
Liste d’attesa, la sanità umbra chiede ancora aiuto al privato: scontro politico sulla delibera di agosto
E’ scontro politico – tra l’opposizione di centrodestra e la maggioranza di centrosinistra che sostiene la presidente Proietti – sulla delibera n. 825, approvata il 13 agosto dalla Giunta regionale, sugli “accordi contrattuali per l’assistenza ospedaliera e specialistica ambulatoriale” e la definizione dei tetti di spesa per l’anno 2025. Una delibera che sancisce come la sanità umbra abbia ancora pienamente bisogno del privato convenzionato per garantire le prestazioni ai cittadini, alle prese con liste d’attesa sempre più lunghe e disagi dovuti agli spostamenti nelle varie strutture pubbliche dell’Umbria per sottoporsi a visite ed esami.
L’ex governatrice Donatella Tesei e tutto il centrodestra vanno all’attacco, bollando come un bluff la campagna elettorale che ha portato Proietti alla vittoria, basata sulla promessa di azzerare le liste d’attesa ed agitando lo spauracchio della presunta privatizzazione della sanità.
Il centrosinistra si difende, ribadendo la centralità del pubblico, a cui spetta comunque la gestione della sanità anche laddove si richieda il ricorso al privato convenzionato. Promettendo che il ricorso al privato convenzionato potrà comunque ridursi con l’entrata a regime del nuovo Piano sanitario che si sta redigendo. Anche grazie alle assunzioni che da qui a fine anno saranno 711 e che si andranno ad aggiungere al turn over e alle stabilizzazioni.
Nel frattempo, comunque, per garantire le prestazioni ai cittadini occorre ricorrere ancora al privato convenzionato. Come avvenuto finora.
“La delibera in questione – spiega la presidente Tesei – rappresenta un intervento per garantire la continuità assistenziale e la qualità dei servizi sanitari nella nostra regione, che ricorre al privato accreditato da decenni. Ma per la prima volta dopo 5 anni di governo di centrodestra, questo atto riafferma il primato del pubblico rispetto al privato – aggiunge – vincolando le risorse del privato agli obiettivi regionali. In un contesto di difficoltà ereditato dagli ultimi 5 anni, in particolar modo per l’incidenza della mobilità passiva, questa delibera stabilisce le basi per un futuro in cui il settore pubblico guiderà e garantirà i livelli di assistenza e l’universalità del servizio in tutta la regione. Con questo atto si passa così dall’idea di sostituzione del pubblico con il privato a un nuovo modello di complementarità, sotto la direzione della Regione, ente pubblico che pianifica e si avvale residualmente del privato solo laddove serve a garantire il servizio necessario ai cittadini. Il ricorso al privato accreditato costituisce da sempre per il Sistema Socio Sanitario Umbro un elemento di integrazione con il sistema pubblico per il quale la giunta attuale sta lavorando al fine di consentire la cooperazione e sussidiarietà rispetto al completo ed efficiente utilizzo delle strutture pubbliche. In particolare la deliberazione di giunta in questione, nel rispetto dei vincoli normativi vigenti, dispone gli stessi tetti di spesa per l’acquisto di prestazioni dal privato accreditato pari a quelli determinati per l’anno 2024 e anche pari all’ultimo quinquennio”.
Quanto alle liste d’attesa, Proietti prosegue: “Negli ultimi anni la normativa nazionale ha dato inoltre la possibilità alle Regioni di destinare risorse integrative per l’abbattimento delle liste di attesa, consentendo di far riferimento alle strutture private accreditate quale integrazione al sistema pubblico, facoltà della quale la giunta precedente si è sempre avvalsa, proprio al fine di ridurre le liste di attesa: nel corso del 2024 la giunta Tesei ha speso 7 milioni e mezzo di euro verso il privato per abbattere liste d’attesa, mentre la nostra amministrazione sta abbattendo le liste d’attesa esclusivamente con la sanità pubblica e i pochi residui degli anni passati. La direzione regionale salute coadiuva le direzioni territoriali per effettuare monitoraggi costanti e concordare l’imposizione di standard e parametri rigorosi da parte dell’amministrazione pubblica, ai quali i privati dovranno conformarsi, rispondendo anche in termini di indicatori di assistenza, qualità e spesa. I soggetti privati opereranno in base ai bisogni identificati dal settore pubblico, evitando azioni che potrebbero amplificare le disuguaglianze esistenti”.
La delibera destina le risorse per il privato convenzionato nei settori in cui la mobilità passiva è più penalizzante come in ortopedia. Sostanzialmente con questa delibera la giunta ha confermato i tetti del 2024, vincolando però per la prima volta le strutture a effettuare almeno il 10% di prestazioni di ortopedia di alta complessità quindi é stato per la prima volta inserito un criterio di correzione: non più la totale libertà da parte dei privati accreditati di effettuare prestazioni, bensì prestazioni che attualmente costringono gli umbri a rivolgersi all’esterno.
La Regione assicura che questo è un primo passo “per rivedere tutto il sistema dei privati accreditati che dovranno svolgere il loro ruolo, per quanto riguarda le prestazioni a carico del Servizio sanitario nazionale, sulla base delle effettive esigenze e necessità dei cittadini umbri”.
Non abbastanza, per le opposizioni, per segnare una presunta discontinuità rispetto a quanto fatto in questi anni. Con l’aggravante dell’aumento delle tasse per lavoratori, pensionati e imprese, giustificati da un “buco” di bilancio poi smentito anche dalla Corte dei conti.
La sanità continua ad essere terreno di scontro, mentre i cittadini continuano a ricorrere alle prestazioni dei privati per avere diagnosi in tempi rapidi, anche quelli non convenzionati.