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Tag: costruzioni

Bene l’occupazione, ma le imprese faticano a trattenere laureati in Umbria

Nell’ultimo anno è cresciuto notevolmente in Umbria il numero degli occupati (+3,2%), pur in presenza di una crescita contenuta (+0,7% le stime della Banca d’Italia sull’indicatore trimestrale), in linea con l’andamento economico.

Il sistema economico umbro mostra una crescente difficoltà nel trattenere i giovani laureati che si formano nei due Atenei perugini, che (soprattutto per UniPg) hanno ritrovato una forte attrattività. Cosa che tra l’altro getta ombre sulla qualità (e la remuneratività) dei contratti in aumento.

La principale criticità del sistema produttivo – che nell’ultimo anno è stato ancora spinto dall’andamento positivo delle costruttivo – resta la bassa produttività, la peggiore tra le regioni italiane nel corso degli anni Duemila. Una debolezza dovuta ai limitati investimenti in ricerca e sviluppo.

Queste le criticità che emergono dal Rapporto annuale della Banca d’Italia. Che vede anche alcune luci, con il buon andamento dell’export, l’espansione del turismo e un certo incremento del potere di acquisto delle famiglie.

Le dinamiche dell’economia umbra in sintesi

Il Rapporto annuale della Banca d’Italia ha inoltre evidenziato altre situazioni di criticità, anche settoriali, insieme ad alcune luci. Nell’industria le vendite si sono ulteriormente ridotte, riflettendo l’andamento degli ordinativi interni; le esportazioni hanno però ripreso a espandersi. L’edilizia, seppur in rallentamento, ha continuato a fornire un contributo positivo.

Nel terziario la crescita è rimasta moderata nonostante l’ulteriore espansione del comparto turistico. Negli ultimi decenni sono sensibilmente cresciuti i servizi offerti dalle organizzazioni dell’economia sociale, che hanno assunto un ruolo di rilievo per l’economia regionale.

In questo contesto di luci e ombre, l’occupazione ha continuato a crescere in misura sostenuta; dopo molti anni l’aumento ha interessato anche i lavoratori autonomi; tasso di partecipazione ai massimi e disoccupazione su livelli storicamente bassi.

Il sistema economico regionale, tuttavia, mostra una crescente difficoltà nel trattenere i giovani laureati, nonostante il sistema universitario locale evidenzi una buona attitudine ad attrarre studenti da fuori regione.

Questa la sintesi del Rapporto sull’economia umbra della Banca d’Italia.

Imprese

Nel 2024 la produzione agricola regionale è tornata ad aumentare, grazie anche alle migliori condizioni climatiche. Nell’industria le vendite si sono ulteriormente ridotte, per il negativo andamento degli ordinativi interni; le esportazioni hanno invece ripreso a espandersi. La persistente debolezza della manifattura si è riflessa in un incremento delle richieste di Cassa integrazione.

Nonostante condizioni di finanziamento più favorevoli e livelli di disponibilità liquide e redditività storicamente elevati, la propensione delle imprese umbre a investire è rimasta bassa; vi hanno influito la crescente incertezza sull’evoluzione del quadro congiunturale e il limitato utilizzo della capacità produttiva.

L’edilizia ha continuato a fornire un contributo positivo, seppure in rallentamento, grazie anche a una struttura produttiva che negli anni più recenti si è irrobustita. Secondo le stime di Prometeia il valore aggiunto è cresciuto dello 0,5 per cento; gli effetti del ridimensionamento degli incentivi all’edilizia privata sono stati controbilanciati dall’accelerazione degli investimenti pubblici e degli interventi di ricostruzione post-sisma.

Nel terziario la crescita è rimasta moderata (0,7 per cento), nonostante l’ulteriore espansione delle presenze turistiche (6,4 per cento) che ha continuato a interessare tutti i comprensori. La dinamica si è confermata più vivace per il turismo straniero e per le strutture extralberghiere; per queste ultime i livelli raggiunti sono superiori di oltre un terzo rispetto a quelli registrati nel periodo pre-pandemico. Negli ultimi decenni sono aumentati in misura sensibile i servizi offerti dalle organizzazioni dell’economia sociale, che hanno assunto un ruolo di rilievo per l’economia regionale, più elevato rispetto alla media del Paese.

Mercato del lavoro

L’occupazione è cresciuta in misura sostenuta (3,2 per cento), dopo molti anni anche tra i lavoratori autonomi. Il tasso di partecipazione ha raggiunto un nuovo massimo (71,5 per cento); quello di disoccupazione è sceso a un livello storicamente basso (4,8 per cento), in particolare tra le persone in possesso di una laurea o di un titolo di studio post-laurea (2,5). Nonostante il sistema universitario locale evidenzi una buona attitudine ad attrarre studenti da fuori regione, il sistema economico umbro mostra una crescente difficoltà nel trattenere i giovani laureati. In prospettiva il livello e la composizione dell’occupazione saranno condizionati in misura significativa dalla diffusione dell’intelligenza artificiale;
l’esposizione del mercato del lavoro regionale a queste nuove tecnologie è elevata, seppure lievemente inferiore alla media italiana.

