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Tag: agricoltura

Frode agricola, condannati 4 imprenditori: coinvolta anche un’azienda del Perugino

C’è anche un’azienda umbra tra le sei riconducibili a imprenditori veneti che sono stati condannati per una frode ai danni del Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (FEAGA).

Una volta che la sentenza è diventata esecutiva con l’ultimo grado di giudizio, la guardia di finanza di Padova ha eseguito una confisca di beni per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro e il sequestro di un’ulteriore cifra di poco inferiore ai 4 milioni.

I quattro imprenditori sono stati giudicati responsabili di aver architettato un sistema di frode che ha permesso alle sei aziende agricole, con sede nelle province di Padova, L’Aquila e Perugia, di accedere indebitamente ai contributi europei del FEAGA. Il tutto utilizzando due prestanome che hanno ottenuto agevolazioni in quanto “giovani imprenditori”, senza che ne avessero realmente i requisiti.

Dopo la condanna passata in giudicato sono state confiscate partecipazioni societarie, disponibilità finanziarie, polizze assicurative, immobili, terreni e un intero complesso aziendale, per un valore stimato di oltre 3,3 milioni di euro. Inoltre, la Procura Regionale della Corte dei Conti del Veneto ha disposto un sequestro conservativo anticipato di beni per ulteriori 3,9 milioni.

Complemento di Sviluppo Rurale 2023-2027, così sono state rimodulate le risorse

La Giunta regionale dell’Umbria ha approvato la delibera che rimodula le risorse finanziarie del Complemento di Sviluppo Rurale 2023-2027, rispondendo così a esigenze concrete emerse dal confronto costante con il partenariato agricolo umbro e con le imprese del settore.

In particolare, si tratta di un intervento che rafforza l’efficacia degli strumenti del Csr attraverso una riallocazione più mirata dei fondi, a partire dalla crescente domanda di sostegno per gli investimenti produttivi e la necessità di agevolare l’insediamento dei giovani in agricoltura.

“Con questa decisione – dichiara l’assessore regionale alle Politiche agricole, Simona Meloni – diamo un segnale forte di governo e ascolto del territorio. Abbiamo ricalibrato le risorse per rispondere con maggiore puntualità a due priorità strategiche: da un lato sostenere gli investimenti agricoli produttivi e la trasformazione dei prodotti agroalimentari, dall’altro incentivare e sostenere l’ingresso delle nuove generazioni in agricoltura, condizione indispensabile per assicurare vitalità, innovazione e futuro alle nostre aree rurali”.

Nello specifico, le risorse a disposizione per gli strumenti finanziari del CSR sono così rimodulate: 3,8 milioni per la SRD25 – Investimenti produttivi per la competitività delle aziende agricole; 5,2 milioni per la SRD26 – Investimenti per la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli; un milione per la SRE05 – Insediamento giovani agricoltori.

La rimodulazione si è resa necessaria – spiegano dall’Assessorato – alla luce del grande numero di domande arrivate sui bandi in scadenza lo scorso aprile e rappresenta una risposta concreta alle istanze del comparto. “In questo momento – prosegue l’assessore Meloni – era fondamentale dare priorità alle linee di intervento che hanno mostrato una maggiore capacità di risposta da parte del territorio. Allo stesso tempo, abbiamo mantenuto invariato il volume complessivo delle risorse programmate, salvaguardando gli obiettivi generali del Piano Strategico della PAC. L’agricoltura – conclude Meloni – ha bisogno di strumenti efficaci, di una pubblica amministrazione capace di intercettare i bisogni e di agire con tempestività. Con questa delibera continuiamo a costruire una strategia solida e lungimirante, mettendo al centro gli agricoltori, le imprese e i giovani che credono in questo mestiere”.

Domanda Unificata, le nuove scadenze indicate da Agea

Agea ha prorogato al 15 luglio la data ultima per presentare la Domanda Unificata e le richieste di aiuto per gli interventi a superficie e a capo dello sviluppo rurale (Sigc). Per le domande presentate in ritardo e per le richieste di trasferimento titoli 2025, il termine ultimo è l’11 agosto, le domande che perverranno oltre questa data saranno considerate “irricevibili”, ovvero non saranno accettate.

