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Tag: Accordo di Programma

Nodo energia Ast: “Accordo di Programma infruttuosa pantomima”

“Un’enorme perdita di tempo e una generale e infruttuosa pantomima”. L’assessore regionale allo Sviluppo economico, Francesco De Rebotti, bolla così la vicenda dell’Accordo di Programma con Ast, dopo che il Gruppo Arvedi, attraverso il ceo Dimitri Menecali, ha ribadito che non ci sarà alcuna firma se prima non verrà messa nero su bianco una soluzione “contingente e strutturale” al problema del costo dell’energia. Da sempre posto dall’azienda, sui tavoli locali e ministeriali, come punto imprescindibile per effettuate nuovi investimenti sul polo siderurgico e sul territorio ternano.

“Fin da subito – scrive De Rebotti – è stato chiaro che l’incaglio fosse, come più volte ripetuto, il tema del costo dell’energia e i rinvii per la firma dei mesi scorsi, giustificati dalla prossimità delle elezioni regionali, si dimostrano oggi con evidenza solo un inutile e dannoso tentativo di procrastinare il nulla. Perché, è questa la verità – attacca l’assessore – mai si sono costruite soluzioni che ne permettessero la definizione”.

Scrive ancora De Rebotti: “Oggi la vicenda rischia di condizionare pesantemente il futuro di Ast, della tenuta occupazionale e del progetto industriale all’interno del quale sono contenuti importanti investimenti di matrice ambientale. Abbiamo testardamente inseguito possibili soluzioni al tema energetico, rimane in campo il percorso già avviato dalla Regione sul tema delle concessioni che può portare beneficio alle imprese umbre dal 2029 in poi. Ma ora è indispensabile, dopo la presa di posizione di AST, riportare immediatamente la questione sul tavolo del governo. Non sono più permessi disimpegni per nessuno degli attori in campo. Lo dobbiamo ai lavoratori e alla comunità ternana e regionale”.

Alla luce di queste valutazioni la Regione convocherà in tempi rapidi a Terni i rappresentanti del Parlamento Italiano ed Europeo. Chiedendo l’immediata convocazione del tavolo ministeriale sul progetto industriale di Ast, come invocato dai sindacati nell’incontro avuto venerdì in Regione.

Accordo di programma, Ast ribadisce: prima risolvere il nodo energia

O si risolve in modo definitivo, “contingente e strutturale”, il nodo dei costi energetici o Arvedi Ast non firmerà l’Accordo di programma.

All’indomani dell’incontro in Regione in cui è stato prospettato ai sindacati che resta fermo, come garantito dal ministro Urso, di arrivare entro febbraio alla firma dell’Accordo di programma, la proprietà delle Acciaierie ternane mette (o per meglio dire, rimette) un punto fermo che gela le aspettative di lavoratori e imprese dell’indotto.

Con una nota, l’amministratore delegato dell’azienda, Dimitri Menecali, ribadisce la necessità di “risolvere il problema del costo dell’energia prima di qualsiasi Accordo di programma”.

Concetto meglio esplicato nel prosieguo della breve, ma esplicativa nota: “Nessuno, e dunque neppure Arvedi Ast in buona fede può assumersi la responsabilità di firmare un accordo che non contenga la soluzione, contingente e strutturale, del costo dell’energia, poiché comprometterebbe la competitività, lo sviluppo, il rilancio dell’azienda e il futuro dei posti di lavoro”.

Il messaggio – nonostante le rassicurazioni di Regione e Governo – è chiaro: se non si trova una soluzione definitiva e duratura al problema dei costi energetici, il gruppo Arvedi non intende assumersi formali per il polo ternano.

Un “paletto”, quello ribadito dalla proprietà, che rischia quantomeno di spostare l’arco temporale per la sospirata firma dell’Accordo di programma.

Vertice su Ast, i sindacati pressano il Governo sull’Accordo di programma e Arvedi per il Piano industriale

Da una parte le sollecitazioni al Governo affinché metta effettivamente in campo gli strumenti di incentivi pubblici a supporto degli investimenti privati indicati nell’Accordo di programma per Terni. Dall’altra, la richiesta al gruppo Arvedi di presentare un Piano industriale che disegni realisticamente il ruolo del polo siderurgico ternano anche nel mercato internazionale.

