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Arvedi Ast: l’energia del passato per un futuro sostenibile

Un evento celebrativo accende i riflettori sulla “grande opera” idraulica della cascata delle marmore e la sfida energetica contemporanea

Arvedi Ast, noto sito produttivo estremamente energivoro, si trova attualmente in una situazione di competizione compromessa a causa di un costo energetico che risulta essere tre/quattro volte superiore rispetto a quello dei principali competitor europei. Questa criticità, evidenziata dall’azienda in una recente nota, sarà al centro di un importante evento previsto per il prossimo autunno.

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L’evento, che accenderà i riflettori su una delle più grandi realizzazioni idrauliche della storia, celebrerà la “Grande opera”: un sistema innovativo di condotte e turbine progettato per l’adduzione delle acque dal Velino e la trasformazione della potenza della Cascata delle Marmore in energia. Questo sistema, avveniristico per l’epoca, era già allora considerato sostenibile.

Questa iniziativa si inserisce nel quadro delle celebrazioni del 140° anniversario della fondazione delle acciaierie di Terni, con l’obiettivo di valorizzare gli aspetti storici e culturali che hanno segnato il percorso industriale della regione. La mostra che sarà allestita illustrerà i principali elementi distintivi del territorio: la magnificenza delle acque della Cascata delle Marmore, l’operosità rappresentata dall’acciaio e dall’energia, e la bellezza naturalistica delle gole della Valnerina.

Un focus particolare della mostra sarà dedicato alla questione energetica, un aspetto cruciale per Arvedi Ast. La nascita di questa sfida energetica risale alla costruzione e gestione di numerosi impianti di produzione di energia elettrica in Umbria, Lazio e Abruzzo da parte della “Terni – Società per l’industria e l’elettricità Spa” oltre un secolo fa. Tuttavia, nel 1964, la nazionalizzazione degli impianti e il loro trasferimento all’Enel privarono l’azienda dei benefici derivanti da tariffe agevolate, senza trovare una soluzione strutturale al problema energetico, con gravi ripercussioni sulla competitività del territorio umbro.

“Come a fine ‘800 la questione trovò soluzione con la ‘Grande opera’, a maggior ragione oggi – con le moderne infrastrutture già esistenti e le pressanti esigenze legate alla modernizzazione ambientale – è indispensabile individuare un assetto che consenta ad Ast di competere e di continuare ad assicurare benessere e prosperità al sistema locale”, sottolinea l’azienda.

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