
Addetti nell’economia sociale in Umbria, tra dipendenti e volontari
In Umbria l’economia sociale ha un peso considerevole, superiore a quello che ha la regione in altri settori. Secondo i dati dell’Euricse riportati nell’ultimo bollettino della Banca d’Italia sull’economia dell’Umbria, nel 2021 operavano sul territorio 7.500 organizzazioni dell’economia sociale (OES), con un numero di occupati pari al 7,1% del totale regionale.
Si tratta di un valore superiore a quelli registrati nell’Unione europea (6,1%) e nelle altre regioni italiane, ad eccezione di Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige. Anche la presenza di volontari era più diffusa rispetto al Paese (10,3 contro 7,8% degli abitanti), seppure inferiore a quella osservata a livello europeo (12,3%).
L’economia sociale include due categorie di soggetti: le cooperative mutualistiche diverse da quelle sociali, che rispondono ai bisogni dei propri soci, e le istituzioni non profit (INP), che operano a favore della collettività.
In regione l’occupazione riferibile alle OES si concentrava nelle cooperative, nonostante queste rappresentino solo l’8,3% del totale: quelle sociali assorbivano oltre un terzo degli addetti del settore, le altre un’ulteriore metà; si tratta di incidenze più elevate di quelle osservate in Italia e, soprattutto, nell’UE.
Più di tre quarti delle OES operavano in forma di associazione, in Umbria come nelle aree di confronto; la corrispondente quota di addetti in regione era pari al 7,5% del totale, un valore simile a quello italiano, ma molto lontano dalla media europea (54,1%).
In Italia il sottoinsieme dell’economia sociale rappresentato dalle istituzioni non profit ricomprende circa il 95% delle OES e la metà dei loro addetti.
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Sulla base dei dati del Censimento permanente sulle istituzioni non profit, alla fine del 2022 (ultimo anno disponibile) in Umbria erano attive poco più di 7.000 INP, il 2,0 per cento di quelle presenti nel Paese. Le INP umbre impiegavano circa 12.400 addetti e 89.300 volontari, corrispondenti rispettivamente all’1,3 e
all’1,9% del totale italiano.
Nel corso degli anni duemila l’espansione di queste organizzazioni è stata significativa, seppure lievemente meno intensa che in Italia: tra il 2001 e il 2022 il loro numero è aumentato del 49,0 per cento,
gli addetti sono cresciuti di tre quarti, i volontari di circa un quinto.
In Umbria solo poco più di un’INP su dieci aveva dipendenti (circa una su sette nel Paese); ne occupava in media 15,6 (17,2 in Italia). La presenza di volontari in queste organizzazioni era invece sostanzialmente allineata a quella osservata a livello nazionale (12,5).