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Terni, procede la pratica del nuovo stadio e della clinica

L’assessore Melasecche fa il punto sui due grandi progettui collegati alla Ternana calcio

“Procedono regolarmente le operazioni di verifica della pratica relativa alla richiesta della Ternana calcio per realizzare un nuovo stadio, opera pubblica, ed una clinica collegata per contribuire al finanziamento del primo”: lo sottolinea l’assessore regionale Enrico Melasecche.
“La Regione ha già convocato un confronto con numerosi uffici regionali, sanità compresa, invitando sia il comune di Terni che i rappresentanti della Ternana calcio, presente con tecnici e legali, incontro utilissimo per dirimere dubbi e completare le documentazioni, tenuto conto che si tratta della prima operazione in Italia che utilizza la cosiddetta legge sugli stadi in combinazione con una clinica privata rispetto ad altri casi in cui sono stati posti spazi commerciali come asset reddituali” aggiunge.
“Procedono inoltre normalmente – sottolinea Melasecche in una nota – gli scambi di corrispondenza per rendere la conferenza di servizi decisoria, che fa seguito a quella preliminare avvenuta in Comune, produttiva di risultati nella massima trasparenza e correttezza. La convocazione avverrà entro pochi giorni. Per consentire a tutti i partecipanti alla conferenza di approfondire i temi di propria competenza, la data presumibile della riunione dovrebbe avvenire all’incirca per la metà di giugno. Saranno probabilmente necessarie più sedute anche per le necessarie procedure parallele da porre in essere. Ad oggi la Regione sta procedendo perfettamente nei tempi previsti dalla normativa in vigore che prevede 180 giorni di tempo per consentire ai partecipanti di approfondire gli aspetti particolarmente complessi di questa procedura”.
Melasecche ha infine sottolineato di avere “ritenuto opportuno fare queste precisazioni onde evitare che proliferino dubbi e vengano fatte critiche immotivate nei confronti di chi sta lavorando correttamente a questa pratica”

Terni, Comune e fondazione Carit in campo per la programmazione sui fondi Pnrr

La fondazione ha elaborato un piano di sostegno per aiutare gli enti locali per realizzare i progetti del Piano nazionale

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Partirà entro maggio la serie di laboratori di co-progettazione che la fondazione Carit porterà avanti insieme ai Comuni del territorio per affiancarli nella progettazione dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. E’ il nuovo step che arriva dopo che la stessa fondazione, dal mese di dicembre 2021, si è attivata con un progetto a supporto degli enti locali, in collaborazione con la fondazione Brodolini. In questo ambito, il 4 marzo 2022 si è già tenuto un workshop con la partecipazione dei rappresentanti delle amministrazioni comunali del territorio, per una analisi approfondita della guida al Pnrr ad uso dei Comuni. La seconda fase prenderà il via il 23 maggio: il laboratorio si propone dunque come un’attività di accompagnamento promossa dalla fondazione Carit che nasce delle risultanze della fase di ascolto e dalla mappatura dei bisogni prioritari dei territori e tiene conto dei vincoli e delle tempistiche di attuazione del PNRR e dello stato dell’arte dei bandi emessi e di nuova emissione. Tre gli incontri previsti, che si svolgeranno presso la sede della Fondazione Carit a Terni. Il primo lunedì 23 maggio, il secondo lunedì 6 giugno, il terzo lunedì 20 giugno.
“Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – spiega il presidente della fondazione Carit, il professor Luigi Carlini – è una straordinaria occasione per le nostre comunità che hanno l’opportunità e, contemporaneamente, il dovere di attivarsi in modo collettivo e sinergico per condurre in porto progetti, riforme, investimenti, ma soprattutto un percorso di crescita comune in grado di costruire una nuova visione di futuro che possa impattare positivamente sulla qualità della vita di quanti abitano i nostri territori, oggi come nella prossima generazione”.

 

L’azienda Rampini di Passignano e la Baccarini sperimentano celle all’idrogeno per gli autobus

Test su autobus a cella combustibile alimentati a idrogeno, accordo con la Sapio di Monza

Test su autobus a cella combustibile alimentati a idrogeno e sistemi di rifornimento ottimizzati per i mezzi di trasporto pubblico.

