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Cresce il turismo in Umbria, ma il peso sull’economia resta inferiore alla media italiana

Il report sintetico Dataview – Il barometro dell’economia territoriale, realizzato da Unioncamere e Centro Studi Tagliacarne con la collaborazione della Camera di Commercio dell’Umbria, confronta l’andamento delle province italiane secondo sei indicatori chiave. In Umbria, Perugia mostra segnali di vitalità ma anche limiti strutturali. Terni arranca, con valori sotto media in quasi tutti i parametri. Male entrambe sul fronte dell’universo AirBnb. Buoni segnali invece dalla destagionalizzazione e dalla crescita delle presenze rispetto al 2019.

Presenze turistiche per kmq di suolo consumato, c’è margine di crescita

Tra i sei parametri considerati, quello delle presenze turistiche per kmq di superficie consumata è uno dei più significativi. Il concetto, definito da ISPRA, indica quanto turismo genera il territorio già urbanizzato, cioè la parte che può effettivamente ospitare strutture ricettive.

In questo indicatore, la provincia di Perugia si posiziona al 41° posto – sulle 107 province italiane – con 16.819 presenze per kmq, un dato che la colloca nella parte medio-alta della classifica nazionale. Terni si ferma a 9.350 presenze per kmq (63° posto), evidenziando un’attrattività inferiore di circa la metà rispetto al capoluogo regionale. Entrambe le province, comunque, sono ben lontane da fenomeni di overtourism, con ampi margini di crescita sostenibile.

Crescita post-Covid: Perugia meglio, ma anche Terni avanza

Il parametro che sorride di più all’Umbria è la variazione percentuale delle presenze turistiche 2019-2024. Perugia segna +15,15%, collocandosi al 23° posto tra le 107 province italiane. Terni registra +11,50%, guadagnando la 33ª posizione.

Un segnale forte: l’Umbria ha recuperato e superato i livelli pre-Covid, mostrando una capacità di adattamento che merita attenzione. Il dato premia gli sforzi fatti per attrarre visitatori anche fuori dai grandi flussi tradizionali e conferma che il turismo locale ha tenuto botta alla crisi sanitaria, rilanciando la propria offerta.

Stagionalità contenuta, equilibrio virtuoso

Buona anche la performance sull’indice di concentrazione mensile delle presenze turistiche, basato sul coefficiente di Gini. Minore è il valore, più il turismo è distribuito lungo l’anno.

Perugia è a 0,259 (37° posto), Terni a 0,253 (35° posto). Meglio della media nazionale, con Terni che supera lievemente Perugia. È l’unico parametro in cui il Ternano si piazza meglio del Perugino, segno che il suo turismo è meno stagionale, e dunque potenzialmente più resiliente.

Universo AirBnb: tasso di occupazione dei posti letto debole

I due parametri relativi all’universo AirBnb evidenziano una debolezza strutturale dell’offerta extra-alberghiera.

Nel 2024, Perugia conta 2,02 alloggi medi annui disponibili per kmq nell’universo AirBnb (50° posto), Terni appena 1,48 (63° posto). Peggio ancora va sul fronte dell’occupazione media annuale degli alloggi: 22,21% per Perugia (65° posto), 20,74% per Terni (77° posto).

Emerge quindi una scarsa capacità di attrarre prenotazioni effettive. Il turismo breve in Umbria, oggi, non è competitivo.

Un peso economico ancora indietro rispetto alle potenzialità

Il sesto parametro misura l’incidenza del valore aggiunto di alloggio e ristorazione sull’economia provinciale. Anche qui, l’Umbria fatica a lasciare il segno.

Perugia si attesta al 3,93% (51° posto), Terni al 3,39% (70° posto). Un dato che sottolinea come il turismo, pur presente, nella regione abbia da guadagnare e possa guadagnare spazio e posizioni nella scala del Pil regionale.

Tante potenzialità, ma competitività da costruire

In sintesi, la provincia di Perugia mostra segnali di vitalità, ma resta lontana dalle aree leader. Terni arranca, con risultati troppo timidi per ambire a un posizionamento competitivo.

L’Umbria ha le carte per crescere: una domanda in aumento, una buona destagionalizzazione, un’offerta ancora espandibile. Ma i nodi restano: pochi alloggi moderni, basso utilizzo delle strutture esistenti, incidenza economica al di sotto di quella della maggioranza delle province italiane.

Serve un cambio di passo. Non basta esserci: bisogna competere. E il turismo, se sostenuto da investimenti, formazione e promozione efficace, può diventare finalmente un motore strutturale dell’economia regionale.

Il commento del presidente Mencaroni

Questo il commento di Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria: “Il turismo è una delle leve più potenti della nostra economia: se consideriamo anche l’indotto – trasporti, cultura, commercio, servizi – il suo peso sul Pil umbro si moltiplica ben oltre quanto indicano i dati sul solo alloggio e ristorazione. Tra il 2019 e il 2024 le presenze turistiche sono cresciute in modo netto, segnando un balzo importante per l’intero sistema regionale. Anche il 2025 sta registrando numeri molto incoraggianti, trainati in parte dal Giubileo. La sfida ora è capitalizzare questa fase, puntando su qualità, accoglienza, infrastrutture e promozione. L’Umbria ha potenzialità straordinarie per affermarsi come destinazione stabile, competitiva e sostenibile nel panorama nazionale e internazionale”.