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Tag: AST

Sciopero, Cgil e Uil: in 5mila alla manifestazione di Terni

Cgil e Uil esprimono soddisfazione per l’adesione in Umbria allo sciopero generale nazionale proclamato contro la Manovra del Governo. Alla manifestazione di Terni, dove il corteo partito da piazza Rivoluzione Francese è arrivato sotto il palco di piazza Solferino, sono state stimate oltre 5mila persone.

Per Cgil e Uil in Umbria l’adesione allo sciopero ha raggiunto punte dell’95 per cento, come nel caso dell’Ast di Terni, o in altre realtà del territorio, tutte intorno all’80. Intorno al 65 per cento per il Trasporto pubblico locale e al 60 per cento per la logistica.

Molinari: sciopero di buon senso

Dal palco lavoratrici e lavoratori si sono alternati raccontando le proprie storie, tutte accomunate dalla precarietà e dalla difficoltà di costruirsi una vita stabile. Il tutto aggravato da una manovra che non fa niente per il lavoro, le politiche industriali, la sicurezza sul lavoro e che taglia su sanità, scuola e servizi pubblici. Una manovra che non tocca gli extra profitti realizzati dalle grandi aziende e che non fa nulla per contrastare l’evasione fiscale.

Introduzione affidata al segretario generale della Uil Umbria, Maurizio Molinari, che ha condannato i tentativi di bocciare lo sciopero del Governo e del ministro Salvini: “Il nostro è uno sciopero di buon senso – ha detto – di fronte a chi, il buon senso, sembra averlo smarrito nei corridoi dei palazzi. Uno sciopero per chiedere più sanità pubblica, più scuola pubblica e più lavoro, sicuro e dignitoso”.

Le voci dei lavoratori

Quindi dal palco la lavoratrice del principale colosso americano del fast food che ha segnalato come la Manovra “mina la possibilità ai lavoratori e alle lavoratrici di vivere dignitosamente”. Il lavoratore della grande aziende dell’arredamento che ha chiesto “dignità per i lavoratori, perché la proposta di aumenti di stipendio è ridicola se comparata alla perdita del potere d’acquisto”. Poi la dipendente della sanità pubblica e quello dell’Ast, la studentessa di Medicina e quello dell’azienda che trasforma tabacco, che ha invitato ad investire sull’integrazione nei luoghi di lavoro. Infine la dipendente dell’Università, dalla quale è arrivato l’allarme sui tagli “che uccideranno il diritto allo studio”.

Dal palco di piazza Solferino anche il saluto di Adelmo Cervi, figlio di Aldo, fucilato insieme ai fratelli dai Fascisti nel ’43 a Reggio Emilia. “E’ una vergogna che si vada a lavorare per morire. Dobbiamo portare queste battaglie insieme”.

Gabrielli contro povertà, precarietà e bassi salari

Conclusioni di Maria Grazia Gabrielli, segretaria nazionale Cgil: “La nostra piazza, come quelle di tutta Italia, sono la miglior risposta verso chi, nel corso di queste settimane, ha straparlato. Il nostro è un Paese di record di povertà, di precarietà, di bassa produttività e competitività. Siamo tra i 4 paesi che registrano salari reali più bassi rispetto al 2008, ma non si vuole aprire una discussione sul salario minimo in questo Paese. Sulla sanità calano gli investimenti, arrivando ad essere il più basso investimento di tutti i Paesi europei. Altra mancanza della Manovra è quella di politiche industriali”. E infine: “Oggi è il black friday, ma noi abbiamo trasformato questo giorno con le piazze rosse e blu di questo paese”.

Il Comune chiama la Regione sui nodi ternani, i sindacati: confronto, ma senza strumentalizzazioni

Polo chimico, filiera del tubo e Accordo di programma Acciai speciali Terni: cosa è cambiato rispetto alla fase di stallo degli ultimi tempi? E’ quanto si chiedono Cgil, Cisl, Uil e Ugl dopo la richiesta che il Comune di Terni ha inviato alla Regione Umbria per aprire tavoli di confronto sulle tematiche del territorio ternano.