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Test su autobus a cella combustibile alimentati a idrogeno e sistemi di rifornimento ottimizzati per i mezzi di trasporto pubblico. È il cuore del memorandum di intesa siglato tra Gruppo Sapio, in collaborazione con il Gruppo Baccarelli in Umbria, e la Rampini Carlo. L’obiettivo dell’Unione Europea di ridurre significativamente le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030 e di conseguire la neutralità climatica entro il 2050 può essere raggiunto solo introducendo politiche più ambiziose volte a ridurre l’indipendenza dai combustibili fossili e in sinergia con l’impegno di azzerare l’inquinamento.
Proprio partendo da questo obiettivo è nata l’intesa tra Sapio e Rampini, che punta a sostenere e promuovere lo sviluppo del settore rendendo disponibili e supportando la filiera italiana nelle attività volte alla transizione energetica ed in particolare alla mobilità sostenibile. Con la firma del memorandum Sapio, leader di mercato nella produzione e approvvigionamento di idrogeno da 100 anni che vanta un’esperienza consolidata lungo l’intera catena del valore e opera in completa sicurezza attraverso una rete capillare su tutto il territorio, metterà a disposizione le proprie competenze nell’ambito della produzione, trasporto, distribuzione e applicazioni finali per sviluppare soluzioni che consentano all’idrogeno di posizionarsi come vettore energetico sostenibile e sicuro.
“Il futuro del nostro Paese inizia da ciò che possiamo realizzare oggi” – ha dichiarato Alberto Dossi, presidente del gruppo Sapio – “Rampini è una società leader nella progettazione e produzione di veicoli elettrici e a idrogeno e come Sapio siamo orgogliosi di questa importante collaborazione che rappresenta, ancora una volta, un chiaro esempio dell’impegno che intendiamo mettere a disposizione per contribuire a ridurre le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030. Sapio darà il suo apporto di esperienza e competenza nella produzione di idrogeno, ingegnerizzazione e realizzazione di stazioni di rifornimento H₂ per ogni genere di veicolo”.

Il Gruppo Sapio, fondato nel 1922 con sede a Monza, opera nel settore dei gas industriali e medicinali e nell’homecare su tutto il territorio nazionale e, all’estero in Francia, Germania, Slovenia, Turchia e Spagna. Con un fatturato di circa 700 milioni di euro e 2.250 dipendenti, produce, sviluppa e commercializza gas, tecnologie innovative e servizi integrati per il settore industriale. La storia della Rampini Carlo S.p.A. comincia nel 1945 in Umbria, a Passignano. Da oltre 70 anni in Rampini realizza gioielli della meccanica italiana, sviluppando prodotti ad alto contenuto tecnologico e sempre più ecologici. Una progettazione sempre innovativa ha caratterizzato e caratterizza tuttora il nostro percorso di crescita. Una crescita costante, dal punto di vista qualitativo e quantitativo, ha portato noi di Rampini a diventare una tra le più importanti realtà produttive nazionali. Un’azienda familiare ben consolidata, modello esemplare della piccola e media industria italiana.

Nella foto il direttore generale della Rampini Fabio Magnoni.

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Cassa di risparmio di Orvieto esce dal controllo di BpB

Cassa di Risparmio di Orvieto esce dal controllo BpB

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Finisce il sodalizio tra la Cassa di risparmio di Orvieto e la Banca Popolare di Bari, iniziato nel 2021 quando l’istituto pugliese acquistò le quote di maggioranza della Cassa.  Da allora ad oggi di acqua sotto ai ponti ne è passata parecchia, ma l’elemento più significativo è stato rappresentato dalla pessima gestione della Popolare, giunto nel 2019 ad un passo dal crac e salvata solo grazie al provvidenziale intervento dello Stato che l’aveva rilevata attraverso il Mediocredito Centrale. Adesso è proprio il piano industriale elaborato dal Mediocredito, guidato da Bernardo Mattarella, che prevede lo scorporo della banca orvietana dal corpaccione in forte sofferenza della Popolare di Bari.  La Cassa di risparmio passerà infatti sotto il controllo diretto del Mediocredito che ne acquisisce l’intera proprietà e provvederà ad una ripatrimonializzazione per farla operare sul mercato dell’Italia centrale mentre la Popolare sarà concentrata al sud.  

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Dopo un anno di commissariamento della Popolare, si è dunque deciso di separare i destini dei due istituti di credito con la banca pugliese che aveva finora detenuto oltre il 74% della Cassa di risparmio e di individuare due ambiti di mercato completamente diversi per le due aziende di credito. Per la Cassa di risparmio di Orvieto si fa anche riferimento ad una gestione del patrimonio immobiliare che potrà passare dalla vendita o dall’affitto per risparmiare i costi. Un aspetto ancora non molto chiaro, ma che sembra precludere ad una paventata dismissioni degli immobili di proprietà il più prestigioso dei quali è ovviamente rappresentato dalla sede centrale della banca, nella centralissima piazza di sant’Andrea. Il passaggio sotto il Mediocredito comporterà anche una nuova organizzazione interna per la Cassa di risparmio che sarà strutturata attraverso due unità di business, la capital light divisione  la tech and banking services. Pur essendo un piano industriale ancora da definire nei dettagli, i sindacati hanno accolto queste novità con un segnale di “cauta fiducia”.  Per la Cassa di risparmio di Orvieto l’ingresso del Mediocredito aveva comportato il mantenimento dei livelli occupazionali e la chiusura di alcune filiali sul territorio contro cui si erano inutilmente mobilitate le comunità interessate. 

Arvedi, attesa per il piano industriale




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