Skip to main content

Tag: AST

E’ morto il trasportatore 26enne ustionato all’Ast, proclamato lo sciopero

È morto all’ospedale Sant’Eugenio di Roma, dopo sei giorni di agonia, Sanderson Mendoza, l’operaio 26enne dell’azienda Tapojarvi, gravemente ustionato dalle scorie di acciaio fuso che stava trasportando con il suo mezzo nell’area Ast di Terni.

Per cause in corso di accertamento, le scorie incandescenti erano fuoriuscite dal paiolo, incendiando il Klingher che il giovane, originario dell’Ecuador, stava conducendo.

Nonostante gli interventi immediati, il giovane era stato estratto dal mezzo con gravi ustioni sull’80 per cento del corpo. Quindi il ricovero all’ospedale Sant’Eugenio di Roma, dove è arrivato in condizioni disperate. Dopo sei giorni in coma farmacologico, è morto nella giornata di domenica.

Appresa la tragica notizia, la Rsu della fabbrica e le segreterie dei sindacati metalmeccanici hanno indetto uno sciopero immediato, appena il ciclo produttivo lo consentirà.

La Procura, che aveva aperto un’inchiesta sull’incidente, ora muterà l’ipotesi di reato su cui sta indagando.

Il sindaco di Terni, Stefani Bandecchi, ha espresso cordoglio alla famiglia di Sanderson Mendoza a nome di tutta la città di Terni. Ed ha ribadito il proprio impegno affinché i luoghi di lavoro siano occasione di sviluppo, indipendenza economica, realizzazione professionale e personale, in condizioni di sicurezza.

Anche la presidente della Regione Umbria Stefania Proietti e la Giunta regionale hanno espresso forte cordoglio per la morte di Sanderson Mendoza: “Siamo vicini ai familiari e ai colleghi – le parole della presidente Proietti – questo nuovo drammatico incidente sul lavoro ci impegna sempre di più ad attivarci per il rispetto delle norme. Il tema della sicurezza sul lavoro deve rimanere prioritario per la tutela dei lavoratori e per garantire anche la qualità degli ambienti di lavoro. La Regione Umbria sarà in prima linea con un Piano ad hoc potenziando l’attività di controllo nelle fabbriche con un’attenzione anche alla formazione obbligatoria dei lavoratori e al rispetto dei protocolli di sicurezza. Intensificheremo in base alle nostre competenze le attività di prevenzione per arginare questo grande problema che rappresenta una sconfitta per tutti noi”.

Investito dall’acciaio fuso, il 26 conducente del mezzo è in prognosi riservata

Si trova ricoverato in prognosi riservata all’ospedale Sant’Eugenio di Roma, con ustioni sull’80 per cento del corpo, il 26enne dipendente della ditta Tapojarvi che era alla guida del mezzo andato a fuoco nel sito Ast di Terni per la fuoriuscita dell’acciaio fuso che trasportava.

Sono in corso le indagini per comprendere le cause del grave incidente e l’area, così come il mezzo distrutto, sono sotto sequestro.

I sindacati Fim, Fiom e Uilm e le Rsu in Ast e in Tapojärvi, dopo un incontro nella tarda serata di lunedì, hanno deciso di proclamare lo sciopero di 8 ore in tutti i turni di lavoro di martedì 11 marzo, esteso a tutto il personale diretto e ditte terze di Ast e Tubificio.

I sindacati ricordano in più occasioni di aver chiesto un maggiore impegno per garantire la sicurezza. E che proprio nel sito di Ast hanno chiesto un aggiornamento del Protocollo Salute – Sicurezza – Ambiente.

A fuoco un mezzo che trasporta acciaio fuso, autista ustionato all’Ast

Incendio alle Acciaierie di Terni, dove un mezzo, denominato Klingher, adibito al trasporto delle siviere, con all’interno l’acciaio fuso, ha preso fuoco.

