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Poste Italiane

“Troppo caldo al lavoro”, Cgil e Uil chiedono alle Poste di intervenire

Troppo caldo negli uffici postali e nei centri di distribuzione dell’Umbria, come nei mezzi spesso utilizzati dai portalettere. E’ quanto denunciano i sindacati Slc Cgil e UilPoste: “Sono inaccettabili le condizioni di lavoro dei dipendenti di Poste Italiane all’interno degli uffici postali e dei centri di distribuzione dell’Umbria. Con l’aumento delle temperature che nelle ultime settimane ha interessato la nostra regione, infatti, sono emerse nuovamente tutte quelle criticità che, tramite i nostri rappresentanti e delegati e tramite i rappresentanti per la sicurezza, avevamo denunciato ben prima dell’inizio della stagione calda”.

E’ lungo l’elenco delle criticità riscontrate: “Dall’inadeguatezza degli impianti di climatizzazione, che all’interno di strutture spesso datate e prive di un adeguato isolamento termico risultano cruciali per mantenere un clima accettabile – rilevano le organizzazioni sindacali – fino alla tardiva e a volte mancata distribuzione dei dispositivi di protezione individuale e delle uniformi estive. I portalettere ma anche gli sportellisti di Poste Italiane si trovano così a lavorare in condizioni climatiche inaccettabili, che determinano un ambiente di lavoro insalubre e rischioso”.

“La situazione appare grave e problematica – aggiungono Slc Cgil e UilPoste – anche sotto il profilo dell’attività lavorativa dei portalettere che, a causa dei gravi problemi organizzativi di Poste Italiane, spesso si trovano a effettuare il giro di consegna nelle fasce orarie centrali della giornata, quelle a maggior rischio per l’esposizione al sole. A questo proposito, oltre a chiedere interventi organizzativi per evitare o quantomeno limitare il periodo di lavoro nelle ore più calde, a livello nazionale chiediamo con forza la modifica della determinazione aziendale che, a seguito di una valutazione del rischio ‘ondate di calore’ richiesta dalle organizzazioni sindacali, considera incredibilmente tutti i portalettere come ‘lavoratori all’ombra’, a prescindere da dove svolgono effettivamente l’attività. Correggere questa valutazione – spiegano i sindacati – farebbe scattare un aumento significativo delle giornate in cui applicare le misure di cautela (pause, interdizione alla ‘gita’ per lavoratori ipersuscettibili allo stress termico). I portalettere infatti, svolgono la propria attività lavorativa nelle strade delle nostre città, non solo con le auto di servizio (spesso comunque carenti dal punto di vista della climatizzazione) ma anche con scooter e quadricicli elettrici (le famose ‘macchine gialle’) del tutto sprovviste di aria condizionata”.

“Chiediamo all’azienda – concludono Slc Cgil e UilPoste – cui la legge impone, tra le altre cose l’adozione di misure per garantire la salubrità e il benessere termico dei lavoratori, interventi tempestivi e risolutivi per consentire alle lavoratrici e ai lavoratori di Poste di svolgere il proprio lavoro in condizioni dignitose e sicure”.