
Crisi automotive, gli effetti in Umbria. Più lavoro per l’autoriparazione
Il settore dell’automotive, già segnato dalla recessione di Germania e dalle incertezze della transizione alla mobilità elettrica, che ha colpito le motorizzazioni endotermiche di cui le case produttrici europee detenevano una parte consistente del mercato mondiale, rischia di ricevere un ulteriore colpo dai dazi del 25% sulle importazioni di auto degli Stati Uniti in vigore dal 3 aprile, tariffe che dal 3 maggio sono entrate in vigore anche per le componenti automobilistiche.
Nel 2024 l’Italia è il terzo esportatore di autoveicoli negli USA dietro a Germania e Svezia, con vendite pari a 3,5 miliardi di euro, che segnano una caduta del 28,2% su base annua.
Come rileva QE, Quotidiano Economia, la crisi dell’auto colpisce un esteso indotto dominato dai settori della meccanica quali i prodotti in metallo, i macchinari e la metallurgia: lungo l’intera filiera dei mezzi di trasporto su gomma lavorano 482mila addetti.
Il mercato dell’auto in Italia e in Europa
In Italia si accentua la caduta della produzione di autoveicoli che nel primo bimestre del 2025 cala del 34,9%, portando ad un cedimento del 34,1% negli ultimi dodici mesi che peggiora la già grave flessione del 28,7% del 2024: si tratta della peggiore performance della produzione automobilistica in Italia dal 1991. Anche in Unione europea il primo bimestre del 2025 segna calo del 6,6% della produzione di autoveicoli, in leggera attenuazione rispetto alla flessione del -9,2% del 2024, con una maggiore tenuta per Germania (-2,7%) e Francia (-3,2%).
Dal lato della domanda, secondo i dati del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel primo trimestre del 2025 il mercato del nuovo segna una riduzione delle immatricolazioni dell’1,6%. L’analisi dei dati di Unrae evidenzia che il calo del 2,3% delle immatricolazioni nel primo trimestre del 2025 è la combinazione di un incremento di ibride ed elettriche (BEV) a fronte del calo per motori diesel e benzina.
E mentre il mercato del nuovo in Italia ristagna, salgono le immatricolazioni di marchi di proprietà o di controllo di imprese cinesi a cui si associa una crescente importazione dei paesi UE di auto prodotte in Cina.
Gli effetti in Umbria
Difficoltà che stanno creando effetti anche al settore dell’automotive in Umbria. Regione dove non sono presenti stabilimenti di produzioni automobilistiche, ma dove le aziende dell’indotto sono circa 140, con 2mila dipendenti diretti ed altri 6mila dell’indotto. Emblematico il caso delle Faurecia, azienda ternana che produce marmitte cataliche.
L’autoriparazione
In controtendenza ovviamente il settore dell’autoriparazione. Con minori immatricolazioni, sempre più proprietari di auto usate devono provvedere a manutenzioni e riparazioni. In Umbria si calcola che sono circa 330mila le auto circolanti con più di 10 anni.
Nell’autoriparazione (fonte Osservatorio Autopromotec su dati Osservatorio MPI Confartigianato) sono impegnate in Umbria quasi 1500 imprese, di cui più di mille (il 74,3%) artigiane.