Lo ha comunicato l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura nella circolare n.48390.

Inizialmente, la scadenza era il 15 maggio di ogni anno e, per la nuova campagna, il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) aveva già concesso una prima proroga, spostando il termine al 16 giugno 2025.

La circolare Agea specifica che, ad eccezione delle scadenze prorogate, tutte le altre disposizioni e il quadro normativo precedentemente adottato rimangono pienamente in vigore.

Caldo, la Regione annuncia controlli nei cantieri e nel lavoro agricolo

Mentre altre Regioni italiane hanno emanato ordinanze che vietano il lavoro all’aperto nelle ore più calde (in particolare nei settori dell’edilizia e dell’agricoltura) la la Regione Umbria annuncia l’avvio di una intensa campagna di controlli nei cantieri edili e nelle aziende agricole per verificare il pieno rispetto dell’ordinanza emanata dalla presidente Stefania Proietti lo scorso 13 giugno.

L’ordinanza, che rappresenta una delle misure più incisive adottate a livello nazionale per la tutela dei lavoratori esposti alle alte temperature, stabilisce il divieto assoluto di svolgere attività lavorative all’aperto esposte al sole dalle 12:30 alle 16:00 su tutto il territorio regionale. Il provvedimento si attiva esclusivamente nei giorni in cui la piattaforma Worklimate segnala un livello di rischio “Alto” per i lavoratori esposti al sole con attività fisica intensa. Divieti che però non si applicano ai lavori di pubblico interesse.

“La sicurezza sui luoghi di lavoro – ha dichiarato la presidente Stefania Proietti – non è negoziabile, soprattutto quando le condizioni climatiche mettono a rischio la salute dei nostri lavoratori. Abbiamo voluto essere tempestivi quest’anno, emanando l’ordinanza già a giugno, anziché attendere fine luglio come nel 2024, perché le temperature record di queste settimane richiedevano un intervento immediato. Un ambiente di lavoro sicuro non è solo un obbligo normativo, ma un valore fondamentale che contribuisce a migliorare la qualità della vita, a ridurre i costi sociali legati agli infortuni e a promuovere una cultura della prevenzione sempre più diffusa”.

I controlli, coordinati dalle Aziende Usl Umbria 1 e Usl Umbria 2 in collaborazione con gli enti competenti, interessano principalmente i cantieri edili all’aperto e le attività nel settore agricolo e florovivaistico. Le verifiche si concentrano non solo sul rispetto degli orari previsti dall’ordinanza, ma anche sull’adozione di adeguate misure organizzative e operative per la protezione dei lavoratori dalle alte temperature.

L’ordinanza, valida fino al 31 agosto 2025, prevede sanzioni severe per chi non rispetta le disposizioni. Chiunque violi il divieto sarà soggetto alle conseguenze previste dall’articolo 650 del Codice Penale, con possibile arresto fino a tre mesi o ammende fino a 206 euro. Restano salvi eventuali provvedimenti sindacali più restrittivi limitati all’ambito territoriale di riferimento.

L’Umbria si conferma così tra le prime regioni italiane ad aver adottato una misura così specifica e mirata, evidenziando il ruolo attivo e responsabile nel definire politiche sanitarie adeguate alle peculiarità del proprio territorio e alle sfide poste dai cambiamenti climatici in corso. In tempi brevi la Regione ascolterà le proposte delle parti sociali, dei sindacati e dei rappresentanti dei lavoratori, al fine di per apportare eventuali modifiche ed integrazioni all’ordinanza regionale, anche alla luce del piano varato dal governo nazionale

Le aziende e i datori di lavoro possono consultare quotidianamente la mappa del rischio su https://www.worklimate.it/scelta-mappa/sole-attivita-fisica-alta/ per verificare l’attivazione del divieto e programmare di conseguenza le proprie attività lavorative.

Il Sian di Agea non va, Meloni: “Chiederemo conto dei ritardi nei pagamenti alle aziende”

Il Sian – il sistema informatico nazionale gestito da (Agenzia generale per le erogazioni in agricoltura) continua a funzionare a singhiozzo, provocando continui a gravi ritardi nei pagamenti alle imprese agricole e zootecniche.

