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Tag: donne

Creazione d’impresa e autoimpiego, rifinanziato il bando MySelf Plus

La Giunta regionale dell’Umbria, su proposta dell’assessore allo Sviluppo economico Francesco De Rebotti, ha approvato il rifinanziamento dell’avviso a sportello MySelf Plus 2024, un bando dedicato alla creazione di impresa e all’autoimpiego che passerà dall’attuale milione di euro a 1 milione e 500mila euro.

L’avviso, a sostegno delle nuove iniziative imprenditoriali in attuazione della legge regionale 14 febbraio 2018 n.1 Capo VI “Autoimpiego e creazione d’impresa”, che aveva una dotazione finanziaria che ammontava 1 milione di euro, è andato esaurito con le domande fino ad ora ritenute ammissibili e, visto che risultano ancora da valutare altre 40 domande, si è ritenuto di integrare lo stanziamento con ulteriori 500mila euro.

“L’intervento agevolativo – spiega l’assessore regionale Francesco De Rebotti – rientra nella strategia di sostegno alle microimprese del territorio avviata a partire dal 2019 con il primo avviso MySelf e proseguita con successo negli anni. Consiste nell’erogazione di un finanziamento a tasso zero e senza garanzie destinato all’avvio di nuove iniziative imprenditoriali da parte di soggetti con difficile accesso al credito bancario. Viene inoltre mantenuta la riserva del 25% delle risorse disponibili per il sostegno all’autoimpiego e alla creazione di impresa da parte di coloro che non abbiano ancora compiuto 35 anni e accordata una corsia preferenziale all’imprenditoria femminile”.

All’interno delle 40 domande ancora da valutare e che potranno ora essere finanziate, se ritenute ammissibili, la carenza di fondi è stato effettivamente riscontrata nella categoria riservata alle “Donne adulte”, per la quale si è registrato un fabbisogno pari al doppio delle risorse stanziate, e rispetto alla categoria “Giovani”, mentre sono risultate in esubero le risorse destinate alla categoria residuale dei “Soggetti over 35”. “Proprio sulle misure che riguardano donne e giovani – conclude De Rebotti – abbiamo intenzione di continuare ad intervenire per dare il via ad ulteriori e necessari percorsi di sviluppo”.

La condizione delle donne lavoratrici, dati e prospettive

“La condizione delle donne lavoratrici in Umbria” è il tema affrontato nel convegno moderato da Luca Ginetto, caporedattore Rai TGR Umbria, organizzato da INPS e INAIL dell’Umbria insieme alla Direzione interregionale Lavoro Centro e all’Ispettorato territoriale Lavoro di Perugia.

Queste tematiche sono state oggetto di approfondimenti e riflessioni da parte dei tre Enti, cui è attribuito il compito di attuare le previsioni di legge in materia di opportunità, rispetto, legalità e sicurezza delle donne che lavorano.

Dopo i saluti istituzionali di Letizia Michelini, consigliera regionale dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, di Vittoria Ferdinandi, sindaca di Perugia e di Lorenzo Falistocco, consigliere del Comune di Perugia, che hanno concordemente sottolineato come il tema della lotta alle diseguaglianza e discriminazioni, comprese quelle di genere, sia al centro delle rispettive agende istituzionali, l’iniziativa è entrata nel vivo e si sono susseguiti gli interventi “tecnici” dei rappresentanti dei tre Enti promotori.

Stefano Marconi, direttore della DIL Centro, ha presentato lo scopo dell’iniziativa che punta a portare sinergicamente all’attenzione i dati rilevati in Umbria dei fenomeni discriminatori e la dimensione delle irregolarità per mancato rispetto delle disposizioni poste a tutela anche della componente femminile della popolazione lavorativa. Ha sottolineato, insieme al direttore dell’Ispettorato di Perugia, Andrea Benedetti, l’importanza della conciliazione quale strumento per favorire la regolarizzazione delle posizioni e sostenere al contempo il processo di trasformazione e necessario adeguamento anche culturale in tema di parità.