Famiglie

L’incremento del potere di acquisto delle famiglie, favorito dall’aumento delle retribuzioni e dalla decisa riduzione del tasso di inflazione, si è riflesso solo parzialmente sui consumi, cresciuti in misura moderata (0,5 per cento in termini reali). Gli acquisti di beni durevoli hanno evidenziato una dinamica più marcata grazie soprattutto all’espansione della spesa per l’acquisto di autoveicoli, sostenuta dall’ancora ampio ricorso al credito al consumo. Le compravendite di abitazioni e i mutui immobiliari sono rimasti su livelli stazionari, nonostante il calo dei tassi di interesse. Le famiglie hanno continuato ad allocare.

Credito

Nel 2024 il numero di sportelli bancari si è ulteriormente ridotto. La contrazione del credito all’economia regionale si è attenuata (-1,2 per cento); il calo ha continuato a interessare il settore produttivo e ha riflesso le minori esigenze di finanziamento di investimenti e capitale circolante. Le condizioni di offerta sono rimaste orientate alla cautela. La qualità del credito è peggiorata, soprattutto per le imprese della manifattura, pur confermandosi su livelli storicamente buoni: il tasso di deterioramento si è attestato all’1,6 per cento.

Finanza pubblica decentrata

La spesa corrente degli enti territoriali umbri è ulteriormente aumentata (5,6 per cento), soprattutto in relazione alla dinamica dei costi del personale che ha registrato un incremento dell’8,7 per cento. La componente sanitaria ha ripreso a crescere (4,9 per cento), più che nel resto del Paese; la mobilità
dei pazienti da e verso l’Umbria, negativa a partire dal 2019, ha mostrato un progressivo peggioramento soprattutto per il calo dei flussi in entrata.
L’ammontare degli investimenti ha continuato a espandersi con vigore (40,2 per cento), arrivando a superare dopo lungo tempo il dato italiano pro capite. Vi ha contribuito soprattutto la realizzazione delle opere pubbliche collegate al PNRR. Alla fine dello scorso anno erano state aggiudicate gare per oltre il 90 per cento dell’ammontare complessivamente bandito, per la maggior parte delle quali erano stati
avviati i lavori.

Crescita, produttività e innovazione

Nel corso degli anni duemila in Umbria l’attività economica ha evidenziato un andamento negativo, peggiore rispetto al resto del Paese. Il divario è andato ampliandosi a causa di crisi più intense e di fasi di ripresa meno vivaci. Sulla dinamica dell’economia umbra ha inciso principalmente la diminuzione della produttività (-6,7 per cento), la più marcata tra le regioni italiane che in media hanno registrato un incremento del 4,0 per cento. Vi ha concorso anche la scarsa capacità innovativa del settore produttivo, attestata da livelli di spesa in ricerca e sviluppo, domande di brevetto e grado di digitalizzazione assai contenuti nel confronto italiano ed europeo.

Meno bonus casa, interventi in calo del 40%

“In un clima di incertezza totale su tutti i fronti è indispensabile lavorare insieme per individuare strumenti e misure per garantire la crescita dell’economia e, nello specifico, del settore delle costruzioni, che ha trainato la ripresa post Covid e che sta cambiando radicalmente volto”. Così il direttore della Cna dell’Umbria, Roberto Giannangeli, ha commentato i dati dell’Osservatorio sul settore curato dal Cresme Ricerche e illustrati dal direttore dell’istituto, Lorenzo Bellicini.

“Siamo convinti che il comparto possa svilupparsi anche in assenza di consumo di suolo. A tale riguardo concordiamo con la scelta del Comune di Perugia di stoppare l’ampliamento dell’Ipercoop, tenuto conto dell’inadeguatezza delle infrastrutture stradali a servizio dell’area, già oggi congestionate. La grande scommessa sarà quella della rigenerazione dei centri abitati e delle aree industriali” ha aggiunto Giannangeli. Annunciando che a breve, nell’ambito della riprogrammazione dei fondi strutturali, Cna presenterà proposte dettagliate per favorire il rilancio dell’economia nel suo complesso, partendo dai problemi concreti delle imprese, in primis da quello della mancanza di personale qualificato.

I dati dell’Osservatorio Cresme

“Negli ultimi cinque anni – ha esordito Bellicini – il maggiore mercato di riferimento per le imprese del settore è stato quello del recupero del patrimonio immobiliare, che in Italia ha rappresentato quasi il 73% del valore complessivo della produzione, corrispondente a 292 miliardi di euro. In questo fenomeno indubbiamente hanno giocato un ruolo di primo piano i bonus edilizi, tanto è vero che già dal 2024, con la riduzione dei bonus stessi decisa dal governo nazionale, il calo si è fatto sentire. Infatti si è registrato un -40% degli investimenti attivati dagli incentivi rispetto ai due anni precedenti. Un’altra peculiarità dell’ultimo triennio è stata quella del balzo notevole compiuto dalle opere pubbliche, in parte attribuibile al PNRR, ma anche e soprattutto al piano Connettere l’Italia varato dal governo Renzi, in particolare per quanto riguarda le grandi opere”.

