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Tag: credito

La dinamica dei finanziamenti e il costo del credito alle imprese umbre

Nel 2024, secondo l’ultimo rapporto della Banca d’Italia, la contrazione del credito all’economia regionale si è attenuata. Il calo ha però continuato a interessare il settore produttivo e ha rispecchiato le minori esigenze di finanziamento di investimenti e capitale circolante. Le condizioni di offerta sono rimaste orientate alla cautela. La qualità del credito è peggiorata, soprattutto per le imprese della manifattura, pur confermandosi su livelli storicamente buoni.

Nel 2024 i risultati reddituali si sono confermati positivi per larga parte delle aziende umbre. Secondo l’indagine Invind, la quota di imprese che hanno chiuso l’esercizio in utile è ulteriormente cresciuta,
raggiungendo un nuovo massimo. L’incremento ha interessato in particolare le aziende dei servizi, a fronte di un calo rilevato per quelle industriali.

La liquidità finanziaria delle imprese è rimasta elevata nel confronto storico. È proseguita la ricomposizione verso le attività a remunerazione più elevata, quali i depositi a risparmio e i titoli quotati; resta comunque preponderante la quota detenuta nei depositi a vista e nei conti correnti.

La dinamica dei finanziamenti

Nel corso del 2024 la contrazione dei prestiti al comparto produttivo umbro si è attenuata (-2,1% a dicembre, dal -4,2 di un anno prima). In un contesto di politiche di offerta ancora caute e di una domanda
di credito debole, la riduzione dei prestiti ha continuato a essere marcata per le imprese di più piccola
dimensione (-6,8%, a fronte del -0,9 per le medio-grandi) e, tra i settori, nell’edilizia (-7,9%).

Il costo del credito

La riduzione dei tassi di riferimento della BCE si sta gradualmente trasmettendo al costo del credito. Dopo il sensibile incremento registrato nel corso del 2023, il tasso mediamente applicato ai prestiti connessi a esigenze di liquidità è sceso di quasi un punto percentuale, al 6,1% nel quarto trimestre del 2024. Il calo ha riguardato in misura analoga le diverse classi dimensionali e branche di attività economica. L’onerosità media dei nuovi prestiti destinati agli investimenti, rappresentati principalmente da operazioni a scadenza prolungata, è scesa più decisamente, al 4,9% (dal 6,7 di un anno prima).

Fondazione anti-usura, 150mila euro dalla Regione

Dalla Giunta regionale dell’Umbria contributo annuale di 150mila euro a favore della Fondazione Umbria per la prevenzione dell’usura, riconoscendo il ruolo centrale che l’ente svolge a sostegno delle famiglie e delle persone in difficoltà, con l’obiettivo di prevenire il rischio di usura e promuovere una cultura della legalità diffusa.

Con questa decisione la Regione conferma il proprio impegno a fianco della Fondazione, che da anni opera nel territorio con strumenti concreti di prevenzione, educazione finanziaria e assistenza diretta. La lotta all’usura non rappresenta soltanto un presidio di legalità, ma anche una tutela fondamentale della dignità delle famiglie umbre, che in caso di difficoltà economiche possono trovarsi esposte al rischio di cadere nella rete dell’indebitamento illegale.

“La Regione Umbria crede profondamente nell’impegno della Fondazione contro l’usura e il sovraindebitamento – ha dichiarato la presidente Stefania Proietti – . Con questo contributo vogliamo rafforzare la rete di protezione intorno ai cittadini più deboli, perché nessuno debba sentirsi solo di fronte a problemi finanziari che, se non affrontati in tempo, possono diventare un dramma sociale. L’usura è una ferita che mina la libertà e la dignità delle persone, la sua prevenzione deve restare una priorità istituzionale e morale”.

La Fondazione Umbria per la prevenzione dell’usura è un ente del terzo settore, opera nel campo della sicurezza sociale e della tutela dei diritti civili con l’obiettivo di contrastare l’usura, prevenirne il rischio e diffondere la cultura della legalità. Offre tutela, informazione, formazione e assistenza finanziaria, legale e morale, prestando idonee garanzie fideiussorie, a sostegno di contratti di mutuo o finanziamento erogati da istituti di credito convenzionati, a favore di vittime di usura che si siano rivolte all’autorità giudiziaria per denunciare l’usuraio e di soggetti che si trovano in situazioni a rischio di usura in quanto incontrano difficoltà nell’accesso al credito. Negli ultimi anni ha ampliato il proprio impegno anche attraverso progetti sociali ed educativi, per rafforzare la prevenzione e promuovere una maggiore consapevolezza finanziaria.

Le ragioni della stretta sul credito alle imprese umbre

Crolla il credito bancario alle imprese umbre. Secondo i dati della Banca d’Italia al 31 marzo 2025, i prestiti a società non finanziarie e famiglie produttrici nella regione sono scesi del 3,5% su base annua, e addirittura del 5,4% se si confronta il primo trimestre 2024 con il primo trimestre 2025.