Per questo è stato nel loro intervento richiamato il ruolo e la collaborazione della consiglierà di Parità, figura di raccordo a supporto delle istanze dei lavoratori rispetto alle aziende e Istituzioni. Nei successivi interventi sempre del personale dell’INL, i responsabili funzionari Eugenio Eranio Boccafurni, Marcello Cadavéro e Terenzio Jacopo, sono state presentate le principali inadempienze riguardo al divieto di discriminazione tra generi e alcuni casi emblematici che la magistratura, nei diversi gradi di giudizio, ha ridefinito quale faro illuminante per un’applicazione più efficace in termini di reale inclusione della persona e contro ogni forma di asimmetria discriminatoria nei confronti delle donne e delle minoranze. Inoltre, gli Uffici hanno illustrato la condizione delle lavoratrici in Italia e in Umbria, che si vedono costrette a rassegnare le dimissioni dal proprio posto di lavoro per esigenze famigliari mentre, nel caso degli uomini, le dimissioni nei primi anni di vita del figlio sono motivate prevalentemente da esigenze di carriera perché hanno maggiori opportunità di impiegarsi in differenti imprese. Tutto ciò nonostante la Regione Umbria si distingua per un numero di strutture di cura dei minori da 0 a 2 anni superiore alle media nazionale.

Inps ha portato la testimonianza del CUG nazionale che, con la presidente Maria Giovanna De Vivo, ha rappresentato come le politiche dell’Istituto previdenziale siano nel tempo rivolte a realizzare concretamente la necessaria attenzione alle condizioni di parità e inclusione sia interna del personale, che riguardo ai rapporti con i cittadini. Il direttore regionale Antonio Maria Di Marco Pizzongolo ha presentato un progetto recentemente attivato con il personale delle sedi Inps in Umbria di buona pratica per la contaminazione culturale volta all’equo coinvolgimento dei due generi nell’azione posta a superare le discriminazioni. Altrettanto ha richiamato la consigliera del CUG Rossella Dominici, presentando i protocolli INPS-Centri antiviolenza avviati in regione. Trattasi in entrambi i casi di iniziative concrete che vanno verso la maggiore efficacia nella tutela della donna e della parità di genere. La dirigente della Direzione regionale Inps Umbria, Roberta Cuccagna, ha concluso richiamando il fenomeno pensionistico nelle dinamiche di dettaglio che evidenziano una oggettiva disparità nei trattamenti uomo/donna derivante da una contribuzione discontinua e meno piena, che vede le donne più svantaggiate rispetto agli uomini.

Inail Direzione regionale Umbria, con la presenza del direttore regionale Alessandra Ligi, ha presentato i dati sull’andamento infortunistico al femminile, con attenzione agli infortuni in itinere e a quelli collegati alle molestie, violenze e stress lavorativo, fenomeni che risultano in aumento in particolare nella componente femminile della forza lavora e in particolare nel comparto cura della persona, sanità professioni helper.

Il dirigente Medico Inail, Marina Giuliani, ha richiamato la portata innovativa della medicina di genere nell’ambito degli interventi di prevenzione anche dei rischi lavorativi e l’importanza di effettuare all’interno degli ambienti di lavoro la valutazione dei rischi distinguendo la differente esposizione in ragione dei due generi atta a garantire la piena tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.

La consigliera di parità della Regione Umbria Rosita Garzi ha tracciato le conclusioni, sottolineando che più che di un bilancio definitivo rispetto ai temi posti durante la giornata, quanto emerso ha aperto ulteriori interessanti spazi di approfondimento e conseguenti azioni positive. Il valore del convegno, ha rimarcato, è stato quello di avere messo a sistema tanti elementi di utile dettaglio informativo e ha apprezzato il metodo adottato che intenderebbe proporre a tutti di replicare attivando un Tavolo comune dedicato a questi temi e che abbia il carattere della concretezza e punti a fornire una conoscenza puntuale e condivisa dei reali bisogni e attese dei cittadini in materia di eguaglianza equità e parità di trattamento anche nel lavoro.

Autoimpiego al femminile, l’Umbria ai primi posti in Italia

Più di un’impresa o partita Iva ogni quattro nella provincia di Terni è stata aperta da una donna. Le imprenditrici nella provincia sono 4.908 (dato al 30 settembre 2024), il 26,6% del totale delle attività. Si tratta della 15esima percentuale più alta tra tutte le province italiane, nella graduatoria guidata da Cagliari (40,5%).