Istruttorie bloccate per l’accesso ai fondi europei, liquidazioni parziali, tempi di pagamento sempre più incerti. Problemi che, nonostante gli interventi della Regione Umbria e le interlocuzioni con Agea, continuano a ripetersi.

“Siamo di fronte a una situazione non più accettabile – spiega l’assessore regionale alle Politiche agricole, Simona Meloni – che riguarda direttamente le sorti degli imprenditori agricoli e zootecnici umbri e come loro quelle dei loro colleghi di molte altre regioni italiane. I nostri agricoltori e allevatori continuano infatti a subire danni e ritardi nell’accesso alle risorse stanziate a loro favore nell’ambito delle politiche europee della PAC e dello Sviluppo rurale e questo avviene a causa di problemi tecnici e gestionali del nuovo sistema informatico dell’organismo pagatore nazionale di Agea, ovvero il Sian”.

Nonostante i ripetuti solleciti di queste settimane, la situazione ha raggiunto dei livelli critici, spiegano dall’Assessorato. Il Sian è oggi un “collo di bottiglia” nella gestione agricola umbra e italiana. Nato per semplificare e informatizzare, sta invece ostacolando la burocrazia agricola a causa di ritardi tecnologici, carenza di manutenzione, scarsa interoperabilità e aumento della complessità normativa.

L’assessorato alle Politiche agricole e l’Autorità di gestione del PSR in queste settimane si sono attivati segnalando ripetutamente le criticità del Sian, aprendo canali di confronto e organizzando riunioni tecniche. Questa azione degli uffici della Regione Umbria è riuscita a sbloccare i pagamenti delle misure a superficie, evitando così di perdere risorse comunitarie vitali per le aziende umbre. Un risultato positivo che, inoltre, è stato esteso a tutte le regioni che lavorano con Agea.

“Da quando ci siamo insediati abbiamo lavorato con grande determinazione per rimuovere ogni ostacolo relativo alle istruttorie e ai pagamenti in capo ad Agea fino a quando, nei giorni scorsi, di fronte a una situazione non più accettabile, abbiamo posto la questione sui tavoli nazionali – continua l’assessore Meloni -. Qualcosa si sta muovendo grazie alle nostre sollecitazioni, ma è troppo poco e per questo la nostra azione è solo all’inizio. Non possiamo più tollerare ulteriori ritardi che significherebbero affossare un mondo, quello agricolo, che è il cuore della nostra economia e che, a causa di un sistema informatico nazionale, sta subendo gravi pregiudizi e disservizi. Tutto questo, infatti, comporterà la proroga di numerosi bandi per venire incontro alle giuste richieste di imprenditori e tecnici che però, a cascata, andranno a generare un aggravio di lavoro per tutti e possibili ritardi nelle rendicontazioni”.

Conclude Meloni: “Chiederemo conto delle ripercussioni negative che questi malfunzionamenti informatici stanno generando alle nostre aziende. Nonostante gli sforzi e il supporto degli uffici della Regione, che ringrazio per il loro grande impegno, il Sian continua a mostrare problematiche tecniche che rallentano le istruttorie per la partecipazione ai bandi sulle misure agroambientali, con conseguenti ritardi nei pagamenti e, in alcuni casi, liquidazioni parziali delle domande”.

Caldo rovente, l’ordinanza per il lavoro in agricoltura e nei cantieri all’aperto

Caldo rovente, la Regione emana l’ordinanza per prevenire i malori, sentite le parti sindacali e datoriali.

L’ordinanza contiene misure “di prevenzione per l’attività lavorativa nel settore agricolo e florovivaistico, nonché nei cantieri edili all’aperto, in condizioni di esposizione prolungata al sole”.