Bonus casa e infrastrutture

“In Umbria – ha aggiunto Emanuele Bertini, presidente regionale di CNA Costruzioni – i bonus casa, compreso il contestato Superbonus, e soprattutto la possibilità di ricorrere allo sconto in fattura e alla cessione dei crediti, hanno significato quasi 5 mld di euro di investimenti attivati tra il 2021 e il 2024 (di cui 2,3 dal Superbonus). Dopo la stretta sui bonus casa, già nell’ultimo trimestre 2024 i dati della Cassa edile di Perugia hanno fatto registrare una riduzione delle imprese, degli occupati e della massa salari, tendenza confermata anche nel 1° trimestre 2025. Tuttavia si tratta di una riduzione contenuta (- 7% atteso per il 2025), anche perché c’è una coda importante di lavori ancora da effettuare e perché i tempi di reazione del settore sono lunghi. In ogni caso il comparto tiene e si attesta, ancora oggi, su livelli alti e superiori al 2019/2020. Il motivo risiede nel cambio di passo sulla ricostruzione post sisma del 2016 e nei tantissimi appalti pubblici, soprattutto legati al PNRR, che hanno portato in Umbria risorse consistenti, che si aggirano intorno ai 3 miliardi di euro. In Umbria il grande assente, semmai, è il tema delle grandi infrastrutture da completare, a cominciare dalla E78”.

“A livello nazionale – ha continuato Bertini – serve una revisione e stabilizzazione dei bonus casa in un’ottica di medio-lungo termine e la reintroduzione dello sconto in fattura a vantaggio della riqualificazione degli immobili residenziali delle famiglie meno abbienti. In seconda battuta è necessario che il governo individui le risorse per il completamento e la realizzazione delle grandi infrastrutture, che in Umbria si chiamano E78, Nodo di Perugia, Tre valli e collegamento con l’alta velocità in tempi rapidi”.

Il tema energetico

“Per il futuro – ha affermato il responsabile regionale del settore, Pasquale Trottolini – le scommesse sono rappresentate in primis dalla necessità di aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili, la cui quota in Italia deve passare dal 19,2% del 2022 al 39,4% del 2030. Per l’Umbria significherà dover passare da 234 a 1756 MW di energia verde prodotta. Un altro obiettivo è quello della riduzione dei consumi complessivi di energia. Infine, dovremo lavorare alla riduzione delle emissioni inquinanti. Per quanto riguarda l’efficientamento energetico il ministero dell’Ambiente, attraverso il PNIEC (Piano nazionale Integrato sull’Energia e il Clima), ha ribadito che il 52% dei risparmi dovrà provenire dagli immobili residenziali e il 16% da quelli industriali. In questo quadro – ha proseguito Trottolini – si inseriscono le proposte CNA, sia a livello nazionale che regionale, per sostenere la crescita del settore, che è completamente cambiato in questi anni, con una prevalenza delle lavorazioni specializzate su quelle tradizionali. Infatti, per la prima volta gli addetti delle imprese che si occupano di impiantistica hanno superato quelli dell’edilizia in senso stretto”.

Per Trottolini “bisogna anche agire anche sulla riprogrammazione del FESR e del FEASR, tenuto conto che all’interno di questi fondi europei sono previste risorse ingenti a favore degli enti pubblici e per sostenere il percorso delle piccole imprese verso la sostenibilità. Per questo riteniamo che la Regione dovrebbe orientare questa riprogrammazione dei fondi comunitari verso la riqualificazione dei centri storici e delle aree dismesse a ridosso di questi ultimi finalizzandola all’attrazione di nuova residenzialità; ma anche verso la riqualificazione delle aree e degli immobili industriali, degli spazi commerciali e artigianali all’interno dei centri abitati; verso la creazione delle CER (Comunità Energetiche Rinnovabili) e verso strumenti di prevenzione e contrasto del dissesto idrogeologico, anche perché, nonostante non ne parli più nessuno, entro fine anno le imprese dovranno dotarsi obbligatoriamente di polizze contro gli eventi catastrofali. Per funzionare le misure che proponiamo dovranno essere accompagnate da strumenti di semplificazione e dalla definizione dei piani dell’Energia e dei Rifiuti”.

Appalti, entrato in vigore il nuovo prezzario regionale

Con la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Umbria (BUR) è entrato in vigore il prezzario regionale, riferimento obbligatorio per tutte le Stazioni Appaltanti umbre per le gare bandite fino al 30 giugno 2026.

L’Elenco regionale dei prezzi e dei costi minimi della manodopera per lavori edili, impianti tecnologici, infrastrutture a rete, lavori stradali e impianti sportivi per l’esecuzione di opere pubbliche – edizione 2024, insieme all’Elenco regionale dei costi per la sicurezza – edizione 2024, è stato approvato dalla Giunta regionale dell’Umbria. Ed è il risultato del lavoro della Commissione Tecnica Regionale, organismo composto da rappresentanti della Regione, delle associazioni di categoria del settore delle costruzioni, degli ordini professionali e delle stazioni appaltanti, che ha operato con rigore scientifico e metodologico. L’analisi dei prezzi è stata condotta raccogliendo dati ufficiali dai principali fornitori a livello regionale e nazionale, garantendo che i valori riportati siano realistici e allineati alle dinamiche di mercato.
Un’attenzione particolare è stata data all’adeguamento ai Criteri Ambientali Minimi (CAM), con l’integrazione e la valorizzazione di materiali e processi più sostenibili, favorendo soluzioni con un minore impatto ambientale, in linea con le più recenti normative nazionali e comunitarie. Sono stati aggiornati i prezzi di materiali e lavorazioni che favoriscono l’uso di prodotti a minore impatto ambientale, con un’attenzione particolare a quelli riciclati, certificati o a ridotta emissione di CO₂.

