
Si prevede il boom di turisti in Umbria, nel settore servono oltre 3.500 figure da assumere
Le previsioni di un boom turistico in Umbria nell’estate del 2025 spingono gli imprenditori del settore ad accelerare con le assunzioni. Sono 3.640 gli avviamenti al lavoro previsti sino ad agosto, +6,4% rispetto allo stesso periodo del 2024, secondo i dati del Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Il 2024 ha già sfiorato il massimo storico delle presenze in Umbria, con oltre 7,3 milioni, e il 2025 potrebbe essere l’anno del sorpasso, con quota 8 milioni ormai nel mirino.
Il mese di giugno dà la scossa: +17% di assunzioni
Il segnale più forte arriva subito, già nel mese di giugno. Secondo Excelsior, le assunzioni previste nel settore turistico in Umbria passano da 1.120 a 1.310 in un anno, con un balzo del +17%. È come dire: il buongiorno si vede dal mattino, e qui la giornata si annuncia luminosa.
Spicca il dato della provincia di Terni, che sfoggia una crescita del +36,4%, passando da 220 a 300 avviamenti al lavoro previsti nel mese. Ma anche Perugia tiene il passo, con un solido +11% (da 910 a 1.010). Una dinamica simile si ritrova nel trimestre complessivo: a Terni il salto è del +23,8%, mentre a Perugia si registra comunque una crescita, ma molto più contenuta, del +2,5%.
Giubileo, spiritualità e visibilità mondiale
A trainare la stagione 2025 c’è una congiuntura eccezionale. Innanzitutto il Giubileo, che porta in Italia milioni di pellegrini e che trova in Umbria una delle sue mete privilegiate, grazie a luoghi iconici come Assisi, Norcia, Cascia e Terni, ma anche tanti borghi spirituali meno noti ma altrettanto carichi di fascino.
A questo si aggiunge un evento storico: l’ottavo centenario della morte di San Francesco, cuore del Giubileo francescano 2023–2026. Si celebrerà in tutto il mondo, ma sarà Assisi il centro simbolico e operativo di questo straordinario anniversario. Le ricadute sul turismo sono già evidenti, e le imprese si stanno organizzando per coglierle al meglio.
Una promozione che ha fatto scuola
L’Umbria non arriva impreparata. Negli ultimi anni, le campagne di promozione turistica hanno segnato un cambio di passo radicale. Hanno smesso di inseguire la “moda” per rivalutare un’identità profonda, autentica, distintiva. Il claim “non è di moda, è senza tempo”, adattissimo per l’Umbria, significa intercettare un turismo più consapevole, in cerca di esperienze significative.
Natura, silenzio, spiritualità, artigianato, enogastronomia, arte diffusa, cultura e altro ancora: sono questi gli asset che rendono l’Umbria unica. E lo dimostrano i dati: non solo più turisti, ma anche più lavoratori, più imprese, più opportunità. Una regione che riscopre sé stessa attraverso gli occhi di chi arriva da fuori.
Figure richieste, domanda più sofisticata
A cambiare non sono solo i numeri, ma anche i profili cercati. Gli imprenditori cercano figure sempre più qualificate, capaci non solo di garantire l’accoglienza, ma di rappresentare il valore esperienziale del soggiorno. Non basta più servire un piatto o rifare un letto: si cercano competenze linguistiche, digitali, relazionali, con attenzione alla gestione delle prenotazioni online, all’utilizzo dei social, al customer care.
Questo dimostra che il turismo umbro sta facendo un salto di qualità. E con esso, cresce la necessità di formazione mirata, percorsi professionalizzanti, orientamento al lavoro. Una filiera che unisce scuola, istituzioni e imprese, e che va rafforzata con visione di lungo periodo.
Il nodo reperibilità
Ma non è tutto rose e fiori. La difficoltà di reperimento resta elevata: in Umbria, il 56% delle figure richieste nel turismo è giudicato “difficile da trovare”, una percentuale stabile rispetto al 2024. A Terni, la situazione è addirittura peggiorata, con un balzo dal 50% al 56% di figure difficili da reperire, mentre Perugia segna una lieve riduzione (dal 57% al 56%).
Un campanello d’allarme che richiama l’urgenza di azioni sistemiche: l’offerta di lavoro c’è, ma la mancanza di profili adeguati può diventare un freno. Servono percorsi più flessibili, sinergie formative tra ITS, scuole professionali, Università e operatori del settore. Il turismo è pronto a dare lavoro: ora bisogna mettere le persone nella condizione di cogliere questa opportunità.
Mencaroni: il turismo è un’industria
Commenta Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria: “Per troppi anni il turismo è stato trattato come un settore marginale, quasi un riempitivo dell’economia umbra. Oggi, finalmente, si prende atto di una realtà che noi sottolineiamo da tempo: il turismo è un’industria, a tutti gli effetti. Produce occupazione, anche qualificata, attira investimenti, valorizza le competenze locali e promuove l’immagine della nostra regione nel mondo. I dati Excelsior lo dicono chiaramente: la crescita degli avviamenti al lavoro nel comparto turistico non è episodica, ma strutturale. È la spia di una trasformazione profonda, che dobbiamo accompagnare con politiche mirate e strumenti adeguati. L’Umbria ha tutte le carte in regola per fare del turismo una leva strategica di sviluppo economico e sociale, integrata con cultura, ambiente, artigianato e agricoltura. E noi, come sistema camerale, siamo stati e saremo sempre in prima linea per sostenere questo percorso con determinazione e visione”.