La telefonata in casa da un sedicente maresciallo dei carabinieri: “Suo figlio ha investito un pedone ed è stato di fermo. Per liberarlo occorrono 10mila euro”. Di pagare in contanti o anche in gioielli, cosa che che ha insospettito la 86enne di San Gemini. Che ha avvertito suo nipote, che a sua volta ha chiamato i carabinieri, quelli veri.
Militari, in abiti civili, sono andati sul posto nell’ora in cui il presunto carabiniere aveva detto che una persona si sarebbe recata per recuperare il denaro, presso l’abitazione dell’anziana.
A quel punto i veri carabinieri hanno notato i movimenti sospetti di una Panda con due persone a bordo, un uomo e una donna. La coppia ha negato il coinvolgimento nella truffa, ma sul cellulare di lui era impostato il gps con l’indirizzo della vittima.
Per questo i due sono stati arrestati per concorso in truffa. Il giudice ha disposto per lui il divieto di dimora nel territorio provinciale di Terni e per lei l’obbligo giornaliero di presentarsi alla polizia giudiziaria.
Trovato con la cocaina, 19enne arrestato dai carabinieri a Perugia. Si tratta di un giovane albanese, fermato dai militari della Compagnia di Perugia mentre transitava con la sua auto.
Non sapendo spiegare esattamente dove fosse diretto e manifestando agitazione all’atto del controllo, il ragazzo ha insospettito i carabinieri, che hanno così deciso di procedere a perquisizione personale e veicolare d’iniziativa, trovandolo in possesso di 16 dosi di cocaina per un totale di 12 grammi.
Le attività, subito estese al domicilio del giovane, hanno consentito agli operanti di rinvenire anche materiali per il confezionamento, nonché 1.135 euro in contanti, verosimile provento delle attività di spaccio.
Il giudice del Tribunale di Perugia ha convalidato l’arresto, applicando all’interessato la misura del divieto di ritorno nella regione Umbria con confisca del denaro sequestrato.
Rimasto bloccato lo svincolo per l’autostrada, a Nera Montoro, per un incidente avvenuto poco dopo le 13 sulla via Ortona.
Un tir che trasportava cemento si è ribaltato. L’autista è riuscito ad uscire autonomamente, affidandosi alle cure del 118.
Dal mezzo è uscito del carburante, ma non il carico di cemento. I vigili del fuoco hanno provveduto a mettere in sicurezza il tir. Sarà necessario un trasbordo della calce in polvere per poter rimuovere il mezzo pesante, si prevedono tempi lunghi per la riapertura dello svincolo.
Sul posto stanno operando i carabinieri insieme ai vigili del fuoco.
Un tir è uscito di strada in una curva e si è ribaltato, mentre procedeva lungo la strada Umbro – Casentinese, nel territorio comunale di Orvieto.
Fortunatamente il camionista è rimasto illeso.
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento di Orvieto e i carabinieri. Particolarmente complesse le operazioni di rimozione del mezzo.
Sono in corso indagini, da parte dei carabinieri, per individuare il gruppo di stranieri, presumibilmente di origine magrebina, che l’altra notte, armati di coltelli, hanno aggredito due nigeriani in via Cortonese a Perugia, vicino al parcheggio del Broletto.
Uno dei due stranieri ha riportato lievi ferite alle mani da arma da taglio ed è stato medicato al pronto soccorso.
Il tema della sicurezza nella zona intorno alla stazione ferroviario di Perugia sarà affrontato in un incontro pubblico organizzato per venerdì dall’associazione “Progetto Perugia”, al quale parteciperanno anche rappresentanti dell’amministrazione comunale.
Autunno, tempo di funghi e castagne. Ma ben quattro cercatori si sono persi in un pomeriggio, costringendo al super lavoro il personale del Sasu (Soccorso Alpino e Speleologico Umbria).