L’autista è rimasto ustionato ed è stato soccorso dal personale sanitario del 118.

Le squadre della centrale dei vigili del fuoco di Terni sono riuscite a spegnere le fiamme, evitando che l’incendio si propagasse. Hanno operato sul posto due squadre, con 2 APS e due autobotti, oltre all’ufficiale di servizio e il carro nbcr.

Sono in corso indagini per verificare le cause dell’incendio.

Il tavolo dal prefetto per ridurre l’impatto delle lavorazioni Ast

Si è riunito a Terni il tavolo prefettizio richiesto dalle organizzazioni sindacali per verificare le azioni di riduzione dell’impatto ambientale delle lavorazioni di Ast.

Presenti, insieme all’azienda e alle organizzazioni sindacali, rappresentanti del Comune, dell’Arpa, dell’Asl, dei vigili del fuoco e della Regione.

Ast ha relazionato sugli investimenti e gli obiettivi sulle prescrizioni del nichel per il 2030. Analisi che Uilm, Uil e le Rsu di Ast ritengono “positive ma non esaustive”.

Inoltre credono che le iniziative effettuate sulla polverosità della zona di Prisciano, possano, come da dichiarazione aziendale, una volta completamente concretizzate, abbattere nel 2026 le criticità fino ad ora riscontrate.

La UILM, la UIL e le RSU di AST nella rappresentazione degli organi competenti, ARPA ed ASL, rispetto alle soglie di legge prendono atto dei dati forniti e della loro veridicità, dati tutti rientranti nei limite previsti.

E’ stato poi chiesto un tavolo comunale con tutti gli organi presenti all’incontro per monitorare continuamente l’aria ed i terreni circostanti.

Azienda e cittadinanza possono convivere, ribadiscono i sindacati. Purché vengano garantiti adeguati investimenti.

Ast, tre possibili soluzioni per il nodo energia

Tre possibili soluzioni per sciogliere il nodo energia, quello che blocca la firma dell’Accordo di programma da parte del Gruppo Arvedi e che fa temere anche per il futuro del polo siderurgico ternano.

Le segreterie territoriali di Terni di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl hanno incontrato i parlamentari europei eletti nella circoscrizione centro, i parlamentari umbri, insieme alla Regione Umbria e al Comune di Terni per una valutazione sul dossier Acciai Speciali Terni.

Erano presenti gli eurodeputati Camilla Laureti e Dario Tamburrano; i deputati Anna Ascani, Raffaele Nevi, Emma Pavanelli, Elisabetta Piccolotti e in collegamento Marco Lombardo; il senatore Walter Verini. Per la Regione Umbria, l’assessore all’Ambiente Thomas De Luca e l’assessore allo Sviluppo economico Francesco De Rebotti; per il Comune di Terni il sindaco Stefano Bandecchi e l’assessore allo Sviluppo economico Sergio Cardinali.

“Non scaricare sui lavoratori le divisioni politiche” è stata la prima richiesta dei sindacalisti. La relazione introduttiva di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl ha ripercorso “i tre lunghi anni passati ad aspettare la firma dell’accordo di programma che non è mai arrivata disattendendo tutti gli orizzonti temporali dichiarati dall’azienda, dalla Regione e dai governi che si sono succeduti, compresi gli ultimi perentori dettati dal ministro Adolfo Urso: il 20 gennaio per risolvere la questione del caro energia, sia nella fase transitoria che strutturalmente, e alla fine di febbraio per sapere se ci sarà o meno una firma sull’accordo di programma. Come organizzazioni sindacali abbiamo ricordato che il nodo del caro energia è stato posto temporalmente prima di quello della discarica e abbiamo ribadito che senza l’accordo di programma c’è bisogno di discutere il piano industriale nei contenuti e nei tempi di realizzazione, tenuto conto del carattere strategico dell’azienda e delle sue produzioni a livello nazionale per rendere sempre più competitiva Ast nei mercati globali”. “

