
Pensioni più leggere, ecco perché gli autonomi continuano a lavorare dopo la pensione
L’Ufficio di Presidenza della FIPAC Confesercenti dell’Umbria si è riunito nei giorni scorsi per esaminare le risultanze del 24° Rapporto Inps sulla situazione del sistema di welfare nazionale.
Dalla lettura dei quattro capitoli e degli allegati del Rapporto, l’Ufficio di Presidenza, guidato dal referente Pier Francesco Quaglietti, presente il coordinatore della Confesercenti Umbria nonché consigliere nazionale Fipac Sergio Giardinieri, si è soffermato sul capitolo 3, dedicato alle dinamiche pensionistiche.
Premesso che anche nella previdenza permangono le differenze di genere, le donne rappresentano il 51% del totale pensionati, ma raccolgono economicamente solo il 44% dei redditi pensionistici.
Le differenze risaltano anche tra i valori dei sistemi pensionistici: il Fondo Pensioni Lavoratori dipendenti, il 47% del totale, espone un importo medio lordo mensile pari a 1.408 euro mentre, la Gestione Autonoma Lavoratori Autonomi e Subordinati, rappresentante il 30% del totale delle pensioni, presenta un importo medio lordo di 942 euro. Fuori concorso la Gestione dei Lavoratori Pubblici con i suoi 2.221 euro che pesano per il 19% sul totale pensioni.
Questa differenziazione economica può, in parte, giustificare il proseguimento del lavoro dopo la pensione per il 19,2% dei commercianti e degli artigiani, e del 21,6% dei pensionati del settore agricolo (settore con le pensioni più basse tra i lavoratori autonomi). Non a caso i valori percentuali di proseguimento dell’attività per gli ex lavoratori dipendenti privati e pubblici sono praticamente nulli.
Le attività che vengono continuate dopo il pensionamento – sottolinea l’Ufficio di Presidenza della FIPAC Confesercenti dell’Umbria – sono sostanzialmente in linea con le attività precedentemente esercitate, “sia per il 79% degli ex artigiani e commercianti che continuano ad operare nello stesso ambito, sia per l’85% degli ex lavoratori agricoli che rimangono in settori riconducibili al lavoro autonomo”; queste attività, nello studio dell’Istituto di Previdenza, consentono al pensionato ex artigiano e commerciante, di raddoppiare quasi la pensione percepita.
“Abbiamo detto giustificare in parte il proseguimento del lavoro dopo la pensione – conclude FIPAC Confesercenti Umbria – perché oltre alla convenienza economica, vi è anche la componente legata all’età, più è bassa l’età di accesso alla pensione più è alta la disponibilità al proseguimento del lavoro, senza dimenticare la mancanza di un ricambio generazionale sia in famiglia che nel mercato del lavoro”.