nel secondo semestre 2022, da trasferire nel prezzario 2023 di prossima definizione”.

Turismo, per Agabiti i dati migliori di sempre

I dati del 2022 “sono i migliori della storia dell’Umbria, come arrivi, presenze e anche per i tempi di permanenza” secondo l’assessore regionale.

Secondo l’assessore Paola Agabiti è stato proprio il turismo “l’ambito nel quale la Regione ha inteso profondere ogni suo sforzo, al fine di operare un fattivo rilancio in termini di attrattività dell’Umbria e di nuova immagine dell’intero territorio regionale”. “Su questo aspetto – ha affermato – abbiamo concentrato energie e risorse per veicolare all’esterno un nuovo appeal e una nuova percezione di cosa sia e di cosa rappresenti l’eccellenza umbra”.
A questo proposito ha poi ricordato il riconoscimento dell’Umbria, da parte della prestigiosa guida Lonely Planet, come unica destinazione italiana Best in Travel 2023, segnalandola quale meta italiana di riferimento del prossimo anno nella pubblicazione di punta del turismo internazionale. “Un risultato straordinario, che premia la storia, le tradizioni, il valore profondo del nostro territorio e l’unicità dei suoi luoghi” ha sottolineato. Un turismo che guarda così sempre più al pubblico europeo, come ha ricordato anche la presidente della Regione Donatella Tesei, sottolineando “il contributo straordinario di apertura al mercato globale dato dall’aeroporto i cui dati sono sotto gli occhi di tutti, con lo scalo umbro che ha dato la possibilità di far uscire l’Umbria dall’isolamento. Il piano industriale della società di gestione della Sase – ha poi ricordato – prevedeva 250mila passeggeri mentre già un mese fa abbiamo superato i 350mila. Su questo non possiamo fermarci e nel 2023 lavoreremo per implementare le rotte e per adeguare le strutture ai nuovi flussi”.