Confronto a cui sarebbero invitate anche le organizzazioni sindacali, che però affermano di non aver ricevuto alcuna comunicazione, lamentando la mancanza sinora di un coinvolgimento attivo nelle problematiche del territorio.

“Fermo restando la legittimità della richiesta – scrivono Cgil, Cisl, Uil e Ugl Terni in una nota congiunta – vorremmo ricordare che non più tardi di un mese fa, all’incontro svolto al Ministero MIMIT sulla vicenda relativa all’Accordo di programma, erano stati mostrati da tutti i soggetti istituzionali segnali rassicuranti e buone prospettive per la chiusura di questa lunga discussione. Cosa è cambiato? Ricordiamo che in quella circostanza – sottolineano – solo le organizzazioni sindacali avanzarono perplessità, criticità e proposte, tra gli ottimismi emersi, rimarcando la delicatezza e le problematicità presenti in questa fase di stallo diventata troppo lunga. Non a caso, su quest’ultimo punto, le organizzazioni sindacali di categoria hanno recentemente promosso, in coerenza con le preoccupazioni esplicitate, iniziative di mobilitazione e scioperi, per ribadire l’urgenza e la necessità di discutere nel dettaglio il piano industriale come elemento di certezza e garanzia per le prospettive di sviluppo del sito”.

Cgil Cisl Uil e Ugl ribadiscono quindi, “nel solco delle tradizioni sindacali locali”, che proseguiranno l’azione di rappresentanza sociale “evitando di prestare il fianco a ogni possibile ed eventuale strumentalizzazione politica”, riaffermando che per il sindacato “è prioritario affrontare le questioni relative agli aspetti economici, produttivi, sociali e lavorativi di questo territorio”.

Elettrico e crisi automotive, il caso della Faurecia di Terni

La crisi dell’automotive determinata dallo stop ai motori endotermici a favore dell’elettrico sta avendo conseguenze anche in Umbria, dove sono circa 150 le imprese del settore automotive.

A lanciare l’allarme è il coordinatore regionale Uilm Umbria, Simone Lucchetti, dopo il caso della Faurecia di Terni, che da 30 anni produce marmitte per automobili. “Un’azienda da 340 dipendenti – ricorda Lucchetti – che oggi si ritrova con un calo di 140 dipendenti. Novanta sono stati i contratti a termine non rinnovati, 25 i licenziamenti in programma e 25 le uscite volontarie già effettuate. Da luglio in azienda è partita la cassa integrazione a zero ore, con i lavoratori che si vedono dimezzati gli stipendi. Una situazione di una gravità inaudita, che dipende dalla crisi dell’automotive e da una transizione ecologica mal gestita a livello internazionale – accusa il sindacalista della Uilm – che ora si ripercuote sui lavoratori”.

Nell’esprimere la preoccupazione dei lavoratori del comparto, Lucchetti fa appello alla nuova presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, con l’auspicio che “sappia tutelare il tessuto produttivo umbro, esposto a queste turbolenze che si trovano a pagare i lavoratori”.

Un appello che poi si estende a un altro tema caldo per l’industria umbra: “Serve una svolta anche sull’Accordo di programma per il sito dell’Ast – conclude Lucchetti – da troppo tempo rimandato e le Istituzioni dovranno spingere tutte nella stessa direzione per ottenerlo”.

Sciopero Ast, i sindacati: “Adesione fino al 95%, la protesta prosegue”

Ha avuto anche punte di adesione superiori al 95%, secondo quanto annunciato dalle segreterie territoriali FIM-FIOM-UILM-FISMIC-UGL e dalle RSU del Gruppo Arvedi Ast lo sciopero proclamato in Acciai Speciali Terni, Tubificio e Indotto.

I lavoratori e le lavoratrici – rivendicano i sindacati – hanno condiviso il percorso indicato dalle
organizzazioni sindacali per giungere il prima possibile alla soluzione dei due problemi
evidenziati con la mobilitazione: avviare una vera trattativa sul piano industriale e fermare la “silenziosa riorganizzazione” che fa ricadere sui lavoratori le scelte per contenere i costi.

