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Futuro dell’acciaieria, sindacati in pressing su Arvedi e istituzioni

Si sollecita l’attuazione del piano industriale da u960 milioni di euro

Ritengono che per l’Ast di Terni si sia “arrivati ad un passaggio decisivo per il futuro del sito industriale integrato” i sindacati dopo l’incontro in Regione con le istituzioni locali relativo ad un aggiornamento sulla situazione inerente le politiche industriali e di sviluppo del gruppo.
Appuntamento che “non ha sciolto i nodi che ormai da troppo tempo sono presenti” sottolineano Cgil, Cisl e Uil.

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Le organizzazioni sindacali nel ribadire, in un comunicato congiunto, le “criticità più volte evidenziate nel percorso svolto e nel non coinvolgimento delle parti sociali”. “Ast Terni – aggiungono – rappresenta una eccellenza del manifatturiero italiano, una produzione strategica nel panorama degli acciai speciali europei e principale ricchezza economica e produttiva per la Regione Umbria. Riteniamo che istituzioni, Governo e Unione europea debbano in tempi rapidi fornire risposte sull’accordo di programma”. Per Cgil, Cisl e Uil “vanno assolutamente esplicitati e certificati da tutti gli attori coinvolti i tempi, gli impegni in esso contenuto in sede di governo; quali e quanti fondi ministeriali o altre risorse vengono messe a disposizione per il territorio ternano; i diversi strumenti Pnrr-Area Sin – fondi ministeriali – Fondi europei ed altri si intreccino tra di loro e su quali capitoli di spesa o investimento si indirizzino dentro una idea di sviluppo integrato e sostenibile ben precisa che tenga presente temi fondamentali che come sindacato abbiamo evidenziato già in passato come energia”.
“Nodi decisivi – spiegano ancora i sindacati – ai quali siamo interessati non solo per Ast ma per l’insieme del territorio”. “Crediamo che non sfugga a nessuno – sostengono Cgil, Cisl e Uil – il fatto che investire su infrastrutture materiali ed immateriali, affrontare i temi dell’approvvigionamento energetico, proseguire il miglioramento continuo sull’ambiente, investire e migliorare i fattori localizzativi territoriali e valorizzare il lavoro in termini quantitativi e qualitativi anche secondo gli indicatori Esg, rappresentino i presupposti indispensabili verso uno sviluppo sostenibile in tutte le sue accezioni nell’interesse generale di tutta la comunità ternana e il suo comprensorio. Tutto ciò deve essere propedeutico al rafforzamento di Arverdi Ast ma anche alla costruzione di una vision complessiva per un modello di sviluppo territoriale che possa creare i presupposti anche per nuovi insediamenti produttivi. In questa ottica vanno rafforzati i diversi livelli di interlocuzione sindacali. Pensiamo che il Arvedi-Ast debba trascrivere i buoni propositi annunciati, su un piano industriale di rilancio e sviluppo delle produzioni ternane e come i progetti si intersecano con l’accordo di programma. Piano industriale che affronti i temi degli investimenti di processo e di prodotto, le strategie commerciali, la sostenibilità produttiva, ambientale e sociale ed il relativo posizionamento dell’asset ternano dentro lo scacchiere delle produzioni nazionali ed internazionali. Piano industriale che affronti il tema dell’occupazione rendendo le relazioni sindacali sempre più partecipative. Ribadiamo che occorrono impegni precisi e certi che diano il senso di un’azienda capace di guardare al futuro raccogliendo e anticipando le sfide che nel settore degli acciai si presenteranno. Vanno assunti impegni precisi sui temi di salute, ambiente e sicurezza mettendo al centro il valore del lavoro anche attraverso il rinnovo del protocollo Sas, Salute, ambiente e sicurezza, rilanciando l’iniziativa di un protocollo che regoli e tuteli il sistema dei lavoratori in appalto. Serve difendere il valore delle filiere produttive sviluppatesi in questi anni nel territorio ed investire su una nuova organizzazione della logistica e dei trasporti con finalità di sostenibilità ambientale. “Per queste ragioni Cgil-Cisl-Uil chiedono e ribadiscono con forza – si legge ancora nel loro comunicato – una assunzione di responsabilità dei soggetti interessati per definire in fretta quanto ancora sospeso. Il dilazionare dei tempi e le troppe incertezze rischiano di indebolire complessivamente il tessuto produttivo, economico e sociale di questo territorio. Lavoratori e lavoratrici, cittadine e cittadini ma più in generale la Comunità ternana merita risposte certe capaci di guardare al futuro con ottimismo che tenga coesi tutti questi elementi senza contrapposizioni. Ne vale il futuro di Terni e della fabbrica”.

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