Questi i provvedimenti:

  • È vietato il lavoro in condizioni di esposizione prolungata al sole, dalle ore 12:30 alle ore 16:00, con efficacia immediata e fino al 31 agosto 2025, sull’intero territorio regionale nelle aree o zone interessate dallo svolgimento di lavoro nel settore agricolo e florovivaistico, nonché nei cantieri edili all’aperto, in condizioni di esposizione prolungata al sole, limitatamente ai soli giorni in cui la mappa del rischio indicata sul sito https://www.worklimate.it/scelta-mappa/sole-attivita-fisica- alta/ riferita a: “lavoratori esposti al sole” con “attività fisica intensa” ore 12:00, segnali un livello di rischio “Alto”
  • Il divieto di cui al punto precedente non trova applicazione per le Pubbliche Amministrazioni, per i concessionari di pubblico servizio, per i loro appaltatori, quando trattasi di interventi di pubblica utilità, di protezione civile o di salvaguardia della pubblica incolumità, fatta salva in ogni caso l’adozione di idonee misure organizzative ed operative che riconducano il rischio di esposizione dei lavoratori alle alte temperature ad un livello accettabile secondo la valutazione del rischio condotta dal datore di lavoro, come previsto dal decreto legislativo n. 81/2008 e s.m.i.
  • Restano salvi eventuali provvedimenti sindacali limitati all’ambito territoriale di riferimento
  • La mancata osservanza degli obblighi di cui alla presente ordinanza comporterà le conseguenze sanzionatorie come per legge (art. 650 c.p. se il fatto non costituisce più grave reato)
  • La presente ordinanza, per gli adempimenti di competenza e per garantire la più ampia diffusione sull’intero territorio regionale, viene trasmessa ai Prefetti della Provincia di Perugia e della Provincia di Terni, ai residenti delle Province di Perugia e di Terni, al Presidente di Anci Umbria, ai sindaci dell’Umbria, alle Aziende sanitarie locali della Regione Umbria, ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali e dei datori di lavoro e alle associazioni nazionali di categoria.

Un provvedimento che è stato accolto con favore dai sindacati, che sollecitano controlli per il rispetto di quanto prescritto nell’ordinanza.

A Orvieto l’Assemblea generale di Confagricoltura Umbria

Lunedì 9 giugno ad Orvieto, nella Sala dei Quattrocento di Palazzo del Popolo, è in programma l’Assemblea generale ordinaria di Confagricoltura Umbria.

Dopo la parte privata per l’approvazione del bilancio, alle ore 16 si svolgerà un incontro pubblico dal titolo “Produzione e reddito al centro, la nuova Europa agricola”, una occasione di confronto su temi strategici per il futuro dell’agricoltura umbra.

Al centro dell’incontro ci saranno ancora le tematiche che legano il settore primario alle sfide che un quadro sempre più europeo pone davanti agli agricoltori italiani e soprattutto umbri.

Ai saluti istituzionali da parte della sindaca di Orvieto, Roberta Tardani, farà seguito la relazione introduttiva di Fabio Rossi, presidente Confagricoltura Umbria-

A dialogare, moderati dal giornalista Giacomo Marinelli Andreoli, durante la prima tavola rotonda dal titolo “Reddito e competitività, priorità per le aziende agricole” saranno l’assessore alle politiche agricole e agroalimentari Simona Meloni, il presidente di Confagricoltura Umbria Fabio Rossi, il direttore DSA3 Unipg Gaetano Martino e il giornalista Paolo Mieli.

La seconda tavola rotonda dal titolo “La scienza a sostegno di agricoltura e ambiente”, con la moderazione del giornalista Antonello Brughini, vedrà la partecipazione dell’assessore all’ambiente Thomas De Luca, dell’imprenditrice agricola, divulgatrice, scrittrice e consigliera Accademia Georgofili Deborah Piovan, del membro di Giunta di Confagricoltura Umbria Matteo Pennacchi, e ancora del giornalista Paolo Mieli.

Saranno presenti alle due tavole rotnode anche gli europarlamentari Camilla Laureti e Marco Squarta e l’onorevole Raffaele Nevi.

I lavori del convegno saranno chiusi dalla presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, da Massimiliano Giansanti, presidente nazionale di Confagricoltura, e dal sottosegretario agli Interni Emanuele Prisco.

Studi medici sui cibi cellulari, anche dall’Umbria agricoltori a Parma

Le richieste della Coldiretti e il confronto con l’Efsa (l’Agenzia europea per la Sicurezza Alimentare)

C’erano diverse centinaia di umbri tra i ventimila agricoltori della Coldiretti arrivati a Parma da tutta Italia per difendere la salute di tutti i cittadini.

