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Tag: Fim

Metalmeccanici, sciopero al 75%: le immagini della manifestazione di protesta

Nel giorno dello sciopero nazionale dei metalmeccanici indetto da Fim, Fiom e Uilm – protesta che nelle industrie umbre, informano i sindacati, ha fatto registrare un’adesione media del 75%, con picchi molto più alti in alcuni stabilimenti della regione – centinaia di operai metalmeccanici provenienti da tutte le città dell’Umbria hanno raggiunto il centro storico di Perugia per la manifestazione regionale per chiedere a gran voce il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro.

Tra cori, striscioni, fumogeni e decine di bandiere verdi, rosse e blu di Fim, Fiom e Uilm, i lavoratori si sono concentrati in piazza Matteotti per poi raggiungere in corteo piazza Italia dove dal palco sono intervenuti Simone Liti, segretario generale della Fim-Cisl Umbria, Fabrizio Blasi della Uilm-Uil Umbria e Silvia Simoncini, segretaria nazionale della Fiom-Cgil. Non mancavano bandiere della pace e appelli a fermare i conflitti in corso.

“Siamo arrivati a 40 ore di sciopero – hanno sottolineato Marco Bizzarri e Alessandro Rampiconi, segretari generali di Fiom Cgil rispettivamente Perugia e Terni – e questo è un grande sacrificio per tutti i lavoratori. Ma abbiamo nuovamente incrociato le braccia e siamo ancora qui in piazza perché vogliamo assolutamente riconquistare il tavolo della trattativa. È intollerabile il perdurante atteggiamento di chiusura di Federmeccanica-Assistal e Unionmeccanica-Confapi che si rifiutano di riaprire le trattative, lasciando senza risposte migliaia di lavoratrici e lavoratori. Il contratto è scaduto da troppo tempo e la nostra piattaforma, approvata a larghissima maggioranza da tutti i lavoratori, è stata presentata ormai un anno fa. D’altronde, dal contratto nazionale passa anche il futuro del settore metalmeccanico e dell’industria del nostro Paese. Vogliamo salari che siano veramente in grado di restituire il potere d’acquisto ai lavoratori e c’è bisogno di intervenire anche su tutta la parte normativa per contrastare l’attuale modello di appalti e subappalti e del diffuso precariato che c’è nel settore. Siamo qui nella speranza che questo ulteriore sciopero possa convincere Federmeccanica-Assistal e Unionmeccanica-Confapi a riaprire il tavolo di confronto a partire dalla piattaforma presentata da Fim Fiom e Uilm”.

Le richieste dei metalmeccanici

“Le nostre richieste – hanno ricordato Bizzarri e Rampiconi – prevedono innanzitutto un aumento salariale di 280 euro per riconquistare il potere d’acquisto, ma non basta. C’è tutta una parte della nostra piattaforma che riguarda il mercato del lavoro per limitare l’utilizzo delle forme più precarie e rendere più stabile il mondo del lavoro nel settore metalmeccanico. Abbiamo, inoltre, una parte legata a salute e sicurezza, temi quanto mai emergenziali in questo Paese visto quello che le cronache purtroppo ci restituiscono ogni giorno. La nostra è una piattaforma all’avanguardia, il problema è che è stata scalzata da una contropiattaforma che ci è stata presentata con l’idea formale di depotenziare l’effetto del Ccnl”.

Metalmeccanici, è il giorno dello sciopero generale

Oggi, venerdì 28 marzo, è il giorno dello sciopero generale di 8 ore per i lavoratori metalmeccanici, contro il mancato rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro. Con un presidio in piazza Italia, a Perugia, a partire dalle 9.30.

La richiesta di Fim, Fiom e Uilm è quella di riaprire il tavolo della trattativa, sulla base della piattaforma unitaria. “Federmeccanica e Assistal stanno impedendo la ripresa della trattativa, negando il diritto fondamentale delle lavoratrici e dei lavoratori al rinnovo del Ccnl che, mai come in questa fase, è necessario per aumentare il salario e migliorare le condizioni di vita e di lavoro” dicono le organizzazioni sindacali. Che aggiungono: “Con gli scioperi, la lotta, la mobilitazione e il blocco dello straordinario e delle flessibilità, siamo determinati a superare l’intransigenza di Federmeccanica e di Assistal per: definire aumenti certi ed esigibili sui minimi contrattuali, oltre l’inflazione, a tutela del potere d’acquisto dei salari; estendere i diritti, contrastare la precarietà, ridurre l’orario di lavoro; aumentare la tutela in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e negli appalti. È importante rinnovare il Ccnl in tempi rapidi – concludono i sindacati – per dare certezze alle lavoratrici, ai lavoratori e a tutte quelle imprese che scelgono regole certe per difendersi dalla concorrenza sleale del dumping contrattuale che penalizza salari e riduce diritti e tutele”.

Ast e indotto, pacchetto di 12 ore di sciopero: si inizia martedì

Un pacchetto di 12 ore di sciopero. A cominciare da martedì 19 novembre. Questa la decisione delle segreterie territoriali e le Rsu di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl metalmeccanici per tutti i lavoratori del comparto metalmeccanico di Arvedi-Ast, Tubificio e indotto.

Le prime 4 ore di astensione dal lavoro a fine turno sono programmate per martedì 19. Le successive 8 ore saranno modulate nei prossimi giorni, in base all’evoluzione della situazione.

Questa la forma di protesta decisa dopo le assemblee seguite allo stato di agitazione proclamato a causa della fase di stallo, delle incertezze sul piano industriale e “all’indisponibilità dell’azienda – lamentano i sindacati – di discutere un piano industriale sganciato dall’accordo di programma”.

In considerazione di quanto previsto a livello nazionale, con il blocco/sciopero degli straordinari deciso dopo la rottura della trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici, i sindacati “invitano tutti i lavoratori a non dare la propria disponibilità alle entrate anticipate e comunque a prolungare l’orario di lavoro”.

I sindacati diffidano la Direzione aziendale dal fare “forzature sul cambio turno in caso di squadre sottorganico e consentire il normale orario di lavoro, prevedendo eventualmente solo la prestazione straordinaria per la messa in sicurezza degli impianti”.