Una contrazione pesante – evidenzia nella sua analisi la Camera di Commercio dell’Umbria – sesto peggior dato d’Italia, ben superiore alla media nazionale (-1%). Se si considera l’inflazione (+1,7% tra marzo 2024 e marzo 2025), la riduzione in termini reali tocca il -5,1% su base annua e oltre il -7% se si fa il confronto tendenziale tra il primo trimestre 2024 e quello 2025.

In termini assoluti, ammonta a 400 milioni di euro in meno il saldo della stretta delle banche sulle imprese. Il volume complessivo di prestiti in Umbria, al lordo dell’inflazione, è passato da 7,92 miliardi di euro a 7,5 miliardi, in appena dodici mesi.

Piccole imprese sotto assedio
A soffrire maggiormente sono le piccole imprese, che rappresentano la spina dorsale del tessuto produttivo regionale. La banca dati statistica di Bankitalia rileva un crollo del 7,8% dei prestiti alle aziende minori nel confronto tra primo trimestre 2024 e primo trimestre 2025. Il credito è sceso da 1,84 a 1,7 miliardi di euro in valori nominali, contro una flessione nazionale del 5,5%. Le imprese medio-grandi hanno registrato un calo ben più contenuto: -0,9% su base annua.
La stretta sul credito non è uguale per tutti. La struttura produttiva umbra – caratterizzata da una maggiore incidenza di micro e piccole imprese rispetto alla media italiana – è colpita con più durezza. Gli istituti di credito, alle prese con il ritorno dell’incertezza macroeconomica e con la fine del ciclo dei super-profitti da tassi elevati, restringono le maglie per i soggetti considerati più rischiosi.

Le costruzioni crollano: -12% in termini reali
A livello settoriale, le costruzioni subiscono la frenata più brusca: tra il primo trimestre 2024 e lo stesso periodo del 2025, i prestiti sono passati da 707 a 632 milioni di euro, pari a un calo del -10,6% nominale e -12,3% reale. L’industria registra un -5,5% (da 3,73 a 3,52 miliardi), mentre i servizi calano del 4,1%.

Rispetto alla media italiana
Il confronto con l’Italia è impietoso:
• Credito complessivo alle imprese: -5,4% in Umbria vs -1% in Italia
• Industria: -5,5% Umbria vs -1,5% Italia
• Servizi: -4,1% Umbria vs -1,4% Italia
• Costruzioni: -10,5% Umbria vs -7,5% Italia
• Piccole imprese: -7,8% Umbria vs -5,5% Italia

Tutti gli indicatori posizionano l’Umbria sotto la media nazionale. Peggio, in termini nominali, fanno solo cinque regioni: Molise, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Basilicata.

Perché l’Umbria è più penalizzata?
Il Pil umbro nel periodo considerato è cresciuto dello 0,7%, in linea con la media italiana. Perché allora la frenata del credito è più accentuata? Tre le possibili spiegazioni suggerite dalla Camera di commercio dell’Umbria.

La prima riguarda la maggiore liquidità accumulata dalle medie e grandi imprese umbre durante gli anni del denaro facile (2020-2021), grazie alle politiche ultra-espansive della BCE. Oggi quelle aziende, già ben patrimonializzate, non hanno bisogno di nuovo credito, soprattutto con tassi elevati.

C’è poi la contrazione della manifattura regionale, che nel 2023 ha ridotto del 9% gli investimenti programmati. Con meno progetti, cala la richiesta di finanziamento. Una dinamica che riguarda anche altre aree del Paese, ma che in Umbria ha inciso di più, per la specializzazione produttiva e il debole andamento industriale.

Infine, la struttura produttiva sbilanciata sulle micro e piccole imprese, spesso con merito di credito basso. Le banche, che si preparano a un aumento delle sofferenze e hanno prospettive di profitti inferiori a causa della riduzione dei tassi di interesse, evitano esposizioni rischiose. In Umbria questo significa colpire il cuore dell’economia reale.

L’analisi del presidente Mencaroni
Questa l’analisi di Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria: “Per invertire la rotta non basta denunciare la stretta: serve un’azione decisa, mirata e multilivello. La nostra regione non può permettersi di lasciare senza ossigeno le sue imprese più fragili, proprio mentre si gioca la partita cruciale del rilancio economico e della doppia transizione, digitale ed ecologica. Le banche, la Cassa depositi e prestiti, le istituzioni e i territori devono fare la loro parte, ora”.

