
In 10 anni 3.700 imprese in meno, ma più “robuste”
Negli ultimi dieci anni l’Umbria ha perso 3.729 imprese attive, il 4,6% del totale. Un calo triplo rispetto alla media nazionale (che che allarma. Anche perché la tendenza è confermata nel 2024, con 1.573 aziende in meno: il 2%, il terzo peggior dato nazionale.
Dai dati Movimprese emerge che sono colpite soprattutto le ditte individuali che non sono riuscite a stare sul mercato, ma anche le società di persone. Ma emerge anche come il tessuto imprenditoriale si sia irrobustito, con più società di capitale.
La provincia di Perugia subisce il calo più pesante, con un -5% in dieci anni, mentre Terni registra una contrazione più contenuta ma sempre superiore alla media nazionale. L’andamento dei settori economici.
È, in sintesi, quanto emerge da Movimprese, l’analisi statistica trimestrale della nati-mortalità delle imprese condotta da InfoCamere per conto dell’Unioncamere, sugli archivi di tutte le Camere di Commercio italiane, che ha aggiornato i dati a tutto il 2024, permettendo quindi di fare i confronti con gli anni precedenti.
I settori
Quanto ai settori (in questo caso Movimprese fornisce solo il dato delle imprese registrate, che ovviamente sono di più di quelle attive: 90.971 le registrate, 77.753 le attive), nel 2024 rispetto al 2023 in Umbria calano le imprese agricole (-1,7%, rispetto al -1,1% della media italiana), l’industria (-2,1% contro -0,7% del dato nazionale) e il commercio (-1,5% in Umbria contro il -0,7% dell’Italia), mentre crescono dello 0,3% le costruzioni (+1,3% in Italia).
Se si guarda al decennio 2014-2024, il calo maggiore del numero delle imprese si registra nella regione nell’industria (-12%, -1.176 imprese), seguita dal commercio (-11%, -2.482), dalle costruzioni (-9%, -1.101) e dall’agricoltura (-7,7%, -1.293).
Il commento di Mencaroni
Questo il commento del presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni: “Ci sono ombre, ma anche alcune luci per la nostra regione dall’analisi dei dati Movimprese effettuata dalla Camera di Commercio. I lati negativi non mancano: si registra una diminuzione della spinta verso l’imprenditorialità, con l’Umbria che, pur restando – in proporzione al numero di imprese e abitanti – sopra la media nazionale, ha subito un calo più marcato del numero di aziende rispetto al dato nazionale.
Detto questo, un fenomeno che interessa tutte le regioni italiane ma che da noi appare più intenso, va evidenziato l’incremento delle società di capitale, con un conseguente irrobustimento del patrimonio imprenditoriale umbro. È vero che restiamo ancora sotto la media nazionale per la percentuale di imprese di capitale sul totale delle imprese, ma il recupero c’è ed è continuo. Inoltre, le nostre imprese, soprattutto quelle più strutturate ma anche, in diversi casi, le piccole, non sfigurano nella corsa alla transizione digitale ed ecologica”.
“La Camera di Commercio dell’Umbria – ricorda il presidente – è impegnata su più fronti per accompagnare questo rafforzamento del tessuto imprenditoriale umbro. La vera sfida è estendere questo processo a una platea di piccole imprese, raggiungendo dimensioni critiche tali da diffondere in profondità digitalizzazione e sostenibilità. Le imprese sanno che la Camera di Commercio lavora in questa direzione, nell’ambito di una concertazione con le altre istituzioni che, per rendere efficaci tali iniziative, va continuamente approfondita e vivacizzata. Ricordiamolo: solo uno sforzo corale, una collaborazione aperta e continua tra le istituzioni dell’Umbria – conclude Mencaroni- può permettere di vincere partite così complesse”.