“L’aggiornamento del prezzario è un passaggio fondamentale per garantire trasparenza e qualità nel settore delle opere pubbliche – ha spiegato l’assessore alle Infrastrutture Francesco De Rebotti – e quest’anno abbiamo lavorato con particolare attenzione anche al tema della sostenibilità. L’applicazione dei CAM nei lavori pubblici rappresenta un’opportunità per rendere più efficiente l’intero comparto, promuovendo pratiche innovative e rispettose dell’ambiente. L’obiettivo è fornire a progettisti, imprese e stazioni appaltanti uno strumento aggiornato, affidabile e rispondente alle reali esigenze del mercato”.

Il lavoro della Commissione Tecnica non si ferma con l’approvazione dell’edizione 2024. Come previsto dal vigente Codice dei Contratti, l’aggiornamento del prezzario è un adempimento annuale a carico delle Regioni. Il 26 marzo la Commissione riprenderà i lavori per la prossima edizione, assicurando un costante monitoraggio dei prezzi e delle evoluzioni normative per mantenere il prezzario sempre allineato alle esigenze del settore.

(foto generica di archivio)

Costruzioni, imprese e sindacati insieme per la legalità e la sicurezza

Siglato nella sede del Sistema Edilizia di Perugia, dai presidenti regionali delle associazioni datoriali del settore delle costruzioni ANCE Umbria, CNA Costruzioni Umbria, ANAEPA Confartigianato Umbria, LEGACOOP Produzione e Servizi Umbria, e dai segretari delle organizzazioni sindacali di categoria Fillea CGIL, Filca CISL e Feneal UIL regionali, il Protocollo di Legalità sui temi della sicurezza, della salute, della dignità e della regolarità del lavoro, del pieno rispetto delle norme negli appalti pubblici.

Le finalità del Protocollo

L’accordo, frutto di un’ampia collaborazione tra le principali associazioni di rappresentanza delle imprese e le organizzazioni sindacali dei lavoratori, mira a diventare una sorta di bussola operativa per tutte le Stazioni Appaltanti che vorranno sottoscrivere il Protocollo, nella consapevolezza che solo il pieno rispetto delle norme da parte di tutte le imprese possa garantire sicurezza nei cantieri, dignità del lavoro, evitare distorsioni nel mercato ed assicurare la corretta esecuzione dei lavori oggetto di pubblico appalto.

Nel Protocollo sono state condivise le linee guida concrete per garantire una corretta applicazione della normativa vigente, con particolare riferimento al Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. 36/2023).

Il Protocollo non si limita alla semplice enunciazione di principi, ma promuove una condivisione di intenti tra le parti per rafforzare la trasparenza, la qualità e la tutela del lavoro nei cantieri pubblici. L’obiettivo è quello di contrastare fenomeni di lavoro irregolare, garantire condizioni di sicurezza per i lavoratori, tutelare la dignità professionale e combattere qualsiasi tentativo di infiltrazione mafiosa o pratica distorsiva del mercato.

I segretari dei sindacati di categoria

Commentano i segretari di Fillea Cgil, Elisabetta Masciarri, Filca Cisl, Giuliano Bicchieraro e Feneal Uil, Alessio Panfili: “Si tratta di un protocollo importante, che mette al centro i lavoratori, la necessità di contrastare il lavoro irregolare, il dumping contrattuale e favorire il lavoro buono e di qualità. Un impegno condiviso – sottolineano – per assicurare che ogni progetto pubblico possa essere realizzato nel rispetto delle regole, valorizzando la qualità del lavoro e la legalità. Per questo, l’impegno che chiediamo alle Stazioni Appaltanti che vorranno sottoscriverlo è quello di assumersi una responsabilità chiara: limitare il subappalto a cascata, garantire che le lavoratrici e i lavoratori, sia in appalto che in subappalto, abbiano gli stessi diritti e lo stesso trattamento economico e normativo previsto dal Ccnl Edilizia, sottoscritto dai sindacati di categoria Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil, e dalle parti datoriali, Ance, Cna, Confartigianato, Legacoop, e favorire il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa nelle gare d’appalto, superando la logica del massimo ribasso che troppo spesso porta a tagli su sicurezza, salari e condizioni di lavoro. Rivendichiamo inoltre la necessità di una contrattazione di anticipo, non per burocratizzare il sistema, ma per prevenire contenziosi, tutelare i lavoratori e garantire che i cantieri operino nel rispetto delle regole fin dal primo giorno. Con questa firma, tutto il settore si schiera compatto per difendere e rafforzare i Contratti collettivi nazionali dell’Edilizia e la bilateralità, strumenti fondamentali per garantire diritti, sicurezza e dignità a chi lavora”.

