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Tag: commercio

Nel centro di Perugia è già tempo di Sbaracco

Nel centro storico torna l’iniziativa Sbaracco – La Festa del Piccolo Commercio, organizzata dal Consorzio Perugia in Centro, l’associazione che riunisce i commercianti dell’acropoli. L’evento, giunto alla sua 22esima edizione, si terrà il venerdì 21 e sabato 22 febbraio 2025 e rappresenta un’opportunità imperdibile per tutti gli appassionati di shopping.

Le vie storiche di Perugia e i pittoreschi borghi dell’acropoli si trasformeranno in un grande salotto a cielo aperto, animato da artigiani e commercianti locali che proporranno prodotti di ogni tipo, arricchendo l’atmosfera con stand allestiti direttamente davanti alle vetrine dei negozi. Il cuore dell’iniziativa è il tradizionale “saldo dei saldi”, con sconti ulteriori rispetto a quelli già applicati durante il periodo dei saldi invernali, offrendo così l’occasione di acquistare a prezzi vantaggiosi.

“Sbaracco è un evento che rappresenta molto di più di una semplice occasione di shopping – spiega Paolo Mariotti, presidente del Consorzio Perugia in Centro – . È un’opportunità per tutta la cittadinanza di scoprire, grazie a sconti imperdibili, e sostenere il commercio di prossimità, che è il cuore pulsante della nostra città. In un periodo in cui la concorrenza è sempre più globale, è fondamentale valorizzare le realtà locali, che contribuiscono a mantenere viva l’identità e la tradizione del nostro centro storico. L’iniziativa è un’occasione unica per fare acquisti vantaggiosi e rafforzare il legame tra i cittadini e le attività commerciali locali”.

L’evento prenderà il via venerdì 21 febbraio alle ore 10 e interesserà decine di negozio diffusi nelle diverse aree del centro storico, tra cui Corso Vannucci e le vie limitrofe come piazza Matteotti, via dei Priori, via Oberdan, corso Cavour, via Marconi, via Masi e viale Indipendenza. Decine di negozi esporranno all’esterno i propri prodotti, offrendo sconti fino all’80% su una vasta gamma di articoli, tra cui abbigliamento, calzature, accessori, prodotti per il benessere e molto altro.

Dai gioielli agli articoli per la casa, dai profumi ai prodotti di erboristeria, dai casalinghi agli articoli sportivi, ogni angolo del centro si riempirà di occasioni imperdibili. Un’ulteriore sorpresa per i visitatori: in caso di maltempo, l’evento proseguirà con corner dedicati all’interno dei negozi aderenti, garantendo così un’esperienza di shopping senza interruzioni.

Sbaracco è ormai un appuntamento consolidato nel panorama degli eventi perugini e non solo, richiamando ogni anno centinaia di visitatori pronti a scoprire le migliori offerte e a supportare il piccolo commercio locale. L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Perugia, che sostiene attivamente il commercio e le tradizioni della città. Per rimanere aggiornati su tutte le novità dell’evento e conoscere l’elenco completo dei negozi partecipanti, vi invitiamo a seguire i profili social “Enjoy Perugia” e “Perugia in Centro”.

Nuovi negozi senza tasse per 3 anni, così Todi prova a sostenere il commercio

Niente tasse per tre anni per chi apre nuove attività commerciali a Todi. Dove si riduce anche la tassa per l’occupazione di suolo pubblico. Viene poi ridotta l’Imu per i proprietari di immobili nel centro storico che li concedono in locazione a commercianti.

Queste le misure con cui l’amministrazione comunale di Todi cerca di rivitalizzare le attività economiche, in particolare quelle del settore del commercio, alle prese con l’aumento dei costi di gestione e soprattutto la concorrenza dei grandi centri commerciali che stanno aprendo un po’ ovunque in Umbria.

Le misure sono state previste nel Bilancio di previsione, dove resta invariata per tutti l’Imu e si riduce l’addizionale comunale Irpef, che scende allo 0,62%.

Per le famiglie bisognose, rifinanziato il fondo Tari attraverso il quale scatteranno i rimborsi.

Indagine Confesercenti: in Umbria spariti 2mila negozi in 10 anni

In 10 anni – dal 2014 ad oggi – in Umbria sono sparite circa 2mila imprese del commercio al dettaglio in sede fissa, di cui quasi 700 attività di vicinato “di base”. E se le chiusure interessano anche i grandi centri storici (circa 200 le attività chiuse in questo periodo a Perugia e Terni), le conseguenze più evidenti si vedono nei piccoli borghi.