Tutti i livelli istituzionali – ricordano i sindacati – hanno ribadito che il costo dell’energia è una questione rilevante sia in Italia che in Europa per tutte le aziende energivore e che bisogna lavorare per trovare una serie di soluzioni combinate, indipendentemente se il tema è a latere o dentro l’accordo di programma, per avvicinarsi alla proposta dell’azienda. Sempre da tutta la politica si è evidenziata, però, la necessità che l’azienda manifesti la propria disponibilità ed elasticità ad adottare gli strumenti in essere, come fu per l’interconnector ripreso nell’accordo ministeriale con le organizzazioni sindacali nel 2014 e attraverso nuovi strumenti futuri, sapendo che soluzioni diverse sono difficilmente realizzabili”.

Nodo energia, le possibili soluzioni

Tra le soluzioni possibili emerse nella discussione ce ne sono tre principali. Innanzitutto, un decreto che sarà discusso nel prossimo Consiglio dei ministri per affrontare il caro bollette, con particolare riferimento alle aziende energivore che potranno recuperare risorse attraverso il sistema ETS (Emission Trading Systems). Inoltre il bando Energy Release 2.0 che scade in proroga il 3 marzo. Infine, l’utilizzo della centrale Edison del polo chimico di Terni per il fabbisogno di Ast.

“Sul primo punto – commentano Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl – non possiamo che aspettare l’esito della discussione nel Consiglio dei ministri con la speranza che all’annuncio fatto due settimane fa si possa concretizzare il prima possibile. Sul secondo punto, nel confronto diretto con la Direzione di Acciai Speciali Terni abbiamo recepito la disponibilità dell’azienda a aderire al bando, anche se la stessa azienda non lo ritiene risolutivo come unica istanza. Sul terzo punto abbiamo preso atto delle dichiarazioni del sindaco di Terni che ha sostenuto che la soluzione della centrale Edison è risolvibile da subito e con la volontà politica del Governo si potrebbero risparmiare anche i costi del vettore. Il Sindaco inoltre ha dichiarato che Ast ed Edison sono già in contatto per valutare la fattibilità, il tutto monitorato dall’assessore Cardinali. Questa circostanza, però, non è confermata in quanto da una nostra verifica con l’azienda ci risulta che Edison, a oggi, ha solo un mero rapporto commerciale di fornitura. Dopo quasi 4 ore di discussione abbiamo ribadito che anche a fronte delle novità emerse, è ancora più urgente e necessario avere una convocazione del ministro Adolfo Urso al Mimit (Ministero delle imprese e del Made in Italy) per conoscere la risultanza della proposta con ‘solide basi giuridiche’ che Ast ci ha detto avrebbe avanzato e che merita indubbiamente una risposta, e poi, per valutare eventualmente la nuova fase aperta e consentire la discussione del piano industriale sottolineando che comunque l’AST non è un’azienda, a oggi, in crisi”.

Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl di Terni fanno sapere che, “in ogni caso, verificheranno la disponibilità dell’azienda ad avviare la discussione e ad avere garantiti gli investimenti ambientali aggiuntivi a quelli produttivi come base essenziale per l’obiettivo minimo di salvaguardare gli asset, gli assetti e i livelli occupazionali dell’intero sito che deve diventare ancora più compatibile con l’ambiente. Per questo motivo gli investimenti per l’ambiente devono rimanere un capitolo a sé, perché servono per coniugare la prospettiva di sviluppo e la convivenza, visto lo storico legame tra la fabbrica e la città e il rapporto tra ambiente, salute, sicurezza e lavoro”. Rimane ora l’appuntamento del 5 marzo convocato dal prefetto di Terni Antonietta Orlando su richiesta delle organizzazioni sindacali dove si conta di approfondire questi aspetti.

Dall’Ast alla Terex, metalmeccanici in sciopero anche in Umbria IMMAGINI

Anche in Umbria metalmeccanici in sciopero per l’intera giornata per chiedere il rinnovo del contratto nazionale di lavoro.