L’altra provincia umbra, Perugia, si colloca al 28simo posto con 14.837 imprese, il 25% del totale.

Entrambe le province umbre sono al di sopra della media nazionale, che è del 22,7%.

Il record italiano

L’Italia ha il tasso di occupazione femminile più basso d’Europa (solo Malta fa peggio), ma in termini assoluti è il Paese con il numero più elevato di lavoratrici indipendenti. Nel 2023, infatti, le donne italiane in possesso di partita IVA che lavorano come artigiane, commercianti, esercenti o libere professioniste ammontano a 1.610.000, a fronte di 1.433.100 presenti in Francia e 1.294.100 occupate come autonome in Germania. Un record europeo, quello segnalato dall’Ufficio studi della Cgia, che evidenzia ulteriormente la notevole propensione degli italiani, sia maschi che femmine, all’imprenditorialità.

L’assoluto primato delle imprenditrici assume una rilevanza ancor più significativa se consideriamo che la popolazione femminile italiana in età lavorativa, compresa tra i 20 e i 64 anni, è costituita da 17.274.250
persone; al contrario, la Francia registra un surplus di 1,9 milioni di donne rispetto a tale cifra e la Germania supera addirittura il dato italiano di ben 7,3 milioni.

Un paradosso solo apparente. La difficoltà ad essere assunte spinge infatti molte donne all’autoimprenditorialità. Oltre al fatto che alcuni lavori vedono impegnate quasi esclusivamente donne, anche in forma autonoma.

I settori

Circa il 56% delle donne imprenditrici attive in Italia è impiegato nel settore dei servizi alla persona (quali parrucchiere, estetiste, tatuatrici, massaggiatrici, pulitintolavanderie, ecc.) e nei servizi alle imprese (in qualità di titolari o socie di agenzie di viaggio, agenzie immobiliari, imprese di pulizie, noleggio di veicoli, agenzie pubblicitarie, fotografe, video maker, studi di commercialisti e consulenti del lavoro). Inoltre, poco meno del 20% opera nel commercio, mentre poco oltre il 10% è attivo nell’Horeca4 e circa un ulteriore 6% nell’industria, medesima percentuale si riscontra anche nell’agricoltura.

In Umbria 33mila donne hanno subito almeno una volta molestie sul luogo di lavoro

In Umbria 33mila donne tra 15 e 70 anni hanno subito almeno una molestia sul luogo di lavoro durante la vita lavorativa. Una percentuale del 16% che ne fa purtroppo la seconda regione italiana, dopo il Piemonte e prima della Sicilia, dove le donne hanno subito almeno una molestia (di qualsiasi tipo) sul posto di lavoro nel corso della vita. Ed è la prima regione italiana (10,5%) per percentuale di donne che hanno subito nel corso della vita almeno una molestia fuori dal posto di lavoro.

E’ quanto evidenzia il rapporto dell’Istat “Le molestie: vittime e contesto” – Anno 2022-2023, elaborato dalla Camera di commercio dell’Umbria. Il cui presidente, Giorgio Mencaroni, ricorda l’impegno della Camera per combattere questa piaga: “Il fenomeno delle molestie (di qualsiasi tipo esse siano) contro le donne sul posto di lavoro purtroppo vede l’Umbria non posizionata bene a livello nazionale nel rapporto dell’Istat, con cifre più alte della media, anche se si evidenzia un netto miglioramento della situazione, in Italia come anche nella nostra regione. Vorrei centrare l’attenzione proprio su questo miglioramento, che dimostra come l’azione di sensibilizzazione tra le imprese e i lavoratori portata avanti dalle forze economiche e sociali, tra cui la Camera di Commercio dell’Umbria, sia stata e sia molto utile. L’Ente camerale è impegnato nella battaglia di sensibilizzazione contro le discriminazioni nei luoghi di lavoro, che si vince con la formazione di imprenditori e lavoratori, su cui siamo molto attivi. Si tratta di un tema che ci sta a cuore, come emerso anche pochi giorni fa con il Laboratorio ‘Parole oltre…gli stereotipi e la discriminazione’, che abbiamo organizzato in collaborazione con il Comitato per l’Imprenditoria Femminile e il Comitato Unico di Garanzia. Un evento a cui hanno partecipato, oltre ad imprenditrici ed imprenditori, anche un’ampia rappresentanza di dipendenti dell’Ente camerale. Ciò si inserisce nel contesto di un impegno costante di sensibilizzazione e formazione, che avrà a breve ulteriori, importanti momenti, per aiutare a compiere ulteriori passi avanti su un tema che riguarda il rispetto della dignità delle persone e la qualità del contesto economico-sociale, senza la quale non c’è sviluppo”.