Quanto al piano industriale, i sindacati chiedono che vengano indicatati la misura e il cronoprogramma degli investimenti, oltre ai mercati di riferimento, “per rilanciare il sito e il suo ciclo integrato per la produzione strategiche di inox, fucinati e tubi con le ricadute sui livelli occupazionali (diretti e dell’indotto) e ambientali con produzioni più green”.

I tagli dei costi inoltre, denunciano, sta gravando esclusivamente sui lavoratori, in termini di organizzazione del lavoro, organici (somministrati compresi), modifiche nei carichi di lavoro, tempi e ritmi che ormai risultano insostenibili. “Non siamo più in una fase di restrizione – ricordano i sindacati – la nuova proprietà si è stabilizzata e su queste tematiche non si può limitare alla mera comunicazione, ma si deve aprire un vero e proprio confronto con le organizzazioni sindacali interne.

Rimane quindi aperto lo stato di agitazione e il blocco/sciopero degli straordinari, con 8 ore di sciopero proclamate nel primo pacchetto “da utilizzare per superare lo stato di incertezza più volte denunciato”. La modulazione si deciderà con i lavoratori, utilizzando anche le assemblee indette per il rinnovo del CCNL. Che comunque, sottolineano i sindacati, mantengono una specificità separata sul versante delle modalità e le iniziative da intraprendere.

Lee segreterie territoriali FIM-FIOM-UILM-FISMIC-UGL e le RSU del Gruppo Arvedi Ast chiedono ad azienda, Governo e Istituzioni locali di trovare “le soluzioni ai problemi aperti, come avevano promesso in attesa delle elezioni regionali”.

Sanità, rifiuti, Ast, trasporti: la neo governatrice Proietti indica le priorità

Una “terapia d’urto” per abbattere le liste d’attesa in sanità, “mettendo in campo tutte le risorse necessarie”. E cambiare politica sui rifiuti, come ha già iniziato a fare l’Auri a guida centrosinistra, con il deciso “no all’inceneritore”. “scelta sbagliata anche economicamente”, a cui oppone la politica delle tre “r”: riduzione dei rifiuti alla fonte, riciclare, riutilizzare. Annunciando l’interesse di una grande azienda che, attraverso un processo di depolimerizzazione, consente il riutilizzo della plastica per altri usi. Dossier per i quali la neo governatrice umbra Stefania Proietti spiega che ci sono già le disponibilità di tecnici di altissimo profilo. Pur chiarendo: “Ma non per forza dovranno fare l’assessore”.

Anche perché tra proclamazione e decadenza dalle cariche assunte, quella di sindaca di Assisi e di presidente della Regione, passerà circa un mese, ricorda, prima che la nuova amministrazione regionale dell’Umbria potrà essere pienamente operativa.

Si partirà, annuncia, dall’ascolto di tutti gli operatori della sanità. Spiegando che la sanità privata, convenzionata, può essere un supporto – come per le residenze per gli anziani e per i disabili gravi – ma non un obbligo a cui si è costretti, pagando, perché il pubblico non dà risposte nei tempi consoni.

Altro tema, quello delle infrastrutture. “Il Governo dove comprendere che l’Umbria è rimasta indietro” dice la nuova governatrice. Che con il collega toscano Giani si è già data appuntamento per affrontare anche la questione della stazione Medio Etruria dell’Alta Velocità che la commissione tecnica ministeriale ha individuato a Creti.

Per Ast Proietti ricorda la preoccupazione dei dipendenti e annuncia “un progetto a medio termine, ma anche risposte immediate” per ridurre i costi dell’energia anche grazie all’energia rinnovabile e per impedire la perdita dei posti di lavoro. Una proposta che però dovrà essere presentata all’azienda in un tavolo ministeriale.

Proietti mira a fare dell’Umbria una terra all’avanguardia nella digitalizzazione, anche “per incentivare l’insediamento delle aziende e richiamare i giovani a vivere e lavorare qui”.

