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Tag: carabinieri

Ladro in un’abitazione arrestato dai carabinieri

E’ stato arrestato dai carabinieri di Nocera Umbra, in flagranza di reato, un 29enne, di origini tunisine, che stava cercando di fuggire dalla pertinenza di un’abitazione, con la refurtiva.

Al numero di emergenza 112 era arrivata la segnalazione di una persona sospetta che si era introdotta nella pertinenza di un’abitazione dove erano custodite auto, moto d’epoca e attrezzi da lavoro. I carabinieri hanno trovato l’uomo ancora all’interno, dopo aver divelto la serratura della porta d’ingresso del locale. Aveva accumulato la refurtiva con cui si apprestava a fuggire.

Beni che i militari hanno restituito al proprietario. Gli accertamenti hanno rivelato che il 29enne, già gravato da precedenti di polizia, risultava essere senza un’occupazione stabile. In sede di udienza, il giudice del Tribunale di Spoleto ha convalidato l’avvenuto arresto dell’interessato.

Anziana professoressa aggredita in casa con un coltello

Ferita al volto con un coltello, mentre era nella sua abitazione, a Terni, nei pressi della stazione ferroviaria.

Un uomo è entrato all’alba nell’abitazione di una 83enne, professoressa in pensione. Quando lo sconosciuto si è trovato davanti l’anziana donna non ha esitato a colpirla al volto con la lama che aveva in mano – presumibilmente un coltello – ferendola in modo fortunatamente lieve.

La donna ha urlato e mentre lo sconosciuto si dava alla fuga un vicino ha chiamato i soccorsi.

L’anziana professoressa è stata trasportata in ospedale, con più di una ferita al volto.

Un’aggressione che ha sconvolto la comunità ternana e sulla quale stanno indagando i carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Elena Neri.

Oltre a cercare di dare un nome allo sconosciuto aggressore – sono state anche visionate le telecamere di sorveglianza della zona – si cerca di capire se si sia trattato di una tentata rapina (o di un furto, con il ladro che si è trovato scoperto) oppure di un’aggressione finalizzata ad altro.

Morta mentre si recava in bici al lavoro, indagini in corso

Indagini in corso sull’incidente che la sera dell’ultimo dell’anno è costato la vita ad una 55enne, Monia Massoli, a Papiano di Marsciano, colpita da un’auto mentre in bicicletta si stava recando nel ristorante dove lavorava.

L’incidente è avvenuto sulla strada provinciale 357, poco distante dal ristorante. Alla guida dell’auto c’era un giovane, anche lui delposto.

Come da prassi, è indagato per omicidio stradale. I rilievi sul luogo dell’incidente sono stati effettuati dalla polizia locale e dai carabinieri della compagnia di Todi.

Cellula terroristica jihadista, tra i 5 giovani arrestati anche una donna a Spoleto

C’è anche una donna residente a Spoleto tra le cinque arrestate perché accusate di avere costituito (quattro di loro, per la quinta si ipotizza il rato di aver favorito l’addestramento) un’associazione terroristica d’ispirazione salafita – jihadista declinata in chiave takfirista, denominata “Da’wa Italia” per mezzo della quale ponevano in essere condotte strumentali alla promozione, al consolidamento ed al rafforzamento delle formazioni terroristiche denominate “Al Qaeda” e “Stato Islamico”. Gli altri, tutti giovani, sono residenti nelle province di Bologna, Milano e Udine.

La Procura della Repubblica di Bologna – Dipartimento Antiterrorismo ha coordinato un’indagine condotta dal Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri culminata con l’esecuzione di una misura cautelare personale a carico dei cinque.

In particolare, attraverso la propaganda di contenuti jihadisti e al reclutamento di nuovi adepti alla causa, si sono dimostrati pronti a raggiungere i territori controllati dalle milizie jihadiste in Africa e Siria, circostanza che si sarebbe già concretizzata per uno dei sodali, il quale avrebbe abbandonato il territorio nazionale per recarsi nel Corno d’Africa prima dell’emissione del provvedimento cautelare eseguito in data odierna.

Per quanto riguarda il quinto giovane, fratello della principale indagata del gruppo, si ipotizza nei suoi confronti l’avvio di un processo di radicalizzazione proprio sotto l’egida della sorella, e a suo carico l’Autorità Giudiziaria contesta l’ipotesi dell’addestramento finalizzato a un possibile arruolamento nell’ambito di organizzazioni terroristiche jihadiste. Tutti i soggetti avrebbero operato sul territorio nazionale, attraverso la rete internet.