Da non sottovalutare il fenomeno delle molestie verbali: in Umbria la stima è di circa 15 mila donne che li hanno subiti nei tre anni precedenti il biennio 2022-2023. Una situazione ancora grave, anche se in netto miglioramento rispetto oltre 24mila del biennio precedente l’indagine 2015-2016. Parliamo delle offese, sguardi inappropriati e lascivi che mettono a disagio, la proposta di immagini o foto dal contenuto esplicitamente sessuale che offendono, umiliano o intimidiscono, scherzi osceni di natura sessuale o commenti offensivi sul corpo o sulla vita privata, avances inappropriate, umilianti oppure offensive sui social, o messaggi sessualmente espliciti e inappropriati. Molestie che rappresentano le forme maggioritarie di molestie sul posto di lavoro.

(immagine generica d’archivio)

imprenditrici

Bando “Myself plus 2024” per imprenditoria femminile e under 35

Dopo il rafforzamento della sede a Terni, con un punto di riferimento anche nel centro della città, Sviluppumbria rafforza il sostegno alle iniziative imprenditoriali dell’area, in particolare dei giovani under 35 e delle donne. Una fascia sulla quale è stato volutamente orientato il bando “Myself plus 2024”, che la Regione ha messo a disposizione per le micro e piccole imprese con sede operativa in Umbria.

Un sostegno finanziario per quelle attività, anche di lavoro autonomo di recente o prossima costituzione, con particolare riguardo a quelle promosse appunto dai giovani e dalle donne, che così possono ottenere un contributo a fondo perduto e un finanziamento a tasso zero.

A gestire la misura sarà Sviluppumbria, che realizzerà l’attività di orientamento e di supporto per le imprese costituite e per le persone fisiche interessate alla presentazione della domanda, nonché l’attività di supporto e tutoraggio ai soggetti beneficiari nella fase di rendicontazione delle spese ammissibili, al fine di favorire la corretta fruizione delle agevolazioni.

Risorse e spese ammissibili

Le risorse stanziate ammontano ad 1 milione di euro, con una riserva del 25% per i giovani under 35 e del 40% per le donne. Sono finanziabili i progetti imprenditoriali rientranti nella produzione di beni, fornitura di servizi, commercio e artigianato per una spesa complessiva compresa tra euro 10mila e 66.667, con un’intensità di aiuto pari al 95% della spesa ammissibile di cui il 75% finanziamento tasso 0 senza garanzie (max euro 50mila) e 20% contributo a fondo perduto.

Spese ammissibili: macchinari, attrezzature e arredamento; hardware, software, sito web e e-commerce; piccole opere murarie ed impianti; mezzi di trasporto, limitatamente ai casi in cui risultino funzionali e strumentali all’attività; spese correnti come utenze; spese per il business plan; consulenze; affitto locale; pubblicità; acquisto materie prime; formazione.

Come partecipare, date e scadenze invio

La presentazione delle domande di ammissione alle agevolazioni si struttura in due fasi: la prima è riferita alla compilazione della domanda, che può essere avviata fino alle ore 12 del 28 febbraio 2025; la seconda fase è relativa all’invio vero e proprio della domanda, che può essere inoltrata fino alle ore 12 del 28 febbraio 2025. Per l’invio va utilizzato esclusivamente il servizio on line raggiungibile all’indirizzo: https://puntozero.elixforms.it. Il testo completo del bando e la modulistica sono pubblicati sul Supplemento ordinario n. 1 al BUR “Serie Avvisi e Concorsi” n. 44 del 08/10/2024.