Le adesioni

Tra i principali presidi organizzati dalle organizzazioni sindacali Fim, Fiom e Uilm di Terni e Perugia, da segnalare quello alla Acciai Speciali Terni, dove l’adesione allo sciopero è stata superiore al 90%, con le fabbriche dell’indotto che hanno registrato adesioni intorno all’85%. Adesioni all’80% anche alla Faurecia, in linea con la media di tutta la provincia ternana. A Perugia da segnalare il 75% di adesioni alla Polplastic e l’80% alla Terex, percentuali anche queste in linea con la media della provincia perugina.

“Nonostante la buona riuscita delle prime otto ore di sciopero – lamentano Fim, Fiom e Uilm di Perugia e Terni –, la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale non riparte per l’indisponibilità di Federmeccanica e Assistal, che continuano a trincerarsi dietro la loro ‘contro piattaforma’, respingendo le richieste di Fim, Fiom e Uilm votate dalle lavoratrici e dai lavoratori. Per superare l’intransigenza delle controparti serve adesso mandare un forte segnale alle aziende con l’intensificazione della lotta e della mobilitazione. Con questo ulteriore sciopero chiediamo la riapertura della trattativa, la negoziazione delle nostre richieste e il rinnovo del Ccnl delle metalmeccaniche e dei metalmeccanici. Con la trattativa e con la lotta vogliamo aumentare il salario, contrastare la precarietà, ridurre gli orari, estendere i diritti e le tutele per tutte le lavoratrici e per tutti i lavoratori”.

Incontro a Roma per abbassare “la bolletta” di Ast e sbloccare l’Accordo di programma

Vertice a Roma tra la presidente della Regione Umbria Stefania Proietti e il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin per cercare di colmare il gap del costo dell’energia per Ast in rapporto a quanto spendono i competitor dell’acciaio a livello internazionale. Elemento che, come dichiarato dalla stessa Ast, è ostativo per la firma dell’Accordo di Programma la cui stesura, come hanno dichiarato al Ministero, risale addirittura al 2019.

Con il ministro e i tecnici del dicastero la presidente, oltre ad illustrare la posizione presa dalla Giunta in merito alle concessioni idroelettriche (alla scadenza la Regione a guida Proietti intende mantenere per sé e per le aziende energivore umbre una consistente quota parte di energia prodotta dagli impianti idroelettrici ternani) ha posto sul tavolo altre due ipotesi tecniche per abbattere i costi dell’energia che, negli ultimi due mesi, hanno subito una significativa impennata.

E’ stato poi ricordato che l’azienda, insieme alla regione e alle parti sociali, sono in attesa della convocazione del tavolo tecnico che dovrebbe avvenire a cura del ministero dell’industria e Made in Italy.

A proposito del prezzo agevolato dell’energia, che è si incredibilmente innalzato in poche settimane per imprese e famiglie, il ministro ha informato che il Governo sta improntando un decreto ad hoc e se questo provvedimento andrà in porto anche la situazione dell’Ast ne gioverebbe.

“Le sorti dell’azienda ternana – ha affermato la presidente Proietti – sono priorità della nostra azione politica, consapevoli che si tratta di una partita che non è solo umbra, ma nazionale ed europea. La Regione sta facendo la sua parte e intende farla fino in fondo, ma potrà esercitare le prerogative sulla concessione solo dal 2029, mentre per riprendere prima possibile la produzione nel reparto a caldo occorre un’azione immediata ed incisiva sull’energia ma anche la piena disponibilità della proprietà e dell’azienda a mantenere quanto promesso ”.

Tecnologia finlandese: scorie Ast recuperate per asfaltare le strade Anas

Le scorie di lavorazione prodotte dalle Acciaierie di Terni recuperate e utilizzate per la copertura delle strade. Il consigliere regionale Enrico Melasecche rivendica il successo dell’operazione, che aveva promosso da assessore regionale alle Infrastrutture.