Sul trasporto pubblico locale, l’obiettivo è quello di salvaguardarne l’unità, però potenziandolo. Da qui la scelta di tornare indietro sulla strada dello spacchettamento delle quattro gare. Quanto alle altre partecipate, subito riflettori accesi su Punto Zero (anche per ciò che riguarda il sistema di prenotazione delle prestazioni sanitarie). Poi si valuteranno le altre, ma senza per forza procedere con i colpi di spugna.

Ast e indotto, pacchetto di 12 ore di sciopero: si inizia martedì

Un pacchetto di 12 ore di sciopero. A cominciare da martedì 19 novembre. Questa la decisione delle segreterie territoriali e le Rsu di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl metalmeccanici per tutti i lavoratori del comparto metalmeccanico di Arvedi-Ast, Tubificio e indotto.

Le prime 4 ore di astensione dal lavoro a fine turno sono programmate per martedì 19. Le successive 8 ore saranno modulate nei prossimi giorni, in base all’evoluzione della situazione.

Questa la forma di protesta decisa dopo le assemblee seguite allo stato di agitazione proclamato a causa della fase di stallo, delle incertezze sul piano industriale e “all’indisponibilità dell’azienda – lamentano i sindacati – di discutere un piano industriale sganciato dall’accordo di programma”.

In considerazione di quanto previsto a livello nazionale, con il blocco/sciopero degli straordinari deciso dopo la rottura della trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici, i sindacati “invitano tutti i lavoratori a non dare la propria disponibilità alle entrate anticipate e comunque a prolungare l’orario di lavoro”.

I sindacati diffidano la Direzione aziendale dal fare “forzature sul cambio turno in caso di squadre sottorganico e consentire il normale orario di lavoro, prevedendo eventualmente solo la prestazione straordinaria per la messa in sicurezza degli impianti”.

Ast: stop a una linea, ma senza ricorso alla cassa integrazione

Dal 25 al 31 ottobre sarà fermata una linea dell’area a caldo dello stabilimento Arvedi dell’Ast di Terni. E’ quanto comunicato dalla Direzione generale dell’azienda martedì pomeriggio alla Rsu. Chiarendo però che, a differenza dello stop attivato nelle scorse settimane, questa volta non servirà attivare la cassa integrazione per i lavoratori del reparto interessato e il personale, dunque, si recherà regolarmente al lavoro.

E’ stato anche chiarito che saranno normalmente gestite dai responsabili eventuali richieste di ferie per la settimana in cui la linea resterà ferma.

Una scelta dettata dai costi di produzione. Ma secondo i sindacati anche dalle strategie della stessa azienda, che prediligerebbe che parte delle lavorazioni vengano effettuate in Paesi dove queste risultano economicamente vantaggiose.

Proprio nell’ultima seduta del Consiglio regionale di questa legislatura l’ultimo punto trattato nel Question Time era stato il caso Ast e gli investimenti dell’Accordo di Programma. La cui firma, ha assicurato la governatrice Tesei interrogata dal capogruppo del M5s De Luca, arriverà in avvio della prossima legislatura.

Per la riduzione dei costi energetici di Ast e di altre imprese energivore, ha comunicato ancora la presidente, il Governo sta predisponendo condizioni di favore a cui la proprietà potrà scegliere di aderire. In attesa del 2029, quando potrà essere approntato il nuovo sistema di gestione, pubblico-privata, della centrale elettrica di Galleto, con una parte dell’energia prodotta da destinare proprio a questo tipo di aziende.

Accordo di Programma ed energia, il caso Ast ultimo Questione Time della legislatura

Si è parlato del caso Ast nell’ultimo Question Time di questa legislatura dell’Umbria. La governatrice Donatella Tesei ha risposto all’interrogazione con cui il capogruppo del Movimento 5 stelle, Thomas De Luca, chiedeva “chiarimenti circa le prospettive di Arvedi Ast dopo la mancata firma per
l’accordo di programma a seguito del tavolo di confronto tenutosi al ministero delle imprese e del made in Italy del 9 ottobre 2024”.