L’inchiesta, rivelatasi complessa e articolata e condotta mediante l’importante coordinamento della Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, è stata avviata nel settembre 2023, partendo dall’azione di monitoraggio sui circuiti radicali di matrice jihadista, con particolare attenzione alla diffusione di contenuti di propaganda attraverso la rete, ormai divenuto formidabile strumento per avvicinare e fidelizzare soprattutto giovani di seconda generazione con un background migratorio o ragazzi italiani in cerca di una chiara identità e che più di altri subiscono la fascinazione della retorica jihadista globale.
In questo contesto, le investigazioni si sono concentrate in prima istanza sul ruolo ricoperto da una giovane pakistana cresciuta e residente a Bologna, la quale, evidenziando particolare attivismo ed emergendo per l’incessante opera di proselitismo, è stata sin da subito in grado di coinvolgere un’altra giovane di origine algerina cresciuta e residente a Spoleto, insieme alla quale avrebbe formato un gruppo a sé stante dedito alla propaganda e denominato appunto “Da’wa”, che in arabo significa “chiamata”, intesa nella sua accezione di invocazione ad abbracciare la “giusta” versione dell’Islam.

Gli ulteriori approfondimenti hanno permesso di identificare altri partecipi al sodalizio ed in particolare acquisire gravi indizi di reità nei riguardi di un giovane cresciuto a Milano che si ritiene essersi unito alle milizie jihadiste operanti in Corno d’Africa e di un altro di origine turca, da molti anni residente tra le provincie di Gorizia e Udine dove risultava ben inserito nel tessuto socio-economico della zona.
Nel programma e nelle vicende di questo gruppo si rinvengono alcuni punti cardine del movimento jihadista globale: il sempre maggiore ricorso ai giovani, spesso anche minorenni, che risultano particolarmente affascinati dalla propaganda e che in breve diventano a loro volta strumenti di diffusione del messaggio, oltre a risultare imprevedibili nel potenziale passaggio all’azione e quindi ancor più pericolosi; in questo percorso sembra aver assunto un ruolo centrale il periodo del COVID, che costringendoli a un isolamento forzato ha facilitato un rapido processo di radicalizzazione, oggettivamente amplificato dalla rete internet.

Nel corso delle indagini è stato possibile assistere ad una rapida e per questo preoccupante evoluzione nelle intenzioni degli indagati di non limitare il loro impegno alla sola propaganda di contenuti jihadisti ma di ampliare il raggio d’azione verso nuovi soggetti (è il caso del fratello minore della principale indagata) oltre a ricercare contatti al difuori del territorio italiano per cercare di raggiungere ei territori controllati dalle milizie jihadiste.

Mercatini, eventi di Natale, Giubileo, Capodanno: vertice in Prefettura

Si è riunito il Comitato provinciale di Perugia per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, convocato dal prefetto Armando Gradone per fare un punto di situazione sulle misure adottate a protezione degli obiettivi sensibili presenti nella Provincia di Perugia, a seguito dell’attentato avvenuto in Germania a Magdeburgo lo scorso 20 dicembre.

All’incontro hanno preso parte rappresentanti delle Forze di Polizia, della Provincia di Perugia, dei Comuni di Perugia, Assisi, Città di Castello, Foligno, Gubbio e Spoleto, del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco e del contingente militare dell’operazione “Strade Sicure”.

In linea con le direttive fornite dal Ministero dell’Interno, è stata svolta un’accurata ricognizione dei luoghi di maggiore aggregazione, con particolare riguardo ai più importanti siti turistici e religiosi presenti nella provincia. In tale prospettiva, è stato convenuto di rafforzare ulteriormente le misure di protezione (come di consueto già incrementate in vista delle festività) nei centri storici dei principali Comuni (Perugia, Città di Castello, Foligno, Gubbio e Spoleto), dove soprattutto, in occasione del Capodanno e dell’Epifania, sono in programma numerose manifestazioni pubbliche, nonché nelle stazioni ferroviarie, nei centri commerciali e nei luoghi di intrattenimento.

Una specifica attenzione sarà riservata alla città di Assisi e, in particolare, alle Basiliche Francescane, anche in relazione agli eventi connessi al Giubileo. Intanto ad Assisi una grande festa ha accompagnato la riapertura al culto del Santuario francescano del Sacro Tugurio di Rivotorto dopo i lavori di restauro (nella foto).

apertura santuario rivotorto

All’alba a fuoco l’ex Red Zone, indagano i carabinieri

Quello andato a fuoco all’alba di giovedì è un vecchio capannone a Casa del Diavolo, alla periferia di Perugia. Un capannone che però è stato il luogo dei sogni per un’intera generazione.

Quello andato alle fiamme, infatti, un tempo era la discoteca Red Zone.