Gli interventi sono stati effettuati a Orvieto, Spoleto, nel Gualdese e a Umbertide, in zone dunque molto distanti l’una dall’altra, cosa che ha complicato gli interventi, fortunatamente tutti conclusisi in modo positivo.
A Spoleto, per la ricerca di un 79enne che era andato in cerca di funghi sui Monti Martani, sono stati impegnati vigili del fuoco, carabinieri e il 118 con l’elisoccorso. La procedura di geolocalizzazione ha permesso di individuarne l’esatta posizione, poi comunicata all’elisoccorso del 118 Nibbio 01 e alla squadra di supporto via terra del Sasu. Giunto sul posto, l’elicottero con a bordo un medico, un infermiere e un tecnico del Soccorso Alpino e Speleologico ha individuato la persona dispersa nei pressi di Cima Panco, nel territorio comunale di Spoleto. Prestate le prime cure da parte del personale sanitario dell’elisoccorso, il paziente è stato recuperato mediante l’utilizzo del verricello e trasportato all’ospedale di Foligno.
In precedenza le squadre del Sasu avevano recuperato una cercatrice di funghi che si era dispersa sul Monte Cucco a causa della fitta nebbia.
La seconda attivazione è arrivata alle squadre del Sasu per soccorrere un altro cercatore di funghi disperso nei pressi di Colonnetta di Prodo, nel Comune di Orvieto. Immediatamente è stata attivata da parte del tecnico di centrale del Sasu, presente all’interno della Centrale operativa regionale 118, la procedura di geolocalizzazione che ha permesso di individuarne l’esatta posizione che è stata inviata alle squadre di soccorso.
Infine, i soccorritori hanno dovuto recuperare un 96enne andato in cerca di castagne, che poi si era perso nei boschi in località Ranchi, nel territorio comunale di Umbertide.
Alla morte del suocero non ha presentato richiesta alle autorità competenti per detenere quei due fucili da caccia. I carabinieri della Stazione di Monteleone di Spoleto li hanno trovati nell’abitazione del 56enne, già noto alle forze dell’ordine, che è stato così denunciato alla Procura della Repubblica di Spoleto per detenzione abusiva e omessa custodia di armi.
I due fucili – che il suocero del 56enne, cacciatore, deteneva legalmente – sono stati trovati all’interno di una cantina, priva di qualsiasi accorgimento di sicurezza, pertanto prelevabili – si sottolinea in una nota dell’Arma – da chiunque avesse accesso a quel locale.
I carabinieri del Comando Provinciale di Perugia mettono in guardia dalle truffe quando si acquistano o vendono beni online.
Sei le persone denunciate alle Procure della Repubblica di Spoleto e Perugia per compravendite non andate a buon fine. Le vittime delle truffe sono di Foligno, Campello sul Clitunno, due di Santa Maria degli Angeli, una di Umbertide.
A Foligno una donna che aveva messo in vendita la propria auto ha ricevuto dall’acquirente una falsa ricevuta di un bonifico da 18mila euro per l’acquisto, sulla base della quale ha consegnato l’auto. Solo che i soldi non le sono mai stati accreditati.
A Umbertide il venditore di un’auto si è invece fatto accreditare su una carta prepagata da una persona interessata all’acquisto la somma pattuita, senza però mai consegnare il mezzo.
Stessa truffa subita da un uomo che di Campello che voleva acquistare online una marmitta per ciclomotore e da due giovani di Santa Maria degli Angeli, che hanno pagato senza ricevere la tuta da motociclista scelta e un videogioco.
I carabinieri invitano i cittadini, potenzialmente coinvolti in casi analoghi, a rivolgersi immediatamente alle Stazioni dell’Arma o inviare segnalazioni al Numero Unico di Emergenza – NUE – 112, così da consentire di poter attuare investigazioni tempestive e risolutive in ordine a tali condotte subdole, utili per poter risalire ai responsabili di questi reati.
Caporalato, arrestato in flagranza di reato a Trevi un cittadino italiano di 68 anni, titolare di un’azienda che taglia e commercializza legna destinata alla grande distribuzione, ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro aggravato.
I carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Perugia, con l’ausilio di militari della Stazione di Trevi, dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Perugia e dei mediatori culturali dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, hanno accertato che l’uomo, titolare di un’azienda esercente attività di taglio, confezionamento e commercializzazione di legna destinata al mercato della grande distribuzione, sfruttava tre lavoratori extracomunitari, di cui due di nazionalità pakistana e una di nazionalità senegalese. Tutti i lavoratori, seppur titolari di contratto e in possesso di regolari titoli di soggiorno sul territorio italiano, risultavano essere impiegati in condizioni di sfruttamento in considerazione di una sistematica retribuzione palesemente difforme da quella prevista dai contratti collettivi nazionali e sproporzionata rispetto al lavoro prestato. Ciò in violazione della normativa relativa all’orario di lavoro e al riposo settimanale, in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro, tale da esporre gli stessi a pericolo per la salute la sicurezza e l’incolumità personale e alla loro sottoposizione a condizioni alloggiative particolarmente degradanti.
Venivano rilevate inoltre reiterate inosservanze tra cui la mancata formazione dei dipendenti, non addestrati nell’utilizzo di specifica attrezzatura da taglio, il mancato adeguamento del luogo di lavoro con attrezzature antincendio e presidi di primo soccorso pur essendo presente un’ingente quantità di materiale altamente infiammabile all’interno del capannone, la mancata consegna dei dispositivi di protezione individuale anche in considerazione di pregressi infortuni sul lavoro occorsi a due dei dipendenti presenti e ad altri che avevano già cessato il rapporto di lavoro.
Al termine degli accertamenti, l’uomo è stato dichiarato in stato di arresto per le ipotesi di reato sopra indicate e, come disposto dalla Procura della Repubblica di Spoleto, sottoposto alla misura degli arresti domiciliari a disposizione del giudice del Tribunale di Spoleto che ne ha convalidato l’arresto e confermato la medesima misura cautelare alternativa alla detenzione.
I carabinieri, infine, oltre ad elevare ammende per circa 18.000 euro, hanno sequestrato il capannone (del valore di 370.000 euro), sede operativa dell’azienda, e tutto il materiale in esso contenuto, comprese le attrezzature da lavoro e i mezzi di trasporto, al fine di scongiurare la reiterazione del reato di sfruttamento e salvaguardare la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Litiga con la ex moglie convivente, scatta il braccialetto elettronico dopo i racconti della donna. I carabinieri della Compagnia di Todi sono intervenuti in un’abitazione di Pantalla a seguito di una segnalazione al Numero Unico di Emergenza – NUE – 112.
I militari, giunti sul posto, si sono trovati di fronte a una situazione di grave tensione domestica che ha reso necessario l’attivazione del “Codice Rosso” e l’allontanamento urgente dalla casa familiare di un uomo 77enne, deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Spoleto per l’ipotesi di maltrattamenti in famiglia.
La misura è stata adottata a causa di vessazioni psicologiche e fisiche nei confronti della ex moglie convivente, raccontate dalla donna, che in precedenza non aveva mai avuto il coraggio di denunciare.
I militari hanno quindi effettuato una perquisizione nella camera da letto, dove hanno trovato una pistola carica nascosta nel cassetto del comodino. L’arma, pur essendo regolarmente detenuta, è stata ritenuta costituire un potenziale pericolo.
Inoltre, i militari, hanno provveduto a sequestrare cautelativamente anche diverse armi da caccia e il relativo munizionamento, tutti legalmente detenuti.
Il giudice del Tribunale di Spoleto, in sede di convalida dell’allontanamento, ha deciso di applicare anche il braccialetto elettronico al responsabile, misura necessaria per monitorare costantemente i movimenti dell’uomo e prevenire ulteriori episodi di violenza.
Le indagini proseguono per chiarire tutti gli aspetti della vicenda e valutare eventuali ulteriori azioni a tutela della vittima.
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