L’esponente pentastellato ha manifestato i timori per i ritardi nella firma dell’Accordo di Programma ed ha chiesto se ci fosse un’effettiva volontà del Comune di Terni di acquisire le Acciaierie, come avrebbe detto il sindaco Bandecchi nel tavolo ministeriale.

Tesei ha ricordato le interlocuzioni avute con i vari livelli istituzionali, sino al tavolo dello scorso 9 ottobre, e con la proprietà Arvedi. Ricordando l’entità e l’importanza degli investimenti per il territorio legati all’Accordo di Programma.

Quanto ai costi energetici, Tesei ha spiegato che dal 2029 in poi, compatibilmente con le condizioni della legislatura vigente, chiunque gestirà la centrale idroelettrica dal 2029 in avanti dovrà fornire una quota dell’energia alle aziende energivore del territorio. E che comunque, da qui sino a quella data, il Governo metterà a disposizione di Arvedi alcune agevolazioni finanziarie che sono state appositamente studiate e di cui la proprietà potrà usufruire. In base alla nuova legge regionale, poi, dal 2029 sarà studiata la possibilità che il nuovo gestore possa essere una società pubblico-privata, “se questo servirà a meglio tutelare gli interessi del territorio, delle imprese e dei cittadini umbri”.

“In questi termini – ha assicurato Tesei – immediatamente riaperta la prossima legislatura firmeremo sicuramente l’Accordo di Programma”.

Quanto all’ipotesi di acquisto delle Acciaierie da parte del Comune, Tesei ha parlato di una provocazione, dato che nessun Ente è in grado di effettuare un simile investimento. Per cui il piano industriale dell’Ast continua ad essere uno solo.

De Luca, nella sua replica, ha ribadito che anche in caso di vittoria del centrosinistra alle elezioni non ci sarà nessun problema a firmare l’Accordo di Programma e che per questo non doveva essere rinviato a dopo le elezioni. Ha manifestato diverse criticità rispetto agli investimenti. E sugli approvvigionamenti energetici ha detto che non occorre attendere il 2029, poiché la legge regionale già oggi consente di creare un contenitore pubblico-privato che possano gestire gli impianti già andati in scadenza in modo da dare risposte alle richieste delle imprese energivore.

Accordo di programma Ast, Confartigianato: “Nessun passo avanti e manca il tema dell’indotto”

Confartigianato Imprese Terni aveva acceso i riflettori sull’Accordo di Programma Ast, lamentando con preoccupazione i ritardi della procedura che dovrebbe portare agli investimenti per il territorio. Preoccupazioni che ora sono emerse anche nel tavolo nazionale che si è tenuto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

“Non sono stati fatti passi avanti”

“Dopo mesi di accantonamento della questione Accordo di Programma e i solleciti che Confartigianato
Terni ha fatto per riportarla all’attenzione del dibattito politico – commenta il presidente di Confartigianato Imprese Mauro Franceschini – il fatto che finalmente si sia svolto un nuovo incontro al MIMIt è certamente positivo e in questo senso esprimiamo soddisfazione. Riguardo però i risultati dell’incontro – aggiunge – molte sono le preoccupazioni e le perplessità, perché in esso non si sono registrati passi in avanti sostanziali rispetto all’obiettivo della sottoscrizione dell’Accordo
di Programma. Al contrario è arrivata l’ufficializzazione che una ipotetica soluzione strutturale del
nodo delle tariffe energetiche, questione posta come condizione da Arvedi AST per l’Sccordo, non sarà
possibile prima del 2029. Non potendo né AST né il territorio attendere così a lungo, a questo punto la
firma dell’Accordo con il connesso sblocco dei 700 milioni di parte privata e 300 milioni di parte
pubblica è completamente rimessa all’impegno assunto dal ministro Urso a trovare una soluzione
ponte sulle tariffe energetiche, per la quale però non ci sono né anticipazioni, né certezze. Inoltre – evidenzia Confartigianato Terni – vale l’osservazione che, se era chiaro al Governo, che occorreva una soluzione ponte, essa poteva certamente essere cercata prima senza far passare inutilmente mesi e anni a danno degli umbri”.