Le fiamme sono state spente da due squadre dei vigili del fuoco arrivate dalla sede centrale, con autopompa serbatoio (APS) e autobotte (ABP).

Sul posto sono presenti anche i carabinieri per gli accertamenti del caso.

Rapina in un bar, titolare colpito in testa col registratore di cassa

Ha minacciato i titolari di un bar con un cacciavite e ne ha colpito uno alla testa con il registratore di cassa, da cui ha preso 60 euro.

I carabinieri di Foligno stanno cercando l’uomo che, nelle prime ore della mattinata, ha effettuato una rapina in un bar del centro storico.

Quando hai due lo sconosciuto ha intimato di consegnare il denaro, ne è scaturita una colluttazione, con il lancio del registratore di cassa. Provocando al titolare del locale, trasportato in ospedale, ferite giudicate guaribili in dieci giorni.

Tentato colpo alle Poste, il 48enne arrestato piantonato in ospedale

Si trova agli arresti, piantonato all’ospedale di Foligno, il 48enne, di origini romene, ritenuto responsabile del furto su uno sportello atm di un ufficio postale, che, insieme a un complice, voleva far saltare con l’esplosivo.

I due non hanno potuto effettuare il colpo perché una persona, che si trovava nelle vicinanze, ha chiamato il 112.

I carabinieri, prontamente intervenuti, hanno rintracciato poco distante uno dei due o più fuggitivi, che, a seguito dell’attivazione accidentale dell’esplosivo, ha riportato delle lesioni, motivo per il quale è stato soccorso da personale del servizio 118 e trasportato al locale ospedale, ove è tuttora ricoverato, non in pericolo di vita, e piantonato dai militari.

Sul luogo è stato eseguito un accurato sopralluogo da parte dei militari, che hanno acquisito una serie di elementi indiziari finalizzati all’esatta ricostruzione della dinamica, oltre che potenzialmente utili all’identificazione dei complici, nell’ambito delle immediate indagini avviate e coordinate dalla Procura della Repubblica di Spoleto.

Il 48enne è risultato essere destinatario anche di due mandati di arresto europeo emessi dalle autorità romene e francesi per reati analoghi, consumati dal 2019 al 2023 in Romania e Francia, provvedimenti per i quali seguirà l’attuazione delle relative formalità di rito.

“Se non torni con me ti ammazzo insieme ai figli”, ai domiciliari con braccialetto elettronico

E’ finito agli arresti domiciliari, con il braccialetto elettronico per segnalarne l’eventuale uscita, il 45enne di origine albanese che ha minacciato di morte l’ex compagna, ma anche i figli e il fratello della donna, presentandosi sul posto di lavoro armato di pistola.

Quando i carabinieri di Bettona, sulla base dei riscontri alle denunce fatte dalla donna, perseguitata dalla gelosia ossessiva, si sono recati dal 45enne per notificagli il nuovo provvedimento del giudice, lo hanno trovato alla guida di un’auto, nonostante non avesse mai conseguito la patente, e in possesso di un cacciavite e di una dose di cocaina.

Il gip, sulla base dei nuovi gravi e continui episodi, ha disposto nei confronti del 45enne gli arresti domiciliari e appunto il braccialetto elettronico. 

Gli affida la cura del marito invalido, il badante gli ruba i gioielli

Si fidava di quel giovane straniero, al punto da affidargli la cura del marito invalido. Ma quando i figli della coppia di anziani di Stroncone ha scoperto che in casa mancavano gioielli custoditi in un armadio, senza che nell’abitazione dei genitori vi fossero segni di effrazione, ha sporto denuncia ai carabinieri, indicando il 22enne straniero come il possibile responsabile.

I due figli della coppia hanno incalzato il giovane, che intanto aveva continuato a svolgere il proprio lavoro, riuscendo a fargli ammettere di esser stato proprio lui, con la complicità di due suoi giovanissimi amici, italiani, a sottrarre i monili, che aveva poi ceduto ad attività di “compro oro” del capoluogo.

I successivi accertamenti svolti dai militari hanno confermato quanto rivelato dal badante, facendo emergere sia il suo passaggio, insieme ai complici, presso alcuni esercizi specializzati che la vendita dei monili, riscontrata sugli appositi registri.

La refurtiva, che in piccola parte era stata avviata alla fusione, è stata così recuperata dai militari e riconsegnata alla vittima del furto, la quale ha peraltro potuto dimostrare la proprietà dei beni mostrando alcune fotografie in cui indossava alcuni dei gioielli.

Per i tre è scattata la denuncia in stato di libertà per furto in abitazione in concorso.