“Il tema della quantità delle scorie prodotte da un sito produttivo come quello di Terni – ricorda Melasecche – è sempre stato centrale nelle problematiche del ciclo industriale delle acciaierie ed è stato affrontato da alcuni anni con un impegno rilevante da parte di Ast nell’intento duplice di recuperare metalli costosi ma anche di ridurre la quantità delle scorie da portare in discarica, abbattendo i costi ambientali ma anche quelli economici di tale scelta fin qui obbligata”.

Il consigliere, a fronte delle normative che nel tempo sono cambiate, così come le sensibilità ambientali, commenta ora con soddisfazione: “L’assegnazione anni or sono ai finlandesi della Tapojarvi dell’appalto relativo alla demetallizzazione delle scorie perseguendo anche l’obiettivo di un riutilizzo delle stesse è storia di questi anni”.

L’interlocuzione con Anas

“La Regione – ricorda Melasecche -, in particolare l’Assessorato alle Infrastrutture che ho diretto, da circa tre anni si è posta l’obiettivo di portare a compimento il progetto di far incontrare tutti gli attori di questa
sfida in modo da favorirne il conseguimento. Quale miglior utilizzatore futuro di quei materiali se non l’Azienda Nazionale Autonoma Strade che costruisce e fa manutenzione di tutte le strade statali del Paese? Da quella constatazione e dalla volontà di favorire la soluzione di un problema particolarmente sentito a Terni ho preso da tempo contatto con l’ad dell’Anas Aldo Isi e con il direttore Antonio Scalamandrè, responsabile del settore Ricerche di Cesano, che hanno dato la massima disponibilità per fare in modo, con protocolli assolutamente rigorosi, che si potesse accelerare il processo che, partendo dal prelievo di campioni da parte di un ente pubblico a ciò vocato per effettuare innanzitutto le
verifiche chimiche e la sperimentazione sul campo, per un utilizzo poi sistematico, come avviene da anni in Finlandia, nei processi di costruzione e ricostruzione delle pavimentazioni stradali”.

Filler sulle strade

“Ad oggi – spiega Melasecche – si è iniziato con il filler, una sorta di polvere grigia demetallizzata prodotta all’interno dello stabilimento che la Tapojarvi ha costruito all’interno dell’Ast, con un investimento rilevante, successivamente si procederà con gli aggregati, un altro prodotto di consistenza analoga alla breccia, con il duplice vantaggio ambientale di utilizzare sempre minori materiali di cava. L’Anas – osserva – aveva in un primo tempo proposto di assegnare l’incarico all’Arpa Lazio cui ho
controproposto Arpa Umbria che, come noto, ha provveduto ad un primo esame del prodotto, con risultato incoraggiante, con la distesa in un breve tratto di asfalto addizionato di filler lungo la SS Valnerina nei pressi di Ferentillo. È seguita una seconda operazione per verificare con la fresatura ed il relativo prelievo del materiale in modo da accertare, senza ombra di dubbio, la possibilità di procedere con l’inserimento nei capitolati Anas di quella tipologia di scorie”.

I risultati

“Finalmente, dopo alcuni mesi dal secondo prelievo – continua Melasecche -, il piacere di constatare dai risultati delle successive analisi, che l’iniziativa intrapresa dal sottoscritto, circa tre anni fa, oggi porta ad
un risultato storico, consentendo ad Anas di conseguire un doppio significativo risultato dal punto di vista ambientale, consentendo alle acciaierie di ridurre le scorie da portare in discarica, riducendo a sua
volta il materiale prelevato dalle cave con ferite non facilmente rimarginabili nel paesaggio. In contemporanea consente all’Ast di ridurre anche i costi aumentandone la competitività rispetto ad una concorrenza sempre più agguerrita anche a causa del costo dell’energia”.

