In Umbria oltre 13mila occupati in più in 2 anni, ma timori per la cig
In Umbria quest’anno si contano circa 13.400 occupati in più rispetto a due anni fa. Ufficialmente sono oggi 365.700. Con il tasso di disoccupazione che è sceso al 5,7%, anche in virtù dei quasi 22mila disoccupati in meno nel confronto con il 2022.
Una dinamica che, pur con percentuali differenti da regione a regione, si registra in tutta Italia. Con il dato preoccupante però, soprattutto negli ultimi mesi, dell’aumento del ricorso alla cassa integrazione straordinaria. E con la prospettiva di perdite di posti di lavoro in settori finora strategici, come quello dell’automotive, il cui indotto in Umbria conta circa 140 imprese e 10mila lavoratori tra diretti e indiretti.
In Italia
Nel Paese, secondo quanto evidenzia l’Ufficio studi della Cgia, l’occupazione è cresciuta complessivamente di 847mila unità (+3,6%). Di questi nuovi posti di lavoro, 672mila sono lavoratori dipendenti e 175mila autonomi.
Tra i lavoratori dipendenti, lo stock di coloro che in quest’ultimo biennio dispone di un contratto a tempo indeterminato è aumentato di 937mila unità, mentre i lavoratori con un contratto a termine sono diminuiti di 266mila. Pertanto, l’incidenza percentuale di lavoratori subordinati che attualmente possiede un contratto di lavoro precario è scesa al 14,4 per cento (-2 punti rispetto a ottobre 2022). Sempre nello stesso periodo, i disoccupati sono diminuiti a 1.473.000 (-496mila) e gli inattivi a 12.538.000 (-198mila).
Oltre alle variazioni assolute, anche l’andamento dei tassi, ovviamente, è stato positivo. Nella fascia di età 15-64 anni, quello di occupazione è salito al 62,5% (+1,9%), mentre il tasso di disoccupazione è diminuito al 5,8% (-2 punti).
Giovani, donne, Sud
In forte contrazione anche il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) che si è attestato al 17,7% (-5 punti).
Nel Paese con il tasso di occupazione femminile più basso d’Europa, in questi ultimi due anni lo stesso si è attestato al 53,6% (+2) e il tasso di disoccupazione è sceso al 6,3% (-2,7%).
Tra le quattro ripartizioni geografiche presenti in Italia, il Mezzogiorno – grazie al buon andamento delle esportazioni, delle costruzioni e degli investimenti pubblici correlati al Pnrr – parerebbe registrare l’incremento occupazionale più importante d’Italia, con quasi 350mila addetti in più negli ultimi due anni.
Anche per quanto concerne la contrazione dei disoccupati, sarebbe sempre il Sud la macro area più dinamica del Paese, con una riduzione delle persone che cercano una occupazione pari a 113mila unità. In valore assoluto a guidare la graduatoria regionale dovrebbe essere la Sicilia con -36.800 disoccupati. Seguono la Puglia con -35.600 e la Lombardia con -34.600. Questi ultimi dati, infine, trovano una ulteriore conferma dall’analisi del tasso di disoccupazione che dovrebbe subire le riduzioni più importanti in Sicilia (-3,1 per cento), in Sardegna (-3 per cento) e in Puglia (-2,6%).
La cassa integrazione
Dall’analisi della cassa integrazione guadagni autorizzata negli ultimi due anni, emerge un andamento altalenante che da sempre è legato alla stagionalità. Tuttavia, dall’inizio del 2024 il monte ore mensile risulta essere mediamente più elevato di quello registrato nell’anno precedente.
Dall’ottobre del 2022, comunque, la punta massima è stata toccata nel gennaio di quest’anno (quasi 48 milioni di ore autorizzate), successivamente c’è stata una costante discesa fino ad aprile, a maggio è tornata a salire fino a 46,3 milioni per poi crollare ad agosto, attestandosi a 23,8 milioni di ore. A settembre (ultimo dato Inps disponibile) c’è stata una forte impennata fino a raggiungere i 43,6 milioni di ore autorizzate. Un dato, stando alle crisi occupazionali scoppiate in queste ultime settimane, che dovrebbe essere destinato a salire stabilmente negli ultimi mesi di quest’anno.
A livello di ripartizione geografica, durante l’estate 2023 e a partire da febbraio di quest’anno sia il Nordovest che il Nordest presentano un monte ore autorizzato superiore alle altre due circoscrizioni. Un dato che rimane in linea anche a settembre dove a Nordest il picco sfiora i 17 milioni di ore, mentre nel Mezzogiorno è a poco sopra i 7 milioni.