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Reati ambientali, nei guai Ad di un’industria e artigiano

Due imprenditori nei guai per reati ambientali contestati dai carabinieri, a Gubbio e a Terni, al termine di due distinte verifiche.

A Terni fenoli nelle acque reflue

I carabinieri forestali del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale (N.I.P.A.A.F.) di Terni hanno invece sanzionato una nota attività industriale di lavorazione materie prime del capoluogo provinciale, per violazione della normativa sulle acque reflue.

In particolare, nel corso di un’attività di controllo e prevenzione ambientale, è stato accertato, tramite analisi, che venivano scaricati rifiuti liquidi contenenti sostanze pericolose con valori di concentrazione superiori alle soglie previste. Tra gli inquinanti erano, infatti, presenti i cosiddetti fenoli, che sono composti tossici e persistenti particolarmente preoccupanti la loro nocività e, di conseguenza, per il potenziale danno che possono causare alla salute umana e agli ecosistemi in cui vengono immessi.

L’attività di indagine, condotta in sinergia con le autorità ambientali competenti, si è conclusa con l’irrogazione di una sanzione amministrativa dell’importo di euro 7.500 a carico del legale rappresentante della ditta, dopo aver verificato l’avvenuto adempimento delle prescrizioni impartite, ossia di provvedere alla regolarizzazione delle difformità accertate

Rottamazione veicoli a Gubbio

I carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Perugia hanno denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Perugia, un 58enne, legale rappresentante di un’attività di raccolta di rifiuti dell’eugubino.
L’attività economica, condotta con Autorizzazione Unica Ambientale comunale e determinazione dirigenziale regionale, consentiva all’azienda la gestione di un centro di raccolta, con la demolizione, il recupero e la rottamazione di veicoli fuori uso nonché il recupero di rifiuti pericolosi e non pericolosi, secondo i dettami e prescrizioni imposte e, in particolar modo, nel rispetto delle aree assegnate ed autorizzate per ciascuna attività.

L’attività ispettiva condotta dai militari ha posto in luce numerose violazioni di natura penale, afferenti alla gestione non corretta dei rifiuti. Infatti è stato riscontrato che il gestore dell’impianto, effettuava arbitrariamente in carenza di autorizzazione, l’attività di raccolta di contenitori non bonificati dai gas, classificati come rifiuti speciali.
Tali contenitori erano rinvenuti sul suolo senza nessun riparo o protezione da eventi potenzialmente in grado di provocare incidenti, prossimi a parti di autovetture disassemblate ed a rifiuti di apparecchiature elettroniche ed elettriche.
L’aspetto che ha più colpito i militari, è stata l’individuazione di una zona dell’attività che, sebbene non fosse stata autorizzata al deposito di alcuna tipologia di rifiuti, di fatto era stata occupata con cassoni, cumuli di rifiuti speciali non pericolosi costituiti da radiatori in alluminio, rame, ferro compresso, motori elettrici, materiale in acciaio e cromo, cumuli di cavi elettrici e nuovamente parti derivati dallo smontaggio di autovetture.
Tutto quanto rilevato dai militari configurava, sostanzialmente, una attività di gestione di rifiuti in parte non autorizzata ed in parte non conforme alle autorizzazioni rilasciate.
Per le violazioni rilevate, il titolare dell’attività economica è stato deferito in stato di libertà all’autorità giudiziaria perugina, per la parte di rilevanza penale, mentre la Provincia di Perugia è stata interessata per i provvedimenti di competenza, finalizzati al ripristino dello stato dei luoghi ed eventualmente all’emissione di motivato divieto di prosecuzione dell’attività, qualora persistano condizioni contrarie agli atti autorizzativi.

(immagine carabinieri forestali generica d’archivio)