Un grande corteo pacifico non di protesta, ma a difesa soprattutto delle nuove generazioni, guidato dal presidente nazionale Ettore Prandini e dal segretario generale Vincenzo Gesmundo, partito dal parco 1° maggio della cittadina per raggiungere la sede dell’Efsa, l’Agenzia europea per la Sicurezza Alimentare. Si tratta dell’ente incaricato di valutare l’immissione al consumo dei nuovi alimenti che ha sede proprio nella città ducale, simbolo della Food Valley nazionale dove vengono prodotte tante eccellenze della Dieta mediterranea messe oggi a rischio dagli alimenti che l’Agenzia è chiamata a valutare.

Non a caso assieme alle bandiere gialle dell’organizzazione con il tricolore italiano sventolano quelle blu dell’Unione Europea a sottolineare il sostegno all’Europa, ma con una richiesta forte di avere un’Europa diversa, a cui oggi si chiede più coraggio. Sulle centinaia di cartelli esposti dai manifestanti, si leggono alcuni slogan come “Cibo dalle campagne non dai laboratori”, “Più ricerca medica”, “I cittadini europei non sono cavie”, ma anche “Coltiviamo un futuro di pace”, “Stop alle guerre militari e commerciali” e “L’Europa ci serve come il pane”.

Ma all’Europa si chiede ora un deciso cambio di passo su temi cruciali come quello della burocrazia che soffoca i nostri agricoltori. C’è bisogno di un’Europa che ascolti davvero i bisogni della gente e non le lobby o le multinazionali, di un’Europa attenta alla difesa dell’identità di ogni Stato.

Coldiretti, come richiesto da illustri scienziati – afferma Albano Agabiti Presidente Coldiretti Umbria – è scesa in piazza per chiedere che vengano fatti studi medici clinici e preclinici, prima di dare il via libera ai cibi cellulari e di fermentazione di precisione, per tutti i prodotti compresi quelli già presentati prima del 1 febbraio 2025. Un tema importante per l’intera popolazione e secondo un’indagine Noto Sondaggi 2024, sette italiani su 10 si dichiarano contrari al consumo di carne, latte e altri cibi fatti in laboratorio, l’8% in più rispetto al 2023. Ma chiediamo pure – prosegue Agabiti – un’Europa più forte e coraggiosa, che sappia dare risposte per la difesa del reddito degli agricoltori e per la tutela della salute dei cittadini e dei suoi popoli e che lavori per la pace. Lavoriamo per un’Europa migliore, più equa, più generosa. Innanzitutto servono risorse adeguate per sostenere il settore agricolo europeo, da destinare solo ai veri agricoltori, quelli che assicurano la sovranità alimentare al Continente. Investire in agricoltura infatti rappresenta uno strumento concreto di difesa e sicurezza strategica comune per l’Unione europea.

Le imprese agricole sono da tutelare con meno burocrazia e più semplificazione, partendo dalla riduzione dell’incomprensibile carico di impegni associato agli eco-schemi – aggiunge Mario Rossi Direttore Coldiretti Umbria. Per garantire la sicurezza alimentare e la trasparenza per tutti i cittadini dell’Unione non è più rinviabile l’origine obbligatoria del paese d’origine in etichetta per tutti i cibi commercializzati in Europa, partendo dall’abolizione della regola dell’ultima trasformazione sostanziale del codice doganale. Proprio per questo – ricorda Rossi – anche durante la manifestazione, abbiamo raccolto le firme per arrivare a 1 milione di cittadini che chiedano di garantire il loro diritto alla trasparenza sull’origine dei cibi che arrivano sulle nostre tavole. La trasparenza sugli scaffali Ue non potrà però essere realizzata appieno senza garantire reciprocità negli accordi internazionali, dove i prodotti alimentari dei Paesi Extra Ue devono assicurare le stesse garanzie di quelli europei in termini di utilizzo di agrofarmaci, rispetto dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori. Indispensabile mettere regole sui cibi ultraformulati, anche sulla base delle evidenze scientifiche sui problemi per la salute legati al loro consumo, e su quelli fatti in laboratorio, che vanno trattati come farmaci, mentre è assolutamente sbagliata ogni ipotesi di mettere etichette allarmistiche o tasse sul vino, prodotto che si inserisce appieno nella Dieta Mediterranea e che negli anni è divenuto il simbolo del bere responsabile.

