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Il grande gelo demografico che attanaglia l’Umbria

L’Agenzia Umbria ricerche delinea uno scenario da incubo non solo per la tenuta demografica, ma anche per quella produttiva della regione

Scenari da incubo per la demografia umbra.Secondo una ricerca di Aur, l’Agenzia umbra ricerche, i cambiamenti demografici in atto stanno determinando conseguenze negative sulla capacità di generare reddito
Nel 2042 la popolazione in Umbria scenderà sotto gli 800mila persone, con venti punti di Pil in meno. Sono queste le stime dell’Agenzia Umbria Ricerche, che con uno studio molto ben calcolato rileva il drammatico fatto che la regione sta perdendo molto di più della media italiana. Il calo della popolazione in Umbria provocherà, nel giro di un paio di decenni, perdite economiche rilevanti che potrebbero mandare in crisi il sistema regionale. La ricerca rileva che “la popolazione sta diminuendo e invecchiando e un inadeguato ricambio generazionale sta erodendo la corte di persone in età attiva, ovvero quelle deputate alla produzione per il mercato e al sostegno economico di tutta la popolazione. La crescente domanda di welfare, combinata a un potenziale produttivo indebolito da una contrazione della base lavorativa, determina seri rischi di sostenibilità sociale ed economica-Nell’ultimo decennio il fattore demografico comincia a produrre effetti negativi che amplificano la situazione di svantaggio dell’Umbria”.
In questo quadro comincia a produrre effetti negativi anche il fattore demografico, che amplifica la situazione di svantaggio dell’Umbria. Dal 2014 la popolazione inizia a intraprendere un percorso di continua discesa, più evidente che in Italia; si assottigliano le fasce più giovani ma anche quella di 15-64 anni. Lo scoppio della pandemia non ha fatto altro che accentuare una tendenza già in atto. Le stime dell’Istat indicano che tra vent’anni la popolazione totale umbra potrebbe perdere oltre 65 mila unità e, in particolare, oltre 101 mila persone in età attiva. Dopo altri vent’anni si avrebbe una ulteriore perdita di oltre 96 mila abitanti, e di oltre 57 mila persone in età da lavoro, seguendo un’involuzione molto più rapida di quella su base nazionale.
Nello specifico, dal 2022 al 2042 l’Umbria perderebbe, per il solo effetto delle trasformazioni demografiche, il 19,1% del Pil (contro -14,8% nazionale) e nei successivi venti anni un ulteriore 13,4% (contro -11,0%). Complessivamente, tra meno di quarant’anni il Pil dell’Umbria rischierebbe di scendere del 30% (-24% in Italia) rispetto al 2022.
Queste dinamiche tenderebbero ad allontanare ulteriormente il livello di Pil pro capite umbro da quello medio nazionale: fatto 100 il dato italiano, quello umbro scenderebbe da 85,5 del 2022 a 83,6 al 2042 quindi a 83,1 venti anni dopo. Ciò per dire che la leva principale da utilizzare per invertire la tendenza in atto resta ancora quella dell’innalzamento della produttività.

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