Tre le direttrici d’intervento indicate da Mencaroni: “Rafforzare i sistemi di garanzia pubblica, a partire dal Fondo centrale per le PMI, estendendo e semplificando le procedure per l’accesso al credito, soprattutto per le microimprese, le startup, le imprese femminili e giovanili. Rilanciare il ruolo della Cassa depositi e prestiti in Umbria non solo come finanziatore aggiunge – ma come partner strategico delle imprese e degli enti locali, attraverso strumenti innovativi come minibond, co-investimenti e piattaforme territoriali dedicate. Costruire nuove reti territoriali – indica ancora Mencaroni – che coinvolgano banche locali, consorzi fidi, Comuni, associazioni di categoria e Università, per rendere il credito più vicino ai bisogni reali delle imprese umbre, anche attraverso l’uso intelligente dei dati per valutare meglio il merito creditizio delle realtà più piccole”.

“Non si tratta di tornare a erogazioni facili o indiscriminate, ma di strutturare un ecosistema del credito più giusto, più reattivo e più inclusivo. Con meno burocrazia e più fiducia. Meno rigidità e più prossimità. Perché senza credito anche la migliore idea resta chiusa in un cassetto. E oggi, in Umbria – conclude il presidente della Camera di commercio – quel cassetto rischia di restare sbarrato a troppi”.

Contributi in conto interessi, c’è il bando

Pubblicato il bando della Camera di Commercio dell’Umbria per contributi in conto interessi a microimprese e Pmi. Una misura che consente l’abbattimento di 2 o 4 punti percentuali dei tassi d’interesse applicati ai finanziamenti.

A marzo di quest’anno in Umbria il tasso medio applicato dalle banche alle aziende è stato del 7%, che sale al 10,6% per le piccole imprese.

Quando presentare domanda

Le richieste di contributo vanno presentate per via telematica dalle ore 12:00 del 7 ottobre 2024 alle ore 12 del 16 dicembre 2024, salvo esaurimento delle risorse disponibili. Un provvedimento molto sentito dalle aziende, che negli ultimi due anni hanno visto schizzare in alto i tassi praticati da banche e altri intermediari e subito gli effetti del “credit crunch”.

Le finalità del bando

Il provvedimento varato dalla Camera di Commercio dell’Umbria ha come obiettivo quello di sostenere le micro e piccole imprese nell’affrontare le difficoltà finanziarie, facilitare l’accesso al credito e contrastare la restrizione dell’offerta da parte degli intermediari finanziari nei confronti delle imprese (il cosiddetto “credit crunch”).

Un provvedimento importante, soprattutto in tempi in cui i tassi d’interesse bancari applicati ai crediti alle imprese restano alti, dopo oltre un anno e mezzo di continui rincari anti inflazione, nonostante la Bce abbia iniziato il processo di riduzione, in linea con il netto arretramento che sta registrando l’inflazione.

Dotazione

L’importo stanziato e la riduzione di 2 o 4 punti dei tassi d’interesse applicati ai finanziamenti a microimprese e Pmi

Con uno stanziamento deliberato dalla Giunta Camerale di 600mila euro il bando prevede contributi in conto interessi sui prestiti concessi da banche o Confidi per le micro e piccole imprese dei settori commercio, turismo, manifatturiero e servizi, con lo scopo di abbattere di due o quattro punti percentuali i tassi d’interesse applicati ai finanziamenti.

Beneficiari

Possono beneficiare del contributo le imprese che abbiano stipulato un contratto di finanziamento con un istituto di credito o con un confidi vigilato, per operazioni di liquidità e/o investimento.

Sono ammissibili alle agevolazioni le imprese che alla data di presentazione della domanda e fino alla liquidazione del contributo presentino questi requisiti:

a) siano micro e piccole imprese;

b) abbiano sede legale e/o una sede operativa nella circoscrizione territoriale della Camera di Commercio dell’Umbria;

c) siano attive e iscritte al Registro delle Imprese;

d) non si trovino in stato di fallimento, liquidazione (anche volontaria), amministrazione controllata, concordato preventivo o in qualsiasi altra situazione equivalente secondo la normativa vigente, e nei cui riguardi non è in corso un procedimento per la dichiarazione di una di tali situazioni;

e) non abbiano in corso forniture con la Camera di commercio dell’Umbria, anche a titolo gratuito;

f) non abbiano stipulato contratti di lavoro subordinato o autonomo o comunque attribuito incarichi a ex dipendenti pubblici in violazione del divieto previsto dalla normativa;

g) abbiano aderito al Cassetto Digitale dell’Imprenditore attraverso la piattaforma on line www.impresa.italia.it

Quando e come presentare domanda

Le richieste di contributo devono essere trasmesse esclusivamente in modalità telematica, con firma digitale, attraverso lo sportello on line “Contributi alle imprese”, all’interno del sistema Webtelemaco di Infocamere – Servizi e-gov, dalle ore 12:00 del 7 ottobre 2024 alle ore 12 del 16 dicembre 2024, salvo esaurimento delle risorse disponibili. Saranno automaticamente escluse le domande inviate prima e dopo tali termini. Non saranno considerate ammissibili altre modalità di trasmissione delle domande di ammissione al contributo.

(nella foto il presidente della Camera di commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni)