
E’ morto il saggista e attivista letterario Goffredo Fofi
E’ morto Goffredo Fofi, intellettuale, saggista e attivista letterario eugubino.
Lo ricordano esprimendo cordoglio anche la sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi, e il vice sindaco Marco Pierini, che ricordano: “Giusto un mese fa, invitato alla Sala dei Notari dalla Società Operaia di Mutuo Soccorso, Goffredo Fofi aveva ricordato assieme all’amico Piergiorgio Giacchè la figura di Aldo Capitini, alternando brani di memoria – personale e collettiva – a riflessioni sui nostri tempi nelle quali le parole del filosofo perugino riecheggiavano sempre vive e attuali. In qualche modo, quest’ultimo, recentissimo, affondo su Capitini completava un lungo percorso biografico e intellettuale, riportando Fofi alle origini, a quel 1955 quando, appena diciottenne, lasciò Gubbio per raggiungere in Sicilia Danilo Dolci che alla non violenza di origine gandhiana e capitiniana, stava dando corpo facendone lo strumento di lotta contro la mafia, l’analfabetismo, lo sfruttamento, la miseria”.
“Nei settant’anni di vita che sono seguiti a questo esordio non convenzionale – proseguono – anche per gli ambienti più aperti della sinistra del tempo, il critico cinematografico e teatrale, il giornalista, il letterato, il giornalista, l’attivista Fofi non ha mai mancato di indagare la contemporaneità con uno sguardo anticonformista, attento, indirizzato innanzi tutto all’osservazione e all’ascolto. Delle arti, e in particolare del Cinema, sapeva sempre cogliere la loro rispondenza a quanto di più genuino e autentico scaturiva, nei vari decenni, dagli ambienti culturali e dai contesti sociali, comprendendone in anticipo le possibilità di sviluppo, abolendo le gerarchie e le classificazioni, sovvertendo i confini tra la cultura ‘alta’ e quella popolare e trattando con il medesimo acume di Bellocchio e di Totò, la cui comicità nelle alte sfere dell’intellighenzia veniva ignorata se non addirittura derisa. Penna felice e instancabile Fofi ha affiancato alla produzione saggistica un inesauribile amore per le riviste, collaborandovi, dirigendole, fondandole senza sosta, lasciando il proprio segno inconfondibile su pagine come quelle di “Quaderni Piacentini”, “Ombre rosse”, “Lo Straniero””.
Il 10 giugno, al termine dell’incontro, prima di tornare nella casa di Gubbio, Goffredo Fofi si è intrattenuto con gli amici vecchi e nuovi, condividendo con loro dei progetti in corso e di quelli ancora da mettere in cantiere, “dimostrando ancora una volta – concludono Ferdinandi e Pierini – che la passione e la libertà non conoscono limiti e che i migliori maestri – come lui è stato – non sono quelli che pretendono di essere seguiti ma quelli che amano farsi accompagnare”.