La via verso il porto di Civitavecchia

“Altrettanto interessante per l’Aste per Terni – aggiunge Melasecche – l’obiettivo di poter trasferire con trasporti eccezionali su strada i fucinati verso il porto di Civitavecchia per abbattere i tempi assurdi ed i
costi molto elevati per l’utilizzo delle ferrovie, non esistendo più la linea diretta Terni-Capranica-Civitavecchia. Altro obiettivo questo su cui la Giunta di centrodestra ha conseguito un impegno importante dell’Anas al consolidamento in corso dei viadotti sul tracciato stradale”.

Appello ai parlamenti per Ast, Verini e Ascani: “Noi ci siamo”

I primi a rispondere all’appello per Ast della Regione ai parlamentari italiani ed europei eletti dall’Umbria sono gli esponenti del Pd Walter Verini ed Anna Ascani. Che plaudono alle iniziative della stessa Regione Umbria e dei sindacati: È un momento delicato e non possiamo perdere tempo. Noi parlamentari del Pd – annunciano – parteciperemo agli incontri per sostenere le richieste dei lavoratori, dei sindacati e la spinta della Regione. E lo faremo con le stesse motivazioni di questi anni, dopo l’acquisizione di Ast da parte del Gruppo Arvedi. Non si può indugiare: il Governo, il ministro Urso devono rispettare gli impegni e giungere alla sigla di un accordo di programma che garantisca e ampli i livelli produttivi, l’occupazione, l’innovazione ambientale e la soluzione di problemi legati allo smaltimento”.

“In questo quadro, naturalmente – aggiungono Verini e Ascani – c’è anche il tema del costo dell’energia, che riguarda certamente Ast, l’acciaio e settori industriali energivori. Il tema delle infrastrutture dovrà essere inserito nell’accordo. Per questo è necessario che ognuno faccia la propria parte e si assuma le proprie responsabilità: lo hanno fatto i lavoratori e i sindacati, lo sta facendo la Regione Umbria. Lo devono fare il governo nazionale, il gruppo Arvedi, tutte le istituzioni locali. E lo devono fare i parlamentari per le misure che passano per il Parlamento nazionale e – per gli aspetti europei e sovranazionali – per quello europeo. Nessuno – concludono i due esponenti del Pd – può e deve sottrarsi a questo impegno, che riguarda una grande questione non solo ternana, non solo umbra, ma anche nazionale”.

Bandecchi manda i vigili all’Ast: “La prepotenza non porta mai serenità” VIDEO

“Manderò la polizia locale tutti i giorni a controllare”, aveva detto il sindaco di Terni Stefano Bandecchi. E lunedì si è presentato ai cancelli dell’Ast insieme agli agenti della polizia locale e ai dirigenti comunali Federico Nannurelli e Claudio Bedini.

Le pattuglie della vigilanza ambientale, coordinare dalla comandante Gioconda Sassi, hanno visionato anche il parco scorie, come si vede in un video pubblicato su Instagram dallo stesso Bandecchi.

“Abbiamo trovato un po’ di polvere e parecchie cose fuori posto. La polvere dilaga e prima di guardare quanto costa l’energia sarebbe meglio guardare la Salute di tutti. Chi lavora e chi sta fuori. La prepotenza non porta mai serenità . Arrediamo come va a fini’ …” le parole del primo cittadino a commento del video.

Bandecchi ha anche detto che si è trattato solo dell’inizio di una serie di verifiche che saranno fatte su Ast. Evidente il riferimento alla nota con la quale nei giorni scorsi l’azienda, attraverso il ceo Menecali, aveva detto che senza una soluzione definitiva del problema del costo dell’energia il Gruppo Arvedi non avrebbe firmato l’Accordo di programma. Una presa di posizione che ha messo in allarme anche la Regione, che ha chiesto la convocazione del tavolo ministeriale sul piano industriale ed ha invitato a Terni i parlamentari europei e nazionali.