“Non sappiamo se sono giustificate le parole del sindaco Bandecchi che accusa Arvedi – AST di intenti
strumentali a scapito del territorio nella trattativa – prosegue Confartigianato – ma di sicuro confermiamo che è il territorio e, in particolare l’indotto, che sta pagando il prezzo più alto di questa situazione di sostanziale stallo che si protrae dal 2022″.

Il tema dei costi energetici

Confartigianato evidenzia con rammarico come temi cruciali come quello dell’energia e della competitività siano ancora oggi approcciati, sia a livello nazionale che locale, con canoni emergenziali e soluzioni di continuo ripiego.

“Gli alti costi dell’energia che deprimono la competitività delle imprese – evidenzia il presidente Franceschini – sono un problema nazionale e serve una soluzione di sistema per tutte le imprese, essendo lontana una tale soluzione si invoca una soluzione strutturale locale per sostenere la competitività dei poli produttivi energivori e strategici come AST, non essendo possibile una soluzione locale strutturale in tempi brevi si punta su una soluzione ponte, con un continuo rinvio, mentre la firma dell’Accordo non arriva”.

Il tema dell’indotto

“Senza contare – evidenzia ancora Confartigianato – che l’interesse pubblico a sostenere la competitività dei poli strategici come AST tramite una riduzione dei costi energetici si debba estendere anche all’intero indotto, perché AST e indotto costituiscono nel loro insieme un polo energivoro che deve stare sul mercato internazionale. L’indotto AST ha una grande rilevanza, anche occupazionale, e quindi va tutelato e promosso affinché l’intero polo AST possa essere competitivo. Anzi questo prolungato stallo ci risulta aver favorito rapporti con le imprese dell’indotto eccessivamente orientati alla riduzione dei costi, anche correndo consapevolmente il rischio di ridurre o addirittura espellere imprese locali dal polo siderurgico,
dissolvendo un patrimonio di competenze, prassi operative sicure e omogenee e attenzione alla qualità del prodotto finale che non sarà facile recuperare e che è indispensabile – conclude il presidente Franceschini – per affrontare la nuova positiva fase che, auspichiamo, si apra con la sottoscrizione dell’Accordo di Programma”.


AST, dopo il tavolo al Ministero Arvedi alla mostra sui 140 anni delle Acciaierie

Visita giovedì mattina al PalaSì di Terni del presidente di Arvedi AST, il cavalier Giovanni Arvedi, per ammirare la “grande opera” la mostra organizzata dall’azienda per celebrare i 140 anni della fondazione.

L’esposizione, aperta al pubblico fino al prossimo 23 ottobre – da lunedì a venerdì: 10-12 / 16-19, sabato e domenica: 10-12 / 15-19,30 con ingresso libero – ha inteso accendere i riflettori sul più imponente impianto di derivazione mai realizzato in Italia tra Ottocento e Novecento. Un sistema di condotte, turbine per l’adduzione delle acque dal Velino e la conseguente trasformazione della potenza dell’acqua in forza motrice e energia elettrica.

Ad accompagnare il cav. Arvedi durante la visita, il vice presidente Mario Arvedi Caldonazzo, l’amministratore delegato Dimitri Menecali, il responsabile risorse umane Giovanni Scordo insieme ai curatori della mostra. Presenti negli spazi espositivi del PalaSì anche alcune classi delle Scuole elementari “Anita Garibaldi” e “Mazzini” di Terni impegnate nei laboratori didattici organizzati nell’ambito dell’iniziativa.

Una visita fatta all’indomani del tavolo sull’Ast che si è tenuto al Ministero dello Sviluppo economico per affrontare il tema dei costi energetici e delineare una road map per concretizzare gli impegni sugli investimenti per il territorio con l’Accordo di programma.