I presidenti delle associazioni imprenditoriali

“Questo protocollo – commenta il presidente di ANCE Umbria, Albano Morelli – è un segnale concreto che l’attività delle costruzioni può e deve essere svolta all’interno di un contesto di regolarità e sicurezza. E’ teso ad assicurare prioritariamente la sicurezza delle maestranze e la vera dignità del lavoro attraverso il pieno rispetto delle tutele contrattuali. Ma non è da sottovalutare il fatto che solo il reale rispetto delle regole da parte di tutte le imprese può garantire un’effettiva concorrenza, a tutela del corretto sviluppo imprenditoriale e della qualità degli interventi. E le amministrazioni pubbliche devono essere sensibili a questi temi, anche limitando, per quanto possibile, il ricorso alla procedura del massimo ribasso e del subappalto a cascata, che possono favorire fenomeni di distorsione della concorrenza e il lavoro nero”.

“Le pubbliche amministrazioni – evidenzia il presidente di CNA Costruzioni, Emanuele Bertini – possono avere un ruolo fondamentale nel garantire non solo il regolare svolgimento del lavoro nei cantieri, a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, ma anche i presupposti affinché già dalla pubblicazione delle gare le imprese che partecipano, sino a quelle che operano in subappalto, siano tutte nelle stesse condizioni di partenza, a tutela delle maestranze, di tutte le aziende ‘sane’, anche di quelle più piccole, e della qualità dei lavori eseguiti. Per questo – ribadisce Bertini – è fondamentale contenere il ricorso al massimo ribasso e limitare il subappalto a cascata”.

Pierangelo Lanini, presidente di ANAEPA Confartigianato Edilizia Umbria, commenta con soddisfazione la sottoscrizione del protocollo, “perché è il risultato di una cultura del lavoro edile che considera come una responsabilità collettiva il contenimento al minimo delle procedure di appalto al massimo ribasso, valorizza la scelta di fornitori affidabili e radicati nel territorio e afferma una volontà di contrasto del fenomeno del dumping contrattuale. Non è possibile – evidenzia Lanini – che le imprese corrette, che applicano il giusto CCNL, si trovino svantaggiate rispetto a chi pratica dumping”.

Il presidente di LEGACOOP Produzione e Servizi Umbria, Matteo Ragnacci, sottolinea come tutte le sigle che hanno sottoscritto il Protocollo riconoscano “il preminente interesse pubblico alla tutela della massima legalità e delle piena trasparenza in relazione alla realizzazione delle opere pubbliche, anche ai fini di prevenzione, controllo e contrasto dei tentativi di infiltrazione mafiosa e di verifica della sicurezza e della regolarità nei cantieri. Noi come sistema delle imprese, anche attraverso il costante confronto con le organizzazioni sindacali, siamo pronti a fare concretamente la nostra parte”.

Alla luce di queste valutazioni, mondo delle imprese e organizzazioni sindacali auspicano che il Protocollo possa essere recepito e condiviso da un numero sempre maggiore di Stazioni Appaltanti, diventando un punto di riferimento per l’intero settore dei lavori pubblici in Umbria.

Stazioni appaltanti, incontro in Regione con i professionisti

Oltre 300 professionisti delle stazioni appaltanti hanno preso parte all’incontro formativo e di aggiornamento organizzato dal Servizio opere pubbliche della Regione sul “Nuovo elenco regionale delle Imprese” da invitare alle procedure negoziate per lavori fino alla soglia comunitaria (euro 5.538.000), un’importante occasione di confronto sul nuovo quadro normativo in materia di appalti pubblici e sulle buone pratiche da adottare per garantire trasparenza, efficienza e legalità nelle procedure di affidamento e di esecuzione dei lavori pubblici.

L’iniziativa, promossa dall’Assessorato regionale allo “Sviluppo economico, alle politiche del lavoro, alla mobilità e ai trasporti, alle infrastrutture”, ha visto la partecipazione di esperti del settore, rappresentanti istituzionali e tecnici delle stazioni appaltanti, che si sono confrontati sulle sfide e le opportunità derivanti dall’applicazione del nuovo Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. 36/2023).

L’assessore regionale Francesco De Rebotti ha sottolineato l’importanza dell’incontro, presentando le principali novità del nuovo Elenco regionale delle imprese: “Questa Amministrazione – ha detto De Rebotti – si è dotata di un Elenco di imprese per individuare gli operatori economici per affidamenti diretti e procedure negoziate. Tale Elenco è a disposizione anche di tutte le stazioni appaltanti del territorio tenute all’applicazione del Codice degli appalti pubblici. A seguito dell’emanazione del nuovo Codice dei Contratti pubblici (D.Lgs. n. 36/2023), in un’ottica di potenziamento della semplificazione del settore e a supporto del territorio – ha aggiunto l’assessore – è stato allineato tale strumento alle nuove disposizioni nazionali, che prevedono, com’è noto, l’innalzamento delle soglie per gli affidamenti e l’eliminazione della possibilità di procedere all’individuazione degli operatori economici con sorteggio. Nell’ambito di tale operazione si è provveduto a modificare il sistema informatico alla base della formazione e gestione dell’Elenco regionale delle imprese. Il nuovo sistema, attivo da dicembre 2024 e che conta già circa 1.000 operatori economici iscritti, ha importanti elementi di novità rispetto a quello precedente, in quanto consente alle stazioni appaltanti del territorio (Comuni, Province, Aziende Sanitarie, Centrali Uniche di Committenza ecc) di individuare gli operatori economici tramite filtri impostati su criteri oggettivi, desumibili dai dati che caricheranno sul sistema le imprese che vorranno iscriversi; di utilizzare per l’individuazione una procedura tracciata e trasparente; di rispettare il principio di rotazione conformemente alle prescrizioni dell’art. 50, comma 2, del D.Lgs. 36/2023”.