Ast, tra nodo energia e accordo di programma:
la nota dell’ad Menecali

E’ quanto Cgil, Cisl e Uil hanno porto sul tavolo, nell’incontro convocato dalla Regione su sollecitazione degli stessi sindacati per hiarire lo stato di avanzamento dell’Accordo di Programma per Arvedi Acciai Speciali Terni.

Cgil-Cisl-Uil di Terni condividendo quanto espresso e sollecitato dalle organizzazioni metalmeccaniche, confermano tutto il proprio supporto, alle stesse, nella delicata discussione che riguarda il sito Ast sia in termini di prospettiva di sviluppo che occupazionale.

L’appello al Governo

“Come Cgil Cisl Uil – scrivono i sindacati – riteniamo che se da una parte l’Accordo di programma rappresenta una occasione da non dissipare, dall’altra è anche un’occasione per rivitalizzare quelle Relazioni industriali che hanno fatto di Terni un punto di riferimento per la manifattura e il sindacato.
Relativamente all’accordo di programma, abbiamo ribadito che la legittima richiesta del gruppo Arvedi effettuata nei confronti del Governo, relativa al supporto degli strumenti di finanza pubblica al piano di investimento privato, va portata velocemente a conclusione, verificando e esplicitando una volta per tutte i contenuti, facendo assumere agli attori istituzionali e aziendali la responsabilità della firma o non firma per chiudere questo lungo periodo di indeterminatezza e transizione”.

Il Piano industriale

“L’esito della discussione sull’Accordo di programma – aggiungono però i sindacati – non può inficiare comunque la necessità e l’urgenza di approfondire e condividere un piano industriale, che garantisca al sito di Terni la capacità di rimanere un player internazionale e soprattutto per il valore che Ast rappresenta nell’economia territoriale, regionale, nazionale ed europea”.

Cgil, Cisl e Uil hanno così avvalorato la necessità di discutere e certificare in sede di Governo il Piano Industriale di Ast, “come sempre fatto nella storia delle relazioni sindacali ternane” ricordano, al fine di avere certezze “sugli impegni che l’attuale proprietà intende assumere per garantire la strategicità delle produzioni di acciai speciali; per gli investimenti per un piano di sviluppo commerciale, di processo e di prodotti; per le risorse per un piano ambientale; per un piano sociale rivolto all’occupazione dei diretti, operai impiegati e quadri, e dell’indotto”.

Cgil Cisl Uil ritengono Arvedi Ast un global player in grado di elaborare un Piano industriale rivolto anche al mercato internazionale, “in grado di garantire, potenziandoli ulteriormente, gli standard in materia di qualità del lavoro e rispetto dell’ambiente”.

Nuovo “Patto di Territorio”

Nell’incontro i sindacati hanno evidenziato, come sollecitato da tempo e purtroppo inascoltati, che un eventuale Accordo di programma per Ast debba essere ricompreso dentro un nuovo Patto di Territorio “capace di ‘rigenerare’ gli strumenti e i riconoscimenti già presenti, implementarli con i nuovi, cogliendo le sfide europee legate alla sostenibilità ambientale economica, sociale. Dobbiamo lavorare attorno ad uno strumento più inclusivo – dicono i rappresentanti di Cgil-Cisl-Uil – capace di immaginare una città sostenibile in grado di fermare il declino. Insomma ragionare di un nuovo Patto di Territorio per il comprensorio all’interno di un nuovo modello di sviluppo, rappresenta la capacità di individuare un orizzonte ed un progetto territoriale capace di capitalizzare le tante risorse disponibili, accrescere fattori localizzativi e competitivi, per uno sviluppo complessivo di tutto il sistema territoriale aumentandone l’attrattività, generando nuova e buona occupazione e migliorando complessivamente la qualità della vita delle cittadine e dei cittadini”.

I sindacati dal prefetto per provare a sciogliere i troppi nodi intorno all’Ast

I rappresentanti di Fiom, Uilm, Fismic e Ugl hanno incontrato il prefetto di Terni Antonietta Orlando, per rappresentare tutti i timori legati ai mancati investimenti per il rilancio dell’Ast da parte del Gruppo Arvedi, così come dei progressi per far partire l’Accordo di programma che dovrebbe portare ossigeno a tutto il territorio ternano.

“Scoprire le carte” di un gioco che si protrae da tempo, sulla pelle dei lavoratori, delle imprese dell’indotto e di tutta la comunità ternana è ciò che vogliono i sindacati. Che confidano in questo nell’aiuto del prefetto.

Anche perché l’aggiornamento che, in base alla road map indicata al Ministero, l’annunciato aggiornamento sulla situazione non c’è stato. Né sembrano esserci passi in avanti rispetto alla fine di febbraio, data ultima indicata dal ministro Urso per la firma dell’Accordo di programma.

Nei prossimi giorni ci sarà un incontro a Terni con i rappresentanti della Giunta regionale.

E proprio a Governo e Regione si rivolge il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, chiedendo di accelerare, ricordando come siano tanti i nodi da sciogliere intorno ad Ast, da quello industriale, a quello energetico, a quello ambientale.

Ast, Istituzioni col rebus “soluzione praticabile” per il nodo costi energetici

Affrontare il tema del contenimento dei costi energetici “attraverso delle proposte praticabili, normativamente inappuntabili e efficaci per consolidare il progetto di sviluppo di Ast, nella garanzia degli investimenti e del mantenimento dei livelli occupazionali”. E’ quanto ribadito dall’assessore regionale alle Politiche industriali, Francesco De Rebotti, che ha partecipato al vertice di fine anno che si è tenuto al Ministero sulle prospettive presenti e future di Ast.

Il ministro Urso intende esplorare, attraverso un confronto tra Governo, Regione e azienda, le possibili soluzioni al tema dei costi energetici contingenti fino all’appuntamento del 2029. Il tutto entro il 20 gennaio, se si vuole arrivare a siglare l’Accordo di programma entro febbraio, come auspicato dal ministro. Considerando che il gruppo Arvedi ha sempre subordinato il mantenimento degli impegni sugli investimenti con la soluzione dei costi energetici, considerati eccessivi.

Un impegno verso il quale De Rebotti ha chiamato all’unità tutte le Istituzioni ed al senso di responsabilità, nell’interesse dei lavoratori e del territorio.

Ma Confartigianato Imprese Terni, proprio in ragione delle difficoltà nel trovare soluzioni rapide e praticabili sul versante dei costi energetici, a cominciare da “soluzioni ponte” che erano state ipotizzate, è tornata a manifestare la propria preoccupazione, chiedendo misure a sostegno delle piccole e medie imprese dell’indotto, che non possono attendere sino al 2029, termine della nuova concessione idroelettrica.

Ast, il nodo energia complica l’Accordo di programma. Confartigianato: subito sostegni alle Pmi dell’indotto

Il nodo energia complica l’effettiva attivazione degli investimenti previsti nell’Accordo di programma con Ast, che il ministro Urso conta di poter firmare a febbraio.

Dopo l’ultimo vertice al Ministero, Confartigianato Imprese Terni vede confermati i timori espressi nei mesi scorsi ed invita a prevedere da subito aiuti per le piccole medie imprese dell’indotto.

“Contrariamente alle trionfalistiche letture interessate politicamente – evidenzia Confartigianato a proposito dei timori espressi – già allora era chiaro che non si erano registrati passi in avanti rispetto all’obiettivo della sottoscrizione dell’Accordo di programma. Al contrario era arrivata l’ufficializzazione che una ipotetica soluzione strutturale del nodo delle tariffe energetiche, questione posta come condizione da Arvedi Ast per la firma, non era ipotizzabile prima del 2029. Quindi già da ottobre scorso la firma dell’Accordo era completamente rimessa all’impegno assunto dal ministro Urso a trovare una soluzione ponte sulle tariffe energetiche”.

Con l’incontro del 30 dicembre lo stesso ministro ha ufficializzato che la normativa non consente alcuna soluzione ponte. Auspicando che l’Accordo possa essere firmato a febbraio, ma senza alcuna possibilità di venire incontro alle richieste che Ast ha posto come precondizione per la firma.

“E’ chiaro che né Ast né il territorio – sottolinea ancora Confartigianato – possono attendere fino al 2029. E’ anche chiaro che sono passati mesi e anni in attesa della firma dell’accordo, con il connesso sblocco degli investimenti di 700 milioni di parte privata e 300 milioni di parte pubblica, accordo sempre preannunciato come imminente, anzi ‘all’ultimo miglio’, e ancora una volta rinviato a febbraio 2025, ma senza alcuna certezza”.

Prosegue l’associazione di categoria: “Non ci sfugge che le questioni energetiche sono un problema europeo e nazionale che investe tutto il sistema produttivo italiano e che la trattativa sul polo Ast può essere anche vista strumentalmente come ricerca di spazi straordinari di flessibilità rispetto ai vincoli europei. Resta il fatto che non è ammissibile che la ricerca di un nuovo equilibrio nazionale ed europeo di politica energetica possa andare a scapito del territorio; infatti, in questo periodo di sostanziale stallo che si protrae dal 2022, il territorio ternano, e in particolare l’indotto delle Pmi locali, ha pagato il prezzo più alto”.

Confartigianato Terni si limita ad osservare che “non è credibile che ci sia voluto un tempo così lungo (dal 2022 al 2025) solo per verificare che non è possibile la soluzione strutturale e non è possibile nemmeno la soluzione ponte per rispondere alla precondizione posta da Ast. Tali verifiche, infatti, potevano essere fatte in pochi mesi o giorni”.

Per questo, Confartigianato Terni chiede strumenti immediati dedicati al sostegno delle Pmi locali dell’indotto, “che non possono aspettare oltre”. E una strategia nazionale “chiara e condivisa tra le istituzioni con le connesse e conseguenti politiche energetiche e industriali per la valorizzazione del polo siderurgico ternano, che, giova ricordare a tutti – sottolinea – non è composto solo da Ast, ma è un polo integrato Ast – Pmi locali dell’indotto”.

Ast, vertice il 30 dicembre. A gennaio i premi welfare

Costo dell’energia, riconversione del sito ternano e Accordo di programma. Questi gli argomenti all’ordine del giorno dell’incontro con i vertici del gruppo Arvedi che si terrà il 30 dicembre, alle ore 10, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

In quella sede saranno messe sul tavolo alcune proposte per consentire al sito siderurgico ternano di abbattere in parte gli elevati costi energetici, anche con l’interlocuzione della Regione Umbria. Dall’altra, sindacati e Istituzioni attendono che la proprietà faccia passi concreti verso quegli investimenti previsti nell’Accordo di programma.

Intanto, il cavaliere Arvedi ha comunicato ai delegati sindacali che dal 31 gennaio saranno erogati premi welfare a tutti i dipendenti di Ast, di 200 euro ciascuno.

Ora si confida che il vertice romano di fine anno possa traghettare Ast,il suo indotto e la città di Terni verso un 2025 con meno nubi.

Accordo di Programma ed energia, il caso Ast ultimo Questione Time della legislatura

Si è parlato del caso Ast nell’ultimo Question Time di questa legislatura dell’Umbria. La governatrice Donatella Tesei ha risposto all’interrogazione con cui il capogruppo del Movimento 5 stelle, Thomas De Luca, chiedeva “chiarimenti circa le prospettive di Arvedi Ast dopo la mancata firma per
l’accordo di programma a seguito del tavolo di confronto tenutosi al ministero delle imprese e del made in Italy del 9 ottobre 2024”.

L’esponente pentastellato ha manifestato i timori per i ritardi nella firma dell’Accordo di Programma ed ha chiesto se ci fosse un’effettiva volontà del Comune di Terni di acquisire le Acciaierie, come avrebbe detto il sindaco Bandecchi nel tavolo ministeriale.

Tesei ha ricordato le interlocuzioni avute con i vari livelli istituzionali, sino al tavolo dello scorso 9 ottobre, e con la proprietà Arvedi. Ricordando l’entità e l’importanza degli investimenti per il territorio legati all’Accordo di Programma.

Quanto ai costi energetici, Tesei ha spiegato che dal 2029 in poi, compatibilmente con le condizioni della legislatura vigente, chiunque gestirà la centrale idroelettrica dal 2029 in avanti dovrà fornire una quota dell’energia alle aziende energivore del territorio. E che comunque, da qui sino a quella data, il Governo metterà a disposizione di Arvedi alcune agevolazioni finanziarie che sono state appositamente studiate e di cui la proprietà potrà usufruire. In base alla nuova legge regionale, poi, dal 2029 sarà studiata la possibilità che il nuovo gestore possa essere una società pubblico-privata, “se questo servirà a meglio tutelare gli interessi del territorio, delle imprese e dei cittadini umbri”.

“In questi termini – ha assicurato Tesei – immediatamente riaperta la prossima legislatura firmeremo sicuramente l’Accordo di Programma”.

Quanto all’ipotesi di acquisto delle Acciaierie da parte del Comune, Tesei ha parlato di una provocazione, dato che nessun Ente è in grado di effettuare un simile investimento. Per cui il piano industriale dell’Ast continua ad essere uno solo.

De Luca, nella sua replica, ha ribadito che anche in caso di vittoria del centrosinistra alle elezioni non ci sarà nessun problema a firmare l’Accordo di Programma e che per questo non doveva essere rinviato a dopo le elezioni. Ha manifestato diverse criticità rispetto agli investimenti. E sugli approvvigionamenti energetici ha detto che non occorre attendere il 2029, poiché la legge regionale già oggi consente di creare un contenitore pubblico-privato che possano gestire gli impianti già andati in scadenza in modo da dare risposte alle richieste delle imprese energivore.

Accordo di programma Ast, Confartigianato: “Nessun passo avanti e manca il tema dell’indotto”

Confartigianato Imprese Terni aveva acceso i riflettori sull’Accordo di Programma Ast, lamentando con preoccupazione i ritardi della procedura che dovrebbe portare agli investimenti per il territorio. Preoccupazioni che ora sono emerse anche nel tavolo nazionale che si è tenuto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

“Non sono stati fatti passi avanti”

“Dopo mesi di accantonamento della questione Accordo di Programma e i solleciti che Confartigianato
Terni ha fatto per riportarla all’attenzione del dibattito politico – commenta il presidente di Confartigianato Imprese Mauro Franceschini – il fatto che finalmente si sia svolto un nuovo incontro al MIMIt è certamente positivo e in questo senso esprimiamo soddisfazione. Riguardo però i risultati dell’incontro – aggiunge – molte sono le preoccupazioni e le perplessità, perché in esso non si sono registrati passi in avanti sostanziali rispetto all’obiettivo della sottoscrizione dell’Accordo
di Programma. Al contrario è arrivata l’ufficializzazione che una ipotetica soluzione strutturale del
nodo delle tariffe energetiche, questione posta come condizione da Arvedi AST per l’Sccordo, non sarà
possibile prima del 2029. Non potendo né AST né il territorio attendere così a lungo, a questo punto la
firma dell’Accordo con il connesso sblocco dei 700 milioni di parte privata e 300 milioni di parte
pubblica è completamente rimessa all’impegno assunto dal ministro Urso a trovare una soluzione
ponte sulle tariffe energetiche, per la quale però non ci sono né anticipazioni, né certezze. Inoltre – evidenzia Confartigianato Terni – vale l’osservazione che, se era chiaro al Governo, che occorreva una soluzione ponte, essa poteva certamente essere cercata prima senza far passare inutilmente mesi e anni a danno degli umbri”.

“Non sappiamo se sono giustificate le parole del sindaco Bandecchi che accusa Arvedi – AST di intenti
strumentali a scapito del territorio nella trattativa – prosegue Confartigianato – ma di sicuro confermiamo che è il territorio e, in particolare l’indotto, che sta pagando il prezzo più alto di questa situazione di sostanziale stallo che si protrae dal 2022″.

Il tema dei costi energetici

Confartigianato evidenzia con rammarico come temi cruciali come quello dell’energia e della competitività siano ancora oggi approcciati, sia a livello nazionale che locale, con canoni emergenziali e soluzioni di continuo ripiego.