“Abbiamo avuto un confronto – dicono il presidente e il segretario di Coldiretti Ettore Prandini e Vincenzo Gesmundo dopo essere stati ricevuti dai vertici dell’Efsa al termine della manifestazione – aperto e costruttivo con i vertici dell’Efsa. Abbiamo apprezzato la grande disponibilità ad ascoltare le nostre istanze e a chiarire le procedure di valutazione che l’Autorità applica per garantire la sicurezza alimentare dei cittadini europei. È un importante successo per i 20mila agricoltori che sono arrivati qui a Parma. Un momento di grande rappresentanza democratica, che rafforza il patto tra agricoltori e cittadini consumatori che avranno maggiori garanzie di tutela. La nostra iniziativa fin dal primo momento aveva l’obiettivo di rafforzare la ricerca medica e il ruolo di Efsa, ora continueremo il nostro impegno a Bruxelles per ulteriori potenziamenti delle regole e della trasparenza sui cibi fatti in laboratorio e sui prodotti ultraformulati”.

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Direttiva nitrati, chiudere il pre-contenzioso per evitare l’impatto sull’agricoltura umbra

Evitare la procedura d’infrazione, che avrebbe un pesante impatto sul settore agricolo umbro, chiudendo definitivamente il pre-contenzioso dovuto al mancato rispetto della Direttiva nitrati 91/676/CEE. Questo l’obiettivo ribadito nel tavolo tecnico coordinato dagli assessori Thomas De Luca e Simona Meloni, per risolvere la procedura aperta dal 2018, che oggi la Giunta regionale dell’Umbria è chiamata a risolvere con un radicale cambio di approccio per evitare che questo sia esclusivamente posto in carico sulle spalle del settore agricolo.

Hanno preso parte alla riunione i Comuni dell’area interessata, i rappresentanti di Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Arpa Umbria e gli uffici tecnici regionali.

In tema di risorse idriche ed in particolare per l’Umbria, le Autorità italiane sono state sollecitate a trasmettere entro il 31 marzo le conclusioni dello studio menzionato nella risposta del giugno 2023 e realizzato in collaborazione con l’Università di Perugia in merito al punto di monitoraggio IT_IT10CRB1_5 (Lago di Corbara) e a spiegare se per questo punto è stata designata una Zona di Vulnerabilità ai Nitrati di origine agricola (ZVN).

L’azione della Giunta regionale, quindi, intende evitare la procedura d’infrazione a tutela delle attività, pur nella necessità di agire tramite prescrizioni. Una questione rinviata per anni che rischia di impattare seriamente sulle aziende agricole. Il pre-contenzioso aperto nel 2018 dalla Commissione Europea per mancato rispetto della Direttiva nitrati 91/676/CE ha come obiettivo la tutela delle acque superficiali e sotterranee dall’inquinamento da nitrati proveniente da fonti agricole. La richiesta della CE prevede, entro il 31 marzo, l’ampliamento della perimetrazione delle Zone di Vulnerabilità da Nitrati.

“La Giunta regionale intende invertire il paradigma coinvolgendo le associazioni agricole prima e non dopo i provvedimenti – spiega l’assessore all’ambiente Thomas De Luca – lo stiamo facendo in costante contatto con l’assessora Meloni partecipando per la prima volta alle scelte e basandole su un rigoroso approccio scientifico, senza fuggire dal dovere di assumerci le nostre responsabilità. Massima decisione e celerità per una questione da troppo tempo rimandata. Con questo spirito abbiamo coordinato la riunione con amministrazioni comunali e associazioni di categoria dell’agricoltura. Le osservazioni e proposte raccolte saranno inserite all’interno della DGR che porteremo in approvazione la prossima giunta regionale. Non è pensabile affrontare questo tema in maniera unidirezionale. Dobbiamo cambiare approccio integrando una visione globale del fenomeno che coinvolga non solo misure restrittive sull’agricoltura ma anche tutte le altre fonti, comprese quelli civili”.

“Pur tenendo in debita considerazione la questione nitrati – dichiara l’assessora all’agricoltura Simona Meloni – dobbiamo mantenere un approccio scientifico perché non possono pagare per l’ennesima volta le imprese agricole e zootecniche che negli anni hanno subito una forte riduzione e, soprattutto in Umbria, vivono una fase assolutamente complicata e delicata. Queste attività sono presidio dei nostri territori anche nelle zone collinari e montane, dobbiamo perciò fare in modo che l’impatto sia meno influente possibile. Dobbiamo rivedere il Piano di tutela delle acque e il regolamento del 2019 che va modificato in chiave più moderna. Metteremo in atto un monitoraggio che ci consentirà di portare numeri reali e tutelare le acque e il nostro ambiente causando il minor impatto possibile per allevatori e agricoltori. Chi subirà una sottrazione per la nuova riperimetrazione verrà sostenuto e supportato con nuove misure”.

Ricambio generazionale, in Umbria 6,5 milioni per l’insediamento dei giovani agricoltori

Sei milioni e mezzo di euro per sostenere i giovani agricoltori. La Giunta regionale dell’Umbria, su proposta dell’assessora alle Politiche agricole e agroalimentari, Simona Meloni, ha approvato il nuovo “Bando per l’insediamento dei giovani agricoltori”.

L’intervento è inserito nell’ultima annualità della Programmazione dello sviluppo rurale 2014-2022 (PSR Umbria), rientra nella Misura 6.1.1. e ha già sostenuto oltre 600 giovani imprenditori agricoli in passato.
Un’opportunità per chi si è insediato dal 2022. Questo nuovo bando nasce con l’obiettivo di supportare i giovani imprenditori agricoli che si sono insediati a partire dal 2022 e che, fino ad oggi, non hanno potuto beneficiare dei precedenti finanziamenti. Per loro è ora possibile accedere al premio di primo insediamento, pari a 70.000 euro.

Fondi anticipati e proroga dei progetti

Una delle novità più rilevanti del bando è la possibilità di anticipare la spesa dei fondi FEASR (PSR), garantendo un acconto fino al 90% del premio già al momento della concessione degli aiuti. Inoltre, la conclusione dei progetti è stata posticipata al 2026, offrendo maggiore flessibilità agli imprenditori.

Chi può partecipare

Il bando è destinato ai giovani agricoltori che si sono insediati tra l’inizio del 2023 e l’inizio del 2025. Per essere considerato “insediato”, il giovane imprenditore (under 41 anni) deve aver avviato un’impresa agricola con iscrizione alla Camera di Commercio. Nel caso di una società, deve possedere almeno il 25% delle quote ed esercitare funzioni di rappresentanza legale e amministrazione straordinaria.

Meloni: intervenire sul ricambio generazionale

Spiega l’assessora Simona Meloni: “In Umbria c’è un forte bisogno di investire sul ricambio generazionale, sono i numeri che ci danno l’urgenza di interventi a sostegno. Se guardiamo i dati della PAC, infatti, si vede chiaramente che in Italia l’Umbria è fanalino di coda tra le Regioni che hanno maggiormente investito nei giovani agricoltori. Anche per questo tra le priorità del mio Assessorato ho messo al primo posto il sostegno alle ragazze e ai ragazzi che hanno deciso di investire il loro futuro nel settore primario. Il bando è pensato per essere più rapido ed efficiente possibile: abbiamo lavorato sulla semplificazione delle domande, non c’è bisogno di presentare preventivi ma le pratiche vengono istruite su quanto dichiarato. Inoltre il piano aziendale da presentare è in formato compilativo. Anche l’erogazione delle risorse avverrà in tempi rapidi: il 90% delle risorse verrà dato già al momento dell’ok al contributo. Ulteriore elemento importante riguarda la possibilità di cumulare questo beneficio con altri bandi del CSR”. Con questo intervento, la Regione Umbria conferma il proprio impegno a sostenere il ricambio generazionale in agricoltura, promuovendo un settore più innovativo, competitivo e sostenibile.