Questo innovativo approccio, secondo l’assessore, “permette di selezionare gli operatori economici con le caratteristiche tecniche ed operative più attinenti per eseguire il singolo lavoro da mettere a gara, con una particolare attenzione al tema della sicurezza nei cantieri, per la tutela dei lavoratori. Si è trattato dunque di un confronto costruttivo che ha posto le basi per future iniziative formative e di supporto agli enti coinvolti”.

L’Assessorato regionale conferma il proprio impegno a proseguire su questa strada, organizzando ulteriori incontri e percorsi di formazione per accompagnare le stazioni appaltanti della Regione in un processo di aggiornamento continuo, in un clima di leale collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti.

“A breve – ha annunciato De Rebotti – sarà organizzato un incontro con tutti i protagonisti del mondo delle costruzioni per ascoltare le esigenze delle parti e per trovare soluzioni comuni per uno sviluppo del territorio nel pieno rispetto della tutela dei diritti dei lavoratori, anche alla luce delle novità introdotte dal nuovo Correttivo al Codice dei contratti pubblici (D.Lgs. n. 209/2024)”.

Studenti ex Geometri, da ANCE Umbria borse di studio per 30 mila euro

NCE Umbria ha indetto un bando per l’assegnazione di borse di studio per un valore complessivo di 30 mila euro per i ragazzi che decideranno di iscriversi agli Istituti Tecnici umbri ad indirizzo CAT (ex “Geometri”) che hanno aderito alla “Rete ScuolANCE Umbria”.

L’iniziativa fa parte dell’ambizioso progetto “Rete ScuolANCE Umbria”, un accordo di sviluppo e formazione che, promosso da ANCE Umbria, coinvolge gli Istituti tecnici CAT (Costruzioni, Ambiente e Territorio) della regione. In particolare, ANCE Umbria si occuperà degli aspetti professionalizzanti, con una particolare attenzione all’orientamento in ingresso, in itinere e in uscita nel mondo del lavoro.
La Rete nasce nell’ambito di un Protocollo d’Intesa, siglato il 2 ottobre 2024 (a cui si riferiscono le foto allegate) tra ANCE Umbria e l’Istituto ITET “Aldo Capitini” di Perugia, originato da un forte e comune intento di valorizzare le capacità professionali e il capitale umano nella filiera delle costruzioni, soprattutto tra le fasce più giovani della popolazione.

L’obiettivo di ANCE Umbria – viene spiegato in una nota dei costruttori edili – è quello di far cogliere ai ragazzi, attraverso queste iniziative, quelle che sono le importanti opportunità di crescita e professionali che può offrire il settore dell’edilizia, da sempre altamente formativo e garantito da tutele contrattuali ed economiche di grande rilievo. Ance Umbria, a tal fine, ha deliberato di destinare la somma di 30 mila euro per la creazione di un bando di concorso per borse di studio, al quale potranno partecipare tutti gli allievi che si iscriveranno alle classi prime di un corso di studio ad indirizzo CAT presso un Istituto aderente alla “Rete ScuolANCE Umbria”, per l’A.S. 2025/2026.

Tutti i dettagli sui termini e condizioni della partecipazione sono pubblicati unitamente al bando sul sito ufficiale di ANCE Umbria umbria.ance.it.

Report Costruzioni ANCE: il settore ancora motore dello sviluppo in Umbria

Il settore delle costruzioni si conferma un pilastro fondamentale per la crescita economica e sociale dell’Umbria. Nonostante il rallentamento della massa salari registrato nell’ultimo trimestre rappresenta un elemento da non sottovalutare, anche rispetto a temi che si stanno dibattendo come le risorse per la ricostruzione delle aree terremotate, la riarticolazione dei bonus edilizi con la cessazione del Superbonus 110, le infrastrutture viarie.

È quanto emerge dai dati riportati nel Rapporto annuale su “Le costruzioni e lo sviluppo economico e sociale dell’Umbria” predisposto da ANCE Perugia (Associazione Costruttori Edili della Provincia di Perugia) e presentato oggi 10 dicembre nell’ambito del convegno organizzato in concomitanza con l’Assemblea 2024 dell’Associazione, dal titolo: “COSTRUTTORI DI FUTURO – Un cambio di passo”.

Il rapporto evidenzia come, in un contesto di incertezza economica, il comparto delle costruzioni sia riuscito a mantenere un ruolo centrale, trainato anche dai finanziamenti del PNRR e dalla ricostruzione. Anche se nell’ultimo trimestre disponibile si registra una riduzione del monte salari che induce alla cautela.

Andamento del settore delle costruzioni

Nel periodo ottobre 2023 – settembre 2024, il volume delle ore lavorate nel settore delle costruzioni è cresciuto del +9,8% a Perugia e del +7% a Terni, con un aumento della massa salari rispettivamente del +12% e del +9,3%. Questo ha generato un incremento occupazionale che ha portato il numero di lavoratori mediamente attivi a superare le 13.000 unità a livello regionale e quello delle imprese a sfiorare le 2.500.