“Donne in digitale”, già esaurite le iscrizioni al percorso formativo

Subito “sold out” (con largo anticipo sul 17 settembre, giorno fissato per la scadenza delle iscrizioni) il percorso formativo “Donne in digitale”, che inizia il prossimo 19 settembre, promosso da Unioncamere per diffondere la cultura e la formazione digitale femminile, con l’obiettivo di accrescere la professionalità manageriale e migliorare le competenze digitali delle donne che fanno impresa e delle lavoratrici, anche e soprattutto per contrastare il gender gap.

Una risposta molto forte, quella giunta dal territorio umbro – anche grazie all’attivismo del CIF (Comitato Imprenditoria Femminile) della Camera di Commercio dell’Umbria – che rappresenta appunto un ottimo segnale della partecipazione femminile sulla strada della transizione digitale delle imprese, caposaldo dell’azione della Camera di Commercio insieme all’impegno per la transizione digitale.

Le attività formative in programma prevedono percorsi di upskilling e reskilling orientati ad acquisire e rafforzare le competenze digitali relative all’organizzazione del lavoro e alla comunicazione con il mercato e con gli utenti. In quest’ottica, il percorso formativo approfondirà metodologie e strumenti strategici per la presenza online, l’organizzazione del lavoro e il project management, la cura dei contenuti, anche attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie di e-commerce.

Il ruolo del CIF

Così Dalia Sciamannini, presidente CIF (Comitato Imprenditoria Femminile) Umbria, organo dell’Ente camerale: “Sono molto soddisfatta del percorso formativo Donne in digitale, che ha già raggiunto il massimo delle iscrizioni disponibili, perché si inserisce pienamente nelle attività e negli obiettivi su cui la Camera di Commercio dell’Umbria e il Comitato Imprenditoria Femminile (CIF) che rappresento stanno già lavorando. Ritengo che le collaborazioni tra il sistema camerale nazionale e quello regionale siano di fondamentale importanza per valorizzare le potenzialità delle donne imprenditrici ed aspiranti tali, in quanto, ottimizzando risorse economiche, di tempo e di personale, possiamo offrire, come per Donne in digitale, strumenti e informazioni utili allo sviluppo delle imprese femminili. Mi piace poi ricordare che il CIF, nel corso del mio mandato, ha già attivamente collaborato con il PID Punto Imprese Digitale e con il SNI (Servizio Nuove Imprese) della Camera di Commercio dell’Umbria proprio per mettersi al servizio delle donne che vogliono fare impresa con le competenze e la professionalità necessarie al giorno d’oggi”.

Chi è interessato al percorso formativo

L’evento è di interesse per:

  • presidenti e componenti dei Comitati per l’imprenditoria femminile;
  • donne che fanno impresa di tutti i settori produttivi ed economici
  • aspiranti imprenditrici
  • libere professioniste e lavoratrici autonome
  • dipendenti del settore privato
    donne che ricoprono posizioni di leadership o di lavoro all’interno delle organizzazioni del sistema associativo
  • donne inserite all’interno delle organizzazioni del terzo settore
    Il percorso
    Il percorso formativo verrá erogato in modalitá webinar in tre edizioni, della durata complessiva di 20 ore, e sarà articolato in due blocchi:
    5 moduli formativi della durata di 2 ore ciascuno, progettati con la struttura metodologia-focus-esempio-strumento per guidare le partecipanti alla scoperta di nuove soluzioni e/o mostrare spunti per l’elaborazione di strategie convincenti per il mercato;
    2 bootcamp operativi, elaborati con la metodologia delle stories-in-learning con momenti misti tra lezione frontale e attività operative.

I moduli

Modulo 1 From zero to HERo: la presenza online.
Modulo 2 Digital WorkHER: skill e tools per il project management e il lavoro.
Modulo 3 Social InfluencHER: tips&tricks per la comunicazione social
Modulo 4 Content EmpowHERment: costruire il contenuto anche con l’AI
Modulo 5 E-commerce LeadHER: strategie e pratica per l’e-commerce