Un fenomeno infatti che, come emerso dal dossier di Confesercenti “Commercio e servizi: le oasi nei entri urbani” presentato a Roma, riguarda tutta Italia (dove sono ormai 26 milioni le persone che vivono in comuni che hanno perso definitivamente una o più attività di vicinato essenziali), ma che nell’Umbria dei piccoli centri determina situazioni ancora più allarmanti, dal punto di vista economico e sociale.
Spiega il neo presidente di Confesercenti Umbria, Carlo Ghista: “La problematica principale è quella dei piccoli punti vendita che si stanno perdendo nei paesi e nelle frazioni. Ci sono situazioni in cui, per fare il pieno di benzina, occorre uscire dal proprio paese e in alcuni casi recarsi in un altro comune”.

Ghista ricorda le cause della continua chiusura di piccoli negozi: “Certamente il calo demografico e la tendenza ad andare a vivere nei grandi centri. Poi c’è un problema di abitudini al consumo, in parte anche orientate dalle difficoltà economiche in cui si trovano molte famiglie, che porta a preferire prodotti a basso costo diffusi dalla grande distribuzione. O ad acquistare online per farsi portare i prodotti sotto casa. La contrazione delle modalità di acquisto tradizionali e di prodotti di qualità, unitamente a difficoltà logistiche e all’elevata tassazione, spinge i figli di molti commercianti ad intraprendere un altro lavoro e così si continuano a chiudere saracinesche di negozi e botteghe artigiane, anche storiche”.

Il presidente di Confesercenti Umbria evidenzia come questo fenomeno abbia conseguenze sociali, oltre che economiche: “Ciò contribuisce a spopolare i piccoli centri. E non agevola la permanenza di turisti, che non trovano servizi nei nostri bellissimi borghi umbri”.

Da qui le azioni che Confesercenti sta promuovendo per contrastare questo fenomeno: “I Comuni – spiega Ghista – non danno un grande aiuto e continuano ad aprire esercizi della grande distribuzione, aumentando la concorrenza. Oltre a rappresentare ai Comuni queste difficoltà, abbiamo creato prodotti specifici per incentivare in particolare l’imprenditoria giovanile e femminile. Noi, come Confcommercio – conclude – ce la stiamo mettendo tutta, ma non è solo un problema che riguarda i commercianti”.

Modifiche sul commercio, i timori di Confartigianato: “Si rischia di aumentare le difficoltà del centro”

Confartigianato Terni esprime forti preoccupazioni dopo le modifiche, approvate in Consiglio comunale, all’Atto di programmazione commerciale. La variazione proposta dall’assessore Renzi e approvata dalla maggioranza consiliare ha infatti aumentato le deroghe per le metrature commerciali autorizzabili nelle aree critiche.

“Riteniamo che l’Atto di programmazione del Comune di Terni nella sua versione originaria – commenta Confartigianato – fosse già insufficiente per quanto riguarda la finalità pubblica di riequilibrio delle reali opportunità di svolgere attività commerciali nel centro città di Terni”. L’associazione di categoria ricorda infatti la configurazione commerciale della città nella quale le metrature destinate alle vendite sono già oggi in eccesso e i centri commerciali posti nella stretta vicinanza del centro cittadino, determinando importanti concause di desertificazione commerciale di quell’area.

“L’impostazione politica che appare soprattutto dall’intervento in Consiglio dell’assessore allo Sviluppo economico Cardinali che ha motivato l’introduzione delle deroghe con la necessità di recuperare aree degradate al centro e in periferia – è la posizione di Confartigianato – non è condivisibile, perché tradisce la solita logica che ha determinato la desertificazione commerciale a Terni, per la quale le aree degradate devono essere recuperate solo ed esclusivamente con le metrature commerciali, che ha portato all’attale situazione di estrema difficoltà del centro città. Diverso e condivisibile invece – aggiunge Confartigianato – è affermare che si vuole in futuro sostenere il centro riportando nella sede naturale le attività universitarie. La crisi economica particolarmente grave del centro città – avverte Confartigianato in conclusione – però impone che prima si proceda e si ottengano risultati di rilancio del centro e poi semmai si prendano in esame le deroghe estensive. Fare l’inverso – conclude – fa correre il rischio di aggravare la crisi del centro città”.