Il PNRR come catalizzatore

Grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in Umbria sono stati avviati oltre 4.200 interventi per un valore complessivo di 4,7 miliardi di euro, concentrati su cinque missioni strategiche, in particolare per la transizione ecologica, la digitalizzazione e l’ammodernamento delle infrastrutture.

Opportunità e sfide per il mercato delle costruzioni in Umbria

Il mercato delle costruzioni in Umbria si trova in una fase di profonda trasformazione, caratterizzata da nuove opportunità e sfide significative. Questa evoluzione richiede un approccio innovativo, che sappia bilanciare le esigenze di sviluppo economico con la sostenibilità e il benessere del territorio.

Rigenerazione urbana: un nuovo modello di sviluppo

La rigenerazione urbana si conferma una priorità strategica per il settore. I progetti di riqualificazione si concentrano sulla valorizzazione delle aree esistenti, riducendo il consumo di suolo e puntando a creare spazi vivibili, moderni e sostenibili. L’obiettivo è coniugare sostenibilità ambientale e innovazione tecnologica, integrando soluzioni avanzate per l’efficienza energetica e il benessere dei cittadini. Questi interventi non solo migliorano la qualità della vita, ma offrono anche nuove prospettive economiche per le imprese e i territori coinvolti.

Sostenibilità al centro delle costruzioni

La transizione verso un’edilizia sostenibile è ormai una necessità imprescindibile. Le imprese umbre stanno dedicando crescente attenzione a strumenti e metodologie che promuovano la sostenibilità, come l’utilizzo del Building Information Modeling (BIM) per una gestione più efficiente dei progetti, e l’adozione di pratiche per ridurre le emissioni di CO₂. L’impiego di materiali green e l’attenzione all’economia circolare rappresentano ulteriori leve per innovare il settore, rispondendo alle richieste di un mercato sempre più orientato alla responsabilità ambientale.

Carenza di competenze: una sfida da affrontare

Una delle criticità principali evidenziate dal Rapporto ANCE riguarda la carenza di figure professionali qualificate. Il 40% delle imprese umbre lamenta difficoltà nel trovare personale con competenze specifiche, specialmente nei settori emergenti come la digitalizzazione, la sostenibilità e l’efficienza energetica. Questa situazione sottolinea l’urgenza di investire nella formazione, sia attraverso percorsi accademici, sia tramite programmi di aggiornamento professionale. Solo così sarà possibile colmare il divario tra la domanda di competenze e l’offerta, garantendo al settore le risorse umane necessarie per affrontare le sfide future.

La relazione del presidente ANCE Perugia, Giacomo Calzoni

La carenza di competenze e di mano d’opera – ha affermato nella sua relazione il presidente di Ance Perugia Giacomo Calzoni costituisce il principale ostacolo per continuare un trend virtuoso per le imprese e per lo sviluppo dei territori. Egualmente diventa urgente una crescita di efficienza delle amministrazioni pubbliche con le quali noi collaboriamo dando il nostro supporto, ma a fronte di crescenti rischi di tenuta economica e finanziaria delle imprese. E’ una questione che va affrontata urgentemente. Dobbiamo lavorare insieme per trovare delle risposte concrete. La sfida attuale e per il futuro non può prescindere da un confronto costruttivo e da un dialogo tra sistema delle imprese, amministrazioni pubbliche e chi ha responsabilità decisionale a livello territoriale. E’ inoltre fondamentale – evidenzia il presidente Calzoni – che per tutta l’area del cratere sismico siano assicurate per i prossimi anni risorse certe e adeguate. E che si proceda rapidamente con la realizzazione delle infrastrutture viarie necessarie”.

Guardando al futuro

Le previsioni per il 2025 sono ottimistiche per il 37% delle imprese intervistate, che prevedono una crescita, mentre il 50% stima una stabilità rispetto all’anno in corso. Tuttavia, il settore si trova a fronteggiare importanti sfide legate all’aumento dei costi dei materiali e alla necessità di innovare i processi.

Da non sottovalutare il rallentamento della massa salari dell’ultimo trimestre, del quale occorrerà valutare attentamente le cause.

In sintesi, il mercato delle costruzioni in Umbria si trova davanti a un momento decisivo: le opportunità offerte dalla rigenerazione urbana e dalla sostenibilità devono essere supportate da un sistema formativo efficace, capace di fornire al settore le competenze necessarie per innovare e crescere.

ANCE Perugia ribadisce il proprio impegno a collaborare con imprese, amministrazioni pubbliche e stakeholder, per affrontare con successo le trasformazioni del settore e contribuire allo sviluppo sostenibile e inclusivo della regione.

Premi fedeltà associativa ANCE Perugia

All’interno dell’iniziativa pubblica che ha fatto seguito all’Assemblea annuale di ANCE Perugia, il presidente Giacomo Calzoni ha consegnato i premi alla fedeltà associativa alle seguenti imprese:

– Biocostruzioni (associata ANCE da 75 anni), premio ritirato da Fabrizio Bandini

– Calcestruzzi Magione di Gradassi & C. (associata ANCE da 50 anni), premio ritirato da Milena Gradassi

– Colabeton (associata ANCE da 50 anni), premio ritirato da Paola Colaiacovo

– Edilizia Papa Costruzioni Generali (associata ANCE da 50 anni), premio ritirato da Daniele Papa

– RE.RI.T. (associata ANCE da 25 anni), premio ritirato da Andrea Tulli

– Varian (associata ANCE da 25 anni), premio ritirato da Francesco Angelelli

Case vecchie e basse classi energetiche, così i nuovi bonus rischiano di penalizzare l’Umbria

La legge di bilancio 2025-2027 arrivata al dibattito parlamentare prevede una riduzione delle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie, con una esclusione delle seconde case, la rimodulazione delle percentuali di detrazione e l’introduzione di tetti massimi di spese detraibili per i redditi superiori a 75.000 euro. I cambiamenti introdotti rischiano di incentivare il ricorso al sommerso e di allontanare l’Italia dagli obiettivi di efficienza energetica previsti dalle norme europee, è l’allarme lanciato da Confartigianato. Che evidenzia come le detrazioni fiscali siano un fattore decisivo per ridurre il consumo di energia di un patrimonio edilizio vecchio e poco efficiente e per contribuire a ridurre l’evasione fiscale.

Inoltre, nel dispositivo della manovra di bilancio si annida un potenziale conflitto tra gli obiettivi previsti da differenti norme europee. Da un lato la riforma del Patto di stabilità e crescita pone un tetto alla dinamica della spesa pubblica (QE 8/10), per cui interventi aggiuntivi a tale limite devono essere finanziati da maggiori entrate, tra cui anche le riduzioni delle detrazioni fiscali.

Dall’altro lato, il maggiore costo delle ristrutturazioni può allontanare l’Italia dagli obiettivi europei di efficienza energetica. Nel Piano Nazionale integrato Energia e Clima (PNIEC) si indica che dal meccanismo delle detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione degli edifici è atteso un risparmio di 32,5 Mtep di energia finale nel decennio 2021-2030, pari al 44,3% del risparmio da conseguire rispetto agli obiettivi per il 2030 fissati Direttiva europea sull’efficienza energetica (EED) entrata in vigore nell’ottobre 2023.

Abitazioni vecchie

Gli sconti fiscali – evidenzia Confartigianato – sono essenziali per supportare gli interventi di ristrutturazione su un patrimonio abitativo vetusto, che per oltre due terzi (68,0%) è stato costruito entro il 1980, prima dello sviluppo della legislazione sul risparmio energetico degli edifici. L’incidenza delle abitazioni più datate è maggiore in Liguria con l’82,8%, seguita da Piemonte con il 74,5%, Toscana con il 73,1%, Valle d’Aosta con il 69,8%, Lazio con il 69,7%, Molise con il 69,7% e Sicilia con il 68,8%. Percentuale che anche in Umbria sfiora il 68%.

Le classi energetiche

La direttiva green degli edifici prevede una focalizzazione degli interventi sugli immobili con le prestazioni peggiori. In questa prospettiva, una seconda chiave di lettura della qualità del patrimonio immobiliare si ottiene dall’esame degli attestati di prestazione energetica presenti nel sistema informativo di Enea (SIAPE), da cui si evince che ad oggi il 50,8% degli immobili si colloca nelle classi energetiche meno efficienti (F e G). La quota sale al 54,9% quando la motivazione di redazione dell’attestato si riferisce alla locazione e arriva al 61,6% nei passaggi di proprietà (motivazione che concentra il 56,0% degli attesati contenuti nella banca dati).

L’analisi in chiave regionale, su dati a fine 2023, evidenzia che la quota più elevata di immobili nelle classi energetiche meno efficienti si riscontra in Lazio con 65,6% seguito, con valori superiori alla media, da Liguria con 63,3%, Toscana con 62,2%, Umbria con 61,7%, Molise con 61,5%, Puglia con 60,1%, Calabria con 57,8%, Sicilia con 57%, Emilia-Romagna con 56,7%, Basilicata con 54%, Marche con 51,6% e Abruzzo con 51,6%. Il quadro completo per provincia è proposto nel Rapporto di Confartigianato ‘Energia e sostenibilità al centro della transizione green delle micro e piccole imprese’ presentato martedì scorso nel corso di un webinar organizzato nell’ambito della Settimana per l’Energia e la Sostenibilità 2024.

Rischio sommerso

La limitazione alle detrazioni fiscali per l’edilizia attenua il contrasto di interessi e rischia di aumentare il sommerso, invertendo il trend di riduzione degli ultimi anni. Secondo l’ultima ricognizione sull’economia non osservata pubblicata lo scorso 18 ottobre, l’Istat indica una forte riduzione del sommerso nelle Costruzioni. A fronte di una stabilità dell’incidenza del sommerso sul complesso del valore aggiunto (10,1% sia nel 2022 sia nel 2021), per le Costruzioni si riscontra un calo del peso del sommerso di 0,8 punti percentuali. Anche nel più lungo periodo (2019-2022), caratterizzato da un ciclo espansivo dell’attività edilizia, il comparto delle Costruzioni è quello che riduce maggiormente il peso del valore aggiunto del sommerso, con una flessione di 3,4 punti a fronte del calo medio di 0,8 punti del totale economia.

(immagine generica di archivio)