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Sciopero Als, la protesta dei lavoratori arriverà in Cina? IMMAGINI

Adesione totale dei lavoratori della Angelantoni Life Science (Als) di Massa Martana allo sciopero proclamato dalla Fiom Cgil per chiedere all’azienda un piano industriale di rilancio. Tutti i 55 dipendenti, insieme ai loro rappresentanti sindacali, chiedono chiarezza, di fronte ad una proprietà che latita.

“Attualmente – aveva lamentato il sindacato proclamando lo stato di agitazione – Als versa in una situazione di paralisi produttiva, nonostante i nostri continui solleciti al socio di maggioranza – la Antonlin Life science (Zhejiang) Co Ltd, con sede in Cina, subentrata nel 2021 –, affinché conduca le normali azioni per mettere in sicurezza finanziaria l’azienda e ridarle un governo”.

Lo sciopero di otto ore è stato accompagnato da un presidio dei lavoratori di fronte ai cancelli dell’azienda, a cui sono intervenuti, per la Fiom Cgil Perugia, il segretario generale Marco Bizzarri e il segretario provinciale Nico Malossi, i consiglieri regionali Fabrizio Ricci (Alleanza Verdi e Sinistra) e Francesco Filipponi (Pd), e la vicesindaco di Massa Martana, Pamela Falchi, che voluto portare la vicinanza dell’amministrazione comunale e di tutta la popolazione ai lavoratori dell’Als, annunciando anche l’impegno del Comune a contribuire a trovare una soluzione.

“In questo momento – ha spiegato Malossi – abbiamo grosse difficoltà anche solo a riuscire a comunicare con l’attuale proprietà in Cina. Non riusciamo perciò a capire quali siano le intenzioni e in definitiva il progetto industriale. I buoni propositi che ci erano stati manifestati inizialmente non hanno avuto un seguito, dimostrando chiari segnali di difficoltà in una realtà industriale che occupa ancora cinquantacinque dipendenti, un’eccellenza nel settore della refrigerazione applicata al campo biomedicale, che doveva essere un fiore all’occhiello e testimoniare le potenzialità di una collaborazione italo-cinese”.

“Le poche interlocuzioni che siamo riusciti ad avere – ha aggiunto il segretario provinciale della Fiom – non hanno prodotto alcuna azione concreta al fine di mettere in sicurezza il futuro industriale del sito produttivo di Massa Martana. Le misure prese sono stati interventi tampone e comunque tardivi. Il rischio di una paralisi produttiva è già evidente”.

D’altronde, già nel 2023 si erano iniziati a registrare cali di produzione e problemi finanziari che, ha denunciato ancora Malossi, “oggi stanno portando alla paralisi dell’azienda, con i lavoratori che in alcuni momenti hanno dovuto finanziare essi stessi le spese aziendali legate al loro lavoro. Ancora più preoccupante, però – conclude Malossi – è la scomparsa della dirigenza che non ha lasciato più deleghe a nessuno per fare scelte. Visto che anche la cassa integrazione sta per terminare, chiediamo urgentemente all’azienda di adottare misure di sollievo finanziario per permettere di approvvigionare nell’immediato la struttura e un piano industriale di rilancio. Facciamo anche appello alle istituzioni affinché si impegnino con noi a salvaguardare questo importante sito produttivo, specializzato anche nel campo della ricerca e dello sviluppo.”.

Solidarietà ai lavoratori della Angelantoni Life Science è giunta anche dalla Rsu Fiom Cgil della Angelantoni Test Tecnologies: “La vicinanza è fortemente sentita verso questi lavoratori che in passato erano dipendenti dello stesso gruppo in cui lavoriamo e che, per questo, ancora oggi nella nostra azienda sono percepiti come colleghi. Auspichiamo che si possano trovare le necessarie soluzioni che permettano a questa realtà, che ben conosciamo, di proseguire in forza alle importanti professionalità che sempre ha espresso, e che gli oltre cinquanta dipendenti che vi sono occupati possano assicurare un futuro sereno alle loro famiglie”.

Il chiarimento del Gruppo Angelantoni

Angelantoni Industrie, società holding del Gruppo Angelantoni, precisa con fermezza la propria totale estraneità alla gestione aziendale da oltre due anni e ribadisce di non avere alcuna responsabilità nelle scelte che hanno condotto all’attuale scenario.
Nel luglio 2021, Angelantoni Industrie ha ceduto il controllo di ALS al gruppo cinese ANTOLIN LIFE SCIENCE (ZHEJIANG) LTD – “Antolin”, trasferendo il 70% delle quote nell’ambito di una più ampia strategia di riorganizzazione del Gruppo, finalizzata a focalizzarsi sul core business delle camere per test ambientali. La scelta fu dettata dalla volontà di rafforzare ALS attraverso un partner che, al tempo, si presentava come strategico: Antolin era portatore di nuove prospettive di crescita, grazie alla sua capacità di favorire l’ingresso nel promettente mercato cinese, l’accesso al settore farmaceutico e l’espansione delle capacità produttive di ALS. Angelantoni Industrie ha mantenuto il 30% della società, assumendo il ruolo di socio di minoranza con l’obiettivo di garantire continuità e presidio nel settore biomedicale.
Tuttavia, a partire da dicembre 2022, il partner cinese ha progressivamente escluso Angelantoni Industrie da ogni attività gestionale e decisionale.
Il Cav. Lav. Gianluigi Angelantoni, presidente del Gruppo, è stato costretto, quindi, prima a rimettere le deleghe operative e infine a rassegnare le dimissioni dalla carica di consigliere in ALS, in seguito al costante dissenso con le scelte della governance cinese e all’assenza di flussi informativi sull’andamento aziendale.
Da inizi 2023, Angelantoni Industrie non riveste quindi alcun ruolo gestionale in ALS, pur mantenendo una quota formale del 30% e ribadisce pertanto la totale assenza di responsabilità nella situazione in cui versa oggi ALS.
La proprietà italiana – che nel 2021 ha ceduto la partecipazione a un partner che appariva strategico per il futuro di ALS – esprime oggi profondo rammarico per l’evolversi di una vicenda che danneggia non solo economicamente, ma anche a livello reputazionale il nome Angelantoni, costruito in oltre 90 anni di attività all’insegna dell’innovazione, della serietà e del radicamento territoriale.