“Gli alti costi dell’energia che deprimono la competitività delle imprese – evidenzia il presidente Franceschini – sono un problema nazionale e serve una soluzione di sistema per tutte le imprese, essendo lontana una tale soluzione si invoca una soluzione strutturale locale per sostenere la competitività dei poli produttivi energivori e strategici come AST, non essendo possibile una soluzione locale strutturale in tempi brevi si punta su una soluzione ponte, con un continuo rinvio, mentre la firma dell’Accordo non arriva”.

Il tema dell’indotto

“Senza contare – evidenzia ancora Confartigianato – che l’interesse pubblico a sostenere la competitività dei poli strategici come AST tramite una riduzione dei costi energetici si debba estendere anche all’intero indotto, perché AST e indotto costituiscono nel loro insieme un polo energivoro che deve stare sul mercato internazionale. L’indotto AST ha una grande rilevanza, anche occupazionale, e quindi va tutelato e promosso affinché l’intero polo AST possa essere competitivo. Anzi questo prolungato stallo ci risulta aver favorito rapporti con le imprese dell’indotto eccessivamente orientati alla riduzione dei costi, anche correndo consapevolmente il rischio di ridurre o addirittura espellere imprese locali dal polo siderurgico,
dissolvendo un patrimonio di competenze, prassi operative sicure e omogenee e attenzione alla qualità del prodotto finale che non sarà facile recuperare e che è indispensabile – conclude il presidente Franceschini – per affrontare la nuova positiva fase che, auspichiamo, si apra con la sottoscrizione dell’Accordo di Programma”.


Ast, incontro in Regione: anche i sindacati chiedono certezza su investimenti e Accordo di programma

Che il Governo si faccia garante del percorso che dovrà portare in tempi certi a concludere l’Accordo di programma e il piano industriale di Ast “nella sua interezza”, secondo gli impegni assunti da Arvedi ad aprile 2022. 

E’ quanto hanno chiesto le organizzazioni sindacali di categoria Fim – Fiom, Uilm – Fismic -Ugl territoriali durante l’incontro avuto in Regione con la governatrice Tesei, insieme al vicesindaco di Terni Corridore e al presidente della Provincia Pernazza, sulla situazione attuale e nel prossimo futuro della Acciai Speciali Terni, tra nodo dei costi energetici per la produzione siderurgica, le ricadute sul Piano industriale di Ast dopo la chiusura del secondo forno e i tempi dell’Accordo di programma, dopo la sollecitazione fatta da Confartigianato.

L’incontro, fanno sapere le stesse organizzazioni sindacali, è stato interlocutorio. Le istituzioni locali di fatto hanno confermato quanto affermato dal ministro Urso in sede di interrogazione parlamentare, ovvero che il Governo non può intervenire direttamente sui costi energetici. E questo al netto delle interlocuzioni della presidente Tesei con Enel, che ha confermato la possibilità solo di accordi commerciali.

Le organizzazioni sindacali hanno ribadito che “è finito il tempo dei buoni propositi” e richiesto in tempi rapidi un chiarimento con tutti gli stakeholder sul tema, fino ad arrivare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Inoltre hanno espresso “grande preoccupazione” sul futuro del sito, anche a fronte delle fermate impiantistiche che l’azienda ha dichiarato con l’apertura della cassa integrazione ordinaria per 200 persone e la contestuale lavorazione di bramme prodotte al difuori dello stabilimento ternano.

“È indispensabile in questa fase – scrivono i sindacati – chiarire gli impegni di Arvedi su Ast rappresentati il 1° aprile 2022 in termini di assetti, investimenti, produzioni di Inox, Fucinati, Tubi e i relativi livelli occupazionali diretti e dell’indotto. Per questo abbiamo raffigurato alle istituzioni le nostre perplessità sul piano di rilancio del Tubificio che per noi altro non è, invece, che un nuovo ridimensionamento”.

Tali preoccupazioni, affermano i sindacati, sono state condivise da tutto il tavolo istituzionale.

“C’è bisogno di tempi celeri e certi – concludono le segreterie territoriali di Fim – Fiom, Uilm – Fismic -Ugl e le Rsu del Gruppo Ast – per ciò che rappresenta Ast nel territorio in termini sociali ed economici. Per questo è indispensabile un’interlocuzione con il Governo che veda presenti le organizzazioni dei lavoratori che deve portare a conclusione l’accordo di programma e il piano industriale nella sua interezza”.