
Guerre dai dazi, i prodotti umbri più a rischio dopo l’annuncio di Trump
Nell’ultimo anno l’Umbria ha esportato verso gli Stati Uniti beni per quasi 734 milioni di euro. Soprattutto macchine di impiego generale (182 milioni di euro), articoli di abbigliamento (121 milioni), macchine per l’agricoltura e la silvicoltura (43milioni).
Dopo l’annuncio del presidente Trump sui dazi del 30% che dal primo agosto scatteranno sui beni importati negli Usa dall’Unione europea, in attesa della risposta che arriverà da Bruxelles, si cerca di stimare le possibili ripercussioni della guerra commerciale con un mercato che per l’Italia vale oltre 65 miliardi di euro.
Beni che per il 43%, come ricorda la Banca d’Italia, sono di alta qualità e quindi in teoria meno esposti all’aumento dei prezzi perché diretti a consumatori (imprese o persone) con maggiori disponibilità economiche.
Ma le barriere commerciali elevate da Trump, come rileva la Cgia, finiranno per penalizzare un po’ tutta l’economia del Vecchio Continente, in particolare nelle zone che meno hanno diversificato la propria produzione.
L’Umbria da questo punto di vista viene collocata nella fascia intermedia di diversificazione della propria produzione destinata all’export: su un totale di 5.905 milioni di euro di beni esportati, i primi dieci prodotti pesano per il 61,9%.
Quanto ai territori, nella provincia di Terni è stato nell’ultimo anno lo 0,1% dei beni italiani diretti negli Usa, per un valore di 56,7 milioni di euro, con una flessone del 7,7% rispetto al 2023. Dalla provincia di Perugia è invece partito l’1% dell’export italiano verso il mercato statunitense, per un valore di 677,2 milioni di euro nell’ultimo anno.